Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
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giovedì 18 ottobre 2012
Gothian. Capitolo 102. Marigold affronta Sephir Eclionner
L'umore di Marigold di Gothian, imperatrice dei Lathear, era decisamente peggiorato negli ultimi giorni, e questo malessere interiore era percepibile anche dal suo volto, sempre più cupo e stanco, e dal suo abbigliamento non più così lucente come un tempo.
La mia magia sta declinando. Solo se riuscirò a siglare un Nuovo Patto potrò tornare a godere dell'immortalità e dell'eterna giovinezza.
Il piano prevedeva che Elner fosse ucciso in guerra e che Marvin diventasse il suo prossimo marito, ma su questo ultimo punto quasi tutti erano contrari, compreso l'interessato.
Quel ragazzo insolente! Se vorrà salvare sua madre, dovrà scendere a patti con me!
Avere Lilieth Vorkidian e Alienor di Alfarian come prigioniere era l'unica vera garanzia di salvezza per la ormai ex Dama Gialla.
Ma c'erano dei pericoli incombenti: lo spettro di padre Mollander, le trame dell'eunuco Bial e soprattutto le pressanti insistenze di Sephir Eclionner, che voleva siglare con lei il Nuovo Patto, e sposarla.
Il vecchio principe della corona, per quanto sofferente alla gamba destra, deturpata dalle ferite infertegli dal Conte Fenrik di Gothian presso Elenna sul Dhain, nell'anno della Primavera di Sangue, era ancora un uomo vigoroso e volitivo, anche dal punto di vista sessuale.
<<Sposami, Marigold!>> le aveva detto <<Ed uniremo insieme le forze di Eclion e di Atar, in un Nuovo Patto, per fondare una nuova Dinastia imperiale, e donarti una nuova immortalità!>>
L'imperatrice non aveva alcuna intenzione di assecondarlo:
<<Attualmente sono sposata con tuo nipote Elner e sono interessata all'altro tuo nipote, Marvin. Tu sei troppo vecchio e storpio per i miei gusti, è meglio che te ne faccia una ragione!>>
Sephir non l'aveva presa bene:
<<Ho il controllo dell'esercito! Potrei detronizzarti oggi stesso!>>
La minaccia cadde nel vuoto:
<<Ed io ho ancora una magia sufficiente per incenerirti con un solo gesto, come ho fatto con padre Mollander!>>
Sephir considerò la minaccia. Era reale, e per di più egli non aveva i poteri da negromante del vecchio Priore, il cui fantasma continuava ad aggirarsi nella reggia di Lathena.
<<Marvin non accetterà mai di sposarti, nemmeno se minaccerai di uccidere Lilieth ed Alienor. Sarebbero loro stesse, per prime, a supplicarlo di non scendere a patti con te>>
Marigold ripensava a quella conversazione e rabbrividiva, seduta nel buio della sala del trono.
Era stato un errore parlare a Sephir di quell'argomento, soprattutto quando aveva toccato il discorso della decisione di Marvin.
<<Tuo nipote non ha scelta. Nessuno di noi ha scelta. Il libero arbitrio, su cui si fondano le religioni, le teodicee e gli Arcani Supremi, in realtà non esiste!>>
Sephir non era un teologo, e nemmeno un iniziato agli Arcani Supremi, ma non era per nulla convinto delle argomentazioni di Marigold.
<<Marvin può scegliere e ha già scelto! Lui serve Ahura Mazda, il nostro nemico!>>
Quello era stato il punto più delicato della conversazione.
<<E' facile scegliere il Bene quando è evidente che sta in maggioranza da una parte. Ma quando si troverà qui, e dovrà decidere se salvare sua madre o venire a patti con me, cioè con il Male, allora le sue certezze vacilleranno. La sua scelta dipenderà dalla sua storia passata, quella che lo ha reso la persona che è, in una concatenazione di cause ed effetti, fino a risalire alla sua indole ereditata dai genitori e plasmata dall'educazione impartitagli da sua nonna e dai suoi insegnanti... e quindi si baserà su fattori che, in ultima istanza, non dipenderanno da lui. Ecco perché dico che il libero arbitrio non esiste!>>
Sephir era pensieroso:
<<Non ti facevo così determinista. Pensi davvero che non abbiamo alcuna autonomia? Che siamo soltanto le conseguenze di una infinita concatenazione di causa e di effetto? Io ho scelto il Male, come te, per trarne evidenti vantaggi!>>
Marigold scosse il capo:
<<No, io e te abbiamo scelto il Male perché siamo discendenti di due demoni! Eclion e Atar ci hanno arruolato nel loro esercito quando ancora eravamo in embrione. E le vicende della vita ci hanno reso ancora più crudeli. Solo Ellis ha avuto la fortuna di un grande amore ricambiato, qualcosa che ti tocca in sorte e che ti redime. Ma per noi che non abbiamo null'altro tranne il potere, non c'è speranza. Tu parli di determinismo... altri lo chiamano Destino, ma il senso è sempre lo stesso. Non ci si può sfuggire in alcun modo! Nessuno evade da questo carcere da vivo!>>
Marigold di Gothian è interpretata da Cersei Lannister. Sephir Eclionner da Tywin Lannister.
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venerdì 14 settembre 2012
Gothian. Capitolo 98. Ellis Eclionner incontra suo figlio Elner
Elner XI, imperatore dei Lathear, aveva stabilito il proprio quartier generale nella città di Colonia Fluvia, per controllare la frontiera tra l'Impero e il rinato Regno dei Keltar.
Non fu sorpreso quando gli annunciarono la visita di sua madre Ellis Eclionner, che da tempo risiedeva presso i Keltar, dopo che lo stesso Elner l'aveva esiliata per volontà di Marigold di Gothian.
Erano passati alcuni mesi, nei quali Elner aveva recuperato le memorie del suo avo Arexatan, diventando così un abile guerriero e temibile avversario nel gioco del potere.
Ellis Eclionner si era pentita dei suoi innumerevoli errori, anche quelli commessi nei confronti di suo figlio, ma sapeva anche che Elner poteva essere decisivo per gli esiti della guerra che stava per scoppiare a Nord.
Quando Elner la vide avanzare verso di lui, rimase colpito dalla immutata bellezza e giovinezza di sua madre, che poteva sembrare sua sorella, persino più giovane di lui, e non era invecchiata di un giorno rispetto ai dipinti in cui Luis Royo l'aveva ritratta, vent'anni prima.
Non è mai stata una madre convenzionale...
Le baciò la mano e la fronte.
<<Ci ritroviamo in circostanze molto singolari, madre!>>
Ellis cercò un approccio "morbido":
<<Figlio mio, prima di tutto permettimi di chiederti perdono per tutti gli sbagli che ho commesso>>
Elner la guardò con un misto di incredulità e di ironia:
<<Gli Eclionner non chiedono mai perdono a nessuno!>>
Era un'obiezione terribilmente vera, ma Ellis aveva rinnegato il suo cognome:
<<Non è mai troppo tardi per incominciare... Permettimi di rimediare, di aiutarti...>>
L'imperatore scosse il capo:
<<Il nostro avo Arexatan, figlio di Eclion, nelle mie "altre memorie", mi sta dicendo di non crederti. Sostiene che sei qui solo per motivi di interesse, e che ti sei venduta ai discendenti di Vorkidex, il suo nemico!>>
Quelle parole fecero ad Ellis più male che una pugnalata alla schiena:
<<Arexatan era malvagio. Tutti gli Eclionner erano malvagi, me compresa. Ma siamo ancora in tempo per salvarci... Elner ti prego... devi credermi... guarda: sono qui per te...>>
Lui rimase inflessibile:
<<Per me, o per le mie legioni? Vuoi un alleato, più che un figlio! Un alleato per la gloria dei Vorkidian!>>
Sua madre scosse il capo, e i lunghi capelli nerazzurri le coprirono il viso, che era rigato di lacrime:
<<Non mi interessa la gloria di nessuno, e ho detto addio al potere già da molto tempo. Cosa devo fare per convincerti della mia buona fede?>>
Lui la fissò con durezza:
<<Dimmi che non ti sei alleata con Marvin Vorkidian!>>
Ellis sospirò:
<<Preferiresti che mi fossi alleata col Conte di Gothian? Non capisci che questo è uno scontro tra il Bene e il Male? Non ci sono vie di mezzo... non esistono terre di nessuno... o la Luce o la Tenebra! Devi scegliere!>>
Questa volta fu direttamente Arexatan a rispondere, con sdegno:
<<Siamo la progenie di Eclion, il Signore delle Tenebre! La nostra scelta è obbligata!>>
Lei vide i segni della possessione:
<<Arexatan, esci dal corpo di mio figlio! Lascialo libero di scegliere la Luce!>>
Elner tornò in sé:
<<Troppo tardi, madre. Io ed Arexatan siamo ormai la stessa persona. E la responsabilità è solo tua! Dov'eri quando avevo bisogno di te? Dov'eri quando ti chiamavo, nella notte? Dov'eri quando i miei sogni erano popolati da incubi?>>
La voce di Elner era diventata un singhiozzo:
<<...non rispondi, eh? Lo so io dov'eri! Mi ricordo ancora quanto eri bella e terribile, assetata di potere e di sangue, con lo scettro in mano, e dietro di te il vecchio Fuscivàrian, il vero demone della nostra stirpe!>>
Ellis non poteva smentirlo:
<<Non posso cambiare il passato... darei qualsiasi cosa per farlo, ma non posso! Posso solo amarti, figlio mio, ed indicarti la via della Grazia redentrice, ma la scelta spetta a te!>>
Lui la fissava, sconvolto, ma irremovibile.
Lei aveva il volto dell'amore:
<<Elner, ti sto offrendo tutta la mia buona volontà>>
Lui rise amaramente:
<<Sì, però le tue legioni le hai offerte a Masrek e a suo figlio!>>
<<Quando ho deciso di cederle a Masrek non sapevo nemmeno che avesse un altro figlio>>
Gli occhi di Elner pulsarono di rabbia:
<<Un "altro figlio"! Quindi è vero che Masrek è mio padre! Che tuo fratello è mio padre! Ma ti rendi conto? Io sono cresciuto credendo di essere figlio del legittimo imperatore Elner X, di cui porto anche il nome! Ed ora scopro che sono un bastardo nato da un incesto! Perché non me l'hai detto? Ti vergognavi, vero? Facevi finta di credere che Masrek fosse morto, anche se il tuo eunuco sapeva benissimo dov'era nascosto! Perché? Perché non me l'hai detto...>>
Ellis cercò di trovare la forza per dare un senso alle sue parole:
<<Volevo proteggerti. Questa è la mia risposta, l'unica, e sincera: volevo proteggerti da tutto questo male che ora ci sta crollando addosso>>
Elner detestava la capacità di sua madre di avere sempre una giustificazione per tutto.
Finge di chiedere scusa, ma in realtà rifarebbe gli stessi identici errori mille volte ancora!
Era chiaro che così non si sarebbe arrivati da nessuna parte. Bisognava spostare l'argomento della conversazione su questioni più attuali.
<<Ho sentito dire che anche tu credi nella nuova religione professata da Marvin Vorkidian. Credi in questo Ahura Mazda. E' così?>>
Ellis chiuse gli occhi, inspirò e disse:
<<Ho bisogno di credere che esista un dio infinitamente buono e degno di essere amato sopra ogni cosa. Ne ho bisogno, perché solo un dio così può perdonare tutti i miei crimini...>>
La risposta colpì nel segno.
Elner non poteva negare che in quel momento sua madre fosse sincera:
<<Ahura Mazda, il Dio Buono, a cui si oppone Ahriman, il Dio Malvagio. Il problema è che il demone Eclion, capostipite della nostra stirpe, serve Ahriman, e tu lo sai benissimo!>>
Ellis annuì:
<<Proprio per questo ho abiurato alla fede verso Eclion e mi sono affidata alla benevolenza di Ahura Mazda, per intercessione degli angeli>>
Elner sentiva la forza della nuova fede di sua madre, ma nello stesso tempo le memorie di Arexatan che erano in lui la rifiutavano.
<<La presa di posizione di Marvin è contraria agli Arcani Supremi in quanto vìola il principio di equilibrio tra Bene e Male!>>
Questo era innegabile ed Ellis non tentò nemmeno di negarlo, ma c'era una risposta più importante:
<<Figlio mio, gli antichi equilibri non possono essere mantenuti di fronte alla mostruosità di Fenrik di Gothian... per non parlare di quella serpe di Marigold, che ha tradito sia me che te!>>
Anche questo era vero, ma Elner rimase amareggiato per il riferimento al suo fallimentare matrimonio con la Dama Gialla.
Se tu fossi stata una madre degna di questo nome, io non sarei mai caduto tra le braccia di Marigold di Gothian!
Ma non voleva pensarci più.
L'unica cosa che gli interessava era il presente:
<<Anche se tu avessi ragione, non sarebbe prudente opporsi nello stesso tempo a Fenrik e a Marigold. Noi ci troviamo tra l'incudine e il martello, e verremo schiacciati assieme ai Vorkidian, se non torneremo dalla parte di Eclion!>>
Ellis ne era consapevole, ma aveva una argomentazione forte con cui ribattere:
<<Se abbiamo Ahura Mazda dalla nostra parte, allora siamo infrangibili, e il martello dei demoni si spezzerà nel momento in cui tenteranno di colpirci!>>
Quelle parole incrinarono la fermezza di Elner, e sua madre se ne accorse.
Forse c'era ancora speranza.
sabato 14 luglio 2012
Gothian. Capitolo 85. Marvin convoca l'assemblea dei Keltar
Quando Marvin fece ritorno dal viaggio solitario verso le fonti dell'Amnis, incontrò a metà strada il druido Gwydion, il cavaliere ser Yvain de Bors e , con sua sorpresa, anche il sacerdote Padre Ulume, in rappresentanza della delegazione dei Lathear.
Mostrò loro la spada, ed essi rimasero estasiati.
L'elsa era costituita da un sole dorato, simbolo di Belenos, angelo del sole e capostipite della stirpe dei Vorkidian.
L'acciaio era decorato e sfavillante, l'arma era enorme e incuteva paura.
Ma sul suo significato non c'erano dubbi, e Gwydion per primo si inginocchiò dicendo:
<<Lunga vita al re dei Keltar, Marvin, primo del suo nome, della stirpe Vorkidian, Figlio di cento re, Principe promesso e Profeta del nostro popolo!>>
Marvin accettò l'omaggio, che venne prestato anche da Ser Yvain.
Ulume, essendo un Lathear, si limitò ad un inchino, ma nel suo sguardo c'era la consapevolezza di chi ha visto compiersi un'antica profezia.
Marvin accettò l'omaggio, ma poco aiutò gli amici a rialzarti, e fece un cenno di ringraziamento anche al sacerdote lathear:
<<Amici miei, vi ringrazio per aver riconosciuto per primi la mia regalità, ma il difficile incomincia adesso!
Dovrò parlare ai rappresentati di tutti i Keltar riuniti in assemblea: tutti devono sapere cosa mi è stato detto da Vivien, e conoscoscere qual è la mia missione e come riusciremo a proteggere il nostro popolo e la nostra terra>>
Gwydion sollevò una mano in un gesto di benedizione e rispose:
<<I rappresentanti sono già già stati convocati, mio signore!>>
Ser Yvain aggiunse: <<Ci aspettano a est della foresta di Broceland. Attendono voi, mio re!>>
Marvin sorrise: <<Continuate a chiamarmi col mio nome, senza titoli o forme di cortesia>>
Poi vide che era stato preparato un cavallo nero per lui.
<<Quello è il dono della Congregazione dei Druidi>> disse Gwydion
Marvin aveva appreso l'arte dell'equitazione, così come anche le tecniche di combattimento e l'uso delle armi, quando i ricordi di Vorkidex si erano risvegliati in lui.
<<Non so se tutto quello che ho da dire farà piacere ai druidi>>
Gwydion annuì:
<<Un profeta deve dire anche cose scomode, ed essere pronto ad andare contro le tradizioni. I druidi lo sanno. Se tu troverai le parole giuste per raccontare ciò che ti è stato detto e che hai visto, allora capiranno!>>
Marvin scosse il capo: <<Ci sono cose che non piaceranno neanche a te...>>
<<Per esempio?>> chiese il giovane druido.
<<Vivien ha confermato qualcosa che sospettavo da tempo. La dottrina degli Arcani Supremi contiene degli errori>>
Gwydion capì che erano questioni troppo delicate per parlarne in quel momento, ma il sacerdote Padre Ulume, che aveva sentito, dichiarò:
<<Anche i confratelli della Sacra Canonica hanno molti dubbi su alcune questioni legate agli Arcani Supremi. Soprattutto sul tema dell'intercessione dell'entità sovrumana di fronte alla divinità>>
Ser Yvain, per spezzare la tensione, intervenne.:
<<E credete che all'Assemblea dei Keltar importi qualcosa di queste fumisterie metafisiche?>>
Gwydion approfittò di questa domanda per deviare il discorso:
<<Dipende da come saranno rappresentate le varie fazioni... che rappresentanza avranno i druidi, e quanta i guerrieri o i contadini?>>
Marvin si mostrò sicuro di sé:
<<Ho le memorie di Vorkidex nella mia mente: so bene come erano organizzate le assemblee del regno, prima che Arexatan ci sottomettesse! Torneremo a quelle istituzioni, e sarà un progresso!>>
N.d.A.
Marvin Vorkidian è rappresentato da Jon Snow ne "Il trono di spade" di George Martin.
L'espressione "Figlio di Cento Re" è tratta dai romanzi della serie di Avalon, i prequel de "Le nebbie di Avalon" di Marion Zimmer Bradley.
Il druido Gwidion è rappresentato da re Baelor Targaryen il Benedetto ne "Le cronache del ghiaccio e del fuoco".
La mappa dell'alta valle amnisiana ricalca alcuni tratti del Piemonte e della Valle d'Aosta. I toponimi sono facilmente riconducibili alle città di quella zona.
I Keltar sono i Celti, di cui ho ricostruito le istituzioni in maniera distante dall'originale, come se la Gallia non fosse mai stata invasa dai Franchi, né cristianizzata. E' una sorta di ucronia.
Ser Ywain de Bors è rappresentato da ser Loras Tyrell in "A games of thrones" dove vince il torneo di Approdo del re e dona la rosa a Sansa Stark.
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martedì 6 marzo 2012
Gothian. Capitolo 22. Lady Marigold svela gli Arcani Supremi
Da quando aveva rimesso piede a Lathena, lady Marigold Steinberg, Contessa di Gothian, si era preparata ad un incontro molto più importante di quello con Ellis. Dopotutto l'Imperatrice aveva una conoscenza limitata degli Arcani Supremi, mentre il Clero di Eclion era decisamente più informato, e l'Ordine della Grande Canonica era quello più informato di tutti.
Però mai quanto me! A differenza di loro, quando fu siglato il Patto, io c'ero!
La Dama Gialla era rimasta impressionata dall'imponenza sontuosa e variegata dell'edificio della Grande Canonica di Lathena.
Era una novità per lei, infatti era stata costruita molto dopo il suo ultimo soggiorno nella capitale dell'Impero.
Per la maggior gloria di Eclion? O piuttosto per mostrare il potere dell'Ordine dei Canonici?
Ufficialmente erano preti che assistevano il Sommo Sacerdote, ma in realtà si comportavano come un ordine monastico con un ampio margine di autonomia.
Persino il Sommo Sacerdote li teme!
Marigold invece no. Aveva dimenticato da tempo cosa volesse dire la paura.
L'invito da parte di Padre Ulume era anzi l'occasione giusta per incominciare ad attuare la parte più delicata del piano che lei e il Conte di Gothian avevano predisposto fin dal giorno del loro matrimonio, nell'anno della Primavera di Sangue.
E' il primo passo per arrivare al Priore Mollander, il vero tessitore di tutte le trame!
La Contessa di Gothian, era diventata la Prima Dama di compagnia dell'Imperatrice Vedova, e questo giustificava in parte, come atto di omaggio alla sovrana, l'invito di Ulume.
Che Ellis pensi pure a questo invito come ad un gesto di cortesia!
Il prete la attendeva nell’atrio della Canonica e la salutò con seria compostezza.
Si sta abituando alla mia presenza, anche se è ancora molto intimorito. E ne ha tutte le ragioni! Ha capito da tempo che non sono solo una sacerdotessa di Atar.
Dal modo in cui si scambiarono un
reciproco sguardo di diffidenza, era chiaro ad entrambi che quel colloquio era potenzialmente pericoloso.
Il sacerdote la accompagnò lungo interminabili corridoi fino al
suo sfarzoso studio e poi chiuse la porta.
«Milady, abbiamo lasciato molti discorsi in sospeso, dopo il nostro arrivo nella Città Santa»
Marigold mantenne un’espressione
neutrale.
«Ne sono consapevole, ma non so se quello che ho da dire vi piacerà»
«Ne sono consapevole, ma non so se quello che ho da dire vi piacerà»
Ulume apparve nel contempo irritato e spaventato: «E' una minaccia?»
La Dama Gialla era compiaciuta di
come il prete la temesse.
«Chiamiamola pure così, Padre»
Il sacerdote annuì:
«Prima di parlare, preghiamo Eclion perché illumini le nostre anime»
E rivolse gli occhi verso l'alto.
Il sacerdote annuì:
«Prima di parlare, preghiamo Eclion perché illumini le nostre anime»
E rivolse gli occhi verso l'alto.
Marigold non voleva permettergli di mantenere il controllo della conversazione.
Occorreva osare, colpire subito al cuore.
«Sono a conoscenza del vostro progetto di instaurare un regime teocratico a Lathéna»
Un progetto che durava da decenni, forse da secoli.
Un progetto che durava da decenni, forse da secoli.
Il sacerdote fece finta di non capire: «Ma di cosa state parlando?»
La Dama Gialla sorrise:
La Dama Gialla sorrise:
«Voi lo chiamate il Nuovo Patto. Lo conosco bene, perché, tra le altre cose, quel progetto prevede la mia eliminazione»
Ulume faticò a mantenere la compostezza: «Vi hanno informato male, Milady!»
La Contessa di Gothian si spazientì:
La Contessa di Gothian si spazientì:
«Avanti, Ulume! Siamo entrambi iniziati agli Arcani Supremi! Smettiamola con questi stupidi giochetti !»
Il sacerdote deglutì e a bassa voce le chiese: «Cosa volete da me?»
Marigold rispose scandendo bene le parole:
«Da voi niente!Voglio un colloquio privato col Priore Izùmir Mollànder!»
«Da voi niente!Voglio un colloquio privato col Priore Izùmir Mollànder!»
Al solo sentir pronunciare il nome del suo superiore, Ulume scosse il capo:
«E' fuori discussione!»
La Dama Gialla era irritata da quelle resistenze.
«Io so che Mollander vuole uccidere l'imperatore Elner XI !»
Il sacerdote la fissò con sdegno: «Come osate insinuare una cosa simile?»
Il sacerdote la fissò con sdegno: «Come osate insinuare una cosa simile?»
Il suo maldestro tentativo di difesa la spazientì del tutto.
Occorre passare alle maniere forti. L'hai voluto tu!
I suoi occhi gialli pulsarono di pagliuzze dorate.
Occorre passare alle maniere forti. L'hai voluto tu!
I suoi occhi gialli pulsarono di pagliuzze dorate.
«Ne ho tutto il diritto, prete! Non mi riconosci? Hanno davvero distrutto tutti i miei ritratti?»
Le sue labbra si ritirarono in un ghigno
diabolico. I suoi canini apparvero quelli di un predatore.
Lo vedi? Sono anch'io una progenie divina! La figlia di Atar, dio del Fuoco!
Lo vedi? Sono anch'io una progenie divina! La figlia di Atar, dio del Fuoco!
Marigold gli strappò con violenza la catena, e la scagliò per terra.
«Sei più sciocco di quanto
credessi! Non sono un demone, sono la figlia di un dio!»
Tutto il potere di Atar la stava rendendo terrificante.
Per un attimo tornò ad essere veramente Edwina Ataris!
Tutto il potere di Atar la stava rendendo terrificante.
Per un attimo tornò ad essere veramente Edwina Ataris!
Il sacerdote si vide perduto, e implorò la protezione di Eclion.
La Dama Gialla, con una incredibile forza lo prese per il colletto: «Stai pregando
inutilmente! Eclion e Atar sono alleati! Eclion protegge me, perché suo figlio Arexatan mi amava!»
Il prete allora cedette.
«Edwina… la tua anima non ha dunque trovato pace?»
Il prete allora cedette.
«Edwina… la tua anima non ha dunque trovato pace?»
La risposta era fin troppo ovvia.
«Né la mia anima, né il mio corpo! Impedirò a Mollander di portare sul trono imperiale il Mezzosangue di Amnisia!»
Ulume sgranò gli occhi.
«Come fai a...»
Marigold non lo lasciò finire. Conosceva la domanda e la risposta da troppo tempo.
«Il Duca Gallrian lavora per me! Credevi che lasciassi al tuo confratello Sulmen il controllo di Marvin Vorkidian?»
Il sacerdote si limitò a fissarla.
«Rispondimi, Ulume! Come osi negare al mio amato la reincarnazione nel corpo di Elner XI, il suo discendente perfetto, puro sangue Eclionner, nato dall'incesto di due fratelli carnali?»
Ulume non rispose, il terrore glielo impediva.
Ora che ha capito, devo lasciarlo vivere per farlo obbedire ai miei ordini.
Si sentì improvvisamente stanca.
Ripensò al suo amato.
Ulume sgranò gli occhi.
«Come fai a...»
Marigold non lo lasciò finire. Conosceva la domanda e la risposta da troppo tempo.
«Il Duca Gallrian lavora per me! Credevi che lasciassi al tuo confratello Sulmen il controllo di Marvin Vorkidian?»
Il sacerdote si limitò a fissarla.
«Rispondimi, Ulume! Come osi negare al mio amato la reincarnazione nel corpo di Elner XI, il suo discendente perfetto, puro sangue Eclionner, nato dall'incesto di due fratelli carnali?»
Ulume non rispose, il terrore glielo impediva.
Ora che ha capito, devo lasciarlo vivere per farlo obbedire ai miei ordini.
Si sentì improvvisamente stanca.
Ripensò al suo amato.
Ho attraversato gli oceani del tempo per rivederti, Arexatan!
Troppo tempo. Quasi mille anni...
Non le pareva possibile che fosse ormai trascorso il Millennio, dalla morte del suo amato, il fondatore della dinastia Eclionner e dell'Impero Lathear, il divino Arexatan, figlio di Eclion.
Troppo tempo. Quasi mille anni...
Non le pareva possibile che fosse ormai trascorso il Millennio, dalla morte del suo amato, il fondatore della dinastia Eclionner e dell'Impero Lathear, il divino Arexatan, figlio di Eclion.
Il silenzio calò in quella stanza: troppe
cose erano state dette, e troppi segreti svelati.
Lei però attendeva ancora la risposta.
Lei però attendeva ancora la risposta.
Ulume se ne accorse e capì che forse si sarebbe potuto salvare: «Credimi Edwina, non abbiamo tradito il Patto. Il testo sacro non specifica chi sia il Predestinato, e non prevede che sia tu a deciderlo. Edwina devi credermi... non ti sto mentendo!»
Lei pareva non ascoltarlo più.
Edwina...
Sentire quel nome la faceva star male. Lo aveva detto al Conte Fenrik il giorno in cui si era risvegliata.
Il sogno che interrompi non tornerà più uguale.
Era stata quella l'amara lezione della sua vita.
Cosa ne sapevano loro? Come potevano capire quanto le fosse costato reinventarsi una nuova vita, ridare a se stessa una nuova opportunità?
La sua voce divenne improvvisamente calma.
«Ora sono Marigold, e non voglio essere chiamata in altro modo. Vengo a riprendere ciò che mi è stato tolto»
Lei pareva non ascoltarlo più.
Edwina...
Sentire quel nome la faceva star male. Lo aveva detto al Conte Fenrik il giorno in cui si era risvegliata.
Il sogno che interrompi non tornerà più uguale.
Era stata quella l'amara lezione della sua vita.
Cosa ne sapevano loro? Come potevano capire quanto le fosse costato reinventarsi una nuova vita, ridare a se stessa una nuova opportunità?
La sua voce divenne improvvisamente calma.
«Ora sono Marigold, e non voglio essere chiamata in altro modo. Vengo a riprendere ciò che mi è stato tolto»
Padre Ulume, percorso dai
brividi, annuì.
Marigold lesse nei suoi occhi una comprensione che prima non c'era.
Marigold lesse nei suoi occhi una comprensione che prima non c'era.
Lui sa che ho ragione!
Aspettò che il prete parlasse.
Ulume cercò di ritrovare la sua dignità.
Aspettò che il prete parlasse.
Ulume cercò di ritrovare la sua dignità.
«Padre Mollander non credeva alle voci sul tuo conto. Dopotutto in questa
storia nessuno sembra chi è veramente. Siamo confusi...»
Era sincero. Eppure gli elementi per capire c'erano tutti.
«Gli iniziati agli Arcani Supremi sono stati informati che Eclion è un demone, e che
Atar è il suo braccio destro e Gothar il suo braccio sinistro»
Il sacerdote scosse il capo:«Arexatan ci aveva nascosto l'Arcano più importante, e cioè che Eclion è il Signore delle Tenebre!»
Marigold sospirò: «Eppure era così evidente... gli Eclionner sono creature della notte, non nascondono la loro oscurità. Come può essere solare una stirpe dove i figli uccidono i padri e viceversa? No, Ulume... voi sapete bene che il dio del sole è Belenos, il progenitore della stirpe dei Vorkidian»
Era sincero. Eppure gli elementi per capire c'erano tutti.
«Gli iniziati agli Arcani Supremi sono stati informati che Eclion è un demone, e che
Atar è il suo braccio destro e Gothar il suo braccio sinistro»
Il sacerdote scosse il capo:«Arexatan ci aveva nascosto l'Arcano più importante, e cioè che Eclion è il Signore delle Tenebre!»
Marigold sospirò: «Eppure era così evidente... gli Eclionner sono creature della notte, non nascondono la loro oscurità. Come può essere solare una stirpe dove i figli uccidono i padri e viceversa? No, Ulume... voi sapete bene che il dio del sole è Belenos, il progenitore della stirpe dei Vorkidian»
Ulume non poteva mentire: «Sì lo sappiamo. Per questo Mollander ritiene che Marvin Vorkidian possa costituire il giusto equilibrio tra Eclion e Belenos, discendendo da entrambe le stirpi»
Quell'ammissione era per Marigold una vittoria importante. Ora la partita poteva essere giocata a carte scoperte.
«Per questo esigo di parlare con Mollander. In fondo Eclion sa perdonare. Sa persino amare! L'amore
non è un peccato, come alcuni di voi sostengono. I veri peccati sono quelli contro l'amore. E quelli sono imperdonabili!»
Il riferimento era evidente.
Arexatan era stato ucciso dal suo figlio primogenito ed erede al trono, il principe-sacerdote, Wechtigar I il Pio, sobillato dal Clero, che temeva lo strapotere di Edwina Ataris, imperatrice consorte, la sesta moglie, venuta dal nord per generare con lui una nuova stirpe. Ma quel sogno fu spezzato.
Wechtigar si era macchiato del crimine più grande.
Marigold ricordò quell'evento come se fosse successo in un'altra vita, in un altro mondo:
«Avrebbe voluto uccidere anche me. Fu Eclion stesso a fermarlo. Quel giorno di mille anni fa, gli dei e i demoni si incontrarono per l'ultima volta, e siglarono il Patto. Io fui risparmiata, e non solo perché ero figlia di Atar. Anche la dea della luce, Aenor, ebbe pietà di me. Persino Ulien, dea della luna, implorò Belenos e, tramite lui, Kevin Vorkidian, di risparmiarmi. E infine Gothar chiese a suo figlio, il Conte Fenrik, di portarmi con sé. Io e lui siamo gli ultimi testimoni viventi del Patto, ed ormai è giunto il tempo in cui tutto questo diverrà noto»
La mente di Ulume era confusa. Non conosceva i dettagli del Patto, nessuno aveva capito l'ampiezza e la vastità di quell'accordo, e le sue implicazioni.
«Il Patto fu un compromesso tra il Bene e il Male, per questo ora riteniamo che Marvin Vorkidian...».
«No! Io voglio un Eclionner puro al mio fianco! L'equilibrio sarà rispettato dall'unione dei Vorkidian con la stirpe di Alfarian. Marvin avrà Alienor e il regno dei Keltar, io avrò Elner e l'impero dei Lathear, e Fenrik avrà Alyx e il regno degli Alfar. Tutti gli altri dovranno essere eliminati: Ellis, Masrek, Kerelik, Gahel, Gallrian, Aryellin e Lilieth»
Era una menzogna, Marigold lo sapeva bene. Fenrik voleva molto di più, ma questo era meglio non rivelarlo ai sacerdoti.
Ci fu di nuovo silenzio. Ulume pareva aver accettato il Nuovo Patto.
Marigold si rilassò e con voce tranquilla concluse: «Riferisci tutto al Priore Mollander e digli che pretendo la sua sottomissione. Rimarrò in attesa ancora un po', ma quando scadrà il Millennio, ed il Dormiente si sarà risvegliato, allora dovrete ricordarvi bene una cosa: Lui-è-mio!»
Il riferimento era evidente.
Arexatan era stato ucciso dal suo figlio primogenito ed erede al trono, il principe-sacerdote, Wechtigar I il Pio, sobillato dal Clero, che temeva lo strapotere di Edwina Ataris, imperatrice consorte, la sesta moglie, venuta dal nord per generare con lui una nuova stirpe. Ma quel sogno fu spezzato.
Wechtigar si era macchiato del crimine più grande.
Marigold ricordò quell'evento come se fosse successo in un'altra vita, in un altro mondo:
«Avrebbe voluto uccidere anche me. Fu Eclion stesso a fermarlo. Quel giorno di mille anni fa, gli dei e i demoni si incontrarono per l'ultima volta, e siglarono il Patto. Io fui risparmiata, e non solo perché ero figlia di Atar. Anche la dea della luce, Aenor, ebbe pietà di me. Persino Ulien, dea della luna, implorò Belenos e, tramite lui, Kevin Vorkidian, di risparmiarmi. E infine Gothar chiese a suo figlio, il Conte Fenrik, di portarmi con sé. Io e lui siamo gli ultimi testimoni viventi del Patto, ed ormai è giunto il tempo in cui tutto questo diverrà noto»
La mente di Ulume era confusa. Non conosceva i dettagli del Patto, nessuno aveva capito l'ampiezza e la vastità di quell'accordo, e le sue implicazioni.
«Il Patto fu un compromesso tra il Bene e il Male, per questo ora riteniamo che Marvin Vorkidian...».
«No! Io voglio un Eclionner puro al mio fianco! L'equilibrio sarà rispettato dall'unione dei Vorkidian con la stirpe di Alfarian. Marvin avrà Alienor e il regno dei Keltar, io avrò Elner e l'impero dei Lathear, e Fenrik avrà Alyx e il regno degli Alfar. Tutti gli altri dovranno essere eliminati: Ellis, Masrek, Kerelik, Gahel, Gallrian, Aryellin e Lilieth»
Era una menzogna, Marigold lo sapeva bene. Fenrik voleva molto di più, ma questo era meglio non rivelarlo ai sacerdoti.
Ci fu di nuovo silenzio. Ulume pareva aver accettato il Nuovo Patto.
Marigold si rilassò e con voce tranquilla concluse: «Riferisci tutto al Priore Mollander e digli che pretendo la sua sottomissione. Rimarrò in attesa ancora un po', ma quando scadrà il Millennio, ed il Dormiente si sarà risvegliato, allora dovrete ricordarvi bene una cosa: Lui-è-mio!»
N.d.A.
Marigold di Gothian è qui rappresentata da Melisandre di Asshai, ne "Le cronache del ghiaccio e del fuoco" di George Martin.
Izumur Mollander è Christopher Lee nel ruolo del Conte Dooku, o Darth Tyranys in Guerre Stellari.
Belenos è il dio Belenus dei Celti.
La Grande Canonica è la cattedrale della Sagrada Familia di Barcellona, opera dell'architetto Gaudì.
Arexatan Eclionner è rappresentato da Feanor ne "Il Silmarillion" di J.R.R. Tolkien.
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giovedì 9 febbraio 2012
Gothian. Capitolo 9. Marvin e Halfgan: il momento della verità.
Marvin e il druido Halfgan passeggiavano lungo l’argine erboso del Fossato Piccolo, come ai vecchi tempi. Era una bella giornata di metà luglio e i contadini avevano già raccolto il grano.
L’acqua scorreva placida nel fossato e alcuni pescatori avevano già messo le trappole per le anguille, che dal mare, presso la foce del fiume Candido, risalivano lungo il suo affluente, il Fossato Grande, per poi prendere alcune la via delle paludi e altre quella del Fossato Piccolo.
Quando era bambino Marvin aveva chiesto ad Halfgan dove erano le “sorgenti” del Fossato Piccolo, e il druido aveva riso, dicendo che il fossato non aveva sorgenti, ma era alimentato dagli scoli dei campi.
Al che il bimbo non si era perso d’animo e aveva replicato che comunque ci doveva essere tra questi scoli uno più lungo degli altri, che risaliva più indietro, e l’inizio di quello era da considerarsi una sorgente.
E così Marvin aveva cominciato a chiedere in giro, specialmente ai mercanti o ai vecchi, da dove aveva inizio il fossato, ed aveva appreso che il suo ramo principale incominciava alle pendici delle colline, a Ovest. In base alle indicazioni che gli venivano date aveva disegnato delle mappe sempre più precise, e alla fine aveva insistito con Halfgan affinché lo accompagnasse, a dorso di mulo, in una gita “alle sorgenti del Fossato Piccolo”. Il druido aveva chiesto a Lady Ariellin il permesso di portare il ragazzo fino alle colline, e lei aveva annuito, ma aveva anche commentato, tristemente: «Ha già il desiderio di viaggiare e di scoprire cose nuove, proprio come i suoi genitori. Ho promesso alla mia povera Lilieth di proteggerlo, ma come farò quando lui sarà cresciuto, e vorrà andare lontano?»
Il ricordo di quella gita fece sorridere Marvin, che chiese ad Halfgan se si ricordava.
«Certo che mi ricordo! Il viaggio si rivelò molto più lungo del previsto. Il fossato si restringeva sempre più, ma continuava ad andare a ritroso all’infinito. Quando giungemmo alle pendici delle colline era poco più di un rivolo, ma la sua acqua zampillava veloce e pareva venire da lontano. Scoprimmo che si trovava al centro di una piccola vallata e raccoglieva le gronde dei fossi laterali. Risalimmo quella valle fino al pomeriggio inoltrato, poi ti dissi che si era fatto troppo tardi e che dovevamo tornare a casa. Tu non volevi sentire ragioni e non ti rassegnavi all’idea di tornare senza aver visto il punto esatto dal quale il fossato aveva inizio.
Io non capivo come potesse interessarti un dettaglio in apparenza tanto insignificante, ma adesso, conoscendoti meglio, mi è tutto chiaro. Tu vuoi conoscere direttamente il Principio di tutte le cose, tu non accetti il Mistero, e non ti dai per vinto finché non ti illudi di averlo chiarito»
Io non capivo come potesse interessarti un dettaglio in apparenza tanto insignificante, ma adesso, conoscendoti meglio, mi è tutto chiaro. Tu vuoi conoscere direttamente il Principio di tutte le cose, tu non accetti il Mistero, e non ti dai per vinto finché non ti illudi di averlo chiarito»
Erano parole sagge e Marvin rimase silenzioso per un po’, riflettendo su di esse, poi riprese a parlare.
«Anche voi druidi studiate i misteri della natura, e vi procurate le visioni, con erbe e funghi, per scrutare nell’Ignoto»
«Sì» ammise Halfgan «ma c’è un limite che anche noi druidi non possiamo valicare, nemmeno nelle nostre visioni. Ci è stato detto di non andare oltre, perché non potremmo più tornare indietro»
«Ma vi è stato anche detto che un giorno Qualcuno verrà, che potrà proseguire e ritornare, e vedrà ciò che voi non potete vedere»
Halfgan annuì gravemente:
«E’ un’antica profezia, tramandata per secoli da noi druidi. Si narra che colui che avrà questo dono, nascerà dall’unione di due nobili stirpi, appartenenti a popoli diversi. Sia gli Alfar che i Lathear hanno fatto propria questa profezia, escludendo per principio i Keltar, perché, nella loro sciocca superbia, ci considerano un popolo inferiore. Ora poi, come tu sai bene, non si fa che parlare del fidanzamento tra l’imperatore Elner dei Lathear e la principessa Alienor degli Alfar, e sono in molti a ritenere che da questa unione nascerà il Profeta»
Marvin aggrottò la fronte:
«E’ un’antica profezia, tramandata per secoli da noi druidi. Si narra che colui che avrà questo dono, nascerà dall’unione di due nobili stirpi, appartenenti a popoli diversi. Sia gli Alfar che i Lathear hanno fatto propria questa profezia, escludendo per principio i Keltar, perché, nella loro sciocca superbia, ci considerano un popolo inferiore. Ora poi, come tu sai bene, non si fa che parlare del fidanzamento tra l’imperatore Elner dei Lathear e la principessa Alienor degli Alfar, e sono in molti a ritenere che da questa unione nascerà il Profeta»
Marvin aggrottò la fronte:
«Tu ci credi?»
Halfgan scosse il capo:
«No, ma questo matrimonio potrebbe portare la pace tra i loro regni, e se, per ottenerla, serve invocare la Profezia, allora lo facciano pure!»
Halfgan scosse il capo:
«No, ma questo matrimonio potrebbe portare la pace tra i loro regni, e se, per ottenerla, serve invocare la Profezia, allora lo facciano pure!»
Marvin annuì:
«I religiosi Lathear ad Amnisia sostengono la stessa cosa. La Grande Canonica li manda qui a diffondere queste leggende, al fine di favorire la pace nel Continente Centrale, ma forse non ci credono neanche loro»
«I religiosi Lathear ad Amnisia sostengono la stessa cosa. La Grande Canonica li manda qui a diffondere queste leggende, al fine di favorire la pace nel Continente Centrale, ma forse non ci credono neanche loro»
Halfgan non pareva convinto del tutto:
«Io sono un semplice druido di campagna, e so solo quello che i miei maestri mi hanno insegnato e quello che le mie piccole premonizioni mi hanno permesso di intuire, ma in base agli elementi che ho in possesso, credo che la promessa del Profeta sia qualcosa di più di una leggenda. E non è un caso il fatto che anchela Chiesa di Lathéna attenda un Profeta, una reincarnazione di Arexatan Eclionner, il figlio di Eclion!»
«Io sono un semplice druido di campagna, e so solo quello che i miei maestri mi hanno insegnato e quello che le mie piccole premonizioni mi hanno permesso di intuire, ma in base agli elementi che ho in possesso, credo che la promessa del Profeta sia qualcosa di più di una leggenda. E non è un caso il fatto che anche
Marvin si lasciò andare ad uno sfogo adolescenziale:
«Che prove abbiamo del fatto che Arexatan Eclionner fosse davvero il figlio del dio Eclion? Aveva doti straordinarie, certo, ma era pur sempre un mortale! E infatti il mio antenato Kevin Vorkidian
riuscì ad ucciderlo, per vendicare la morte di suo padre Vorkidex Pendragon!»
«Che prove abbiamo del fatto che Arexatan Eclionner fosse davvero il figlio del dio Eclion? Aveva doti straordinarie, certo, ma era pur sempre un mortale! E infatti il mio antenato Kevin Vorkidian
riuscì ad ucciderlo, per vendicare la morte di suo padre Vorkidex Pendragon!»
Halfgan inarcò le sopracciglia bianche e cespugliose:
«Chi ti ha insegnato questa versione? Non certo un druido! Noi sappiamo bene che non fu Kevin ad uccidere Arexatan, ma suo figlio Wechtigar I, ingiustamente detto "il Pio"!»
Marvin esitò a rispondere:
«Io... ho condotto alcune ricerche, nella biblioteca di Amnisia, e tutte le fonti indicavano Kevin come uccisore, e raccontavano che per porre fine alla faida tra le due Dinastie, Wechtigar e Kevin si incontrarono alla presenza del Sommo Sacerdote, e conclusero un Patto, giurando nel nome dei loro protettori divini, Eclion e Belenos, che per cinquanta generazioni i due popoli non si sarebbero più fatti la guerra»
Il druido si accigliò: «Amnisia è stata sotto il dominio dei Lathear per più di novecento anni! Credi forse che avrebbero lasciato nelle biblioteche una versione che incolpasse Wechtigar il Pio di parricidio? Perché non ti sei rivolto a me, in questa ricerca?»
Marvin sollevò lo sguardo su di lui:
«Perché tu hai promesso a Lady Ariellyn di non raccontarmi nulla sulla stirpe dei Vòrkidian! Tu e lei mi avete sempre nascosto tutto sull'importanza della famiglia di mia madre e sui motivi della sua scomparsa! Lo so che mia nonna vuole proteggermi, ma tu dovevi dirmi qualcosa!»
Halfgan sospirò:
«Ti ho sempre detto che Ariellyn aveva ottime ragioni per impormi il silenzio. Io sono sempre stato d'accordo con lei, perché non volevo che tu subissi la sorte di tua madre! Lilieth era stata mia allieva, era divenuta una sacerdotessa di Ulien, la dea della Luna!
Era stata iniziata ai Misteri, e conosceva gli Arcani Supremi! E cosa gliene è derivato? Solo del male! Niente di buono è mai toccato in sorte a chi volesse conoscere l'esatta versione del Patto!»
Tacquero entrambi. Sapevano che prima o poi quel momento sarebbe giunto, il momento della verità.
Marvin non era più disposto ad accettare segreti o dilazioni. Il suo sguardo era deciso, la sua volontà ferma, la sua risolutezza, incrollabile.
«Io devo sapere! Ormai ho scoperto quasi tutto, e se non mi dirai tutto il resto, lo cercherò a costo della mia stessa vita!»
Il vecchio distolse lo sguardo da lui, fissò un punto indefinito all'orizzonte, come se stesse vedendo un fantasma, e con voce grave, iniziò:
«Neanche se volessi, potrei dirti "tutto il resto", come lo chiami tu. Non è qualcosa di semplice, che si possa improvvisare. Occorre una vita di preparazione a questi sacri Misteri. Nemmeno l'Arcidruido, con tutta la sua saggezza, conosce la verità sul Giuramento di Kevin e sul Patto Supremo! Non ti basta sapere che Kevin non uccise nessuno? Che la stirpe di tua madre non si è macchiata del Crimine? Anche solo questa verità a Lathéna sarebbe considerata eretica. La Sacra Inquirenza ha bruciato vivi migliaia di uomini per molto meno. Vuoi fare la stessa fine? Credi che ad Amnisia non ci siano pericoli? Qualcuno ha tradito tua madre, e quel qualcuno è alle dipendenze della Vedova Nera, l'imperatrice Ellis, o di quel suo eunuco! Altri sono le spie dell'eminenza grigia, il senatore Fuscivàrian. Altri ancora sono emissari della Grande Canonica di Eclion. E infine, ci sono i tagliagole alle dipendenze di un uomo che si fa chiamare "lo Sciancato", e che io ritengo sia stato l'esecutore materiale del rapimento dei tuoi genitori. Ecco la verità! E adesso che la sai, cosa vuoi fare? Sfidare a duello tutto l'Impero Lathear?.»
«Chi ti ha insegnato questa versione? Non certo un druido! Noi sappiamo bene che non fu Kevin ad uccidere Arexatan, ma suo figlio Wechtigar I, ingiustamente detto "il Pio"!»
Marvin esitò a rispondere:
«Io... ho condotto alcune ricerche, nella biblioteca di Amnisia, e tutte le fonti indicavano Kevin come uccisore, e raccontavano che per porre fine alla faida tra le due Dinastie, Wechtigar e Kevin si incontrarono alla presenza del Sommo Sacerdote, e conclusero un Patto, giurando nel nome dei loro protettori divini, Eclion e Belenos, che per cinquanta generazioni i due popoli non si sarebbero più fatti la guerra»
Il druido si accigliò: «Amnisia è stata sotto il dominio dei Lathear per più di novecento anni! Credi forse che avrebbero lasciato nelle biblioteche una versione che incolpasse Wechtigar il Pio di parricidio? Perché non ti sei rivolto a me, in questa ricerca?»
Marvin sollevò lo sguardo su di lui:
«Perché tu hai promesso a Lady Ariellyn di non raccontarmi nulla sulla stirpe dei Vòrkidian! Tu e lei mi avete sempre nascosto tutto sull'importanza della famiglia di mia madre e sui motivi della sua scomparsa! Lo so che mia nonna vuole proteggermi, ma tu dovevi dirmi qualcosa!»
Halfgan sospirò:
«Ti ho sempre detto che Ariellyn aveva ottime ragioni per impormi il silenzio. Io sono sempre stato d'accordo con lei, perché non volevo che tu subissi la sorte di tua madre! Lilieth era stata mia allieva, era divenuta una sacerdotessa di Ulien, la dea della Luna!
Tacquero entrambi. Sapevano che prima o poi quel momento sarebbe giunto, il momento della verità.
Marvin non era più disposto ad accettare segreti o dilazioni. Il suo sguardo era deciso, la sua volontà ferma, la sua risolutezza, incrollabile.
«Io devo sapere! Ormai ho scoperto quasi tutto, e se non mi dirai tutto il resto, lo cercherò a costo della mia stessa vita!»
Il vecchio distolse lo sguardo da lui, fissò un punto indefinito all'orizzonte, come se stesse vedendo un fantasma, e con voce grave, iniziò:
«Neanche se volessi, potrei dirti "tutto il resto", come lo chiami tu. Non è qualcosa di semplice, che si possa improvvisare. Occorre una vita di preparazione a questi sacri Misteri. Nemmeno l'Arcidruido, con tutta la sua saggezza, conosce la verità sul Giuramento di Kevin e sul Patto Supremo! Non ti basta sapere che Kevin non uccise nessuno? Che la stirpe di tua madre non si è macchiata del Crimine? Anche solo questa verità a Lathéna sarebbe considerata eretica. La Sacra Inquirenza ha bruciato vivi migliaia di uomini per molto meno. Vuoi fare la stessa fine? Credi che ad Amnisia non ci siano pericoli? Qualcuno ha tradito tua madre, e quel qualcuno è alle dipendenze della Vedova Nera, l'imperatrice Ellis, o di quel suo eunuco! Altri sono le spie dell'eminenza grigia, il senatore Fuscivàrian. Altri ancora sono emissari della Grande Canonica di Eclion. E infine, ci sono i tagliagole alle dipendenze di un uomo che si fa chiamare "lo Sciancato", e che io ritengo sia stato l'esecutore materiale del rapimento dei tuoi genitori. Ecco la verità! E adesso che la sai, cosa vuoi fare? Sfidare a duello tutto l'Impero Lathear?.»
Marvin non si lasciò intimidire da quella requisitoria. Era pur sempre un retore, e conosceva le tecniche di persuasione degli oratori:
«Io sono l'ultimo dei Vorkidian, la cinquantesima generazione dall'ultimo Re! Molti guardano a me con speranza. Aspettano un Profeta mezzosangue? Io sono pronto, e non mi sottrarrò al mio dovere»
«Io sono l'ultimo dei Vorkidian, la cinquantesima generazione dall'ultimo Re! Molti guardano a me con speranza. Aspettano un Profeta mezzosangue? Io sono pronto, e non mi sottrarrò al mio dovere»
Halfgan si mise a ridere:
«Pronto? Ma se non sai neanche tenere in mano una spada! Credi di essere il Profeta? Se tu lo fossi, non avresti bisogno di chiedermi niente! Vuoi la verità? Cos’è la verità? Quid est veritas?Si sono commessi atti atroci in nome di questa parola. Tu credi forse che io non provi la tua stessa rabbia, al pensiero della scomparsa di Lilieth, che per me era come una figlia? Ma poi penso a quello che lei ora vorrebbe se fosse qui. Era una donna di pace, non concepiva la violenza, né la vendetta. E anche tuo padre, era un uomo giusto, onesto, che non avrebbe fatto del male a nessuno. L'unico modo per onorare la loro memoria è rispettare ciò in cui credevano più di ogni cosa, e cioè la pace! Loro volevano questo per te, che diventassi un uomo di pace. Per questo ti abbiamo fatto studiare la diplomazia, e non l'uso delle armi. Vuoi forse tradire la loro ultima volontà?»
«Pronto? Ma se non sai neanche tenere in mano una spada! Credi di essere il Profeta? Se tu lo fossi, non avresti bisogno di chiedermi niente! Vuoi la verità? Cos’è la verità? Quid est veritas?Si sono commessi atti atroci in nome di questa parola. Tu credi forse che io non provi la tua stessa rabbia, al pensiero della scomparsa di Lilieth, che per me era come una figlia? Ma poi penso a quello che lei ora vorrebbe se fosse qui. Era una donna di pace, non concepiva la violenza, né la vendetta. E anche tuo padre, era un uomo giusto, onesto, che non avrebbe fatto del male a nessuno. L'unico modo per onorare la loro memoria è rispettare ciò in cui credevano più di ogni cosa, e cioè la pace! Loro volevano questo per te, che diventassi un uomo di pace. Per questo ti abbiamo fatto studiare la diplomazia, e non l'uso delle armi. Vuoi forse tradire la loro ultima volontà?»
Marvin tardò a rispondere, poi disse, a bassa voce: «I figli non diventano mai ciò che i genitori vorrebbero. Io posso prometterti solo che sarò prudente. Molto più prudente di mio padre o di mia madre! Ora ho ben chiari chi sono i miei nemici. Li saprò riconoscere, quando entrerò al servizio del Duca di Amnisia. Ma prima, Lady Ariellyn dovrà dirmi quello che tu mi hai taciuto. Chi era mio padre? Cosa ci faceva un Lathear in questo borgo sperduto della Federazione Keltar? Chi è esattamente l'uomo che si fa chiamare "lo Sciancato"?»
Sapeva di avere colto nel segno.
Halfgan chiuse gli occhi, e a bassa voce recitò una preghiera in lingua keltari antica, e terminò dicendo: «Tutte le tue domande hanno un'unica risposta. In un'unica parola. Un cognome. Ma non sarò certo io a dirti quale».
N.d.A.
Il re Vorkidex dei Keltar è rappresentato da Edmure Tully ne "Il trono di spade" di George Martin ne "Le cronache del ghiaccio e del fuoco".
Marvin Vorkidian è rappresentato da Jon Snow, protagonista di "A game of thrones" in "The song of ice and fire".
Sapeva di avere colto nel segno.
Halfgan chiuse gli occhi, e a bassa voce recitò una preghiera in lingua keltari antica, e terminò dicendo: «Tutte le tue domande hanno un'unica risposta. In un'unica parola. Un cognome. Ma non sarò certo io a dirti quale».
N.d.A.
Il re Vorkidex dei Keltar è rappresentato da Edmure Tully ne "Il trono di spade" di George Martin ne "Le cronache del ghiaccio e del fuoco".
Marvin Vorkidian è rappresentato da Jon Snow, protagonista di "A game of thrones" in "The song of ice and fire".
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