mercoledì 12 marzo 2014

Il fumo danneggia anche la schiena

Il fumo danneggia anche la schiena

Uno studio di due ricercatori italiani dimostra che le sigarette danneggiano i dischi intervertebrali (da Panorama)

Il fumo può avere effetti molto dannosi anche sulla schiena, provocando danni gravi al Dna dei dischi intervertebrali. I danni alla colonna potrebbero essere ancora più gravi per chi inizia a fumare da adolescente. Sono i risultati di uno studio condotto da Enrico Pola e Luigi Nasto dell'Università Cattolica di Roma, con la University of Pittsburgh, e pubblicato su The Spine Journal.

Fattori di rischio

La degenerazione dei dischi è responsabile di molte patologie della colonna, come lombalgie e cervicalgie croniche. L'invecchiamento è la causa principale di degenerazione discale, però molteplici fattori di rischio collaborano all'accelerazione di questo processo degenerativo e adesso appare chiaro che il fumo è tra questi. Lo studio italiano ha evidenziato l'azione nociva dei composti del fumo sul Dna delle cellule dei dischi.

L'esperimento

I ricercatori hanno esposto a fumo cronico di sigaretta topolini di laboratorio sani e topolini con un deficit di funzionamento dei meccanismi di riparazione del Dna. Questo secondo gruppo di topini è molto più suscettibile al danno indotto da qualsiasi agente che attacchi il Dna, compreso il fumo. Tutti i topi esposti hanno sviluppato segni gravi di degenerazione discale con perdita in altezza dei dischi intertevertebrali. Le cellule discali hanno mostrato segni precoci di invecchiamento. I topi più suscettibili al danno al Dna presentavano danni vertebrali solo leggermente superiori rispetto ai topi sani di controllo. Questo dimostra che il fumo non agisce solo sul Dna. Altri meccanismi sono sicuramente in gioco nei soggetti fumatori. Lo studio suggerisce anche che il danno alla colonna potrebbe essere ancora più grave iniziando a fumare precocemente, in età adolescenziale, infatti, quando i topi esposti al fumo sono giovani la gravità della degenerazione discale è dieci volte maggiore rispetto ai topi adulti.

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