Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
lunedì 10 dicembre 2012
Ortografia, questa sconosciuta: accenti e apostrofi
Tranquillizzo le mie lettrici abituali dicendo che questo post è rivolto genericamente ad un pubblico occasionale, che magari capiterà qui per caso. Chi è mia amica anche su Facebook saprà della mia fissazione per l'ortografia: del resto è il mio mestiere, insegnare ai pargoli a esprimersi in modo corretto. Può succedere che si commettano errori di battitura e di distrazione: succede spesso anche a me. Però, mi capita spesso, su Facebook, di trovare errori di ortografia che regolarmente si ripresentano. Io non voglio apparire pedante, però credo che potrebbe essere utile una rinfrescata alla memoria con 5 brevissime e semplicissime regolette:
1) L'accento non è la regola, ma l'eccezione. Meno lo usate, meglio è.
2) Esempi di casi in cui non ci vuole l'accento: - Io do qualcosa a qualcuno.
- Io so qualcosa.
- Egli sa qualcosa.
- Egli va da qualche parte
- Ella sta bene.
- Io sto bene.
- Quella cosa fa male.
- Sono qua (o qui)
3) Esempi in cui ci vuole l'accento: - Egli dà qualcosa a qualcuno.
- Io vivo là (o lì)
- Ti dico di sì.
- Tre volte al dì.
4) L'apostrofo nei verbi non va confuso con l'accento
5) Si usa l'apostrofo nei casi di imperativo dove avviene un troncamento: - Va' via, per favore!
- Sta' fermo, ti prego!
- Fa' le cose per bene!
- Di' qualcosa!
Sono piccoli accorgimenti che vanno tenuti presente. Perdonatemi se ogni tanto salta fuori l'insegnante delle medie che è in me!
;-)
domenica 9 dicembre 2012
Gothian. Capitolo 136. Alienor e Lilieth discutono sulla guerra.
Ormai era stato tutto deciso riguardo all'imminente attacco navale e terrestre a Lathena, capitale dell'impero Lathear, ma Lilieth Vorkidian, regina madre dei Keltar, nutriva forti riserve su quel progetto e non ne fece mistero con Alienor di Alfarian, erede al trono del regno degli Alfar.
<<Quando ho iniziato questa missione per riportare i legittimi eredi sul trono imperiale, non intendevo certo farlo scagliando una flotta di pirati su Lathena>>
Alienor nvece era favorevole all'operazione:
<<Non ti fidi di Vyghar e di Lorran?>>
Lilieth scosse il capo:
<<Di loro sì, è di tutti gli altri che non mi fido!>>
La principessa degli Alfar non poteva darle torto:
<<Eppure dobbiamo combattere Marigold con le armi che abbiamo. Non vedo altro modo>>
La lady dei Keltar sospirò:
<<Elner potrebbe assalirci da terra, con la sua Legione Dorata. Sarebbe un massacro...>>
Alienor non poteva negare nemmeno questo:
<<I Neri delle province equatoriali verranno in nostro aiuto. Alla fine riusciremo a trovare un accordo per la successione, un compromesso che escluda Marigold dal potere>>
C'era molta convinzione nelle sue parole.
Alienor voleva portare a compimento la sua missione per detronizzare la sua antica dama di compagnia.
<<Non verranno certo gratis>> obiettò Lilieth <<C'è lo zampino dell'Eunuco dietro a tutto questo. Nessuno è abile quanto lui nel gioco del Trono, e alla fine sarà proprio lui a decidere chi ha vinto e chi ha perso>>
La principessa rifletté su questo punto:
<<Dobbiamo cogliere tutti di sorpresa! Se riusciamo ad aprire una breccia nelle mura prima degli altri, potremo negoziare da una posizione di forza. Io credo che sia possibile, se usiamo l' "acqua che brucia", come mi suggerì l'oracolo del monte Konar>>
Lilieth le rivolse uno sguardo interrogativo:
<<L' "acqua che brucia" è l'effetto che si verifica quando dell'olio nero galleggiante si incendia. Ma non vedo come potremmo utilizzarla...>>
<<Ascoltami Lilieth... l'unico punto accessibile delle mura è quello sopra il fiume, prima del porto. Nel momento in cui la marea sospinge la corrente all'interno della città, noi dovremo colare l'olio nero nell'acqua, e poi dargli fuoco. Si creerà un incendio proprio nel punto più fragile delle mura. A quel punto concentreremo i lanci delle catapulte sempre in quella zona. Se si apre la breccia, Lathena cadrà molto prima che ogni altro esercito possa raggiungerla>>
La donna non parve convinta:
<<Il fuoco è l'elemento in cui Marigold è più forte. Non dimentichiamo che è la custode del fuoco segreto, e regge la fiamma di Atar, suo padre, il demone del fuoco. Anche se la città bruciasse, Marigold non potrebbe in alcun modo essere danneggiata>>
Alienor ebbe la risposta pronta:
<<Ma rimarrebbe l'imperatrice di cosa? Di rocce annerite e carne bruciata? Che resti pure imperatrice della Gehenna, che resti la Signora delle ceneri...>>
<<Sarebbe una strage per gli abitanti di Lathena. Non dobbiamo macchiarci di un simile delitto!>>
Questa era l'unica argomentazione di Lilieth a cui Alienor non era in grado di rispondere.
Come potrò mai sconfiggere Marigold senza danneggiare anche i suoi sudditi?
Era il dilemma di tutte le guerre.
<<Anche le guerre più giuste, Lilieth, hanno avuto vittime civili. Non possiamo illuderci di prendere Lathena senza spargimenti di sangue innocente. E' una tragica realtà, le guerre sono fatte così>>
Gli occhi di Lilieth sembrarono guardare a qualcosa di lontano: <<Alienor, tu parli così della guerra perché non l'hai mai vista né conosciuta. Non eri ancora nata quando ci fu la guerra tra i Lathear e gli Alfar, nell'anno della Primavera di Sangue. Io avevo diciotto anni, ricordo tutto molto bene. Vidi la ritirata delle truppe di Sephir Eclionner, che facevano razzie in tutte le città dei Keltar. Il nome degli Eclionner era maledetto e anche per questo volli che mio figlio portasse il mio cognome e non quello di suo padre. Non voglio ora che il cognome dei Vorkidian si macchi per una strage di innocenti>>
Nemmeno Alienor voleva una cosa simile.
Mi hanno detto che devo distruggere Marigold, ma con quali mezzi?
Sospirò:
<<Cosa suggerisci di fare, allora?>>
Lilieth chiuse gli occhi e scosse il capo:
<<Non lo so. Ero convinta che Marigold sarebbe stata detronizzata dopo che le prove dell'illegittimità di Elner fossero state rese note. E invece non è successo. E' andato tutto storto, Alienor... io posso dirti solo quello che non dobbiamo fare. Non dobbiamo provocare la morte di innocenti. Se lo facessimo, diventeremmo come la parte peggiore di coloro a cui ci opponiamo>>
N.d.A.
Lilieth Vorkidian è interpretata da Claire Forlani, nel ruolo di Igraine Pendragon in "Camelot".
Alienor di Alfarian è interpretata da Tamzin Merchant nel ruolo di Catherine Howard ne "I Tudor".
Marigold di Gothian è interpretata da Lena Headey nel ruolo di Cersei Lannister in "Il trono di spade" da "Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco".
sabato 8 dicembre 2012
La mitologia dei Celti (e quella dei Keltar)
Per riuscire a delineare un profilo attendibile della mitologia celtica bisogna tener presenti due questioni fondamentali:
1) I Celti non erano un popolo unitario, ma un insieme di popoli, che comprendeva i Galli (diffusi nei territori che attualmente appartengono alla Francia, all'Italia del nord, alla Boemia, alla Galizia spagnola, alla Galizia ucraina e alla Galazia turca); i Britanni, di cui sopravvivono ancora i discendenti nel Galles, nella Cornovaglia e nella Bretagna francese; gli Irlandesi e gli Scozzesi.
2) Le fonti scritte sono scarse. Gli antichi celti praticavano la scrittura runica, ma solo per intestare dediche alle divinità o nei casi di iscrizioni funebri e marchi di proprietà. Il patrimonio religioso veniva tramandato solo per via orale attraverso i druidi (termine che potrebbe significare "gli esperti della quercia"), che oltre ad essere sacerdoti, a volte comparivano anche nella veste di poeti, storici, giuristi. Infatti per poter diventare druidi bisognava prima diventare bardi, cioè imparare a suonare l'arpa e a cantare i miti degli dei e degli eroi e indovini, cioè esperti in divinazione, medicina e magia. I druidi credevano nell'immortalità dell'anima, nella metempsicosi (o reincarnazione o trasmigrazione delle anime).
Nel "De bello Gallico" Cesare elenca le principali divinità celtiche di cui fa una interpretatio latina, dando a ciascuna di esse il nome della divinità romana o greca con cui a suo giudizio andava identificata. Lucano invece conserverà i nomi originali, tra questi si devono ricordare Teutates che corrisponde al Mercurio, Esus dio della guerra, Taranis rappresentante il Deus Pater, Lúg il Luminoso, figlio del Sole, che riceve l'epiteto di samildanach ("che possiede tutte le arti") a cui è dedicato un racconto; Belenus, dio della Luce e della fertilità, assimilato ad Apollo.
Esistono anche due dei silvestri Sucellus e Nantos e soprattutto il dio Cernunnos ("cornuto"), che ha le corna di cervo.
Tra le divinità femminili vanno ricordate Brigit, detta anche Dana, che viene considerata nelle sue tre forme: la Fanciulla, la Madre e la Vecchia, ed è la Dea che compare nei romanzi del Ciclo di Avalon.
Vi sono poi Epona dea dei cavalli da associare alla romana Demetra e Sirona dea delle acquee dolci e della bianca luce lunare, associata anche alle figure di Viviana, Morgana e della Casta Diva che nell'opera lirica Norma venne cantata con eccezionale grandezza da Maria Callas. Inoltre va citata la terribile Morrigan, dea della guerra e degli incubi.
Appartengono alla mitologia celtica una particolare categoria di Fate, le Faerie o Fairies. Fondamentalmente l'assonanza ha portato ad associare la fata alla fairy inglese e celtica (presenti in alcune commedie dello stesso William Shakespeare), ovvero ad alcuni esponenti del piccolo popolo. Piccoli e con le alucce, malgrado che - secondo molti - con questi ultimi non abbiano assolutamente a che fare; la differenza sostanziale consisterebbe nel fatto che le fate vogliono interagire con gli umani, mentre le fairies preferiscono rimanere invisibili all'occhio umano.
La Regina delle Fate, o Signora delle Faerie (della Fairies) è Mab, presente nel Romeo e Giulietta di Shakespeare e in molti romanzi del ciclo di Avalon, in particolare ne "La Signora di Avalon" che narra la vita di tutte le Grandi Sacerdotesse della Dea e dell'Isola, da Caillean a Morgana.
Alla divinità Atepomaros che significa "che possiede tanti cavalli", definito altrove come Maponos ("il giovane ragazzo") figlio di Dagda "il dio buono" e la dea Boann( "colei che concede vacche ai suoi devoti"). "La battaglia di Moytura". Il dio Ogmios viene identificato da I morti invece si recano dal dio irlandese Donn "lo Scuro", una divinità minore che abita nel Tech Duinn presso le coste irlandesi. Ci sono pervenuti poemi sia gallesi che irlandesi, Due famose collezioni del XIV secolo, il "Libro bianco di Rhydderch" e il "Libro rosso di Hergest" contengono alcune tradizioni gallesi come quella della raccolta detta "Mabinogi". Altri racconti gallesi contengono tradizioni che gli studiosi definiscono come sciamaniche, il cui protagonista è Cei che si trasformerà nel lugubre Key del ciclo arturiano. Infine il modello gallese di Merlino è il poeta mago Taliesin che si vanta di possedere tutte le arti magiche dell'Europa e dell'Asia. Ma anche altri personaggi come Math, Gwydion, figlio di Don (la dea Dana), Llwyd (Lancillotto), ecc. sono capaci di imprese favolose. Le tradizioni irlandesi ci raccontano la storia mitica dell'isola dopo il diluvio. I primi immigrati subiscono continuamente gli attacchi dei Fomori, esseri crudeli arrivati da oltremare. Una nuova ondata di immigrati porta le leggi e la società civile. Sono seguiti dai Túatha Dé Danann, le tribù della dea Dana, iniziati al sapere magico. Essi sono guidati dal Dio Lugh in persona nella grande battaglia di Magh Tuiredh contro la razza dei Fomoriani che vinta verrà per sempre bandita dall'Irlanda. Dopo la battaglia arriveranno i primi celti provenienti dalla Spagna. Le relazioni fra i celti e i Tuatha restano tese,come dimostrano le diverse battaglie che combattono gli uni contro gli altri. Finalmente i Tuatha si ritirano nell'Annwn e cedono lo spazio visibile ai Celti. Importante è il calendario delle festività celtiche, perché molte di loro sono state poi tramandate nella cultura anglosassone e quindi in quella statunitense. Il caso più eclatante è quello di Samain, la festa dei morti, collocabile tra il 31 ottobre e il 2 novembre, divenuta poi Halloween.
Appartengono alla mitologia celtica una particolare categoria di Fate, le Faerie o Fairies. Fondamentalmente l'assonanza ha portato ad associare la fata alla fairy inglese e celtica (presenti in alcune commedie dello stesso William Shakespeare), ovvero ad alcuni esponenti del piccolo popolo. Piccoli e con le alucce, malgrado che - secondo molti - con questi ultimi non abbiano assolutamente a che fare; la differenza sostanziale consisterebbe nel fatto che le fate vogliono interagire con gli umani, mentre le fairies preferiscono rimanere invisibili all'occhio umano.
La Regina delle Fate, o Signora delle Faerie (della Fairies) è Mab, presente nel Romeo e Giulietta di Shakespeare e in molti romanzi del ciclo di Avalon, in particolare ne "La Signora di Avalon" che narra la vita di tutte le Grandi Sacerdotesse della Dea e dell'Isola, da Caillean a Morgana.
Alla divinità Atepomaros che significa "che possiede tanti cavalli", definito altrove come Maponos ("il giovane ragazzo") figlio di Dagda "il dio buono" e la dea Boann( "colei che concede vacche ai suoi devoti"). "La battaglia di Moytura". Il dio Ogmios viene identificato da I morti invece si recano dal dio irlandese Donn "lo Scuro", una divinità minore che abita nel Tech Duinn presso le coste irlandesi. Ci sono pervenuti poemi sia gallesi che irlandesi, Due famose collezioni del XIV secolo, il "Libro bianco di Rhydderch" e il "Libro rosso di Hergest" contengono alcune tradizioni gallesi come quella della raccolta detta "Mabinogi". Altri racconti gallesi contengono tradizioni che gli studiosi definiscono come sciamaniche, il cui protagonista è Cei che si trasformerà nel lugubre Key del ciclo arturiano. Infine il modello gallese di Merlino è il poeta mago Taliesin che si vanta di possedere tutte le arti magiche dell'Europa e dell'Asia. Ma anche altri personaggi come Math, Gwydion, figlio di Don (la dea Dana), Llwyd (Lancillotto), ecc. sono capaci di imprese favolose. Le tradizioni irlandesi ci raccontano la storia mitica dell'isola dopo il diluvio. I primi immigrati subiscono continuamente gli attacchi dei Fomori, esseri crudeli arrivati da oltremare. Una nuova ondata di immigrati porta le leggi e la società civile. Sono seguiti dai Túatha Dé Danann, le tribù della dea Dana, iniziati al sapere magico. Essi sono guidati dal Dio Lugh in persona nella grande battaglia di Magh Tuiredh contro la razza dei Fomoriani che vinta verrà per sempre bandita dall'Irlanda. Dopo la battaglia arriveranno i primi celti provenienti dalla Spagna. Le relazioni fra i celti e i Tuatha restano tese,come dimostrano le diverse battaglie che combattono gli uni contro gli altri. Finalmente i Tuatha si ritirano nell'Annwn e cedono lo spazio visibile ai Celti. Importante è il calendario delle festività celtiche, perché molte di loro sono state poi tramandate nella cultura anglosassone e quindi in quella statunitense. Il caso più eclatante è quello di Samain, la festa dei morti, collocabile tra il 31 ottobre e il 2 novembre, divenuta poi Halloween.
Il solstizio d'inverno, 21 dicembre è Yule (divenuta poi sotto i romani il Dies Natalis Solis Invicti e in epoca cristiana il Natale) , l'equinozio di primavera è Ostara (assimilata poi alla Pasqua). Il solstizio d'estate è Litha (assimilato alla festa di San Giovanni, nella cui notte si raccoglie l'Iperico, usato nell'antichità come antidepressivo!) e l'equinozio d'autunno è Mabon.
Beltane è la festa della fertilità (si accendono i fuochi per il dio Belenus) mentre Lugnasad è la festa del raccolto (in cui si ringrazia il dio Lug). Di Samain ho già detto. Infine Imbolc è stata assimilata nella festività cristiana della Candelora.
Ora, devo fare una confessione. La cultura e la mitologia celtica sono state alla base dell'ambientazione del mio romanzo "Gothian".
I Celti sono diventati i Keltar e il Regno dei Keltar è la trasposizione della Gallia Cisalpina, cioè della pianura padana, com'era prima della conquista romana. (I Lathear sono infatti i Latini, e l'Impero Lathear ha le caratteristiche dell'Impero Romano).
Nella mappa qui sopra c'è una scritta che va interpretata. Il cosiddetto "Mar padano" era in realtà una serie di lagune salmastre e paludi, che solo col tempo vennero bonificate.
La mappa del regno dei Keltar che io ho ricavato per il mio romanzo, che alcune lettrici seguono e conoscono ormai meglio di me, è la seguente:
C'è anche una corrispondenza tra le divinità: il dio del sole dei Keltar, Belenos è il Belenus dei Celti, e gli dei Lug e Cernunnos li ho ripresi con gli stessi nomi, così come anche la denominazione dei druidi. Mentre il terribile Eclion l'Oscuro, capostipite della dinastia Eclionner, riprende il dio irlandese Donn lo Scuro. Ci sono altre corrispondenze ancora più evidenti riguardo alle dee Vivien, Ulien ed Aenor (acqua, luna e luce). Questa scelta deriva dal fatto che io sono romagnolo di nascita ed emiliano di adozione e ho trascorso l'infanzia nelle campagne, dove ancora sussistono delle sopravvivenze rituali delle antiche festività galliche (nulla a che vedere coi revival celtici del tipo "Mutina Boica", che sono nati recentemente sulla scia di Halloween). Tra le curiosità aggiungo che la pianura padana ha vissuto una successione di dominazioni che ha qualcosa in comune con l'isola britannica: Celti-Romani-Germani, nel nostro caso Galli-Romani-Longobardi-Franchi, nel loro caso Britanni-Romani-Angli-Sassoni. Esistono anche sopravvivenze linguistiche dialettali, tanto che i dialetti della pianura padana sono detti gallo-italici.
Prossimamente parlerò della mitologia nordica o germanica.
venerdì 7 dicembre 2012
Gothian. Capitolo 135. Marigold presiede il processo agli eretici.
Marigold di Gothian, imperatrice degli Alfar, per ingraziarsi il sostegno dell'Alto Clero di Eclion e dei senatori clericali, volle presiedere personalmente il processo contro gli "eretici" della Grande Canonica, accusati dal cardinale Augustin Arenga, arcivescovo di Lathena e primo ministro imperiale.
Mentre attendeva in piedi l'arrivo degli imputati, Marigold pensò che quella circostanza aveva qualcosa di ironico.
Sono più eretica io di tutti quei poveracci, ma la religione, come la politica, è fatta di paradossi... e naturalmente qualcuno deve pagare anche per gli altri.
Meglio dunque presiedere il tribunale che sedere sul banco degli imputati.
La commissione giudicante era composta da sacerdoti, monaci, giuristi, senatori e cavalieri, ma la sentenza finale era riservata all'imperatrice.
E' già tutto deciso, stanno già preparando i roghi... è come se si sentisse già odore di carne bruciata.
Con un cenno diede ordine di far entrare gli imputati.
Maledizione! Sono meno del previsto. I pesci grossi sono riusciti a svignarsela... sicuramente qualcuno li ha avvertiti. Mi gioco la testa che sono state le spie dell'Eunuco!
Ma poteva trattarsi anche dello spettro di Mollander, che ormai la perseguitava giorno e notte.
Questo pensiero la inquietò:
<<Che si dia inizio al processo!>>
Si sedette poi sul trono, che quel giorno pareva più scomodo che mai, e dopo di lei tutti gli altri presero posto.
Gli imputati avevano in testa un enorme cappello conico, ed erano tenuti in manette.
Torneranno anche i loro spettri a tormentarmi?
Li guardò con disprezzo
Dopo tutto, se la sono cercata!
Poi, rivolta al Grande Inquisitore, chiese:
<<Di cosa sono accusati gli imputati qui presenti?>>
Monsignor Torquil Tomasson, che rappresentava la pubblica accusa, si alzò in piedi e disse:
<<Questi sciagurati si sono macchiati dei crimini più abominevoli: eresia, stregoneria, necromanzia, blasfemia, profanazione dei sacramenti e dei templi, atti impuri, sodomia e fornicazione, infrangendo i sacri voti riguardo ai quali avevano giurato sul nostro buon dio Eclion e sulla stessa loro anima dannata. Ora, l'unica salvezza che resta queste anime corrotte, è l'espiazione della colpa sul rogo e la redenzione tramite il potere del fuoco!>>
Al solo sentir nominare il fuoco, Marigold si irritò.
Questo idiota non sa nulla del vero potere del fuoco. Da più di mille anni sono io la custode del Fuoco Segreto e reggo la fiamma di Atar!
Non lasciò trapelare nulla di questo suo pensiero.
Con voce annoiata chiese:
<<Che tipo di eresia hanno commesso?>>
L'Inquisitore si rivolse alla giuria:
<<Hanno osato sostenere che il nostro buon dio Eclion sia un demone e lo hanno chiamato l'Oscuro, il Signore delle Tenebre! Per me, già questa sola affermazione sarebbe sufficiente per mandarli direttamente al rogo!>>
Marigold sospirò.
Questi fanatici sono tutti uguali. Dovrò dare molte ossa a questi cani ringhiosi, per evitare che sbranino anche me.
Cercò di fare buon viso a cattivo gioco:
<<Quali prove avete per sostenere questa accusa?>>
Torquil Tomasson prese in mano vari rotoli di papiro e pergamena:
<<Ho le loro stesse confessioni, Maestà!>>
L'imperatrice fece cenno affinché le consegnasse alla giuria.
Confessioni estorte sotto tortura... come al solito...
Marigold non volle nemmeno pensare a quali supplizi erano stati sottoposti. In fondo non era affar suo:
<<Come si dichiarano gli imputati?>>
Quasi tutti, terrorizzati dall'idea di altre torture, gridarono in coro:
<<Colpevoli! Siamo colpevoli, Maestà... pregate per la nostra anima dannata!>>
Alcuni, quelli che erano più visibilmente provati, con evidenti segni di violenza, bocche sdentate, mani senza dita, o dita senza più unghie, occhi pesti, bruciature, sfregi, e altre atrocità.
Dopo una settimana di torture, chiunque si dichiarerebbe colpevole.
Vide però che alcuni avevano taciuto e fece loro un cenno per chiedere come si dichiarassero.
La loro risposta sorprese l'inquisitore:
<<Innocenti! Non abbiamo commesso eresia, è l'Inquisitore che mente dicendo che Eclion sia il buon dio del Sole! Noi sappiamo che è Belenos il signore della luce!>>
L'imperatrice sapeva che avevano perfettamente ragione, ma ormai erano uomini morti che camminavano.
<<Avete un avvocato difensore?>>
L'inquisitore intervenne:
<<Non ce n'è bisogno. Le prove sono così schiaccianti che qualunque avvocato non potrebbe dire mezza parola!>>
Marigold si rivolse all'Inquisitore:
<<Di quali prove si tratta?>>
Torquil indicò gli altri imputati:
<<C'è la la testimonianza firmata di tutti gli altri imputati. Normalmente bastano due testimoni, ma qui, Maestà, ne ho almeno una trentina!>>
E consegnò un'altra serie di papiri alla giuria.
Altre assurdità ottenute sotto tortura.
Nessun serio presidente di tribunale le avrebbe accettate, ma Marigold non si fece scrupoli.
Prima finiamo questa buffonata e meglio è.
Si rivolse di nuovo alla pubblica accusa:
<<Va bene, niente avvocati! Quale pena chiede la pubblica accusa?>>
L'Inquisitore si strinse le spalle:
<<Il rogo, naturalmente! Devono essere arsi vivi, in modo che, tramite la distruzione della loro carne corrotta, la loro anima possa emendarsi e presentarsi così mondata dal peccato al cospetto del giudizio divino>>
Marigold guardò la giuria con aria minacciosa:
<<Ci sono domande? Dubbi? Questioni?>>
Nessuno osò aprire bocca.
<<Bene... la Corte si ritira per esaminare le prove. L'udienza è aggiornata a domattina!>>
Appena pronunciata quella frase, l'imperatrice uscì dalla sala del trono.
Le mancava l'aria. Sentiva di non essere mai scesa così in basso, ma si giustificò pensando che come sempre il fine giustificava i mezzi.
giovedì 6 dicembre 2012
I sottogeneri del fantasy e i giochi di ruolo.
I sottogeneri del fantasy sono numerosi e ben diversi tra di loro. Una prima categoria, che risale ai romanzi di Tolkien e che ha le sue radici nei poemi epici della letteratura germanica e norrena medievale, è il cosiddetto High fantasy o Epic fantasy.
Questo sottogenere è caratterizzato:
1) dalla presenza di una lotta tra il Bene e il Male che si esplicita in maniera preponderante attraverso gesta militari e battaglie, e
2) dalla presenza della magia e di personaggi non umani come elfi, nani, orchi, draghi, stregoni, fate, demoni e quant'altro.
Bisogna però distinguere tra l'High fantasy vero e proprio, dove il protagonista è inizialmente un personaggio debole e inesperto, che solo col tempo diventa un valoroso e l'Heroic fantasy dove invece il protagonista è fin dall'inizio un personaggio forte, e quindi un guerriero o un mago.
"Eragon" è un esempio di High fantasy, così come anche il ciclo di "Shannara" di Terry Brooks.
Sotto certi aspetti anche "Le Cronache di Narnia" e il ciclo di "Harry Potter" possono rientrare in questa categoria, anche se non tutti sono d'accordo. Un altro esempio è il ciclo della "Ruota del tempo" di Robert Jordan e Brandon Sanderson.
Contrapposto all'high fantasy c'è il Low fantasy, che si caratterizza per:
1) la mancanza di una netta divisione tra il Bene e il Male
2) un maggiore realismo, a volte anche sarcastico e cinico
3) protagonisti che spesso sono anti-eroi
4) assenza parziale o totale della magia
5) assenza parziale o totale di personaggi sovrumani
In questo tipo di sottogenere si potrebbe in parte collocare il ciclo delle "Cronache del ghiaccio e del fuoco" di George Martin, da cui è stata tratta la miniserie televisiva "Il trono di spade".
Nell'immagine sopra vediamo, da sinistra verso destra, Jon Snow, Daenerys Targaryen (interpretata dalla bellissima Emilia Clarke), Cersei Lannister, Jaime Lannister e Tyrion Lannister.
I Lannister sono ispirati dai Lancaster, che combatterono contro gli York la Guerra delle Due Rose.
L'attrice che fa Cersei Lannister, Lena Headey, ha interpretato anche i ruoli di Ginevra e della regina di Sparta, oltre che quelli di Marigold di Gothian nel mio romanzo!
I rivali dei Lannister sono gli Stark, mentre i Targaryen sono la dinastia reale.
Un genere intermedio tra l'High e il Low fantasy è il cosiddetto Sword and Sorcery fantasy, che trae molta ispirazione dai poemi e romanzi cavallerschi, nonché da quelli cappa e spada.
Lavori rappresentativi del genere includono:
- I racconti di Conan il barbaro scritti da Robert E. Howard e pubblicati principalmente su Weird Tales a partire dal 1932.
- I racconti di Zothique scritti da Clark Ashton Smith, a partire da L'impero dei negromanti (1932).
- "Il bacio del dio nero" (1934) di C. L. Moore, che introdusse Jirel of Joiry, la prima eroina degna di nota della sword-and-sorcery; le storia venne successivamente raccolta insieme ad altre in Jirel of Joiry (1969).
- La serie di storie di Fafhrd e il Gray Mouser scritte da Fritz Leiber, che cominciarono con La gemma nella foresta (1939).
- I romanzi di Karl Edward Wagner con protagonista Kane il Rosso, a cominciare da Le trame dell'oscurità (1970).
- Il ciclo di romanzi La spada della verità di Terry Goodkind.
Abbiamo poi i fantasy nati dalle ibridazioni con altri generi letterari: il fantasy storico, come il ciclo di Avalon; il fantasy gotico, come il mio romanzo "Gothian"; il fantasy fiabesco, come "La storia infinita" di Michael Ende; il fantasy romantico, come il ciclo de "Il dardo e la rosa"; il fantasy mitologico classico, come "La torcia" della Zimmer Bradely (di cui vale la pena ricordare anche il "ciclo di Darkover" e il fantasy che sta a metà strada di tutti questi generi, come il ciclo di "Elric di Melboninè" oppure le opere di Tanith Lee e alcune di Ursula le Guinn. Meno felici, a mio avviso, sono i romanzi di Licia Troisi, che collocherei nel fantasy per l'infanzia.
C'è infine un ultimo genere che non è più letterario, ma ludico, e cioè quello dei giochi di ruolo, sia nella loro versione tradizionale che in quella di videogioco. Il più famoso è Dungeons and Dragons.
Dungeons & Dragons (abbreviato come D&D[1] o DnD) è un gioco di ruolo fantasy creato da Gary Gygax e Dave Arneson, pubblicato per la prima volta nel gennaio 1974. La presenza di halfling, elfi, nani, mezzelfi, orchi, draghi, e simili spinge sovente a paragoni con l'opera di Tolkien. Nella prima edizione la cosa è ancora più evidente per l'esplicita presenza di hobbit, ent ebalrog che successivamente furono sostituiti da halfling, treant e balor per problemi di copyright con gli eredi di Tolkien.
Inizialmente fu ispirato dai romanzi del ciclo della Terra Morente di Jack Vance. Il sistema di allineamento originale (che divideva tutte i personaggi e le creature in "Legale", "Neutrale" e "Caotico") è ispirato dal ciclo di Elric di Melniboné di Michael Moorcock
Nel 1984 viene pubblicato, per AD&D, Dragons of Despair, la prima avventura di una lunga saga, costituita da 14 moduli ambientata nel mondo di Dragonlance, una vera e propria saga di romanzi che ottennero un buon successo. Il modulo descrittivo dell'ambientazione, Dragonlance Adventures, verrà pubblicato solo 3 anni dopo.[41] Nel 1987 viene pubblicato per AD&D il Forgotten Realms Campaign Set che introduce l'ambientazione Forgotten Realms di Ed Greenwood e di R.A. Salvatore.
Meritano una citazione anche i librogame di genere fantasy. Per chi volesse approfondire l'argomento mi è stato consigliato il seguente sito: http://www.librogame.net/
E con questo post si chiude l'argomento fantasy e si passa all'argomento della mitologia nordica nelle sue tre forme principali: celtica, norrena e germanica.
C'è infine un ultimo genere che non è più letterario, ma ludico, e cioè quello dei giochi di ruolo, sia nella loro versione tradizionale che in quella di videogioco. Il più famoso è Dungeons and Dragons.
Dungeons & Dragons (abbreviato come D&D[1] o DnD) è un gioco di ruolo fantasy creato da Gary Gygax e Dave Arneson, pubblicato per la prima volta nel gennaio 1974. La presenza di halfling, elfi, nani, mezzelfi, orchi, draghi, e simili spinge sovente a paragoni con l'opera di Tolkien. Nella prima edizione la cosa è ancora più evidente per l'esplicita presenza di hobbit, ent ebalrog che successivamente furono sostituiti da halfling, treant e balor per problemi di copyright con gli eredi di Tolkien.
Inizialmente fu ispirato dai romanzi del ciclo della Terra Morente di Jack Vance. Il sistema di allineamento originale (che divideva tutte i personaggi e le creature in "Legale", "Neutrale" e "Caotico") è ispirato dal ciclo di Elric di Melniboné di Michael Moorcock
Nel 1984 viene pubblicato, per AD&D, Dragons of Despair, la prima avventura di una lunga saga, costituita da 14 moduli ambientata nel mondo di Dragonlance, una vera e propria saga di romanzi che ottennero un buon successo. Il modulo descrittivo dell'ambientazione, Dragonlance Adventures, verrà pubblicato solo 3 anni dopo.[41] Nel 1987 viene pubblicato per AD&D il Forgotten Realms Campaign Set che introduce l'ambientazione Forgotten Realms di Ed Greenwood e di R.A. Salvatore.
Meritano una citazione anche i librogame di genere fantasy. Per chi volesse approfondire l'argomento mi è stato consigliato il seguente sito: http://www.librogame.net/
E con questo post si chiude l'argomento fantasy e si passa all'argomento della mitologia nordica nelle sue tre forme principali: celtica, norrena e germanica.
mercoledì 5 dicembre 2012
Gothian. Capitolo 134. Sephir Eclionner riunisce la Dinastia imperiale.
Il Principe della Corona imperiale, Sephir Eclionner aveva fatto avanzare le sue dieci legioni a marce forzate per poter raggiungere il fronte della guerra, dove l'esercito di suo nipote Marvin, Re dei Keltar e quello dell'altro suo nipote, l'Imperatore Elner XI, erano accampati, in attesa di prendere una decisione definitiva sulle strategie future.
Quando arrivò, nella sera del cinque maggio, trovò ad accoglierlo ciò che rimaneva della sua Dinastia:
la figlia Ellis, Imperatrice vedova, e i nipoti Marvin ed Elner.
Conosceva quello sguardo di Ellis.
Una finta calma che nasconde una determinazione implacabile. Non avrà pace finché non avrà vendicato la morte di Masrek.
Le si avvicinò con una insolita gentilezza.
<<Mi dispiace per quel che è successo, figlia mia. Avrei dovuto essere al fianco di Masrek, e invece...>>
La sua voce era molto dispiaciuta, quasi commossa, il che era incredibile: nessuno aveva mai visto una lacrima sul viso del vecchio Sciancato, che per quarant'anni era stato il terrore dei popoli.
Ellis capì che suo padre aveva perdonato l'incesto tra lei e il suo defunto fratello, e ne fu sollevata:
<<Masrek è caduto da eroe, e come tale noi lo ricorderemo e gli renderemo omaggio per sempre. Ed io comincerò a farlo dedicando ogni mio sforzo nella punizione del suo assassino, il Conte di Gothian! Sono contenta che anche voi siate qui per la stessa ragione, padre>>
Sephir le appoggiò una mano sulla spalla.
Ellis è forte. Sono stato uno sciocco a sottovalutarla fin da quando era bambina. Se solo le avessi dato allora l'affetto che un padre deve a una figlia, forse tra lei e Masrek non...
Interruppe quel pensiero. Ormai non serviva a nulla rivangare il passato.
Si rivolse verso i nipoti.
Marvin gli parve molto cambiato. Era divenuto un uomo, consapevole di essere un re.
<<Complimenti per la vittoria, nipote! Spero che sia la prima di una lunga serie!>>
Riteneva che la vittoria fosse merito principalmente di Marvin, ma per non far ingelosire l'altro nipote, si rivolse immediatamente anche ad Elner, che attendeva col suo solito sguardo cupo.
<<Rivolgo gli stessi complimenti anche a te, Elner, che hai fatto onore al cognome degli Eclionner!>>
Nessuno aveva mai assistito a tanta espansività da parte del vecchio Sephir.
Ne sono meravigliati? Dovrebbero sapere che morte di un figlio stravolge anche i cuori più duri. Chi credeva che io non avessi un cuore, ora dovrà cambiare idea!
La Dinastia non gli era mai parsa così piccola e fragile. Quattro persone, e tutte in procinto di rischiare la vita in guerra.
Se tutti noi dovessimo morire, allora il gioco del Trono si ridurrà ad una contesa tra Marigold, l'Eunuco, e il Pirata, che ha sangue Eclionner nelle vene!
Ma era più probabile che Elner decidesse di tornare a Lathena per riprendersi il trono.
<<Dobbiamo parlare subito in privato. Ci sono decisioni da prendere che non possono essere ulteriormente rimandate>>
Sephir indicò ai familiari la tenda pretoria.
Quando entrarono, lui si sedette a capotavola e rivolse agli altri il suo sguardo penetrante.
<<Per prima cosa vorrei sapere da Elner che intenzioni ha. Verrai con noi al nord, oppure tornerai giù a Lathena?>>
Elner pareva ancora dubbioso:
<<Vorrei seguirvi, ma come dice il motto dei nostri antenati, "Ci deve essere sempre un Eclionner a Lathena". E' mio dovere tornare nella capitale e ricordare a Marigold che è ancora mia moglie!>>
Sephir annuì:
<<D'accordo, ma fai attenzione! Marigold desidera avere un figlio di sangue Eclionner, ma una volta incinta, farà di tutto per eliminarti: non vuole spartire il potere con nessuno. Dicono che abbia fatto arrestare tutti i canonici con l'accusa di eresia: troverai molto odore di bruciato, quando arriverai. E poi la flotta si è ammutinata, i pirati scorrazzano nelle coste, l'Eunuco tesse la sua tela e il Senato vuole dichiararti illegittimo>>
Elner si accigliò riguardo alla questione del Senato:
<<Forse non è stata una buona idea, nonno, quella di far fuori il senatore Fuscivarian: era l'unico che teneva a bada l'opposizione!>>
Il vecchio lo fissò severamente:
<<Quel verme era la causa di tutti i nostri guai! Avrei dovuto toglierlo di mezzo vent'anni fa!>>
Poi si rivolse ad Ellis:
<<E tu, figlia mia, cosa farai?>>
Ellis fece uno sguardo come per dire che quella era una domanda inutile:
<<Te l'ho detto! Non avrò pace finché non avrò piantato un paletto di frassino nel cuore di quel vampiro!>>
Sephir accennò un sorriso divertito.
Si vede che è mia figlia!
Infine guardò Marvin:
<<Sei riuscito a convincere i Keltar a seguirci a nord?>>
Il giovane re dei Keltar sorrise:
<<A dire il vero a convincerli è stata lady Igraine Canmore di Logres>>
Sephir strinse gli occhi, come se quel nome gli ricordasse qualcosa:
<<Se non sbaglio i Canmore sono i capi clan della zona settentrionale del regno. Le Highlands, le chiamano. Discendono dagli antichi Celti>>
Marvin annuì:
<<Sì, i Canmore governano tre diverse tribù di chiara ascendenza celtica. Basta vedere i loro capelli rossi e i loro occhi verdi. Igraine governa i Keltar di Logres. Suo cugino Angus i Keltar di Alba Caledonia, e suo zio Fingal i Keltar di Gwynedd e Dyfed>>
Il vecchio si incupì:
<<Sono dei montanari arrivisti! Ti avverto: non devi prendere impegni con questa lady Igraine! Ricordati che il tuo matrimonio dovrà essere il più conveniente dal punto di vista politico e Alienor di Alfarian resta il migliore partito del continente, tanto più se sottrarremo a Fenrik il regno degli Alfar... ma ci pensi, sposando Alienor potresti unire in un unico sangue i discendenti degli Elfi con quelli dei Celti e dei Latini... quindi ti proibisco di prendere impegni con altre donne!>>
Il giovane re ne fu contrariato:
<<Tanto vale che ve lo dica subito, nonno. Io ed Igraine siamo già una coppia. Non le ho ancora chiesto di sposarmi, ma intendo farlo dopo la fine della guerra>>
Sephir si accigliò:
<<Sei impulsivo e precipitoso, proprio come tuo padre! Gli Alfar la prenderebbero molto male se sapessero che te la intendi con una Canmore! Già Ellis ed Elner hanno offeso la principessa: se lo farai anche tu, l'aristocrazia elfica non te lo perdonerà! Tu devi sposare Alienor, e non accetto discussioni!>>
Marvin si arrabbiò:
<<Sono vostro nipote, ma non sono il vostro servo! Deciderò io con chi sposarmi, quando la guerra sarà finita!>>
Sephir scosse il capo.
Per ora lo lascerò sognare, ma quando sarà finita la guerra, lui e Alienor saranno obbligati a sposarsi. Che si tengano pure i loro amanti, ma io esigo un erede con sangue elfico!
N.d.A.
Sephir Eclionner è rappresentato da Tywin Lannister ne "Il trono di spade".
Ellis Eclionner da Eva Green nei panni di Morgana in "Camelot"
Marvin Eclionner Vorkidian da Jon Snow ne "Le cronache del Ghiaccio e del Fuoco"
Elner Eclionner da Loki in "Avengers"
martedì 4 dicembre 2012
Tolkien, il padre nobile del genere fantasy.
In vicinanza dell'imminente uscita nelle sale cinematografiche del film "Lo Hobbit", tratto dal romanzo omonimo di John Ronald Reuel Tolkien (1892-1973), mi pare giusto parlare di questo grande scrittore e studioso, docente di letteratura inglese medievale e di filologia germanica ad Oxford, e padre nobile, o quantomeno precursore e ispiratore, del genere fantasy contemporaneo.
Durante i suoi studi universitari, Tolkien ebbe modo di sviluppare le due più grandi passioni che caratterizzarono le sue ricerche e il suo insegnamento: la mitologia germanica (da intendersi in senso lato, e cioè di tutti i popoli di lingua germanica, compresi gli anglosassoni e i normanni) e la linguistica in tutti i suoi aspetti (generale, comparata e storica).
Dalla mitologia germanica Tolkien trasse una grande ispirazione per lo scenario dei suoi romanzi e per le caratteristiche dei personaggi.
Lo scenario è quello della Terra di Mezzo, che deriva molto chiaramente dal Midgard della mitologia germanica, e cioè quel mondo intermedio dove vivono gli uomini.
A tenere uniti i vari mondi, nella mitologia germanica, è il grande albero Yggdrasil.
Nel primo mondo, Asgard, vivono gli dei Asi, o Aesir, che ne "Il Silmarillion" (romanzo postumo che raccoglie gli scritti mitologici di Tolkien) corrispondo agli Ainur.
Tolkien li concepisce come angeli al servizio di un unico dio creatore, e questo gli permette di creare una mitologia che non sia in contraddizione con la sua fede cattolica (era stato infatti cresciuto da un prete, dopo essere rimasto orfano).
Nel secondo mondo, Vanheim, risiedono gli dei Vani o Vaniar, che in Tolkien diventano i Valar e vivono nel continente occidentale che ha nome Valinor.
Il terzo mondo, Alfheim, è la sede degli Elfi o Alfar (nome che ho mutuato per il popolo nordico nel mio romanzo "Gothian") che in Tolkien assumono una importanza centrale (ne spiegherò subito il motivo) e vengono chiamati Eldar o anche semplicemente elfi, e vivono sia a Valinor che nella Terra di Mezzo.
Qui sopra vediamo a sinistra Valinor e a destra la Terra di Mezzo.
Gli uomini vivono soltanto nella Terra di Mezzo, insieme ai nani e agli hobbit (che poi spiegherò cosa sono)
Valinor è la sede di buona parte del romanzo epico "Il Silmarillion", nel quale Tolkien ha voluto dare una cornice mitologica al suo universo, mentre la Terra di Mezzo è la sede de "Lo Hobbit" e de "Il signore degli anelli".
Dicevo prima che gli elfi hanno una importanza centrale. Questo deriva dal fatto che Tolkien, prima di inventare l'universo in cui si dovevano ambientare i suoi scritti, inventò la lingua elfica.
Sembra incredibile, ma è così, come documentano tutti i testi che poi il figlio di Tolkien, Christopher, raccolse secondo un criterio severamente filologico, in una serie di edizioni critiche che hanno permesso di scoprire la genesi delle creazioni del padre.
Tolkien era prima di tutto uno studioso di linguistica, e in particolare c'erano tre famiglie linguistiche che lo interessavano: l'antico anglosassone, le lingue celtiche e il finnico.
Da queste tre lingue egli derivò i due linguaggi degli elfi: l'alto elfico Quenya e il basso elfico Sindarin.
Di questi due linguaggi elfici, Tolkien creò anche i caratteri alfabetici con una loro trascrizione fonetica nei nostri caratteri latini.
Credo che non ci sia mai stato un altro caso simile.
Prima è venuta la lingua elfica, creata in modo minuzioso e dettagliato, e poi è stato creato tutto il resto.
I primi racconti aventi per protagonisti gli Ainur, i Valar e gli Eldar sono stati scritti mentre Tolkien si trovava nelle trincee del fronte occidentale durante la prima guerra mondiale, a cui lo scrittore partecipò come ufficiale.
Solo molti anni dopo sarebbe approdato alla sua creazione più originale, e cioègli Hobbit.
Lo stesso Tolkien in una intervista raccontò come nacque questo strano tipo di personaggi. Un giorno, durante una noiosa sessione di esami, scrisse su un foglio la frase: "In a hole in the groud there lived an hobbit". Anche qui, prima nacque il nome, poi il personaggio. Infatti, per dare un senso a quella frase, inventò il popolo degli Hobbit, che nelle sue opere sono delle creature simili agli uomini, ma di statura molto piccola, costituzione esile e glabra (a differenza dei Nani, che pure hanno un ruolo importante nei romanzi di Tolkien) e abitudini molto particolari, tra cui quella di vivere in caverne tenute alla perfezione.
Il romanzo "The Hobbit" (1936), nacque dalla unificazione dei racconti che Tolkien aveva creato per raccontarli ai suoi figli come fiabe della buonanotte.
Poiché era uno studioso con una ottima reputazione, Tolkien non immaginava che quelle fiabe sarebbero diventate un romanzo di un genere che all'epoca (e purtroppo a volte ancora oggi) veniva snobbato dalla letteratura "colta".
Alla fine, dopo molti incoraggiamenti da parte di amici e familiari, il professore di Oxford decise di mettere a repentaglio la sua reputazione di studioso pubblicando appunto "The Hobbit", che ebbe un successo enorme e inaspettato.
Sulla scia di questo successo, anche un collega e amico personale di Tolkien, Clive S. Lewis decise di pubblicare romanzi fantasy, creando così il ciclo di Narnia.
Dopo essere andato in pensione, Tolkien scrisse il suo capolavoro, "Il signore degli anelli" (1955), che era stato concepito come un sequel dell'altro romanzo, ma che divenne poi il vero romanzo centrale dell'opera tolkieniana.
Naturalmente non è questa la sede per esaminare nel dettaglio un romanzo di oltre mille pagine che richiederebbe una monografia. Quello che mi piacerebbe essere riuscito a comunicare è l'idea che questi romanzi sono opere di grande valore letterario, scritte da uno studioso di grandissima cultura e di eccezionale creatività
lunedì 3 dicembre 2012
Gothian. Capitolo 133. Ellis Eclionner: la solitudine dei sopravvissuti
Si aggirava come un'ombra tra le tende dell'accampamento. I legionari all'inizio non l'avevano nemmeno riconosciuta. Alcuni credevano fosse uno spettro, altri una prostituta ammorbata da malattie veneree.
I pochi che avevano avuto il coraggio di avvicinarsi ne erano rimasti sconvolti:
<<Maestà, perdonatemi... io non... non pensavo che... ma vi sentite bene?>>
Ellis Eclionner, con i capelli arruffati, le occhiaie e i vestiti scuri, alzava una mano e sussurrava:
<<Non è niente... sto benissimo... tornate alle vostre occupazioni>>
La voce si era sparsa in giro e gli ufficiali avevano commentato che dopotutto anche Elner V vagava tra le tende la notte prima della vittoria di Agincourt.
Una debole argomentazione, pensava Ellis, ma ormai nessuno faceva più caso al "vagabondare dell'imperatrice vedova".
Due volte vedova, di un uomo che non è mai stato mio marito.
Aveva già sofferto lo stesso dolore diciannove anni prima, quando Masrek era stato dato per morto.
Già allora aveva scoperto una lezione importante.
La felicità passata non è più felicità. Il dolore passato è ancora dolore.
Ne aveva parlato, all'epoca, col suo migliore confidente, Bial l'Eunuco.
"Maestà" le aveva detto Bial "almeno voi avete conosciuto il vero amore!"
Ricordava di avergli risposto con una frase che sentiva di condividere ancora:
"Conoscere il vero amore e perderlo poco dopo è molto più doloroso che non conoscerlo mai".
E poi aveva citato i versi di un poeta delle terre dei Keltar, che aveva però scritto le sue opere in lingua latheari, sia antica che moderna.
Non esser mai, non esser mai, ma meno morte che non esser più...
La mancanza era un sentimento più forte dell'assenza.
L'assenza è un non esserci, la mancanza è un venir meno... non è la stessa cosa.
Ricordava che nei giorni in cui aveva perduto Masrek per la prima volta, il vecchio priore Mollander, che era stato il suo istitutore, le aveva raccontato un aneddoto:
"Una volta partecipai al funerale di una persona morta prematuramente. Tutti piangevano, e anche io piansi. Un novizio allora mi rimproverò dicendo: <<Padre, perché piangete? La sua anima è ora in Paradiso!>> ed io gli risposi: <<Non è per i morti che io piango, ma per i sopravvissuti>>"
Fu allora che Ellis si era resa conto, in modo chiaro, che il vero dolore era quello di chi sopravviveva.
Ora non ci sono né Bial né Mollander a cercare di dare un senso al mio dolore.
Non aveva più spalle su cui piangere, e l'unica ragione che la teneva in vita era la vendetta.
Ma quando la vendetta diventa l'unica ragione di vita, tanto vale che si scavino due tombe, una per il nemico e una per se stessi.
Ripensò alla sua vita.
Avevo solo sedici anni quando io e Masrek facemmo l'amore, vicino a una yurta, al limitare della steppa, in un mondo che non esiste più.
Quando rimasi incinta, lui mi implorò di abortire, ma io non l'avrei fatto per nessuna ragione al mondo.
Per questo aveva dovuto trovare un marito e sposarlo il prima possibile.
Ho sposato mio cugino Elner e ho dato a mio figlio il suo nome, ma non bastava questo per far credere che il bambino fosse veramente suo.
Poi era accaduto quello che lei chiamava "Tutto il male", nell'anno della Primavera di Sangue.
Mio padre partì per la guerra, Fuscivarian avvelenò mio nonno e mio marito, Masrek fuggì e si fece credere morto, mia madre si suicidò per il dolore... avrei potuto salvarla, avrei potuto salvare anche tutti gli altri, se solo Masrek fosse rimasto al mio fianco!
Senza di lui, le rimaneva solo il potere. A soli diciotto anni era diventata l'imperatrice reggente.
Ho governato per vent'anni col pugno di ferro. I legionari tremano ancora al solo vedermi.
Poi c'era stato il pentimento, ed un lungo cammino di redenzione.
Ho rinunciato al trono, al potere, allo sfarzo, alla mia reggia, e sono andata in esilio in questa terra fangosa, dove il sole è pallido.
Aveva ritrovato suo padre ed aveva appreso che Masrek era ancora vivo.
Raggiungemmo il castello in armi, ma non mi accorsi quando vidi lui, o lo rividi. Sentii due occhi consumarmi...
E poi la sua voce.
"Eccola! Così bella. Così fredda. Come un mattino di primavera ancora legato al gelo dell'inverno"
Era stato come se tutti quegli anni non fossero mai passati.
Non importava niente che lui avesse una moglie e un altro figlio. Si erano amati di nuovo, questa volta in una baita ai piedi delle montagne, e dopo lui le aveva domandato:
"In tutti questi anni, cos'hai detto alle tenebre nelle amare veglie notturne, quando tutta la terra sembrava contrarsi e i muri della tua dimora ti si stringevano addosso, come una gabbia che cercasse di irretire qualcosa di selvaggio?"
"Ho tenuto sempre accesa una piccola fiamma, Masrek, e ho maledetto l'oscurità"
"Tu sei la mia rosa d'inverno, la prima e l'ultima, prima che tutto svanisca"
Solo ora Ellis capiva il senso di quelle parole.
Oh, Masrek, tu eri un poeta, non un soldato. Non avrei dovuto lasciarti combattere.
Ma ormai a nessuno importava più nulla di lui, nemmeno a loro padre, né a loro figlio, né a Marvin.
E adesso non importa a nessuno nemmeno di me...
Una sola cosa la teneva in vita.
Un'unica missione, un'unica direzione, un'unica vendetta.
Gothian.
N.d.A.
Ellis Eclionner è rappresentata da Eva Green nel ruolo di Morgana in "Camelot".
Le immagini di Ellis e Masrek da giovani sono tratte dalla serie tv "I figli di Dune", e ritraggono Ghanima e Leto Atreides.
Il testo contiene una citazione da Giovanni Pascoli, un'altra citazione dal Signore degli Anelli e una terza citazione dalla canzone Ginevra di Marco Ongaro.
domenica 2 dicembre 2012
Origine del genere fantasy
Il genere fantasy nasce come una rielaborazione narrativa degli argomenti e dei temi contenuti nella mitologia, nelle fiabe, nei poemi epici e cavallereschi e nei romanzi d'avventure.
Passiamo brevemente in rassegna questi generi che hanno fornito al fantasy una miniera da cui attingere per le ambientazioni, i personaggi e le tematiche.
1) La mitologia. Nella civiltà occidentale europea ci sono almeno tre mitologie fondamentali che hanno trovato infinite rielaborazioni nella letteratura. La mitologia classica greco-romana, la mitologia celtica e la mitologia germanica.
2) La fiaba. E' una narrazione nata dalla tradizione popolare, sotto forma di racconto caratterizzato dalla presenza di personaggi inventati, spesso sovrumani o non umani, come fate (tradizione celtica), maghi, orchi, elfi (tradizione germanica), semidei ed eroi (tradizione classica).
3) I poemi epici. Sono poemi che si basano sulle gesta militari o collegate ad eventi militari, in una cornice tematica e valoriale tradizionalistica caratterizzata da forte religiosità, patriottismo ed esaltazione dei legami familiari, conunitari e militari. Nella tradizione classica abbiamo la triade fondamentale: Iliade, Odissea ed Eneide. Nella tradizione cristiana abbiamo le Chancons de geste (come la Canzone di Orlando) e nella tradizione germanica abbiamo il Nibelungenlied (Canto dei nibelunghi) e il Beowulf (epico-mitologico)
4) I poemi cavallereschi. Rispetto ai poemi epici, i poemi cavallereschi, pur trattando le gesta dei cavalieri (e quindi avendo una forte base militare) mostrano più attenzione nei confronti dell'avventura, dell'amore cortese, degli elementi fiabeschi e di fantasia.
5) I romanzi d'avventure. Sono forme narrative lunghe, che trattano avventure, prevalentemente inventate e di fantasia, in uno sfondo che può essere storico, mitologico, fiabesco o cavalleresco.
Mentre i temi della mitologia classica dominano la letteratura europea anche in età cristiana, specie durante l'umanesimo, il rinascimento e il neoclassicismo, tutti gli altri elementi trovano una valorizzazione e una tendenza alla fusione nel periodo del romanticismo.
Il romanticismo, specie quello germanico e anglosassone, mostra una grande attenzione verso le mitologie nordiche, le fiabe, i poemi epici e cavallereschi e i romanzi di avventure, contribuendo a creare un immaginario collettivo che colora di leggenda e di fiaba il medioevo epico e cavalleresco.
Il Medioevo viene come reinventato in età romantica, trasformandosi in un mondo molto diverso da ciò che fu nella realtà.
Questo immaginario diventa, all'incirca a metà dell'Ottocento, la materia per un nuovo genere di romanzi, che si discosta dal realismo e dà vita ai primi esempi di genere fantasy per ragazzi.
Nel 1865, "Alice nel paese delle meraviglie" di Lewis Carrol può essere considerato un prototipo di romanzo fantasy, così come, nei primi del Novecento, "Il meraviglioso mago di Oz" di L.F.Baum o "Le avventure di Peter Pan" di James M. Barrie.
Il primo romanzo fantasy per adulti è però considerato "The gods of Pegana" (1905) di Lord Dunsteny, autore anche di "The king of Elfland's daughter".
Da quel momento incomincia l'interesse per questo genere letterario ormai canonizzato all'interno della forma del romanzo.
Il secondo autore di romanzi fantasy (ma non solo di quelli) è H.P. Lovecraft, di cui va ricordato il ciclo dei "Miti di Cthuhlu" del 1925.
Si noti come il genere fantasy nasca nelle letteratura in inglese, sia britannica che americana.
Il terzo autore è R.E.Howard, autore del celebre "Conan il Cimmero" che ha poi ispirato una serie di altri romanzi e film con lo stesso protagonista.
Il quarto autore merita una trattazione a sé, in quanto è da molti considerato il vero fondatore del genere fantasy, per quanto lui non si ritenesse tale: sto parlando naturalmente di J.R.R. Tolkien, di cui parlerò la prossima volta.
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