Per riuscire a delineare un profilo attendibile della mitologia celtica bisogna tener presenti due questioni fondamentali:
1) I Celti non erano un popolo unitario, ma un insieme di popoli, che comprendeva i Galli (diffusi nei territori che attualmente appartengono alla Francia, all'Italia del nord, alla Boemia, alla Galizia spagnola, alla Galizia ucraina e alla Galazia turca); i Britanni, di cui sopravvivono ancora i discendenti nel Galles, nella Cornovaglia e nella Bretagna francese; gli Irlandesi e gli Scozzesi.
2) Le fonti scritte sono scarse. Gli antichi celti praticavano la scrittura runica, ma solo per intestare dediche alle divinità o nei casi di iscrizioni funebri e marchi di proprietà. Il patrimonio religioso veniva tramandato solo per via orale attraverso i druidi (termine che potrebbe significare "gli esperti della quercia"), che oltre ad essere sacerdoti, a volte comparivano anche nella veste di poeti, storici, giuristi. Infatti per poter diventare druidi bisognava prima diventare bardi, cioè imparare a suonare l'arpa e a cantare i miti degli dei e degli eroi e indovini, cioè esperti in divinazione, medicina e magia. I druidi credevano nell'immortalità dell'anima, nella metempsicosi (o reincarnazione o trasmigrazione delle anime).
Nel "De bello Gallico" Cesare elenca le principali divinità celtiche di cui fa una interpretatio latina, dando a ciascuna di esse il nome della divinità romana o greca con cui a suo giudizio andava identificata. Lucano invece conserverà i nomi originali, tra questi si devono ricordare Teutates che corrisponde al Mercurio, Esus dio della guerra, Taranis rappresentante il Deus Pater, Lúg il Luminoso, figlio del Sole, che riceve l'epiteto di samildanach ("che possiede tutte le arti") a cui è dedicato un racconto; Belenus, dio della Luce e della fertilità, assimilato ad Apollo.
Esistono anche due dei silvestri Sucellus e Nantos e soprattutto il dio Cernunnos ("cornuto"), che ha le corna di cervo.
Tra le divinità femminili vanno ricordate Brigit, detta anche Dana, che viene considerata nelle sue tre forme: la Fanciulla, la Madre e la Vecchia, ed è la Dea che compare nei romanzi del Ciclo di Avalon.
Vi sono poi Epona dea dei cavalli da associare alla romana Demetra e Sirona dea delle acquee dolci e della bianca luce lunare, associata anche alle figure di Viviana, Morgana e della Casta Diva che nell'opera lirica Norma venne cantata con eccezionale grandezza da Maria Callas. Inoltre va citata la terribile Morrigan, dea della guerra e degli incubi.
Appartengono alla mitologia celtica una particolare categoria di Fate, le Faerie o Fairies. Fondamentalmente l'assonanza ha portato ad associare la fata alla fairy inglese e celtica (presenti in alcune commedie dello stesso William Shakespeare), ovvero ad alcuni esponenti del piccolo popolo. Piccoli e con le alucce, malgrado che - secondo molti - con questi ultimi non abbiano assolutamente a che fare; la differenza sostanziale consisterebbe nel fatto che le fate vogliono interagire con gli umani, mentre le fairies preferiscono rimanere invisibili all'occhio umano.
La Regina delle Fate, o Signora delle Faerie (della Fairies) è Mab, presente nel Romeo e Giulietta di Shakespeare e in molti romanzi del ciclo di Avalon, in particolare ne "La Signora di Avalon" che narra la vita di tutte le Grandi Sacerdotesse della Dea e dell'Isola, da Caillean a Morgana.
Alla divinità Atepomaros che significa "che possiede tanti cavalli", definito altrove come Maponos ("il giovane ragazzo") figlio di Dagda "il dio buono" e la dea Boann( "colei che concede vacche ai suoi devoti"). "La battaglia di Moytura". Il dio Ogmios viene identificato da I morti invece si recano dal dio irlandese Donn "lo Scuro", una divinità minore che abita nel Tech Duinn presso le coste irlandesi. Ci sono pervenuti poemi sia gallesi che irlandesi, Due famose collezioni del XIV secolo, il "Libro bianco di Rhydderch" e il "Libro rosso di Hergest" contengono alcune tradizioni gallesi come quella della raccolta detta "Mabinogi". Altri racconti gallesi contengono tradizioni che gli studiosi definiscono come sciamaniche, il cui protagonista è Cei che si trasformerà nel lugubre Key del ciclo arturiano. Infine il modello gallese di Merlino è il poeta mago Taliesin che si vanta di possedere tutte le arti magiche dell'Europa e dell'Asia. Ma anche altri personaggi come Math, Gwydion, figlio di Don (la dea Dana), Llwyd (Lancillotto), ecc. sono capaci di imprese favolose. Le tradizioni irlandesi ci raccontano la storia mitica dell'isola dopo il diluvio. I primi immigrati subiscono continuamente gli attacchi dei Fomori, esseri crudeli arrivati da oltremare. Una nuova ondata di immigrati porta le leggi e la società civile. Sono seguiti dai Túatha Dé Danann, le tribù della dea Dana, iniziati al sapere magico. Essi sono guidati dal Dio Lugh in persona nella grande battaglia di Magh Tuiredh contro la razza dei Fomoriani che vinta verrà per sempre bandita dall'Irlanda. Dopo la battaglia arriveranno i primi celti provenienti dalla Spagna. Le relazioni fra i celti e i Tuatha restano tese,come dimostrano le diverse battaglie che combattono gli uni contro gli altri. Finalmente i Tuatha si ritirano nell'Annwn e cedono lo spazio visibile ai Celti. Importante è il calendario delle festività celtiche, perché molte di loro sono state poi tramandate nella cultura anglosassone e quindi in quella statunitense. Il caso più eclatante è quello di Samain, la festa dei morti, collocabile tra il 31 ottobre e il 2 novembre, divenuta poi Halloween.
Appartengono alla mitologia celtica una particolare categoria di Fate, le Faerie o Fairies. Fondamentalmente l'assonanza ha portato ad associare la fata alla fairy inglese e celtica (presenti in alcune commedie dello stesso William Shakespeare), ovvero ad alcuni esponenti del piccolo popolo. Piccoli e con le alucce, malgrado che - secondo molti - con questi ultimi non abbiano assolutamente a che fare; la differenza sostanziale consisterebbe nel fatto che le fate vogliono interagire con gli umani, mentre le fairies preferiscono rimanere invisibili all'occhio umano.
La Regina delle Fate, o Signora delle Faerie (della Fairies) è Mab, presente nel Romeo e Giulietta di Shakespeare e in molti romanzi del ciclo di Avalon, in particolare ne "La Signora di Avalon" che narra la vita di tutte le Grandi Sacerdotesse della Dea e dell'Isola, da Caillean a Morgana.
Alla divinità Atepomaros che significa "che possiede tanti cavalli", definito altrove come Maponos ("il giovane ragazzo") figlio di Dagda "il dio buono" e la dea Boann( "colei che concede vacche ai suoi devoti"). "La battaglia di Moytura". Il dio Ogmios viene identificato da I morti invece si recano dal dio irlandese Donn "lo Scuro", una divinità minore che abita nel Tech Duinn presso le coste irlandesi. Ci sono pervenuti poemi sia gallesi che irlandesi, Due famose collezioni del XIV secolo, il "Libro bianco di Rhydderch" e il "Libro rosso di Hergest" contengono alcune tradizioni gallesi come quella della raccolta detta "Mabinogi". Altri racconti gallesi contengono tradizioni che gli studiosi definiscono come sciamaniche, il cui protagonista è Cei che si trasformerà nel lugubre Key del ciclo arturiano. Infine il modello gallese di Merlino è il poeta mago Taliesin che si vanta di possedere tutte le arti magiche dell'Europa e dell'Asia. Ma anche altri personaggi come Math, Gwydion, figlio di Don (la dea Dana), Llwyd (Lancillotto), ecc. sono capaci di imprese favolose. Le tradizioni irlandesi ci raccontano la storia mitica dell'isola dopo il diluvio. I primi immigrati subiscono continuamente gli attacchi dei Fomori, esseri crudeli arrivati da oltremare. Una nuova ondata di immigrati porta le leggi e la società civile. Sono seguiti dai Túatha Dé Danann, le tribù della dea Dana, iniziati al sapere magico. Essi sono guidati dal Dio Lugh in persona nella grande battaglia di Magh Tuiredh contro la razza dei Fomoriani che vinta verrà per sempre bandita dall'Irlanda. Dopo la battaglia arriveranno i primi celti provenienti dalla Spagna. Le relazioni fra i celti e i Tuatha restano tese,come dimostrano le diverse battaglie che combattono gli uni contro gli altri. Finalmente i Tuatha si ritirano nell'Annwn e cedono lo spazio visibile ai Celti. Importante è il calendario delle festività celtiche, perché molte di loro sono state poi tramandate nella cultura anglosassone e quindi in quella statunitense. Il caso più eclatante è quello di Samain, la festa dei morti, collocabile tra il 31 ottobre e il 2 novembre, divenuta poi Halloween.
Il solstizio d'inverno, 21 dicembre è Yule (divenuta poi sotto i romani il Dies Natalis Solis Invicti e in epoca cristiana il Natale) , l'equinozio di primavera è Ostara (assimilata poi alla Pasqua). Il solstizio d'estate è Litha (assimilato alla festa di San Giovanni, nella cui notte si raccoglie l'Iperico, usato nell'antichità come antidepressivo!) e l'equinozio d'autunno è Mabon.
Beltane è la festa della fertilità (si accendono i fuochi per il dio Belenus) mentre Lugnasad è la festa del raccolto (in cui si ringrazia il dio Lug). Di Samain ho già detto. Infine Imbolc è stata assimilata nella festività cristiana della Candelora.
Ora, devo fare una confessione. La cultura e la mitologia celtica sono state alla base dell'ambientazione del mio romanzo "Gothian".
I Celti sono diventati i Keltar e il Regno dei Keltar è la trasposizione della Gallia Cisalpina, cioè della pianura padana, com'era prima della conquista romana. (I Lathear sono infatti i Latini, e l'Impero Lathear ha le caratteristiche dell'Impero Romano).
Nella mappa qui sopra c'è una scritta che va interpretata. Il cosiddetto "Mar padano" era in realtà una serie di lagune salmastre e paludi, che solo col tempo vennero bonificate.
La mappa del regno dei Keltar che io ho ricavato per il mio romanzo, che alcune lettrici seguono e conoscono ormai meglio di me, è la seguente:
C'è anche una corrispondenza tra le divinità: il dio del sole dei Keltar, Belenos è il Belenus dei Celti, e gli dei Lug e Cernunnos li ho ripresi con gli stessi nomi, così come anche la denominazione dei druidi. Mentre il terribile Eclion l'Oscuro, capostipite della dinastia Eclionner, riprende il dio irlandese Donn lo Scuro. Ci sono altre corrispondenze ancora più evidenti riguardo alle dee Vivien, Ulien ed Aenor (acqua, luna e luce). Questa scelta deriva dal fatto che io sono romagnolo di nascita ed emiliano di adozione e ho trascorso l'infanzia nelle campagne, dove ancora sussistono delle sopravvivenze rituali delle antiche festività galliche (nulla a che vedere coi revival celtici del tipo "Mutina Boica", che sono nati recentemente sulla scia di Halloween). Tra le curiosità aggiungo che la pianura padana ha vissuto una successione di dominazioni che ha qualcosa in comune con l'isola britannica: Celti-Romani-Germani, nel nostro caso Galli-Romani-Longobardi-Franchi, nel loro caso Britanni-Romani-Angli-Sassoni. Esistono anche sopravvivenze linguistiche dialettali, tanto che i dialetti della pianura padana sono detti gallo-italici.
Prossimamente parlerò della mitologia nordica o germanica.
Davvero interessantissimo questo post, io non sapevo praticamente nulla della cultura e della religione celtica!
RispondiEliminaMi ha meravigliato moltissimo sapere che le fate provengono da una vera religione, credevo che fossero state inventate da qualche autore di fiabe!^^
Ed allo stesso modo non immaginavo che ci fossero tanti rimandi nelle opere di Shakespeare a questa cultura, anche in quel caso credevo che fosse tutto frutto della sua immaginazione! ;)
Sono sempre utilissimi i tuoi post!
Grazie!!! In genere la mitologia celtica è pressoché sconosciuta, per cui anche io, prima di occuparmene, non immaginavo quanto fosse grande la sua influenza sulla letteratura e sull'immaginario collettivo.
EliminaMi fa molto piacere che tu abbia gradito questo approfondimento!
Grazie ancora!!!
;-)
prima di leggere questo post non conoscevo tutte queste cose!! complimenti Riccardo i tuoi post sono sempre interessantissimi e complimenti anche per la cultura!!
RispondiEliminaTi ringrazio! Mi piace questo ruolo da divulgatore!
Elimina;-)
adorable!
RispondiElimina;-)
EliminaI remember studying about this in high school, I found it rather boring at the time, but now I look at it from another perspective...thank you for the memories:)
RispondiEliminaGrazie! Il mio obiettivo principale è cercare di non essere noioso... dovrebbe essere uno dei primi comandamenti per un insegnante!
Elimina;-)
Sapevo di avere origini celtiche :D
RispondiEliminaGrazie grazie grazie!
Per me tu hai anche origini svedesi... con occhi così azzurri e capelli così biondi, pelle così chiara, deve esserci un antenato normanno, teutonico... ^^
Elimina;-)
Ero a conoscenza solo del punto n. 1 e la mappa del tuo romanzo, per il resto non sapevo nulla.Il modo dei blog sono abbastanza scettica nonostante ne faccia parte, ma post come questo ti insegnano cose nuove, interessanti. Buon fine settimana e scusa per il ritardo nella risposta ma sono ancora al lavoro e domani anche. Marcella
RispondiEliminaMi fa molto piacere quello che hai scritto, perché il mio obiettivo principale è cercare di divulgare alcune conoscenze su argomenti poco noti o su aspetti meno conosciuti di alcune tematiche. Il mondo celtico è stato messo a tacere prima dagli antichi romani e poi dagli inglesi, anche se gran parte della loro tradizione è sopravvissuta.
EliminaGrazie e buon lavoro!
;-)
Concordo con marcella, io invece non mi ero proprio resa conto anche perchè dei celti so' davvero poco, mi intendo più di greci e romani (mai come te sia chiaro). Ho imparato tantissime cose che non sapevo e che mi affascinano!
RispondiEliminaDon't Call Me Fashion Blogger
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Ma forse dei Greci e dei Romani ne sai più tu di me. Io non ho fatto il classico, sono un "barbaro" dello scientifico, e non conosco il greco. I miei studi, sia in storia che in lettere, vanno dal medioevo in su. Certo, ho dato degli esami di storia antica e di latino, ma non rientrano delle materie che devo insegnare. Confesso che gli esami di latino mi hanno dato molto filo da torcere e tra l'altro noto che le donne in latino sono più brave (in generale forse sono più brave!). Non parliamo poi delle studentesse di lettere classiche, che se non sai il greco non ti rivolgono nemmeno la parola! C'è una certa competizione tra gli italianisti e i classicisti (anzi le classiciste, perché i classicisti maschi sono ormai estinti). Io poi sono un italianista con tendenze "romantiche", che guarda alle letterature europee, e alle mitologie anti-classicistiche. Tutto questo non perché non riconosca il grande valore della civiltà classica, ma perché non fa parte della mia specializzazione.
EliminaUn saluto e a presto!
;-)