Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
lunedì 7 aprile 2014
Virginia D. Capitolo 2. Venere e Giunone.
Il giorno successivo, applicai uno stratagemma piuttosto scontato, ma pur sempre efficace: aspettai che lei entrasse in aula e prendesse posto e poi io presi posto accanto a lei, fingendo indifferenza.
Non sono mai stato un seduttore - sono troppo pigro per quel genere di cose - ma se una donna mi piace, mi "rendo disponibile", in maniera educata, cortese, con un pizzico di ironia.
Virginia però era speciale, questo l'avevo capito ancor prima di sapere come si chiamasse.
Bastava vedere la cura con cui ogni giorno plasmava il suo aspetto, senza secondi fini.
Non cercava di parlare con nessuno, non si guardava attorno e non favoriva in nessuno modo i contatti, anche solo visivi.
Ma allora a chi era destinato tutto lo sforzo di avere un aspetto curato e particolare?
Immaginai che dopo le lezioni si incontrasse con un ipotetico fidanzato, magari iscritto a ingegneria o a medicina, o al massimo a giurisprudenza.
Quel giorno indossava un vestito bianco, bordato di grigio e di blu (era una combinazione che le piaceva) e portava i capelli legati indietro in una coda, e degli orecchini blu scuri, che le davano un'aria leggermente più adulta. Anche quel vestito aveva un colletto bianco, che le attribuiva un fascino da collegiale.
Eppure c'era qualcosa di retrò in tutto il suo stile. Mi ricordava in modo incredibile alcune foto di gioventù di mia madre, quando era all'università.
Ma più che "vintage", lo stile di Virginia mi faceva tornare alla mente, pur essendo lei molto più giovane e molto più bella, quello di Wallis Simpson, una donna che non era bella, non era giovane, ma era attraente e carismatica, e sempre la più elegante.
Mi consideravo uno dei pochi a condividere la scelta di Edoardo VIII.
Forse lei si vestiva in quel modo perché inconsciamente cercava l'attenzione di un uomo speciale, come io amavo considerarmi, nella mia sincera immodestia.
Non osavo guardarla, se non in tralice, brevemente. Vedevo che era molto attenta alla lezione.
La professoressa, una vecchia balena dall'aria spiritata, stava parlando con enfasi delle cause dell'ira di Giunone contro Enea, ed era così presa da quel discorso che pareva Giunone stessa, incarnatasi nel corpo di una anziana obesa con occhi fuori dalle orbite.
Anche se quella prof. mi causò molti guai, devo però esserle grato perché senza di lei non sarei mai riuscito a conoscere Virginia e forse non avrei mai visto nemmeno il suo splendido sorriso.
Giunone - chiamerò così la prof. di Lingua latina - era a tal punto buffa che le sue battute, di per sé non particolarmente brillanti, risultavano comicissime per l'espressione con cui le diceva.
Fu così che Virginia, alla fine, non poté trattenere un sorriso e finalmente il suo volto si illuminò.
Come ho detto, Virginia aveva il naso leggermente prominente, ma questo la rendeva ancora più bella ai miei occhi, perché le dava un'aria aristocratica, che per me è sempre stata fondamentale.
Ebbi la conferma che lei rideva anche con gli occhi, che diventavano ancora più grandi e luminosi, pur essendo castani.
Ero conquistato: lei era ai miei occhi come Venere.
E così, complice la lezione sull'Eneide, trovai il suo primo soprannome - Venere per l'appunto - che curiosamente iniziava con la stessa lettera del suo nome vero, Virginia, che ancora non avevo avuto l'onore di conoscere.
Cast
Emmy Rossum - Virginia D.
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