martedì 26 giugno 2012

Maria Callas, la Divina (1° parte)


Maria Anna Cecilia Sophia Kalogheròpoulos (New York2 dicembre 1923 – Parigi16 settembre 1977), in arte Maria Callas, è stata un soprano statunitense di origini greche e vissuta per lungo tempo in Italia e in Francia. E' in assoluto la cantante lirica più famosa della storia e la sua voce, come in generale tutto il suo personaggio, è diventato qualcosa di "divino". Alcune cose di lei sono note a tutti, ma forse non sono le cose più importanti. Proviamo a ripercorrere la sua vita e la sua carriera musicale per cercare di conoscerne anche gli aspetti meno noti, ma non meno importanti.



genitori, George Kalogeropoulos ed Evangelia Dimitriadou, nati in Grecia, si trasferirono negli Stati Uniti d'AmericaVi sbarcarono nel 1923, e si trasferirono in un piccolo appartamento di Long Island. George Kalogeropoulos, registrato all'anagrafe come George Callas,  trovò lavoro nel settore farmaceutico di un drugstoreMaria nacque al Flower Hospital di New York il 2 dicembre dello stesso anno. 
A tre anni, stando ai racconti della madre Evangelia, che le sopravvisse, Maria sembra già ben avviata alla carriera musicale: a tre anni ascolta arie d'opera grazie alla pianola del padre e della madre, a quattro suona il pianoforte.  Dal 1931 prese lezioni di canto.





Nel 1937 i genitori si separarono e la madre, ritornata in Grecia nel settembre di quello stesso anno, riassunse il cognome Kalogeropoulos. Maria venne ammessa al Conservatorio di Atene dove si diplomò in canto, pianoforte e lingue, studiando con il soprano italiano Maria Trivella, forse prima scopritrice di un registro acuto facilissimo, ma ancora senza quelle note gravi che sarebbero divenute tipiche della sua particolare organizzazione vocale. L'audizione del 1937 prevedeva la "Habanera" dalla Carmen e "La Paloma". L'11 aprile 1938, non ancora quindicenne, partecipò ad un concerto-saggio con altri studenti, e cantò arie da Il franco cacciatore di Weber, La regina di Saba di Gounod e il duetto d'amore dalla Madama Butterfly. Dopo altri piccoli concerti e audizioni, arrivò, il 2 aprile 1939, un ruolo completo da primadonna: Santuzza in Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni, vincendo il premio che il conservatorio metteva in palio. Cominciò così la prima fase di una precocissima carriera che le farà guadagnare l'appellativo di "Divina", ma che determinerà anche un prematuro ritiro dalle scene. Nel corso del 1939 continuò a cantare soprattutto arie e duetti del repertorio lirico-spinto italiano (AidaUn ballo in mascheraCavalleria)




Nonostante lo scoppio della guerra e l'occupazione nazista della Grecia, per Maria sarà un susseguirsi di interpretazioni in crescendo, preparate in condizioni precarie ma con uno scrupolo e una precisione inaudite, per l'ambiente musicale greco-tedesco. Non mancarono le accuse di collaborazionismo per aver cantato sotto una direzione tedesca. La madre e la sorella smentirono tali voci, dichiarando che nascondevano in casa alcuni militari inglesi; circostanza relativamente alla quale non manca un episodio toccante, sembra reale, che vedrebbe la Callas improvvisare "Vissi d'arte", dalla Tosca, al pianoforte durante un'ispezione fascista; i militari, distratti dal suo canto, avrebbero desistito da più approfonditi controlli. 



Nel 1945, il 3 agosto, tenne l'ultimo, acclamato concerto ad Atene, poi partì per gli Stati Uniti per stare un po' col padre, ma dopo due anni sostanzialmente inconcludenti a New York, decise di seguire il consiglio della sua insegnante di canto e di trasferirsi in Italia, patria della musica lirica e del melodramma. Era il 1947.




 Il 27 giugno 1947 la Callas arrivò in nave a Napoli, in compagnia di Rossi Lemeni e di Louise Caselotti, la moglie dell'agente Eddie Bagarozy per il quale aveva sottoscritto un contratto capestro, e da lì si recò in treno a Verona per iniziare le prove. Appena giunta nella città veneta, la Callas fece due importanti incontri: con Giovanni Battista Meneghini, suo futuro marito, grande appassionato di lirica e possessore di una fiorente industria di laterizi, e col direttore Tullio Serafini, uno dei più grandi direttori italiani del tempo. Grazie al loro aiuto, Maria riuscì, in Italia, ad ottenere, a partire dal 1948, i suoi primi grandi successi che le conferirono una fama internazionale.


Ma di questo parlerò nella prossima puntata.






lunedì 25 giugno 2012

Gothian. Capitolo 75. La scelta di Marvin: capitolo centrale del romanzo



Marvin camminava solo nel sentiero che costeggiava il fiume. L'Amnis era diventato così piccolo, poco più di un ruscello sassoso. Le fonti erano vicine.
Vivien attende la mia decisione. Solo in base a quella mi giudicherà degno di guidare il mio popolo verso la salvezza.
Non aveva voluto nessuno con sé, in quell'ultimo tratto di strada.
Doveva concentrarsi. Nemmeno la voce di Vorkidex osava disturbare i suoi pensieri.
Qualsiasi sarà la mia scelta, molti ne soffriranno ingiustamente, molti moriranno senza colpa, e tutto per un sì o per un no.
Il peso di quella responsabilità gravava su di lui più della pesante armatura, più della fatica di quella salita, più delle nubi grige che oscuravano il sole.
Anche gli dei si sono fatti da parte. Su questa decisione non deve pesare l'influenza di nessuno.
Non era così che si era immaginato la sua ascesa alle sorgenti dell'Amnis.
Una profonda tristezza e un doloroso senso di solitudine esistenziale gli pesavano sul cuore.
Tutto è sospeso, qui, nell'Ultima Valle.



Anche il paesaggio, immobile, attendeva.
Ed era inutile chiedersi "perché proprio a me...", inutile implorare gli angeli.
Proteggetemi custodi miei silenziosi, perché il sole si raffredda...
Inutile. Nessuno poteva intervenire.
Il tempo era scaduto. Rien ne va plus.
Se scelgo di sposare Marigold di Gothian, angeli e demoni sigleranno il Nuovo Patto e sarà quasi impossibile distinguerli, tanto il Bene e il Male  si mescoleranno in un compromesso senza dignità.
No, non poteva accettarlo.
Per quanto tutti fossero tentati da questo accordo, Marvin Vorkidian rifiutava con la mente e con il cuore qualsiasi patto col diavolo.
Se rifiuto di sposarla, la guerra divamperà senza scampo in tutto il Continente, e l'Universo stesso ne sarà scosso fin nelle fondamenta.
Ogni persona che sarebbe morta in quella guerra, avrebbe gravato per sempre sulla sua coscienza, ed i sopravvissuti, piangendo i loro morti, avrebbero maledetto il suo nome.
Ma se dobbiamo vivere in un mondo dove Bene e Male non si distinguono più, dove non sapremo più a chi rivolgere le nostre preghiere, perché nessuno potrà più intervenire né intercedere per noi, allora meglio la morte, mille volte meglio!
Questo era il suo pensiero, ma sapeva bene che molti, forse la maggioranza, non sarebbero stati d'accordo con lui.
Si fermò, e si sedette su un masso, raccogliendo con le mani l'acqua gelida del ruscello.
L'acqua è pura solo alla sorgente.
Pura, incontaminata. Puro Bene senza alcuna scoria di Male.



Quell'acqua gli ridonò le forze.
Sentiva di essere diventato indistinguibile da quell'acqua.
Sono acqua di fonte, che al suo monte non può ritornare, e il suo orizzonte è solo vivere. E vivere da solo come il sasso di un torrente, che non cambia la corrente, mentre il tempo se ne va, e resta niente.
Era una canzone che sua nonna gli cantava quando era bambino, e sognava di risalire il grande fiume, di trovare la purezza, dopo un'infanzia trascorsa tra canali limacciosi, nell'umido delta.
Ma c'era anche un'altra realtà, gli diceva lady Ariellyn, continuando a cantare.
Sono acqua di foce, ed è una croce non sapere mai se la mia voce è fiume o oceano. E non c'è no fiume che due volte sia capace di bagnarmi, e darmi pace.
Si accorse che la dolcezza dell'acqua del ruscello si stava mescolando col sale delle sue lacrime, che rigavano il suo viso di ragazzo.
Ma non sono più un ragazzo: nelle Altre Memorie dei miei antenati, risvegliati dentro di me, ci sono ricordi che farebbero inorridire anche i mostri di Gothian.
Se chiudeva gli occhi, rivedeva tutti gli Eclionner e i Vorkidian dalla prima all'ultima generazione.
Figlio di Cento Re, lo chiamavano, come se questo fosse un onore.
Discendo da una stirpe di demoni.
Quella era la realtà, gli Eclionner erano stati la dinastia più crudele della storia.
Non occorre risalire troppo indietro. Ellis faceva il bagno nel sangue delle vergini, per mantenere intatta la sua bellezza. Sephir tinse di porpora il fiume Dhain, alle porte di Elenna, nell'anno della Primavera di Sangue.
Non poteva accettare il loro ricatto. Doveva trovare il buono che c'era in lui.
E quel buono aveva un nome: Lilieth Vorkidian, contessa di Keltar Senia, sua madre.
Madre, mostrami il tuo volto, dammi la forza di compiere la scelta giusta!
Chiuse gli occhi e l'immagine di Lilieth gli apparve in tutta la sua dolcezza.



"Figlio mio, ti sento! Anche se sono lontana, ogni mio pensiero è per te. Verrà un giorno, alla fine di tutto, in cui potremo finalmente abbracciarci. Sono orgogliosa di te, perché hai scelto la parte migliore. Ti prometto che sconfiggerò la Dama Gialla, e lo farò con l'aiuto di una fanciulla che come te sta affrontando da sola le forze del Male. Ricordati di me e di lei, nei momenti in cui ti sentirai disperato. Ricorda il mio volto, che è il volto dell'amore, e ricorda quello della fanciulla che è con me, Alienor di Alfarian. Guarda la sua radiosità: che possa essere per te una luce in luoghi oscuri, quando ogni altra luce sarà spenta"




La dolcezza della visione di Alienor fu come un balsamo per l'animo tormentato di Marvin.
Ci si può innamorare di una persona che abbiamo visto soltanto come riflesso della memoria di un altro? Forse, ma più che amore è conforto ciò che ora chiedo. C'è un tempo per ogni cosa ed tempo dell'amore verrà più avanti. 

N.d.A.

L'immagine delle sorgenti dell'Amnis è una foto delle sorgenti del Po, sul Monviso.

La frase "Proteggetemi perché il sole si raffredda" è tratta dalla poesia di Eugenio Montale, Proteggetemi,
che fa parte della raccolta Quaderno di quattro anni.

Rien ne va plus è un'espressione francese (che nel romanzo "Gothian" è la lingua keltar moderna dell'alta aristocrazia cittadina) tratta dal gioco d'azzardo: Le jeoux son faits. Riguardo alle lingue dei Keltar (ispirate dalle lingue celtiche, da quelle gallo-romanze e dai dialetti gallo-italici) esiste un'ampia varietà a seconda del tempo (variante diacronica), del luogo (variante diatopica), della condizione sociale dei parlanti (diastratica), del contesto (diafasica) e del mezzo scritto od orale di comunicazione (diamesica). In base alla combinazione di queste varianti esistono determinati registri. Nel caso della lingua dei Keltar al vertice della gerarchia dei registri si ha la variante moderna scritta presso la città di Amnisia dall'alta aristocrazia e dai letterati nel contesto dell'ambiente di corte.

Il tema del patto col diavolo è derivato dal Faust. L'inizio del capitolo è molto amletico, anche se poi Marvin prende una decisione molto chiara e netta.

"L'acqua è pura solo alla sorgente" è una frase tratta dalla canzone "Fiore di melograno" cantata da Mia Martini negli anni '70.

Il periodo che incomincia con "Sono acqua di fonte"e termina con "e resta niente" è tratto dalla canzone "Cuore di aliante" di Claudio Baglioni, così come anche il periodo che inizia con "Sono acqua di foce" e termina con "darmi pace".

Le Altre memorie sono un tema presente nel ciclo di "Dune" di Frank Herbert.

Lilieth Vorkidian è interpretata da Claire Forlani nel ruolo di "Igraine Pendragon", duchessa di Cornovaglia e poi regina di Britannia e madre di Artù e Morgana, nella serie tv "Camelot".

Riguardo alle frasi finali ci sono vari elementi a cui mi sono ispirato. Uno è la frase che, nel finale di "Dead man walking" l'attrice Susan Sarandon pronuncia al condannato prima dell'esecuzione: "Guardami, perché voglio che l'ultima cosa che tu vedi sia il volto dell'amore".

La frase "Possa essere per te una luce in luoghi oscuri, quando ogni altra luce si spegne" è pronunciata da Cate Blanchett nel ruolo di Galadriel, regina degli elfi di Lothlorien, ne "Il signore degli anelli" di Tolkien, quando ella dona a Frodo la "luce di Earendil, la nostra stella più amata". Questa luce è l'acqua che risplende del riflesso della stella di Earendil. Il mito di Earendil, padre di Erlond, è ne "Il Silmarillion".

Alienor di Alfarian è interpretata da Jessica Brooks nel ruolo di Ghanima Atreides ne "I figli di Dune".

"C'è un tempo per ogni cosa" è l'incipit di un celeberrimo passo dell'"Ecclesiaste".



domenica 24 giugno 2012

La moda nel Cinquecento (Rinascimento)


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L'immagine qui sopra è un famoso ritratto di Lucrezia Borgia, duchessa di Ferrara, dipinto da Bartolomeo Veneto intorno al 1510.
Il Cinquecento è passato alla storia come il secolo del Rinascimento.
Il Rinascimento è un periodo artistico e culturale della storia d'Europa, che si sviluppò a partire da Firenze tra la fine del Medioevo e l'inizio dell'età moderna, in un arco di tempo che va all'incirca dalla seconda metà del XIV secolo fino al XVI secolo, con ampie differenze tra disciplina e disciplina e da zona a zona.





Il Rinascimento, vissuto dalla maggior parte dei suoi protagonisti come un'età di cambiamento, maturò un nuovo modo di concepire il mondo e se stessi, sviluppando le idee dell'umanesimo nato in ambito letterario nel XIV secolo (da Petrarca) e portandolo a influenzare per la prima volta anche le arti figurative e la mentalità corrente.





La vera rivoluzione nell'abbigliamento femminile avviene con Elisabetta I Tudor


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Per i maschi nel '500 torna di moda la barba, perché la portava l'imperatore Carlo V per nascondere il suo lunghissimo mento.



Qui sotto Enrico VIII

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Qui sotto il re di Francia, Francesco I

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Enrico, duca d'Angiò, poi re Enrico III di Francia

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Enrico di Lorena, Duca di Guisa



Thomas Howard, Duca di Norfolk

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Gli uomini indossano prevalentemente capi scuri.Incomincia a farsi strada l'uso del bavero bianco, che qui sotto vediamo portato da Cosimo I de Medici, Granduca di Toscana.


Un capo d'abbigliamento tipico della moda maschile del Cinquecento era la stola di pelliccia che si può osservare nei seguenti ritratt, come anche la collana, che indicava il possessore come appartenente ad un ordine cavalleresco :

Sir Thomas Moore, ritratto da Hans Holbein




Lord Charles de Solier, ritratto da Hans Holbein


File:Hans Holbein d. J. - Portrait of Charles de Solier, Lord of Morette - WGA11551.jpg

Cosa ne pensate della moda di questo periodo?



venerdì 22 giugno 2012

Gohian. Capitolo 74. Sephir Eclionner incontra il suocero Fuscivarian



Sua Altezza Imperiale il principe della corona Sephir Eclionner, vestito in armatura e toga dopo tanto tempo,  alla testa di 10 legioni di Lathear, circondò la roccaforte di Marina del Campo, che si arrese senza alcuna resistenza.
Sul motivo che aveva spinto Sephir a prendere il controllo della cittadella non c'erano dubbi:  lì infatti si trovava confinato suo suocero, il senatore Fuscivarian, segregato in un convento.
Sephir non lo vedeva da 18 anni, da quando cioè suo padre, il vecchio imperatore Wechtigar XVI, su istigazione dello stesso Fuscivarian, aveva diseredato ed esiliato il principe ereditario, a causa della disfatta militare nella spedizione contro gli Alfar.
Quello stesso giorno Sephir era stato gravemente ferito alla gamba destra nell'ormai leggendario duello col Conte Fenrik di Gothian, durante la battaglia di Elenna sul Dhain, nell'anno della Primavera di Sangue.
Da allora tra i due era nato un odio profondo, anche se per motivi politici si erano trovati costretti più volte a complottare intrighi di palazzo.
Sephir si considerava un vecchio, per i suoi 75 anni, ma suo suocero Fuscivarian era veramente decrepito, con i suoi 95.
Da quando poi Elner XI lo aveva costretto a farsi monaco, e a vivere relegato nel convento di Marina del Campo, il senatore appariva ancora più vecchio e incartapecorito.



Lo sguardo di Fuscivarian aveva conservato quella lieve piega ironica, unica concessione all'emotività in un volto da sfinge mummificata.
<<Questa sì che è una sorpresa: Sephir Eclionner... già Principe della Corona, ora latitante e bandito, a capo della Piovra. Come è possibile che un pendaglio da forca come te giri impunemente per l'Impero e si faccia annunciare come un generale vittorioso, cosa che non sei mai stato e mai riuscirai mai ad essere!>>
Un'accoglienza più gelida e beffarda non poteva esistere.
Ma Sephir non si lasciò scalfire:
<<Anche per me è una sorpresa trovarvi vivo, senatore Fuscivarian, dopo che avete ucciso la vostra stessa figlia, la mia povera Wensy, e avete sobillato Ellis contro il resto della famiglia, benedicendo persino il suo vergognoso incesto con Masrek! Chi è dunque il pendaglio da forca tra noi due? Mi chiedo se non sia giunto il momento di mandarvi all'inferno>>
Il Senatore sogghignò:
<<Se era questo il tuo obiettivo, caro genero, l'avresti già realizzato da un pezzo. Sei la persona più sanguinaria della storia imperiale, Sephir. Peggio dei vampiri! Loro almeno del sangue se ne cibano. Tu provi piacere semplicemente a spargerlo. Hai persino infranto l'Antico Patto, portando morte e fiumi di porpora tra gli Alfar, a Elenna sul Dhain, nell'anno della Primavera di Sangue>>



Sephir scrollò le spalle:
<<Anche voi vi siete dato molto da fare quell'anno. Siete riuscito ad avvelenare mio padre, a far credere che mio figlio fosse morto, e infine ad avvelenare il marito di Ellis, quel povero idiota di mio nipote Elner X. Ma non sono qui per fare a gara a chi ha seminato più vittime. Sono qui per parlare del Nuovo Patto>>
Al solo sentir pronunciare quella parola, il decrepito senatore sgranò gli occhi immersi in un mare di borse e di rughe:
<<Un Nuovo Patto? Ma se ormai i demoni hanno conquistato tutto il Continente Centrale?>>
Sephir scosse il capo:
<<No, molte zone dell'Impero sono sotto il mio controllo, e la Federazione Keltar si sta per ricostituire in un Regno unitario, sotto la guida di mio nipote Marvin, che è anche vostro pronipote, in quanto figlio di Masrek>>
Il Senatore annuì:
<<Marvin ... il figlio segreto di Masrek!>>



Lo Sciancato confermò:
<<Voi siete suo bisnonno, tramite Wensy, ed io suo nonno... lui è tutto ciò che ancora ci accomuna, e avremmo entrambi interesse affinché Marvin ascendesse al Trono del Sole!!>>
Fuscivarian sogghignò nuovamente:
<<E' sempre bello rientrare nel Gioco del Trono... ho sempre sostenuto che fosse l'unico gioco in cui valesse la pena impegnarsi. L'unico gioco che conta. Ellis ed Elner mi hanno deluso, ed ora c'è quella terribile Marigold di Gothian... come potremmo riuscire a sconfiggere quella strega... a meno che... >>
Sephir terminò la frase:
<<A meno che non riusciamo a far sposare Marigold e Marvin. Questa è la sintesi del Nuovo Patto! Abbiamo l'appoggio di Eclion e di Atar, tra i demoni, e di Belenos e di Cernunnos tra gli angeli. Gli altri per ora si mantengono neutrali>>
Il senatore annuì:
<<Ed io come posso esserti utile? E soprattutto, cosa ci guadagno?>>
Lo Sciancato scosse il capo:
<<Sempre le solite domande... ebbene, voi avete ancora molti amici in Senato e nel Clero: vi chiedo di convincerli ad abbandonare Elner e a schierarsi per Marvin. Possiamo già contare sull'appoggio di Bial l'Eunuco e dei servizi segreti, e persino della Grande Canonica: il nuovo priore Ulume è un mio fedelissimo.  Naturalmente voi sarete ricompensato con la revoca dell'esilio, la nomina a Presidente del Senato e a Ministro degli Interni... che ve ne pare?>>
A Fuscivarian brillavano gli occhi:
<<Considerala già una cosa fatta! Ma ti pongo solo una domanda: come riesci a fidarti di me, dell'uomo che ha ordinato la morte della sua stessa figlia, tua moglie, e ha rovinato i figli che hai avuto da lei?>>
Qui Sephir rimase pensieroso per un po', e poi rispose:
<<Sono un Eclionner, e gli Eclionner non hanno figli, hanno solo degli eredi!>>


N.d.A.

Sephir Eclionner è interpretato da Charles Dance nel ruolo di lord Tywin Lannister ne "Il trono di spade" di George Martin.

Il toponimo Marina del Campo si ispira a quello di Medina del Campo, dove morì Isabella di Castiglia.

Gli Alfar sono un incrocio tra gli Elfi e i popoli del nord del Continente centrale.

Il senatore Fuscivarian (Fujiwara) è intepretato da Ian McDiarmid nel ruolo dell'imperatore Palpatine in "Guerre Stellari".

"I fiumi di porpora", espressione rappresentata nella seconda immagine, è il titolo di un ottimo film thriller con Jean Reno, tratto da un omonimo romanzo.

"Il gioco del trono" è il titolo italiano dei primi due romanzi della serie "Le cronache del ghiaccio e del fuoco". Separatamente i due romanzi si intitolano "Il trono di spade" e "Il grande inverno", seguiti poi da "Il regno dei lupi" (con riferimento alla famiglia Stark) e "La regina dei draghi" (con riferimento a Daenerys Targaryen).

La frase finale è ispirata da una affermazione di Pietro il Grande quando ordinò l'esecuzione di suo figlio Alessio Petrovich Romanov, accusato di cospirazione e alto tradimento: "Gli zar non hanno figli, hanno solo degli eredi".







La moda nel Quattrocento (Umanesimo)



Il Quattrocento è anche conosciuto come il periodo dell'Umanesimo, per la riscoperta dell'uomo attraverso la ricerca e la letteratura dei classici latini e grecihumanae litterae o studia humanitatis , da cui appunto trae origine il termine "Umanesimo". Alla visione medievale della vita, che poneva Dio al centro dell'Universo e imponeva all'uomo una totale sottomissione al volere e al potere della Chiesa, gli umanisti contrappongono una visione in cui l'uomo è posto al centro dell'Universo ed è considerato artefice, padrone del proprio destino. Si diffonde una grande fiducia nell'intelligenza umana; si esaltano, in particolar modo, la dignità dell'uomo, la sua superiorità sugli altri esseri naturali, le sue innumerevoli capacità creative. 
In pittura questo significa una maggiore verosimiglianza, e questo ci permette, tramite i ritratti, di conoscere molto bene la moda dell'epoca.

















Vi piace la moda di questo periodo?

giovedì 21 giugno 2012

Gothian. Capitolo 73. Marigold incontra Sephir Eclionner



Marigold di Gothian, imperatrice dei Lathear, era furibonda.
Marvin Eclionner non ha ancora accettato la mia proposta di alleanza! Non vuole contaminarsi con il demone Atar, mio padre! Ma ora gli insegnerò una volta per tutte che è meglio non avermi come nemica!
Non era stato facile organizzare l'incontro con la persona che attendeva in anticamera, ma alla fine, grazie all'aiuto di Lord Bial l'Eunuco, era riuscita a convincere nientemeno che il vecchio principe della corona, Sephir Eclionner, lo Sciancato, a ritornare a Lathena, dopo diciotto anni.
Non ha rimesso piede nell'Acropoli da quando suo padre Wechtigar  XVI lo diseredò, dopo la sconfitta di Elenna sul Dhain, nell'anno della Primavera di Sangue.
Durante quella battaglia, così carica di conseguenze, Sephir, all'epoca principe ereditario dell'Impero Lathear, era stato ferito gravemente ad una gamba, in duello, dal Conte Fenrik di Gothian.
Divenuto ora nostro comune nemico.
Era stata una trovata geniale, da parte sua, quella di coinvolgere il vecchio Sephir nella congiura ideata da Bial e dal priore Mollander per deporre Elner Eclionner e imporre il fratellastro di quest'ultimo, Marvin Vorkidian, sul Trono del Sole.
Ma quell'accordo non sarebbe stato gratuito. Sephir avrebbe chiesto qualcosa in cambio.
Marigold fece cenno al ciambellano, che ordinò:
<<Fate largo a Sua Altezza Imperiale Sephir Eclionner, Principe della Corona, e avo dell'Imperatore Elner XI>>
Le porte si aprirono ed il vecchio principe avanzò dignitosamente, appoggiandosi ad un bastone da passeggio, ma mantenendo un portamento severo, autorevole e regale.
Per lui dev'essere un trionfo tornare qui, ma la sua espressione gelida mostra chiaramente che mi considera un'usurpatrice della corona che gli spetterebbe di diritto.

Risultati immagini per tywin lannister

Nonostante la freddezza gelida del suo sguardo, a Marigold, che lo incontrava di persona per la prima volta, fece un'impressione molto positiva.
I suoi occhi color indaco, tipici degli Eclionner, mostravano un'attenta e profonda consapevolezza della realtà. Il naso aquilino attribuiva un'aria aristocratica al suo profilo. Era senza dubbio un uomo di grande carisma.
Sarebbe stato un grande Imperatore! E proprio per questo Fujivarian fece in modo che venisse diseredato...
Per troppi anni si era dovuto nascondere sotto le sembianze dello Sciancato, capo dell'organizzazione para-militare e crimilare detta la Piovra, ma ormai, scaduto il Millennio, era potuto tornare allo scoperto, assumendo il controllo di dieci legioni che sua figlia Ellis gli aveva consegnato.
Questo lo rendeva un potente interlocutore, soprattutto perché sia Ellis che Masrek obbedivano ai suoi ordini, e lui voleva a tutti costi mettere Marvin sul trono.
<<E' un onore potervi incontrare, Altezza. Il trono su cui ora siedo, dovrebbe spettare a voi>>
Il vecchio scrollò le spalle:
<<Voi occupate il trono delle consorti, Maestà, per cui al limite il vostro seggio sarebbe dovuto spettare alla mia povera moglie Wensy>>
Marigold apprezzò la schiettezza di Sephir. Pochi preamboli: voleva arrivare subito al dunque.
<<Naturalmente è come voi dite, Lord Sephir, ed il ricordo della principessa Wensy resta sempre grande nel cuore di tutti i Lathear. Ma visto che lo scranno di mio marito è vuoto, essendo lui in guerra, vi invito a sedervi a fianco a me, se vi compiace>>
Marigold sapeva essere straordinariamente affascinante in quei momenti.
Fu una tentazione troppo forte per il vecchio, che si accomodò con grande soddisfazione su quel trono che aveva bramato per tutta la sua lunga vita, concedendosi un lieve sorriso.
Esistevano momenti, molto lontani nel tempo l'uno dall'altro, in cui lord Sephir Eclionner minacciava di sorridere. In realtà non sorrideva mai, ma anche solo la minaccia di un suo sorriso era una cosa terribile a vedersi.



Marigold passò subito al punto fondamentale:
<<Lord Sephir, vi ho fatto chiamare perché solo voi potete riuscire ad ottenere l'assenso di vostro nipote Marvin al Nuovo Patto e alla proposta di matrimonio che ho avanzato nei suoi confronti, dopo che Elner XI sarà stato dichiarato illegittimo>>
Lo Sciancato sorrise maliziosamente:
<<Vedo che vi piace collezionare mariti, Maestà>>
La Dama Gialla restò per qualche istante interdetta, colpita dal senso dell'umorismo di quell'anziano nobiluomo, che appariva così diverso dagli altri Eclionner, e anche dai ritratti terribili che tutti avevano fatto di lui, prima della disfatta di Elenna sul Dhain.
Marigold cercò di ricomporsi e, dopo aver sorriso, rispose:
<<Questa volta sarebbe per sempre. Non mi importerebbe niente di nessun altro>>
Sephir appariva poco convinto:
<<Maestà, sappiamo bene entrambi come vanno queste cose. Io dopo la morte di Wensy non ho più amato nessun'altra. Voi avete atteso mille anni il risveglio di Arexatan, e dopo nemmeno un mese siete già pronta a tradirlo. Com'è possibile?>>
Colpita e affondata.
<<C'è una cosa che dovete sapere, principe Sephir, e che io ho ripetuto a tutti coloro che mi hanno mosso la stessa obiezione che avete espresso voi ora. Il sogno che interrompi non sarà più uguale. Se anche la vostra Wensy dovesse ritornare tra i vivi, non sarebbe più la stessa persona, non funzionerebbe, perché qualcosa si è spezzato per sempre>>
Sephir mostrò di apprezzare questa sincerità, ma rimase fermo sulle sue idee riguardo al Nuovo Patto:
<<Vi ho già fatto presenti per lettera le mie condizioni e vi avverto subito che questa volta io non cedo su niente, a nessuna vostra lusinga e a nessuna frase ad effetto, perché se perdo adesso, in questa trattativa, perdo tutto>>
L'imperatrice sapeva di avere davanti a sé un osso duro:
<<Lord Sephir, l'Antico Patto ha retto per mille anni, e altrettanto reggerà il Nuovo Patto. Io sarò garante di una dinastia che godrà dell'appoggio degli angeli e dei demoni, e che regnerà su tutto il Continente Centrale, e potrà anche dominare gli altri continenti! Il nuovo regno millenario!>>


Lo Sciancato si fece serio:
<<Voi sareste un'imperatrice madre immortale, e i vostri discendenti sarebbero solo burattini nelle vostre mani... no, non negatelo! Conosco troppo bene queste dinamiche, sapevo cosa faceva mia figlia Ellis con vostro marito: lo aveva segregato nelle sue stanze! Non intendo fare di voi una nuova Ellis! Mia figlia ha disonorato la Dinastia!>>
Lo disse con sincero rammarico.
Marigold si sentì solidale con lui.
Ellis Eclionner non era degna! E' un'adultera incestuosa e assassina!



Cercò di parlare in modo gentile, al contrario di Ellis, che era sempre acida e critica.
<<Lord Sephir, intendo giurare che non mi comporterò come vostra figlia. Sarannno gli stessi angeli e demoni a vigilare sul mio operato, e a punirmi se dovessi comportarmi come Ellis. Inoltre voi otterreste il ruolo di Primo Ministro e potreste scegliere il presidente del Senato Imperiale!>>
Il vecchio valutò la proposta, ma si mantenne cauto:
<<Non voglio fare la fine di mio suocero Fujivarian. Lui si fidò troppo delle promesse di mia figlia, e adesso marcisce in quel convento a Marina del Campo! Per non parlare del povero Tucker, che si è ridotto a fare da segretario a Bial l'Eunuco>>
Marigold era affascinata dalla logica argomentativa del suo interlocutore.
Se riesco ad averlo come alleato, nulla ci potrà fermare!
Cercò di insistere sugli stessi argomenti per convincerlo della sincerità delle sue intenzioni.
<<Io non sono come Ellis, questo lo sapete bene! E Marvin non è come Masrek!>>
Al solo pronunciare il nome del figlio di Sephir, il principe Masrek Eclionner, padre di Marvin, il vecchio assunse un'espressione addolorata.
<<Ah, Masrek! Per anni il mio figlio prediletto, e poi la mia più grande delusione! Avevo investito tutte le mie migliori risorse ed energie su di lui, avrei anche rinunciato al trono per favorire la sua successione. Ma lui disonorò gli Eclionner con quell'unione incestuosa con Ellis. Quando lo venni a sapere, tutte le speranza che riponevo sui miei figli crollarono in una volta sola. Una ferita che non si è mai rimarginata, e mi ha tormentato molto più di quella fisica che mi inflisse il Conte Fenrik.
Avevo grandi ambizioni per i miei figli. Ambizioni mal riposte, purtroppo...
E' stato triste accorgersi di avere tanto sbagliato>>



Marigold finalmente seppe di aver trovato il punto debole dove colpire:
<<Lasciate perdere Masrek e concentratevi su Marvin! Lui è diverso! Lui non vi deluderà! Se favorirete un'alleanza matrimoniale tra me e lui, il disonore dei vostri figli verrà dimenticato, mentre la parte sana della vostra dinastia tornerà a dare lustro al cognome degli Eclionner>>
Sephir riuscì a trovare la risposta giusta, in grado di parare il colpo di Marigold:
<<Marvin utilizza il cognome Vorkidian di sua madre e si considera un Keltar!>>
La Dama Gialla si sentì messa all'angolo.
Stimava gli uomini che riuscivano a tenerle testa:
<<Sono certa che voi sarete molto persuasivo con vostro nipote, così come lo siete stato con me>>
Il vecchio annuì, compiaciuto del complimento:
<<Maestà, non sono stato un padre convincente per i miei figli e non so proprio come potrei esserlo per un nipote che non ho mai visto in vita mia... ma ci posso provare!>>
L'imperatrice sorrise:
<<Ve ne sarò riconoscente. E' l'unica cosa che vi chiedo!>>
Lo Sciancato si guardò intorno, con aria assorta:
<<Fa uno strano effetto ritornare qui, dopo diciotto anni passati a nascondermi nelle palafitte! Anche allora non fui abbastanza persuasivo. Mio padre Wechtigar XVI non mi perdonò la sconfitta inflittami dal vostro secondo marito, il Conte di Gothian>>
Marigold colse l'occasione per ottenere la sua simpatia:
<<Fu lo stesso giorno in cui io mi risvegliai dal mio sonno millenario.Era il giorno del destino. Tutto è ricominciato da lì, nell'anno della Primavera di Sangue. E l'unica logica conclusione di quel processo è la pace che si otterrà con la stipula del Nuovo Patto, a qualsiasi costo!>>


N.d.A.

Marigold di Gothian è intepretata da Charlize Theron nel ruolo della regina Ravenna in "Biancaneve e il cacciatore" con Kristen Stewart.

Sephir Eclionner è intepretato da Charles Dance nella serie "Il trono di spade" di George Martin.

La frase "stavolta sarebbe per sempre, non mi importerebbe niente" è tratta dal testo della canzone "Per sempre" cantata da Nina Zilli. Nella stessa canzone compare la frase "L'orgoglio in amore è un limite", che ho citato in uno dei capitoli precedenti, quando Lilieth Vorkidian spiega ad Alienor di Alfarian il motivo per cui non intende divorziare dal marito Masrek Eclionner.

Ellis Eclionner è interpretata da Eva Green nel ruolo di Morgana di Avalon, la fata, in "Camelot".

La frase "il sogno che interrompi non ritorna uguale" è un mantra di questo romanzo ed ha ispirato la vicenda di Marigold (il nome l'ha ispirato un'altra canzone di cui già ho parlato). La frase compare in "California" di Gianna Nannini.

Masrek Eclionner è intepretato da Nicolaj Coster-Waldau nel ruolo di Jaime Lannister in "A game of thrones".





mercoledì 20 giugno 2012

La Moda nel Medioevo




Come in tutte le epoche, anche nel Medioevo l’abbigliamento non aveva solo la funzione di ripararsi dal freddo e coprirsi, ma aveva anche una funzione sociale: i tessuti degli abiti, i colori, gli accessori, etc, denotavano ricchezza, potere e status sociale. Nell'immagine qui sopra vediamo Matilde di Canossa, seduta sotto un baldacchino.


Qui sotto possiamo vedere l'imperatrice Adelaide di Borgogna, moglie di Ottone I, madre di Ottone II e nonna di Ottone III, per il quale fu anche reggente.




I tessuti erano di vario tipo e il loro utilizzo si diversificava con il cambiare delle stagioni; infatti, pur non avendo l’usanza di tenere scoperte braccia, gambe,e in alcuni casi, il capo, usavano tessuti più o meno leggeri a seconda della stagione. 

Gli abiti di seta, quindi erano preferibili durante la bella stagione, al contrario di abiti di lana, velluto o broccati, che solitamente erano molto caldi e perciò più adatti al freddo. Naturalmente, pur servendosene per coprirsi, i nobili non mancavano di abbellire le loro vesti in modo tale da far risaltare sempre la loro ricchezza; vi erano dunque mantelli di lana o di velluto estremamente caldi (addirittura con il cappuccio), che però erano riccamente decorati o ornati di pietre preziose. Naturalmente i nobili erano coloro che potevano sfoggiare gli abiti più sfarzosi 
Qui sotto potete vedere una ricostruzione dell'abbigliamento di Eleonora d'Aquitania (1122-1204)



 Se ciò non bastava si poteva appendere alla cintura una borsa, detta scarsella, piena di monete, da far tintinnare in modo tale da far “sentire” la ricchezza. Per le donne, però, l’uso della cintura era legato ad una precisa condizione: il legame con un uomo; solo le donne promesse in sposa o già sposate potevano indossare la cintura sopra la veste. Al pari dell’attuale vera nuziale, la cintura significava un legame matrimoniale; di solito infatti veniva donata alla sposa dal suo futuro marito.

Dopo essersi sposata la dama doveva usare certi accorgimenti nel suo abbigliamento; se non usava la cintura, poteva legare il suo mantello con un legaccio di stoffa o una catena, oppure doveva prestare attenzione alla propria acconciatura. Solo le donne sposate, ma ancora giovani, potevano permettersi il lusso di portare i capelli sciolti sulle spalle o raccolti in elaborate acconciature, al pari delle loro coetanee nubili. I capelli venivano sempre tirati all’indietro o con la scriminatura centrale e poi intrecciati, affinché le chiome fossero sempre mosse e vaporose; contrariamente ad oggi, infatti, i capelli lisci non erano di moda!

Con l’accrescere dell’età anche il capo doveva sempre essere coperto da veli di seta, che potevano essere completati da un balzo, o da cuffie di varie stoffe. In ogni caso i capelli dovevano vedersi il meno possibile; in alcuni casi addirittura le donne arrivavano a rasarsi i capelli fin quasi a metà del capo, anche per rispondere ad un’altra esigenza della moda: mostrare una fronte alta.




File:Maître de la Légende de Sainte Marie-Madeleine, Sainte Marie-Madeleine (15–16ème siècle).jpg

La moda aveva anche le sue precise esigenze cromatiche: la scelta dei colori era sempre guidata da considerazioni gerarchiche.


Il più apprezzato era il rosso (di cui si sapevano creare infinite sfumature con coloranti vegetali o animali) che poteva essere usato solo dagli uomini di legge e dai suoi familiari più stretti; vi era una sorta di tacita intesa per cui altri nobili e borghesi non potessero vestire di rosso.

Un cenno particolare va alle calzature femminili: queste dovevano essere abbinate all’abito indossato per stoffa e colore e dovevano sempre essere alte, sia sul tacco che sulla punta; questo perché non godendo di strade asfaltate e pulite come le nostre e “trascinandosi” dietro metri di strascichi di stoffa, l’altezza delle scarpe faceva si che le vesti toccassero terra il meno possibile. Sempre per questo motivo si arrivò ad aggiungere strati di legno sotto le scarpe, proprio con l’intento di aumentarne l’altezza.

La differenza fra abbigliamento maschile e femminile era data prevalentemente dalla foggia degli abiti.  


Sia uomini che donne indossavano una veste o tunica, che solo nel secondo caso potavano essere aderenti in vita. Entrambi portavano i mantelli, ma solo quelli degli uomini avevano un’ apertura laterale e si chiudevano sulla spalla per mezzo di un fermaglio o di un legaccio. Le brache erano il solo capo d'abbigliamento riservato esclusivamente all'uomo: si trattava di calzoni di tela sottile lunghi fino alle caviglie e stretti.
Non ci sono abiti diversi per le varie età della vita: se si eccettuano i neonati, solidamente impacchettati in fasce da cui emergeva solo il viso, tutti i bambini erano vestiti come gli adulti.