sabato 15 marzo 2014

Le bassezze dell'Alta società. Capitolo 1. Un bambino in viaggio.



Ferrara, ottobre 1961

Tre donne, una giovane, e due di mezza età, si trovavano a consulto, in gran segreto, in uno stanzino a piano terra del Villa De Toschi, un pretenzioso maniero in stile vittoriano.
Era lì che che la proprietaria della villa, e cioè l'aristocratica, facoltosa, robusta e baldanzosa signorina Carlotta Luisa De Toschi, detta "La Grande Mademoiselle", riceveva chiunque le potesse tornare di qualche seppur remota utilità.



L'altra donna di mezza età era la signora Anna Federici, moglie di uno stimato medico ferrarese, accompagnata dalla figlia Giulia, diciannovenne studentessa, diplomata al liceo classico.
La signora Anna si trovava in grande imbarazzo, e per nascondere il rossore del volto, teneva persino la veletta nera del cappellino calata sul naso.
Giulia guardava fuori dalla finestra, pallida e impassibile.
La signorina Mariuccia scuoteva il faccione obeso con una espressione sdegnata e nel contempo eccessivamente affranta.
«Avete fatto bèene a rivolgervi a mée» disse con spiccato accento fiorentino.
La signora Anna, colma di gratitudine, le prese la mano sinistra:
 «Lo so! Quando ho saputo cos’era successo mi sono detta: “non c’è che la Signorina!” Lei è l’unica che ha l’autorità morale, culturale e… le conoscenze giuste…»
La signorina De Toschi si schermì ritraendo la mano grassoccia, ma lasciando trapelare una certa soddisfazione e una malcelata aria d’importanza.
«Per me Giulia è come una figlia…» e guardò con occhio possessivo la ragazza «e i Conti Ozzani di Fossalta… so’ i parenti della mi’ povera mamma» (e qui sospirò).
La signora Anna si unì al sospiro e aggiunse: «Il fatto è che mia figlia e Alessio Ozzani si sono…come dire…spinti troppo oltre…»
Mariuccia De Toschi spalancò i grandi occhi da batrace: «Mi dica, mi dica tutto!»
Anna guardò la figlia e poi, a testa bassa e a mezza voce, confessò:
«C’è un bambino in viaggio…  nessuno lo sa tranne noi… nemmeno Virginia Ozzani sospetta nulla…»
«Mèeglio! Mèeglio! Gli Ozzani non accetterebbero mai uno scandalo del genere! Proprio ora che Alessio è fidanzato con Esther Rubini, l’ereditiera…figuriamoci!»
«E allora non ci resta che interrompere la…» incominciò Anna, ma la signorina De Toschi tuonò come una tempesta:
«Nooo! Nooo! Dio liberi da certe idee!» e, mentre scuoteva il testone, le gote e il doppio mento le tremolavano, mentre la sigaretta che teneva nella mano destra fece cadere tutta la polvere sul tavolino di mogano: «Qui ci vuole un matrimonio di copertura. Conosco io un bravo ragazzo che lavora dagli Ozzani e che...»
La signora Anna, conoscendo i gusti della De Toschi, si spaventò:
«Ma per Giulia…»
«Eh, cara mia!» sbottò la de Toschi «mica può pretendere che arrivi il principe azzurro a prendersi gli scarti degli altri! Guardi, se solo fossi più giovane e il mi’ babbo fosse d’accordo…me lo sposerei io quel giovanotto che lavora dagli Ozzani!»
«Ma anche mio marito potrebbe non essere d’accordo» obiettò la signora Anna, senza nemmeno guardare Giulia, come se la decisione non la riguardasse.
«Il ragazzo è innamorato di Giulia, lo so per certo» La De Toschi aspirò profondamente dalla sigaretta «E pòoi, come ha detto lei...» espirò «qui c’è un bambino in viaggio…»


                                  Ippolito Ozzani di Fossalta   +   Valeria Serbelloni  
                                                                                 |
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                                                |                                                          |
                              
       Vittorio Ozzani di Fossalta + Adelaide Aldrovandi      Violetta + Gen. DeToschi                                              
                1892- 1948                |    1899-1994                   1909-1929     1895-1978  
                                                  |                                                         |          
                                                  |                                              Carlotta De Toschi
                                                  |                                                      1929
        -------------------------------------------------------------------------------------------------------
        |                           |                      |                              |                     |
  Umberto              Carlo                 Grazia                 Laura                   Margherita
1915-1986       1917-1995           1919-1997            1921-1998         1923 -2000
       +                                                                                +                    +
 Claudia                                                         Adriano Trombadore   Giuseppe Papisco
Protonotari                                                         1912 – 1987                1916-1998
Bonaccorsi                                                                                              |        divorzio 1975               |                                                                                                              |         risposatosi poi con 
1919-2000                                               --------------------------------------------------
       |                                                     |                      |               |                
----------------------------                Piergiuseppe      Benedetta      Goffredo                 +
|                          |                           1944               1947              1949          Serena Sarpi
Alessio          Virginia                                         +                                              1937
1940-1999     1942                                Massimo Piccioni                                        | 
+                                                           1940        |                                             Bramante
Esther                                  ----------------------------------------------                                1967
Rubini                                  |                                     |
1943-1999                     Alberto Piccioni              Cristina Piccioni

(+ Giulia                        1970                                     1975                                            
      Federici
       1942)
   |
Roberto
1962

“L’Erede”

La Cancelliera Renzel



L'Italia ha due primedonne: la cancelliera Renzel e la regina Giorgia. La cancelliera Renzel è salita al potere pugnalando alle spalle il suo predecessore, dopo avergli detto di stare sereno. Poi, per far dimenticare l'usurpazione, ha deciso di regalare dei soldi ai lavoratori dipendenti, fregandosene di tutte le altre categorie (disoccupati, pensionati, lavoratori autonomi, professionisti ecc). La regina sa che per queste spese pazze non ci sono coperture finanziarie certe. Nessuno ancora sa esattamente da dove verranno i denari che la cancelliera distribuirà ai suoi futuri elettori. La cancelliera dovrà convincere nuovamente la regina a sostenerla. Dio salvi l'Italia da entrambe!

I posti migliori dove andare in vacanza in aprile



Aprile è a cavallo tra la fine della stagione dei monsoni e l’inizio dell’estate: le temperature sono ottime, le condizioni del mare sono perfette sia per chi vuole fare immersioni sia per chi vuole fare surf. L’Indonesia è una dei sei paesi che compongono “il triangolo del corallo” ed è circondata da uno degli oceani con la biodiversità più grande del pianeta. Raja Ampat è uno dei suoi angoli, ancora incontaminati, con un numero di specie di coralli dieci volte maggiore rispetto ai Caraibi. Le sue acque sono ricche di pesci, ma se sei un sommozzatore novello, è meglio fare un po’ di patica alle Isole Gill, prima di inoltrarsi nelle profondità di Raja Ampat. 
Raja Ampat, Indonesia
vacanze-aprile
Siviglia, Spagna
vacanze-aprile
La Settimana Santa viene festeggiata in tutto il mondo cattolico, ma la passione e i rituali che si trovano a Siviglia sono unici. È la “Semana Santa”, dalla domenica delle Palme al Lunedì dell’Angelo, ricca di lunghe processioni, in cui vengono messi in mostra i pasos (rappresentazioni scultoree a grandezza naturale di eventi della Passione di Cristo). Ma le celebrazioni proseguono anche nei bar e nei ristoranti della città, per cui è bene prenotare in anticipo. 
Yunnan, Cina
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Nella metà di aprile si celebra il capodanno per la minoranza dei Dai, nella provincia dllo Yunnan, in Cina. Il rituale è quello dello spruzzo d’acqua, in cui ci si bagna a vicenda secondo un rituale di purificazione, che è ormai diventato un festival nella regione del Xishuangbanna, a sud. Ci sono sfilate, mercati all’aria aperta e sculture di sabbia lungo le rive del Lacang.
Ukhahlamba, dorsale del Drakensberg
vacanze-aprile
Le dorsali e i contrafforti naturali dei Monti dei Draghi sono una delle meraviglie naturali più consigliate per chi volesse passare giornate di aprile in escursioni nel mezzo della natura. A cavallo tra Sudafrica, Lesotho e Swaziland, è una delle attrazioni più importanti del continente. È annoverato tra i siti raccomandati dall’Onu, presenta tantissimi percorsi, diversi per difficoltà e lunghezza: dalla passeggiata di poche ore a lunghe camminate di giorni interi.
Copenhagen, Danimarca
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Per tutti gli altri, c’è Copenhagen. Eco-friendly, ricca di storia, moderna: è da vedere ad aprile, quando il clima è bello, le giornate lunghe e i turisti ancora pochi. Si può assistere alle celebrazioni del compleanno della regina Margherita, il 16 aprile, quando la sovrana saluta le folle dal suo terrazzo. Oppure vivere la vita indipendente (nel senso giuridico del termine) di Christiania, una communità autonoma all’interno della città. Si può girare in bicicletta, a tutte le ore.
Louisiana, Usa
vacanze-aprile
Il paese dove tutti sono pronti a ballare. Jazz, suoni caraibivi, armoniche: è difficile resstere. Dal 10 al 15 aprile il Festival del Quartiere francese, a New Orleans è uno dei più grandi eventi del sud degli Usa, dove suonano centinaia di musicisti (jazz, blues, Cajun, funky) nelle strade in stile coloniale della città, tra una bougainville l’altra. E due settimane dopo tocca alla Jazz Fest, che nel 2014 compirà 45 anni, e ospiterà Santana e Bruce Springsteen. E dopo aver visto 12 anni schiavo, merita una visita anche la vicina piantagione di cotone, o le paludi di Cajun Country, sede della più grande comunità francofona degli Usa.
 (da Linkiesta)

Outfit in bianco e nero, gonna grigia e stivali.



Camicia bianca e vestito nero per Silvia Sardone, avvocato e consigliere comunale di Milano, che qui vediamo in un dibattito televisivo. Nella foto sotto vediamo anche l'abbinamento con gonna grigia e stivali neri.



In un altro intervento nella stessa trasmissione vediamo un outfit simile, sempre elegantissimo.






venerdì 14 marzo 2014

Logica dei gatti



Perché scegliere di dormire in una banale cuccia, quando si può stare "così comodi" sul suo tetto?



ambiente ideale gatto

La fiamma di Atar. Capitolo 12. Un segreto millenario.



<<Riconosce quel testo, dottor Bosco?>> chiese il direttore Massimo Ferrante, dopo aver guidato Luca in un lussuoso e iperprotetto salone dall'aria secca e rarefatta, per accedere al quale aveva digitato numerose password su tastiere avveniristiche a fianco di porte blindate.



Il libro poggiava su un leggio, davanti ad una vetrata con vista panoramica sulla città.
Il direttore lo prese in mano con molta delicatezza, come se si trattasse di una sacra reliquia, e lo trasferì su un ampio tavolo di lettura.
<<Lo esamini pure con molta attenzione>>
Luca conosceva già la risposta, ma era necessario prima un attento esame per verificare che fosse esattamente ciò che lui sospettava.
<<Direttore, lei è certo che dopo aver preso visione di questo testo io possa ritenermi sicuro della mia incolumità personale?>>
Ferrante parve lievemente divertito:
<<Nemmeno il Padre Eterno potrebbe garantirle questa sicurezza, dottor Bosco>>
<<Sì, ma... per quello che rientra nei suoi poteri... e in quelli di coloro che lei rappresenta...>>
Il direttore si mostrò stupito:
<<Poteri? Io rappresento solo il Dipartimento di Storia delle religioni. Non ascolti le leggende messe in giro dal professor Gallo e dalle sue procaci studentesse. La mia riservatezza riguardo al testo che lei hai il privilegio di esaminare è fondata su ragioni di cui capirà ben presto la serietà>>
Il riferimento alle "procaci studentesse" imbarazzò nuovamente Luca, che non riusciva a togliersi dalla testa la bellezza in stile "Pocahontas" di Elisabetta Tommasi.



Cercò comunque di concentrarsi sul libro che ora si trovava sul grande tavolo di lettura.
Vi si sedette davanti e ne osservò prima di tutto la copertina. Il suo stato di conservazione era ottimo.
Il dorso era scuro, in pelle, e su di esso vi era tatuato un simbolo in rosso. Una stella a sette punte, inscritta in un cerchio e con un piccolo cerchio a sua volta inscritto nel suo centro. La punta dispari era rivolta verso l'alto.



<<L'eptagramma con i due cerchi. E' un simbolo che gli alchimisti utilizzavano nell'Opus Magnum per indicare l'ordine cosmico, con riferimento ai sette pianeti e alle sette qualità necessarie nella generazione degli esseri viventi, intesi come corpo, anima e spirito, secondo quanto fu esplicato da Jacob Bohme>>




Ferrante annuì, compiaciuto:
<<Vedo che lei è molto meno ingenuo di quello che, saggiamente, vorrebbe far credere. Proceda pure... >>
Luca aprì il libro con estrema delicatezza e ne lesse il frontespizio.
Un brivido lo percorse lungo la schiena.
<<Allora è vero! Questa è una delle tre edizioni della...>>
Il direttore sollevò un braccio:
<<Non basta leggere un frontespizio per certificare l'autenticità di un testo! Lei è un filologo, dottor Bosco, oltre che un bibliotecario. Mi aspetto da lei una perizia più accurata>>
Luca tornò a concentrarsi sul testo.
<<Flamma Ataris, prima edizione a stampa, Venezia, 1456. Tipografia di Marco Laudan. Autore del manoscritto originario...>> e qui la voce gli morì in gola.
Guardò Ferrante con espressione sbalordita.
<<E' assurdo... ovviamente è uno pseudonimo...>>
Il direttore si limitò a fissarlo:
<<Il manoscritto originario era molto antico. Non ne è sopravvissuta alcuna copia, ma in base alle informazioni in mio possesso è possibile risalire a millenni or sono, il che amplia notevolmente il ventaglio delle ipotesi>>
Luca scosse il capo:
<<Sì, ma da qui a dire che l'autore del manoscritto originario fosse...>>
<<Non possiamo escluderlo a priori. Certo nella traduzione dal greco al latino deve essersi perso molto, a livello stilistico. In fondo questa è una sorta di "Vulgata">>
Rimasero in silenzio per un po', mentre Luca sfogliava con estrema attenzione il volume.
<<E' un testo lungo. Lui non avrebbe mai avuto il tempo per scriverlo, ammesso che fosse in grado di scrivere un trattato di qualsiasi genere>>
<<Probabilmente il vero autore è un sacerdote persiano, forse un eunuco del suo seguito>>
Luca soppesò attentamente quelle parole.
Ritornò a esaminare il frontespizio e tra sé e sé sussurrò il nome del presunto autore del manoscritto originario:
<<Alexander, Macedonum Rex>>









Milano occupata dai Centri sociali amici di Pisapia



Tra centri sociali, campi nomadi, case ai rom e moschee in costruzione, la Milano di Pisapia sta vivendo un momento molto difficile. 
C'è qualche milanese tra i miei lettori? Cosa ne pensate?

Sondaggio intenzioni di voto al 13 marzo 2014

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Secondo l'istituto Ixè. Calano M5S e L’Altra Europa con Tsipras. Lega Nord sopra la soglia di sbarramento.


Wasabi, la gatta volante. Cade dall’undicesimo piano ma si salva



Juneau (Alaska) – Secondo la logica un gatto che cade dall’undicesimo piano non ha molte chance di restare vivo. Ma, come si sa, la logica non riesce a spiegare i miracoli.
La simpatica gattona Wasabi stava giocando con una mosca quando quest’ultima è volata via dalla finestra. Senza pensarci due volte si è lanciata nel vuoto per cercare di raggiungere il suo giochino volante, cadendo da un altezza di ben 40 metri.
La gatta è caduta da 40 metri
La gatta è caduta da 40 metri
Stephanie Gustafson, la proprietaria della gatta, ha visto un immobile puntino nero sull’asfalto e subito ha pensato al peggio. Corsa in strada però ha potuto constatare, con notevole sorpresa, che Wasabi aveva gli occhi socchiusi ma era ancora viva. Non sembrava particolarmente dolorante ma Stephanie temeva che qualche emorragia interna avrebbe posto termine alla sua vita.
I raggi hanno fugato anche questo dubbio e Wasabi se l’è cavata con qualche ossa rotte. Adesso dovrà affrontare un periodo di convalescenza ma, nonostante la disavventura, la bella gattona non ha perso per nulla la voglia di vivere. Dopo un giorno, infatti, è già tornata a mangiare, fare le fusa, miagolare e a giocare con i suoi giocattoli come se nulla fosse successo.
Se è vero che i gatti hanno 7 vite probabilmente Wasabi ne ha utilizzate due in una sola caduta.

giovedì 13 marzo 2014

Sanzioni alla Russia: chi ci rimetterebbe davvero?



Il segretario di stato americano, John Kerry, minaccia il presidente russo Putin, intimandogli di evacuare la Crimea, altrimenti scatterebbero delle sanzioni.
Ma chi pagherebbe realmente il prezzo di queste sanzioni?

La fiamma di Atar. Capitolo 11. Il direttore.



Non era un uomo di molte parole il direttore Massimo Ferrante, responsabile della biblioteca del Dipartimento di Storia delle religioni, e quelle poche volte che parlava, la sua voce era così metallica e priva di qualsiasi inflessione, da apparire quasi artificiale.
Era alto, imponente, severo e impeccabile, tanto da mettere tutti in soggezione con un solo sguardo.



Gli stessi enormi occhiali, con montatura spessa in tartaruga, rendevano ancora più ieratico e austero il suo aspetto.
Per questo, quella mattina, Luca Bosco era piuttosto in ansia al pensiero di dovergli parlare della studentessa che faceva ricerche sulla Flamma Ataris.
Normalmente il direttore riceveva nel suo studio, all'ultimo piano, solo su appuntamento, ma quando Luca fece presente alla segretaria che si trattava di una questione della massima importanza, relativa ad un testo che sicuramente stava molto a cuore al dottor Ferrante, riuscì ad ottenere un ricevimento immediato.
L'ufficio del direttore si trovava "in torre", come erano soliti dire i bibliotecari più anziani, riferendosi al fatto che, come era comune nella Città dai Portici Antichi, ogni edificio del centro avesse una piccola torre, risalente all'epoca medievale.
Le scalinate erano ripide, ma grazie al cielo era stato ricavato al loro interni un ascensore molto moderno.
In generale tutti gli interni dei piani alti della biblioteca erano "molto moderni" e decisamente molto superiori agli standard medi di ogni altra biblioteca universitaria.
Si respirava un clima di ricchezza e di sorveglianza tale da far sembrare quei luoghi i piani alti di una banca.
Quanto vale quel libro, se esiste davvero? Cosa ci potrà mai essere scritto, per renderlo dissimile da ogni altro raro libro antico?



Quando la porta dell'ascensore si aprì, Luca vide, con grande sorpresa e persino timore, che il direttore Ferrante non solo se ne stava lì in piedi ad attenderlo, ma stava per salire pure lui.
<<Buongiorno, dottor Bosco. Ora saliremo all'ultimo piano, al Thesaurus>>
Luca sgranò gli occhi:
<<Buongiorno, direttore. Io... io devo parlarle di qualcosa di molto importante che riguarda...>>
Ferrante entrò con incedere regale e poi, dall'alto in basso, lo degnò di una leggerissima parvenza di sorriso, naturalmente ironico:
<<La Flamma Ataris, immagino. Non mi avrebbe mai disturbato con così tanta insistenza per qualsiasi altra ragione>>



<<Sì be'... naturalmente>>
Il direttore annuì:
<<Era inevitabile che accadesse. Lei è il nostro dipendente più giovane e quindi anche il più inesperto. E' normale che chi vuole accedere a informazioni riservate si rivolga a lei, utilizzando peraltro... abili argomenti>>
Luca si accorse che Ferrante sapeva già tutto:
<<Lei quindi è già a conoscenza che una studentessa del professor Piero Gallo...>>
<<Gallo tenta da decenni di intromettersi in questioni che non lo riguardano. Quanto alla studentessa... non è certo passata inosservata, non fosse altro che per il fatto che lei ha concesso un tempo eccessivamente lungo, anche se dedicato a una fanciulla che assomiglia a Pochaontas>>



Luca avrebbe voluto ribattere, ma quando porta dell'ascensore si aprì in un locale straordinariamente avveniristico, rimase senza parole.
Uscirono dall'ascensore.
Il direttore indicò, con fierezza, una collezione di testi antichissimi, conservata in una specie di camera interna sigillata con pareti trasparenti molto spesse, a cui si poteva accedere solo con una tessera e una password, previo riconoscimento delle impronte digitali.
Il direttore indicò la collezione con aria solenne:
<<Ecco, questo è il famoso Thesaurus, la punta di diamante della nostra biblioteca. Qui sono conservati, con la massima cura, i nostri testi più preziosi, che possono essere consultati solo dietro mia autorizzazione. Ma orma mi segua, voglio mostrarle un'altra stanza, dove conserviamo qualcosa di ancor più prezioso>>

Perché i gatti dormono sempre?



Una delle caratteristiche distintive dei gatti è il fatto che dormono sempre e ovunque.
Noi umani invidiamo la vita dei gatti e la loro propensione a dormire dovunque, in qualsiasi posizione e per così tante ore al giorno. Il gatto dorme per più della metà di un giorno e per due terzi della sua intera vita.
Ma vi siete mai chiesti perché il gatto sonnecchia così tanto? Secondo Amy Shojai, consulente sul comportamento degli animali e autrice di diversi libri , i predatori che devono affrontare dei nemici possono dormire per un periodo di tempo superiore. Inoltre, il bisogno di sonno aumenta in maniera proporzionale all’energia richiesta. Essendo un predatore, il gatto ha bisogno di un apporto straordinario di energia per cacciare. Quindi il gatto dorme per avere sufficienti energie per la caccia, e i gatti domestici che sono impossibilitati a farlo devono, comunque, sfogare questo istinto. Ben vengano quindi tutti i giochini adatti: il gomitolo di lana da rincorrere e uno spazio aperto in cui sbizzarrirsi, per esempio.
Sarebbe anche opportuno fornire al proprio gatto uno spazio caldo e riparato per dormire. Ultimamente il 60% dei possessori di un gatto dichiarano di condividere il letto con il loro amico a 4 zampe. In quel caso è utile rendere il proprio letto confortevole per il proprio amico a quattro zampe, stando attenti a non far diventare l’ambiente troppo caldo, a non usare lenzuola di seta o satin in cui potrebbero incastrarsi gli artigli del nostro micetto. Inoltre, anche se il gatto gradisce dormire con noi, ha il sonno più leggero di un umano e potrebbe svegliarsi molto spesso durante la notte, questo perché è sempre pronto a fiutare i pericoli. Ad ogni modo il fatto che il gatto “accetti” di dormire con voi dimostra la sua estrema fiducia nella vostra persona.

mercoledì 12 marzo 2014

Il gatto quotidiano



La fiamma di Atar. Capitolo 10. Il fuoco segreto.



Luca Bosco si svegliò nel cuore della notte in un lago di sudore, dopo aver fatto sogni angosciosi, di cui però non aveva memoria, pur conservandone lo spaventoso turbamento.
A che punto è la notte?
La domanda shakespeariana trovò una risposta singolare: la sveglia segnava le 3.33.
L'ora del lupo.



Luca maledisse il giorno in cui aveva accettato l'incarico alla biblioteca del Dipartimento di Storia delle religioni.
Avrei dovuto capire che se nessuno accettava quel posto, di questi tempi, c'era una ragione più che valida.
Eppure, anche quando il direttore della biblioteca lo aveva avvertito che, qualora qualcuno cercasse un antico libro intitolato Flamma Ataris, di cui alcuni erroneamente ritenevano che una copia si trovasse nel thesaurus di quella collezione, avrebbe dovuto in tutti i modi troncare sul nascere qualunque tentativo di indagare sulla questione.
Le uniche due copie ufficialmente sopravvissute di quel testo si trovano rispettivamente nella Collezione Burke-Roche, ad Hollow Beach, e nella Collezione Fitzherbert, a Manhattan.
Poteva capire la collezione di Manhattan, ma l'idea che un libro così prezioso si trovasse in una località balneare come Hollow Beach, a Long Island, era un mistero.
Mistero ad Hollow Beach... sarebbe un bel titolo per un romanzo, specie se c'entrassero gli Arcani Supremi.



La necessità di un lavoro lo aveva portato ad accettare quell'incarico, insieme all'amore per i libri rari e ad una sua naturale predisposizione nei confronti delle cause perse, specialmente quando erano perse sul serio.
Parcere subiectis et debellare superbos...
Almeno nei libri quello era possibile, nei poemi, come l'Eneide di Virgilio, ma specialmente nei romanzi e ancor di più in quelli di carattere fantastico o di genere fantasy.
E proprio al centro di un romanzo Luca si sentiva in quel momento.
Un romanzo che porta il titolo di un trattato proibito: "La fiamma di Atar".
Era quello il nocciolo della questione.
Sono diventato, senza volerlo e senza rendermene conto, uno dei Custodi del Fuoco Segreto.

Il fumo danneggia anche la schiena

Il fumo danneggia anche la schiena

Uno studio di due ricercatori italiani dimostra che le sigarette danneggiano i dischi intervertebrali (da Panorama)

Il fumo può avere effetti molto dannosi anche sulla schiena, provocando danni gravi al Dna dei dischi intervertebrali. I danni alla colonna potrebbero essere ancora più gravi per chi inizia a fumare da adolescente. Sono i risultati di uno studio condotto da Enrico Pola e Luigi Nasto dell'Università Cattolica di Roma, con la University of Pittsburgh, e pubblicato su The Spine Journal.

Fattori di rischio

La degenerazione dei dischi è responsabile di molte patologie della colonna, come lombalgie e cervicalgie croniche. L'invecchiamento è la causa principale di degenerazione discale, però molteplici fattori di rischio collaborano all'accelerazione di questo processo degenerativo e adesso appare chiaro che il fumo è tra questi. Lo studio italiano ha evidenziato l'azione nociva dei composti del fumo sul Dna delle cellule dei dischi.

L'esperimento

I ricercatori hanno esposto a fumo cronico di sigaretta topolini di laboratorio sani e topolini con un deficit di funzionamento dei meccanismi di riparazione del Dna. Questo secondo gruppo di topini è molto più suscettibile al danno indotto da qualsiasi agente che attacchi il Dna, compreso il fumo. Tutti i topi esposti hanno sviluppato segni gravi di degenerazione discale con perdita in altezza dei dischi intertevertebrali. Le cellule discali hanno mostrato segni precoci di invecchiamento. I topi più suscettibili al danno al Dna presentavano danni vertebrali solo leggermente superiori rispetto ai topi sani di controllo. Questo dimostra che il fumo non agisce solo sul Dna. Altri meccanismi sono sicuramente in gioco nei soggetti fumatori. Lo studio suggerisce anche che il danno alla colonna potrebbe essere ancora più grave iniziando a fumare precocemente, in età adolescenziale, infatti, quando i topi esposti al fumo sono giovani la gravità della degenerazione discale è dieci volte maggiore rispetto ai topi adulti.

Le centrali nucleari del mondo

Carta tratta dal dossier “Dopo Fukushima” di Limes QS 1/2011 “La guerra di Libia” - clicca qui per andare all’originale con possibilità di ingrandireSono 436 le centrali nucleari esistenti al mondo. Altre 63 sono in fase di costruzione. Stati Uniti, Francia, Giappone e Russia sono i quattro paesi con il maggior numero di centrali.  Lo stato dell’arte per quanto riguarda il nucleare civile: la carta mostra dove sono state smantellate le centrali, dove si parla di un possibile smantellamento, quali paesi hanno in progetto di costruire nuove centrali e quali ne sono già dotati. Sono inoltre visibili le sagome delle placche terrestri.

Sono 436 le centrali nucleari esistenti al mondo. Altre 63 sono in fase di costruzione. Stati Uniti, Francia, Giappone e Russia sono i quattro paesi con il maggior numero di centrali.  

Lo stato dell’arte per quanto riguarda il nucleare civile: la carta mostra dove sono state smantellate le centrali, dove si parla di un possibile smantellamento, quali paesi hanno in progetto di costruire nuove centrali e quali ne sono già dotati. Sono inoltre visibili le sagome delle placche terrestri.

Carta tratta dal dossier “Dopo Fukushima” di Limes QS 1/2011 “La guerra di Libia” - clicca qui per andare all’originale l terremoto di magnitudo 8,9 che ha scosso il Giappone lo scorso 11 marzo 2011 ha avuto delle conseguenze devastanti. La carta mostra l’epicentro del sisma, poco lontano dalla costa nipponica nordorientale e l’impatto che questo ha avuto sul territorio. Le autorità locali hanno raccomandato di evacuare le zone limitrofe alla centrale nucleare di Fukushima.   Sono inoltre tracciate le varie “linee di confine” delle placche terrestri.

l terremoto di magnitudo 8,9 che ha scosso il Giappone lo scorso 11 marzo 2011 ha avuto delle conseguenze devastanti. La carta mostra l’epicentro del sisma, poco lontano dalla costa nipponica nordorientale e l’impatto che questo ha avuto sul territorio. Le autorità locali hanno raccomandato di evacuare le zone limitrofe alla centrale nucleare di Fukushima.   

Sono inoltre tracciate le varie “linee di confine” delle placche terrestri.


Carte di Laura Canali da "Limes"

Media dei sondaggi sulle intenzioni di voto all'11 marzo 2014

Media Sondaggi
Va detto, però, che il mini partitino dell'orrido Monti, e cioè Scelta Civica, è ormai da considerarsi alleato della sinistra, di cui ha condiviso la passione per le tasse sulla casa.

Come i robot cambieranno la vita domestica



Dalla macchina per lavare i pavimenti alla badante tecnologica: gli automi entrano nella vita di tutti giorni. Ci spiega come e perché Colin Angle, amministratore delegato e co-fondatore di iRobot (di Federico Guerrini, su La Stampa)

iRobot, l’azienda statunitense celebre per essere l’artefice dell’aspirapolvere Roomba, un congegno dotato di un’intelligenza artificiale e in grado, una volta messo in moto, di pulire i pavimenti senza bisogno dell’intervento di alcun operatore umano, ha lanciato la settimana scorsa le ultime linee di prodotti per il mercato europeo: il Roomba 800, che alle normali setole sostituisce dei cilindri rotanti e degli “estrattori ad aria”, in gradi di risucchiare e sbriciolare la sporcizia raccolta e lo Scooba 450, un robottino per a pulitura con acqua dei pavimenti, presentato al Ces di Las Vegas lo scorso gennaio.  

Nella conferenza stampa non si è parlato comunque solo di aspirapolveri. Quello di iRobot, con un’esperienza più che ventennale nel settore della robotica, 500 dipendenti e 484 milioni di dollari di fatturato nel 2013 e un patrimonio di brevetti che, secondo una classifica del Wall Street Journal la colloca quinta al mondo – davanti a Samsung – per valore della proprietà intellettuale, è un osservatorio privilegiato per capire come i robot stiano iniziando a fare il loro ingresso in massa nell’industria. Un ingresso profetizzato da tempo, ma finora in larga parte soltanto abbozzato. Abbiamo incontrato a Monaco l’amministratore delegato e co-fondatore dell’azienda, Colin Angle, per farci raccontare come stia cambiando il panorama dell’automazione e cosa dobbiamo aspettarci dall’entrata in massa dei robot nelle nostre vite. 

A volte non è facile capire cosa si intenda esattamente per “robot”, quali caratteristiche debba avere una macchina per poterla considerare tale. Lei come lo definirebbe?  
“La mia risposta è una tecnica, direi una macchina che usa dei sensori per percepire l’ambiente circostante e un’intelligenza artificiale per pensare a quello che vede e dei motori per spostarsi dove necessario. È una buona definizione, ma tutto sommato forse è una definizione troppo ampia; penso che si potrebbe dire che è qualcosa che comunica un senso di “vita”, una macchina che risponde all’ambiente in maniera simile a un organismo vivente. Penso però che questo stia cambiando; moltissime macchine stanno incorporando una qualche forma di intelligenza per cui diventerà sempre più difficile distinguere ciò che è un robot da ciò che non lo è”. 

Conta anche l’aspetto antropomorfo? Un tempo si pensava che rendere i robot più somiglianti agli umani, potesse servire a renderli più accetti.  
“Penso che quella dell’antropomorfismo sia una limitazione non necessaria. Non c’è un motivo particolare perché non possa essere utilizzato, ma penso che spesso il modo con cui ci avviciniamo a un problema sia “cosa farei io?” e quindi si progetta un sistema che si comporti allo stesso modo. Ma questa non è quasi mai la soluzione giusta. Oltre a ciò che il rischio che se li si rende troppo simili a un umano, da interessanti diventino grotteschi. Se stessi seduto qui e la mia faccia fosse rigida, di plastica, non le sembrerebbe bello, ma fastidioso, l’obiettivo è quello di avere un robot che abbia degli elementi che tu possano renderlo riconoscibile, per esempio qualcosa che assomigli a una testa, a cui parlare. O qualcosa che assomigli a un corpo. Ma non dovrebbe essere troppo simile a una persona. Abbiamo fatto degli esperimenti molto interessanti con il robot Ava (un robot adoperato per effettuare diagnosi mediche a distanza n.d.r.). La prima volta che l’abbiamo portato negli ospedali non aveva la “pelle”, solo metallo e cavi, e la gente era molto scettica. Ci dicevano “si muove troppo velocemente” oppure “mi sta troppo vicino”. Abbiamo messo una copertura e l’abbiamo riportato lì, e questi difetti sono scomparsi. Il look del robot perciò ha un effetto su come viene percepito, ma basta avere una rappresentazione stilizzata di un essere umano, non serve che sia troppo simile”.  

Cosa ne pensa di Ray Kurzweil e delle sue teorie sulla singularity, il punto in cui le macchine svilupperanno una loro forma di auto-coscienza?  
“Penso che il futuro sarà molto più strano. Molto prima di raggiungere una qualche singularity dovremo abituarci al fatto che la tecnologia possa essere impiantata nel nostro corpo. Oggi ci sono molte ricerche sul fatto di poter rimpiazzare la perdita dell’udito con un orecchio robotico, o quella della vista, con un occhio robotico. O un braccio robotico controllato con la mente, e così via. Ma questo darà origine a una serie di questioni. Cosa succederà quando tuo figlio verrà da te e ti dirà: papà voglio sostituire il mio braccio con uno robotico perché ha un aspetto migliore ed è dieci volte più potente? L’idea che la tecnologia possa arrivare a un punto in cui sia migliore dell’originale è qualcosa a cui ci dovremo rapportare e chiederci: è quello che vogliamo? A me piace essere umano e penso che i robot debbano servire soprattutto per agevolare la vita delle persone. In un’epoca di aumento della vita media, dobbiamo trovare ad esempio un modo di permettere a persone anziane di andare al bagno o spostarsi senza dover ricorrere a personale umano, che magari non si potrebbero permettere”.  

E per quanto riguarda la cosiddetta disoccupazione tecnologica? I robot da voi creati non eliminano posti di lavoro? Per esempio, un robot come lo Scooba, che pulisce i pavimenti, non sostituisce almeno in parte la donna delle pulizie
“È una domanda difficile. La lavastoviglie ha creato problemi di disoccupazione? Di solito si pensa che abbia dato al contrario nuove opportunità alle donne di cercare un lavoro fuori da casa. Man mano che sviluppiamo strumenti per eliminare la fatica, si creano nuove possibilità di impiegare quel tempo. Oltre a ciò, in molti paesi sviluppati, è difficile trovare personale che sbrighi le faccende più umili. Non si tratta quindi di rimpiazzare i lavoratori, ma di dare la possibilità a più persone di accedere a servizi che non si potrebbero permettere per via del loro budget o del loro stile di vita. Una volta stavo facendo un’intervista radiofonica e un ascoltatore è intervenuto dicendo: “ho perso il mio lavoro, a causa di un robot. Oggi lavoro a costruire robot, e mi pagano molto di più!”. Stiamo creando una nuova industria che creerà migliaia, milioni di posti di lavoro e sono molto fiero di far parte di questa rivoluzione”. 

Dieci consigli per la scrittura creativa



1. Il lettore non è un avversario o uno spettatore, ma un amico.
2. Se un romanzo non racconta l'avventura personale dell'autore in una dimensione spaventosa o sconosciuta, allora non vale la pena di scriverlo – se non per soldi.
3. Cedete la parola ai vostri personaggi, lasciateli parlare.


4. Scrivi in terza persona, a meno che una voce in prima persona non ti si imponga con forza irresistibile.
5. Quando l’informazione diventa libera e universalmente accessibile, una ricerca ampia per scrivere un romanzo viene svalutata, e così anche il romanzo stesso. Scrivete dunque su cose meno note.
6. Il rischio dell'autobiografismo non esiste, in quanto la vita a cui noi ci ispiriamo non è quella che abbiamo vissuto, ma quella che ricordiamo e come la ricordiamo per raccontarla. La narrativa autobiografica più pura richiede invenzione pura. Nessuno ha mai scritto una storia più autobiografica di Cent'anni di solitudine.
7. Puoi osservare più cose stando seduto immobile che rincorrendole.
8. Evitare le distrazioni. È improbabile che chiunque abbia il cellulare acceso quando lavora stia scrivendo delle buone storie.
9. Di rado i verbi interessanti sono davvero interessanti.
10. Devi amare i personaggi prima di essere implacabile con loro.

(Jonathan Franzen, intervista su Panorama)


Uomini o rabbini? No, hipster. Purtroppo.



Donne, lo so che in questa foto la vostra attenzione è attratta immediatamente dal look di Sienna Miller, ma vi chiedo lo sforzo (e non è cosa da poco) di osservare attentamente il suo accompagnatore. 
Ebbene, di primo acchito si potrebbe pensare che sia un rabbino ultraortodosso di Gerusalemme. E invece, purtroppo, non è così. Quello strano e orripilante personaggio di fianco a Sienna Miller è un hipster che si crede molto alla moda: cappello buffo, barba immancabile, camicia bianca abbottonata senza cravatta (tipo mafioso siciliano) e giacca minimal chic. Ecco, a questo ci siamo ridotti.

Il problema di avere troppe informazioni



O my morning bus into town, every teenager and every grown-up sits there staring into their little infinity machine: a pocket-sized window onto more words than any of us could ever read, more music than we could ever listen to, more pictures of people getting naked than we could ever get off to. Until a few years ago, it was unthinkable, this cornucopia of information. Those of us who were already more or less adults when it arrived wonder at how different it must be to be young now. ‘How can any kid be bored when they have Google?’ I remember hearing someone ask.
The question came back to me recently when I read about a 23-year-old British woman sent to prison for sending rape threats to a feminist campaigner over Twitter. Her explanation for her actions was that she was ‘off her face’ and ‘bored’. It was an ugly case, but not an isolated one. Internet trolling has started to receive scholarly attention – in such places as the Journal of Politeness Research and its counterpart, the Journal of Language Aggression and Conflict – and ‘boredom’ is a frequently cited motive for such behaviour.
It is not only among the antisocial creatures who lurk under the bridges of the internet that boredom persists. We might no longer have the excuse of a lack of stimulation, but the vocabulary of tedium is not passing into history: the experience remains familiar to most of us. This leads to a question that goes deep into internet culture and the assumptions with which our infinity machines are packaged: exactly what is it that we are looking for?

martedì 11 marzo 2014

Le donne elette nei parlamenti nazionali



Si va dal primo posto del Ruanda (63,8% di donne in Parlamento) all'ultimo del Qatar, dove le quote rosa sono un miraggio: 0 donne su 35 seggi dell'assemblea. In mezzo ci sono il Regno Unito (22,6%) e gli Stati Uniti (18,3%). E anche l'Italia, che con il suo 31,4% non sembra sfigurare troppo: meno della Germania (36,5%) ma meglio della Francia (26,2%).