sabato 4 febbraio 2012

Gothian. Capitolo 4. Alienor e Marigold alle porte di Elenna.

Luogo e giorno: Elenna sul Dhain, 5 luglio 999 I.L.

«E' un luogo così sereno. E' incredibile che proprio qui si sia combattuta una battaglia tanto cruenta, nell'anno della Primavera di Sangue» disse Alienor quando la carrozza su cui stava viaggiando verso sud, insieme a lady Marigold di Gothian, arrivò nel tardo pomeriggio in vista della città di Elenna sul Dhain, la più grande e importante del Regno degli Alfar.
Marigold indicò il fiume: «Eppure dicono che il Dhain fosse completamente tinto di rosso, alla fine della battaglia, e che ci vollero molti giorni, prima che la sua acqua ritornasse normale»

«Ne parli come se l’avessi visto di persona» le fece notare la principessa.


La Dama Gialla continuò a fissare il fiume, e le sue parole parvero provenire da molto lontano: «Accadde l’anno in cui mi sposai.  La cerimonia si sarebbe dovuta svolgere per l'equinozio di primavera, a Gothian.


Nessuno si aspettava un attacco dei Lathear. C'era un Patto... ma quel Patto fu violato! 
Sephir Eclionner era sbarcato a Baralbeck con tutta la Flotta Imperiale. Da lì fino ad Elenna, i Lathear si erano fatti largo massacrando tutti coloro che incontravano, nel nome di Eclion!


  I Keltar avevano lasciato passare le navi imperiali, che risalivano il Dhain dall'Estuario, e si erano appostati intorno alla Selva Nera, pronti a schierarsi con il vincitore, quei codardi! Ma Elenna resistette all'assedio, contro ogni previsione>>
Si fermò un momento, come se stesse soppesando attentamente ogni minima parola che andava detta:
<<Il Conte Fenrik mi  disse che le nozze erano rimandate. Gli Alfar chiedevano il suo aiuto. 


Cinquemila cavalieri Albini erano giunti a Gothian per il nostro matrimonio, e Fenrik non esitò a guidarli fino ad Alfarian. Da lì, il mio futuro marito, insieme a tuo nonno Harald, guidò la controffensiva fino ad Elenna sul Dhain, e la battaglia vera e propria ebbe inizio>>
I suoi occhi parevano rivedere qualcosa che era rimasto nascosto per molto tempo nella parte più oscura della sua memoria: <<Di quei cinquemila Albini che erano partiti, ne tornarono a Gothian solo cinquanta, orribilmente mutilati. Non ci voleva molta fantasia per immaginare il sangue... e ti assicuro che il sangue degli Albini di Gothian, è dello stesso colore del tuo!»

Alienor ignorò la provocazione: «Il loro sacrificio non è stato dimenticato, anche se nessuno ha più visto i superstiti, dopo la Primavera di sangue. Sono diventati una leggenda. Quello che mi chiedo è cosa ci facevi tu, a Gothian, nel Ghiaccio. Tu sei una Alfar, come me. Eri una sacerdotessa di Atar, il Fuoco Segreto... ed eri così giovane...»

Marigold le rivolse uno sguardo intenso e vagamente divertito.


 «Giovane? Il tempo è un concetto relativo, nell'Artico. Una notte artica dura sei mesi. E tu non hai idea di quante notti artiche io abbia trascorso, prima di diventare la Contessa di Gothian»


Alienor guardò la sua dama di compagnia come se la vedesse per la prima volta: «Non ne ho idea perché non me ne hai mai voluto parlare! Ma ho sentito tante storie sul tuo conto! Dicono che fosti cacciata dal tempio di Atar perché avevi invocato Eclion, il dio dei nostri nemici. E' vero?>>



La Dama Gialla sorrise compiaciuta: «Ah, mia cara Alienor, sei così vicina alla verità, eppure così lontana! Niente è come appare. La Luce è la mano sinistra delle Tenebre. Sì, sono stata iniziata agli Arcani Supremi, ma non ti svelerò nient'altro, per il tuo bene. Un giorno mi ringrazierai per non averti coinvolto in un gioco più grande di te. Credimi, è meglio che tu ne rimanga fuori! Puoi ancora salvarti. Non chiedermi niente. Fidati di me. Ti proteggerò dai rischi che si corrono fuori dal castello di famiglia!»

Alienor non gradiva di essere trattata come una bambina, e tanto meno come una stupida, ma non fece trasparire il suo disappunto. Non era più in condizioni di superiorità, e doveva essere molto prudente.


Ma su una cosa ha ragione: è meglio non farsi coinvolgere nel suo gioco. Forse posso davvero salvarmi, anche se non sarà certo lei la mia salvatrice. 
Cercò di non far trasparire le proprie perplessità e mantenne un contegno principesco: «Tu parli di rischi. Quali rischi? Anche qui ad Elenna, nel cuore del mio regno?»

Marigold la fissò con occhi di fuoco:


  «Il cuore del tuo regno? Un cuore spezzato, Alienor! Un cuore insanguinato...»


Un fulmine a ciel sereno accompagnò quelle parole nel tramonto. Alienor capì che non doveva chiedere altro.

N.d.A.

Alienor di Alfarian è interpretata da Tamzin Merchant nel ruolo di Catherine Howard ne "I Tudor" ("Tudors")
e da Jessica Brooks nel ruolo di Ghanima Atreides in "Children of Dune" ("I figli di Dune") di Frank Herbert.
La città di Elenna sul Dhain è rappresentata da una mappa di Mantova.
Marigold di Gothian è interpretata da Lena Headey nel ruolo di Cersei Lannister ne "Il trono di spade" ("A game of thrones") di Goerge Martin ("Le cronache del ghiaccio e del fuoco", "The song of ice and fire"
e da Emmanuelle Seigner ne "La nona porta" di Roman Polanski con Johnny Depp.

venerdì 3 febbraio 2012

Lucrezia Borgia: la figlia del Papa e i suoi tre mariti.

Lucrezia Borgia (Subiaco 1480 - Ferrara 1519) nacque dalla relazione tra il papa Alessandro VI, al secolo Rodrigo Borgia, e Vannozza Cattanei.


Di lei si è detto e scritto di tutto. Secondo alcuni avrebbe avuto rapporti sessuali incestuosi con suo fratello Cesare 
File:Cesareborgia.jpg

e persino con suo padre, papa Alessandro VI, che per lei nutriva un profondissimo affetto, e forse qualcosa di più, ma dico forse.


File:Pope Alexander Vi.jpg

Da questi rapporti nacque un figlio, Giovanni Borgia, detto l'Infante Romano. La maternità di Lucrezia non è sicura. Il bambino fu comunque allevato con tutti i fasti ed ebbe una lunga vita.
Secondo altri Lucrezia fu una spia per conto del padre presso le corti dei suoi tre mariti. Fu accusata di aver fatto assassinare il secondo marito e aver avvelenato alcuni personaggi che non le stavano simpatici. Quasi sicuramente ebbe moltissimi amanti, alcuni insospettabili, come Pietro Bembo, cardinale e grande umanista e intellettuale tra i più raffinati dell'epoca. Molti la vollero ritrarre. Ecco il ritratto che le fece il Pinturicchio:


Dopo un primo fidanzamento andato a monte, nel 1493 sposò, a soli 13 anni, Giovanni Sforza, duca di Urbino.



Lucrezia a Urbino si annoiava, e per questo nel 1495 tornò a Roma e nel 1497 ottenne l'annullamento del matrimonio da parte della curia pontificia. Dopotutto, era la figlia del Papa!

Dopo numerose relazioni e alcuni scandali a sfondo sessuale, Lucrezia si sposò per la seconda volta nel 1498 con Alfonso d'Aragona, Duca di Bisceglie. Di lui non esistono ritratti, mentre di lei ce ne sono in abbondanza, eccone un altro:




Dal Duca di Bisceglie ebbe il suo primo figlio, chiamato non a caso Rodrigo.
Il Duca fu assassinato, e secondo alcuni Lucrezia fu la mandante del delitto.
Nel 1500 tornò a Roma, accolta benevolmente dal padre.
Ecco un altro dei suoi ritratti:

File:Lucrezia Borgia.jpg

Nel 1503 sposò il potente Alfonso d'Este, duca di Ferrara:




Già nel 1503, Lucrezia ebbe una relazione sentimentale con il cognato, Francesco Gonzaga, 




Il potere di Lucrezia era legato a quello del padre e del fratello. Nel 1503 il papa Alessandro VI morì e Cesare Borgia perse l'aiuto dello stato pontificio e del re di Francia, e dovette fuggire dall'Italia.
A quel punto la condizione di Lucrezia a Ferrara divenne pericolosa: non aveva ancora avuto figli dal duca e si era inimicata la cognata Isabella, moglie del Gonzaga.
Nel 1508 tornò nelle grazie del marito quando nacque il suo terzogenito, e primo figlio nel terzo matrimonio, Ercole d'Este, a cui seguirono Ippolito nel 1509, Alessandro nel 1514, Leonora nel 1515, Francesco nel 1516 e Isabella nel 1519.
Quest'ultimo parto le fu fatale ed in seguito ad una emorragia, Lucrezia morì, a 39 anni.

giovedì 2 febbraio 2012

Gothian, Capitolo 3, Lady Ariellyn Vòrkidian, Contessa di Keltar-Senia e suo nipote Marvin


3 luglio 999 I.L. , Ducato di Amnisia, Federazione Keltar

Ogni estate, la non più giovanissima Lady Ariellyn Vòrkidian, Contessa di Keltar-Senia, lasciava la città lagunare di Amnisia per trascorrere i mesi caldi nell'antica villa di campagna della sua nobile stirpe, che discendeva da Vòrkidex, l'ultimo re dei Keltar, sconfitto e ucciso mille anni prima da Arexatan Eclionner.
Con lei viveva il nipote, Marvin Vorkidian-Roth, nato dal matrimonio della sua unica figlia Lilieth con il diplomatico lathear Recormas Roth, scomparsi misteriosamente, durante un viaggio a Lathena, nell'anno della Primavera di Sangue.


Nell'anno 999, però, la partenza di Marvin per il Borgo di Keltar-Senia era stata ritardata, perché il diciottenne erede dei Vorkidian si stava per diplomare alla scuola di Retorica del Ducato di Amnisia. 
Il diploma gli avrebbe permesso di trovare impiego presso la Cancelleria di Lord Gallrian de Bors, Duca di Amnisia, che era stato collega dei suoi genitori come diplomatico e ambasciatore e che ora ricopriva l'incarico di vicepresidente della Federazione Keltar.
La città lagunare di Amnisia era sorta due millenni prima, come rifugio dei Keltar della stirpe Senia, negli isolotti della grande Laguna, dove si riparavano dalle scorrerie dei popoli confinanti.
Il popolo dei Keltar, nonostante la sudditanza all'Impero Lathear, aveva mantenuto per secoli una certa autonomia, ed anche una totale riconoscibilità
I Keltar avevano capelli rossi, ramati o castano-bronzei, occhi verdi e pelle chiara, 



mentre i Lathear si distinguevano per i capelli neri corvini con riflessi blu, occhi molto scuri e pelle olivastra. 
Marvin era un “mezzosangue”, e per giunta orfano di entrambi i genitori. Suo padre era un Làthear e sua madre una Keltar e tale unione era cinsiderata un tabù da entrambi i popoli: per questo i nati da coppie miste venivano guardati dall’alto in basso sia dall’aristocrazia terriera dei Keltar, sia dai burocrati di etnia Lathear
Marvin era stato oggetto di scherno per il suo aspetto, considerato insolito e bizzarro: i suoi capelli erano castano scuri e i suoi occhi erano di un colore nocciola con screziature azzurre.
Marvin, pur non disprezzando l'aspetto fisico delle persone, come facevano gli intellettuali, teneva in maggiore considerazione la bellezza della natura e dell’arte, ed Amnisia era una città meravigliosa, con palazzi, chiese e mausolei costruiti e decorati con magnificenza. 
Egli amava profondamente tutta la sua terra, quel paesaggio brumoso, dai contorni sfumati, dai colori tenui. Gli piaceva andare in barca sulla Laguna e fermarsi nei capanni di pesca degli amici, sugli isolotti selvaggi a ovest di Amnisia. Così come amava camminare, in campagna, sugli argini dei canali.
Il luogo più lontano visitato da Marvin era il punto in cui aveva inizio il Delta del grande fiume Amnis. Lo aveva sempre affascinato quel luogo in cui l’enorme corso d’acqua, largo mille chilometri, si divideva dapprima nei tre bracci principali, per poi frastagliarsi ulteriormente in una miriade di rivoli che alimentavano canali e lagune a perdita d’occhio. 
                                   

La stessa laguna di Amnisia si trovava tra il ramo centrale del delta dell’Amnis e il ramo meridionale, detti rispettivamente il Mediano e il Primario. La foce del Primario era collegata col  Porto di Amnisia, che nei tempi d’oro dell’Impero Lathear aveva ospitato la Flotta Orientale, così come Lathèna, la capitale imperiale, era la sede della Flotta dell’Oceano Occidentale, dall’altra parte del Continente, molto più a sud. 
Marvin non era mai sceso più a sud delle antiche mura che da mille anni separavano lo stato meridionale Lathear dai regni “barbari” del centro-nord, conquistati dal primo Imperatore, Arexàtan Eclionner, il fondatore della sacra dinastia.  
Dopo quasi mille anni e cinquanta generazioni, era ancora molto importante, per un membro della Dinastia, poter vantare un aspetto simile a quello di Arexatan Eclionner, perché egli non solo era stato il primo Imperatore, ma era ancora venerato dai preti della Chiesa Lathearica come il Messia, figlio del dio Eclion, il Sole. 
La natura semidivina di Arexatan era un dogma indiscutibile, che però aveva poco valore e nelle campagne dei villaggi Keltar.
Lady Ariellyn Vorkidian, preferiva il cuto politeista dei Keltar, che veneravano liberamente gli Dei della Natura. Non a caso aveva scelto come primo precettore per il nipote il druido Halfgan, che viveva nel Borgo Keltar-Senia. 


Marvin ricordava con nostalgia le bellissime estati trascorse con Halfgan a studiare la natura e le sue leggi, e a imparare le antiche storie dei Keltar, le leggende e i canti in lingua Keltàri Antico, accompagnato dalla musica dell’arpa, del liuto, dell’armonica e della cornamusa. La lingua Keltari era ormai diventata un dialetto parlato solo nelle campagne. Il Latheari si era imposto come lingua ufficiale.
Ariellin e Halfgan parlavano benissimo sia il Latheari che il Keltari, e avevano insegnato a Marvin a parlare e scrivere correttamente entrambe le lingue. Erano stati i suoi primi educatori, e di fatto gli avevano da madre e da padre, dopo che era rimasto orfano. 
Non aveva ricordi precisi dei genitori: erano scomparsi quando lui non aveva solo un anno. Tutto ciò che sapeva di loro gli era stato raccontato da Ariellin: in quanto diplomatici del Ducato, dovevano portare notizie molto segrete a Lathena. Erano partiti il giorno seguente alla Battaglia di Elenna sul Dhain, nell'anno della Primavera di Sangue, e non erano più tornati. Nessuno aveva più avuto alcuna notizia di loro, e molto probabilmente erano morti, anche se Marvin si rifiutava di accettare quell'idea.
Sua madre Lilieth si era fatta fare un ritratto, prima di partire:


La corona che portava era appartenuta a Vorkidex, il suo reale antenato, l'ultimo sovrano di tutti i Keltar, mille anni prima. I bardi ancora narravano il suo duello con Arexatan Eclionner: in quel duello, Vorkidex aveva perso la battaglia, la guerra, la corona e la vita. Da allora era incominciata la sudditanza dei Keltar all'Impero Lathear, fino a che, dopo la vittoria di Elenna sul Dhain, si erano resi indipendenti creando la Federazione Keltar, un'alleanza di tutti i ducati, con a capo l'Arciduca di Floriana, la capitale della Federazione, al centro della pianura amnisiana.
Dopo la morte di Vorkidex, il figlio del re, Kevin Vorkidian, aveva tenuto in custodia  la corona, ma aveva dovuto giurare sul suo dio, Belenos,



che la famiglia Vorkidian non avrebbe mai più rivendicato il trono.
 Il Giuramento di Kevin, così era stato chiamato, aveva permesso ai Keltar un piccolo margine di autonomia per più di novecento e ottanta anni.
Ma qualcosa era successo, diciassette anni prima, qualcosa che aveva portato i Keltar ad allearsi con gli Alfar per sconfiggere i Lathear.
 I druidi dicevano che il giuramento era valido solo per cinquanta generazioni e che la cinquantesima era nata l'anno prima, con Marvin, per i Keltar, e con Elner XI, per i Lathear. Da quel momento, il Giuramento aveva perso valore.
L'Arcidruido di Floriana aveva in custidia l'unica copia sopravvissuta del Giuramento di Kevin, l'unico documento, secondo le leggende, di un più ampio accordo che sarebbe stato siglato tra Wechtigar I il Pio, figlio di Arexatan Eclionner e Kevin Vorkidian, figlio di Vorkidex, alla presenza dei rispettivi dei: Eclion e Belenos. 
Tra le due divinità vi era grande discordia, tanto che per i Keltar era Belenos il dio del Sole, mentre Eclion era considerato il Signore delle Tenebre.
 Secondo alcuni druidi, nel momento della stipulazione dell'Antico Patto, sarebbero stati presenti come garanti dell'accordo anche il dio del fuoco Atar, la dea della luce Aenor  e il dio dei ghiacci perenni Gotharcon i loro rispettivi sacerdoti e altri personaggi leggendari, come la sesta moglie di Arexatan, cacciata dai figli delle mogli precedenti dopo la morte del grande imperatore. O meglio, la sua "assunzione in Cielo".
I sacerdoti ortodossi del Clero Lathear smentivano questo accordo: Eclion era l'unico Dio, gli altri erano demoni, contro i quali gli esorcisti della Grande Canonica lottavano da un millennio, per quanto corresse voce che i Canonici stessi fossero adoratori dei demoni e in odore di eresia.
Marvin considerava quelle leggende come favole interessanti, ma nulla di più, e sua nonna Ariellyn, con l'appoggio del druido Halfgan, avevano sostenuto quella convinzione, dicendo che era meglio per suo nipote non perdere tempo con le superstizioni.
E se non fossero solo favole e superstizioni?
Questo fu il pensiero di Marvin mentre entrava nella scuola di Retorica per gli esami finali.


N.d.A.

Lady Ariellyn Vorkidian è rappresentata dalla contessa Erzebet Bàthory, o Elizabeth Bàthory.

Marvin Vorkidian è rappresentato da Jon Snow, de "Il trono di spade" di George Martin.

Lilieth Vorkidian è interpretata da Claire Forlani nel ruolo di Igraine Pendragon in "Camelot".

I Keltar sono i Celti, così come i Lathear sono i Latini o gli antichi romani e gli Alfar sono i discendenti degli Elfi.

La Federazione Keltar domina su un territorio che, nella mappa, ricalca buona parte della pianura padana. Il fiume Amnis è il Po, e la città di Amnisia è un misto tra Venezia, Ravenna, Chioggia e Comacchio.

La statua di Belenos (o Belenus, in celtico) è in realtà l'Apollo di Veio, di fattura etrusca.

mercoledì 1 febbraio 2012

Maria di Borgogna: l'ereditiera che cambiò la Storia.

Maria di Borgogna, (Bruxelles13 febbraio 1457 – Bruges, 27 marzo 1482)  fu Duchessa delle Fiandre per eredità paterna e Arciduchessa d'Austria per matrimonio con Massimiliano I d'Asburgo.


Fu grazie a queste nozze che gli Asburgo divennero una dinastia potente a livello europeo. Maria non visse sufficientemente a lungo (morì cadendo da cavallo) per poter vedere i frutti che la politica matrimoniale portò ai suoi discendenti, che, nel giro di due generazioni, arrivarono a controllare un impero "dove il sole non tramontava". Il figlio di Maria di Borgogna e di Massimiliano fu Filippo il Bello, Duca delle Fiandre, che




 sposando l'ereditiera Giovanna di Castiglia divenne re di Spagna, alla morte della suocera Isabella la Cattolica.  Filippo I non regnò a lungo: pare che la sua morte prematura sia da imputarsi all'ostilità del suocero, Ferdinando il Cattolico, che aveva perso il potere.




Alla morte di Filippo, Giovanna mostrò segni di instabilità mentale che furono strumentalizzati da suo padre Ferdinando d'Aragona, per mantenere il controllo della Castiglia, che aveva perduto alla morte di sua moglie Isabella, l'amica di Cristoforo Colombo, per intenderci. Giovanna fu rinchiusa nella fortezza di Tordesillas, dove rimase per cinquant'anni, fino alla morte, in tarda età, nel 1555.
A regnare sulla Spagna e il suo enorme impero coloniale, sulle Fiandre, sull'Austria e sull'impero fu suo figlio l'imperatore germanico Carlo V, quello sul cui impero il sole non tramontava:




Fu così che si creò una superpotenza mondiale senza dover combattere guerre, ma solo attraverso nozze. Per questo divenne un motto della dinastia asburgica la frase: "Bella gerant alii, tu felix Austria nube!": che gli altri combattano le guerre, tu, felice Austria, sposati!



Ecco il famoso quadro in cui Carlo V in armatura è ritratto da Tiziano.


Domani torna il mio romanzo "Gothian" con le sue affascinanti protagoniste!

martedì 31 gennaio 2012

Gothian. Capitolo 2. Aliènor di Alfarian e Marigold di Gothian


Castello di Alfarian, 2 luglio 999 I.L. (17 anni dopo la Primavera di Sangue)

Fu lady Marigold Steinberg, Contessa di Gothianad avvertire la principessa Alienor che il Re degli Alfar l’aveva convocata in udienza privata, in cima al torrione centrale della fortezza. 


Marigold appariva di buon umore, e non faceva nulla per nasconderlo.
Alienor non capiva la ragione dell'ilarità della sua dama di compagnia
«Mio padre mi ha già venduta ai Lathear e mi metterà di fronte al fatto compiuto. Alla fine non sei riuscita a convincerlo a cambiare idea!»


Era consapevole di aver usato un tono di voce irritante, e si rendeva conto che in generale tutto il suo atteggiamento era di un'altezzosità insopportabile. 
Eppure lady Marigold riusciva a tollerarla senza scomporsi. L'aveva servita fedelmente per diciassette anni senza mai lamentarsi di nulla, sempre col sorriso sulle labbra, come in quel momento: «Mia cara, ho fatto quel che ho potuto. Ma tuo padre è irremovibile. Ho anche pregato Atar, il dio del Fuoco, perché gli illumini la mente. Ma questi sono tempi bui, e gli dei non ci ascoltano più!»


Alienor aveva sentito dire che la Contessa di Gothian, prima di sposarsi, era stata una sacerdotessa di Atar, ma lady Marigold aveva sempre negato. E in effetti, quando era arrivata a corte, 17 anni prima, era troppo giovane per essere una sacerdotessa. L'unica cosa strana era che da allora non era invecchiata di un giorno. E poi aveva quello sguardo magnetico che pareva leggere nel pensiero, ed i suoi occhi gialli con le pupille dilatate avevano potere ipnotico, come  l’enorme ciondolo di topazio che portava sempre appeso al collo e appoggiato sul petto, tra i seni perfetti. Molti attribuivano a quel gioiello poteri magici.


Alienor era scettica di fronte a questi discorsi.
Superstizioni di cortigiani ignoranti!
Eppure l'eterna giovinezza di Marigold era inquietante, soprattutto perché era una bellezza sprecata, per la fedeltà che la Contessa mostrava a quell'orribile marito che da diciassette anni se ne stava rintanato nel suo nido d'aquile di Gothian, nel ghiaccio eterno dell'Artico.
L'avrà anche sposato per interesse, ma gli è stata fedele. 
Marigold parve averle letto nel pensiero:
<<So cosa vuol dire un matrimonio combinato, ma se tuo padre dovesse costringerti a sposare Elner Eclionner, ti prometto che verrò con te a Lathena e ti aiuterò a impedire la cerimonia, costi quel che costi>>
Alienor sentiva che era sincera, che desiderava veramente impedire quelle nozze, ma non riusciva a capire perché.
Non può essere solo altruismo. C'è dell'altro... ma cosa?
Fissò la Dama Gialla negli occhi, ne sostenne lo sguardo, voleva una risposta:
<<Perché sei disposta a sacrificarti per la mia libertà?>>
La contessa di Gothian sorrise: <<Ti ho cresciuta come se fossi mia figlia. Non ho altro che te nella vita, a parte i doveri verso mio marito. Ma se devo scegliere tra i due, io scelgo te! Sei la figlia che lui non mi ha saputo dare!>>
Sembrava così convincente, così dolce. Ma il Conte Fenrik si sarebbe opposto!
<<Tuo marito non ti darebbe il permesso di accompagnarmi a Lathéna>>
Marigold scosse il capo e le sorrise: 
<<Ho già il suo consenso. Fenrik odia i Lathear. Molti suoi Albini sono caduti, 17 anni fa, a Elenna sul Dhain, nell'anno della Primavera di Sangue! E la colpa è della dinastia Eclionner. Lui la vuole vedere estinta!>>
<<E tu cosa vuoi?>>
<<Io voglio solo la tua felicità. Puoi anche non credermi, ma tu sei tutta la mia vita, Alienor!>>
Era così suadente la sua voce, così armoniosa. 
Troppo suadente, troppo... ma sono costretta a fidarmi di lei...
La principessa abbracciò la Dama Gialla, che le trasmise un senso di forza e di calore. Poi, senza dire una parola, si alzò e uscì dalla sua camera.
Marigold la osservò uscire mantenendo uno sguardo soave.
Alienor scese le scale della torre delle dame e poi si diresse verso l'enorme torrione del padre, circondato dalle guardie. 
I gendarmi la salutarono ponendosi sull’attenti. La principessa li ricambiò con un gesto vago.
Salì le scale in silenzio. Ansimava. Sentiva una stanchezza non solo fisica: c’era anche ansia, paura, e rabbia. Ad ogni piano, le guardie le rivolgevano il saluto militare. 
Gesti vuoti… vani…
La chiamavano Altezza Reale, ma lei sapeva bene di essere loro prigioniera. 
Ho visto molti grandi del regno salire queste scale da trionfatori e scenderle in catene...
Ad ogni piano di quella maledetta torre, il malessere di Alienor diventava più opprimente. 
Il re sta in cima alla torre per molti motivi… il potere sta in alto, certo. Ma nel piano più alto fa anche più caldo. 
Alla fine arrivò in cima, stremata. C’erano guardie ovunque, soprattutto davanti alla porta che dello studio privato di Sua Maestà re Kerelik III di Alfarian. 
Bussò, fissando le guardie con noncuranza. Un inserviente, da dentro, aprì la porta di legno di quercia, e la accompagnò fino al cospetto del Re. 
Il sovrano stava seduto su un ampio scranno dipinto con fiori rossi, ed era vestito con abiti sontuosi. La corona teneva ferma la lunga chioma dorata dei suoi capelli.



Re Kerelic era noto per la sua straordinaria bellezza, che aveva trasmesso alla figlia Alienor, tranne le orecchie a punta, una caratteristica tipica degli Alfar, che i Lathear chiamavano Elfi.
Alienor non aveva ereditato quel tratto, e comunque non sapeva che farsene della bellezza, non avendo il permesso di accettare il corteggiamento di uomini che non fossero graditi al re. E in quel momento c’era un solo pretendente che il re era disposto ad accettare come fidanzato di Alienor, e cioè Elner XI, imperatore dei Lathear. 
Quando Alienor si avvicinò alla scrivania di suo padre, il re le fece cenno di sedersi in una poltrona davanti a lui. 
«Mia cara» incominciò, non appena ella si fu seduta «ormai è tempo che noi due parliamo con molta calma e serenità di quello che sarà il tuo futuro» 
La principessa capì subito che non c’era più niente da fare. 
Suo padre proseguì: «Come ben sai le trattative per il tuo fidanzamento con il giovane Imperatore dei Lathear sono arrivate ad un punto decisivo>>
«Ma l’Imperatrice Vedova si oppone!» obiettò Alienor con l'unico argomento serio di cui potesse disporre: <<Non vuole altre Imperatrici a corte!>>
Il re le rise in faccia: «Ah! Questa sua opposizione sarà la sua rovina! C'è una cospirazione in atto contro di lei. Il Senato Imperiale e l'esercito si stanno accordando, forse anche il Clero. Secondo i miei informatori, Ellis potrebbe essere deposta entro poche settimane!» 
Alienor non ne era convinta: «La Vedova Nera è molto potente e astuta, e i suo Servizi Segreti sono diretti da quell'Eunuco terribile...» 
Kerelik si rabbuiò: «Dubiti dei miei informatori, Alienor? La tua insolenza non ha limiti!»
«Come la vostra prepotenza, padre! Avete deciso tutto da solo! Non mi avete consultata!»
Kerelik guardò la figlia con stupore, più che con indignazione,come se avesse detto un’assurdità ridicola: «Nessuna principessa reale è mai stata consultata in merito alle nozze. La nostra dinastia ha sempre seguito questa regola»
Alienor era furente: «Una regola barbara! Una violenza!»
Il re oscillava tra l’incredulità e la rabbia: «Chi ti ha messo in testa queste idee? E' stata quella strega di Marigold, vero?»
Era vero, ma la domanda meritava una risposta migliore: «Forse la cosa vi stupirà, padre, ma io sono capace di avere idee personali, senza che nessuno me le metta in testa!»
Kerelik sospirò: «Alienor, ci sono delle regole che persino i nobili devono rispettare. Anzi, soprattutto i nobili! E in primo luogo la famiglia reale!» 
Lei lo fissò negli occhi: «Se questo è il prezzo, non voglio più privilegi! Diseredatemi, purché sia libera di sposare solo un uomo che amo!»
Il re la fissò con sbigottita incredulità:  «Un uomo che ami? Ma che discorsi sono? Cos’è l’amore? Non troverai mai due persone che siano d’accordo nel definire questa parola! »
Alienor si era immaginata quell'obiezione, e Marigold le aveva suggerito la risposta: «Amore è quando senti che non puoi vivere senza una persona e che soffriresti immensamente se dovessi perderla»
Kerelik fu colpito da questa definizione così semplice eppure così onnicomprensiva. Per un istante parve sul punto di ricredersi su tutta la faccenda. Il suo amore di padre gli diceva che avrebbe sentito terribilmente la mancanza di Alienor!
Cercò di riprendere il filo del discorso: «Ci sono altri valori: l’onore, la gloria, la devozione verso gli dei, la patria e la famiglia!»
Alienor e Marigold avevano previsto anche questa obiezione:«L’onore e la gloria dei nostri antenati grondano sangue! Dovrei essere fiera di discendere da una stirpe di barbari?»
Kerelik sapeva che Alienor aveva ragione. Doveva trovare altri argomenti, qualcosa che facesse breccia sulla sensibilità della figlia: «Se non credi nei valori, Alienor, cerca almeno di credere nella pace! Tu sai bene che l’unica alternativa a questo matrimonio è la guerra. Ellis sta progettando una rivincita contro di noi. Se non la fermiamo adesso, nessuno potrà impedire quel conflitto. Vuoi avere sulla coscienza un'altra Primavera di Sangue?» 
L'obiezione aveva fatto centro: «Questo è un ricatto morale, padre!»
Il re si preparò a giocare il suo asso nella manica: «No Alienor: è il tuo destino!
I sacerdoti di Atar e le sacerdotesse di Aenor, la dea della luce, concordano sul fatto che la Fanciulla Dorata delle Nevi...» 
        Alienor lo interruppe: «E voi credete a queste superstizioni?» 
Kerelik si infuriò: «Non bestemmiare! Nei libri sacri sta scritto che allo scadere del millennio...» 
Per Alienor era troppo: «Lo so! L'ho sentito ripetere un centinaio di volte e non ci credo! Arexatan non era il Figlio del Sole. Sono tutte invenzioni per giustificare l'arbitrarietà del potere della Dinastia Eclionner!>>
Queste parole suscitarono la rabbia di Kerelic: «Tu preferisci dare credito a Marigold, piuttosto che a tuo padre e ai Libri Sacri degli dei! Ma io ti ripeto ancora una volta che...» Non riuscì a terminare la frase perché in quel momento entrò a sorpresa sua moglie, la bellissima regina Alyx.


Marigold l'aveva informata del colloquio, ed ella si era precipitata a sostenere il re:
 «Figlia mia, ascolta tuo padre! Sarai una grande imperatrice, amata dal popolo e stimata dai nobili: tutto quello che Ellis non è mai riuscita ad essere!» 
Alienor non aveva rapporti di confidenza con la regina. Era Marigold che l'aveva allevata. Per Alyx non provava niente: «E questo dovrebbe consolarmi, madre?» 
«Ma certo! La gloria e il potere sono inebrianti. Persino l’amore impallidisce davanti a loro» 
Il re apparve imbarazzato dall’intrusione della moglie, ma non disse nulla. 
Alienor non riuscì a nascondere un’espressione di disgusto. 
Mio padre non ha il coraggio di contraddire la vanità di mia madre!
Si sentì improvvisamente senza argomenti: «Padre, tu non puoi accettare questi discorsi!» 
Kerelic arrossì cercando inutilmente una mediazione: «La nobiltà ha i suoi obblighi, ma è vero anche quello che dice tua madre: tu salirai su un trono più alto del nostro e...» 
«E saprai di avere vinto il gioco più importante» lo interruppe Alyx. 
«Quale gioco?» chiese Alienor.
«L’unico gioco che conta, figlia mia» rispose la regina «il gioco del potere!» 
Alienor scosse il capo: «Madre, io non sono interessata a questo gioco. Il potere attira le personalità patologiche!» 
Kerelic si alzò in piedi, furibondo: «Sei tu ad essere malata! E' il veleno della Dama Gialla! E' lei che ti ha messo contro di me! Ma se ne pentirà. La spedirò a Lathéna a farti da serva, e mi libererò di due insolenti in una volta sola! Partirete domani! Ormai è tutto deciso!» 
Alienor era confusa, ma sapeva che il potere aveva realmente corrotto l'animo dei suoi genitori, per cui si sentì improvvisamente un'estranea nella propria stessa casa.
«Se così stanno le cose, padre, non mi lasciate alcuna scelta. Obbedisco alla volontà degli dei e a quella dal re degli Alfar, e al capo della mia famiglia. Ma ricordatevi che da oggi io non ho più una religione, non ho più una patria e non ho più una famiglia!» 
Detto questo si alzò e se ne andò senza attendere di essere congedata.


(Alienor di Alfarian è interpretata da Emilia Clarke nel ruolo di Daenerys Targaryen.
Marigold di Gothian da Lena Headey, nel ruolo di Cersei Lannister, ne "Il trono di spade", "A game of thrones" per la serie "Le cronache del ghiaccio e del fuoco", "A song of ice and fire")