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lunedì 2 luglio 2012

Maria Callas: gli ultimi anni (1966-77)


Nel 1966, Maria Callas rinunciò alla nazionalità statunitense e a quella naturalizzata italiana per tornare alla nazionalità greca, in vista di un possibile matrimonio con Aritstotele Onassis.
In quel periodo Maria tentò anche una riconciliazione con la madre Evangelia, che però non andò a buon fine, per il carattere orgoglioso di entrambe. Nonostante Evangelia fosse anziana e malata, era destinata a sopravvivere a sua figlia. Forse questo l'avrebbe resa meno severa.
Anche con Onassis le cose degenerarono.
L'armatore greco non solo si rifiutò di regolarizzare la loro unione, ma nel 1968, forse per assecondare un disegno economico che gli permettesse di aumentare il suo giro d'affari con gli Stati Uniti, decise di sposare Jacqueline Bouvier, vedova di John Kennedy.
Il giorno delle nozze tra Arì e Jackie, Maria Callas commentò con tagliente ironia

<<Sono contenta che Jackie Kennedy abbia potuto finalmente ridare un "nonno" ai suoi figli>>




Pochi sanno che subito dopo il matrimonio con Jackie, Onassis tentò di riallacciare i rapporti con la Callas, tanto da passare ore in limousine davanti all'appartamento parigino di lei, nella speranza di essere ricevuto, cosa che ovviamente non accade. Perduto l'amore e nonostante la salute incerta, Maria decise di ritornare sulle scene.


 Una grande occasione per tornare alla ribalta, questa volta nel cinema, fu quando le venne offerto il ruolo di protagonista del film Medea di Pier Paolo Pasoliniun'interpretazione giudicata sublime e passata alla storia.



 Il film, che riproponeva in chiave barbarica e vagamente autobiografica (sia per Pasolini che per la Callas) la vicenda della maga della Colchide che viene a contatto traumatico col mondo della civiltà, fu girato nei bellissimi scenari della Cappadocia, oltre che negli studi di Cinecittà, e dette modo alla Callas di distrarsi e di arricchirsi culturalmente e umanamente, incontrando intellettuali d'alto rango, come Pasolini, di cui divenne intima amica e confidente.



Una serie di poesie che Pasolini scrisse in quel periodo riflettono un'intesa artistica e un'amicizia profonda, sia da parte della Callas, sia da parte del poeta, colpito dalla sua personalità forte e sincera. Molte di queste poesie andarono poi a far parte della raccolta Trasumanar e organizzar



La seconda significativa attività fu come docente in un ciclo di master-classes tenuto alla celebre Juillard School di New York dall'ottobre del 1971 al marzo del 1972, con ventisei allievi selezionatissimi.
 Di queste master classes rimane la registrazione di ben 46 ore di lezioni, interessantissime per capire la genesi di molte idee interpretative della cantante non solo sui propri ruoli ma anche su quelli di tutte le altre voci del grande repertorio. La Callas chiamava sul palco il giovane cantante, che eseguiva l'intera aria una volta, dopodiché si passava alla ripetizione minuziosa di sezioni singole, di frasi, parole, cadenze. Esemplare a questo riguardo è il "Cortigiani, vil razza dannata" dal Rigoletto: la Callas canta da soprano le frasi del baritono, immedesimandosi completamente nel momento scenico-musicale voluto da Giuseppe Verdi), ma tutte le lezioni possono dirsi preziose per i consigli prodigati e gli esempi tangibili fatti ascoltare dalla Divina, che al confronto con allievi pur brillantissimi e nel pieno delle forze, giganteggia sopra loro come un'aquila.





Nell'ottobre del 1973 iniziò un tour mondiale insieme a Giuseppe Di Stefano, che si concluse l'11 novembre del 1974 a Sapporo (Giappone).



 Con molto impegno ed estenuanti ore di prove, la Callas ritrovò la propria potenza vocale come stanno a testimoniare le registrazioni dei concerti del 1974.
Il pubblico e la critica accolsero con ammirazione ed entusiasmo questa sua ultima tournée.


Ma il prezzo pagato in termini di stanchezza fisica e mentale fu enorme.
Dopo il concerto in Giappone, nel 1974. la Callas si ritirò definitivamente dalle scene, stremata dall'impegno fisico per la preparazione dei concerti.

Da allora visse quasi da reclusa nella sua casa di Avenue Georges Mandel 36 a Parigi, evitando contatti persino con conoscenti e amici. 

Il 1975 fu l'anno più doloroso sia per la sfera privata che per la sua personalità artistica: nel marzo, a Neuilly-sur-Seine, morì Onassis, in seguito ai postumi di miastenia gravis, da cui era afflitto da tempo; il 2 novembre Pier Paolo Pasolini fu ucciso in circostanze misteriose.
Nel 1976 morì anche l'altro suo grande regista e amico di una vita: Luchino Visconti.

Venerdì 16 settembre 1977, nel suo appartamento di Parigi, Maria Callas fu colpita da infarto e morì per arresto cardiaco a soli 53 anni. 
Le sue condizioni cardiocircolatorie erano compromesse da tempo, e il referto del medico legale non lascia adito a dubbi, nonostante tutte le ipotesi che furono avanzate a causa della scomparsa prematura.
Il suo corpo fu cremato e le ceneri sparse nel mare Egeo, secondo le sue ultime volontà.


sabato 30 giugno 2012

Maria Callas: gli anni d'oro (1957-65)




Nel 1957, Maria Callas non era "soltanto" la più famosa e apprezzata cantante lirica vivente, ma era diventata un personaggio pubblico, una vera e propria icona di stile, che nell'immaginario collettivo occupava un ruolo di primo piano, e partecipava a molti eventi mondani con altri personaggi leggendari dell'epoca, qui sotto la vediamo con Marilyn.


La foto successiva ritrae la Callas con un'altra grande icona di stile, anzi di classe, quale fu Grace Kelly, a cui era legata da una personale amicizia, dovuta ai lunghi periodi trascorsi a Montecarlo:



Nel 1957, ad un ricevimento a Venezia organizzato in suo onore dalla contessa Anna di Castelbarco, per il quale rinunciò a cantare una recita supplementare de La sonnambula al Festival di Edimburgo nonostante le richieste della Scala, incontrò per la prima volta Aristotele Onassis. Per quella volta, il greco fu solo uno dei tanti miliardari con cui la nuova vita sociale internazionale la faceva venire a contatto, complice l'ambigua e adorante amicizia di Elsa Maxwell, anch'essa presente alla festa. 
L'anno seguente, probabilmente impressionato dal Gala in onore della Callas organizzato dal Teatro dell'Opéra di Parigi, Onassis non volle essere da meno, e organizzò una cena in suo onore al Dorchester Hotel di Londra, in occasione della prima della Medea al Covent Garden (giugno 1959).





Caso mai non fosse stato chiaro il messaggio, Onassis si fece anche fotografare mentre, al momento dei saluti, cercava di trattenere a sé la Callas,  che, visibilmente sorpresa e turbata, si trovò schiacciata tra il futuro amante e il marito, che già parevano contendersela: ecco la foto incriminata!





Un mese dopo, l'invito a trascorrere le vacanze estive sullo yacht Christina per una crociera insieme a Winston Churchill e consorte e ad altre personalità del Gotha internazionale colse una Callas stanchissima per una massacrante tournée di concerti e molto desiderosa di una vacanza. 
Convinse il marito ad accettare.
Meneghini però, che soffriva il mal di mare, non usciva quasi mai dalla cabina e la Callas non era certo il tipo da rimanere a consolare l'anziano consorte, per cui si sentì libera di svagarsi e divertirsi.
Onassis era un seduttore, ma la Callas aveva migliaia di seduttori, più ricchi, più belli, più giovani.
Perché Onassis riuscì dove nessun altro era riuscito prima, e cioè a infrangere la ferrea fedeltà della Callas a suo marito?
Provo a lanciare alcune ipotesi.
Onassis era greco come lei. Le ricordava suo padre, quel padre che era stato così assente e distratto.
Era brillante, carismatico, passionale, con una fama, mai smentita, di grande amatore sotto le lenzuola. La stessa Callas confessò in una lettera, poi divenuta di dominio pubblico nello scandalo incredibile che ne seguì, di aver scoperto "il piacere fisico", per non dire sessuale, solo grazie ad Onassis.
A quel punto gli ingredienti perché sorgesse il grande amore c'erano tutti: il movente, le condizioni favorevoli, le affinità elettive e quel riconoscere in un altro l'altra metà di se stessi.
Dopo nemmeno due settimane, al rientro a Montecarlo, Maria Callas era perdutamente innamorata dell'armatore greco e aveva deciso di separarsi dal marito, e anche di chiedere il divorzio, cosa che le era permessa in quanto aveva conservato la cittadinanza statunitense.





Inizialmente la notizia apparve troppo clamorosa per essere presa sul serio. Per convincere i cronisti mondani ci volle una dichiarazione ufficiale di Meneghini, esasperato dal fatto di non saper dire, a tutti coloro che, nel torrido ferragosto, cercavano sua moglie per vari motivi professionali e personali, che Maria era introvabile, probabilmente in qualche isola greca con Onassis.





Lo scandalo fu deflagrante, uno dei più chiacchierati di tutto il secolo, secondo solo a quello di Wallis Simpson e di Edoardo VIII.
Da quel momento, ogni uscita pubblica della Callas diventò preda dei giornalisti, fino al giorno della sua morte.
Secondo alcuni amici, la separazione con Meneghini era comunque nell'aria, già prima della conoscenza di Onassis, per diverse cause dovute proprio a Meneghini (esasperante, tirchio, sempre in cattivi rapporti coi dirigenti dei teatri, e infine troppo poco mondano rispetto alla vertiginosa ascesa della moglie di quegli ultimi tre anni).
In ogni caso, da quel fatidico 1959, per alcuni anni la Callas e Onassis fecero coppia fissa nel "gran mondo", mentre gli avvocati procedevano nelle pratiche di divorzio di lei da Meneghini e di lui dalla prima moglie Athina Livànos. 
Quello che nessuno seppe è che però proprio mentre lasciava il marito, Maria Callas fece testamento a suo favore, nominando Meneghini suo erede universale ed escludendo così la madre e la sorella.
Che i rapporti di Maria con Evangelia e Yakinti fossero pessimi era noto, ma il motivo principale di quel testamento, che emerse in sede giudiziale molto tempo dopo, fu che per Maria, quello fu il modo di sdebitarsi definitivamente verso Meneghini, che l'aveva aiutata in modo determinante ad arrivare al successo. Alcuni obiettano che Meneghini era molto più vecchio di lei, e quindi improbabile come erede, e invece le sopravvisse di molti anni. E' possibile che la Callas, stremata dai concerti e dagli sforzi vocali, presentisse che la sua vita non sarebbe stata lunga.




Mentre la Callas viveva quasi in una favola la storia d'amore della sua vita, incominciò il lento declino della sua carriera.



Dal 1959 iniziò a diradare vistosamente gli impegni, presa da una stanchezza irrecuperabile almeno a livello vocale. Nell'agosto del 1960, con una linea vocale ancora cospicua ma intaccata da un forte vibrato e dal registro acuto indebolito e accorciato, cantò la Norma ad Epidauro, in settembre incise nuovamente l'opera, e il 7 dicembre inaugurò la stagione lirica della Scala nella parte non protagonistica di Paolina nel Poliuto di Gaetano Donizetti. Ma le forze, anche a causa della rigidissima dieta a cui si sottoponeva, le vennero meno.

File:Callas-onassis.jpg

Per molto tempo, tra il 1961 e il 1962,  fu assente dalla scena pubblica e si parlò di una gravidanza tardiva, conclusasi con un aborto spontaneo, che avrebbe aggravato le condizioni psicofisiche della Divina.
Nel 1964, dietro forti insistenze di Franco Zeffirelli, cantò nel ruolo di Tosca al Covent Garden di Londra, con un notevole successo. Nel 1965 replicò la Tosca alla Carnegie Hall di New York, il tempio della grande musica americana: il ritorno fu trionfale. Maria sembrò aver ritrovato lo splendore degli anni precedenti e ciò la indusse a cantare cinque repliche della Norma all'Opera di Parigi, ma proprio in quella circostanza sia la voce che il fisico non ressero. Il 29 maggio 1965 terminò la scena dell'atto II del tutto sfinita e l'ultima scena venne annullata. E quello, come si usa dire in questi casi, fu l'inizio della fine.


Nella prossima, ed ultima parte, parlerò degli ultimi 12 anni di vita della Divina.

martedì 26 giugno 2012

Maria Callas, la Divina (1° parte)


Maria Anna Cecilia Sophia Kalogheròpoulos (New York2 dicembre 1923 – Parigi16 settembre 1977), in arte Maria Callas, è stata un soprano statunitense di origini greche e vissuta per lungo tempo in Italia e in Francia. E' in assoluto la cantante lirica più famosa della storia e la sua voce, come in generale tutto il suo personaggio, è diventato qualcosa di "divino". Alcune cose di lei sono note a tutti, ma forse non sono le cose più importanti. Proviamo a ripercorrere la sua vita e la sua carriera musicale per cercare di conoscerne anche gli aspetti meno noti, ma non meno importanti.



genitori, George Kalogeropoulos ed Evangelia Dimitriadou, nati in Grecia, si trasferirono negli Stati Uniti d'AmericaVi sbarcarono nel 1923, e si trasferirono in un piccolo appartamento di Long Island. George Kalogeropoulos, registrato all'anagrafe come George Callas,  trovò lavoro nel settore farmaceutico di un drugstoreMaria nacque al Flower Hospital di New York il 2 dicembre dello stesso anno. 
A tre anni, stando ai racconti della madre Evangelia, che le sopravvisse, Maria sembra già ben avviata alla carriera musicale: a tre anni ascolta arie d'opera grazie alla pianola del padre e della madre, a quattro suona il pianoforte.  Dal 1931 prese lezioni di canto.





Nel 1937 i genitori si separarono e la madre, ritornata in Grecia nel settembre di quello stesso anno, riassunse il cognome Kalogeropoulos. Maria venne ammessa al Conservatorio di Atene dove si diplomò in canto, pianoforte e lingue, studiando con il soprano italiano Maria Trivella, forse prima scopritrice di un registro acuto facilissimo, ma ancora senza quelle note gravi che sarebbero divenute tipiche della sua particolare organizzazione vocale. L'audizione del 1937 prevedeva la "Habanera" dalla Carmen e "La Paloma". L'11 aprile 1938, non ancora quindicenne, partecipò ad un concerto-saggio con altri studenti, e cantò arie da Il franco cacciatore di Weber, La regina di Saba di Gounod e il duetto d'amore dalla Madama Butterfly. Dopo altri piccoli concerti e audizioni, arrivò, il 2 aprile 1939, un ruolo completo da primadonna: Santuzza in Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni, vincendo il premio che il conservatorio metteva in palio. Cominciò così la prima fase di una precocissima carriera che le farà guadagnare l'appellativo di "Divina", ma che determinerà anche un prematuro ritiro dalle scene. Nel corso del 1939 continuò a cantare soprattutto arie e duetti del repertorio lirico-spinto italiano (AidaUn ballo in mascheraCavalleria)




Nonostante lo scoppio della guerra e l'occupazione nazista della Grecia, per Maria sarà un susseguirsi di interpretazioni in crescendo, preparate in condizioni precarie ma con uno scrupolo e una precisione inaudite, per l'ambiente musicale greco-tedesco. Non mancarono le accuse di collaborazionismo per aver cantato sotto una direzione tedesca. La madre e la sorella smentirono tali voci, dichiarando che nascondevano in casa alcuni militari inglesi; circostanza relativamente alla quale non manca un episodio toccante, sembra reale, che vedrebbe la Callas improvvisare "Vissi d'arte", dalla Tosca, al pianoforte durante un'ispezione fascista; i militari, distratti dal suo canto, avrebbero desistito da più approfonditi controlli. 



Nel 1945, il 3 agosto, tenne l'ultimo, acclamato concerto ad Atene, poi partì per gli Stati Uniti per stare un po' col padre, ma dopo due anni sostanzialmente inconcludenti a New York, decise di seguire il consiglio della sua insegnante di canto e di trasferirsi in Italia, patria della musica lirica e del melodramma. Era il 1947.




 Il 27 giugno 1947 la Callas arrivò in nave a Napoli, in compagnia di Rossi Lemeni e di Louise Caselotti, la moglie dell'agente Eddie Bagarozy per il quale aveva sottoscritto un contratto capestro, e da lì si recò in treno a Verona per iniziare le prove. Appena giunta nella città veneta, la Callas fece due importanti incontri: con Giovanni Battista Meneghini, suo futuro marito, grande appassionato di lirica e possessore di una fiorente industria di laterizi, e col direttore Tullio Serafini, uno dei più grandi direttori italiani del tempo. Grazie al loro aiuto, Maria riuscì, in Italia, ad ottenere, a partire dal 1948, i suoi primi grandi successi che le conferirono una fama internazionale.


Ma di questo parlerò nella prossima puntata.






sabato 14 aprile 2012

Iolanda Cristina Gigliotti, in arte Dalidà (1° parte)



 Iolanda Cristina Gigliotti (Il Cairo17 gennaio 1933 – Parigi3 maggio 1987), è stata una cantante e attrice italiana naturalizzata francese col nome Dalida (pronunciato alla francese con l'accento finale).
Nacque a Choubrah (alle porte del Cairo) da genitori calabresi originari di Serrastretta, in provincia di Catanzaro. Il padre, Pietro, era primo violino all'Opera del Cairo.
Fu affetta da uno strabismo per cui si sottopose a diverse operazioni chirurgiche. 
A diciassette anni vinse il concorso di bellezza Miss Ondine e, poi, Miss Egitto che le aprì le porte del mondo del cinema. IJoseph et ses frères (Giuseppe e i suoi fratelli, con Omar Sharif), doppiò Rita Hayworth; nel 1954 entrò a far parte del cast de Le Masque de Toutankhamon (La maschera di Tutankhamon) e di Un verre, une cigarette (Un bicchiere, una sigaretta).
File:Dalida1954.jpg

Per affermarsi nel mondo dello spettacolo decise di lasciare l'Egitto e tentare la fortuna come attrice in Europa. Alla fine del 1954 si trasferì a Parigi dove prese dimora in un appartamento di Rue Ponthieu, vicino agli Champs Elysées.
Nel 1956, ispirandosi al film Sansone e Dalila, adottò il nome d'arte «Dalila», che cambiò in seguito in «Dalida» e registrò il suo primo disco su vinile con Madona, versione francese di Barco negro di Amalia Rodrigues a cui seguì Bambino(traduzione della canzone napoletana Guaglione), che ebbe grande successo, tant'è che Dalida fu soprannominata mademoiselle Bambino.



Recitò in Rapt au Deuxième Bureau (Rapimento al secondo ufficio) di Jean Stelli, con Frank Villarde e cominciò a esibirsi in un récital al Cairo; interpretò Come prima e Piove di Domenico Modugno e Gli zingari (Les Gitans), canzone creata da Hubert Giraud per il Coq d'Or de la chanson française del 1958 e che cantò in Italia nella trasmissione Il Musichiere, condotta da Mario Riva; seguirono La canzone di Orfeo e Milord, cantata poi in italiano anche da Milva, le incisioni di Les Enfants du Pirée, incisa in italiano come I Ragazzi del Pireo (Uno a te, uno a me)'O sole mioL'arlecchino gitanoT'aimer follement (T'amerò dolcemente), Garde-moi la dernière danse (Chiudi il ballo con me).


Nel 1961 Dalida sposò Lucien Morisse, direttore di Radio Europe 1, conosciuto qualche anno prima ai tempi di Bambino.


Il matrimonio fu di breve durata, mentre il successo crebbe strepitosamente. Nel 1964 fu la prima donna a vincere il disco di platino per aver venduto oltre 10 milioni di dischi; sempre nel 1964, seguì il Tour de France (vinto da Jacques Anquetil), cantando più di duemila canzoni lungo i 2900 km percorsi. Nel 1965 recitò in Ménage all'italiana (con Ugo TognazziPaola Borboni), e incise La danse de Zorba (La danza di Zorba), su una base di sirtaki, Amore scusamiCominciamo ad amarci e La vie en rose, cavallo di battaglia di Edith Piaf, scomparsa due anni prima e di cui Dalida prese gradatamente il posto nel cuore dei Francesi.
Nel 1966 la sua immagine cambiò: una nuova pettinatura, con capelli lisci, lunghi e ramati creò un look del tutto personale e di grande fascino.


Nello stesso anno conobbe Luigi Tenco, con cui ebbe una intensa relazione, non solo sentimentale, ma anche professionale. Per lui e con lui cantò a Sanremo nel 1967 la famosissima Ciao amore, ciao in cui si parlava del dramma dell'emigrazione per motivi di lavoro.


Come è noto, Luigi Tenco si uccise, in circostanze misteriose, in una stanza d'albergo, dopo che ebbe saputo che alla sua canzone era stata preferita dalla giuria Io, tu e le rose di Orietta Berti.
Questo tragico evento segnò profondamente la vita di Dalida, che da allora non riuscì più a ritrovare un equilibrio interiore, nonostante il successo sempre crescente.
Nella prossima puntata parlerò del periodo della sua vita che va dal 1967 al 1987.
Fine prima parte.

lunedì 5 marzo 2012

Gli ultimi tre anni di Diana Spencer: 1994-97



Nel precedente post dedicato a lady Diana Spencer di Althorp, Principessa del Galles, mi ero fermato alla data del suo divorzio, nel 1994. I termini di tale divorzio le consentirono di mantenere il titolo di Principessa di Galles (che da allora è rimasto vacante, anche se formalmente spetterebbe a Camilla Parker-Bowles, duchessa di Cornovaglia e seconda moglie del principe Carlo) e di risiedere presso Kensington Palace (dove si conserva la sua collezione di abiti) e dove attualmente vive suo figlio, il principe William, duca di Cambridge, con la moglie Kate Middleton, duchessa di Cambridge.
Poco tempo dopo il divorzio, lady Diana concesse una storica intervista alla BBC che andò in onda in diretta in tutti i principali canali televisivi europei, e mondiali. Ecco una foto tratta da quell'intervista, che divenne una delle più note di Lady D.

Immagine correlata

Con questo atto la Principessa del Galles sospendeva i rapporti ufficiali con la Royal Family (perdendo il titolo di cortesia di "Altezza reale"), esclusi naturalmente i suoi figli. 
La libertà riacquistata le fece tornare il sorriso.





Da quel momento si dedicò alla beneficenza e a  missioni umanitarie, per le quali ebbe modo di collaborare con personaggi di primo piano. Qui la vediamo con una giovane Hillary Clinton.



Molto famosa è questa foto con Madre Teresa di Calcutta, sua amica personale, al cui Ordine elargì numerose sovvenzioni e raccolte di fondi.



Importante fu la collaborazione con la Croce Rossa Internazionale, in particolare riguardo alla campagna contro le mine antiuomo, che causano ogni anno la morte o la perdita di un arto da parte di bambini e persone innocenti ed estranee alle guerre.



Diana ebbe il coraggio di attraversare un campo minato: nella foto qui sotto, ogni bandiera rossa indica il luogo dove è stata ritrovata una mina, e l'apparecchiatura indossata era quella degli operatori della Croce Rossa impegnato nella ricerca e rimozione delle mine antiuomo.

Diana divenne protagonista anche nel mondo della moda. Innumerevoli furono i servizi fotografici che la riguardarono, nelle più importanti riviste.







Gli abiti erano tutti rigorosamente firmati da Gianni Versace.






La collezione dei suoi abiti si trova a Kensignton Palace, che fu l'ultima residenza della principessa.



Ma questa felicità non era destinata a durare.
Gli eventi precipitarono nel 1997. L'ultimo mese di vita di Diana Spencer fu un susseguirsi frenetico di eventi, riportati in maniera quotidiana e ossessiva dai media, che ormai non le concedevano un attimo di pace.
Nel mese di luglio viene ucciso in Florida Gianna Versace. I funerali si tennero nel duomo di Milano. All'epoca anche io mi trovavo a Milano per motivi di studio, e fu in quella occasione che, dalla piazza del Duomo, riuscii a vedere, seppure di sfuggita, la Principessa del Galles.
Diana sedeva a fianco dell'amico di sempre, Elton John, che solo un mese dopo avrebbe cantato ai  suoi funerali la canzone "Candle in the wind", dedicata a Marilyn, anch'ella morta a 36 anni.



Diana si recò poi per due settimane in Sardegna. Qui decise di rendere pubblica la sua relazione con Dodi Al-Fayed, un anglo-egiziano, di religione islamica, figlio del proprietario dei grandi magazzini Harrod's.



La foto del loro bacio fece il giro del mondo e suscitò reazioni contrastanti. Tutti i tabloid intitolarono a caratteri cubitali: "The Kiss"! La regina, contraria a quella relazione, si ritirò nel castello scozzese di Balmòral assieme a tutta la famiglia reale, per stabilire una linea comune da prendere di fronte a quella relazione. Il problema era: poteva la Principessa del Galles, madre di un futuro re, sposarsi con un musulmano ed avere figli da lui?



 Secondo Mohammed Al-Fayed, padre di Dodi, questa eventualità risultava inaccettabile in particolare per il Principe consorte Filippo Mountbatten, duca di Edimburgo, marito della regina, noto per le sue idee xenofobe e principale nemico di Diana nella famiglia reale.
Travolta dallo scandalo, Diana lascia precipitosamente la Sardegna, con il compagno, per recarsi a Parigi. Era il suo appuntamento con la morte.

Alcune foto ricostruiscono le sue ultime ore





Diana e Dodi cenano all'Hotel Ritz la sera del 30 agosto 1997

Poi il viaggio a bordo della Mercedes che li deve condurre all'abitazione di Al-Fayed, che secondo molte fonti le avrebbe donato un anello di fidanzamento. Forse Diana era incinta. L'automobile fu inseguita come sempre dai fotografi, e accelerò. Poi, il mistero, e l'incidente stradale violentissimo nel tunnel dell'Alma. Gravemente ferita, Diana verrà dichiarata morta due ore dopo, nella notte del 31 agosto 1997
ed il suo corpo venne sottoposto a trattamenti per mantenerne intatto l'aspetto.
Le manifestazioni di affetto del popolo britannico superano ogni previsione

File:Flowers for Princess Diana's Funeral.jpg

Per la prima volta, la popolarità di Elisabetta vacilla, e la regina decide, contrariamente al suo stile riservato, di parlare alla nazione, leggendo un documento faticosamente, ma anche coraggiosamente stilato insieme al premier Tony Blair, come viene raccontato in modo molto efficace nel film "The Queen" dove Helen Mirren risultò "più vera del vero", vincendo poi tutti i titoli possibili e diventando l'attrice più premiata per un singolo film.
Nella foto sotto, però, vediamo l'originale Elisabetta II, nel settembre del 1997, insieme alla sorella, principessa Margaret, contessa di Snowdon, durante i funerali di lady Diana.

Queen Elizabeth II and her sister, Princess Margaret, at Princess Diana's funeral on September 6, 1997.:

I funerali della Principessa del Galles sono stati considerati il primo evento mediatico globale, seguito da miliardi di persone in tutto il mondo.
Qui sotto vediamo Charles Spencer, visconte di Althorp e fratello di Diana, e poi il principe William, il principe Harry e il principe Carlo, che rendono omaggio al feretro di lady Diana.



Diana viene sepolta nel parco del castello di Althorp, da sempre la residenza principale della famiglia dei conti Spencer.

Il suo mausoleo si trova nella tenuta di Althorp, vicino ad un lago, che è  visitato da migliaia di persone ogni anno.





Diana avrebbe compiuto 50 anni nel 2011: Newsweek non ha resistito a dedicarle una copertina, ovviamente un fotomontaggio, di gusto quantomeno discutibile, che affianca una cinquantenne lady Diana con la trentenne nuora Kate Middleton, duchessa di Cambridge.

So che questa foto fa venire i brividi, per cui se dovesse risultare offensiva, sono pronto a rimuoverla. Il motivo per cui l'ho messa non è certo quello di immaginare come sarebbe stata Diana con le rughe. No, il motivo principale è che mi avrebbe fatto piacere che le due donne si fossero conosciute. Quali sarebbero stati i rapporti di Diana con la nuora Kate? 
Con questa domanda si chiude la mia rassegna di post dedicati alle donne e all'albero genealogico della famiglia Windsor, prima e durante il regno di Elisabetta II.