sabato 11 febbraio 2012

Gothian. Capitolo 10. Alienor e Marigold: una sorpresa non gradita.


Quando la nave fluviale che lungo il Dhain trasportava Alienor di Alfarian e il suo seguito, tra cui Marigold di Gothian e Gahel di Udsen, giunse all'enorme estuario, in vista del porto di Baralbeck, la principessa trovò ad attenderla una brutta sorpresa.
La flotta degli Alfar era infatti accompagnata da una enorme nave dal cui albero maestro sventolava la bandiera dei Lathear, quella col Sole Eclion, giallo su sfondo bianco.



L'ultima volta che una nave con quella bandiera aveva sostato presso il porto di Baralbeck, era stato nell'anno della Primavera di Sangue, e aveva portato Sephir Eclionner e le sue legioni, pronte a saccheggiare il regno e a massacrare gli Alfar.
Sulla piccola nave di Alienor, tutto l'equipaggio apparve fortemente contrariato dalla presenza dell'enorme imbarcazione dei Lathear.
Tutti, tranne Marigold di Gothian, che rimase impassibile, e Ser Gahel, che la imitò.
Alienor di avvicinò al capitano: «Cosa ci fa quella nave nel porto di Baralbeck? Non era nei piani la sua presenza!»
Il capitano scosse il capo, con aria preoccupata, e osservò il porto col cannocchiale: «Non ci posso credere! E' la nave ammiraglia dell'Impero! La "Dolce Ellis"!»
Marigold osservava la bandiera con l'aria di chi rivede una persona cara dopo moltissimo tempo.
Alienor non se ne accorse, era troppo arrabbiata per quell'ennesimo atto di prepotenza dei Lathear.
 «Si comportano già da padroni! Questo non era nei patti!»
 «L'Antico Patto è già stato violato diciassette anni fa! Tutti gli altri patti sono secondari» dichiarò la Dama Gialla.


Un lieve sorriso le increspava le labbra e gli occhi erano fissi in direzione della bandiera imperiale, mentre il sole le illuminava il viso ed i capelli.
Alienor ebbe un brivido
Non è stata mai così tremendamente radiosa come adesso! 
Avrebbe voluto chiederle il perché, ma ormai non c'era più tempo: stavano per entrare nel porto, e c'era una gran folla ad attenderli.
Una folla di Alfar, per fortuna!
La nave fece manovra ed entrò nell'insenatura prospiciente all'estuario del Dhain. che immetteva da un lato nell'Oceano Orientale e dall'altro nel porto di Baralbeck.
Di fronte al punto di attracco, Alienor notò un picchetto d'onore con alcuni personaggi che non erano certo Alfar.
Uno di essi era un giovane aitante dai capelli neri e dal corpo muscoloso, un Lathear sicuramente, e un altro era scuro di pelle e indossava una tonaca ancor più scura, che contraddistingueva il Clero di Lathéna.
Sempre peggio!
Gli altri però erano tutti Alfar, e parevano essere tranquilli, per cui la nave attraccò senza esitazione al molo, poco distante dalla minacciosa ed enorme presenza della "Dolce Ellis".
Il governatore di Baralbeck era sorridente, ma disturbato dalla presenza dei due intrusi.
«Vostra Altezza Reale, vi do il benvenuto nella città di Baralbeck» dichiarò mentre la aiutava a scendere dalla nave. La folla si inginocchiò di fronte alla Principessa Reale, che manteneva un aspetto guardingo e per nulla contento.


«Governatore, che significa tutto ciò?» chiese Alienor guardando la nave ammiraglia della flotta imperiale.
«Ehm, forse ve lo potrà spiegare meglio l'ammiraglio Auran Travemund, comandante della flotta dei Lathear»



Il giovane muscoloso dai capelli neri fece un profondo inchino, e poi disse: «Vostra Altezza, io ed il mio equipaggio siamo giunti in pace e senz'armi, con l'unico compito di farvi da scorta d'onore fino a Lathena!»
Alienor attese alcuni istanti, prima di porgerli la mano.
 «L'Imperatrice non doveva disturbarsi a mandare la propria nave ammiraglia con tanto di comandante ed equipaggio. Noi non l'avevamo richiesto»
Rimanendo inchinato, dopo il baciamano, e con il ginocchio piegato, l'ammiraglio Travemund, con la massima gentilezza possibile, dichiarò: «Sua Maestà l'Imperatrice Vedova vuole, con questo gesto di omaggio nei vostri confronti, mettere a tacere ogni voce calunniosa secondo cui ella si sarebbe opposta alle vostre nozze con suo figlio. Vi preghiamo umilmente di accettare questo gesto distensivo, animato solo dal desiderio di pace tra i nostri due regni e i nostri due popoli»
Alienor sospirò e il suo sguardo si spostò verso il sacerdote:
 «Vedo che anche il Clero di Lathena ha voluto onorarmi con la sua presenza»
Il prete non era rimasto né inginocchiato, né inchinato. Si presentò con voce ferma e grave: «Sono Padre Rudo Ulùme, confratello della Grande Canonica»


Alienor gli tese la mano, e lui le concesse un rapidissimo gesto di ossequio, per poi tornare a fissarla con un misto di severità e di curiosità.
La Grande Canonica! E' l'ordine più potente del Clero. Questo Ulùme deve essere un seguace di Padre Mollànder, il confessore personale dell'Imperatrice, e secondo molti anche il più esperto esorcista e negromante del mondo conosciuto.
La situazione era già imbarazzante di per sé, ma quando Ulume scorse la Contessa di Gothian dietro alla principessa, sgranò gli occhi e si ritrasse, come se avesse visto il più terribile dei démoni.
«Padre Ulume» esclamò Màrigold scendendo regalmente dalla nave, e ignorando tutti gli altri «la vostra fama vi precede. Sono una sacerdotessa di Atar, il Fuoco Segreto, e mi è giunta voce fino al castello di Gothian, dove andai sposa al Conte Fenrik, che voi siete un valente esorcista, il migliore, dopo il vostro maestro, Padre Mollander, naturalmente!»
Il prete ebbe un attimo di puro terrore sul volto, ma si ricompose quasi subito:
«Anche la vostra fama vi precede, lady Marigold» disse in tono severo, senza inchinarsi e senza aggiungere altro.
Alienor era sempre più preoccupata per le reazioni strane che la sua tanto "fidata" dama di compagnia suscitava in tutte le persone di potere che la incontravano.
Appena la vedono, tutti rimangono sconcertati, come se avessero davanti un fantasma. Possibile che io in sedici anni di vita abbia avuto come confidente una persona tanto temibile? Ha ammesso di essere una sacerdotessa di Atar, ma questo di per sé non vuol dire nulla.
In ogni caso, doveva cercare di riprendere il controllo della situazione:
«Bando ai convenevoli, io e il mio seguito siamo stanchi per il lungo viaggio, e vorremmo riposare qui almeno una notte, prima della partenza »
Il governatore annuì con l'aria di qualcuno che doveva farsi perdonare molte cose, e risposte gentilmente:
«Naturalmente, Vostra Altezza: ho preparato la dimora reale per voi e per tutti coloro che vi accompagneranno a Lathena»
Alienor annuì, e gli fece cenno di accompagnarla verso l'alloggio.
Non vide lo sguardo d'intesa tra Ser Gahel e l'ammiraglio Travemund, e nemmeno quello tra Marigold di Gothian e Padre Ulume. Un'intesa che avrebbe segnato il suo destino.


N.d.A.

Marigold di Gothian è interpretata da Lena Headey nel ruolo di Cersei Lannister ne "Il trono di spade" ("A game of thrones") di George Martin.
L'ammiraglio Auran Travemund è rappresentato da Renly Bataheon da "Le cronache del ghiaccio e del fuoco" ("The song of ice and fire").
Alienor di Alfarian è interpretata da Jessica Brooks nel ruolo di Ghanima Atreides nella serie "Children of Dune", dal romanzo "I figli di Dune" di Frank Harbert.
Padre Rudo Ulume è interpretato da Samuel L. Jackson nel ruolo del Maestro Jedi Mace Windu, nella prima trilogia di Star Wars, Guerre Stellari.




venerdì 10 febbraio 2012

Diana di Poitiers e il castello-ponte sulla Loira.

Il castello di Chenonceau-sur-Loire fu fatto costruire da re Enrico II di Francia per la sua amante, Diana di Poitiers



Diana di Poitiers, (1499-1566) fu la "vera regina di Francia" durante il regno di Enrico II di Valois.

Di lei si hanno altri ritratti tra cui i seguenti:

File:François Clouet 002.jpg



Quando Enrico II morì in seguito a un incidente in un torneo, nel 1559, Diana perse tutti i suoi poteri e privilegi, e fu confinata prima a Chenonceau e poi ad Anet.
Da quel momento, e per 30 anni, il potere in Francia fu gestito dalla regina vedova, Caterina de Medici, in nome dei figli Francesco II, Carlo IX ed Enrico III, morti tutti e tre giovani e senza eredi.
Ma Caterina merita un post a sé...

giovedì 9 febbraio 2012

Gothian. Capitolo 9. Marvin e Halfgan: il momento della verità.


Marvin e il druido Halfgan passeggiavano lungo l’argine erboso del Fossato Piccolo, come ai vecchi tempi. Era una bella giornata di metà luglio e i contadini avevano già raccolto il grano.
 L’acqua scorreva placida nel fossato e alcuni pescatori avevano già messo le trappole per le anguille, che dal mare, presso la foce del fiume Candido, risalivano lungo il suo affluente, il Fossato Grande, per poi prendere alcune la via delle paludi e altre quella del Fossato Piccolo.


Quando era bambino Marvin aveva chiesto ad Halfgan dove erano le “sorgenti” del Fossato Piccolo, e il druido aveva riso, dicendo che il fossato non aveva sorgenti, ma era alimentato dagli scoli dei campi. 


Al che il bimbo non si era perso d’animo e aveva replicato che comunque ci doveva essere tra questi scoli uno più lungo degli altri, che risaliva più indietro, e l’inizio di quello era da considerarsi una sorgente. 



E così Marvin aveva cominciato a chiedere in giro, specialmente ai mercanti o ai vecchi, da dove aveva inizio il fossato, ed aveva appreso che il suo ramo principale incominciava alle pendici delle colline, a Ovest. In base alle indicazioni che gli venivano date aveva  disegnato delle mappe sempre più precise, e alla fine aveva insistito con Halfgan affinché lo accompagnasse, a dorso di mulo, in una gita “alle sorgenti del Fossato Piccolo”. Il druido aveva chiesto a Lady Ariellin il permesso di portare il ragazzo fino alle colline, e lei aveva annuito, ma aveva anche commentato, tristemente: «Ha già il desiderio di viaggiare e di scoprire cose nuove, proprio come i suoi genitori. Ho promesso alla mia povera Lilieth di proteggerlo, ma come farò quando lui sarà cresciuto, e vorrà andare lontano?»
Il ricordo di quella gita fece sorridere Marvin, che chiese ad Halfgan se si ricordava.
«Certo che mi ricordo! Il viaggio si rivelò molto più lungo del previsto. Il fossato si restringeva sempre più, ma continuava ad andare a ritroso all’infinito. Quando giungemmo alle pendici delle colline era poco più di un rivolo, ma la sua acqua zampillava veloce e pareva venire da lontano. Scoprimmo che si trovava al centro di una piccola vallata e raccoglieva le gronde dei fossi laterali. Risalimmo quella valle fino al pomeriggio inoltrato, poi ti dissi che si era fatto troppo tardi e che dovevamo tornare a casa. Tu non volevi sentire ragioni e non ti rassegnavi all’idea di tornare senza aver visto il punto esatto dal quale il fossato aveva inizio.


 Io non capivo come potesse interessarti un dettaglio in apparenza tanto insignificante, ma adesso, conoscendoti meglio, mi è tutto chiaro. Tu vuoi conoscere direttamente il Principio di tutte le cose, tu non accetti il Mistero, e non ti dai per vinto finché non ti illudi di averlo chiarito»
Erano parole sagge e Marvin rimase silenzioso per un po’, riflettendo su di esse, poi riprese a parlare.
«Anche voi druidi studiate i misteri della natura, e vi procurate le visioni, con erbe e funghi, per scrutare nell’Ignoto»
«Sì» ammise Halfgan «ma c’è un limite che anche noi druidi non possiamo valicare, nemmeno nelle nostre visioni. Ci è stato detto di non andare oltre, perché non potremmo più tornare indietro»
«Ma vi è stato anche detto che un giorno Qualcuno verrà, che potrà proseguire e ritornare, e vedrà ciò che voi non potete vedere»



Halfgan annuì gravemente:
«E’ un’antica profezia, tramandata per secoli da noi druidi. Si narra che colui che avrà questo dono, nascerà dall’unione di due nobili stirpi, appartenenti a popoli diversi. Sia gli Alfar che i Lathear hanno fatto propria questa profezia, escludendo per principio i Keltar, perché, nella loro sciocca superbia, ci considerano un popolo inferiore. Ora poi, come tu sai bene, non si fa che parlare del fidanzamento tra l’imperatore Elner dei Lathear e la principessa Alienor degli Alfar, e sono in molti a ritenere che da questa unione nascerà il Profeta»
Marvin aggrottò la fronte:
«Tu ci credi?»
Halfgan scosse il capo:
«No, ma questo matrimonio potrebbe portare la pace tra i loro regni, e se, per ottenerla, serve invocare la Profezia, allora lo facciano pure!»
Marvin annuì:
  «I religiosi Lathear ad Amnisia sostengono la stessa cosa. La Grande Canonica li manda qui a diffondere queste leggende, al fine di favorire la pace nel Continente Centrale, ma forse non ci credono neanche loro»
Halfgan non pareva convinto del tutto:


 «Io sono un semplice druido di campagna, e so solo quello che i miei maestri mi hanno insegnato e quello che le mie piccole premonizioni mi hanno permesso di intuire, ma in base agli elementi che ho in possesso, credo che la promessa del Profeta sia qualcosa di più di una leggenda. E non è un caso il fatto che anche la Chiesa di Lathéna attenda un Profeta, una reincarnazione di Arexatan Eclionner, il figlio di Eclion!»
Marvin si lasciò andare ad uno sfogo adolescenziale:
«Che prove abbiamo del fatto che Arexatan Eclionner fosse davvero il figlio del dio Eclion? Aveva doti straordinarie, certo, ma era pur sempre un mortale! E infatti il mio antenato Kevin Vorkidian 



riuscì ad ucciderlo, per vendicare la morte di suo padre Vorkidex Pendragon!»
Halfgan inarcò le sopracciglia bianche e cespugliose:
 «Chi ti ha insegnato questa versione? Non certo un druido! Noi sappiamo bene che non fu Kevin ad uccidere Arexatan, ma suo figlio Wechtigar I, ingiustamente detto "il Pio"!»
Marvin esitò a rispondere:
«Io... ho condotto alcune ricerche, nella biblioteca di Amnisia, e tutte le fonti indicavano Kevin come uccisore, e raccontavano che per porre fine alla faida tra le due Dinastie, Wechtigar e Kevin si incontrarono alla presenza del Sommo Sacerdote, e conclusero un Patto, giurando nel nome dei  loro protettori divini, Eclion e Belenos, che per cinquanta generazioni i due popoli non si sarebbero più fatti la guerra»



Il druido si accigliò: «Amnisia è stata sotto il dominio dei Lathear per più di novecento anni! Credi forse che avrebbero lasciato nelle biblioteche una versione che incolpasse Wechtigar il Pio di parricidio? Perché non ti sei rivolto a me, in questa ricerca?»
Marvin sollevò lo sguardo su di lui:
«Perché tu hai promesso a Lady Ariellyn di non raccontarmi nulla sulla stirpe dei Vòrkidian! Tu e lei mi avete sempre nascosto tutto sull'importanza della famiglia di mia madre e sui motivi della sua scomparsa! Lo so che mia nonna vuole proteggermi, ma tu dovevi dirmi qualcosa!»
Halfgan sospirò:
«Ti ho sempre detto che Ariellyn aveva ottime ragioni per impormi il silenzio. Io sono sempre stato d'accordo con lei, perché non volevo che tu subissi la sorte di tua madre! Lilieth era stata mia allieva, era divenuta una sacerdotessa di Ulien, la dea della Luna!



Era stata iniziata ai Misteri, e conosceva gli Arcani Supremi! E cosa gliene è derivato? Solo del male! Niente di buono è mai toccato in sorte a chi volesse conoscere l'esatta versione del Patto!»
Tacquero entrambi. Sapevano che prima o poi quel momento sarebbe giunto, il momento della verità.
Marvin non era più disposto ad accettare segreti o dilazioni. Il suo sguardo era deciso, la sua volontà ferma, la sua risolutezza, incrollabile.



«Io devo sapere! Ormai ho scoperto quasi tutto, e se non mi dirai tutto il resto, lo cercherò a costo della mia stessa vita!»
Il vecchio distolse lo sguardo da lui, fissò un punto indefinito all'orizzonte, come se stesse vedendo un fantasma, e con voce grave, iniziò:
«Neanche se volessi, potrei dirti "tutto il resto", come lo chiami tu. Non è qualcosa di semplice, che si possa improvvisare. Occorre una vita di preparazione a questi sacri Misteri. Nemmeno l'Arcidruido, con tutta la sua saggezza, conosce la verità sul Giuramento di Kevin e sul Patto Supremo! Non ti basta sapere che Kevin non uccise nessuno? Che la stirpe di tua madre non si è macchiata del Crimine? Anche solo questa verità a Lathéna sarebbe considerata eretica. La Sacra Inquirenza ha bruciato vivi migliaia di uomini per molto meno. Vuoi fare la stessa fine? Credi che ad Amnisia non ci siano pericoli? Qualcuno ha tradito tua madre, e quel qualcuno è alle dipendenze della Vedova Nera, l'imperatrice Ellis, o di quel suo eunuco! Altri sono le spie dell'eminenza grigia, il senatore Fuscivàrian. Altri ancora sono emissari della Grande Canonica di Eclion. E infine, ci sono i tagliagole alle dipendenze di un uomo che si fa chiamare "lo Sciancato", e che io ritengo sia stato l'esecutore materiale del rapimento dei tuoi genitori. Ecco la verità! E adesso che la sai, cosa vuoi fare? Sfidare a duello tutto l'Impero Lathear?.»
 Marvin non si lasciò intimidire da quella requisitoria. Era pur sempre un retore, e conosceva le tecniche di persuasione degli oratori:
«Io sono l'ultimo dei Vorkidian, la cinquantesima generazione dall'ultimo Re! Molti guardano a me con speranza. Aspettano un Profeta mezzosangue? Io sono pronto, e non mi sottrarrò al mio dovere»
Halfgan si mise a ridere:
 «Pronto? Ma se non sai neanche tenere in mano una spada! Credi di essere il Profeta? Se tu lo fossi, non avresti bisogno di chiedermi niente! Vuoi la verità? Cos’è la verità? Quid est veritas?Si sono commessi atti atroci in nome di questa parolaTu credi forse che io non provi la tua stessa rabbia, al pensiero della scomparsa di Lilieth, che per me era come una figlia? Ma poi penso a quello che lei ora vorrebbe se fosse qui. Era una donna di pace, non concepiva la violenza, né la vendetta. E anche tuo padre, era un uomo giusto, onesto, che non avrebbe fatto del male a nessuno. L'unico modo per onorare la loro memoria è rispettare ciò in cui credevano più di ogni cosa, e cioè la pace! Loro volevano questo per te, che diventassi un uomo di pace. Per questo ti abbiamo fatto studiare la diplomazia, e non l'uso delle armi. Vuoi forse tradire la loro ultima volontà?»
Marvin tardò a rispondere, poi disse, a bassa voce: «I figli non diventano mai ciò che i genitori vorrebbero. Io posso prometterti solo che sarò prudente. Molto più prudente di mio padre o di mia madre! Ora ho ben chiari chi sono i miei nemici. Li saprò riconoscere, quando entrerò al servizio del Duca di Amnisia. Ma prima, Lady Ariellyn dovrà dirmi quello che tu mi hai taciuto. Chi era mio padre? Cosa ci faceva un Lathear in questo borgo sperduto della Federazione Keltar? Chi è esattamente l'uomo che si fa chiamare "lo Sciancato"?»
Sapeva di avere colto nel segno.
 Halfgan chiuse gli occhi, e a bassa voce recitò una preghiera in lingua keltari antica, e terminò dicendo: «Tutte le tue domande hanno un'unica risposta. In un'unica parola. Un cognome. Ma non sarò certo io a dirti quale».

N.d.A.

Il re Vorkidex dei Keltar è rappresentato da Edmure Tully ne "Il trono di spade" di George Martin ne "Le cronache del ghiaccio e del fuoco".
Marvin Vorkidian è rappresentato da Jon Snow, protagonista di "A game of thrones" in "The song of ice and fire".

mercoledì 8 febbraio 2012

Gothian. Capitolo 8. Ellis e il senatore Fuscivàrian: la Progenie di Eclion.

L’anziano Senatore Sibelius Fuscivàrian, nonno materno dell'Imperatrice Ellis, avanzava a passi brevi e silenziosi verso gli uffici personali della sovrana, con la quale tutte le mattine concordava la linea politica da tenere in Senato assieme ai Lord fedeli alla Corona.
Il nobile clan dei Fuscivàrian era considerato secondo di importanza solo alla stessa Dinastia Imperiale, con la quale aveva stabilito importanti alleanze matrimoniali. 
Sibelius aveva dato in moglie sua figlia Wensy al Principe della Corona, Sephir Eclionner, e da quella unione erano nati  Ellis e  Masrek.
La Principessa della Corona, Wensy Fuscivàrian, era stata molto amata dal popolo, 


perché era l'unica, nella famiglia imperiale, ad avere un cuore buono, e a dedicarsi ad opere di bene e di aiuto verso i bisognosi. Usciva spesso dall'Acropoli e amava passeggiare per la capitale, acclamata dalla gente, cosa impensabile per tutti gli altri componenti della famiglia imperiale.
Dopo la presunta morte del marito Sephir e dell'amatissimo figlio Masrek, Wensy si era gettata dalla finestra di una torre situata a fianco della Piramide, nell'Acropoli.
Suicidio. Quella almeno era la versione ufficiale. 
La  povera Wensy aveva idee pericolose, pensò il senatore passando davanti ad un meraviglioso ritratto di sua figlia.
Una sua eventuale reggenza sarebbe stata un grave pericolo per l'Impero.
 E poi soffriva troppo. Mi era intollerabile vederla in quelle condizioni... 
La morte tragica della Principessa della Corona aveva destato una grande commozione tra i Lathear, che avevano partecipato in migliaia ai funerali.
La principessa del popolo... così l'avevano chiamata in quei giorni.
Sibelius, fingendosi affranto dal dolore, aveva utilizzato persino quella circostanza a vantaggio del suo clan, ed aveva trasformato la tomba di Wensy in un luogo di pellegrinaggio e di devozione verso i Fuscivàrian.
Era stato un  grande successo anche per gli Eclionner.
Dopotutto anche Wensy, rendendosi defunta, ha fatto la sua parte per la maggior gloria della Dinastia imperiale. Ah, che destino curioso: amata da tutti tranne che dalla sua famiglia...
Ellis poteva avere anche qualche valido motivo per essere gelosa del rapporto privilegiato della madre con suo fratello Masrek, ma questo elemento, da solo, senza altre motivazioni politiche, non sarebbe parso accettabile nemmeno al vecchio senatore per giustificare l'odio che ella nutriva verso la madre.
Ellis è un mostro, e l'ho creato io, quel mostro!
Un tempo ne andava fiero.
Il mio personale capolavoro politico... e la mia più grande delusione!
Ancora era incerto su quale sorte decidere per la nipote. Doveva stare molto attento, perché nel gioco del trono tutto dipendeva dalla capacità di saper gestire anche i più  piccoli dettagli.
Sibelius ormai era un maestro in quell'arte.
Non si era limitato a salire al potere. 
Era sgusciato su, furtivo, tra le fessure
         Lo avevano sottovalutato, forse anche per il suo aspetto.
.


Era piccolo e gobbo, e il suo viso volpino poteva ricordare i gargoyle delle cattedrali gotiche.


Aveva molti scheletri nell'armadio, ma la cosa non turbava la sua coscienza.
Non si sentiva in colpa. Tutto ciò che aveva fatto era stato necessario per il bene dell'Impero, e ancor di più per la gloria del dio Eclion e del suo santo Clero.
In nome dello stato e della divinità, talvolta erano necessari dei sacrifici. 
Anche umani!
 Era entrato al servizio dell'imperatore Wechtigar XVI, detto Barbablù ed in breve tempo aveva ottenuto incarichi sempre più importanti, fino a diventare Primo Ministro e persino consuocero del monarca. Aveva dato in moglie l'altra sua figlia, Susan, al nipote dell'imperatore, Ivar, figlio di una delle sorelle di Wechtigar e da quel matrimonio era nato Elner X. 
Ricordava quei tempi con nostalgia.
Ah,Wechtigar sì che era un vero sovrano, amava divertirsi e gozzovligliare! E lasciava a me tutto il resto. Ci intendevamo alla perfezione.
Era stato fin troppo facile, per Fuscivarian, accumulare il potere, mentre Wechtigar Barbablù si abbandonava alla crapula e alle orge. 
Bastava fargli avere una vergine ogni sera...


... e raccoglierne i resti la mattina dopo...
Ma la vera opera d’arte della carriera del Senatore era stato sbarazzarsi dei due eredi legittimi, che lo avrebbero tagliato fuori da ogni incarico di potere. 
Togliere di mezzo Sephir  era stato un azzardo. Era pericoloso assecondare la sua brama di sangue, affidandogli la guida di quella spedizione folle. Bisognava autorizzarlo facendo finta di prenderne le distanze, e tutti ci sono cascati. Solo io ed Ellis sapevamo che non poteva vincere, perché stava violando il Patto, e non poteva più tornare, proprio perché lo aveva violato. 
E poi il Principe della Corona era odiato da tutti, persino da suo padre.
 Tutti sapevano che Sephir era un sanguinario, un sadico torturatore.


E tale è rimasto, anche dopo, anche nell'ombra... sotto falso nome...
Ma quella era tutta un'altra storia, un conto ancora in sospeso.
Devo risolvere un problema per volta. Ed eliminare un Eclionner per volta.
Nella crisi dinastica che era seguita all'anno della Primavera di Sangue, Sibelius era riuscito ad imporre come sovrano il debole e malaticcio Elner X, il marito di Ellis, la quale aveva da poco messo al mondo un figlio, Elner XI.
Dopo soli sette mesi di matrimonio. Troppo pochi per credere che il giovane Elner sia figlio di suo “padre”...dal quale ha ricevuto solo il nome...
Ma quelli erano affari di Ellis, l'importante era sapere che lei era la madre! Da lei veniva il più puro sangue di Eclion, lei era una Principessa del Sangue: così erano chiamate le discendenti dirette e primogenite del divino Arexatan.
Finché Elner X era stato in vita, Ellis aveva operato seguendo i consigli del nonno materno, ma quando anche Elner fu “aiutato a morire”, la nomina di Ellis a Reggente era diventata inevitabile.


Il mio errore più grande…
Fuscivàrian non si dava pace per essere stato così sciocco da credere di poterla manovrare.
Troppo potere si era concentrato nelle mani dell’Imperatrice Vedova, che aveva cercato di rendersi più autonoma “promuovendo” Sibelius alla Presidenza del Senato, in modo da sostituirlo nella guida del Governo con un certo Rowland Tucker, un burocrate a lei fedelissimo.
Tucker era una nullità.
E lei lo ha scelto proprio perché è una nullità!
Un signor nessuno come primo ministro le andava benissimo: non le aveva mai fatto ombra, non aveva mai osato disobbedirle.
Ogni volta che si ricordava di come era stato ingannato da sua nipote, Fuscivarian veniva colto da una fredda rabbia interiore e da uno sconfinato desiderio di vendetta e di riconquista del potere.
 Nel frattempo, dallo scranno più alto del Senato Imperiale, il vecchio politico si era dovuto barcamenare in una posizione di precario equilibrio tra le varie fazioni, cercando di organizzare attorno a sé un ampio consenso, che un giorno gli sarebbe tornato utile. Per diciassette anni aveva tessuto nell’ombra la sua rivincita, e sentiva che il momento in cui avrebbe di nuovo controllato il Trono era vicino.
Ellis doveva essere eliminata.
Non basta mandarla in convento, devo ucciderla, come ho fatto con sua madre! 
Aveva creato lui quel mostro, ed ora doveva distruggerlo.
Era necessario, così come era stato necessario togliere di mezzo gli altri Eclionner.
Ma non sarebbe stato facile. Ellis non era come gli altri. Lei era la Vedova Nera!
Se la ricordava da bambina, molto vivace e caparbia, gelosissima del fratello.
Era stato facile far leva su quel sentimento.
Mi è bastato farle notare come tutti, in famiglia, amassero solo Masrek e non tenessero in minima considerazione lei.
Crescendo, la principessa Ellis aveva imparato a mascherare la sua rabbia dietro ad un’immagine di falsa modestia e di simulata innocenza.


Come sapeva apparire dolce e ingenua, la piccola Ellis, quando era adolescente!
Sapeva tenere a bada i suoi difetti e le sue debolezze, e Sibelius aveva sottovalutato sia l'astuzia che la rabbia che covavano dentro di lei.
Ma c'è stato qualcosa di più! E questo qualcosa sarà la sua rovina, perché chi ama il potere non deve amare nient'altro e nessun altro!
Sibelius aveva incominciato a sospettare qualcosa il giorno in cui Ellis aveva sposato Elner X, poco prima che Masrek raggiungesse il padre Sephir ad Elenna sul Dhain, nell'anno della Primavera di Sangue..
L’orchestra suonava una musica triste, per accompagnare una danza tipica delle assolate regioni del Sud, e nell’udire quelle note malinconiche Ellis si era improvvisamente incupita. Stava guardando fissamente Masrek, che per mostrarle la contrarietà a quel matrimonio, aveva ballato tutto il giorno con una loro coetanea Il Senatore aveva riso di lui e di tutta quella sceneggiata. E in quel momento era avvenuto l'incredibile: Ellis gli aveva detto una cosa sorprendente, l'unica affermazione sincera di tutta la sua vita: «Non ridere! Non si deve ridere mai dell’amore, in nessuna delle sue manifestazioni…».
In quel momento Sibelius aveva capito il punto debole di Ellis, quello che l'avrebbe trascinata prima o poi alla rovina.
Masrek! Lui è il suo punto debole! Ed il tempo per colpire è arrivato. La Vedova Nera va schiacciata come un insetto!
Giunto nell’anticamera dell’ufficio privato dell’Imperatrice, il vecchio fece un rapido cenno alle guardie affinché lo annunciassero.
Quando Sibelius entrò in quella stanza buia che esalava aromi di cera e di incenso, Ellis non lo degnò nemmeno di uno sguardo e continuò a scribacchiare incomprensibili appunti su un papiro, al lume di una lampada azzurra. Faceva sempre così quando era particolarmente nervosa.
Non lo guardò e non lo invitò a sedersi.
«Mia cara nipote...» esordì Fuscivarian, ma fu subito interrotto.
«Quando mi chiami così so che devo preoccuparmi…» 
L'Imperatrice aveva detto quelle parole senza sollevare lo sguardo. Il vecchio mantenne la calma:
«Mia dolce Ellis, sono diciassette anni che governiamo l’Impero insieme e...»
Lei lo interruppe di nuovo: «Ed è ora che tu vada all'inferno!»
Il senatore non si lasciò provocare:
 «Mi dici questo solo perché ritengo necessario il matrimonio…»
A quel punto lei si alzò di scatto e lo fissò con aria annoiata:
«Non ci sarà nessun matrimonio»



Notando l'aspetto tetro e scarmigliato della nipote, Sibelius vide per la prima volta in lei i segni della stanchezza.
Provò quasi pena e sentì di doverle almeno un avvertimento:
«Non ti conviene metterti contro di me, Ellis».
L’Imperatrice restò impassibile: «Stavo per darti lo stesso consiglio. Credi che non conosca le trame dei tuoi leccapiedi? So a memoria i nomi di chi mi ha tradito, e posso garantirti che al minimo tentativo di ribellione li farò impalare vivi davanti alle porte dell'Acropoli!»
Sibellius si chiese fino a che punto fosse realmente informata: «Ti fidi troppo del tuo eunuco!»
La sovrana rise: «Lui dice che mi fido troppo di te… non è divertente? »
La faccia del vecchio senatore era diventata grinzosa come il tronco di un pino: «Ellis, io faccio appello alla tua razionalità. Questa opposizione contro Alienor è una sciocchezza da adolescente!»
Si era aspettato un’esplosione d'ira da parte di lei, e invece la Reggente rimase impassibile.
Quel silenzio preoccupò Fuscivarian molto più di quanto avrebbe fatto una sfuriata: «Ellis, mi stai ascoltando?»
L'imperatrice, sempre più seria, sussurrò: «La Progenie del Sole non dovrà unirsi con quella delle Nevi fino alla cinquantesima generazione dal divino Arexatan»
Fuscivarian capì: «Se quello che temi è una violazione dell'Antico Patto, basterà attendere pochi mesi e allo scadere del Millennio, Elner potrà sposare chi vuole!»


«Dimentichi che Elner appartiene alla cinquantesima generazione, quella più pericolosa! Il Millennio scadrà solo con la generazione successiva...»
Il senatore la fissò con sguardo di rimprovero: «Questa interpretazione è minoritaria! Il termine "generazione" va inteso come periodo di venti anni!»
«Ti sbagliLe parole del Giuramento vanno rispettate alla lettera!»
Fuscivarian ridacchiò: «E da quando in qua tu rispetti i giuramenti? »
Ellis rispose con solennità: «C’è un unico Giuramento che conta! Così mi insegnò Padre Izùmir Mollànder, il mio precettore, che adesso è Priore della Grande Canonica»
Sibelius era legato ai Cardinali e al Sommo Sacerdote, e non vedeva di buon occhio il potere della Grande Canonica: «Mollander è un eretico! Il cardinale Arenga lo farà presto bruciare al rogo!»
 «No, Sibelius! Io non lo permetterò! Mollander è un potente esorcista, e conosce la demonologia meglio di chiunque altro. Mi ha servito bene e ho bisogno di lui, ora più che mai!»
Il vecchio inorridì: «Demonologia? Stai forse insinuando che Eclion sia un demone?»
Il viso di Ellis rimase impassibile: «Eclion è adirato... abbiamo avvelenato due imperatori, la sua Progenie! Abbiamo rinnovato il Crimine del figlio di Arexatan! »
Fuscivarian inarcò le sopracciglia: «Questa leggenda è blasfema! Wechtigar I il Pio non uccise Arexatan! Fu Kevin Vorkidian che si macchiò del Crimine!»
«Chiunque sia stato ad uccidere Arexatan, non cambia la nostra responsabilità nella morte dei suoi ultimi discendenti… Eclion si sente tradito, e pretende che paghiamo il prezzo del sangue…non possiamo correre il rischio di una sua reincarnazione!» la voce di Ellis era quasi impercettibile.
Fuscivarian rimase atterrito. La sua fede in Eclion vacillava.
E se fosse vero? Se fosse un demone? 
Dopotutto gli Eclionner erano stati uno peggio dell'altro, una dinastia di pazzi sanguinari.
Ellis ed io ne abbiamo eliminati tre! Che cosa abbiamo scatenato? Chi potrebbe risvegliarsi nel corpo di Elner XI, il cinquantesimo discendente, nato da un incesto tra fratelli carnali?
L’Imperatrice approfittò di questo suo smarrimento per tornare al suo tono autoritario: «Ora capisci perché Alienor va eliminata? Ho già incaricato i nostri referenti di prendere contatto con la dama di compagnia, Lady Marigold di Gothian. So per certo che è caduta in disgrazia presso la corte di Alfarian, ed anche ad Elenna è stata pesantemente offesa. Sarà facile farla passare dalla nostra parte. Ora che sai come stanno le cose, torna in Senato e cerca di far rinsavire i ribelli. Digli che la fanciulla degli Alfar non metterà mai piede nell’Impero. Il suo destino è segnato, così come lo è stato quello di tutti coloro che si sono messi contro di me!»
Fuscivarian annuì, suo malgrado, e si inchinò in segno di congedo, lasciando con sollievo l’atmosfera tetra di quella stanza, dove la Vedova Nera aveva riportato la sua ennesima vittoria.


N.d.A.

La principessa Wensy Fuscivarian è rappresentata nel ritratto dell'imperatrice Sissi (Elizabeth von Wittelsbach) sovrana dell'impero Austro-Ungarico.
Il senatore Sibelius Fuscivarian è interpretato da Ian McDiarmid, l'imperatore Palpatine di Guerre Stellari, Star Wars.
Sephir Eclionner è rappresentato in questo capitolo da un ritratto del principe Vlad Tepes Dracula di Valacchia.
Ellis Eclionner è interpretata da Daniela Amavia nel ruolo di Alia Atreides in "Children of Dune" e da Eva Green nel ruolo di Morgana in "Camelot".
Il demone Eclion è mostrato nella forma del Re Sole nel film "Le roi danse".

martedì 7 febbraio 2012

Gothian. Capitolo 7. Alienor e Marigold: fantasmi dal passato

Alienor era stata accolta trionfalmente ad Elenna sul Dhain, con tutti gli onori che spettavano al suo rango. Il governatore della città, Lord Hubert Laendrics di Udsen, un fedelissimo di suo padre, l'aveva accompagnata fino al Palazzo Reale, divenuto ormai sede del governo cittadino.


Alienor c'era stata soltanto una volta, in precedenza, durante un viaggio diplomatico del padre, alcuni anni prima, e se n'era innamorata. Aveva chiesto a suo padre perché dovevano abitare ad Alfarian, quando ad Elenna avevano un palazzo molto più bello. Kerelik le aveva risposto senza mezzi termini che lì non sarebbero stati al sicuro e non ne aveva più voluto parlare. In quell'occasione Alienor aveva fatto amicizia con la famiglia di Lord Hubert, in particolare con sua moglie, Ingrid, una donna molto bella e gentile e con suo figlio Gahel, un giovane cavaliere per il quale si era presa un'infatuazione.
Incontrarli di nuovo era stato inizialmente molto piacevole, perché Ingrid aveva organizzato un'accoglienza in grande stile. Ser Gahel si era comportato molto bene, ma il suo atteggiamento era cambiato quando aveva visto Marigold. Da quel momento non aveva più tolto gli occhi di dosso alla Dama Gialla.
La cosa non piaceva affatto alla principessa, la quale, per prendersi una rivincita, si presentò alla cena ufficiale vestita come una regina. Aveva chiesto espressamente che le venisse portata come sedia quella del re, che era conservata per le grandi occasioni. Con questo aspetto più regale, e più maturo, era riuscita a suscitare finalmente l'attenzione dei commensali, ma non di Ser Gahel.


Per cercare di attirare l'attenzione, si rivolse al governatore, che stava all'altro capo della tavola:
<<Lord Hubert, è vero che mio padre trascorreva qui tutte le estati, prima che io nascessi?>>
Era una domanda retorica, ma il suo scopo era dirigere la conversazione come una vera sovrana.
Lord Hubert rispose con molta cortesia:
<<Certamente, Vostra Altezza! All'epoca vostro padre era ancora il principe ereditario, e amava questa città più di qualunque altro luogo al mondo. Ma erano altri tempi, mia principessa, tempi di pace e di sicurezza>>
Alienor sorrise, perché si era aspettata una risposta del genere e aveva in serbo la vera domanda: <<Ritenete che la città di Elenna non sia più sicura?>>
A quel punto l'attenzione dei commensali era tutta concentrata su di lei e sul governatore.
Marigold fingeva di essere molto impegnata a sezionare una fetta di vitello al sangue.
Lord Hubert si fece serio: <<Altezza, voi sollevate una questione molto delicata. La sicurezza di Elenna è la mia primaria responsabilità, e posso dire che la città non si farà più prendere alla sprovvista, come diciassette anni fa, durante la Primavera di Sangue>>



<<E allora perché, secondo voi, mio padre non ci viene più? Se è vero che siete il suo migliore amico, saprete bene le sue motivazioni>>
Lord Hubert le indirizzò uno sguardo severo, ma la cortesia lo obbligava a rispondere: <<Voi sicuramente sapete che io e vostro padre eravamo qui, il giorno in cui Sephir Eclionner e le sue legioni cinsero d'assedio Elenna. Vedemmo arrivare le navi, mentre le mura a sud già erano circondate dai Lathear, pronti a tutto per saccheggiare la capitale del nostro regno. Kerelik  fece subito accendere il fuoco nella torre del faro, per segnalare il pericolo alle roccaforti sulle colline. Sapeva che i rinforzi ci avrebbero messo almeno un giorno ad arrivare, e per questo, sebbene fosse ancora un ragazzo, organizzò una difesa esamplare. Si batté come un leone, senza risparmiare energie. Quando finalmente arrivarono le truppe di vostro nonno e del Conte di Gothian, vostro padre era stremato. Era stato ferito ed aveva la febbre, e nonostante questo volle partecipare alla battaglia decisiva. Lo spettacolo a cui assistemmo era già terribile di per sé, ora immaginate come poteva esserlo nel delirio della sua febbre. Egli vide, o forse credette di vedere, qualcosa che lo sconvolse, qualcosa di terribile, che da allora divenne come un'ombra sulla sia vita. Ma vi prego di non chiedermi altro...>>
<<Padre!>> intervenne a quel punto Ser Gahel <<non potete tirarvi indietro proprio adesso che ci avete incuriositi!


Cosa vide re Kerelik? Vi avrà pure accennato a qualcosa?>> e piantò gli occhi sul padre con aria decisa.
Lord Hubert fissò prima il figlio, poi la principessa e infine il suo sguardo cadde su Marigold di Gothian, l'unica commensale che teneva lo sguardo fisso sul piatto.
<<Non sono autorizzato a rispondere. Un dovere di discrezione mi impone il silenzio. Ma la Contessa di Gothian qui presente potrebbe forse chiarire alcune cose che io stesso vidi e non riuscii a spiegarmi>>
A quel punto Marigold alzò lo sguardo e lo puntò sul governatore di Elenna:


<<Non so come potrei esservi utile, Lord Hubert, dal momento che mi trovavo a Gothian, quel giorno>>
<<Voi sì, ma vostro marito ha combattuto a fianco di Kerelik>>
<<Certo, e gli ha anche salvato la vita! Kerelik non avrebbe dovuto combattere in quelle condizioni, si reggeva in piedi a malapena, mi è stato detto>>
Lord Hubert annuì: <<E vi è stato detto chi tentò di ucciderlo?>>
Marigold mantenne lo sguardo fisso su di lui: <<Non è un segreto! Fu Sephir Eclionner in persona! E mio marito lo uccise!>>
E qui Lord Hubert scosse lentamente il capo, e poi sollevò l'indice della mano destra e lo fece oscillare lentamente ai lati: <<No, milady, non è quello che io ho visto...>> aveva le pupille dilatate e pareva come stregato <<Il Conte Fenrick duellò con Sephir Eclionner, e lo ferì gravemente a una gamba, ma non lo uccise. Quando era sul punto di sferrargli il colpo mortale, si fermò improvvisamente, con lo sguardo rivolto al cielo. Poi chiamò a raccolta alcuni Albini, che coprirono la visuale. Io non so che cosa accadde dopo, perché dovetti combattere ancora, ma so per certo che il cadavere di Sephir Eclionner non è mai stato trovato!>>
Marigold non batté ciglio e replicò con voce ferma: <<Quasi cinquemila Albini sono morti per salvare questa città e questo regno! E invece di essere ricordati come eroi, sono oggetto di denigrazione!>> e poi si voltò e guardò tutti i commensali ad uno ad uno, compresa Alienor, che si era enormemente pentita del vespaio sollevato con la sua inopportuna domanda. E poi si fermò su Ser Gahel, e gli disse: <<Immagino che voi sareste pronto a dare la vita per la salvezza di questa città, ma non illudetevi di essere ricordato con onore. Avete visto e sentito come Elenna tratta i salvatori della patria!>>
Detto questo si alzò, sbatté il tovagliolo sul tavolo e se ne andò.
Ser Gahel la seguì, chiedendole scusa a nome del padre, ed entrambi scomparvero dalla sala. Le loro voci svanirono lentamente.
Alienor vide che Lord Hubert era come inebetito.
I commensali borbottavano tra loro, commentando la scena.
Ingrid, a fianco a lei, le sussurrò: <<Io so cosa guardava il Conte Fenrik... c'era un demone che aleggiava su Sephir, che impartì degli ordini che non potevano essere ignorati.



Il Conte di Gothian si inchinò, lo ascoltò e poi fece portare Sephir in salvo dai suoi Albini, verso sud, verso la Selva Nera>>
<<Come potete credere a una cosa simile? Ci sono testimoni?>>
Ingrid sospirò: <<Ce ne sono molti, e hanno visto anche molti altri eventi inspiegabili. Sono accadute cose ben peggiori da allora... quegli Albini... le loro tombe... erano...>>

<<Ora basta!>> tuonò Ser Hubert <<Sono solo leggende! La verità, mia principessa, è che eravamo tutti troppo sconvolti, quel giorno. Chi è sopravvissuto a quella battaglia ha portato dentro di sé il ricordo di orrori indicibili, è stato perseguitato dagli incubi! Ognuno di noi porta con sé i suoi fantasmi. Quisque suos patimur manes. E questo ha creato leggende nere, ha fatto nascere dicerie e che hanno ingiustamente oltraggiato il Conte di Gothian la memoria dei caduti Albini. Vogliate porgere le mie scuse alla Contessa Marigold, io... io sono desolato per quello che ho detto>>
Ma più che desolato appariva molto impaurito.
Alienor si voltò verso Ingrid, la quale con l'indice sulla bocca le fece segno di tacere, e poi lo roteò, come per rimandare al giorno dopo il resto del discorso..

Ma la mattina dopo Ingrid non si presentò a colazione. Ser Hubert si scusò dicendo che la moglie era indisposta. Ser Gahel si mostrò invece particolarmente gentile e allegro, e promise ad Alienor che l'avrebbe scortata nel viaggio. Questa notizia le diede un leggero sollievo, dopo una notte insonne e spaventosa. Persino Marigold appariva tranquilla e serena come se nulla fosse successo.

Eppure qualcosa è successo, fu il pensiero di Alienor mentre assisteva ai preparativi per la partenza. Il viaggio sarebbe proseguito per nave lungo il Dhain, quel fiume enorme che era stato tinto di porpora, una primavera di diciassette anni prima.


N.d.A.

Il palazzo di Elenna sul Dhain è St. James Palace di Londra.
Alienor di Alfarian è Tamzin Merchant nel ruolo di Catherine Howard ne "I Tudor", "Tudors".
Lord Hubert Laendric di Hudsen è Ser Kevan Lannister.
Lady Marigold di Gothian è Cersei Lannister.
Ser Gahel è Jaime Lannister. Dai romanzi di George Martin.
Il demone è rappresentato da una immagine del film "Le roi danse" e rappresenta Luigi XIV.

lunedì 6 febbraio 2012

Gothian. Capitolo 6. La Contea di Keltar-Senia.


Il borgo dei Keltar della stirpe Senia era un piccolo villaggio di campagna, composto da un centinaio di fattorie con al centro la tenuta della Contessa, Lady Ariellyn Vorkidian, costruita secondo gli standard dei manieri, con pietra scura e una corte interna. 


Da secoli la famiglia Vòrkidian cercava di abbellire in qualche modo quella terra fangosa strappata alle paludi con opere continue di bonifica e canalizzazione
Lady Ariellyn Vorkidian, lo governava con saggezza, per conto del Duca di Amnisia. 
Ariellyn era una tipica Keltar, dai capelli col rame e ondulati, e nonostante avesse superato i cinquant'anni, si presentava con un aspetto molto giovanile.

Nonostante fosse l'unica ad avere il diritto di reclamare l'eredità del trono dei Keltar, Lady Ariellyn aveva preferito condurre una vita ritirata e modesta, soprattutto dopo la misteriosa scomparsa della figlia Lilieth, la madre di Marvin.
A chi le ricordava il lignaggio regale del nipote, Lady Ariellyn si schermiva, dicendo che ormai quella stirpe era spezzata, e che Marvin non era erede di nulla di rilevante. Se poi qualcuno le muoveva delle critiche per averlo fatto crescere in campagna, quasi come un selvaggio, lady Ariellyn dichiarava che : Un’infanzia a contatto con la terra, ancorato alla terra, con le radici che sprofondano nella terra, ha reso forte la sua personalità. Nessuna crisi è arrivata a scalfirlo” 
 All compimento dei sesto anno, Marvin era stato comunque condotto ad Amnisia, la città lagunare, per incominciare gli studi che lo avrebbero condotto a diventare retore presso la cancelleria del Duca Gallrian de Bors.
Ogni estate il ragazzo tornava comunque al villaggio, dove oltre alla nonna, lo attendevano gli amici d'infanzia e il suo primo maestro, il druido Halfgan.
Era una giornata calda di metà luglio quando anche quell'anno Marvin si era messo in viaggio per  tornare nella terra dei suoi avi.
Aveva percorso a dorso di mulo la Via Orientale, una antica strada dal selciato in pietra, costruita dai Lathear secoli prima e da loro mantenuta pulita e agibile, con stazioni di rifornimento e alloggio ogni venti miglia. 




I Lathear erano insuperabili in quanto a opere di ingegneria civile e idraulica.
Partendo dal porto di Aminsia, la Via Orientale si dirigeva verso sud e fiancheggiava a est la Pineta di Protezione, piantata dai Lathear per consolidare la spiaggia, e a ovest la Palude Senia, un grande bacino di acqua dolce, in parte drenata dal Fossato Grande, il più imponente canale di scolo di tutto il Ducato. 
Si vedevano le folaghe volare a stormi sulle paludi, e gettarsi nell’acqua ricca di pesci. 
I canneti e la vegetazione spontanea erano rigogliosi. 
Alla gente non piacevano quei luoghi, mentre Marvin sarebbe stato ore a contemplare quella natura selvaggia. 
La mia terra… mia nel senso che io ne faccio parte, non nel senso che la possiedo.
Una volta oltrepassato il ponte sul Fossato Grande, incominciavano i campi coltivati. 
La civiltà banalizza il paesaggio
Eppure bisognava dissodare quei terreni fangosi, se si voleva avere di che vivere. 
La Via Orientale costeggiava l’amatissimo Fossato Piccolo, da cui arrivava il drenaggio alle terre del Borgo, e delle colline sovrastanti. 
Presso il Borgo la Via Orientale incrociava la Via del Mare, che univa la Colonia Fluvia dei Lathear, a Senia Marina, le cui saline portavano molte ricchezze nelle casse del Duca di Amnisia. 
Dopo ‘incrocio, la Via Orientale continuava verso il Sud fino alla Sublime Porta della Grande Muraglia, varcate le quali diventava una vera strada imperiale, meglio pavimentata e curata, che si dirigeva per oltre mille miglia verso il meridione e l’Istmo di Lathéna, dove gli Oceani quasi si toccavano, nel cuore dell’Impero Lathear 
Il Borgo di Keltar-Senia era nato come insediamento agricolo dei Keltar presso il luogo strategico dell’incrocio tra le due strade, dove c’era il ponte sul Fossato Piccolo, valicato il quale Marvin prese un piccolo sentiero che conduceva alla tenuta di sua nonna. 
Poiché Lady Ariellyn non aveva più fratelli viventi, il titolo feudale era passato a lei, assieme al diritto di trasmettere il proprio nobile cognome ai figli e ai nipoti
I Vorkidian potevano vantare una discendenza altrettanto prestigiosa di quella degli Eclionner, ma al contrario di questi ultimi, erano molto decaduti sia in termini di potere che di prestigio e di denaro, nonostante gli sforzi della Lady di risollevare le sorti della famiglia e della tenuta. 
Come sempre Ariellyn aveva raggiunto il villaggio alcune settimane prima, all’inizio dell’estate, per sistemare l’antica villa, che, dopo la lontananza dei padroni nei mesi freddi, aveva sempre bisogno di lavori e migliorie per essere resa pienamente abitabile. 
Il druido Halfgan, amministratore della fattoria di Ariellyn, risiedeva nelle vicinanze con il discepolo Gwydion, e controllava la proprietà durante l’inverno, per poi aiutare la proprietaria nel dirigere i lavori di manutenzione annuale. 
In genere, quando Marvin arrivava, a metà luglio, i lavori erano terminati e la villa era di nuovo in condizioni discrete, e così fu anche quell’anno. 
Nel varcare i cancelli d’ingresso del podere, il giovane provò un senso di gioia, di sollievo e di protezione, nel ritrovare intatto il paesaggio abituale della sua infanzia. 
La proprietà era delimitata da piccole mura con inferriate e da una grande siepe, tranne che nel lato orientale, dove il confine era rappresentato dall’argine del Fossato Piccolo.



Le mura circondavano il giardino esterno della villa, che era boscoso e quasi selvaggio, mentre il cortile interno, su cui si affacciavano anche le abitazioni dei contadini, con i capannoni per il fieno, le stalle, i porcili e i pollai, era un’ampia aia, ricoperta di un prato sempre ben falciato, dove le galline razzolavano e i conigli brucavano l’erba
Questa corte era collegata al giardino esterno per mezzo di un portone, che di giorno rimaneva aperto in modo che uomini e animali potessero entrare e uscire liberamente dall’aia. 
Le fortificazioni erano state rese necessarie dopo l'anno della Primavera di Sangue, in cui il maniero dei Vorkidian era stato usato come rifugio per la popolazione minacciata dagli scontri tra i Lathear e gli Alfar
I primi ad accorgersi dell’arrivo di Marvin, come sempre, furono i cani, che lo conoscevano fin da quando era bambino e si ricordavano benissimo di lui nonostante i lunghi mesi di assenza, aiutati nel ricordo dalle cibarie che il giovane portava con sé proprio per loro. 



La sua voce e il richiamo del cibo fece accorrere ben presto anche la colonia di gatti che viveva presso la villa, i cui componenti discendevano tutti da un’unica gatta che era appartenuta ad Ariellyn quando Marvin era bambino, e i cui cuccioli, per sua volontà, erano stati tutti lasciati vivere e nutriti a spese della Lady, che d’inverno lasciava questo compito al druido Halfgan, anch’egli amante dei gatti. 
Non a caso l’arrivo della colonia dei felini fu seguito da quello del vecchio Halfgan,. L’anziano druido aveva una lunga barba e indossava un abito scuro. Procedeva appoggiandosi ad un nodoso bastone ricavato dal ramo di una quercia e con l’altra mano salutava il giovane a cui voleva bene come a un figlio. 


Appena lo vide, Marvin gli corse incontro e lo abbracciò. Il druido era stato l’unica figura paterna della sua vita, e gli voleva bene così come ad Ariellyn. 
«Come stai, Halfgan? » 
«Tiro avanti, con l’aiuto degli Dei e della natura, anche se ormai sono più di settanta le primavere che questo vecchio corpo ha passato» 
«Vorrei poter arrivare io alla tua età con la tua salute! » 
«Oh, spero per te che farai di meglio! L’umidità di questi luoghi mi è penetrata nelle ossa» 
«Allora in agosto verrai con me e la nonna a Senia Marina a camminare lungo la spiaggia» 
«Vedremo… » non pareva molto convinto, e infatti ogni anno accampava scuse pur di evitare il soggiorno nel capanno che Ariellin possedeva a Senia Marina. 
«Piuttosto, Marvin, devo complimentarmi con te per il diploma di retore! So che hai avuto un’ottima valutazione» 
«Ti ringrazio. Ma esami sono stati duri, e sono molto stanco» 
«Qui avrai modo di riposarti. E se ne avrai voglia, mi racconterai le cose nuove che hai appreso» 
«Molto volentieri, anche se, come ben sai, tutto ciò che mi hanno insegnato ad Amnisia è basato dei dogmi della religione Lathearica» 
«Ah, figliolo, non voglio che tu ti metta contro il Clero di Lathéna. Devi nascondere il tuo scetticismo, altrimenti questo finirà per nuocere al tuo lavoro, quando sarai al servizio del Duca» 
«Fino ad oggi ci sono riuscito, ma non sai quanto mi costa» 
«Posso immaginarlo. Ma purtroppo non hai scelta: il potere del Clero di Lathéna è ancora enorme, soprattutto ad Amnisia, dove la dipendenza dall’Impero è rimasta molto forte» 
«Meno forte che in passato, comunque. I rapporti tra il Duca e l’Imperatrice Reggente si stanno deteriorando. Pare che Gallrian voglia ospitare la principessa Alienor, quado farà tappa ad Amnisia nel suo viaggio verso Lathena.» 
«Uhm…» Halfagan si accigliò, come sempre quando sentiva nominare l’Imperatrice Ellis «Gallrian è sempre stato un uomo ambiguo. Gli piace fare il doppio gioco. Quanto a Ellis... non è il momento adatto per parlarne... poi mi racconterai tutto a tempo e luogo, ora vai a salutare tua nonna, che sta arrivando» 
Ariellyn era appena uscita dal portone dell’aia e camminava con compostezza verso di loro. 
Era ancora una donna molto giovanile, alta, snella, con il portamento eretto e la vita sottile, il volto magro e asciutto, la pelle chiara, gli occhi di un verde luminoso e i capelli che conservavano ancora il colore fulvo ramato, tipico delle donne dei Keltar. 
Nonostante avesse perduto da anni il marito e la figlia, Ariellyn non aveva mai mostrato segni di debolezza o di cedimento: aveva sempre saputo cavarsela in ogni situazione, ed era stata in grado di superare con successo le più dure avversità. 
Lo ha fatto per me. Pensò Marvin. Si è fatta forza per non farmi mancare nulla… 
Lei e Hafgan erano tutta la sua famiglia, ed avrebbe voluto che fossero eterni, che non invecchiassero mai. 
E lì, nel giardino della villa di Keltar Senia, per un attimo egli si illuse che il tempo non fosse mai passato e che veramente la nonna e il druido fossero rimasti esattamente com’erano quando lui era bambino. L’illusione durò qualche breve momento, poi però fu impossibile evitare di notare quanto Halfgan si fosse incurvato e indebolito, e quanto Ariellin fosse più magra ed esile, come se qualcosa la stesse lentamente prosciugando. Inutile far finta di nulla: il tempo stava passando per tutti, anche nel paesaggio immobile di Keltar Senia. 
«Hai fatto buon viaggio? » gli chiese sua nonna, dopo averlo abbracciato. 
«Sì, anche se mi hanno divorato le zanzare come al solito» 
«Si fanno più aggressive di anno in anno» notò Ariellyn 
«Sono le navi che fanno scalo ad Amnisia a portare le larve di zanzare più cattive dal sud» dichiarò il druido «e questo ha causato il diffondersi delle febbri verso cui nemmeno noi siamo vaccinati» 
«Beh, la gente della mia Contea è comunque molto robusta» concluse la Lady: «Sono secoli che le zanzare tentano di farci estinguere senza riuscirci! » 
Si diresse verso il mulo, che brucava pazientemente l’erba all’ombra degli alberi: «Su, Marvin, aiutami a scaricare questi bagagli e a portare il mulo nella sua stalla» 
Ariellyn non si era mai tirata indietro di fronte ai lavori pratici. Preferiva fare le cose importanti personalmente, per controllare che tutto si svolgesse in modo corretto. 
Halfgan aveva raccontato a Marvin com’erano altezzosi i genitori di Ariellyn e come si erano opposti al fatto che la loro unica figlia sposasse un uomo del villaggio. Ma era destino che nella sua famiglia i matrimoni fossero contrastati dalle famiglie, poiché la stessa Lady aveva disapprovato l’unione di sua figlia Lilieth con Rekormas Roth. 
Ma quello era un argomento tabù: qualunque domanda egli facesse a sua nonna o al druido riguardo ai suoi genitori, subito calava un muro di silenzio e di imbarazzo che non c’era modo di far cadere. Eppure lui avrebbe voluto sapere tutto dei suoi: era come se una parte di lui gli fosse stata rubata e tenuta nascosta per tanti anni. C’erano dei segreti talmente dolorosi e gravi che tutti si rifiutavano di parlare. Era come se dal libro della sua vita avessero strappato le prime pagine, o forse tutto l’intero prologo e anche il primo capitolo. 
Come posso capire chi sono, se non so nemmeno com’erano coloro che mi hanno messo al mondo
Aveva solo vaghi ricordi di sua madre.



Nemmeno sotto tortura sua nonna avrebbe rivelato qualcosa. Halfgan invece non sapeva tutto, ma era probabile che avesse intuito o scoperto nelle sue “visioni” qualcosa che non doveva essere assolutamente divulgato. 
Ma cosa? Cosa mai hanno potuto fare di così grave i miei genitori?
Col tempo aveva rinunciato a tornare sull’argomento, eppure aveva giurato a se stesso che un giorno a avrebbe scoperto da solo tutto ciò che aleggiava attorno a quel mistero. 
«Su Marvin, non restare lì impalato, porta quel mulo nella stalla! » gli gridò Lady Ariellyn che già stava entrando nell’aia con in mano alcune borse di bagagli del nipote, seguita dal curvo e zoppicante Halfgan. 
Sono a casa, pensò Marvin con un senso di profonda serenità, mentre il sole tramontava sulle colline in lontananza e le rondini compivano le loro acrobazie sul cielo dal colore di rosa.

N.d.A.

In questo capitolo lady Ariellyn Vorkidian è interpretata da Caroline Goodal nel ruolo di Igraine Pendragon, ne "Le nebbie di Avalon", tratto dal romanzo di Marion Zimmer Bradley.
Marvin Vorkidian è interpretato da Jon Snow, protagonista de "Il trono di spade", "A game of thrones" di George Martin, da "Le cronache del ghiaccio e del fuoco", "A song of ice and fire".