Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
domenica 25 novembre 2012
Gothian. Capitolo 129. Marvin e Igraine: l'incontro col destino.
La riunione del Consiglio privato di Marvin Vorkidian, re dei Keltar, era stata particolarmente lunga e delicata, a causa della spaccatura tra coloro che volevano continuare la guerra attaccando gli eserciti del Conte di Gothian a nord, e quelli che invece preferivano limitarsi alla difesa del regno.
Marvin aveva ascoltato in silenzio, per ore, il parere di tutti.
L'unica che non ha parlato è Igraine.
La giovane duchessa di Logres era rimasta in silenzio, attenta e immobile, nel suo vestito color malva.
Ha una compostezza veramente regale, e una gran resistenza: non mostra alcun segno di stanchezza.
Marvin decise di aggiornare la riunione al giorno successivo.
Attese che i consiglieri se ne andassero e notò che Igraine rimaneva al suo posto.
E' chiaro che vuole parlarmi.
Quando rimasero soli le chiese:
<<Lady Igraine, come mai non avete espresso il vostro parere?>>
Lei lo guardò con quella sua espressione nel contempo tranquilla e determinata:
<<Per lo stesso motivo per cui non l'avete espresso voi. Il saggio riflette su quanto hanno detto gli altri, prima di prendere una decisione>>
Marvin ammirò la disciplina di quella giovane donna:
<<Vi andrebbe di fare due passi con me fuori dall'accampamento, per rinfrescarci le idee e sgranchirci le gambe?>>
Igraine annuì:
<<Speravo che me lo chiedeste>>
Gli si avvicino, e gli porse il braccio.
Sa essere femminile e forte nello stesso tempo.
La prese sottobraccio ed uscì con lei dalla tenda centrale.
L'uscita dell'accampamento era immediatamente dietro la grande tenda delle riunioni.
Fuori, il vento di aprile portava con sé le fragranze della primavera, e l'erba verde delle pianure ne era come accarezzata.
Marvin sentiva un forte magnetismo che gli faceva sentire il bisogno di stare vicino a Igraine, al calore delle sue braccia e del suo respiro.
<<Possiamo darci del tu e chiamarci per nome?>>
Igraine annuì:
<<Grazie Marvin, in fondo, almeno in apparenza, siamo i più giovani>>
In apparenza.
Forse anche in lei si sono risvegliate le "altre memorie"?
Assomigliava così tanto alla moglie di Vorkidex, la regina Ygerne, che pareva esserne la reincarnazione.
<<L'altro giorno mi hai chiesto se credevo nella trasmigrazione delle anime. Conosci forse qualcosa che io non so, al riguardo?>>
Lei si fermo e lo fissò, con il viso molto vicino al suo:
<<Perché me lo chiedi? Non conosci già la risposta dentro di te?>>
Marvin provò di nuovo la sensazione di aver vissuto già infinite volte quella situazione..
<<So solo che ho come l'impressione di conoscerti da sempre>>
Il vento le accarezzava i capelli, ed il sole illuminava il suo volto.
<<E' la stessa sensazione che provo anch'io>>
Un brivido percorse la schiena di Marvin.
<<E questo ha qualcosa a che vedere con la trasmigrazione delle anime?>>
Lei sorrise:
<<Le anime gemelle sono destinate a rincorrersi per l'eternità>>
Anime gemelle.
Perché allora io nei miei sogni ho visto solo Alienor?
Era difficile ragionare quando si era in preda ad un senso di attrazione così forte come quello che lui provava per Igraine.
<<L'Arcidruido mi disse che la vera felicità si trova soltanto quando l'anima si libera dal ciclo di morte e rinascita. Chi precipita di nuovo in questa vita, vuol dire che ha commesso dei peccati, e deve scontare il suo karma>>
Nel continente orientale usavano quella parola.
Lei sorrise:
<<Per gli orientali ogni forma di attaccamento è un peccato, e quindi anche l'amore. Dicono che le anime gemelle sono condannate a tornare in questo mondo pieno di sofferenze, per ricercarsi>>
Marvin sentiva che c'era del vero in quelle parole.
<<Temo che il più delle volte non si ritrovino, e restino sole>>
Lei chiuse gli occhi, e la sua voce divenne remota:
<<A volte possono passare anche mille anni, prima che si ritrovino. Non viene dato loro nessun indizio, prima che si incontrino, ma quando le loro strade si incrociano, allora provano quello che noi stiamo provando, con l'unica differenza che noi siamo stati iniziati agli Arcani Supremi, e abbiamo le "altre memorie">>
In quel momento Marvin capì, e lasciò che a parlare fosse l'anima di Vorkidex che era dentro di lui:
<<Ygerne... se sei veramente tu, dammi una prova...>>
Igraine aveva gli occhi lucidi:
<<Prima della battaglia in cui fu ucciso, Vorkidex disse ad Ygerne: "Le temps viendra. Il nostro tempo ritornerà">>
Era vero.
Le disse proprio quelle parole, ed erano soli.
Ormai era tutto chiaro, tranne una cosa:
<<Perché allora nelle mie visioni compare Alienor di Alfarian?>>
Temeva di aver offeso Igraine parlandole di questo, ma la fanciulla non mostrò alcuna sorpresa:
<<La principessa degli Alfar ti si mostra in sogno per esortarti a salvare il suo popolo dalla trasformazione a cui Fenrik di Gothian li vuole condannare. In cambio, lei combatterà contro l'usurpatrice Marigold>>
Quelle parole rispondevano a moltissime domande.
Io contro Fenrik, Alienor contro Marigold, come era destino. Ma la mia anima gemella è qui, di fronte a me.
L'effetto di quella rivelazione lo scosse nel profondo, e per prendere tempo, espresse un'ultima domanda:
<<Conosci altro, riguardo al mio futuro?>>
Igraine scosse il capo:
<<Nient'altro riguardo al futuro. Ma c'è un meraviglioso presente tutto da vivere>>
Oramai i loro volti si toccavano, come i loro corpi.
Marvin affondò le mani nei suoi capelli e lei lo abbracciò.
Il loro bacio fu all'inizio passionale e irresistibile, e poi sempre più dolce e tenero.
Poi non ci fu più bisogno di parole.
N.d.A.
Igraine di Logres è rappresentata da Sansa Stark de "Il gioco del trono" ne "Le cronache del ghiaccio e del fuoco di George Martin, intepretata dall'attrice Sophie Turner.
sabato 24 novembre 2012
Artù nella letteratura latina medievale
Come si è detto nel post precedente, il primo modello del mito arturiano si trova nell'Historia Regum Britanniae di Goffredo di Montmouth.
In tale modello i genitori di Artù sono Uther Pendragon, re supremo di Britannia, e lady Igraine di Tintagel, duchessa di Cornovaglia. Quando Uther si innamora di Igraine, ella è ancora sposata col duca Gorlois di Cornovaglia, che, dopo essersi accorto dell'interesse del re per sua moglie, la tiene segregata nella fortezza di Tintagel, che si trova nell'estrema punta della Cornovaglia.
Le rovine del castello di Tintagel esistono ancora e si possono visitare.
Il concepimento di Artù avviene grazie ad un incantesimo operato dal mago Merlino, che dona ad Uther le fattezze di Gorlois, il quale viene ucciso poi dagli uomini del re. In cambio Merlino ottiene di diventare il tutore del bambino che nascerà da quell'unione. E così per la prima volta il personaggio di Merlino, presente nella letteratura celtica, viene collegato a quello di Artù. Può sembrare strano che in una cornice cristiana come quella del ciclo bretone ci sia spazio per la magia, ma dobbiamo tenere a mente le origini celtiche del mito, che giustificano la presenza della magia in un personaggio come Merlino che molto probabilmente rispecchia la figura di un antico druido della religione dei Celti.
In questa prima versione letteraria la spada di Artù si chiama Caliburnus, "acciaio", da cui deriverà, tramite l'ablativo di materia "Ex caliburno", la successiva forma Excalibur.
Vengono poi narrate dodici battaglie vittoriose di Artù contro i Sassoni, di cui la più importante è quella di Mount Badon, collocata nell'anno 516.
Il modello del Montmouth fornisce anche i nomi dell'ultima battaglia, combattuta a Camlann nel 537 contro il traditore Mordret (che ancora non è diventato il figlio incestuoso di Artù e sua sorella Morgana, come accadrà nelle versioni successive), e il luogo dove Artù, ferito gravemente, viene condotto per rimanere in uno stato tra la vita e la morte, grazie alla magia: il luogo è Avalon, indicato secondo la nomenclatura inglese di Glastonbury.
La collina di Glanstonbury, detta Glastonbury Tor, si trova nella contea del Somerset, ed era anticamente chiamata, in lingua celtica, Yinis Witrin, isola di vetro, in quanto il territorio circostante, soggetto ad annuali inondazioni, trasformava la collina in un'isola che si specchiava nelle acque come se queste fossero di vetro.
Tale isola era anche chiamata Avalon, la cui etimologia pare si possa ricondurre a "isola delle mele", per i frutteti che ospitava.
Luogo sacro per i Celti, la zona di Glastonbury lo divenne anche per i cristiani, che vi fondarono una abbazia, nelle cui rovine furono trovate le tombe di Artù e Ginevra.
L'abbazia fu distrutta per ordine di Enrico VIII Tudor durante lo scisma anglicano. Paradossalmente i Tudor erano gallesi, per ascendenza paterna (avevano anche i capelli rossi, tipici della popolazione celtica) e il fratello maggiore di Enrico VIII si chiamava Arthur.
C'era infatti, tra i Britanni e i Bretoni (cioè gli abitanti della Bretagna francese) la leggenda secondo cui Artù non era mai morto e un giorno sarebbe tornato per ridare la libertà alle popolazioni celtiche di Galles, Cornovaglia e Bretagna francese.
Questa leggenda va sotto il nome di "Speranza dei Bretoni", detta anche, per la sua improbabilità, la "Speranza vana".
Eppure ci furono due tentativi di riportare un Artù sul trono di Britannia.
Oltre a quello di Arthur Tudor, principe del Galles, c'è il caso di Arturo Plantageneto, duca della Bretagna francese e nipote di re Riccardo I Cuor di Leone. Arturo era erede di Riccardo, ma lo zio Giovanni gli usurpò il trono.
Nella prossima puntata parlerò di come il mito di Artù si è evoluto nei poemi cavallereschi.
venerdì 23 novembre 2012
Gothian. Capitolo 128. Marigold concede potere al clero di Eclion
La nomina del cardinale Augustin Arenga alla carica di Primo Ministro aveva fatto scalpore a Lathena, perché di fatto rappresentava una notevole concessione di potere, da parte dell'imperatrice Marigold di Gothian, al Clero del dio Eclion, o meglio all'Alto Clero.
Vi era infatti una frattura interna al Clero di Lathena: da una parte c'erano il Sommo Sacerdote, i cardinali e i vescovi e dall'altra c'erano i sacerdoti comuni, parroci o cappellani, che facevano riferimento all'Ordine della Grande Canonica, che Marigold aveva sciolto, dando fuoco alla sede e provocando così la morte del Priore Izumir Mollander.
<<Il Sommo Sacerdote ha dichiarato ufficialmente eretici tutti i canonici>> disse il cardinale all'imperatrice.
Marigold capì subito l'implicazione di quel discorso:
<<Quindi richiede al "braccio secolare", e cioè a me, di eseguire le condanne. Immagino che ci sarà molto odore di carne bruciata, dopo che avrò mandato al rogo tutti i canonici>>
Il cardinale annuì:
<<Lo facciamo per salvare le loro anime. Si sono macchiati di peccati gravissimi, come la magia nera e la blasfemia, dichiarando che Eclion non è un dio, ma un demone, e insinuando l'idea che sarebbe il Signore delle Tenebre!>>
L'imperatrice cercò di non lasciar trapelare i suoi pensieri.
I canonici hanno solo detto la verità, cosa molto pericolosa di questi tempi.
C'era però un punto che la spaventava:
<<La loro conoscenza della magia, ed in particolare della necromanzia, rischia di renderli più pericolosi da morti che da vivi, come è successo col priore Mollander>>
Lo spettro del defunto Priore perseguitava Marigold da mesi, ed era responsabile di molti dei suoi fallimenti, in particolare la fuga di Lilieth Vorkidian e di Alienor di Alfarian.
Il cardinale però si mostrò irremovibile:
<<Non credo che abbiano tutti le conoscenze che aveva Mollander. Lui è morto senza pentirsi, per cui la sua anima è condannata a vagare in eterno in questo mondo, ma se gli altri saranno... come dire... persuasi a pentirsi... allora le porte dei cieli si spalancheranno davanti a loro>>
Marigold era scettica:
<<Siete sicuro che un pentimento ottenuto sotto tortura possa essere considerato valido?>>
L'alto prelato si avvalse dell'argomento d'autorità:
<<Il Sommo Sacerdote ne è certo>>
L'imperatrice dovette fare ricorso a tutto il suo autocontrollo per non dichiarare apertamente quello che pensava del Sommo Sacerdote.
<<Ipse dixit... non è così? I retori che parlano in Senato potrebbero obiettare che l'argumentum ab auctoritate è una fallacia argomentativa>>
Il cardinale scrollò le spalle:
<<La maggioranza dei senatori sta dalla parte del Sommo Sacerdote>>
Marigold non ne era così sicura.
Sono clericali per convenienza, come me, ma non sono stupidi... se un argomento non sta in piedi, se ne accorgono!
Ma per il momento l'Alto Clero era un alleato necessario.
<<E va bene! Firmerò la condanna al rogo per tutti i canonici! Ma in cambio voglio che voi convinciate il Senato a riconoscere mio marito Elner come unico e legittimo imperatore e ad attribuire a me la reggenza in suo none!>>
<<Sarà fatto, Maestà>>
La voce del cardinale era solenne, ma l'orecchio attento di Marigold vi scorse una punta di ipocrisia.
Lui mi vede come una strega pagana... se fosse per lui sarei la prima a bruciare al rogo! Ma per il momento ha bisogno di me come io ho bisogno di lui.
Le venne un'idea:
<<Intendo convertirmi al culto di Eclion. Dopotutto, quando l'imperatore tornerà, io e lui daremo vita alla discendenza divina, e la dinastia Eclionner potrà finalmente contare su un erede degno di questo nome>>
Il cardinale valutò quell'offerta:
<<La nostra religione è monoteista, per cui vi sarà chiesto di respingere apertamente il legame col demone Atar, di cui dite di essere figlia>>
Marigold dominò un impulso di rabbia.
Io sono figlia di Atar, e lo sarò per sempre! Le parole dette sono solo aria, mentre i miei pensieri saranno sempre con lui.
Le iridi dei suoi occhi scintillarono di pagliuzze dorate.
<<La mia dedizione d'ora in avanti andrà esclusivamente ad Eclion, che mi ha scelta come prosecutrice della sua stirpe imperiale>>
Era una partita pericolosa, quella che stava giocando con il cardinale, ma era necessaria per la legittimazione del proprio potere.
<<Riferirò la vostra intenzione al Sommo Sacerdote, e sosterrò la vostra causa>>
Marigold sorrise:
<<La nostra causa, Eminenza... la nostra causa!>>
N.d.A.
Nella prima immagine si può vedere Anna d'Austria, regina di Francia, con il cardinale Richelieu.
Nella seconda il grande Christopher Lee nei panni del conte Douku rappresenta lo spettro del priore Izumir Mollander.
Nella terza immagine Loki rappresenta l'imperatore Elner XI Eclionner.
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giovedì 22 novembre 2012
Chi era, storicamente, re Artù?
Il testo che ho indicato qui sopra, Re Artù di Marc Bolland, ed. Il Mulino, e che sto leggendo in questi giorni, affronta tutte le sfaccettature del mito aturiano, a partire dalle sua radici storiche, di cui oggi voglio occuparmi.
In primo luogo va detto che il nome Arthur ha una origine celtica, infatti la sua radice Art- vuol dire, in irlandese e gallese, "orso". Sono state proposte altre etimologie, ma meno convincenti.
Le fonti storiche convalidano la tesi dell'origine celtica del nome, che si spiegherebbe se si considera che Artù viene presentato come colui che difendeva i Britanni, stirpe celtica, contro i Sassoni, che poi conquistarono quella che in seguito diventerà l'Inghilterra. Lo scenario in cui si collocano le gesta di Artù è infatti quello della Britannia del V secolo, che dopo essere stata abbandonata dai Romani, deve difendersi dagli attacchi degli Angli e dei Sassoni.
I Britanni controllavano la parte occidentale dell'isola, che veniva indicata dai Sassoni con il termine Welsh, che italianizzato indica non solo il Galles, con i suoi regni di Gwynedd e Dyfed, ma anche la Dumnonia (futura Cornovaglia) e vaste aree che sarebbero diventate in seguito le contee inglesi del Somerset e dei territori intorno a Londra.
Poiché la Britannia era stata colonia romana per quattro secoli, i Britanni erano popolazioni celtiche molto romanizzate, specialmente quelle dei centri urbani. La resistenza dei Britanni contro i Sassoni durò per secoli e di fatto il Galles è rimasto un principato a se stante, di popolazione celtica, anche se anglicizzata.
Il monaco Gildas, nel suo De excidio Britanniae, fa riferimento alla battaglia di Monte Badon, in cui i regni federati delle tribù dei Britanni sconfissero e fermarono i Sassoni. Tale battaglia, di cui parla anche Beda il Venerabile, è collocata a cavallo tra il V e il VI secolo dell'era cristiana.
Il condottiero vincitore di questa battaglia, secondo l'Historia brittonum del monaco Nennio era Artù, che deteneva il titolo di dux bellorum, cioè comandante supremo in guerra.
Secondo Gildas, dopo che le legioni romane avevano lasciato la Britannia, si erano succeduti alcuni uomini forti di stirpe romana, tra cui Costantino III, che si era proclamato imperatore, e che successivamente verrà identificato con il Costantino che fu padre di Uther Pendragon, a sua volta padre di Artù.
Alla morte di Costantino, il potere supremo sulla Britannia fu esercitato per lungo tempo da Vortigern, di stirpe celtica, considerato un tiranno e un usurpatore, perché per otterene il comando avrebbe stipulato un patto con i Sassoni, cedendo loro le coste orientali del regno.
La figura di Vortigern diventerà molto importante nelle leggende arturiane, perché sarà protagonista di alcuni episodi della vita di Merlino, con cui inizia il ciclo bretone.
L'oppositore più importante di Vortigern fu il condottiero di stirpe romana Ambrosio Aureliano, che fu il primo comandante della resistenza contro i Sassoni.
Nella rivalità tra Vortigern e Ambrosio Aureliano sarà quest'ultimo a prevalere.
Secondo la Historia Regum Britanniae di Goffredo di Monmouth, Ambrosio Aureliano fu re supremo di Britannia fino alla metà del V secolo e il suo successore sarebbe stato Uther Pendràgon, padre di Artù.
Dal punto di vista storico l'opera di Goffredo di Monmouth è in gran parte inattendibile e alcune cose sono del tutto inventate, per cui è più corretto considerare l'Historia regum Britanniae come un'opera letteraria, quella che ha creato il paradigma arturiano, a partire dalla nascita di Artù.
Di questo e di altro parlerò la prossima volta!
mercoledì 21 novembre 2012
Gothian. Capitolo 127. Vyghar rivela un segreto a Lilieth
Dopo che anche Sephir Eclionner e le sue legioni ebbero abbandonato la città di Lathena, l'idea del comandante pirata Vyghar di Linthael di assaltare la città incominciò a trovare ampi consensi tra i vari capitani che erano giunti a Tortuga per la riunione del Consiglio.
<<Allora presto ci sarà la guerra?>> gli chiese Lilieth, quando lui tornò dall'ennesima riunione.
Vyghar annuì con aria stranamente severa, e poi disse:
<<Lilieth, ti devo parlare di una cosa che ho intenzione di rivelare prima che il Consiglio decida di approvare la spedizione contro Lathena. Ciò che sto per dirti ha una rilevanza particolare anche dal punto di vista, se mi concedi il termine, politico>>
La donna ne fu sorpresa:
<<Non vorrai metterti anche tu a competere nel gioco del Trono!>>
Il pirata scosse il capo:
<<Non in prima persona, ma c'è una ragione per cui il mio parere potrebbe essere richiesto dal Senato imperiale>>
Lilieth incominciò a preoccuparsi sul serio:
<<Cosa c'entri tu col Senato imperiale?>>
<<Negli archivi del Senato è contenuta una informazione che io ho cercato in tutti i modi di mantenere segreta e che riguarda la mia famiglia. Tutti sanno che mio padre fu l'ultimo conte di Linthael e che il suo castello venne bruciato nell'anno della Primavera di Sangue. Quello che nessuno sa è che dopo quell'evento, Sephir Eclionner mi ospitò presso il suo rifugio negli anni dell'esilio e mi aiutò a creare l'Alleanza di Tupile>>
Lilieth sospirò:
<<Sephir era il principale committente delle tue scorrerie, pensavo che i vostri rapporti si limitassero a questo...>>
Vyghar la fissò con aria solenne:
<<C'era un legame più profondo. Mia madre Elaine Tinuviel era sua cugina e mia nonna materna Luthien era una Eclionner, sorella minore dell'imperatore Wechtigar XVI. Questo fa di me, dopo Sephir e Marvin, il terzo nella linea di successione al Trono imperiale>>
Un lungo silenzio seguì questa affermazione.
Lilieth non aveva mai conosciuto la madre e la nonna di Vyghar, e lui non ne aveva mai parlato con nessuno. Tutti pensavano che quel silenzio fosse dovuto esclusivamente al dolore di averle perse prematuramente, ma non era così.
<<Perché non me l'hai mai detto?>>
Il pirata si accigliò:
<<All'inizio era solo perché non volevo rinnovare un dolore indicibile, poi mi resi conto del pericolo che correvo se qualcuno avesse ricordato ad Ellis Eclionner l'esistenza di un legittimo erede al Trono. Infine, temevo che, se tu avessi saputo che ero parente, seppure alla lontana, di tuo marito, e che rientravo nella linea di successione, mi avresti percepito come un nemico per la tua famiglia e non avresti mai accettato le mie attenzioni e tanto meno i miei sentimenti>>
Lei rimase pensierosa.
Come sempre, prima di parlare, rifletteva a lungo:
<<Avrei preferito la verità. Quando si decide di stabilire una relazione, bisogna essere sinceri, perché prima o poi tutti i nodi vengono al pettine. Promettimi che tra noi due non ci saranno più segreti>>
Vyghar sentì di essere stato perdonato, e si rilassò:
<<Dicono che le promesse di un marinaio non hanno molto valore>>
Lilieth sorrise:
<<Oh, se è per questo dicono anche che una donna su una nave porti sfortuna. Ma non mi sembra il mio caso>>
Lui le prese la mano:
<<Prometto che non ci saranno più segreti tra noi>>
Un bacio suggellò la promessa ed il perdono.
N.d.A.
Vyghar di Linthael è rappresentato da Johnny Depp nel ruolo di Jack Sparrow nella serie "Pirati dei Caraibi"
Il Senato imperiale di Lathena è simile al senato dell'antica Roma, anche se la dicitura "Senato imperiale" è tratta dalla serie di "Guerre stellari".
Il nome Elaine è tratto dai romanzi arturiani, in quanto è il nome della moglie di Lancillotto.
Il nome Luthien Tinuviel è invece tratto dal Silmarillion di Tolkien.
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martedì 20 novembre 2012
Re Artù tra storia e letteratura
Il personaggio di re Artù è prima di tutto letterario. Viene citato per la prima volta nella letteratura gallese, in un antico poema in questa lingua, Y Gododdin (circa 594) del bardo Aneirin (535-600) e in alcuni poemi del bardo Taliesin, che sono presumibilmente dello stesso periodo. In Preiddeu Annwn ("I Tesori di Annwn"), viene citato "il valore di Artù" e si afferma che "noi partimmo con Artù nei suoi splendidi regni". Nel poema Viaggio a Deganwy, c'è il passaggio "come alla battaglia di Badon con Artù, il capo che organizza banchetti, con le sue grandi lame rosse dalla battaglia che tutti gli uomini possono ricordare"
Due secoli dopo alla prime citazioni letterarie, il nome di Artù è attestato anche come personaggio storico, nell'Historia Brittonum, dell monaco gallese Nennio, che scrisse questo compendio dell'antica storia del suo paese nell'anno 830 circa. Nuovamente, quest'opera ci descrive Artù come un "comandante di battaglie" (dux bellorum), piuttosto che come un re. Due fonti distinte all'interno di questo scritto ricordano almeno 12 battaglie in cui avrebbe combattuto, culminando con la battaglia del Monte Badon, dove si dice abbia ucciso, da solo/con una sola mano, addirittura 960 nemici Sassoni.
Secondo gli Annales Cambriae, Artù sarebbe stato ucciso durante la battaglia di Camlann nel 537.
Appare inoltre in numerose vitae di santi del VI secolo, ad esempio la vita di san Illtud, dove si dice che Artù fosse un cugino di quell'uomo di chiesa. Secondo la Vita di San Gildas (morto intorno all'anno 570), opera scritta nel XI secolo da Caradoc di Llancarfan, Artù uccise Hueil, fratello di Gildas, un pirata dell'isola di Man.
La prima grande popolarizzazione della leggenda di re Artù fu il romanzo di Goffredo di Monmouth Historia Regum Britanniae, un equivalente medievale di best-seller che aiutò a riportare l'attenzione di altri scrittori. La data dell'Historia è determinata tra il 1133 e il 1138. L'opera consiste in una compilazione romanzesca di amori, magie ed avventure e venne liberamente tradotta in versi francesi un ventennio più tardi in Francia nelRoman de Brut dal poeta normanno chiamato Maistre Wace. Da qui ebbe inizio il cosiddetto Ciclo bretone o Materia di Britannia, cioè un insieme di poemi e romanzi cavallereschi, tra i cui principali autori vanno ricordati Chretien de Troyes e Robert de Boron.
Nel Merlin di Robert de Boron, successivamente ripreso e continuato da Thomas Malory, re Artù ottiene il trono estraendo una spada da una roccia. Nel racconto estrarre la spada è possibile solo a colui che è "il vero re", inteso come il figlio e l'erede di Uther Pendragon. La spada del racconto è presumibilmente la famosa Excalibur. Secondo versioni successive, però, Excalibur viene donata a re Artù dalla Dama del Lago dopo che Artù è già re (Artù ottiene la spada prendendola dalla mano della Dama che esce fuori da un lago e gli porge l'Excalibur).
Già la presenza di queste due distinte versioni richiede, prima di entrare nel merito delle opere letterarie successive in cui si parla di Artù, fare una ricerca di tipo storico, chiedendosi se è mai veramente esistito un personaggio riconducibile all'Artù delle leggende e delle antiche cronache.
Di questo parlerò nel prossimo post sull'argomento arturiano.
lunedì 19 novembre 2012
Gothian. Capitolo 126. Marvin incontra Igraine di Logres
Il giorno in cui Marvin aveva convocato una riunione del suo Consiglio Privato presso l'accampamento di Flandes, si presentò alla sua tenda la giovane lady Igraine di Logres, figlia del defunto duca Gorlois, caduto durante la battaglia della valle boscosa di Endor.
Era una ragazza dall'aspetto tipicamente Keltar: capelli ramati, occhi verdazzurri, alta e slanciata. Indossava un vestito celeste, simbolo della nobiltà, ma anche dell'iniziazione agli Arcani Supremi.
E' una sacerdotessa di Ulien, la dea della luna.
Si presentò a Marvin con un lieve inchino:
<<Vostra Maestà>>
Marvin fece un lieve cenno del capo:
<<Lady Igraine, vi porgo le mie condoglianze per la morte del duca Gorlois. Vostro padre era un uomo valoroso ed è morto da eroe>>
Lei annuì e aggiunse:
<<Io ero molto legata a mio padre>>
Marvin notò una sfumatura leggermente polemica nella voce di lei.
Mi sta dicendo implicitamente che io invece non lo ero affatto con mio padre.
Non poteva negare che per lui Masrek era stato un estraneo.
<< Il duca Gorlois faceva parte del mio Consiglio Privato. Sareste interessata a ricoprire quell'incarico?>>
<<Sono qui per questo>>
Una risposta secca e molto diretta. Marvin si rese conto di aver a che fare con una persona dal carattere forte.
<<Siete molto giovane>> commentò
Igraine lo fissò con severità:
<<Si cresce in fretta, a Logres>>
Marvin ricordò che il ducato dei Keltar Logres era una zona montana, fredda e inospitale.
Si chiese come doveva essere stata la sua educazione.
<<Anche ad Amnisia, credetemi. Siete mai stata nella mia città?>>
Lei scosse il capo:
<<Non in questa vita>>
Marvin ebbe l'impressione di aver già vissuto quella scena, di aver già ascoltato quelle parole.
Si sentiva a disagio e cercò di cambiare argomento:
<<Ho sentito dire che i Keltar del nord, a cui voi appartenete, milady, non vedono di buon occhio i Keltar del sud, specie quelli della costa, come me. Io poi sono un mezzosangue, mio padre era un Lathear... a volte mi chiedo se questo elemento possa essere visto con qualche sospetto, o preoccupazione, dalla vostra gente>>
La ragazza rifletté qualche secondo prima di parlare:
<<Esistono dei pregiudizi, ma credo che siano reciproci. Forse voi Keltar di città e di mare ci vedete come dei rozzi montanari, dei bifolchi. Vedo che sorridete... quindi non mi sbaglio. Ma per quanto riguarda voi come persona, la mia gente è leale, ha grande rispetto per voi, e ripone molte speranze nel vostro governo>>
A Marvin venne un dubbio:
<<Ripongono fiducia in me, o in Vorkidex, le cui memorie si sono risvegliate dentro di me?>>
Igraine accennò un lieve sorriso:
<<In entrambi, vostra Maestà>>
<<Apprezzo la vostra sincerità e la vostra franchezza. Mi saranno utili durante le riunioni del Consiglio>>
Un'ombra di malizia apparve nei suoi occhi, ma fu solo un attimo:
<<Spero anche al di fuori del Consiglio>>
Di nuovo Marvin fu assalito da una sensazione di deja vù.
<<C'è qualcosa in voi che mi ricorda la regina Ygerne, la moglie di Vorkidex...>>
Lei lo fissò intensamente:
<<Voi non credete nella trasmigrazione delle anime?>>
Lui ebbe un brivido:
<<Presto mi pronuncerò anche in materia di fede. Questo discorso va persino oltre gli Arcani Supremi>>
Igraine annuì:
<<La risposta è già dentro di voi, e se me lo permetterete, io vi aiuterò a svelarla>>
N.d.A.
Igraine di Logres è rappresentata da Sansa Stark ne Il gioco del trono, da Le cronache del Ghiaccio e del Fuoco, di George Martin
domenica 18 novembre 2012
Templari, Santo Graal, leggende celtiche, re Artù
Disse una volta Umberto Eco che un libro sui Templari può essere considerato serio se termina nel 1314, con l'esecuzione di Jaques de Molay, ultimo Gran Maestro dell'Ordine, per ordine di Filippo IV il Bello, re di Francia, in seguito alle accuse di eresia, blasfemia, profanazione, fornicazione e sodomia, mosse dall'Inquisizione sotto il pontificato di papa Clemente V, il primo dei papi che risiedettero ad Avignone.
Tutto il resto è leggenda.
La leggenda nasce dal fatto che i Cavalieri Templari (il cui nome esatto era "Poveri compagni d'arme di Cristo e del Tempio di Salomone), un ordine monastico-cavalleresco nato a Gerusalemme nel 1119 per difendere la Città Santa, conquistata dieci anni prima durante la Prima Crociata.
La prima sede era ubicata nel luogo dove nell'antichità sorgeva il Tempio di Salomone, e i primi confratelli erano nove. Dopo la regolarizzazione dell'Ordine, ottenuta grazie al sostegno di San Bernanro di Chiaravalle, il numero dei Templari si moltiplicò. In breve tempo l'Ordine divenne ricchissimo, per ragioni mai del tutto chiarite-
E qui la storia si ferma e inizia la leggenda. Incominciarono a circolare storie secondo cui i Templari avrebbero scoperto, a Gerusalemme, una sacra reliquia, capace di generare potere ricchezza.
Alcuni ipotizzarono che si trattasse del Santo Graal, la cui leggenda si stava sviluppando in quegli stessi anni. Ma cos'è il Santo Graal?
Il termine graal designa in francese medievale una coppa o un piatto e probabilmente deriva dal latino gradalis, con il significato di "ciotola", o dal greco κρατήρ ("vaso"). In particolare secondo la tradizione dei poemi cavallereschi del XII secolo il Graal sarebbe stata la coppa utilizzata da Gesù Cristo nell'Ultima Cena e successivamente utilizzata da Giuseppe di Arimatea per raccogliere il sangue di Cristo sgorgato dalla ferita nel costato, inflittagli dai soldati romani dopo la morte in croce. . Proprio per aver raccolto il sangue di Gesù, tale oggetto sarebbe stato dotato di misteriosi poteri magici. In altre culture si identifica il medesimo oggetto con lo stesso nome. Per esempio il Graal è associato al calderone dei Dagda, un antico talismano della civiltà celtica. Giuseppe di Arimatea avrebbe poi fondato la prima comunità cristiana in Britannia, dove il Graal sarebbe stato portato, fino a ricomparire molti anni dopo durante il mitico regno di Artù, collocabile nel V secolo dopo Cristo
Lo sviluppo della leggenda del Graal è stato tracciato in dettaglio dagli storici culturali: sarebbe una leggenda orale gotica, derivata forse da alcuni racconti folcloristici precristiani e trascritta in forma di romanzo tra la fine del XII secolo e l’inizio delXIII secolo. I primi racconti sul Graal, attribuibili ali trovatori Robert de Boron, e Chretien de Troyes (il favorito di Eleonora d'Aquitania e di sua figlia Marie de Champagne), sarebbero stati imperniati sulle figure di Percrval e Galahad (quest'ultimo figlio di Lancillotto del Lago) e si sarebbero poi intrecciati con il ciclo arturiano. I romanzi del Graal furono originariamente scritti in francese e successivamente tradotti nelle altre lingue europee, in particolare in tedesco nel Parzifal di Wolfram von Eschenbach.
Fu solo dopo che il ciclo dei romanzi arturianil si fu costituito nel XIII secolo che il Santo Graal divenne un tema centrale nella letteratura cortese e successivante nell'immaginario collettivo. Nacquero numerose interpretazioni, tra cui quella che collegava l'etimologia dei termini francesi san greal ("Sacro Graal") e sang real ("sangue reale").
Il sangue reale sarebbe stato nientemeno che la discendenza di Gesù Cristo tramite Maria Maddalena, che avrebbe dato origine, secondo le fantasiose leggende (riprese poi da romanzi contemporanei come "Il codice da Vinci" di Dan Brown) alla dinastia sacra dei Merovingi, i fondatori del regno di Francia.
Qui sopra possiamo vedere il fondatore del regno di Francia, il re Clodoveo I (466-511).
La dinastia dei discendenti di Clodoveo fu deposta da Pipino il Breve nel 751, quando ebbe inizio la dominazione della nuova dinastia dei Carolingi. Da allora alcune famiglie cercarono di accreditarsi come discendenti dei Merovingi, per legittimare le proprie aspirazioni al trono.
Uno dei collegamenti successivamente immaginati tra il Graal e i Templari nacque da ipotesi fantasiose riguardanti il periodo della crociata contro i Catari e gli Albigesi, fortemente voluta da Innocenzo III e San Domenico, per ordine dei quali il sud della Francia fu messo a ferro e fuoco. Pare che in tale circostanza gli unici che mostrarono moderazione e persino pietà per i Catari siano stati i Templari, che avrebbero offerto asilo agli eretici in abbazie situate nelle zone dei Pirenei, come quella di Montsegur. Qui però non si capisce se siano stati i Catari a ricevere in custodia il Graal dai Templari o viceversa.
Una teoria nata da un termine che compare nel Parzifal di Escenbach fa riferimento ad un "lapis exillis", una pietra dai poteri magici. Secondo un'altra versione ancor più fantasiosa ed eretica, è il Graal altro sarebbe stato addirittura un'urna contenente addirittura le ossa di Gesù Cristo, che non sarebbe quindi risorto, secondo una testimonianza di testi apocrifi. I Templari avrebbero ricattato la Chiesa con la minaccia di rendere pubblico quello scottante segreto.
La dinastia dei discendenti di Clodoveo fu deposta da Pipino il Breve nel 751, quando ebbe inizio la dominazione della nuova dinastia dei Carolingi. Da allora alcune famiglie cercarono di accreditarsi come discendenti dei Merovingi, per legittimare le proprie aspirazioni al trono.
Uno dei collegamenti successivamente immaginati tra il Graal e i Templari nacque da ipotesi fantasiose riguardanti il periodo della crociata contro i Catari e gli Albigesi, fortemente voluta da Innocenzo III e San Domenico, per ordine dei quali il sud della Francia fu messo a ferro e fuoco. Pare che in tale circostanza gli unici che mostrarono moderazione e persino pietà per i Catari siano stati i Templari, che avrebbero offerto asilo agli eretici in abbazie situate nelle zone dei Pirenei, come quella di Montsegur. Qui però non si capisce se siano stati i Catari a ricevere in custodia il Graal dai Templari o viceversa.
Una teoria nata da un termine che compare nel Parzifal di Escenbach fa riferimento ad un "lapis exillis", una pietra dai poteri magici. Secondo un'altra versione ancor più fantasiosa ed eretica, è il Graal altro sarebbe stato addirittura un'urna contenente addirittura le ossa di Gesù Cristo, che non sarebbe quindi risorto, secondo una testimonianza di testi apocrifi. I Templari avrebbero ricattato la Chiesa con la minaccia di rendere pubblico quello scottante segreto.
Probabilmente il Graal non è mai esistito, però la sua leggenda è risultata così affascinante da diventare un topos della letteratura e poi anche del cinema, così come i Templari o i cavalieri di re Artù, di cui parlerò prossimamente.
sabato 17 novembre 2012
Gothian. Capitolo 125. Il Conte Fenrik reagisce alla sconfitta
La prima reazione del Conte Fenrik dopo la sconfitta nella battaglia della valle boscosa di Endor fu quella di trovare un capro espiatorio a cui dare la colpa.
Siccome il comando dell'esercito era stato affidato ser Gahel Laendric di Udsen,
quest'ultimo divenne il naturale bersaglio dell'ira del Conte di Gothian, che ne eseguì personalmente la condanna a morte, piantandogli un palo di frassino nel cuore e decapitandolo con una spada d'argento.
<<Era maldestro, oltre che stupido>> commentò davanti ai capi delle famiglie aristocratiche degli Albini e degli Alfar divenuti vampiri <<ed ha avuto tutto sommato una punizione lieve. Avrei potuto seppellirlo vivo in una bara di piombo per l'eternità. Questa era la punizione che mi suggeriva mio padre Gothar il Consigliere, ma sappiamo che egli non è indulgente quanto me>>
Poi si guardò intorno, per cercare un nuovo comandante a cui eventualmente dare la colpa se ci fossero state altre sconfitte e il suo viso si fissò su uno degli Alfar più nobili che avevano accettato di diventare vampiri,
lord Ivar Larsson.
Prima di diventare un non-morto, era stato un ragazzino effeminato e narcisista, che amava il proprio aspetto più di ogni altra cosa, e per conservarlo non si era fatto scrupolo di accettare il morso del vampiro.
<<Lord Ivar Larsson, ora siete voi il comandante. Spero che saprete fare meglio di lui>> disse il Conte di Gothian guardando i resti di Ser Gahel.
<<Sì mio signore! Quali sono i vostri comandi?>>
Lord Fenrik guardava fuori dalla finestra del palazzo reale di Elenna sul Dhain e rimase in silenzio per un po', poi rispose:
<<Fino ad ora loro hanno vinto perché si sono limitati a difendere il loro territorio, che conoscevano alla perfezione. Ma questa volta intendo attirarli nel nostro terreno, e tendere loro una trappola. Li aspetteremo qui, ad Elenna sul Dhain, dove tutto ebbe inizio, nell'anno della Primavera di Sangue!>>
<<Sephir Eclionner sarà il primo a cercare vendetta proprio nel luogo dove io lo umiliai e lo rovinai vent'anni fa. E sono certo che anche Ellis seguirà suo padre. In questo modo riusciremo a eliminare le legioni dei Lathear>>
Ci fu silenzio, poi dopo un po' lord Ivar osò chiedere:
<<E riguardo a Marvin Vorkidian ed all'esercito dei Keltar?>>
Un lampo d'ira balenò negli occhi gelidi del Conte:
<<Ci occuperemo di quei bifolchi in un secondo tempo! Marvin dovrà ascoltare il consiglio dei capiclan prima di poter decidere una strategia>>
Poi fece un cenno e tutti i nobil vampiri se ne andarono.
<<Voi rimanete, mia regina>> disse Lord Fenrik rivolgendosi alla seconda moglie, Alyx di Alfarian, regina degli Alfar.
Alyx non aveva gradito l'eliminazione di ser Gahel, che era stato il suo amante per anni, e ce l'aveva con Fernik per averla coinvolta in una guerra fallimentare, ma si guardava bene dal manifestare al vendicativo consorte il proprio disappunto.
<<Sì, mio signore, sono ai vostri ordini>>
Fenrik gradiva quell'atto di sottomissione. Essendo di indole sadica, apprezzava la sottomissione delle donne più di ogni altra cosa.
<<Mia cara, voi sapete che gran parte dei miei vampiri albini sono caduti in battaglia, decapitati dalle spade di ferro dei Keltar e dei Lathear. Ebbene: è giunto il momento di creare nuovi vampiri, ed intendo farlo secondo un piano che ho chiamato "ordine 666, la soluzione finale". Si tratterà di sottoporre l'intero popolo degli Alfar al morso del vampiro>>
Per quanto Alyx fosse ormai una vampira da molto tempo, quell'idea del Conte le parve ripugnante.
Cercò di mascherare la propria perlplessità.
<<Se così compiace a Vostra Grazia>> fu la sua risposta neutra.
Il Conte la osservò severamente:
<<Mi compiace... sì, mi compiace assai!>>
E pregustò il gusto del sangue degi Alfar, il biondo popolo nordico, quello che in passato si era vantato di essere la razza più pura dell'universo.
N.d.A.
Il Conte Fenrik Steinberg di Gothian è rappresentato da Tom Cruise nei panni di Lestat de Lioncourt in Intervista col vampiro di Ann Rice.
Ser Gahel Laendrics di Udsen è Lancel Lannister in A game of Thrones.
Lord Ivar Larsson è Jamie Bower alias Caius Volturi della saga di Twilight.
La regina Alyx di Alfarian è Tilda Swinton ne Le Cronache di Narnia. (Chronicles of Narnia)
Per la mappa ringrazio l'amico Franco Maria Boschetto.
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venerdì 16 novembre 2012
Gothian. Capitolo 124. Marvin ed Elner si confrontano dopo il funerale
Le ceneri di Masrek Eclionner erano state sparse presso le rovine di Flandes, all'imboccatura della valle boscosa di Endor, secondo le sue ultime volontà, dopo una cerimonia officiata sia dal druido Gwydion, sia dal canonico padre Ulume. In quel luogo fu poi posta una lapide con due dediche, una in lingua latheari e una in lingua keltari.
La prima fu letta da Elner Ecliooner, imperatore dei Lathear, figlio di Masrek ed Ellis Eclionner:
<<A sua altezza imperiale Masrek Eclionner, Principe della Corona, ( Lathena 962 - Endor 1000 I.L.) in memoriam. Cenere alla cenere, polvere alla polvere. De profundis clamo ad te, Domine. Dona ei requiem aeternam. Requiescat in pace. Alla sua anima immortale, semper vita et victoria>>
La seconda fu letta da Marvin Vorkidian, re dei Keltar, figlio di Masrek e Lilieth Vorkidian.
<<Memoria immortale del principe Masrek Eclionner: Lloraròn las estrellas una a una,
con las propias naciones las extrañas; su tumba son de Flandes las campañas, y su epitafio la sangrienta luna>>
Marvin rifletté mentalmente su quelle parole.
Piansero le stelle una ad una, e con la sua nazione, piansero quelle straniere; la sua tomba sono le campagne di Flandes, e il suo epitaffio è la luna di sangue.
Una lapide degna di un Eclionner.
Si qua fata aspera rumpas, tu imperator eris... manibus date lilia plenis, purpureos spargam flores...Se avessi potuto evitare questi asprri destini, saresti stato un imperatore... date gigli a piene mani, io spargerò fiori purpurei...
Dopo aver attraversato molte terre e molte genti, sono giunto alle tue povere spoglie, padre, per donarti l'estremo dono della morte. Che tu possa vivere in eterno!
Appoggiò sulla lapide quella dedica personale, scritta in lingua latheari:
Multas per gentes, et multas per aequora vectus, has miseras advenio inferias, pater, ut te postremo donarem munere mortis. Aeternum vale.
Vide che Ellis si inginocchiava davanti alla lapide e capì che era giusto lasciarla sola, in quel momento di lutto e di dolore.
Anche Elner lo seguì, e Marvin decise che era il momento di parlargli.
<<Elner, desidero ringraziarti per essere giunto in soccorso all'esercito dei Keltar e a quello di nostro padre. Insieme siamo riusciti a sconfiggere l'orda delle creature del conte di Gothian>>
Elner valutò quelle parole. Pareva che le soppesasse, per capire se accoglierle o meno.
Marvin intuiva il motivo di quell'esitazione.
Non l'ho chiamato col suo titolo, e ho detto che la vittoria è stata tanto sua quanto mia.
La risposta di Elner fu una rivendicazione a pieno titolo di ciò che Marvin aveva omesso:
<<Era mio dovere di Imperatore dei Lathear combattere e sconfiggere l'invasore di un regno vassallo>>
Marvin rimase impietrito.
Un regno vassallo? I Keltar sono indipendenti da mille anni!
Cercò di non raccogliere la provocazione:
<<Intendi proseguire la guerra al mio fianco?>>
Elner si guardò le unghie, fingendosi distratto:
<<Ho sentito che nostro nonno Sephir giungerà qui per vendicare la morte di nostro padre. Lo attenderò e poi valuterò il da farsi>>
Marvin aveva intuito la sua strategia.
Sa che il Senato imperiale lo ha dichiarato illegittimo ed usurpatore. Manderà me e Sephir al Nord, sperando che Fenrik ci elimini. Nel frattempo lui tornerà a Lathena per restaurare il suo potere.
Lo fissò con aria delusa, ma preferì evitare qualsiasi polemica.
Non mi interessa il tuo trono, c'è ben altro sulla terra!
<<La mia priorità è sconfiggere definitivamente il Conte di Gothian, e di rendere il Regno dei Keltar sicuro e indipendente>>
Elner rimase scettico:
<<Dovresti aggiungere alle tue priorità anche un'altra cosa, che credo immaginerai. Sarebbe opportuno, infatti, che tu convincessi tua madre e i suoi pirati a non cospirare contro l'autorità mia e di mia moglie Marigold>>
Marvin dovette far appello a tutte le sue forze per dominarsi:
<<Non ti fidare di Marigold! Ti ha già tradito una volta! Quanto a mia madre, io non ho né il potere, né il diritto di interferire nelle sue scelte di vita. Anche tua madre è una donna forte e indipendente>> e osservò Ellis davanti alla lapide <<...per questo tu dovresti capirmi>>
Elner valutò quelle parole, poi, prima di andarsene commentò:
<<Ne riparleremo....>>
N.d.A.
Le citazioni in latino, oltre alle preghiere funebri della liturgia cristiana, comprendono dell'Eneide di Virgilio, libro VI, in cui si ricorda la morte prematura di Marco Claudio Marcello, genero di Augusto e un passo di Catullo , dedicato al fratello defunto.
Le citazioni in spagnolo sono di Francisco de Quevedo, tratte dalla Memoria immortale del Duca di Osuna.
E' chiaro che nel romanzo il latino corrisponde alla lingua latheari e lo spagnolo rientra nel gruppo delle lingue keltari, come anche il francese.
Il quadro all'inizio del capitolo è del pittore romantico tedesco Caspar David Friedrich.
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giovedì 15 novembre 2012
Gothian. Capitolo 123. Marigold trova nuovi alleati
Le notizie della morte di Masrek Eclionner e di quella del senatore Fuscivarian avevano sconvolto quello che, a Lathena, capitale dell'impero Lathear, era chiamato "il gioco del trono".
Su questo trono sedeva ancora lady Marigold di Gothian, imperatrice consorte, in quanto moglie di Elner XI Eclionner, vittorioso nella battaglia di Endor, ma dichiarato illegittimo dal nuovo presidente del Senato, don Aralte Velares, diciottesimo principe di Marina Sedovia.
Si prospettava dunque una crisi dinastica senza precedenti.
Il mio potere è appeso a un filo. Devo trovare alleati che mi sostengano, prima che il Senato dichiari illegittima anche la mia reggenza.
Ne aveva parlato con Sephir Eclionner, ma ormai l'anziano principe era devastato dal dolore.
<<Marigold>> le aveva detto <<io devo andare a Nord, a punire il Conte di Gothian una volta per tutte. Non avrò pace finché non l'avrò eliminato!>>
Lei aveva sospirato.
Voi Eclionner siete capaci solo di abbandonarmi...
Alla fine però aveva ritenuto più saggio un atteggiamento conciliante:
<<Ti auguro di riuscirci, Sephir. Ormai Fenrik è diventato mio nemico. Quando ha assediato Caemlyn, ho pregato mio padre Atar di privare del fuoco i suoi draghi, e così è stato fatto, e tuo nipote ha vinto. Questo per mettere in chiaro la mia lealtà verso la dinastia Eclionner>>
Sephir aveva annuito, con aria distante:
<<Ti lascerò cinque legioni per difendere la capitale. Le altre verranno con me, per unirsi alle forze dei miei nipoti, nella guerra del Nord. Da oggi tu rappresenterai gli interessi della Dinastia!>>
Un tempo Marigold ne sarebbe stata entusiasta, ma in quel momento si sentì pervasa dal timore:
<<Non ho una flotta per difendermi dagli attacchi via mare, e cinque legioni sono poche per tenere a bada il Senato e l'aristocrazia>>
Il vecchio l'aveva guardata con espressione assente:
<<Sei tu l'esperta del gioco del Trono. Ora che io mi dimetto dall'incarico di Primo Ministro, si libera un posto che ti può servire a trovare nuovi alleati... sono sicuro che riuscirai a tenere sotto controllo la situazione>>
E con quelle parole l'aveva congedata.
Nuovi alleati... e dove li trovo? Non posso certo fidarmi del senatore Velares! Chi potrei nominare primo ministro?
Fu il destino a decidere per lei. Infatti, mentre era immersa in quei pensieri, le fu annunciata la visita del cardinale Augustin Arenga, arcivescovo di Lathena, e secondo solo al Sommo Sacerdote del Clero Lathear.
Il cardinale era un uomo molto potente, abituato a farsi baciare l'anello da tutti, anche dalle nobildonne di corte.
Era stato un grande amico del defunto senatore Fuscivarian, e ne aveva officiato i solenni funerali, tenendone nascoste a tutti le circostanze della morte.
Ora però, veniva a riscuotere il prezzo del suo silenzio.
<<Vostra Eminenza!>> lo accolse Marigold con uno smagliante sorriso.
<<Vostra Maestà, vi ringrazio per avermi ricevuto subito: ne sono onorato! Volevo porgervi di persona le mie condoglianze per i due lutti che si sono susseguiti nella Dinastia>>
Le parole erano gentili, ma l'espressione era quella di un uomo abituato a comandare, e Marigold se ne rese conto immediatamente.
E' un uomo pragmatico, ama il potere e non ha le debolezze degli Eclionner.
Decise di sondare il terreno:
<<Siete molto gentile, Eminenza, so che eravate amico del compianto senatore Fuscivàrian, la cui morte ha lasciato un grande vuoto presso questa corte>>
Il cardinale annuì:
<<Un vuoto che si sente ancor di più ora che Sephir Eclionner sta partendo per la guerra. Ora tutta la responsabilità grava sulle vostre spalle. Se fare qualcosa per rendermi utile a Vostra Maestà...>>.
Marigold accennò a un sorriso:
<<Il posto di Primo Ministro è vacante. Vi potrebbe interessare?>>
Al cardinale brillarono gli occhi:
<<Beh... diciamo che.... potrebbe, ma... a quali condizioni?>>
L'imperatrice apprezzò la capacità di negoziazione del prelato:
<<Tre condizioni. Primo, l'appoggio dell'Alto Clero di Eclion contro tutte le opposizioni, comprese quelle interne al clero stesso. Secondo, la legittimazione divina del mio diritto di portare la corona. Terzo, voi sarete il mio Primo Ministro... non so se mi spiego...>>
<<Starò dalla vostra parte anche quando tornerà vostro marito, o qualsiasi altro Eclionner che vorrà reclamare il Trono>>
Marigold si mostrò molto soddisfatta:
<<Vedo che ci intendiamo perfettamente. Immagino che conosciate ormai meglio di me le regole del gioco del Trono...>>
Il cardinale si illuminò:
<<E' dai tempi del vecchio Wechtigar XVI che seguo ogni minima mossa di questo gioco, ed ho elaborato una strategia ben precisa. Accetto le vostre condizioni, e risponderò del mio operato soltanto a voi>>
E si scambiarono un'occhiata di intesa.
N.d.A.
Marigold di Gothian è rappresentata da Cersei Lannister sul Trono di spade.
Sephir Eclionner è Tywin Lannister.
Il cardinale Arenga è rappresentato come Richelieu.
mercoledì 14 novembre 2012
Gothian. Capitolo 122. I dubbi di Alienor e i consigli di Lilieth
Dopo l'arrivo a Tortuga, finalmente Alienor di Alfarian ebbe la possibilità di riposarsi dalle fatiche dei lunghi viaggi che l'avevano portata dall'estremo nord all'equatore, in una terra dove era sempre estate.
La sua pelle chiara non le permetteva di stare al sole, se non sotto la protezione di cappelli e ombrelli.
Era il mese di aprile, ma faceva caldo come se fosse agosto.
Indossava abiti leggeri e variopinti, mentre se ne stava all'ombra a rilassarsi.
I pensieri però non l'abbandonavano: la sua mente non si fermava mai.
Oltre alle questioni riguardanti l'attacco navale a Lathena, c'erano altre preoccupazioni, più personali, che riguardavano i suoi sentimenti.
Da alcuni giorni, il vicecomandante Lorran Plum la corteggiava apertamente.
E la cosa più preoccupante era che lei non era del tutto indifferente al fascino del giovane pirata.
Ma se sono destinata a Marvin Vorkidian, non dovrei farmi coinvolgere da altri, non dovrei permettermi nemmeno di pensarci.
Ma com'era possibile non pensarci?
Al cuore non si comanda, e Lilieth è la prima a saperlo... come mi giudicherebbe ora?
Era un momento molto delicato.
Da quando aveva appreso la notizia della morte del marito Masrek, lady Lilieth Vorkidian aveva indossato i colori del lutto e si era ritirata in preghiera nel Pantheon dell'isola.
Per quanto il loro matrimonio fosse finito da molto tempo, Lilieth aveva sperato di poter rivedere almeno una volta il marito, prima di decidere di annullare la validità delle loro nozze.
Alienor la raggiunse nel tempio e pregò insieme a lei la dea della Luce.
Poi fu Lilieth a farle cenno di seguirla.
Uscirono e si sedettero in un silenzioso chiostro.
<<Come stai, Lilieth?>>
La donna sospirò:
<<Una parte di me amava ancora Masrek. E' stato il mio primo amore, e il padre di mio figlio. La sua morte è stata un colpo molto duro, in un momento molto difficile. Ma devo farmi forza. E tu, mia cara bambina, come stai?>>
Alienor sentì il bisogno di confessarle i suoi dubbi:
<<Perdonami se in questo momento di lutto il mio cuore si lascia distrarre da futili questioni>>
Lilieth sorrise:
<<Le questioni di cuore non sono mai futili!>>
Alienor si fece coraggio:
<<Lorran Plum mi sta corteggiando, ed io... io non riesco a far finta di niente... insomma... lui mi piace...>>
Aveva temuto una dura reazione da parte di Lilieth, invece l'altra donna rimase tranquilla e sorridente:
<<Non c'è niente di male in tutto questo>>
La fanciulla rimase stupita:
<<Ma... e Marvin? L'oracolo del monte Konar mi disse che sono destinata a lui! Ed io stessa l'ho visto nei miei sogni...>>
Lilieth le prese le mani e le parlò con dolcezza:
<<Un giorno tu e Marvin vi incontrerete di persona, e solo in quel momento potrete capire se siete veramente destinati l'uno all'altra, come dicono le profezie e come io stessa spero. Ma prima di allora, non hai alcun obbligo nei suoi confronti. L'unico obbligo che devi avere è nei confronti di te stessa. Non è l'amore che devi temere, ma le sue conseguenze, se agisci d'impulso. Pensa ad Ellis Eclionner: aveva solo sedici anni quando rimase incinta... non voglio giudicarla... penso solo a tutto il dolore che ha sofferto, e che sta soffrendo anche adesso... è lei la vera vedova di Masrek... >>
Alienor si commosse:
<<La tua saggezza mi è di grande aiuto. Ai sentimenti non si comanda, ma alle azioni sì. Non prenderò decisioni affrettate>>
Detto ciò, si strinse in un abbraccio a Lilieth e le sussurrò: <<Grazie. Ti voglio bene. Tu e Vyghar sarete felici!>>
N.d.A.
Alienor di Alfarian, regina degli Alfar, è interpretata da Tamzin Merchant.
Lilieth Vorkidian da Claire Forlani.
Lorran Plum da Orlando Bloom.
martedì 13 novembre 2012
I misteri di Rennes-le-Chateau
Credo che molti avranno sentito nominare la cittadina di Rennes-le-Chateau, situata nel sud ovest della Francia, nella regione di Languedoc, antico centro della cultura occitana e dell'eresia catara.
Nel 1891 il parroco di questo paese, Berneger Saunière, incominciò una serie di ristrutturazioni e costruzioni in stile neogotico, come la Tour Magdala che si vede nella prima foto, costate centinaia di migliaia di franchi.
Nessuno seppe mai da dove Sauniere avesse trovato il denaro per pagare questi lavori: alcuni suppongono che abbia trovato un tesoro in una antica cripta della chiesa di Santa Maria Maddalena.
Sono stati scritti numerosi romanzi al riguardo, che hanno collegato la scoperta del tesoro da parte di Saunière ai Templari e all'onnipresente Santo Graal.
Ora sto leggendo al riguardo il romanzo "L'ultima cospirazione", di Steve Berry, che trovo molto più credibile e storicamente plausibile de "Il codice Da Vinci" di Dan Brown.
Come proprio alloggio, Saunière costruì la Villa Bethanie:
Tra la Villa e la Torre fu costruito un belvedere con una forma molto singolare, che ha dato adito a molte interpretazioni, come se fosse una specie di scacchiera che nascondesse un messaggio in codice.
Probabilmente sono tutte fantasie, però sono talmente convincenti che Rennes-le-Chateau è diventato una specie di centro turistico e luogo di pellegrinaggio, ma soprattutto una location per romanzi molto avvincenti!
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lunedì 12 novembre 2012
Gothian. Capitolo 121. Sephir reagisce alla notizia della morte di Masrek
Quella notte Sephir Eclionner aveva sognato per l'ennesima volta la giornata che gli aveva cambiato la vita.
Lo stesso incubo, da vent'anni! La Primavera di Sangue...
La città di Elenna sul Dhain bruciava, e le acque del fiume erano tinte di porpora.
E lui era là! In piedi davanti alla rocca infuocata! Il Conte di Gothian!
L'uomo che mi ha rovinato la vita... e che mi ha trasformato in un mostro peggiore di lui...
Prima di quel giorno Sephir non era il demone sanguinario che poi sarebbe diventato.
Aveva condotto una campagna militare per ordine di suo padre, l'imperatore Wechtigar XVI.
Era la mia grande occasione per provare a tutti che non ero solo un principe viziato e invecchiato nell'attesa della successione al trono.
Voleva dimostrare a suo padre e suo suocero, il senatore Fuscivarian, che era degno di guidare un esercito e quindi anche un impero.
Mio padre voleva scavalcarmi, e nominare mio figlio come successore. Poi scoppiò lo scandalo dell'incesto, e Masrek decise di seguirmi, mentre Ellis sposava suo cugino, per regolarizzare la gravidanza...
Sua moglie Wensy aveva tentato di dissuaderli dalla partenza, ma non c'era stato niente da fare.
Volevo renderti fiera di me, Wensy, e invece ho rovinato tutto...
Nel sogno, ogni notte, il conte Fenrik affondava la spada nella sua coscia destra, fino a spezzarne il femore, e il dolore riesplodeva immenso, mentre il vampiro gli rideva in faccia:
<<Ti lascio sopravvivere, Sephir Eclionner, perché ucciderti sarebbe un atto di misericordia! La vita, se anche ti sarà concessa, non ti servirà ad altro che per piangere ciò che hai perduto>>
E così era stato.
Umiliato, disprezzato, esiliato, diseredato, mutilato e deforme, costretto a nascondermi come un ratto e a circondarmi di delinquenti per potermi riprendere ciò che di diritto era mio!
Tanti erano stati i dolori.
Il più grande fu quando venne a sapere della morte di sua moglie, ufficialmente un suicidio, in realtà un omicidio
Non ero al tuo fianco per proteggerti, Wensy... e non ero con te nemmeno per darti l'estremo saluto...
Gli avevano riferito che per i funerali di Wensy Fuscivarian, l'amata principessa della corona, le strade di Lathena si erano riempite di una interminabile processione, che era durata per giorni.
Dicono che il senatore Fuscivarian e mia figlia Ellis abbiano finto un grande dolore quel giorno, proprio loro che l'avevano istigata al suicidio! Suo padre e sua figlia!
Ma forse il dolore di Ellis era sincero, anche se quella morte le aveva spianato l'ascesa al trono imperiale.
Fuscivarian no, lui non ha mai pianto per nessuno...
Era sopravvissuto a tutti, il vecchio senatore, ed ora si trovava lì, davanti a lui, dopo vent'anni.
Invecchiato, certo, ma la sua faccia da volpe e i suoi occhi assassini erano sempre gli stessi.
<<Fuscivarian! Perché sei qui? La tua sola presenza mi disgusta!>>
<<Riserva il tuo disgusto per il Conte Fenrik!>>
Lo sguardo di Fuscivarian non prometteva buone notizie.
Sephir fissò il suocero con aria interrogativa:
<<E' giunta dunque notizia della battaglia?>>
Il vecchio senatore annuì, facendo ondeggiare il saio nero da monaco, indossato dopo che Elner l'aveva spedito in esilio e conservato per coprire agli altri i segni della sua estrema vecchiaia.
<<Elner e Marvin, hanno fermato il Conte!>> dichiarò, e poi alzò un dito indice dalle falangi deformate dall'artrosi:<< Ma ad un grave prezzo....>>
Sephir sentì una stretta al cuore:
<<Quale prezzo?>>
Il suocero gli puntò contro quell'indice accusatorio:
<<Davvero non lo immagini, Sephir? Hai spedito Ellis e Masrek con sole cinque legioni, a combattere gli enormi eserciti del Conte di Gothian! Li hai mandati al massacro!>>
Sephir Eclionner fu come trafitto da una pugnalata al petto:
<<I miei figli? Al massacro? Cos'è successo ai miei figli?>>
Fuscivarian sospirò in modo teatrale:
<<Masrek è morto, ucciso dal conte Fenrik in persona, con una ferita nella coscia destra, proprio come fece con te. Solo che questa volta la spada era avvelenata. Non c'è stato niente da fare>>
Sephir rimase impietrito.
E' un incubo... forse sto ancora sognando? Non è possibile che Masrek sia morto! E' sempre stato così prudente...
<<Ed Ellis?>>
Fuscivarian gli si avvicinò:
<< Beh, tu sai quanto amava suo fratello...>> ridacchiò, per l'allusione al peccato indicibile dei suoi nipoti: <<... ha giurato che lo vendicherà anche a costo di dover seguire Fenrik fino a Gothian... e da lì tutti sappiamo che non si torna vivi...>>
La reazione di Sephir alle notizie dategli dal vecchio suocero fu prima di incredulità, e poi di rabbia.
Una rabbia immensa crebbe dentro di lui. Doveva sfogarla in qualche modo.
In preda ad un raptus, afferrò Fuscivarian, lo spinse fino al muro.
Il senatore non si scompose:
<<Cosa credi di fare, Sephir Eclionner?>>
<<Quello che avrei dovuto fare molto tempo fa, quando tu seminasti discordia e morte nella mia famiglia!>>
Fuscivarian digrignò i denti, e lo fissò con gli occhi iniettati di sangue:
<<No, la discordia e la morte sono sempre esistite nella famiglia Eclionner... vallo a chiedere alla Dama Gialla, lei lo sa... lei c'era, fin dall'inizio, fin da quando il primo Wechtigar uccise suo padre Arexatan!>>
Sephir scosse il capo:
<<Tu hai sobillato mio padre e mia figlia contro di me, hai rovinato me e mio figlio, hai ucciso mia moglie, che era la tua stessa figlia!>>
Fuscivarian, consapevole ormai della propria fine imminente, sibilò:
<<Fu Ellis a spingere Wensy giù dalla torre, così come sei stato tu a mandare Masrek al massacro! Uccidimi pure! Abbattimi, sono disarmato! Regalami una morte da vittima... ho novantasei anni, sono malato.... non ho più nulla da perdere, mi faresti solo un favore!>>
Sephir, rosso di rabbia:
<<Non mi incanti, vecchio! Vuoi davvero la morte? Te ne faccio dono! Ci vediamo all'inferno, Sibelius Fuscivarian!>>
Detto questo lo sollevò come se fosse una piuma e infine lo scagliò fuori dalla finestra.
Lo osservò schiantasi al suolo, nello stesso punto in cui vent'anni prima era stato trovato il corpo di Wensy.
Ecco, Wensy... ora sei vendicata! Tuo padre, il tuo assassino è morto... e ti prometto che presto lo sarà anche l'assassino di nostro figlio!
N.d.A.
Sephir Eclionner è rappresentato da Tywin Lannister.
Sibelius Fuscivarian è rappresentato dall'imperatore Palpatine di Star Wars, alias Darth Sidious.
Wensy Fuscivarian Eclionner è interpretata da Nathalie Portman nel ruolo di Padme Amidala.
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