venerdì 14 marzo 2014

La fiamma di Atar. Capitolo 12. Un segreto millenario.



<<Riconosce quel testo, dottor Bosco?>> chiese il direttore Massimo Ferrante, dopo aver guidato Luca in un lussuoso e iperprotetto salone dall'aria secca e rarefatta, per accedere al quale aveva digitato numerose password su tastiere avveniristiche a fianco di porte blindate.



Il libro poggiava su un leggio, davanti ad una vetrata con vista panoramica sulla città.
Il direttore lo prese in mano con molta delicatezza, come se si trattasse di una sacra reliquia, e lo trasferì su un ampio tavolo di lettura.
<<Lo esamini pure con molta attenzione>>
Luca conosceva già la risposta, ma era necessario prima un attento esame per verificare che fosse esattamente ciò che lui sospettava.
<<Direttore, lei è certo che dopo aver preso visione di questo testo io possa ritenermi sicuro della mia incolumità personale?>>
Ferrante parve lievemente divertito:
<<Nemmeno il Padre Eterno potrebbe garantirle questa sicurezza, dottor Bosco>>
<<Sì, ma... per quello che rientra nei suoi poteri... e in quelli di coloro che lei rappresenta...>>
Il direttore si mostrò stupito:
<<Poteri? Io rappresento solo il Dipartimento di Storia delle religioni. Non ascolti le leggende messe in giro dal professor Gallo e dalle sue procaci studentesse. La mia riservatezza riguardo al testo che lei hai il privilegio di esaminare è fondata su ragioni di cui capirà ben presto la serietà>>
Il riferimento alle "procaci studentesse" imbarazzò nuovamente Luca, che non riusciva a togliersi dalla testa la bellezza in stile "Pocahontas" di Elisabetta Tommasi.



Cercò comunque di concentrarsi sul libro che ora si trovava sul grande tavolo di lettura.
Vi si sedette davanti e ne osservò prima di tutto la copertina. Il suo stato di conservazione era ottimo.
Il dorso era scuro, in pelle, e su di esso vi era tatuato un simbolo in rosso. Una stella a sette punte, inscritta in un cerchio e con un piccolo cerchio a sua volta inscritto nel suo centro. La punta dispari era rivolta verso l'alto.



<<L'eptagramma con i due cerchi. E' un simbolo che gli alchimisti utilizzavano nell'Opus Magnum per indicare l'ordine cosmico, con riferimento ai sette pianeti e alle sette qualità necessarie nella generazione degli esseri viventi, intesi come corpo, anima e spirito, secondo quanto fu esplicato da Jacob Bohme>>




Ferrante annuì, compiaciuto:
<<Vedo che lei è molto meno ingenuo di quello che, saggiamente, vorrebbe far credere. Proceda pure... >>
Luca aprì il libro con estrema delicatezza e ne lesse il frontespizio.
Un brivido lo percorse lungo la schiena.
<<Allora è vero! Questa è una delle tre edizioni della...>>
Il direttore sollevò un braccio:
<<Non basta leggere un frontespizio per certificare l'autenticità di un testo! Lei è un filologo, dottor Bosco, oltre che un bibliotecario. Mi aspetto da lei una perizia più accurata>>
Luca tornò a concentrarsi sul testo.
<<Flamma Ataris, prima edizione a stampa, Venezia, 1456. Tipografia di Marco Laudan. Autore del manoscritto originario...>> e qui la voce gli morì in gola.
Guardò Ferrante con espressione sbalordita.
<<E' assurdo... ovviamente è uno pseudonimo...>>
Il direttore si limitò a fissarlo:
<<Il manoscritto originario era molto antico. Non ne è sopravvissuta alcuna copia, ma in base alle informazioni in mio possesso è possibile risalire a millenni or sono, il che amplia notevolmente il ventaglio delle ipotesi>>
Luca scosse il capo:
<<Sì, ma da qui a dire che l'autore del manoscritto originario fosse...>>
<<Non possiamo escluderlo a priori. Certo nella traduzione dal greco al latino deve essersi perso molto, a livello stilistico. In fondo questa è una sorta di "Vulgata">>
Rimasero in silenzio per un po', mentre Luca sfogliava con estrema attenzione il volume.
<<E' un testo lungo. Lui non avrebbe mai avuto il tempo per scriverlo, ammesso che fosse in grado di scrivere un trattato di qualsiasi genere>>
<<Probabilmente il vero autore è un sacerdote persiano, forse un eunuco del suo seguito>>
Luca soppesò attentamente quelle parole.
Ritornò a esaminare il frontespizio e tra sé e sé sussurrò il nome del presunto autore del manoscritto originario:
<<Alexander, Macedonum Rex>>









Nessun commento:

Posta un commento