venerdì 29 novembre 2019

Vite quasi parallele. Capitolo 32. Le relazioni pericolose

Ben presto Ettore Ricci tornò alla carica con la "questione del figlio maschio".
Sua moglie Diana aveva ormai trentasette anni e nessuna voglia di affrontare una quarta gravidanza, pertanto cercò di prendere tempo:
<<Senti Ettore, quando è nata Isabella io ho rischiato di morire. Il medico ha detto che sarebbe un grande rischio per la mia salute una nuova gravidanza. Ora io potrei anche essere disposta a correre questo rischio, ma soltanto se tu dimostrassi di esserne degno. Se tu dimostrassi fedeltà e rispetto nei miei confronti e amicizia vera nei riguardi di mio fratello, allora forse...>>
Sapeva bene di avere posto due condizioni impossibili: Ettore era troppo sensibile al fascino femminile per esserle fedele, e detestava troppo Arturo Orsini per poter anche fingere di trattarlo amichevolmente.
Tutto questo faceva sentire Diana al sicuro dagli assalti di quel marito che aveva sposato controvoglia e che non era mai riuscita ad amare.
Eppure sentiva un grande vuoto farsi largo nel suo cuore.
Più si avvicinava il giro di boa dei quarant'anni, e più Diana si chiedeva se il resto della sua vita dovesse essere interamente dedicato alla famiglia, oppure se avesse ancora il diritto di sperare in qualcosa di più.
Aveva paura di confessare persino a se stessa i propri desideri.
Forse la sua riservatezza, la sua discrezione e la sua ritrosia derivavano anche dall'aver sempre pensato che ci fosse qualcosa di patetico nelle belle donne che invecchiano, specie quando hanno fatto troppo affidamento sulla bellezza come arma per stabilire una posizione dominante nei rapporti di coppia.
Diana riteneva che molte ex belle donne, sentendosi private del loro "potere contrattuale" nei confronti degli uomini, si ritrovassero in una condizione di vulnerabilità proprio nel momento in cui arrivava, su molte vicende della vita, la resa conti, con tutti i rimpianti, i rimorsi e i fantasmi che essa si portava dietro. Esisteva il rischio, allora, per molte di loro, di entrare in crisi e far fronte a quella crisi in vari modi, che spesso si rivelavano uno peggiore dell'altro.
Le dipendenze, comprese quelle affettive; il rivolgersi ad amanti più giovani illudendosi che non lo facessero per secondi fini; il ricorrere in modo eccessivo alla cosmetica (e in seguito alla chirurgia estetica); l'esternare il proprio dolore in maniera vittimista, aggrappandosi alla falsa consolazione di poter dare agli altri tutta la colpa della propria infelicità, il che troppo spesso è l'ultima spiaggia dei disperati.
Niente di tutto questo per Diana.
Va detto che, come per magia, o per clemenza del destino, nel suo caso il tempo si era fermato.
Nonostante i drammi vissuti durante la guerra, le gravidanze, i lutti e i problemi di salute, il suo corpo si era mantenuto insolitamente giovane.
Insomma, era ancora una donna attraente, e di questo si erano accorti molti uomini, specie tra gli amici del giovane fratello di lei, Arturo.
Quest'ultimo, con il suo fascino, aveva permesso agli Orsini di riprendere i contatti con le famiglie nobili della Romagna, tra cui i Traversari di Ravenna.
Federico Traversari, in particolare, era un grande amico di Arturo Orsini e un ospite fisso alla Villa, così come sua sorella Anastasia.
Fin dall'inizio fu chiaro che Anastasia Traversari era la prediletta di Arturo, che non faceva mistero di avere intenzioni serie nei suoi confronti.
Meno chiaro, ma non per questo meno vero, era l'interesse di Federico nei confronti di Diana.
Ancor meno probabile era il destino che avrebbe legato in un'unico intreccio di Liaisons Dangereuses  i fratelli Orsini, i fratelli Traversari ed Ettore Ricci, che era stato letteralmente folgorato dalla bellezza di Anastasia.
Ce n'era abbastanza per creare la più esplosiva delle miscele.
Un nuovo scandalo era nell'aria, ma nessuno poteva prevedere fino a che punto sarebbe stato gravido di conseguenze tremende per chiunque ne fosse stato coinvolto.
L'ennesima tragedia della famiglia Orsini-Ricci era nell'aria, mentre gli avvoltoi, come la famiglia Braghiri, la famiglia De Gurbernatis e i loro parenti, stavano già roteando intorno al Feudo Orsini e alla Contea di Casemurate.