lunedì 14 maggio 2012

Lo stile Gustaviano o Shabby Chic



 Gustavo III re di Svezia, sovrano colto dalla personalità complessa, amante dell'arte e di gusto raffinato. Reduce da un breve viaggio in Francia torna in patria per salire al trono nel 1772 .
Ispirato dall'architettura e dalle arti decorative francesi, dà vita allo stile neoclassico svedese che porta il suo nome: "Gustaviano" dando un nuovo volto a Stoccolma definita la "Parigi del Nord".
Lo stile gustaviano è la rielaborazione, semplificata al gusto nordico, del rococò e del neoclassicismo. Prevalgono in esso  i colori dai toni chiari. Tipici dello stile gustaviano sono i bianchi, i grigi, l'ocra gialla e l'azzurro ma anche il verde salvia, il rosa, l’avorio e non mancano le dorature che ai tempi di Gustavo III si trovavano solo nei palazzi reali e nelle dimore dell'aristocrazia. I mobili sono di forme austere e sobrie, rispettano simmetrie e linearità tipicamente neoclassiche, hanno finitura opaca ed effetto invecchiato quindi shabby/decapè. Alla semplicità dell'arredamento si contrapponeva, all'epoca, la ricchezza delle decorazioni alle pareti e dei complementi mantenendo comunque la raffinatezza e la sobrietà tipiche dello stile.










Ed ecco alcune rielaborazioni contemporanee di questo stile




Foto di Marzia Sofia Salvestrini



poltrona-casanova di maison du monde



Le famose tonalità pastello sono, insieme al bianco, quelle dominanti in questo stile che si presta a rielaborazioni nelle linee essenziali dell'arredamento anche più semplice o più rigoroso.

domenica 13 maggio 2012

Gothian. Capitolo 56. Marvin parte verso le sorgenti dell'Amnis


La missione era cambiata.
Erano partiti per liberare Alienor di Alfarian, ma nel frattempo il regno degli Alfar era stato invaso dai vampiri albini del Conte Fernik.
A questo punto la priorità è diventata un'altra: come salvare la Federazione Keltar dalla calata dei vampiri del Conte di Gothian?
Marvin e la sua compagnia avevano reclutato un contingente militare notevole, sotto il comando di Ser Ywain de Bors, e si erano messi a disposizione dell'Arciduca e del generale Brannos Tork, comandante dell'esercito dei Keltar.
Ma tutti sanno che io ho re Vorkidex nella mia mente: si vede da come mi guardano. Si fidano di me. Li ho sentiti sussurrare: "E' il principe che ci fu promesso".


Ora Marvin, grazie alle Altre Memorie del suo antenato, era divenuto un guerriero, e aveva ricevuto in dono dall'Arcidruido l'armatura di re Vorkidex.
Ma non la spada di acciaio lunare. Quella me la consegnerà la fata Vivien, alle Sorgenti dell'Amnis.
Quel viaggio era una tappa obbligata.
Del resto, l'unico passo montano che permetta ad un esercito di arrivare nel territorio degli Alfar è quello che passa di fianco alle Sorgenti dell'Amnis.



Prima di partire, bisognava però chiarire alcune cose.
Bisognava capire se dagli altri Ducati della Federazione Keltar, sarebbero giunti dei rinforzi.
Era necessario quindi mandare dei messaggeri e ripristinare la viabilità delle zone a nord dell'Amnis, per favorire l'accampamento di truppe Keltar e l'allestimento dei campi profughi per gli Alfar in fuga, dopo l'invasione del loro regno da parte del Conte Fenrik e dei suoi Albini.
Ser Yvain de Bors, che voleva riscattarsi dall’onta del tradimento di suo padre il Duca Gallrian, accusato di essersi venduto a Lady Marigold di Gothian, dimostrò una maturità che fino a quel momento non si era ancora manifestata.



«I vostri soldati ci servono qui» disse il Generale Tork a Ser Yvain, durante la riunione, a cui tutta la delegazione amnisiana partecipava «mentre i druidi e i diplomatici dovranno essere utilizzati come messaggeri, anche perché se rimanessero qui sarebbero solo delle bocche in più da sfamare, e non abbiamo molte riserve di cibo»
«E’ più che giusto!» assentì Ser Yvain «e come comandante di questa compagnia, ordino fin d’ora ai miei druidi e ai diplomatici di mettersi a disposizione dello Stato Maggiore. Ma, Generale, che cosa ne sarà dei preti Lathear?»
Il generale rispose senza alcuna esitazione:
«Sono tutti adepti della Grande Canonica, bruciata da Lady Marigold. La odiano più di noi, e appoggiano il principe Masrek Eclionner, che ci ha offerto ben cinque legioni.»



Nel frattempo gli altri componenti della compagnia partita da Aminisia si stavano organizzando.
Il druido Gwydion, su ordine dell’Arcidruido, aveva chiesto per sé e per Marvin di partecipare alla missione diretta a nord-ovest, dove c’erano le basi più importanti della Resistenza dei Keltar, nella foresta di Broceland e dove si trovava anche l'imboccatura della valle da cui nasceva il fiume Amnis.
Gwydion non aveva dubbi:
«La nostra missione ora è cambiata.Un giorno forse tu e la principessa vi incontrerete realmente, ma per ora le vostre strade vanno in direzione opposta:



Dovremo reclutare i Keltar settentrionali, e non sarà facile, specie quando gli diremo che dovranno combattere a fianco degli uomini di tuo nonno Sephir e di tua zia Ellis, per non parlare dei profughi Alfar di re Kerelik»
Marvin appariva molto più sicuro di sé:
«Quando parlerò a loro con la voce di Vorkidex, capiranno che io sono il Figlio dei Cento Re, il Principe promesso, il Profeta di cui parla la canzone della Luce e delle Tenebre!
Poi la mia missione procederà oltre Broceland. Devo incontrare Vivien, la fata delle sorgenti»




Marvin si entusiasmò: «Le sorgenti del Grande Fiume! Era il mio più grande desiderio, da bambino, quello di risalire l’Amnis fino alla sorgente! Ed ora questo sogno si sta avverando! »



Gwydion rimase serio: «Devo darti due avvertimenti. Il primo è che non tutti quei sogni ti piaceranno, e il secondo è che non devi avere troppa fretta nel cercare di realizzarli. Tu puoi vedere più in là di noi, è vero, ma questo potere potrebbe travolgerti, se affrettassi troppo i tempi della tua presa di coscienza. Ci vuole gradualità»
Marvin era d'accordo:
«Halfgan mi parlò di un luogo dove nemmeno la visione dei druidi può arrivare. Che cos’è questo luogo?»
Il druido aspettò prima di rispondere e poi disse:
«Qualcuno potrebbe chiamarlo: la Vera Luce! E’ la Fonte di ogni bene, l'Energia pura a cui presiede Ahura Mazda»


«E’ per caso il Fuoco Segreto di cui mi si è parlato nei sogni?»
Il druido scosse il capo:
 «Nella negromanzia il Fuoco Segreto è dominio di Atar, un demone, ed è in grado di risvegliare i morti congelati. Per questo ci possono essere tre categorie: i vivi, i morti ed i non-morti, al servizio di Gothar e di Fenrik, e del supremo loro principe: Deva Ahriman. Che la Vera Luce ci protegga da loro!»
Prima di partire, Marvin andò a salutare l'Arcidruido.
Quando fu al suo cospetto, gli chiese:
«Quando sarò di fronte a Vivien, volete che le dica qualcosa a nome vostro?»
Il vecchio annuì:
«Dille che l'attesa è finita. Dille che sta arrivando il Regno dell'Estate!»
L’Arcidruido ebbe un attimo di commozione:
 «Ho avuto il privilegio di vederti e di conoscerti, Marvin Vorkidian, principe promesso, figlio di centro re» e poi, rivolto verso il cielo, disse:
«Belenos, grazie per avermi fatto vivere tanto a lungo, perché i miei occhi hanno visto il Profeta!» e poi declamò: «Ora lasciate, o Dei, che il vostro servo vada in pace secondo la vostra parola, perché i miei occhi hanno visto la nostra salvezza, preparata da voi per secoli  davanti a tutti i popoli, come una luce sorta per illuminare le genti e per la maggiore gloria del vostro popolo»


N.d.A.

Il popolo dei Keltar è ispirato ai Celti.
Il "principe promesso" rientra in una profezia tratta dalle "Cronache del ghiaccio e del fuoco" di George Martin.
Il concetto di "Altre Memorie" è tratto dal ciclo di "Dune" di Frank Herbert.
La foto che rappresenta le sorgenti dell'Amnis è in realtà una immagine delle sorgenti del Po, presso il Monviso.
Ser Yvain de Bors è rappresentato come Ser Loras Tyrell ne "Il trono di spade" di G. Martin.
Masrek Eclionner è interpretato da Viggo Mortensen nel ruolo di Aragorn ne "Il signore degli anelli" di J.R.R. Tolkien.
La foresta di Broceland è ispirata a quella di Broceliande o Brocelandia nel ciclo bretone arturiano.
Il druido Gwidion è rappresentato come re Baelor Targaryen il Benedetto nelle Cronache di Martin.
La fata delle sorgenti, Vivien è ispirata a Viviana, Dama del Lago e Signora di Avalon ne "Le nebbie di Avalon" di Marion Zimmer Bradley.
Il Fuoco Segreto o Fiamma Imperitura è un concetto tolkieniano. Gandalf è custode del Fuoco Segreto e porta l'anello del Fuoco, donatogli dal re degli elfi costieri, Cirdan il Timoniere.
Ahura Mazda è il Dio del Bene nella religione zoroastriana o mazdeista.
Belenos è il dio celtico Belenus, festeggiato a Beltane, festa pagana della fertilità, il primo maggio.
Il brano finale riprende un celebre passo del Vangelo di Luca, 2,22-40.





venerdì 11 maggio 2012

Gothian. Capitolo 55. Ellis e Masrek viaggiano verso nord


Ellis Eclionner e il fratello Masrek avevano guidato le loro cinque legioni di soldati Lathear verso Nord, lungo la via coloniale, fino al fiume Amnis. 



Non erano entrati a Floriana, per rispetto verso la Federazione Keltar e l'Arciduca, il quale li aveva esortati a seguire la strada che costeggiava il fiume fino al porto di Tadna, alla confluenza del Tadnius nel grande Amnis.


Erano stati informati che lì, in una locanda, li attendeva in incognito una delegazione di pirati dell'Alleanza di Tupile, e alcuni affiliati alla Piovra di Sephir Eclionner lo Sciancato, il loro terribile genitore.
 Ellis aveva deciso di mandare in avanscoperta una loro vecchia conoscenza, ossia Padre Ulume, nuovo Priore della Grande Canonica, la cui fama di esorcista lo rendeva necessario per una strategia comune contro le forze sovrannaturali e demoniache che scendevano da nord.
I due fratelli Eclionner si erano a tal punto camuffati che sembravano tutto tranne che illustri esponenti della dinastia imperiale.
Ellis teneva i capelli raccolti sotto un cappuccio pesante.



Masrek aveva indossato di nuovo i panni dell'Eremita.
Il centro di Tadna era una paese di medie dimensioni, ma non aveva mura: era un porto franco, che per unanime delibera delle potenze in guerra doveva rimanere neutrale ed essere quindi lasciato fuori da ogni tipo di evento bellico. Di fatto era diventato il centro di tutte le trattative della zona.



Durante il viaggio i due fratelli non si erano detti quasi nulla, perché le cose essenziali erano già state dette e ognuno dei due aveva molto su cui riflettere.
Le notizie che erano arrivate, una dopo l'altra, riguardo alla caduta in disgrazia di Fuscivarian e Tucker e alla sempre maggiore influenza dell'imperatrice Marigold nelle decisioni di Elner XI, erano molto preoccupanti.
Ellis non si perdonava due cose: non aver riconosciuto la natura dei cambiamenti di suo figlio e non aver capito subito la pericolosità di Marigold.
Forse avrebbe dovuto convivere con quei sensi di colpa per tutta la vita, come già conviveva con i fantasmi di tutti i morti che aveva sulla coscienza.
Anche Masrek pensa le stesse cose. Il figlio nato dal nostro incesto e rovinato dalla mia invadenza... questa consapevolezza crea un solco tra noi, una distanza ci divide...
Nonostante la nebbia mattutina, il ponte di Tadna era visibile grazie all'illuminazione di alcuni fari. Dall'altra parte si potevano vedere abitazioni modeste, di pescatori, di traghettatori, di piccoli mercanti o artigiani o allevatori.
C’erano varie osterie e trattorie, e alcune locande.
Il priore Ulume aveva dato loro appuntamento alla Locanda del Bidente, situata proprio nell’estrema propaggine della confluenza dei due fiumi, dove c’erano un’ampia spiaggia e un porticciolo, e dall'altra parte, i boschi e le montagne.



Attraversarono la via centrale del villaggio senza problemi: si vedevano individui di ogni genere e stirpe, a riconferma dell’indipendenza e neutralità di Tadna.
La piazzetta del mercato era gremita di gente, così come il mercato del pesce, da cui provenivano odori nauseabondi.
Si vendevano non solo anguille, lucci e pregiati storioni, ma anche i giganteschi e poco saporiti siluri, lunghi due metri e capaci di mangiarsi un cane in un sol boccone.


Ellis si sentiva venir meno dalla nausea… non aveva mai sopportato l’odore del pesce, ed era decisamente una carnivora.
Gli Eclionner più puri sono tutti carnivori voraci. Si pensa che addirittura Sephir I il Crudele fosse un mangiatore di carne umana. Non me ne meraviglierei, considerate le migliaia di persone che ha condannato a morte.
Per un attimo ebbe come l’impressione che ci fosse un legame tra la natura carnivora e persino cannibale degli Eclionner e le leggende secondo cui gli Albini dell’estremo nord fossero dei vampiri.
Qualcosa ci lega, un filo rosso scuro come il sangue…
Arrivati alla locanda, entrarono e rimasero quasi soffocati dal fumo del camino, dove ardeva una legna resinosa il cui effluvio si mescolava con i brodetti di gamberi di fiume.
Ellis si scostò il cappuccio del mantello.



Lei e Masrek si guardarono intorno e nell’angolo più oscuro del salone, quasi mimetizzato, sedeva il prete dalla pelle nera come l’ebano, vestito però da mercante venditore di cianfrusaglie, come se ne vedevano tanti provenire dall’estremo sud.
Sappiamo così poco dei Neri del regno di Jandola. Forse un giorno potranno aiutarci. Ulume è l'unico che può fare da tramite con loro.
Aveva sempre avuto paura dei Canonici, fin da quando il loro capo, il Padre Generale Mollander era stato il suo precettore quando lei era bambina.
Padre Ulume, poi, le faceva ancora più paura: era un mistico, e si diceva avesse poteri magici, e fosse persino uno stregone. Ma erano tutte chiacchiere senza alcuna prova…
Eppure non so se temere più lui o Marigold! Abbiamo fatto bene ad allearci con lui?
Ormai era troppo tardi per chiederselo.
Andarono a sedersi vicino a lui, senza dare nell’occhio.
Ulume fece loro segno di accomodarsi e li salutò con fredda cortesia, ricambiata allo stesso modo.
«La mia missione ha avuto successo» esordì Ulume «ho convinto l'Alleanza di Tupile e gli uomini della Piovra ad unirsi a noi. Spero che la famiglia Eclionner me ne sarà riconoscente, in particolare vostro padre Sephir!»



Ellis annuì:
«Noi abbiamo alcuni obiettivi comuni, primo tra tutti quello di convincere Marvin Vorkidian a collaborare con noi. Suo padre» e con un cenno della testa indicò Masrek, che osservava la scena con aria cupa «è d’accordo, perché ritiene che ormai re Vorkidex si sia risvegliato in lui»
Ulume la guardò con occhi minacciosi: 
«Se così fosse, adesso il ragazzo sarebbe come Vorkidex a tutti gli effetti. Un re, e un grande guerriero! E anche Arexatan presto si risveglierà in lui!»
Questo ad Ellis non piaceva affatto:
 «E’ ovvio che dovremo aiutarlo a scacciare le memorie di Arexatan, altrimenti rischia di cadere vittima della Dama Gialla»
Ulume annuì: 
«La Dama Gialla ha commesso molti errori, tra cui bruciare la Grande Canonica. Ma lo spirito di Mollander vive ancora e non si darà pace finché Marigold non sarà punita!»
Ellis non aveva dubbi che la vendetta di Mollander sarebbe stata terribile, e questo la spaventò:
 «Marigold ora controlla totalmente mio figlio Elner. Io devo sapere se posso salvarlo. Padre Ulume, c'è qualche speranza per lui?»


Ulume scosse gravemente il volto:
 «Nessun esorcismo lo può liberare dal demone che alberga in lui. Si potrebbe fare qualcosa per un uomo comune, ma per il figlio di due fratelli Eclionner... niente!»
Ellis corrugò la fronte: 
«Non posso accettarlo! Io lo voglio salvare!»
Ulume sospirò: 
«E' nato nel dolore, mia signora! In una unione contro ogni legge umana e divina! Il priore Mollander vi aveva avvertito: Elner non sarebbe mai dovuto nascere»
Ellis chinò il capo. Non voleva più sentire quei discorsi. 
Masrek le strinse la mano, e questo bastò per ridarle la forza di affrontare tutto quel male che il destino aveva messo sulla sua strada.
Prima di prendere congedo da loro, Ulume disse:
«Per il momento, comunque, la priorità è trovare alleati tra i Keltar per contrastare il crescente potere di Fenrik di Gothian» 
Il solo evocare quel nome fece correre un brivido di paura nella schiena di Ellis.
Quando Ulume se ne fu andato, finalmente ella poté lasciarsi abbracciare da Masrek, e tutto le parve come se fossero tornati adolescenti.



Trovarono alloggio in una camera della stessa locanda.
Fecero l'amore, con più passione di quanta ce n'era mai stata prima, come se fosse l'ultima volta.
Poi Ellis scivolò in un dolce sonno.
Sognò sua madre, Wensy Fuscivarian, la dolce principessa della corona, morta da tanti anni, anche per causa sua.



Le disse parole di conforto: "Ellis, io ti perdono tutto, e di tutto ti chiedo perdono: ho riservato ogni mia attenzione a tuo fratello, e da lì sono nati tutti i nostri guai. Ma ora che sei pentita, io ti assolvo, come spero tu assolverai me"
Ellis avrebbe voluto abbracciarla, ma sua madre era ormai puro spirito.
Le sue parole le avevano reso meno pesanti i sensi di colpa che la gravavano.
Il mattino dopo, al risveglio, per la prima volta dopo tanto tempo, non sentì il peso della sua coscienza.


N.d.A.

Ellis Eclionner è interpretata da Eva Green nel ruolo di Morgana la Fata in "Camelot".
Il riferimento all'Alleanza di Tupile è tratto da "Messia di Dune", romanzo di Fran Herbert, dove rappresenta il nucleo della ribellione al regime della famiglia Atreides.
Sephir Eclionner è rappresentato da Balon Greyjoy, re delle Isole di Ferro nel sequel de "Il trono di spade".
Elner Eclionner è interpretato da Jonathan Rhys-Meyers.
Wensy Fuscivarian (Fujiwara)  è interpretatata da Liv Tyler nel ruolo di Arwen, figlia del re degli Elfi Elrond ne "Il signore degli anelli" di J.R.R. Tolkien. 
La frase "Perdono tutti e a tutti chiedo perdono" è l'ultimo messaggio di Cesare Pavese prima della morte.
La frase "Per la prima volta dopo tanto tempo non sentii il peso della mia coscienza" è pronunciata da Marcello Mastroianni nel film "Oci ciornie" (Occhi neri).


giovedì 10 maggio 2012

Lo stile Biedermeier


Il termine Biedermeier si diffuse attorno al 1850 come dispregiativo, preso in prestito da un personaggio creato dagli scrittori Adolf Kussmaul e Ludwig Eichrodt, e stava ad indicare il piccolo borghese apolitico e conservatore, interessato solo alla propria vita familiare. È composto da due parole, cioè l'aggettivo (bieder, che significa onesto) unito a uno dei cognomi tedeschi più diffusi Meier (o Maier).
Questo stile nacque come contrapposizione al cosiddetto Stile Impero, nel periodo immediatamente successivo al Congresso di Vienna, di cui riprende una decisa "voglia di normalità". Soprattutto per questa ragione, il Biedermeier è stato spesso definito come lo stile della Restaurazione.



Lo scopo che sottende allo stile Biedermeier infatti è valorizzare la sobrietà e l'armonia, mutuando parte dei motivi stilistici dal periodo precedente, ma spogliandoli di tutti i decori, gli orpelli e gli eccessi che lo avevano caratterizzato. Tutto ciò è coerente con la situazione socio-politica del momento, che cerca di dimenticare i fatti tumultuosi della Rivoluzione francese e del successivo impero napoleonico. Anche l'avvento della Rivoluzione industriale gioca un ruolo decisivo nello stile, proponendo prodotti funzionali ma dalle linee semplici, e quindi facilmente fabbricabili.

File:Zimmerbild 96.jpg

Questa tendenza si ritrova nell'architettura quanto nell'arredamento, nella musica quanto nella letteratura, e produce atmosfere solenni ma sobrie, prive di decori dorati ma ricche di elementi consueti, quotidiani. Nell'arredamento il Biedermeier introduce l'uso di tappeti, tendaggi e nuovi tipi di mobile, come il servante a vetrina, l'armadietto secrétaire a ribalta, il divano imbottito, oltre alla diffusione di materiali pregiati come il mogano e il ciliegio.

File:LangesTannen Esszimer Sp Biederm.jpg









herrlicher Schmuck biedermeier


Ciò che fu un tempo uno stile estetico e culturale rispettabile, anche se molto discusso perché considerato falsamente dimesso, sentimentale anziché alimentato da sentimenti, nutrito di idilli anziché di passioni, insomma, sinonimo di estetica piccolo-borghese, è tuttora usato nell'hobbistica, specialmente femminile, ad esempio per confezionare bouquet, cesti, spille, borse, ecc.: insomma tutto quanto sia decorativo.

 In genere, si tratta di composizioni ottenute con materiale d'uso quotidiano ma abbastanza costoso: perle di bigiotteria, nastri di raso, canutiglia (fili dorati), portasemi di faggio, pignette, ecc. Inoltre, l'utilizzo di spezie come cannellachiodi di garofano e fiori di anice dà un profumo caratteristico alla composizione.

File:Composizione di biedermeier.jpgBiedermeier Design


Le composizioni floreali sono un esempio significativo dello stile, così come le facciate severe di alcune città europee (una per tutte, Vienna) o le famose sedie in legno curvato e paglia di Vienna di Thonet
La pittura si pose a metà strada tra gusto classico e gusto romantico.


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In musica e letteratura possiamo considerare esemplificative del periodo le prime composizioni di Hummel, Dussek, Cramer e Steibelt, le opere letterarie di Annette von Droste-Hülshoff o di Adelbert von Chamisso, e le opere teatrali dell'austriaco Franz Grillparzer.

mercoledì 9 maggio 2012

Gothian. Capitolo 54. Il Conte Fenrik sposa la Regina degli Alfar


        
La rocca di Alfarian era caduta in mano agli Albini di Gothian senza opporre alcuna resistenza, a causa del tradimento di Ser Gahel, capitano delle guardie, amante della regina Alyx e spia del Conte Fenrik.
         Il Conte in persona si era insediato da padrone nella reggia e aveva subito convocato la regina degli Alfar al suo cospetto.
Quando l'aveva visto, Alyx si era meravigliata. Si era aspettata un orribile vecchio e si era invece trovata di fronte ad un uomo giovane, per quanto albino, e con un fascino che lo rendeva persino attraente.
Ma dietro doveva esserci una spiegazione legata alla sua natura di vampiro.
E' il sangue che ha bevuto... lo ha fatto ringiovanire! 
Il Conte le aveva concesso di sedersi al suo fianco, segno di grande onore, e aveva ordinato ad una ancella di portare da bere.
«Scusate se non mi unisco a voi, Maestà, ma io non bevo… vino»
Quella pausa tra le due ultime parole aveva tolto i residui dubbi circa la natura di Lord Fenrik.
La regina però non ne aveva paura.



«Parlate pure liberamente, Lord Fenrik. Non ho intenzione di oppormi ai vostri disegni»
Il Conte parve compiaciuto:
«Mi compiaccio per la vostra ragionevolezzaLady Alyx. Del resto il mio esercito ha interamente conquistato il Regno degli Alfar. Io stesso ho guidato i miei Albini in battaglia contro re Kerelik, e l'ho affrontato in duello. Potete mettere da parte le richieste di annullamento del matrimonio: ora siete vedova»
Alyx accolse la notizia con sguardo complice:
«Io vedova, e voi divorziato... se le voci su Lady Marigold sono vere...»
Il Conte si era fissato le unghie per un po' prima di rispondere:
«Ha commesso un errore e lo pagherà caro. Ma almeno ora anch'io posso risposarmi»
Alyx aveva capito subitdove Fenrik voleva andare a parare. 
In quanto a cinismo sembravano fatti l'uno per l'altra.
Senza dire nulla si era tolta il mantello e si era avvicinata a lui con le mani tese in segno di sottomissione.



Il Conte non era uomo di grandi passioni, e anche se era nota la sua predilezione per le bionde donne Alfar, sapeva distinguere tra un tentativo di seduzione ed un contratto di matrimonio.
«Accetto la vostra sottomissione, Lady Alix, e vi propongo un accordo»
La regina aveva sorriso. 
I vampiri conoscono un solo tipo di accordo.
Desiderava l'eterna giovinezza e non aveva più nulla da perdere. 
«Lady Alyx, vi offro il dono della vita eterna su questa terra. In cambio voi dovrete sposarmi e riconoscermi come legittimo sovrano»
C'era un'unico punto su cui Alyx doveva contrattare:
«Che ne sarà dei miei figli?»
Il Conte parve ricordarsi solo in quel momento che Alyx aveva tre figli.
«Farò loro un'offerta che non si può rifiutare» 
La regina conosceva i suoi figli. L'unica che avrebbe potuto creare dei problemi era Alienor, che per fortuna si trovava a sud.
Alyx aveva annuito e poi aveva scoperto il collo pallido, offrendolo al morso del vampiro.
Fenrik, senza alcuna esitazione, l'aveva addentata in modo così violento e profondo che l'emorragia l'aveva portata rapidamente ai confini della morte.
Il Conte aveva poi sollevato la bocca dal fiero pasto e mentre la teneva tra le braccia, aveva recitato una formula solenne:
 «Io sono la resurrezione e la vita. Chi crede in me, anche se morto, vivrà. Chi vive e crede in me non morirà in eterno»



Con un coltello si era fatto un piccolo taglio, da cui era gocciolato un sangue nero e gelido, che egli raccolse in una coppa dorata.
Era il suo santo Graal.
«Questo è il calice del mio sangue, per la nuova ed eterna alleanza, versato per voi e per tutti i remissione dei peccati. Prendete e bevetene. Fate questo in memoria di me»
Alyx aveva bevuto senza protestare.
Il Conte allora si lasciò andare alle confidenze:
 «Io sono il Principe dei non-morti, e mio padre è il Signore dei ghiacci, Gothar, detto il Consigliere, perché il supremo Ahriman, Dio del Male, ascolta lui, prima di ogni altro demone.



Che dunque il potere dei ghiacci si unisca a quello del sangue nel donarti l'eterna giovinezza, in nome di Gothar il Consigliere»
Appena la regina aveva deglutito il sangue denso e freddo del Conte, i suoi tessuti organici si erano interamente rigenerati, ed ella aveva ritrovato le forze.
E la giovinezza.
Era come se si fosse destata da un sogno. 
Quel sogno era la mia vita. 
Da quel momento era incominciata la non-morte. 
E le piaceva. 
Il Conte l'aveva aiutata a rimettersi in piedi.
«Ora, mia cara Alyx, dobbiamo formalizzare la nostra alleanza e la nostra unione. Chiamate un notaio e quattro testimoni. Non ci vorrà molto»
Alyx aveva eseguito tutto senza protestare, ma si era presentata con un singolare abito da sposa, indossando come corona un trofeo di caccia di qualche defunto antenato. L' "abito da sposa" non era da meno. In fondo, era pur sempre il suo matrimonio!
 Ed ora sono sua moglie, e ne sono felice! 



Fenrik aveva apprezzato, con un lievissimo, ma inequivocabile sorriso.
L'aveva poi condotta senza preamboli in camera da letto.
Per rendere valido il matrimonio, bisognava consumarlo. 
Fenrik si era rivelato un amante insospettabilmente vigoroso. 
Marigold è stata una sciocca a lasciarlo.
Si rivolse verso il suo sposo.
«Ora che faremo?» gli chiese Alyx mentre lui si rivestiva.
La risposta di Fenrik non si fece attendere:
«Andremo a sud, nella Federazione Keltar. Farò a Marvin Vorkidian un'offerta che si non può rifiutare...»


N.d.A.

Il popolo degli Alfar nasce dalla commistione degli Elfi con i popoli germanici del nord.
Il Conte Fenrik di Gothian è rappresentato da Alucard di Castlevania.
Famosa la battuta di Dracula: "Io non bevo... vino..."
I vampiri di Gothian sono nati dalla trasformazione in non-morti del popolo degli Albini, che gli Alfar avevano esiliato a nord del circolo polare artico. La prima a trasformarsi fu la madre del conte, Herberta von Steinberg, contessa di Gothian, ad opera del demone dei ghiacci, Gothar il Consigliere.
Famosa anche la battuta del Padrino: "Gli faremo un'offerta che non si può rifiutare" nel capolavoro di Francis Ford Coppola.
La frase di Fenrik sul sangue e l'immortalità è una versione modificata e decisamente demoniaca di una frase presente nel Vangelo di Giovanni: "Io sono la resurrezione e la vita. Chi crede in me, anche se morto, vivrà. Chi vive e crede in me non morirà in eterno". Questo noto passaggio è stato spesso ripetuto o riformulato nei contesti più vari, ricordo, per esempio, la serie "x-files".
L'immagine del "sollevare la bocca" è dantesca, si pensi al conte Ugolino che "la bocca sollevò dal fiero pasto".
Ahiriman è il dio del male nello Zoroastrismo (religione persiana antica rivelata dal profeta Zarathustra).
Le immagini femminili sono di Luis Royo.