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giovedì 8 marzo 2012

Gothian. Capitolo 23. Sephir Eclionner, Principe della Corona



L’autunno stava avanzando rapidamente e il livello delle acque paludose a nord del fiume Amnis aumentava di giorno in giorno.
L’aria gelida era carica di pioggia e il vento frastornava i rami spogli degli ontani secolari che circondavano l'insediamento di Terramara.
Si trattava di un antico villaggio di palafitte, costruito in un'ansa del fiume e circondato da boschi selvaggi, in modo da essere quasi inaccessibile, per chi non ne conoscesse già l'ubicazione.
In una di quelle palafitte risiedeva il vecchio Sephir Eclionner, che un tempo era stato il Principe della Corona dell'Impero Lathear e che, dopo la sconfitta e le ferite subite nella battaglia di Elenna sul Dhain, nell'anno della Primavera di Sangue, si era dato alla macchia e alla malvivenza, in quel covo umido e misterioso. 
Erano passati più di diciassette anni, dal giorno in cui aveva deciso di scegliere quel villaggio come sua dimora e centro operativo delle congiure mirate a riconquistare il controllo dell'Impero.
Erano stati anni duri, ma col tempo Sephir aveva ritrovato le forze e la determinazione, tanto che ormai si sentiva pronto alla battaglia decisiva, la rivincita che aveva atteso così a lungo.
C'erano però alcune questioni in sospeso da sistemare.
Attendeva l'arrivo di Vighar di Linthael, detto il Pirata, il migliore degli uomini al suo servizio, oltre che suo parente alla lontana. Lo considerava quasi come un figlio, dato che i figli veri lo avevano profondamente deluso, insieme a tante altre cose, nella sua lunga vita, amara come la terra che lo aveva accolto.
Questo villaggio si chiama Terramara: quale altro nome poteva essere più appropriato?
Quando era arrivato lì per la prima volta, era più morto che vivo. Aveva una gamba gravemente ferita, anche se in via di guarigione. Ma la sua salute era compromessa.
Ero un relitto, eppure negli ultimi diciassette anni ho trasformato questa misera palafitta nell’Ombelico del Mondo!



Eppure certi pensieri molesti del passato continuavano ad ossessionarlo.
Nei suoi sogni riviveva mille e mille volte la Battaglia di Elenna sul Dhain e ogni volta ne usciva distrutto.
Si risvegliava fradicio di sudore e col cuore palpitante.
La Primavera di Sangue... il mio nome legato a quell'epiteto come una maledizione... ma i veri mostri erano altri...
Gli Albini di Gothian.
Gothian!
Quel nome era diventato il suo fardello e la sua ossessione.
Riviveva nella mente ogni dettaglio del duello col Conte Fenrik di Gothian e il dolore terribile quando quel demone di ghiaccio gli aveva conficcato la spada nella gamba.
Ero pronto a morire, ma il Conte vide aleggiare sopra di noi la sagoma terribile di Eclion, mio divino antenato, che gli ordinava di non uccidere la sua progenie. E così il Conte si fermò, e ordinò ai suoi Albini di mettermi in salvo.
Forse Fenrik pensava che così ridotto Sephir non avrebbe fatto più danni.
In verità lo pensavano tutti, e all'inizio i fatti sembrarono dare loro ragione.
Sephir non ricordava molto dei primi giorni dopo la battaglia. Era stato tra la vita e la morte per due settimane, e solo la cura di alcuni druidi del luogo gli aveva permesso di sopravvivere.
Quando aveva ripreso conoscenza, uno dei suoi attendenti gli aveva detto:
 «La guerra è perduta, Altezza. 
Sua Maestà l'Imperatore dà la colpa a voi. Ha sparso la notizia che siete morto, pur sapendo che eravate qui e potevate sopravvivere. Vi ha inviato molti messaggi, tutti con lo stesso ordine: “Se rimani qui, potrai vivere, ma se oserai tornare, perderai anche la gamba buona!”>>
Sephir aveva colto la sfumatura.
Una volta sconfitto, non ero più nessuno, nemmeno per mio padre e per i miei figli!
Ma se credevano che lui fosse un uomo finito, si sbagliavano.
Anche se il suo corpo era stato storpiato e se la sua carriera politica era finita miseramente, la sua determinazione interiore a riprendersi tutto ciò che gli era stato tolto era cresciuta di giorno in giorno, fino a diventare la sua unica ragione di vita.
Per questo aveva raccolto i fedelissimi sopravvissuti alla battaglia e li aveva istruiti su come infiltrarsi nei Servizi Segreti dell’Impero.
Conoscevo molti segreti! In particolare quello dell'incesto di Masrek ed Ellis, e del matrimonio di Masrek con Lilieth Vorkidian.



Lo era venuto a sapere dallo stesso uomo che l'aveva ferito in battaglia e poi lo aveva fatto mettere in salvo.
Il Conte Fenrik mi disse che Masrek si era sposato con l'ultima dei Vorkidian. Ma  Lilieth all'epoca era troppo giovane, una fanciulla spaurita... non era ancora pronta per affrontare Ellis!



Bial l'Eunuco cercava Masrek, che era in pericolo, per questo Sephir Eclionner, detto "lo Sciancato",  aveva organizzato il rapimento di suo figlio e della nuora, e lo aveva commissionato a Vyghar di Lintahel, il Pirata.
Si trattava di un piano molto più complesso rispetto alle apparenze.
Li ho fatti rapire per salvarli, li ho separati per preservare il segreto della loro unione, nell'interesse di loro figlio... li ho tenuti lontani da me per non macchiare la loro reputazione... un giorno capiranno che tutto questo dolore era necessario e tornerà loro utile.
Per sua figlia aveva altri progetti.
La punizione di Ellis Eclionner era solo rimandata. Non le perdonava la morte di sua moglie, la povera principessa Wensy.
L’ha istigata al suicidio… ha fatto questo a sua madre!
 La tragedia era avvenuta dopo la notizia del ritrovamento del falso cadavere di Masrek..
Avevo mandato un messaggero per avvertire Wensy che il corpo non era di nostro figlio, ma lei si era già uccisa. Fuscivarian… che tu sia maledetto! Hai lasciato morire la tua stessa figlia, e corrotto tua nipote!
Questi pensieri pieni di rabbia lo avevano aiutato a rimanere vivo e gli avevano dato le forze per organizzare la sua vendetta.
Ci sono molte congiure, nel grande continente, ma io posso ancora riportare Ellis sulla retta via, e contrastare i Conti di Gothian!



Ormai la resa dei conti era vicina.
L'Eremita arriverà tra poco. Quell'anonimato non è più sicuro per Masrek. E poi c'è la questione di Marvin...
Fin dall’inizio era stato chiaro che potevano sopravvivere tutti solo se avessero vissuto separati, e questo era stato il compito che aveva affidato a Vyghar, il Pirata.
Lo attendeva con ansia da molti giorni.
 Quando finalmente glielo annunciarono, lo fece accogliere con tutti gli onori.
«Quali nuove mi porti, amico mio!» gli chiese dopo averlo invitato a sedersi.
Vyghar lo fissò con i suoi occhi neri e penetranti.
«Buone nuove, Sephir. Finalmente Alienor e Lilieth si sono incontrate. La principessa è una ragazzina viziata, ma Lilieth le insegnerà quello che c'è da sapere, e la inizierà agli Arcani Supremi. La discendente di Aenor deve essere messa di fronte alle sue responsabilità»
Lo Sciancato annuì.
«Confido nella saggezza di Lilieth, ma devo avvertirti che il villaggio di Tupile non è più un rifugio sicuro. Prima o poi Bial lo scoprirà, e se non sarà lui, sarà Kerelik. Occorre che tu le accompagni nel luogo dove meno le cercheranno: nella Contea di Keltar Senia, da Lady Aryellin, la madre di Lilieth»
Il Pirata ne fu sorpreso:
«La Contea si trova sotto la giurisdizione del Duca di Amnisia. E sappiamo che Gallrian ha spie dappertutto: se lo viene a scoprire, Marigold di Gothian ci denuncerà ai Servizi Segreti imperiali!»
Sephir Eclionner scosse il capo:
«Abbiamo alleati insospettabili. Ho già preparato l'itinerario ed i luoghi dove troverete ospitalità. E poi non dovrete rimanere a lungo presso la Contea. E' necessario che Lilieth porti a termine il viaggio che io le feci interrompere diciassette anni fa. Ora è pronta, ed Alienor la seguirà. Te le affido entrambe, sapendo che sono in buone mani. Sarai ampiamente ricompensato, oltre ogni tua aspettativa. Le condurrai a sud fino a Lathena, nella tana del lupo. In questo modo i piani di Marigold e quelli di Ellis saranno sconvolti. Non sarà facile, ma mi fido di te: sei il migliore!»
Vyghar sorrise con aria complice:
«Mi mancheranno le navi!»
Lo Sciancato rise:
«Al contrario: diventerai Pirata di Fiume. Navigherai lungo l'Amnis e le lagune, fino alla Grande Muraglia. Poi seguirai una strada segreta, piena di pericoli, che metteranno alla prova il tuo valore!»
Il Pirata era piacevolmente interessato a questi sviluppi:
«Tempi interessanti, Sephir! Ma dimmi, che ne farai dell'Eremita?»
Il vecchio lo fissò con aria determinata:
«Masrek dovrà mettere da parte i panni dell'Eremita e ritornare ad essere quello per cui è nato: il guerriero vendicatore, che abbatterà il regime di Ellis e di Fuscivarian! »


«Un piano ambizioso!» disse il Pirata «Ma come faremo a sfidare contemporaneamente Ellis Eclionner, Bial l'Eunuco, Sibelius Fuscivarian e Marigold di Gothian?»
Sephir sorrise:
«Con una strategia infallibile ed ovvia: li metteremo gli uni contro gli altri. Finiranno per annientarsi a vicenda, spianando la strada al ritorno di Masrek!»
Vyghar annuì:
«Ho un'ultima domanda, Sephir. Cosa hai in mente per tuo nipote Marvin?»
Lo Sciancato sospirò:
«Marvin non è un guerriero. E' un Profeta. La sua strada sarà opposta alla tua. Andrà verso nord. Dovrà incontrare l'Arcidruido, che lo inizierà agli Arcani Supremi. E poi dovrà diffondere il suo messaggio tra i Keltar, e risvegliare il valore di quel popolo, per quando dovranno affrontare la calata degli Albini del Conte Fenrik, e ricacciarli verso la loro tana, sempre più su, oltre il regno degli Alfar, oltre i ghiacci, su, sempre più su, fino alle desolazioni di Gothian!»