lunedì 7 aprile 2014

Virginia D. Capitolo 4. Il nome.



Il quarto la vidi arrivare da fuori. I suoi capelli sciolti erano una cascata castano scura, leggermente ondulata, che rifletteva la luce intensa del sole.
L'aspetto era ancora più elaborato.
Portava una camicetta colorata a fantasia, con colletto bianco ed una giacchetta dello stesso colore della camicia. Completava il tutto una gonna arancione, con scarpe in abbinamento, calze bianche da scolaretta, orecchini di giada e una borsetta azzurra.
Era bellissima.
Quando prese posto sul solito banco, io mi sedetti subito a fianco a lei, che questa volta si voltò e mi rivolse un vago sorriso, come a dire che ormai aveva capito che io volevo starle vicino.
Questa disponibilità a una seppur vaga comunicazione trovò conferma nel fatto che appoggiò sul banco il proprio tesserino universitario, tra me e lei, ed io potei quindi leggere il suo nome e cognome. Il nome Virginia era quantomai adatto al suo aspetto verginale, mentre il cognome mi lasciò perplesso, tanto da pensare che fosse uno scherzo. Vi basti per ora sapere la sua iniziale, perché salvaguardare la privacy di lei.



Io volli rispondere a quella muta e discreta presentazione lasciando aperto il mio quaderno sul frontespizio, dove c'erano le mie generalità.
Per una ragazza riservata come lei e un ragazzo misterioso come me quella strana forma di presentazione muta equivalse a una conversazione di cinque ore.
Inoltre, durante la lezione, la vidi sorridere spesso, per la comicità involontaria della prof. di Lingua latina, la giunonica Giunone, che provocava nella mia Venere momenti di allegria che le illuminava il fresco viso di fanciulla.



Mi sembrava incredibile che una ragazza così attraente fosse così sola.
A volte mi chiedevo se anche gli altri la vedessero. Ma su questo non c'erano dubbi, perché qualche interazione era comunque avvenuta, fosse solo per farsi spazio, o raccogliere qualcosa o prestare una penna.
Quindi non era una mia allucinazione, né un fantasma.
Semplicemente, come me, era una persona di indole solitaria, che teneva molto alla sua sfera privata.
Vidi che usava un cellulare normale, di rado. Aveva nella borsetta, semiaperta sul banco, un lettore mp3.
Il sapere che non possedeva uno smartphone e che quindi non era dipendente da esso, come invece lo erano tutte le altre, me la rendeva ancora più attraente.
Le altre ragazze erano sciatte. Magari sarebbero state anche carine, ma si recavano all'università come se andassero in palestra, con gli odiosi leggins oppure dei jeans strettissimi e banali. Seguivano in maniera acritica la moda del momento. Erano insignificanti.
Virginia invece era tutto il contrario. 



Il suo viso sembrava senza trucco, in realtà notai che c'era un sapiente make-up, molto discreto, che valorizzava i suoi occhi meravigliosi, dai quali trasparivano insieme dolcezza e malinconia. Sì, erano i classici occhi da cerbiatta, ma più scuri e più tristi.
Quali segreti si nascondevano nella sua mente? Com'era la sua vita, al di fuori dell'università? Chi era l'uomo fortunato, pari agli Dei, che aveva il privilegio di essere da lei amato.
Si sentiva mai sola?
Mi venne in mente il passo di un romanzo a me molto caro, compresa la sceneggiatura che ne era stata ricavata per trarne un film.
Oh, ma tu sei sola! Chi lo sa cosa dici alle tenebre, nelle amare veglie notturne, quando tutta la tua vita sembra contrarsi, e le pareti della tua dimora ti si stringono addosso, come una gabbia che vuole imprigionare qualcosa di selvaggio.
Così bella, così fredda, come un mattino di pallida primavera ancora legato al gelo dell'inverno.




Cast

Emmy Rossum - Virginia D.

Virginia D. Capitolo 3. Fantasie, ipotesi e deduzioni.


Emmy Rossum - MBFW: Front Row at Tory Burch

Se una cosa strana accade una volta è puro caso, se accade due volte è una singolare coincidenza, ma se accade tre volte, be', allora è diverso.
Al terzo giorno in cui la misteriosa studentessa si presentò con un aspetto che ne confermava lo stile e la rendeva diversa da tutte le altre, dovetti prendere atto che era una persona speciale, perché, al contrario di quel che pensano i moralisti, l'abito fa il monaco.
Camicetta bianca abbottonata, colletto bianco, una leggerissima maglia viola con ricami in pizzo, che lasciava intravvedere tutto, pantaloni neri, scarpe nere. Capelli sciolti
Mi sedetti di fianco a lei, che per la prima volta mi rivolse un rapido sguardo, dalla testa ai piedi, come era logico immaginarsi da una persona che cura tanto il proprio aspetto.
Non dirò com'ero vestito io, ma certamente anch'io avevo il mio stile, ed era uno stile classico, un po' come se avessi la divisa di qualche college privato inglese o americano.
In quel momento non lei non mostrò alcun segno di interesse, ma in seguito seppi che era stato proprio il mio abbigliamento a farle capire che anche io avevo una personalità diversa dall'ordinario.
In fondo sia lei che io avevamo scelto un'immagine che incarnava un'idea di distinzione elegante non fine a se stessa, ma veicolo di un messaggio che poteva essere compreso soltanto da chi aveva una forte sensibilità estetica.

Emmy Rossum - MBFW: Front Row at Tory Burch

Sentivo che questa affinità avrebbe potuto, prima o poi, favorire una comunicazione con lei.
Immaginavo che un giorno avrebbe potuto rivolgere a me il suo meraviglioso sorriso, e non per mera cortesia, ma per una comprensione profonda del fatto che potevamo condividere qualcosa.


Emmy Rossum - MBFW: Front Row at Tory Burch

Per il momento avevo in mano pochi dati riguardo alla sconosciuta che mi aveva così affascinato.
Continuava ad essere totalmente riservata, non parlando con nessuno e non cercando alcun contatto.
Era estremamente veloce e precisa nel prendere appunti, in bella calligrafia, peraltro, come solo le donne sanno fare.
In questo io ero molto vicino al maschio medio: i miei appunti erano disordinati e scritti con una calligrafia incomprensibile persino a me stesso.
Però vidi con sorpresa che, almeno due volte, Virginia sbirciò verso il mio quaderno, come per avere conferma riguardo a qualcosa che la giunonica prof. di Lingua latina aveva detto frettolosamente.
Al termine delle due ore di latino, la classe si divideva, in quanto i "classicisti" frequentavano un corso di lingua greca, mentre i "modernisti" erano indirizzati verso un corso di linguistica italiana.

Emmy Rossum - MBFW: Front Row at Tory Burch

Quel giorno decisi, per pura curiosità e con la massima discrezione, di seguirla e vedere se in effetti andava a frequentare Lingua greca.
Notai ancora che non parlava con nessuno, nemmeno con le ragazze "classiciste". Si fermava a prendere il caffè alla macchinetta, ma lo consumava in disparte e poi si recava dritto nell'aula di greco, senza nemmeno andare in bagno.
Ipotizzai anche qui che doveva avere, come me, il disgusto per le condizioni esecrabili in cui versavano i bagni dell'università più antica del mondo. Pareva che fosse dai tempi del padre Irnerio che non li avessero più puliti!
Questo tipo di condotta richiedeva una buona dose di autocontrollo, ed era una cosa che io apprezzavo molto.
Con la stessa curiosità, alla fine delle due ore successive, tornai a seguirla da lontano e vidi che, appena uscita dall'aula, si recava direttamente fuori dalla facoltà e alla fermata dell'autobus.
Questo non mi permetteva di sapere se abitava in città, come me, o se era una pendolare.
Le mie indagini, però, non si spinsero oltre.




Cast

Emmy Rossum - Virginia D.

Virginia D. Capitolo 2. Venere e Giunone.


Il giorno successivo, applicai uno stratagemma piuttosto scontato, ma pur sempre efficace: aspettai che lei entrasse in aula e prendesse posto e poi io presi posto accanto a lei, fingendo indifferenza.
Non sono mai stato un seduttore - sono troppo pigro per quel genere di cose - ma se una donna mi piace, mi "rendo disponibile", in maniera educata, cortese, con un pizzico di ironia.
Virginia però era speciale, questo l'avevo capito ancor prima di sapere come si chiamasse.
Bastava vedere la cura con cui ogni giorno plasmava il suo aspetto, senza secondi fini. 
Non cercava di parlare con nessuno, non si guardava attorno e non favoriva in nessuno modo i contatti, anche solo visivi.
Ma allora a chi era destinato tutto lo sforzo di avere un aspetto curato e particolare?
Immaginai che dopo le lezioni si incontrasse con un ipotetico fidanzato, magari iscritto a ingegneria o a medicina, o al massimo a giurisprudenza.
Quel giorno indossava un vestito bianco, bordato di grigio e di blu (era una combinazione che le piaceva) e portava i capelli legati indietro in una coda, e degli orecchini blu scuri, che le davano un'aria leggermente più adulta. Anche quel vestito aveva un colletto bianco, che le attribuiva un fascino da collegiale.


Emmy Rossum - Emmy Rossum Hangs Out at the London Sky Suite

Emmy Rossum - Emmy Rossum Hangs Out at the London Sky Suite

Eppure c'era qualcosa di retrò in tutto il suo stile. Mi ricordava in modo incredibile alcune foto di gioventù di mia madre, quando era all'università.
Ma più che "vintage", lo stile di Virginia mi faceva tornare alla mente, pur essendo lei molto più giovane e molto più bella, quello di Wallis Simpson, una donna che non era bella, non era giovane, ma era attraente e carismatica, e sempre la più elegante.

Emmy Rossum - Carolina Herrera - Front Row - Mercedes-Benz Fashion Week Fall 2014

Emmy Rossum - Seen Around Lincoln Center - Day 5 - Mercedes-Benz Fashion Week Fall 2014

Emmy Rossum - Backstage at the Carolina Herrera Show

 Mi consideravo uno dei pochi a condividere la scelta di Edoardo VIII.
Forse lei si vestiva in quel modo perché inconsciamente cercava l'attenzione di un uomo speciale, come io amavo considerarmi, nella mia sincera immodestia.
Non osavo guardarla, se non in tralice, brevemente. Vedevo che era molto attenta alla lezione.
La professoressa, una vecchia balena dall'aria spiritata, stava parlando con enfasi delle cause dell'ira di Giunone contro Enea, ed era così presa da quel discorso che pareva Giunone stessa, incarnatasi nel corpo di una anziana obesa con occhi fuori dalle orbite.
Anche se quella prof. mi causò molti guai, devo però esserle grato perché senza di lei non sarei mai riuscito a conoscere Virginia e forse non avrei mai visto nemmeno il suo splendido sorriso.
Giunone - chiamerò così la prof. di Lingua latina - era a tal punto buffa che le sue battute, di per sé non particolarmente brillanti, risultavano comicissime per l'espressione con cui le diceva.
Fu così che Virginia, alla fine, non poté trattenere un sorriso e finalmente il suo volto si illuminò.



Come ho detto, Virginia aveva il naso leggermente prominente, ma questo la rendeva ancora più bella ai miei occhi, perché le dava un'aria aristocratica, che per me è sempre stata fondamentale.
Ebbi la conferma che lei rideva anche con gli occhi, che diventavano ancora più grandi e luminosi, pur essendo castani.
Ero conquistato: lei era ai miei occhi come Venere.
E così, complice la lezione sull'Eneide, trovai il suo primo soprannome - Venere per l'appunto - che curiosamente iniziava con la stessa lettera del suo nome vero, Virginia, che ancora non avevo avuto l'onore di conoscere.



Cast

Emmy Rossum - Virginia D.

Elisabetta II ammira le scarpe di Napolitano



La regina, dopo essersi complimentata con Napolitano per l'ottima scelta delle scarpe, ha espresso il suo apprezzamento per la restaurazione della Monarchia in Italia, suggerendo a re Giorgio di assumere il nome di Umberto III. Infine ha dichiarato il proprio sollievo per il fatto di aver finalmente trovato un monarca più vecchio di lei. ;-)

Il gatto quotidiano



Buon inizio settimana con una carrellata di simpaticissimi felini! ;-)









e per finire un gatto amante dei libri

domenica 6 aprile 2014

Virginia D. Capitolo 1. L'apparizione.



La vidi per la prima volta lo scorso ottobre, in università, all'inizio delle lezioni.
Mi ero seduto in fondo e osservavo quell'ambiente per me completamente nuovo.
Forse la mia vita da studente sarebbe potuta essere quasi normale se non avessi incontrato lei.
La notai subito perché era diversa. Sembrava provenire da un'altra epoca.
I suoi capelli scuri erano raccolti in una lunga treccia, che le ricadeva sulla spalla destra.
Indossava una camicetta bianca, completamente abbottonata, con le punte del colletto decorate in pizzo.
Era magra e piuttosto pallida, il che metteva particolarmente in risalto i suoi grandi occhi castani, le sopracciglia nere, curate e la sua bocca color cremisi. Il naso era lievemente pronunciato. 
Portava una gonna plissettata blu scura e sandali neri col tacco.
Aveva un modo di fare molto serio e riservato. Si era seduta in disparte e non parlava con nessuno, né mostrava particolare interesse per ciò che la circondava.
Capii subito che il suo era uno di quei volti che, pur essendo quasi sempre imbronciati, si illuminava al primo accenno di sorriso.



Notai inoltre che, a differenza di tutte le altre, non aveva tirato fuori dalla borsa uno smartphone, e questo già di per sé era motivo di grande stima.
Si preparava alla lezione con grande scrupolo.
Le prime due ore, per noi di Lettere, erano del corso di Lingua latina, noto per essere uno dei più pesanti in assoluto.
Al liceo ero sempre andato abbastanza bene in latino, per cui non avevo la minima idea della doccia fredda che mi aspettava.
Forse se fossi stato più concentrato a seguire la lezione, invece che a interessarmi di lei, il primo scritto di latino sarebbe andato meglio.
Ma del resto, se fosse andato meglio, non avrei avuto bisogno di lei e quindi non ci sarebbe stata l'occasione per conoscerla meglio.
Insomma, galeotto fu il latino, nello specifico l'Eneide.
Tutta l'Eneide. In metrica. Con analisi morfosintattica. Una cosa che persino Virgilio avrebbe disapprovato.


Cast

Emmy Rossum - Virginia D.

Perchè i gatti fanno le fusa?

fusa dei gatti

Una leggera vibrazione a bassa frequenza delle corde vocali. Il diaframma che, come un pistone, spinge l’aria verso le corde vibranti generando una rilassante “melodia”. Di cosa stiamo parlando? Ovviamente delle fusa dei gatti. Non bisogna essere un gattofilo per sapere che uno dei tratti distintivi dei gatti (e in generale di tutti i felini) sono le fusa.
Sin dal secondo giorno di vita i gattini, che non possono ancora miagolare, iniziano a fare la fusa. Quindi una prima motivazione è che le fusa servano a comunicare alla madre che va tutto bene durante l’allattamento. Dal canto suo mamma gatta risponde facendo a sua volta le fusa per tranquillizzare i piccoli gattini.
Le fusa quindi sono una forma di linguaggio che i gatti utilizzano per comunicare i loro stati d’animo, soprattutto quando sono felici e rilassati. Ma non solo! I gatti fanno le fusa anche per mostrare sottomissione nei confronti di un altro animale o per auto-tranquillizzarsi quando si trovano di fronte ai pericoli. Addirittura possono farle prima di morire o in situazioni che gli provocano uno stato d’ansia.
Le fusa dei gatti fanno bene agli umani – Un gatto che fa le fusa è uno spettacolo per noi amanti dei gatti. Ma lo sapevate che le fusa fanno bene alla salute?
Ecco i benefici di avere accanto un gatto che fa il suo dolce “ronzio”:
1) OTTIMO ANTISTRESS. Tenere in braccio un gatto che fa le fusa rilassa anche gli essere umani e riduce i livelli di stress.
2) MINOR RISCHIO DI MALATTIE CARDIOVASCOLARI. Le fusa tendono a regolarizzare i battiti del cuore riducendo del 40% i rischi di malattie al cuore.
3) REGOLARIZZAZIONE DELLA PRESSIONE SANGUIGNA. Accarezzare un gatto e ascoltarne le sue fusa tende a stabilizzare la pressione sanguigna riducendo i rischi di ipertensione.
4) GUARIGIONE DELLE FRATTURE E DELLE FERITE. Le fusa hanno una frequenza che varia tra i 20 Hz e i 50 Hz, la frequenza ideale per accelerare i processi di calcificazione delle ossa rotte. Inoltre, secondo alcuni studi aiuterebbero la pelle a rigenerarsi e ridurrebbero i rischi di infezione, dato che alcuni batteri muoiono se sottoposti alle basse frequenze.

Capelli, tagli, acconciature donna: i trend primavera estate 2014

Capelli, i trend primavera estate 2014

Lunghezze che flirtano con ciuffi e frange, cut scolpiti e bob dalle seducenti asimmetrie, volumi più o meno ampi o azzerati all’insegna della praticità. Il tutto ravvivato da colori classici o sempre più schock. Questi i trend proposti dai saloni per la bella stagione.

Silhouette definite e dettagli precisi, schock cut, linee avvolgenti che mixano classico e casual, look freschi e contemporanei, volumi iper-femminili e intriganti. Queste le linee guida che definiscono le tendenze proposte dagli hair stylist nei saloni più trendy per la prossima primavera - estate. E che guardano alla versatilità, alla praticità e alla disinvoltura, seguendo le attitudini più proprie della bella stagione.

Che porta con sé la voglia di cambiare, di sentirsi rinnovate e leggere. E cosa c'è di meglio che farlo attraverso tagli, colori e styling nuovi e particolari? Lunghicortimedi non importa. Ciò che conta è dare uno stile del tutto personalizzato anche al taglio più classico. Sì allora a chiome scolpite da linee dalla semplicità ricercata, da forme morbide e piene e da movimenti ottenuti con styling volutamente naturali o studiati e impeccabili.

«Produrre diletto attraverso la naturalezza: questo è il cuore dei nuovi hair trend che ho creato per Compagnia della Bellezza», dice Salvo Filetti, hair stylist di Compagnia della Bellezza. «No ad acconciature statiche, sì a movimenti. Il tutto reso ancor più prezioso da colori inediti come rosa o fucsia, trend della prossima stagione. Oppure la ricchezza dei rossi, nei toni albicocca-melograno resi più fondenti  da ombreggiature color cioccolato». Filetti propone anche il cosiddetto “bronde”, un mix di toni caldi che assumono bagliori dorati e bronze, in cui ombra e luce si incontrano per creare vibrazioni pittoriche e cangianti.

Mentre per Jean Louis David una sola parola basta a caratterizzare il look PE: leggerezza. Con le sue molteplici varianti: la luminosità del colore, la fluidità del movimento, la dolcezza dei tagli, la pulizia dello stile. La nota dominante? La luce, grazie alle tecniche di colore dei saloni.

I tagli corti
 si reinventano attraverso pixie cut ariosi e spumeggianti, con ciocche sollevate e accarezzate dal vento e definite dal colore in forme e texture nuove e fondenti. Giochi di tagli e rasature, con frange spesso corte, suggeriscono un nuovo modo di essere donna, più istintiva e ribelle. Ciuffi see trough accompagnati da asimmetrie sulle tempie e disconnessioni e, in alternativa, il corto più pulito ispirazione boyish, con  linee più definite.

Il lungo
 vive in varie forme, extra o più ridotte, scalate o sfilate. Dritto, mosso, liscio, riccio, crespo… James Hair Fashion lancia il trend Must Have che vede Bianca Jaggercome icona, dalla chioma voluminosa e chic con onde finto crespo. Immancabile poi in estate l’effetto “ocean beach”, texture wet che necessitano di styling all’insegna del minimalismo e della semplicità. La più classica delleacconciature di ispirazione anni '40, con ciuffo peekaboo alla Veronica Lake, viene interpretata da The Club Education by Toni & Guy in chiave contemporanea grazie a un colore rosso vivace e gioioso, per una bellezza glamour che trascende mode e tempi.

E i tagli medi
, successo della scorsa stagione, vivono una nuova vita attraverso scalature più o meno audaci che guardano al passato, in particolare agli anni ’80 e al mood glam rock. Mullet sfilati, ciocche “liquide” e tagli asimmetrici che svelano nuche e giocano in lunghezza tra bocca e mento. Il tutto spesso, ma non sempre, accompagnato da frange che diventano ciuffi all’occorrenza o che si fermano a metà fronte.

Per Franck Provost è una stagione all’insegna del colore, luminoso e quasi fiammeggiante, che accompagna l’estate con i suoi bagliori caldi ripresi su ciocche e lunghezze. «I tagli sono al servizio del colore, in un gioco di rimandi e di reciproco sostegno e valorizzazione». Intensi biondi, castani e neri cui si aggiungono dettagli choc come il turchese. Piccoli tocchi di colore che vanno a mettere in risalto e a sottolineare altrettanto piccoli particolari del taglio: colori degradé che esaltano un taglio corto rendendolo più grintoso, colorazioni multi sfaccettate, trasparenze di luce che evidenziano la base, colori vitaminici che vanno ad esaltare e personalizzare le asimmetrie del taglio. Secondo Salvo Filetti il trend color schock per la prossima stagione sarà la palette dei rosa e dei fucsia, passando dai pesca e propone, con L’Oréal ProfessionnelSunshine Splash, un effetto luce che scolpisce i capelli attraverso “piume di colore”, a metà lunghezza, che creano un contrasto marcato con la radice e le punte scure. Dedicato a chi ama osare con il colore e per teste piene di energia.

Infine, durante la bella stagione, vincono i raccolti, in tutte le forme: destrutturati e spettinati, con effetto casual o finto tale, code nelle più svariate forme, alte e basse, morbide e tiratissime, sulla spalla o addirittura codini, dall’allure funny.Trecce in forme particolari capaci di creare forme e volumi sempre nuovi e sorprendenti. Come l’effetto crespo, alternativa al riccio e perfetto per il clima spesso umido dell’estate, che riporta a un senso di libertà e a look più unconventional.

(da Vanity Fair)

Abbigliamento nell'Antico Egitto




Il faraone Amenofis IV Akhenaton con la moglie Nefertiti, le figlie e il figlio Tutankhamon così come sono ritratti nei bassorilievi del palazzo reale di Amarna.











Qui sopra vediamo sempre Akhenaton e Nefertiti in rilievo nel trono reale del loro figlio e successore Tutankhamon.


Gli uomini nobili indossavano gonnellini corti e mantello. Le donne nobili portavano abiti in lino finissimo, gioielli, sandali, parrucche, trucco. Gli altri indossavano abiti semplici di tela grezza ed erano scalzi.






I faraoni e i sacerdoti vestivano in modo ancor più elaborato.





Ecco alcune ricostruzioni.
La famiglia di Amenofis IV Akhenaton.



Il palazzo reale di Tel-el-Amarna.







Il gatto quotidiano










sabato 5 aprile 2014

Il gatto dal manto scuro




Cala la notte, come la cascata dei tuoi capelli d’ossidiana, soffice seta, in cui tuffarsi. Sussurro il nome tuo alle tenebre, in quelle obnubilo la mente. Sei stata forse amata meglio, ma non di più. Io so il mio limite: sono la scommessa che tu hai perso, che hanno perso tutte quante, perché io sono il gatto dal manto scuro, sempre rincorso sempre sfuggito, nelle mie sette vite, a nessuno appartenuto mai, neanche a me stesso.

Sette cibi da non mangiare mai prima di dormire



Ci sono, nella vita, moltissime regole da seguire. Dai semafori al non vestirsi di bianco ai matrimoni altrui, vengono tutte più o meno rispettate. Tranne una: mai mangiare prima di andare a dormire. Secondo le migliori prescrizioni ci vorrebbe un gap di almeno tre ore da quando si mangia a quando si va a letto. Almeno. E non basta ancora: alcuni cibi, tra tutti, non dovrebbero essere mai mangiati prima di andare a dormire. Ecco allora una bella lista degli intoccabili: la proponiamo sapendo che, tanto, non la rispetterete (e, pensando alle spaghettate di mezzanotte e passa, non ci sentiamo di darvi torto).

1. Pasta
Il peggiore in assoluto, quasi veleno. Anche perché è subdola: sembra un buon modo per tappare un buco notturno nello stomaco (si prepara in meno di mezz’ora). Ma è piena di carboidrati che, se non bruciati nel periodo successivo, diventano grasso. Per non parlare dei condimenti (formaggio, ad esempio)...

2. Pizza
La sorella della pasta. Facile da ottenere (da asporto, o con un pony che la porta a casa) ma molto molto faticosa da digerire. Un impegno anche durante il giorno, figurarsi la notte. Anche perché, tra le varie cose, la pizza è molto unta, ricca di condimenti e pesante. Ok, è buonissima, ma meglio starci attenti (e sulla falsariga è bene tenersi alla larga da patatine fritte e snack di ogni tipo)

3. Caramelle
Non sono pesanti, non sono unte, ma aumentano la presenza di zuccheri, con un impatto notevole sulle onde cerebrali. In una parola, possono provocare incubi. Sarà vero? Nel dubbio, meglio evitare

4. Carne rossa
Sconsigliatissima. In particolare perché blocca la digestione, la appesantisce e rende più lento il metabolismo fino a provocare insonnia. Insomma, anche se può sembrare una ricompensa adeguata dopo una giornata di lavoro stressante e faticosa, è proprio quello che non ci vuole.

5. Cioccolato
Ottimo per il cervello e per la memoria, ma pessimo per il girovita. Di notte, poi. Tutte le calorie vengono accumulate e diventano grasso, sempre per lo stesso motivo: perché il corpo si sta riposando e non brucia. Un pezzetto andrebbe anche bene, ma chi si accontenta?

6. Verdure
Anche le verdure possono avere effetti negativi sul sonno. Non tutte: l’avvertenza vale per le cipolle, broccoli e cavolfiore, che contengono una grande quantità di fibre insolubili che danno un fastidioso senso di pienezza. Rallenta tutto e rende difficile addormentarsi.

7. Alcol di ogni genere
Il peggior nemico del sonno. Non perché impedisce di addormentarsi, ma perché provoca sudorazioni, risvegli improvvisi e incubi. E, come la pasta e la pizza, è ricco di calorie che vanno ad accumularsi e diventano grasso.

Vegetariani, rischio infarto, depressione e allergia una ricerca mette sotto accusa la dieta

Vegetariani, rischio infarto,
depressione e allergia
una ricerca mette sotto accusa la dieta

Ansia e depressione. Ma anche allergie e un rischio doppio di infarto. Ecco il lato oscuro dell'essere vegetariano secondo uno studio dell'università di Graz appena pubblicato. Uno choc per i circa cinque milioni di italiani che hanno deciso di bandire la carne dalle loro tavole. 
Vegetariani, negli ultimi anni, sostenuti nella scelta anche da scienziati illustri come l'oncologo Umberto Veronesi. Che ha smesso di mangiare carne da decenni.

Secondo il lavoro austriaco, pubblicato su Plos One (utilizzati anche dati dell'Austrian Health Interview Survey, un sondaggio periodico sullo stato generale di salute della popolazione) questa dieta tiene lontani dal fumo e dall'alcol ma, al tempo stesso, non garantirebbe parametri salutari come ci si aspetterebbe.

Secondo lo studio autriaco, che a detta degli autori richiede comunque ulteriori approfondimenti, un basso consumo di grassi è correlato, in termini di salute, anche a una scarsa propensione a vaccinarsi e a poca prevenzione.

I vegetariani contestano. «Nello studio - commenta Paola Segurini, responsabile del setore veg della Lega anti-vivisezione - la maggior parte delle persone definite vegetariane mangia anche pesce, ma vegetariano è per definizione colui che esclude dalla propria dieta carne e pesce. Esistono oltre 250 lavori scientifici che dimostrano che le diete totalmente vegetariane o vegane sono salutari»

Studio USA: ti fai i selfie? Hai un disturbo mentale



Secondo uno studio USA i selfie non sono una innocua manifestazione dell’era digitale, il tempo dei camera phone e dei social netwoks ma una vera turba mentale. È la selfite, una disturbo che manifesta mancanza di autostima  e lacune in intimità. Ecco come misurarne la gravità.

I selfie e la moda di farsi fotografie poi pubblicate in Rete sono un fenomeno osservato con sospetto da molti. Ora arriva (almeno secondo qualcuno) la conferma ufficiale che qualche cosa non va nella mente del auto-ritrattista professionista: secondo l’American Psychiatric Association si tratta di un disturbo mentale. La nuova patologia ha anche un nome termine selfitis, selfite.
Secondo i dottori chi ne è colpito soffre di un desiderio ossessivo compulsivo di realizzare fotografie di sé stesso per poi pubblicarle online, pratica messa in atto però per compensare la mancanza di autostima e anche per colmare lacune nella propria intimità.
Chi soffre di selfite, può valutare la gravità del proprio disturbo in base alla scaletta fornita dall’American Psychiatric Association: selfitis borderline è chi fotografa sé stesso almeno tre volte al giorno ma che poi non pubblica le immagini su Internet. Rientra invece nei casi selfite acuti chi scatta almeno tre fotografie di sé stesso e le pubblica tutte online. Infine i casi disperati sono i selfitis cronici, coloro i quali provano la voglia incontrollabile di scattare autoritratti lungo l’arco dell’intera giornata pubblicando le foto su Internet più di sei volte al giorno.
Secondo gli psichiatri USA al momento non esiste una cura per questo disturbo ma sembra sia possibile ottenere miglioramenti grazie alla Terapia Cognitivo-Comportamentale, siglata in inglese CBT.