Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
giovedì 18 giugno 2015
Estgot. Capitolo 92. La Missione del Varco di Burg Hohenzollern
Il Consiglio dell'Ordine degli Iniziati agli Arcani Supremi si riunì in seduta straordinaria nella cripta di Sleepy Providence in una piovosa giornata di fine giugno.
Roman Waldemar, Maestro dei Maestri, venne subito al punto:
<<Come era nelle previsioni, ho individuato l'ubicazione di tutti i Varchi per la Nuova Terra ed ho stipulato un Patto con i Signori Atar, Belenos ed Eclion. In base a questo accordo ho ottenuto il potere di aprire e chiudere i Varchi, oltre ad un potenziamento delle mie capacità di autodifesa, di cui vi invito a tenere conto. In cambio ho promesso la mia lealtà, che non significa cieca obbedienza.
Come c'era da aspettarsi, il Signore Gothar ha manifestato personalmente e duramente la sua opposizione, minacciando gravi conseguenze. Si tratta di una minaccia da non sottovalutare.
Siccome il Varco di Estgot conduce a Gothiam, la roccaforte del nostro nemico, la cosa migliore è che, almeno per il momento, rimanga chiuso.
La mia proposta è quella di preparare una prima Missione esplorativa sulla Nuova Terra, che utilizzerà il Varco di Burg Hoenzollern, in Germania, alle propaggini della Selva Nera.
Ho scelto questo luogo perché in corrispondenza di esso, sulla Nuova Terra, sorgerà un identico castello, che verrà chiamato Alfarian e sarà la residenza della famiglia reale degli Alfar, il popolo che sarà scelto da Atar per creare il Regno del Nord.
Il Varco si trova all'interno del castello. La famiglia degli Hohenzollern, gli Imperatori di Germania, lo avevano scoperto, ma non sono mai stati capaci di aprirlo e non hanno mai capito nemmeno cosa fosse. Successivamente anche le SS tentarono invano di aprire quella porta. Non ci fu niente da fare, e allora decisero di nasconderla. E ormai tutti se ne sono dimenticati, compresa la famiglia Hohenzollern, ma noi abbiamo degli agganci, da quelle parti e potremo riuscire ad entrare nel castello e ad arrivare fino al Varco.
Per questa Missione ho deciso di reclutare dei volontari della Guardia di Ferro dell'Ordine degli Iniziati>>
Quest'ultima informazione stupì lady Margaret:
<<La Guardia di Ferro? E' troppo vicina all'Aristocrazia Nera e all'estrema destra!>>
<<Come tutti i reduci della guerra civile in Ucraina, o quantomeno quelli che hanno combattuto per l'Unione Occidentale contro i separatisti della Federazione Orientale. Sono andati bene per la Cancelliera tedesca, il Premier inglese e il Presidente degli Usa, andranno bene anche per noi.
Del resto non importa di che colore siano i gatti, l'importante è che prendano i topi>>
Lady Margaret lo fissò con aria confusa:
<<Quali topi?>>
Waldemar sollevò gli occhi al cielo:
<<Era una metafora>>
L'anziana matriarca non mollò la presa:
<<Non mi fido! Voglio che ci siano anche uomini armati della Falange di Atar!>>
La risposta di Waldemar fu immediata
<<La Falange dovrà presidiare Estgot in mia assenza. Sarò io stesso a guidare la Missione e a tenere sotto controllo la Guardia di Ferro>>
A quel punto intervenne Sidonie:
<<Quello che stai prospettando, se non erro, è un'operazione militare. Mi chiedo se tu sia in grado di gestirla>>
Waldemar si limitò a una precisazione:
<<Ero tenente a Bassora, in Iraq, nel 2005, nella Royal Navy>>
Sidonie sorrise ironicamente:
<<Oh, sì, certo... Britannia rules the waves... Ma hai mai partecipato a un conflitto a fuoco?>>
Waldemar annuì lentamente: <<Purtroppo sì... stavamo presidiando un villaggio sulle rive dello Shatt-al-Arab. Fummo attaccati da dei miliziani jihadisti. Capii subito che volevano prendere degli ostaggi, e non potevo permetterlo. Diedi l'ordine ai cecchini di far fuoco. Inutile dire che fu un massacro per entrambe le parti. Riuscimmo a sopravvivere, ma molti persero un braccio, o un occhio, o rimasero sfigurati. Una granata mi esplose vicino, fui ferito, ma nessuna scheggia penetrò in profondità. All'epoca non sapevo di essere il prodotto di un Programma Genetico, per cui non seppi spiegarmi la facilità con cui le ferite si rimarginarono. Quelle fisiche intendo, perché le altre...>>
Ci fu silenzio.
Intervenne allora Ivan Kaspar, incuriosito:
<<Perché una persona pacifica come te si era arruolata nella Marina Britannica?>>
Waldemar si fece serio, come se stesse cercando di allontanare un ricordo spiacevole:
<<E' una lunga storia. Troppo lunga per essere raccontata qui, in questo momento>>
Sua madre, lady Helena, ricordava fin troppo bene.
Era così giovane. Tutti i guai sono incominciati da lì. Prima o poi dovrà fare i conti anche con quei ricordi.
Waldemar incontrò lo sguardo della madre.
Mi sono lasciato trascinare da ideali che non mi appartenevano e che, come tutti gli ideali astratti, non hanno retto il confronto con la realtà.
Isabel Burke-Roche intervenne:
<<Comunque sia, l'uomo di oggi non è più il ragazzo di ieri>>
Waldemar annuì:
<<L'uomo di oggi ha motivazioni ben più valide e sicuramente meno bellicose. Si tratterà di una esplorazione, niente di più e niente di meno>>
Isabel era preoccupata:
<<Al di là dei Varchi c'è un mondo ignoto, selvaggio e pieno di pericoli. Preferirei che non ti esponessi personalmente a questo rischio, almeno non la prima volta. Avevo promesso di guardarti le spalle, ma se andrai così lontano...>>
<<Non sarà una scampagnata. Occorrerà molta preparazione. Ci vorrà del tempo. prima che di essere pronti. Ma se ci fosse un pericolo grave, l'avrei già percepito. Sei forse a conoscenza di qualcosa che io non ho previsto?>>
Lei rispose quasi con un sussurro:
<<Edwina... potrebbe già essere là. Lei è una Ataris: quale luogo più adatto di Alfarian, non trovi?>>
<<Edwina mi detesta, ma non mi vuole morto, né ferito, né prigioniero, almeno per ora.
Ma adesso è meglio parlare degli aspetti tecnici di questa operazione.
Per prima cosa vi comunico che in mia assenza le funzioni direttive dell'Ordine verranno assunte dal mio vice, il qui presente Ivan Kaspar, che ha promesso di avvalersi della collaborazione dei membri del Consiglio e di sottoporre ad esso ogni decisione.
La spedizione dovrà avvenire tra fine luglio e inizio agosto, nel periodo più caldo. La Nuova Terra ha le stesse dimensioni e la stessa inclinazione della nostra, e il Nord del Continente Centrale ha la stessa dinamica atmosferica dell'Europa Centrale, compresa anche la stessa flora e fauna.
Ora vi parlerò più nel dettaglio di questa Missione>>
mercoledì 17 giugno 2015
Ancien Regime
« Coloro che non hanno conosciuto l'Ancien Régime non potranno mai sapere cos'era la dolcezza della vita » | |
(Talleyrand) |
La locuzione Ancient Régime (in italiano "Antico Regime") derivante dalla lingua francese viene utilizzata inizialmente dai rivoluzionari francesi per designare, con connotazioni peggiorative, il sistema di governo che precedette la Rivoluzione francese del 1789, cioè la monarchia assoluta dei Valois e dei Borbone.
Venne usata per estensione alle altre monarchie europee che mostravano sistemi di governo simili o assimilabili, e venne sostituito successivamente da quello di Nouveau Régime (in Spagna,Régimen Liberal), usato in chiara contrapposizione al precedente.
L'origine del termine
Il termine cominciò a essere usato durante la Rivoluzione francese[1], ma si generalizzò, soprattutto in ambito letterario, grazie a Alexis de Tocqueville, autore del saggio L'Ancien régime et la révolution. Nel testo viene indicato che «la rivoluzione francese ha battezzato ciò che ha abolito» (in francese: «la Révolution française a baptisé ce qu'elle a aboli»). Tocqueville conferì al concetto un vago sapore di contrapposizione fra l'Ancien régime e il periodo medievale, che venne generalmente accettata dalla storiografia del XIX e della prima metà del XX secolo e che è stata ampiamente discussa dagli storici posteriori (e, in particolare, da François Furet)[2].
L'uso del termine nelle discipline economiche e sociali viene attribuito a Ernest Labrousse, celebre studioso dell'Ancien Régime (vedasi il saggio Crise de l'économie française à la veille de la Révolution del 1944) e fu diffuso dalla contemporanea École des annales, con grande accettazione in Italia e in Europa[3].
Il contesto storico
Inizi
Lo storico francese Goubert ha scritto:
« L'antico regime è un magma di cose vecchie di secoli e millenni lasciate tutte in vigore[4]. » |
da qui la difficoltà a periodizzarlo.
La maggioranza degli storici ritiene che il passaggio dal Medioevo all'antico regime non sia segnato da una frattura netta, ma da una lenta evoluzione tra il XIV e il XVII secolo. Si tratta infatti di una transizione lungo vari assi. Economicamente, si potrebbe vedere come la transizione dal feudalesimo al capitalismo [5]; socialmente come una crescente contrapposizione fra l'aristocrazia di corte e una nascente borghesia che non ha ancora accesso alle prerogative e privilegi della classe dominante; politicamente come l'affermazione della monarchia assoluta che difende le prerogative del clero e dell'aristocrazia[6].
Lo sviluppo economico e demografico
Considerata tendenzialmente immobile, la società dell'Ancien Régime subì in realtà alcune profonde trasformazioni nel corso del XVIII secolo. La crescita demografica fu lenta, ma ininterrotta, difatti nel XVIII secolo la popolazione europea crebbe del 66%, passando da 118 a 193 milioni di abitanti. In Italia la crescita fu più o meno in linea con le altre nazioni europee, registrando un incremento del 38%, passando dai circa 13 milioni di abitanti del 1700 ai quasi 18 milioni di fine secolo[senza fonte].
Gli storici e i demografi non sono in grado di dare motivazioni univoche a questo incremento della popolazione. Le ragioni principali vanno cercate nella riduzione della mortalità e da un incremento della natalità, soprattutto a causa della riduzione delle epidemie che avevano flagellato tutto il Medio Evo, delle guerre e delle carestie. Infine s'interruppe il tradizionale andamento ciclico della demografia caratterizzato dal rapporto e dalla dipendenza reciproca fra popolazione e risorse alimentari [7]. Si parla in demografia di un Ancien Régime demografico, caratterizzato per l'appunto da una transizione demografica che contempla nella sua teoria il passaggio dagli alti tassi di nascita e mortalità dell'epoca precedente, a una speranza di vita più lunga e - come già detto - una ridotta mortalità dovuta alla riduzione delle catastrofi che colpivano periodicamente la popolazione.
Era comune, durante l'Ancien Régime, il matrimonio tardivo: ci si sposava sui 24-25 anni. Questo avveniva tipicamente dopo la morte del padre, il quale esercitava la patria potestà per tutta la sua vita su tutti i figli. Il figlio primogenito prendeva il posto di Pater Familias, assicurando a sé stesso e alla sua famiglia la continuità della stabilità economica. Una vita di celibato era l'alternativa a una vita di ristrettezze per secondogeniti e terzogeniti. Si intuisce perché l'aumentare della speranza di vita abbia fortemente influito sulla società verso la fine del periodo. Lo sviluppo economico era reso difficile a causa dei forti vincoli ai quali la coltivazione della terra era sottomessa. Ricordiamo che fino alla Rivoluzione Industriale, la maggior parte della popolazione era contadina e la proprietà della terra era nelle mani della nobiltà o del clero, poteri che esercitavano forti imposte sulla produzione. I feudi in questo periodo non erano ereditari perché il vassallo aveva tutto il potere di concedere e revocare i diritti di utilizzo del feudo a proprio piacimento: questo rendeva difficile la crescita economica delle famiglie contadine. A tal proposito influiva anche la Chiesa, che teneva a "manomorta" i propri territori, e i comuni, che possedevano il resto delle terre coltivabili. Le conseguenze di questa distribuzione delle ricchezza faceva sì che non si potesse disporre liberamente delle proprietà terriere, bloccando di fatto il libero mercato della terra [8]. Solo i mercanti, investendo le ricchezze accumulate nel commercio, riuscirono a poco a poco ad acquistare vaste aree di terreno, soppiantandosi localmente alla nobiltà tradizionale.
Al tempo stesso, su una parte delle terre feudali la comunità contadina godeva di certi diritti, i cosiddetti usi civici, come quelli di pascolo, di spigolatura, di raccolta della legna, ecc. Questi diritti delle comunità erano ben lontani da un regime equilibrato di reciprocità, ma indicavano un'erosione dei privilegi signorili. I contadini non erano più servi della gleba dal Basso Medioevo, il che permetteva loro durante l'Ancien Régime di approfittare nell'eccedenza produttiva delle terre del signore, almeno in Europa Occidentale mentre in Europa Orientale venivano asserviti agli inizi del XVII secolo[9]. I signori feudali, da parte loro, tentavano di recuperare quanto più potevano di questa ricchezza inasprendo i gravami feudali come reazione dalla mancanza di privatizzazione integrale della terra.
La Società
Gli Stati
Una delle caratteristiche principali dell'Ancient Régime è un ordinamento sociale in tre ceti, la cui appartenenza è perfettamente definita praticamente sin dalla nascita, i cosiddetti Stati: clero (Primo Stato), nobiltà (Secondo Stato) e resto del popolo (Terzo Stato). L'aristocrazia era laica, anche se in parte coincideva con il clero: i secondogeniti delle famiglie nobili erano spesso destinati alla carriera ecclesiastica. Aristocrazia e clero erano al di sopra del resto della popolazione, anche se il Terzo Stato era costituito dalla stragrande maggioranza dei cittadini. I diritti delle persone non erano uguali: legalmente gli ecclesiastici e i nobili detenevano una serie di privilegi che erano negati al resto del popolo.
L'interpretazione storiografica della naturalezza della società suddivisa in compartimenti stagni[10] ha dato origine a un dibattito animato fra chi usa il concetto di classe, derivato dal materialismo storico (gruppo vicino alla scuola delle Annales o della rivista Past and Present), e chi da una posizione vicina dal funzionalismo sociologico eantropologico preferisce parlare di una società costituita da ordini. Roland Mousnier identifica l'onore, lo status e il prestigio come marcatori sociali più significativi della ricchezza. Secondo questa prospettiva, la società dell'Ancien Régime era divisa verticalmente secondo dei ranghi sociali, ossia secondo relazioni fra padrone e cliente (maîtres-fidèles) e non orizzontalmente secondo le classi sociali [11].
Il ruolo della borghesia è stato anche oggetto di profonde controversie. In alcuni casi, i ricchi commercianti sono stati l'appoggio principale dei monarchi per rafforzare il loro potere, in un'alleanza benefica per entrambe le parti che ha spinto alla formazione dei mercati nazionali, a scapito della nobiltà e del clero. In altre occasioni e periodi sembra che la monarchia non sia null'altro che una super-struttura che esercita un potere a beneficio degli Stati dominanti, clero e aristocrazia, mentre i borghesi sono messi da parte, anche se tentano di accedere ai poteri della nobiltà facendosi assegnare un titolo. Il "salto" di classe per i borghesi è rappresentato dall'acquisto di terre e il matrimonio ineguale con nobili impoveriti, a volte i titoli nobiliari erano semplicemente dispensati dai monarchi in cambio di risorse finanziarie [6].
Gli Stati si riunivano nell'Assemblea degli Stati Generali e le delibere avvenivano mediante il computo delle votazioni unitarie di ogni singolo Stato. La convocazione degli Stati Generali, i cui poteri decisionali erano nulli, era a completa discrezione del re, tant'è che in Francia, tra il 1614 e il 1789 gli Stati Generali non furono mai convocati. Nel giugno del 1789, il Terzo Stato, parte del clero e della nobiltà formarono l'Assemblea Nazionale Costituente, con l'intento di abbattere l'Ancien régime e redigere una costituzione.
Sistema politico
Lo stesso argomento in dettaglio: Monarchia assoluta. |
Nel Basso Medioevo, per aumentare il proprio potere, i comuni appoggiavano i sovrani contro i nobili feudali, portando a uno scambio: i Signori, riconoscendo l'imperatore e pagandogliimposte, vennero legittimati e riconosciuti come autorità da sudditi e principi. Questo cambiamento fu reso possibile grazie all'incapacità dei sovrani tedeschi di mantenere l'ordine nell'Italia del nord, per esempio, e grazie alla poca difficoltà che i Signori incontravano per essere riconosciuti come autorità legittima. Durante il Trecento le borghesie cittadine con complesse manovre economiche, tendevano a procurarsi il controllo di territori sempre più vasti attorno alla città per imporre il proprio monopolio economico e anche allo scopo di eliminare, anche con la forza, le signorie minori. "Dalla piccola signoria, cioè, si passa al principato, che è uno stato regionale in cui i poteri sono saldamente concentrati nelle mani di un principe, il quale, come i monarchi europei, è riuscito a limitare i poteri della vecchia nobiltà e delle gerarchie ecclesiastiche". [12]
Da parte sua, il sovrano restringeva il potere dei rappresentanti delle Signorie, che fossero borghesi, patrizi o signori. Essi non erano quasi mai convocati a corte e, quando questo succedeva, non avevano mai la decisione finale. Nel caso della corte di Castilla, i rappresentati delle signorie erano convocati solo per approvare gli imposti. Il modello viene rotto solo nel caso in cui le istituzioni rappresentative ottengono un ruolo maggiore, come nel caso del Parlamento inglese nel XVII secolo o degli Stati Generali in Francia nel 1789.
Il re stringeva fra le sue mani tutti i poteri (esecutivo, legislativo e giudiziario), anche se nella pratica doveva far uso di un'enorme struttura burocratica e di rappresentati o segretari che svolgevono le mansioni di governo in sua vece. Le monarchie assolute al potere nel Medioevo si basavano su un esercito di mercenari contrattato dal sovrano, anche se in caso di guerra venivano reclutati forzatamente civili nel popolino per rinfoltire i ranghi e difendere il paese. A partire dal XVII secolo s'instaurarono monarchie di tipo assoluto [6]. Questo tipo di governo venne giustificato da un'attribuzione divina, senza che il re dovesse il suo potere ad alcun intermediario. Il re doveva dare conto delle sue azioni unicamente davanti a Dio, rendendo il suo regno di diritto divino. L'esempio migliore di monarchia assoluta di diritto divino fu quello della Francia del Re Sole, che trovò il suo miglior teorico in Bossuet [13].
Le leggi erano promulgate dal sovrano ed erano l'espressione della sua volontà personale, anche se egli doveva tenere in conto i costumi e gli usi del regno, ma questi "usi e costumi" erano vaghi e spesso contraddittori. I sudditi non avevano quindi nessun diritto garantito o difendibile davanti allo Stato, che non aveva fra le sue funzioni quella di garantire i diritti dei cittadini, come si avrà più tardi nello Stato di Diritto. Vi era però una diffusa constellazione di diritti e privilegi, differenti a seconda della condizione individuale, familiare corporativa o territoriale di ciascuno. Vi si aggiungevano anche una serie di doveri verso il re, la cui capacità nell'imporli o esigerli era più ampia in teoria che in pratica.
La libertà degli individui era costantemente minacciata dalla polizia, che poteva arrestare chiunque dietro un semplice ordine del re espresso attraverso la lettre de cachet. La ragione della detenzione non veniva specificata, solamente che "tale era la volontà del re" (car tel est mon bon plaisir). La censura era anche onnipresente, basicamente esercitata dall'autorità ecclesiastica[14]; non esisteva infatti durante l'Ancien Régime la libertà di culto: si applicava il principio del cuius regio eius religio (seguire la stessa religione dell'autorità locale, il re nel caso della Francia) della Dieta di Augusta.
La struttura della famiglia
La differenza fra la società di Ancien Régime e la realtà contemporanea si rimarcano anche nella composizione della famiglia. Nell'epoca pre-industriale si tende a un modello familiare esteso o allargato, in cui convivono tre generazioni (nonni, genitori e figli) insieme con altri parenti e a un numero variabile di domestici e garzoni; dopo la Rivoluzione Industriale la società cambia e si avrà, almeno tendenzialmente, una famiglia nucleare o coniugale, formata dai soli genitori e i figli[senza fonte].
L'ambiente
I cambiamenti ambientali ebbero un forte peso sulla transizione dall'Ancien Régime. Anche se è difficile valutarne l'impatto, lo sviluppo demografico, il miglioramento delle condizioni ambientali, igieniche, climatiche, ecc. parteciparono a modificare la società, anche se è complesso fornire valutazioni accurate e generalizzate.
Le malattie endemiche
Grandi epidemie, come quelle di peste cominciarono a sparire dal panorama europeo nel Settecento, anche se Marsiglia fu ancora colpita nel 1720-23 e Messina nel 1743. Alcuni attribuiscono questa scomparsa al prevalere del topo marrone (Rattus norvegicus) sul ratto nero (Rattus rattus) portatore della pulce che trasmette la peste all'uomo [15]. Inoltre migliorò la capacità a isolare i focolai epidemici, come avvenne per esempio col "cordone sanitario" durissimo dell'epidemia di Messina del 1743. Un impatto lo ebbe sicuramente anche la costruzione di case in pietra al posto di quelle in legno; una tendenza iniziatasi a Londra dopo il grande incendio. Questo costringeva i topi a uscire dai nascondigli e la luce, così come le condizioni di vita mutate, uccise la maggior parte delle pulci portatrici del morbo. Il miglioramento del regime nutrizionale dell'uomo contribuì ad aumentare la resistenza alle epidemie e a debellarle [16].
Nello stesso periodo, mentre la peste declinava, il vaiolo ebbe il primato di pericolosità, né si attenuarono le altre tradizionali malattie endemiche come il tifo, la dissenteria, e le varie forme influenzali. La maggiore organizzazione ospedaliera non ridusse la mortalità, probabilmente anzi la accrebbe, poiché i luoghi di cura accentuavano le probabilità d'infezione e contagio. L'inoculazione antivaiolosa, a cui si ricorreva nel Settecento, fu spesso letale e, fino alla scoperta di Edward Jenner sull'efficacia della vaccinazione effettuata con i germi del vaiolo vaccino (1796), l'unico rimedio sicuro fu il controllo del contagio.
Lo sviluppo delle città
Lo sviluppo demografico delle città fu una delle caratteristiche principali del periodo: Parigi, Londra, Madrid, Napoli, Istanbul, Venezia, Milano e Roma superano tutte i centomila abitanti. L'unione in uno stesso luogo, la città, di una così grande quantità di lavoratori contribuì ad accelerare la transizione dal feudalesimo al capitalismo [17]; ad esempio, il ruolo di Londra nella creazione di un mercato nazionale, come quello di Parigi, fu fondamentale. Durante l'epoca preindustriale rimase comunque preponderante l'impiego della popolazione nelle attività agricole, le quali hanno una produttività e un rendimento molto basso . Le tecnologie impiegate in agricoltura ebbero un'evoluzione molto lenta, condannando la popolazione dei campi a una dipendenza dai cicli stagionali e a periodiche crisi alimentari, in particolare nei mesi precedenti il raccolto, quando il grano era al massimo del prezzo [18]. Non è per caso che queste congiunture generarono movimenti di scontento e rivolte contadine[19], come il Crudele giovedì grasso nel 1511. La scarsità di risorse e l'amplificazione delle rivolte, sia in campagna sia in città, portarono in alcuni casi ripercussioni politiche, come la stessa Rivoluzione francese nel 1789.
La fine dell'Ancien Régime in Francia
La monarchia assoluta fu deposta in seguito alla rivoluzione francese. Dapprima venne istituita una monarchia costituzionale: il potere legislativo veniva dato a un Parlamento (che era stato richiesto dal terzo Stato il 20 giugno 1789 tramite il Giuramento della Sala della Pallacorda), il potere esecutivo veniva affidato ai ministri nominati dal re e il potere giudiziario ai magistrati eletti dal popolo.
La Costituzione fu redatta dall'Assemblea legislativa voluta dallo stesso re Luigi XVI: la nobiltà e il clero avrebbero dovuto lavorare insieme con il Terzo Stato. Con il passaggio alla repubblica venne preparata un'altra costituzione, e un'altra ancora venne scritta sotto l'influsso della ricca borghesia nel 1795: il potere legislativo veniva affidato a due camere, il Consiglio degli Anziani e il Consiglio dei Cinquecento, il potere esecutivo al Direttorio: la rivoluzione che nasceva come movimento popolare era finita con la vittoria della borghesia.
Lo storico statunitense Arno Mayer parla invece di una "persistenza dell'Ancien Régime". Egli stima infatti che il XIX secolo e la prima metà del XX secolo siano stati di fatto una continuità dell'Ancien Régime; gli indizi di questa continuità sarebbero da cercare sia nell'ordinamento politico sia nel campo dell'economia.[20] Il terzo Stato, diventato piccola borghesia e proletariato nel corso del XIX secolo, rimase disorganizzato e sotto il giogo dell'aristocrazia reazionaria fino al termine della Seconda guerra mondiale, quando l'ordine sociale fu fortemente modificato dalle conseguenze della guerra.
Note
- ^ La prima utilizzazione della locuzione ancien régime si trova in una brochure d'origine nobiliare e in alcuni cahiers di parroci risalenti al 1788. Il termine fu ripreso in una lettera di Mirabeau indirizzata al re nel 1790. (cfr. P. Goubert, L'Ancien Régime, t. I, Parigi 1969, pp. 14-16)
- ^ François Furet scrisse numerosi saggi dedicati a tale tema, da La Révolution française, in collaborazione con Denis Richet (Fayard, Paris, 1965), fino a un Dictionnaire critique de la Révolution Française (Flammarion, Paris, 1988).
- ^ L'espressione ancien régime è divenuta oggi, a livello popolare, sinonimo di società tradizionale, pre-industriale, anteriore cioè a tutti i fenomeni di modernizzazione economica e politica, determinati dalla rivoluzione industriale e dalla rivoluzione francese. Dal momento che tale modernizzazione ebbe tempi assai lunghi, numerose sopravvivenze dell'ancien régime (nelle strutture produttive come nei modi di vita e nelle mentalità) hanno accompagnato questa lunga transizione ben dentro il secolo XIX e anche oltre.
- ^ Pierre Goubert, L'ancien règime, Jaca Book [1973], 1999.
- ^ (ES) Rodney Hilton (a cura di), La transición del feudalismo al capitalismo, Barcellona, 1976, ISBN 84-7423-017-9.
- ^ a b c Perry Anderson, Lo Stato assoluto. Origini e sviluppo delle monarchie assolute europee, Il Saggiatore [1976], 2014, ISBN 88-428-1935-2.
- ^ Thomas Robert Malthus, Saggio sul principio di popolazione, 1798.
- ^ Karl Polanyi, La grande trasformazione, Torino, Einaudi [1944], 1974.
- ^ La servitù della gleba cominciò ad affermarsi nel 1601, quando lo zar Boris Godunov limitò la libertà di movimento dei contadini, con Pietro il Grande che nel 1723 fece una normativa legale della servitù della gleba.
- ^ I ceti sociali non erano del tutto "impermeabili", anche se strettamente divisi: era possibile entrare nel clero per ordinazione o acquisire un titolo nobiliare per concessione del titolo da parte del sovrano o del capo dello stato.
- ^ Roland Mousnier, Le gerarchie sociali dal 1450, Vita e Pensiero [1969], 1971.
- ^ A. Camera e R. Fabietti, Elementi di storia, Il Medioevo, volume primo, Zanichelli, 1977.
- ^ Bossuet cercò di stabilire ne La Politique tirée de l'Écriture sainte ("La Politica estratta dalle Sante Scritture") un'indissolubile alleanza fra il sovrano e la divinità, base della monarchia assoluta di diritto divino:
(FR)
« Il y a donc quelque chose de religieux dans le respect qu'on rend au prince. Le service de Dieu et le respect pour les rois sont choses unies, et saint Pierre met ensemble ces deux devoirs : craignez Dieu et honorez le roi. »(IT)
« Vi è quindi qualche cosa di religioso nel rispetto dovuto al principe. Il servizio di Dio e il rispetto per i re sono una cosa unica, e San Pietro mette insieme questi due doveri: temete Dio e onorate il re. »(Bossuet, La Politique tirée de l'Écriture sainte) - ^ Il nihil obstat è un'espressione rimasta anche ai nostri giorni.
- ^ (EN) A.B. Appleby, The Disappearance of the Plague: a Continuing Puzzle in Economic History Review, XXXII, nº 2, 1980.
- ^ A.B. Appleby, p.166
- ^ (EN) Jan de Vries, European Urbanization 1500-1800, Londra, Methuen, 1984.
- ^ Per uno studio regionale classico di una regione agricola nel periodo, vedere GARCÍA SANZ, Ángel (1986) Desarrollo y crisis del Antiguo Régimen en Castilla la Vieja: Economía y sociedad en tierras de Segovia de 1500 a 1814, Akal ISBN 8476001274 (in Spagnolo).
- ^ Edward P. Thompson, L'economia morale delle classi popolari inglesi del secolo XVIII, 1979, ISBN 978-88-6463-007-6.
- ^ Arno Mayer, Il potere dell'Ancien Régime fino alla prima guerra mondiale, Roma, Laterza, 1999, ISBN 978-88-420-5764-2.
Bibliografia
- Gian Paolo Romagnani, La società di antico regime (XVI-XVIII secolo). Temi e problemi storiografici, Roma, Carocci, 2010.
Voci correlate
L'Escorial
La reggia dell'Escorial, anche detto monastero di San Lorenzo del Escorial, si trova in Spagna, nella comunità autonoma di Madrid, nel comune di San Lorenzo de El Escorial. Fu fatto costruire da Filippo II come residenza e pantheon dei re di Spagna, fu anche convento e chiesa dal 1563 al 1584. Nel 1984 è stato dichiarato Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO.
Storia
Il complesso monumentale progettato e iniziato nel 1563 da Juan Bautista de Toledo fu poi continuato con poche modifiche e finito nel 1594dall'architetto Juan de Herrera, tanto da essere considerato un esempio di stile manieristico herreriano.
L'enorme costruzione, che si presenta esternamente in forma quadrangolare con quattro torri angolari e una facciata monumentale, è lunga 208 metri e larga 162, è costruita con granito grigio-bruno e coperta di lastre di ardesia blu e conta 2000 stanze, 2600 finestre, più di 1200 porte, 86 scaloni, 16 cortili, 15 chiostri e 88 fontane.
La pianta dell'edificio ha la forma di una graticola in ricordo del supplizio di morte subito da san Lorenzo arso vivo. L'impressione che si ricava è di austera freddezza nonostante la sua grandiosità e rispecchia l'ortodossia cattolica e la grandezza imperiale di Filippo II che ne seguì le fasi della costruzione. Il Re amava riposare in questo luogo e vi volle trascorrere i suoi ultimi giorni fino alla morte, avvenuta nel 1598.
È considerato a ragione un tempio della storia, della cultura e dell'arte dei secoli XVI-XVII, particolarmente felici per la Spagna. A costruzione completata furono chiamati dall'Italia e dalla Spagna gli artisti più accreditati del tempo: Pellegrino Tibaldi, Federico Zuccari, Alonso Sánchez Coello, Leone e Pompeo Leoni, Tiziano, El Greco, Gómez de La Mora, Giovanni Battista Crescenzi, Diego Velázquez, Luca Giordano, Luca Cambiaso, Giovanni Battista Castello, Monegro, Carvajal, Francisco Navarrete, Granello, ed altri.
La struttura
Il monumento si compone di diverse parti:
- Il Palacio de los Austrias, con l'appartamento dell'infanta Isabella Clara Eugenia di Spagna con mobili e arredi d'epoca, originariamente destinato alla moglie di Filippo II morta prima che l'Escorial fosse finito, l'appartamento del re alcune sale.
- I Nuevos Museos, ricchi di dipinti di grandi artisti spagnoli, italiani e fiamminghi, fra gli altri El Greco, Velázquez, Tiziano, Tintoretto, Veronese,Bosch.
- La Basilica, una delle maggiori opere dell'architettura spagnola a pianta quadrata, tre navate e una grandiosa cupola, le volte affrescate da Cambiaso e Giordano, pale d'altare di grandi artisti barocchi e un Crocifisso in marmo bianco di Benvenuto Cellini. La Capilla Mayor è un complesso cinquecentesco di grande ricchezza: l'altare con il tabernacolo a forma di tempio, un retablo in marmo e bronzo (le sculture sono di Pompeo e Leone Leoni), numerosi dipinti e due gruppi in bronzo, capolavori dei Leoni, raffiguranti uno Filippo II in preghiera con la sua famiglia, l'altro Carlo V anche lui in preghiera con la famiglia. La chiesa è Basilica minore[1].
- Le Salas Capitulares, aule per le sedute del Capitolo con soffitti decorati con "grottesche" di artisti genovesi del secolo XVI. Nelle diverse sale ci sono dipinti di grandi artisti: El Greco,Velázquez, Tintoretto, Veronese, Bosch.
- Il Panteón, sotterraneo, preceduto dal Pudridero dove venivano lasciati i cadaveri per 20 o 30 anni prima di essere inumati; comprende il Panteón de los Reyes che contiene i sepolcri dei re di Spagna e delle regine che sono stato madri di re, voluto da Filippo II, iniziato soltanto nel 1617 e terminato nel 1654 sotto Filippo IV, e il Panteón de los Infantes cioè dei principi reali e delle altre regine, iniziato da Isabella II e terminato nel 1888. Vi sono inumati tutti i re di Spagna da Carlo I, eccettuando Filippo V, Ferdinando VI, Giuseppe I Buonapartee Amedeo I di Savoia, sepolti, rispettivamente, a La Granja de San Ildefonso, nella chiesa del Convento de las Salesas Reales di Madrid, all'Hôtel des Invalides di Parigi e nella Basilica di Superga di Torino.
- La Biblioteca fu voluta da Filippo II, che intendeva riunire in questa sala tutto il sapere del tempo. Negli eleganti scaffali dell'italiano G. Frecci trovano posto molti libri di valore, fra cui grandi collezioni di manoscritti greci, ebraici ed arabi (edizioni del Corano miniate del X-XI secolo), manoscritti medievali, incunaboli, cinquecentini, ecc. Vi si trovano i libri di Carlo V e autografi di santa Teresa d'Ávila. Le volte e le pareti della vastissima sala sono riccamente affrescate da Pellegrino Tibaldi.
- La Casita del Principe è un piccolo edificio dalle forme neoclassiche eretto a est del monastero nel 1772 da Juan de Villanueva per il principe e futuro re Carlo IV. La costruzione è immersa nei giardini ed è arredata secondo gli stili Luigi XVI e Impero con mobili, arazzi, lampadari, porcellane e notevoli dipinti di pittori italiani quali i Carracci, Luca Giordano, ilDomenichino, Corrado Giaquinto.
Pochi chilometri più a sud, a sinistra della strada per Ávila, sulla sommità di un colle roccioso, c'è la Silla del Rey (la Sedia del re); un incavo nella roccia in cui Filippo II era solito sedere e osservare dall'alto i lavori della costruzione dell'Escorial. Nelle vicinanze di trova la Casita de Arriba, già piccola residenza e studio del principe Juan Carlos I di Spagna con mobili e arredi in stile impero.
Opere d'arte
- Seguace di Hieronymus Bosch, Incoronazione di spine, 1533 circa
Monastero dell'Escorial
Dintorni
Lo stesso argomento in dettaglio: Valle de los Caídos. |
A 9 chilometri è la Valle de los Caídos (valle dei Caduti) che prende il nome dal grandioso monumento ai caduti della guerra civile spagnola, in una zona solitaria e suggestiva di boschi di pini e di rocce di granito grigio. Il complesso monumentale è costituito da una grandiosa e grande basilica-cripta ad una sola navata con transetto e cupola. È scavata interamente nella roccia e sopra di essa sul costone roccioso s'innalza un'enorme croce di cemento armato alta 150 metri. Dietro alla croce c'è un vasto monastero benedettino di più recente costruzione. L'interno della chiesa, in cui si entra da una porta bronzea scolpita e poi attraverso un gigantesco cancello, è arredato riccamente alle pareti con otto enormi arazzi raffiguranti scene dell'Apocalisse tessuti a Bruxelles, con bronzi, marmi, statue e mosaici moderni; sulla cupola un grandioso mosaico moderno rappresentante Cristo fra angeli, santi, eroi e martiri di Spagna che si muovono verso la gloria divina. Ospita al centro sotto la cupola i sepolcri di Francisco Franco, dittatore capo dello stato dal 1938 al 1975 e di José Antonio Primo de Rivera, fondatore della Falange spagnola sovrastati da due semplici lapidi sepolcrali con il solo nome di ciascuno dei due.
Note
- ^ (DE) Sito GCatholic.org
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