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giovedì 15 novembre 2012

Gothian. Capitolo 123. Marigold trova nuovi alleati



Le notizie della morte di Masrek Eclionner e di quella del senatore Fuscivarian avevano sconvolto quello che, a Lathena, capitale dell'impero Lathear, era chiamato "il gioco del trono".
Su questo trono sedeva ancora lady Marigold di Gothian, imperatrice consorte, in quanto moglie di Elner XI Eclionner, vittorioso nella battaglia di Endor, ma dichiarato illegittimo dal nuovo presidente del Senato, don Aralte Velares, diciottesimo principe di Marina Sedovia.
Si prospettava dunque una crisi dinastica senza precedenti.
Il mio potere è appeso a un filo. Devo trovare alleati che mi sostengano, prima che il Senato dichiari illegittima anche la mia reggenza.
Ne aveva parlato con Sephir Eclionner, ma ormai l'anziano principe era devastato dal dolore.



<<Marigold>> le aveva detto <<io devo andare a Nord, a punire il Conte di Gothian una volta per tutte. Non avrò pace finché non l'avrò eliminato!>>
Lei aveva sospirato.
Voi Eclionner siete capaci solo di abbandonarmi... 
Alla fine però aveva ritenuto più saggio un atteggiamento conciliante:
<<Ti auguro di riuscirci, Sephir. Ormai Fenrik è diventato mio nemico. Quando ha assediato Caemlyn, ho pregato mio padre Atar di privare del fuoco i suoi draghi, e così è stato fatto, e tuo nipote ha vinto. Questo per mettere in chiaro la mia lealtà verso la dinastia Eclionner>>
Sephir aveva annuito, con aria distante:
<<Ti lascerò cinque legioni per difendere la capitale. Le altre verranno con me, per unirsi alle forze dei miei nipoti, nella guerra del Nord. Da oggi tu rappresenterai gli interessi della Dinastia!>>
Un tempo Marigold ne sarebbe stata entusiasta, ma in quel momento si sentì pervasa dal timore:
<<Non ho una flotta per difendermi dagli attacchi via mare, e cinque legioni sono poche per tenere a bada il Senato e l'aristocrazia>>
Il vecchio l'aveva guardata con espressione assente:
<<Sei tu l'esperta del gioco del Trono. Ora che io mi dimetto dall'incarico di Primo Ministro, si libera un posto che ti può servire a trovare nuovi alleati... sono sicuro che riuscirai a tenere sotto controllo la situazione>>
E con quelle parole l'aveva congedata.
Nuovi alleati... e dove li trovo? Non posso certo fidarmi del senatore Velares! Chi potrei nominare primo ministro?
Fu il destino a decidere per lei. Infatti, mentre era immersa in quei pensieri, le fu annunciata la visita del cardinale Augustin Arenga, arcivescovo di Lathena, e secondo solo al Sommo Sacerdote del Clero Lathear.



Il cardinale era un uomo molto potente, abituato a farsi baciare l'anello da tutti, anche dalle nobildonne di corte. 
Era stato un grande amico del defunto senatore Fuscivarian, e ne aveva officiato i solenni funerali, tenendone nascoste a tutti le circostanze della morte.
Ora però, veniva a riscuotere il prezzo del suo silenzio.
<<Vostra Eminenza!>> lo accolse Marigold con uno smagliante sorriso.
<<Vostra Maestà, vi ringrazio per avermi ricevuto subito: ne sono onorato! Volevo porgervi di persona le mie condoglianze per i due lutti che si sono susseguiti nella Dinastia>>
Le parole erano gentili, ma l'espressione era quella di un uomo abituato a comandare, e Marigold se ne rese conto immediatamente.
E' un uomo pragmatico, ama il potere e non ha le debolezze degli Eclionner.
Decise di sondare il terreno:
<<Siete molto gentile, Eminenza, so che eravate amico del compianto senatore Fuscivàrian, la cui morte ha lasciato un grande vuoto presso questa corte>>
Il cardinale annuì:
<<Un vuoto che si sente ancor di più ora che Sephir Eclionner sta partendo per la guerra. Ora tutta la responsabilità grava sulle vostre spalle. Se fare qualcosa per rendermi utile a Vostra Maestà...>>.
Marigold accennò a un sorriso:
<<Il posto di Primo Ministro è vacante. Vi potrebbe interessare?>>
Al cardinale brillarono gli occhi:
<<Beh... diciamo che.... potrebbe, ma... a quali condizioni?>>
L'imperatrice apprezzò la capacità di negoziazione del prelato:
<<Tre condizioni. Primo, l'appoggio dell'Alto Clero di Eclion contro tutte le opposizioni, comprese quelle interne al clero stesso. Secondo, la legittimazione divina del mio diritto di portare la corona. Terzo, voi sarete il mio Primo Ministro... non so se mi spiego...>>
<<Starò dalla vostra parte anche quando tornerà vostro marito, o qualsiasi altro Eclionner che vorrà reclamare il Trono>>
Marigold si mostrò molto soddisfatta:
<<Vedo che ci intendiamo perfettamente. Immagino che conosciate ormai meglio di me le regole del gioco del Trono...>>
Il cardinale si illuminò:
<<E' dai tempi del vecchio Wechtigar XVI che seguo ogni minima mossa di questo gioco, ed ho elaborato una strategia ben precisa. Accetto le vostre condizioni, e risponderò del mio operato soltanto a voi>>
E si scambiarono un'occhiata di intesa.








N.d.A.
Marigold di Gothian è rappresentata da Cersei Lannister sul Trono di spade.
Sephir Eclionner è Tywin Lannister.
Il cardinale Arenga è rappresentato come Richelieu.

venerdì 27 luglio 2012

Gothian. Capitolo 87. Marigold contro il senatore Fuscivarian



Da alcuni giorni, Marigold di Gothian, imperatrice dei Lathear, non faceva altro che pregare il suo illustre genitore, Atar, demone del fuoco segreto, perché le venisse in soccorso.
La situazione mi sta sfuggendo di mano.
Sephir Eclionner stava marciando su Lathena, massacrando gli abitanti di ogni città che attraversava, compiendo atti così orrendi e meschini da suscitare disgusto e sdegno anche tra i peggiori criminali.
Persino i demoni aborriscono Sephir, persino Eclion lo teme!
Quella scia di sangue avrebbe presto sommerso anche lei.
Continuava a pregare, ma il signore del fuoco non le dava risposte.
Un'ultima volta, ti supplico, aiutami, padre mio!
Bussarono alla porta:
<<Chi è? Sto pregando, non voglio essere distutbata!>>
Il primicerius sacri cubiculi, custode degli appartamenti imperiali, trovò il coraggio per rispondere:
<<Maestà, c'è il senatore Sibelius Fuscivarian. Dice che lo manda Sephir Eclionner...>>
L'imperatrice ebbe un sobbalzo.
Fuscivarian! L'anima nera del regime! Se Sephir l'ha liberato, è per mandarmi un avvertimento...
Cercò di dissimulare il suo terrore e impostò la voce in un tono freddo:
<<Fallo passare e lasciaci soli>>
Dopo pochi minuti, una sagoma nera e gobba entrò nella stanza.
Il senatore Fuscivarian era molto invecchiato, ed indossava il saio da monaco che gli era stato imposto proprio per volontà di Marigold, quando lo aveva esiliato a Marina del Campo.



Il senatore ammiccò ironicamente.
<<Vostra Maestà Imperiale, i miei omaggi...>>
Le parole erano concilianti, ma la voce era sarcastica e minacciosa.
Marigold fu percorsa da un brivido.
Quell'uomo ha ucciso la sua stessa figlia per motivi politici! 
Mascherando il proprio sdegno, Marigold rimase composta e, seppure con disgusto, offrì la mano da baciare a quell'orribile vecchio.
<<Senatore Fuscivarian... non avrei mai immaginato di rivedervi ancora, soprattutto qui a Lathena. Come avete fatto a fuggire da Marina del Campo e ad arrivare fin qui?>>
Il vecchio ridacchiò:
<<La mia condanna è stata revocata per ordine del nuovo Primo Ministro, il mio amato genero Sephir Eclionner, trionfatore su vostro marito Elner XI>>
Bastarono quelle parole per far capire a Marigold che il Gioco del Trono era perduto.
Sephir ha vinto! E mi manda il suo rognoso cane da guardia...
Eppure tra i due non c'era mai stata amicizia.
<<Pensavo che foste in pessimi rapporti con vostro genero. Mi era parso che Sephir vi ritenesse responsabile di aver convinto suo padre a diseredarlo e di aver causato la morte della sua amata consorte, la princpessa Wensy, vostra figlia!>>
Per un attimo rimasero entrambi in silenzio.
Si voltarono a guardare il ritratto della defunta Wensy Fuscivarian Eclionner, principessa della Corona, moglie di Sephir e madre di Ellis e Masrek. Nessuno aveva mai osato spostarlo da lì.



<<Mia figlia Wensy stava per denunciarmi al capo dell'opposizione, Aralte Velares, il principe di Marina Sedovia. Gli voleva rivelare tutto! Sapeva che io avevo istigato il vecchio Wechtigar XVI a diseredare Sephir, e poi lo avevo avvelenato! Io avevo costretto Masrek alla fuga! Io avevo istigato Ellis ad avvelenare suo marito Elner X e a tenere recluso suo figlio Elner XI.  Per questo, anche Wensy doveva morire! Se mi avesse denunciato, sarei stato condannato a morte per omicidio ed alto tradimento. Si trattava della mia vita contro la sua. Comunque, a spingerla materialmente giù da quella torre fu Ellis, non io!>>
Il vecchio doveva sentirsi molto sicuro di sé per ammettere di essere l'esecutore e il mandante di così tanti delitti.
Ellis ha spinto giù dalla torre la propria madre! E tutto per gelosia verso il fratello, e per sete di potere! 
E quel vecchio malefico si vantava dei propri delitti!
<<Ma che razza di famiglia siete, voi Eclionner?>>
Il senatore ridacchiò:
<<Ma io non sono un Eclionner! Avete le idee confuse, Maestà...>>
Marigold era esasperata:
<<Per trecento anni gli Eclionner e i Fuscivarian si sono incrociati tra loro, creando questo abominio! L'incesto era la regola nelle vostre due famiglie! Non è iniziato con Ellis... vi siete sempre sposati tra di voi, sempre lo stesso maledetto sangue!>>
Fuscivarian sorrise:
<<E ve ne siete accorta solo ora? Povera Marigold... vi credevate tanto intelligente, tanto astuta, e siete caduta nella nostra trappola... volevamo dividervi dal Conte Fenrik, e ci siamo riusciti! Ora non contate più niente!>>
La Dama Gialla ripensò con nostalgia ai tempi in cui era stata Contessa di Gothian.
Credevo che Elner mi avrebbe amata e difesa... ho sbagliato tutto... 
Cercò di non mostrare la propria rabbia:
<<Io almeno ho amato qualcuno, e non ho mai ucciso un mio parente. Se nonostante ciò dicono che sono perfida, allora voi che cosa siete?>>
Fuscivarian scrollò le spalle:
<<Sono il Presidente del Senato Imperiale!>>
E tornò a ridere con quel suo ghigno malefico.



Marigold sapeva che il vecchio aveva novantacinque anni:
<<Alla vostra età dovreste essere moribondo! Ma a quanto pare non vi vogliono nemmeno all'Inferno!>>
Il vecchio ebbe la risposta pronta:
<<Io ho quasi cent'anni, certo, ma voi, cara Marigold, ne avete più di mille, se non erro. Chi è dunque,  tra noi due, quello che non è gradito neanche all'Inferno?>>
L'imperatrice non colse l'umorismo del senatore:
<<Veniamo al dunque, Fuscivarian! Cosa dovete dirmi?>>
Il vegliardo divenne serio e minaccioso:
<<In primo luogo che Sephir Eclionner ha il controllo militare dell'Impero. Per ora si accontenterà della carica di Primo Ministro, ma quando Elner sarà eliminato, Sephir vi sposerà e voi avrete il privilegio di generargli un erede maschio. Dopo di che troveremo il modo di togliervi di mezzo!>>
Gli occhi di Marigold pulsarono di pagliuzze infuocate:
<<Marvin non lo permetterà! E' lui il legittimo erede, l'unico che il Senato sarà disposto ad accettare!>>



Il senatore scosse il capo:
<<Ammesso che quel ragazzo arrivi fino a qui... per voi sarà comunque la fine! Marvin non vi vuole come moglie!>>
Marigold non si lasciò intimidire:
<<Lo convincerò! So essere molto persuasiva! Ho il potere del fuoco!>>
Fuscivarian ridacchiò:
<<Fate troppo affidamento sulle vostre arti di seduzione. Alienor di Alfarian è più giovane e più bella di voi! Avete fatto male a non ucciderla, quando ne avete avuto l'opportunità!>>
Era vero.
Un altro errore... ho sottovalutato quella ragazzina... ed ora anche lei cospira contro di me...
Con uno sguardo furente si rivolse al senatore, puntandogli addosso un dito artigliato:
<<Non illudetevi di poter cambiare il mio destino, Fuscivarian, o il vostro, o quello di chiunque altro si sia macchiato di sangue senza essersi pentito. Presto bruceremo all'Inferno: io, voi, Sephir... per sempre, lo capite? Per sempre... per sempre...>>
Era come impazzita. C'era quasi un singhiozzo in quell'ultima esclamazione. Nessuno l'aveva mai vista così sconvolta.
Il vecchio ne rimase turbato, perché sentiva in lei la voce di tutti i demoni dell'oltretomba:
<<Veramente pensate che non possiamo fare nulla per cambiare il nostro destino?>>
Marigold, si asciugò le lacrime e scrollò le spalle, come se si fosse liberata di un grande peso::
<<E perché dovremmo? La malvagità è nella nostra natura. Chi poteva pentirsi, e salvarsi, lo ha già fatto. Per noi è troppo tardi: o instaureremo l'Inferno su questa terra, o andremo a fare compagnia a tutti gli altri dannati della famiglia Eclionner! Forse troveremo interlocutori interessanti... in fondo, il Paradiso deve essere un posto piuttosto noioso, per gente come noi!>>
Fuscivarian capì che Marigold lo stava avvertendo: se lei fosse crollata, avrebbe trascinato tutti nel suo abisso di fuoco.
<<L'Inferno può attendere, Maestà! Se non ci ostacolerete, potremo permettervi di vegliare sulla Dinastia. Di più non posso promettervi!>>
Marigold non lo ascoltava nemmeno. Gli fece cenno di andarsene, e quando rimase sola, si guardò lungamente allo specchio, e per la prima volta in vita sua, provò vergogna di se stessa.


domenica 19 febbraio 2012

Gothian. Capitolo 14. L'imperatrice Ellis: i delitti della Vedova Nera


Il Consiglio dei ministri era riunito per discutere, in presenza dell'Imperatrice Vedova, la questione del rapimento della principessa Alienor.
Ellis era vestita a lutto, e pareva profondamente dispiaciuta e commossa.


Ai suoi lati erano presenti il senatore Fuscivàrian e l’eunuco Bial, ministro dei Servizi  Segreti.
Il primo ministro, Rowland Tucker, fedelissimo di Ellis, sedeva all'altro capo del tavolo, assorto e quasi seppellito da una grande quantità di pergamene e registri, e il suo viso quadrato appariva sofferente e in vistoso imbarazzo. Gli altri membri del Consiglio erano silenziosi e dimessi.
«Ehm…»  esordì Rowlan Tucker con voce bassa e incerta «Vostra Maestà…» pausa e sospiro «a nome di tutto il Consiglio, esprimo il mio profondo dolore per il rapimento della principessa Alienor di Alfarian, per opera di una banda di pirati, e per l'assassinio dei membri dell’equipaggio della nave ammiraglia Dolce Ellis»
Si fermò a guardare i volti impassibili dei presenti e poi, dopo un ennesimo sospiro, continuò:
 «Il resoconto degli avvenimenti è stato stilato in base alle testimonianze dei capitani delle navi della flotta Alfar, che scortavano la nostra ammiraglia» altra occhiata veloce al Consiglio e altro sospiro «Secondo tali testimonianze non si era mai vista prima d’ora una flotta pirata di tali dimensioni... » A questo punto Tucker parve perdere il filo del discorso, e i suoi occhi piccoli e infossati fissarono il vuoto per alcuni istanti, mentre la bocca si chiudeva in una linea sottile, e le gote flaccide si agitavano in un leggero tremolio.


«Ora io mi chiedo…» riprese con grande sforzo e voce ancor più rauca «e vi chiedo… ehm… come è stato possibile che i pirati fossero a conoscenza del fatto che proprio quel giorno a quella tale ora sarebbe passata la flotta che scortava la principessa Alienor?»
Si fermò e si schiarì la voce, osservando le reazioni del Consiglio.
Il senatore Fuscivarian era immobile come una statua di sale e dal suo volto rugoso non traspariva la minima emozione. L’eunuco Bial, con gli occhi truccati di bistro fissava le proprie unghie laccate. 
I ministri guardavano con immotivato interesse il tavolo, il pavimento o il soffitto, oppure le finestre o le porte.
«La sparizione dell’ammiraglio Travemund rende ancora più difficile il compito di dare una risposta plausibile. Propongo quindi che sia istituita una commissione d’indagine guidata dal più autorevole e neutrale esponente del nostro Senato, il qui presente Sibelius Fuscivarian»
Molti ministri annuirono e il senatore Fuscivarian parve approvare con un quasi impercettibile cenno del capo questa affermazione.

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Tucker sapeva che non c'era altra soluzione.
Fuscivarian ci è ancora utile, e in questo momento è l'unico che ci può garantire il completo insabbiamento delle indagini.
Il Primo Ministro trasse un sospiro di sollievo e guardò con deferenza l’Imperatrice.
Vedete, Maestà, come mi sono prodigato per  voi?
Ma il viso di Ellis rimaneva impostato sull’espressione di sofferente cordoglio che aveva fin dall’inizio della riunione, come se tutte le cose dette dal Consiglio non la riguardassero minimamente.
«Ora» riprese Tucker, di nuovo teso «C’è da affrontare il problema delle nozze mancate di Sua Maestà Imperiale Elner XI, e dei rapporti con il Regno degli Alfar»
Questo era il punto più controverso, e infatti il silenzio divenne totale.
Quell'idiota di Elner sta ancora festeggiando come se nulla fosse successo...

File:The Roses of Heliogabalus.jpg

Tucker sapeva che su questo punto si stava giocando non solo la sua carriera, ma la sua stessa vita.
«Ehm… sono stato informato del fatto che una parte del Senato Imperiale ha richiesto ed ottenuto con voto di maggioranza un ordine del giorno…ehm… che solleciti Sua Maestà Elner XI affinché prenda comunque moglie al più presto per garantire ... la linea di discendenza primogenita della dinastia Eclionner…»
E qui Tucker guardò Fuscivarian
Questa è un'altra tua gatta da pelare.
Il vecchio senatore era profondamente assorto, tanto da apparire quasi addormentato.
Ellis rimaneva imperscrutabile.
«Inoltre, ho qui una richiesta del Re degli Alfar di discutere le condizioni per il rilascio di sua figlia Alienor e in caso di… ehm… di esito infausto… c’è anche un… come dire…un eventuale… ipotetico, s’intende…rischio di ritorsioni militari...»
Ancora silenzio imbarazzato del Consiglio.
Maledizione Ellis, parla, aiutami!
Ma la Vedova Nera non dava segno di vita.


«E’ quindi puramente come atto dovuto, puramente formale, che io…io » balbettò il Primo Ministro con voce implorante «cioè… il Consiglio... si pronunci su questi temi di grande… di enorme… come dire…»
A questo punto Ellis intervenne per porre fine a quella scena pietosa.
Sollevò la mano destra per comandare che si facesse silenzio. Poi,  rimanendo a capo chino, con voce serissima e ferma, dichiarò: 
«Sebbene ancora distrutta dal dolore, ho trovato la forza di partecipare a questo Consiglio, e di valutare le questioni all'ordine del giorno»
Sollevò lo sguardo :
«Quanto al primo punto, ho piena fiducia nella commissione d'indagine - e qui fissò con aria minacciosa il senatore Fuscivarian - e non intendo interferire con i suoi lavori»


Tucker la guardava con  ammirazione:
Il ruolo della donna in lutto le si addice, è nata per recitarlo...
Ellis gli lanciò uno sguardo d'intesa:
«Riguardo alle nozze di mio figlio, invito il primo ministro a riferire al Senato che Elner XI confida nella liberazione della principessa Alienor e ritiene offensiva l'idea di pensare a un altro fidanzamento»
Tutti annuirono con decisione.
 «Sarà fatto, Maestà» garantì Tucker, pensando alla genialità di quel piano. Il rapimento impediva nel contempo le nozze con Alienor e qualunque altro fidanzamento, lasciando alla Reggente tutto il tempo per consolidare il proprio potere.
Ellis riprese la parola: «Circa il terzo punto, sono certa che la prima preoccupazione di re Kerelic di Alfarian sia quella di concentrarsi sul ritrovamento di sua figlia, piuttosto che muovere guerra al nostro Impero. Si riferisca al Senato che qualsiasi voce di intervento militare è completamente infondata»
Tucker rispose con un inchino, in segno di totale sottomissione.
 Provava, nei confronti della sovrana che lo aveva scelto come Primo Ministro, un misto di paura e di attrazione.
Ripensò alla prima volta in cui, un ventina d’anni prima, aveva incontrato Ellis Eclionner, all’epoca ancora adolescente e poco influente rispetto al resto della dinastia.
Già allora aveva una predilezione per il nero. Pareva che si stesse preparando ai funerali di tutte le future vittime dei suoi complotti.


A quei tempi era impiegato presso la Cancelleria, dove passavano tutti i segreti dell'Impero.
Ellis aveva bisogno di lui per ottenere informazioni, e lui aveva bisogno di lei per accrescere il suo potere, in quanto i suoi avversari erano vicini ad altri esponenti della dinastia.
Su quanti cadaveri siamo dovuti passare, Ellis!
A volte Tucker provava qualcosa di simile al rimorso, ma lei gli ripeteva le stesse parole:
 “La nostra è una guerra, e le guerre non si vincono con le buone maniere”.
Il fine giustificava i mezzi. E quel fine era il Trono.
Il gioco del Trono era tutto per lei, e Tucker era stato contagiato da questa smania di ascesa politica, quasi fosse una febbre, o una sete insaziabile. 
Ma ci fu una volta in cui il suo lutto era sincero.
Lo ricordava con precisione. Era il giorno in cui avevano riportato a Lathena il presunto corpo di suo fratello, il principe Masrek.
Di quella vicenda si era occupato l'eunuco Bial.
Il rapporto ufficiale diceva che Masrek era stato ucciso ad Elenna sul Dhain ed il suo corpo era stato preso in consegna dal capo dei disertori, detto "lo Sciancato".
Nel rapporto ufficioso, però, Bial aveva sostenuto tutto il contrario.
Non c'erano prove sufficienti per identificare il cadavere, mentre al contrario c'erano molti motivi per ritenere che lo Sciancato, di cui si sospettava la reale identità, avesse deliberatamente inscenato il tutto per proteggere Masrek attribuendogli una nuova identità.
"In ogni caso, io l'ho perduto per sempre". 
Quello era stato il commento di Ellis..
Il suo dolore era immenso.
 Al funerale era sinceramente provata ed angosciata
Dopo la cerimonia si era recata nella sua villa sulla scogliera, a picco sul mare. 
Lui era stato convocato, ed era andato subito da lei.
La trovai ai bordi del burrone, appoggiata ad una lapide, con il vento che le scompigliava i capelliGli era parsa come una divinità offesa, una statua che dominava gli elementi dall’alto del promontorio. Aveva in mano una rosa nera, e la stava gettando in mare.


Quando si era voltata, lui aveva visto un'espressione di dolore e insieme di determinazione nei suoi occhi color indaco, che parevano scuri come la notte, e fissi, quasi osservassero una realtà diversa e cupa, che solo lei poteva vedere.
Era bellissima…e terribile... e disperata…



N.d.A.

Ellis Eclionner nella prima foto è rappresentata da Romy Schneider nei panni dell'imperatrice Sissi (Elizabeth von Wittelsbach) sovrana d'Austria e Ungheria.