domenica 6 maggio 2012

Lo stile Impero

Lo stile Impero è una corrente del Neoclassicismo che interessò l'architettura, l'arredamento, le arti decorative e le arti visive del XIX secolo. Si sviluppò durante l'età napoleonica, al fine di celebrare l'ascesa al potere di Napoleone Bonaparte e si diffuse in gran parte dell'Europa.





Così come per l'architettura (che riprende le sembianze del tempio romano), anche nell'arredamento prevalgono i temi derivati dal passato. Al gusto dell'equilibrio e delle proporzioni si aggiunsero decorazioni con motivi greci, romani, egiziani ed inoltre colonne, fregi, pilastri.


File:Arc de triomphe du carrousel-paris.jpg

Sopra l'Arco di Trionfo di Napoleone e sotto la Chiesa della Madeleine

File:La Madeleine de París.JPG

Le Chateau de Malmaison, residenza dell'imperatrice Jospehine



Nella pittura, i principali artisti furono Jacques-Louis David e Jean Auguste Dominique Ingres.
David, fin dal suo primo incontro con Napoleone, divenne un suo grande ammiratore e nel 1797 iniziò a preparare degli studi per un suo ritratto commissionatogli. Le opere di David celebrarono i momenti più importanti della carriera politica di Bonaparte: Napoleone al passo del Gran San Bernardo (1800),

File:Jacques-Louis David 007.jpg

 L'incoronazione di Napoleone e Giuseppina (1805-1807) e Napoleone nel suo studio (1812) rivelano toni fortemente propagandistici, esaltando Napoleone come un eroe per la patria (soggetto poi ripreso nella corrente culturale in contrapposizione, il Romanticismo), tanto che, dopo la sconfitta di Napoleone a Waterloo (1815), David fu costretto a rifugiarsi in Svizzera ed in seguito a Bruxelles.
Ingres ebbe anche lui un ruolo fondamentale nell'arte di quegli anni: rispolverò l'arte del ritratto, che, dalla seconda metà del Settecento, divenne di dominio pubblico: tutti i nobili e i cittadini facoltosi infatti, se non possedevano un loro ritratto, venivano considerati "retrogradi", un po' come ai tempi di Luigi XVI. Tra le sue opere più celebri di quel periodo troviamo Napoleone sul trono imperiale e L'apoteosi di Omero.

File:Ingres, Napoleon on his Imperial throne.jpg

Nella scultura è doveroso ricordare il nome di Antonio Canova, ritrattista ufficiale del Bonaparte: suo è il Monumento a Napoleone I, collocato a Milano presso la Pinacoteca di Brera e realizzato tra il 1807 ed il1808. Canova ritrasse pure Paolina Bonaparte, sorella di Napoleone, seminuda, semisdraiata su un triclinio romano, con una mela in mano, nell'allegoria di "Venere vincitrice".




Il vero e proprio stile Impero  si manifesta però negli arredamenti. I suoi ideatori furono gli architetti Charles Percier e Fontaine; il gusto si distingue per le forme geometriche di struttura massiccia, di perfetta simmetria; le decorazioni sono tutte in bronzo.

I
l mobile, quindi, nello stile neo-classico, che raggiunge tutto il suo splendore durante l'impero di Napoleone I, va gradatamente riprendendo la sua individualità. Non si integra più con il resto dell'ambiente ma si cerca soprattutto la simmetria e l'equilibrio delle proporzioni. 



Lo stile Impero terminò con la caduta di Napoleone ed il suo esilio a Sant'Elena (1815)

sabato 5 maggio 2012

Gothian. Capitolo 52. Alienor, Lilieth e il Pirata: riprende il viaggio


Davanti a lei si stagliavano in tutta la loro imponenza e maestà la Grande Muraglia e la Sublime Porta.


Alienor non aveva mai visto niente di simile.
La Grande Muraglia che segnava il confine sud della Federazione Keltar con l'impero Lathear era stata costruita con blocchi di pietra grigia durante l’ultimo secolo della Repubblica dei Lathear, ed era stata portata a termine dal primo Imperatore, Arexatan, che però aveva esteso il dominio imperiale lungo tutta la valle dell’Amnis.


Arexatan diceva: l’Amnis è la mia prima barriera contro i barbari e la Muraglia è la seconda.
Vari manipoli di legionari Lathear sostavano nei pressi.
Sono fedeli a Sephir Eclionner, questa adesso è la sua zona di influenza.
La loro corazza e armatura di metallo era luccicante, il rosso del mantello splendeva così come quello del cimiero sopra l’elmo.
Erano tanti e facevano paura. Portavano numerose armi, tra cui una spada corta, il gladio, e una lunga, l’ense.
Una fila di persone sostava davanti alla porta, aspettando il suo turno per essere ispezionata dalle guardie. Per lo più erano pellegrini diretti a Lathena.
Davanti a tutto questo assembramento c’era una grande piazza affollata da venditori ambulanti e da compratori.
Vyghar e i suoi uomini si erano camuffati da legionari, con tanto di salvacondotto firmato da Sephir Eclionner in persona.
I guardiani presso la Sublime Porta lessero con qualche difficoltà il rotolo:
«Va bene, potete passare, ma sappiate che, oltre un certo limite, l'influenza di Sephir cede di fronte a quella di Elner XI»
Ad Alienor veniva da ridere.
Credete che non lo sappiamo? Che Sephir non ci abbia avvertito?
Non dissero altro, e le fecero passare sotto la volta nera della Sublime Porta.
Alienor provò una strana sensazione, come se avesse varcato nella sua vita l’ennesimo punto di non ritorno.


Buio e freddo come un portale verso le tenebre, eppure andiamo al Sud.
Guardò verso l'altro, e vide la Volta Nera.
Ricordò un poema scritto da Wechtigar I Eclionner poco prima della morte:
"Dormirò sol, nel manto mio regale / quando la vita mia giunta sarà a sera / dormirò sol sotto la Volta Nera / sotto la Volta Nera, giù nell'avello dell'Escorial"
E se morirò lontano dalla mia terra, chi si ricorderà più di me. Almeno ad Alfarian, scavata nel sottosuolo ghiacciato, c’era la cripta, e l’avello…
Perché quei pensieri tristi? Aveva sempre avuto paura di quella cripta, e di quella tomba di granito che avrebbe dovuto ospitare il suo corpo congelato.
Niente di buono è mai venuto fuori dall’usanza di congelare i cadaveri per mantenerli intatti. Secondo alcuni è da quei corpi che sono nati i vampiri.
Ma erano tutte storie che le vecchie nonne raccontavano per insegnare ai bambini ad essere prudenti e a non fidarsi degli sconosciuti.
In fondo alla volta si vedeva la luce.
Man mano che si avvicinavano, al buio si sostituì un chiarore limpido, candido, come non avevano mai visto.
Varcata la Sublime Porta, a Sud della Grande Muraglia, la via Orientale proseguiva verso Meridione, in direzione di Tavisia e poi sempre più in giù, fino ad una biforcazione, verso Lathena.


Il clima era leggermente diverso, più asciutto, meno umido.
E il sole brillava più forte, i colori erano più intensi e definiti.
Arrivarono alla fine della volta ed uscirono dalla porta interna delle mira, che era meno fastosa.
Ciò che le colpì fu la razionalità con cui il paesaggio era stato modificato dall’uomo.
Campi coltivati ovunque, fattorie, poderi, strade lastricate e pulite, parchi, ville con giardini ben curati, negozi e locande ai lati della via Orientale che si perdeva all’orizzonte.
«Che effetto mi fece la prima volta che vidi questo spettacolo! I Lathear sanno razionalizzare l'utilizzo del territorio. Eppure io preferisco le mie lande selvagge e brumose» disse Lilieth, ed i suoi occhi parevano guardare un altro paesaggio, quello della sua infanzia.



«Anch’io» risposte Alienor «Non cambierei le mie foreste e le mie brughiere per nulla al mondo»
Eppure un giorno le ho maledette...
Si sentiva in colpa per non aver apprezzato quello che aveva avuto in sorte alla nascita. Si era sentita così isolata, così lontana da tutto nella fortezza di Alfarian, tra le montagne del nord. 
E adesso che sto scendendo verso questo meridione assolato e dai colori accesi, mi torna in mente il profumo di resina dei boschi della mia patria.
A distrarla dai suoi pensieri fu Vyghar il Pirata:
«Questa è la civilizzazione!» e indicò la via Orientale, larga e perfettamente lastricata: «Certo, la natura selvaggia è molto romantica, ma terribilmente scomoda. I Lathear non sopravviverebbero mezza giornata nei nostri pantani!»
Era strano vedere Vyghar senza i panni di pirata: doveva viaggiare in incognito e quindi si era dovuto "civilizzare" persino lui.




E la sua "trasformazione" non era finita. Si era portato dietro i panni da nobile Lathear, per riuscire ancora più convincente man mano che si addentravano verso sud.
La prima tappa era prevista presso la cittadina di Tavisia.
Lilieth aveva detto che prima di proseguire verso sud, bisognava fare visita ad un importante Oracolo, una veggente che si trovava alle pendici del Monte Konar, poco distante da lì, e raggiungibile attraverso un canale che partiva dalla darsena di Tavisia.



Un tempo quello era stato il confine naturale tra i Keltar e i Lathear. Lo si sentiva anche dall'inflessione della voce e dai dialetti. Inoltre il clima a sud del Konar era decisamente molto più caldo e secco di quello che vi era a nord.
Alienor non era mai stata tanto a sud in vita sua, e doveva ammettere che quel clima mite era molto dolce.
Ma perché Lilieth vuole che andiamo dall'Oracolo?
La Veggente del Konar era molto rinomata, ma per Alienor sembrava qualcosa di superstizioso fare un pellegrinaggio fin laggù.
Eppure non dovrei meravigliarmi, dopo che la mia vita è rimasta impigliata tra cospirazioni e demoni...
Questi erano i suoi pensieri mentre cavalcava lungo la via Orientale.
Verso sera giunsero a Tavisia.
La cittadina aveva la tipica forma delle città latheariche: quadrata, con vie perpendicolari, una via centrale verticale, la Versa, ed una orizzontale, la Recta, che si incontravano in una Piazza centrale, la Quadra. 




Era circondata da mura in mattoni, e pattugliata da un manipolo di soldati fedeli all’eunuco Bial, che risiedeva a poche miglia di distanza, nella Vedetta Lathearica.
La cittadina era pulita e ordinata: c’erano acquedotti, fontane, strade di pietra, edifici in mattoni, statue, ginnasi, terme, persino un piccolo anfiteatro.
Alienor era meravigliata.
«Non immaginavo che i Lathear fossero così sviluppati» 
Lilieth sorrise: 
«Lo erano già ai tempi della Repubblica, quando questa città fu fondata,  proprio un anno prima del colpo di stato con cui Arexatan Eclionner,  dopo aver conquistato il Regno dei Keltar, si proclamò Imperatore dei Lathear»
La principessa sorrise amaramente:
«Già… sempre qui ritorniamo, qualunque discorso si faccia… sempre agli Eclionner» non c’era ironia nelle parole di Alienor, ma solo tristezza, per il fatto che la dinastia imperiale le aveva rovinato l’esistenza.
«E’ il tuo destino, Alienor. La storia degli Eclionner è strettamente legata a quella che sarà la tua storia, anche se ancora non sappiamo quale sarà esattamente il tuo ruolo in questa missione, ed è per questo che ci dobbiamo recare dall'Oracolo»
La principessa degli Alfar non nutriva molta fiducia in quelle profezie:
«Lilieth, io ancora non credo agli oracoli. Forse è vero quello che dici a proposito di un mio ruolo riguardo agli Eclionner, ma per il resto io alle veggenti proprio non ci credo!»
Lilieth scrollò le spalle:
«Cambierai presto idea! Domattina ci recheremo subito alla darsena e ci faremo traghettare lungo il fiume Tavis fino al Monte Konar, dove troveremo l’antro della Veggente. Lei ti dirà qual è il tuo ruolo in questa missione e ti spiegherà cosa ti riserva il futuro»


N.d.A.

La Sublime Porta si trova ad Istanbul. Fu costruita nel periodo dell'impero ottomano e per metonimia stava ad indicare il governo turco fino al 1918.
La muraglia cinese si addice al celeste impero dei Lathear e alla sua egemonia sul Contintente centrale, da intendersi anche come Terra di Mezzo o come terra centrale, nel modo con cui i cinesi indicano il loro paese: Zhongguo.
Il fiume Amnis è il Po.
Alienor di Alfarian è intepretata da Jessica Brooks nel ruolo di Ghanima Atreides ne "I figli di Dune" (Children of Dune) di Frank Herbert.
La citazione "Dormirò sol..." è tratta dal Don Carlos di Giuseppe Verdi.
La mappa è ispirata ad una zona ben precisa e cioè le Marche settentrionali (l'antico Ager Gallicus, molto diverso dalle Marche meridionali, al di sotto del fiume Esino, che rappresentavano l'antica regione del Piceno). Tavisia è Tavullia (patria di Valentino Rossi), il Tavis è il Tavollo, Esia è Jesi, il fiume Esia è l'Esino, il monte Konar è il Conero, presso cui sorge Ancona, e a sud-est del quale si trovano le meravigliose spiagge sassose di Sirolo, dove il mare ha lo stesso colore azzurro limpido delle Cinque Terre.
Lilieth Vorkidian è interpretata da Claire Forlani, nel ruolo di Igraine Pendragon in "Camelot".
Vyghar di Linthael è interpretato da Johnny Depp nel ruolo di Jack Sparrow nella serie "Pirati dei caraibi".



venerdì 4 maggio 2012

Lo stile Rococò o "Luigi XV"

Il Rococò è uno stile ornamentale sviluppatosi in Francia nella prima metà del Settecento come evoluzione del tardo-barocco. Si distingue dal Barocco per la luminosità,  il decorativismo estremo, la sfarzosità graziosa e scintillante delle forme, caratterizzate da ondulazioni ramificate in riccioli e lievi arabeschi floreali. 

File:Ottobeuren-basilika.jpg

Caratterizzato da delicatezza, grazia, eleganza, gioiosità e luminosità si poneva in netto contrasto con la pesantezza e i colori più forti adottati dal precedente periodo barocco.
I motivi Rococò cercano di riprodurre il sentimento tipico della vita aristocratica dell'Ancien Regime.



Il termine "rococò" deriva dal francese rocaille, parola usata per indicare un tipo di decorazione eseguita con pietre, rocce e conchiglie, utilizzate come abbellimento di padiglioni da giardino e grotte. Il rococò nasce in Francia nel secondo ventennio del XVIII secolo, sotto il regno di Luigi XV.
Rococò sembra essere una combinazione della parola francese rocaille (conchiglia, guscio) e della parola italiana barocco. Siccome questo stile ama le curve naturali come quelle presenti nelle conchiglie e si specializza nelle arti decorative, alcuni critici tendevano erroneamente a ritenerlo frivolo e legato alla moda. Il termine rococò fu accettato anche dagli storici dell'arte dalla metà del XIX secolo e sebbene ci siano ancora pretestuose discussioni riguardo al significato storico di questo stile, il rococò è ora largamente considerato come un importante periodo di sviluppo per l'arte europea


Lo stile rococò francese fu inizialmente utilizzato nelle arti decorative e per il design degli interni. La successione di Luigi XV di Francia portò un cambiamento tra gli artisti di corte e in generale nella moda del tempo. Verso la fine del precedente regno, i ricchi motivi tipici del barocco stavano dando già spazio ad elementi più leggeri, con più curve e motivi più naturali. Questi elementi erano già evidenti e riscontrabili, ad esempio, nei progetti architettonici di Nicolas Pineau.


 Durante il regno di Luigi XV la vita di corte si allontanò dal palazzo di Versailles portando il cambiamento artistico nel palazzo reale e poi permettendo il suo diffondersi in tutta l'alta società francese. La delicatezza e la gioia dei motivi rococò sono stati spesso visti come reazione agli eccessi presenti nel regime di Luigi XIVNelle decorazioni d'interni, il rococò sopprime le divisioni architettoniche di architravefregi e cornice, per il pittoresco, il curioso e il capriccioso, realizzato in materiali plastici come il legno scolpito e lo stucco



Il Castello di Sanssouci a Potsdam (Berlino) è un esempio dell'architettura rococò in Europa. In questo contesto continentale, dove il rococò è completamente sotto controllo, le sculture sono espresse sotto forma di ornamenti floreali, linee interrotte e scene fantastiche.
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Pareti, soffitti, mobili e oggetti di metallo e porcellana si fondono in un insieme omogeneo. Le tinte del rococò sono di color pastello molto più leggere dei colori del barocco.
Il Rococò si manifesta anche nei mobili: i famosi comò e tavolini "Luigi XV"






Il 1730 rappresentò il periodo di maggior vitalità e sviluppo del Rococò in Francia. Lo stile si sviluppò bene oltre l'architettura e investì anche l'arredamento, la scultura e la pittura (tra i lavori più esemplificativi vi sono quelli degli artisti Jean-Antoine Watteau e François Boucher).
Due donne dominarono questo stile: Madame de Pompadour e successivamente la regina Maria Antonietta.

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Un dipinto di Watteau



Anche le famose vedute del Canaletto rientrano nella pittura Rococò



Il Rococò si conlcude definitivamente con la caduta dell'Ancien regime e il trasferimento di Maria Antonietta da Versaille a Parigi, nel palazzo delle Touilleries.



File:Louise Elisabeth Vigée-Lebrun - Marie-Antoinette dit « à la Rose » - Google Art Project.jpg

La morte di Maria Antonietta è considerata la fine convenzionale sia dell'Ancien Regime, sia dello stile Rococò.

giovedì 3 maggio 2012

Gothian. Capitolo 51. La trasformazione di Marvin Vorkidian

Era il momento.
Il Millennio era scaduto da due giorni, ed  i ricordi di re Vorkidex dei Keltar e di Arexatan Eclionner si stavano per risvegliare in Marvin, sotto forma delle Altre Memorie.


Per affrontare al meglio questa prova, Marvin aveva deciso di sottoporsi proprio in quel giorno al rituale di iniziazione druidica.
L'Arcidruido Fingal il Saggio, che lo assisteva era circondato da un gruppo di sacerdoti anziani, e aveva preparato, vicino alla sacra quercia, un giaciglio. 


L'Arcidruido iniziò a recitare la formula introduttiva:
«Io, Fingal figlio di Ossian, per volontà degli angeli Arcidruido dei Keltar, mi trovo qui ora di fronte alla sacra presenza umana. Così come io sono adesso, allo stesso modo un giorno sarai tu. 
Prego alla tua presenza che sia così. 


Liberamente hai scelto di sottoporti a questo rito, ma sappi: una persona ne entra e un'altra ne esce. Dopo questa trasformazione, tu sarai un altro uomo.
Rinunci alla tua vita precedente, per iniziare una nuova vita?»

«Rinuncio!»

«Rinunci ad Ahriman il Malvagio, a tutte le sue opere, tentazioni e seduzioni, origine e causa di ogni male?»

«Rinuncio!»

«Rinunci all'odio, al rancore, al desiderio di vendetta, alla brama di potere, alla menzogna, all'inganno, alla superbia e ad ogni forma di violenza che non sia dettata dalla difesa immediata e ineluttabile della tua stessa vita o di quella altrui?»

«Rinuncio!»

«Chiamo a testimone il supremo Ahura Mazda, Dio del Bene, e tutti gli angeli di ogni ordine e grado, in particolare Belenos, capostipite della tua stirpe, affinché conservino memoria indelebile di questo tuo giuramento. 
Ed ora ti porgo il Graal, che contiene l'Acqua della Vita»



L'Acqua della Vita era una pozione alchemica in grado di risvegliare le potenzialità di chiaroveggenza di coloro che avevano mostrato una particolare acutezza percettiva ed intuitiva.
«Mi aiuterà ad avere premonizioni sul futuro?»
L'Arcidruido annuì:
«Sì, ma sappi che questo è un grave fardello conoscere il futuro sapendo di non poterlo cambiare»
Marvin rifletté attentamente su quelle parole e disse:
«Maestro, è vero che molti, che si ritenevano Profeti, hanno tentato questa rito e hanno fallito?»
Fingal il Saggio confermò:
                                     «Hanno fallito, e sono morti»

Marvin si trovava di fronte a un bivio, ma aveva già compiuto da tempo la sua scelta: «Sono pronto!»


L'Arcidruido allora, nel porgegli il Graal, pronunciò le ultime parole della formula:
«Passato e futuro non esistono se non nel nostro pensiero: non possediamo nulla di più di questo attimo presente, per dedicare noi stessi, senza riserve, alla sacra presenza umana, che condividiamo e preghiamo» 
Gli altri druidi invitarono Marvin a sedersi sul giaciglio, e lo sostennero, mentre Fingal il Saggio gli porgeva il calice.Il giovane bevve un sorso di quella sostanza dal colore azzurro, e la trovò dolce.

E subito cadde in tranceVoci. Immagini. Persone. 
Tra queste si fece largo una donna che portava un diadema da regina.

Igraine photo

«Marvin, sono tua madre. Ti prometto che un giorno, alla fine di tutto, noi ci incontreremo!»
Marvin avrebbe voluto abbracciarla. 
Per tre volte cinse le braccia attorno a lei, e per tre volte l'immagine di dileguò.
Infine cambiò la scena
Vide Belenos, l'Angelo del Sole.


«Ascoltami! Il fuoco riscalda e la luce dà energia e vita. Ma il fuoco può bruciare e la luce accecare, e quello è dominio della Dama Gialla: il tuo destino si incrocerà col suo. 


Evocata dalle parole di Belenos, la figlia di Atar, lady Marigold di Gothian, comparve e lo fissò con i suoi occhi gialli da felino: «Marvin Eclionner! Vuoi vivere in eterno?»

«Non le credere! Quella donna vuole ucciderti!» gridò una voce maschile
Marvin sentiva che quella voce aveva qualcosa di familiare.
Scrutò nel buio e finalmente lo vide, il suo antenato per parte di madre, Vorkidex, ultimo re dei Keltar.


«Marvin! Io, Vorkidex, tuo antenato, esigo udienza! Ascoltami! Il mio dono a te è molteplice: con i miei ricordi avrai le conoscenze di un guerriero! Inoltre, le mie memorie terranno a bada quelle dell'altro tuo antenato, Arexatan il Maldedetto! Lo farò tacere, ma tu dovrai ascoltare me!»
Il flusso dei suoi ricordi che affluivano in Marvin divenne un'ondata travolgente di immagini e di voci.
Interminabili esercizi per apprendere l'uso delle armi: la spada, la lancia, l'arco e le frecce.
Quelle abilità si trasmisero a lui, insieme ai ricordi dell'antenato.
E poi duelli, battaglie, guerre, massacri
Una voce di donna parlò: «Questo è ciò che i tuoi antenati hanno fatto. Consideravano prodezza il sangue, e gloria il non aver pietà. Ricordalo sempre, perché tra loro non ci sono innocenti!»


Riapparve la scena del duello tra re Vorkidex ed Arexaan Eclionner.
Marvin sentiva di essere condannato a rivivere quell'orrore all'infinito.

Dov'è il senso di tutto questo? Dov'è il Graal che avrei dovuto sentire nella mia mente? Qualcuno mi risponda!
La voce di donna che gli aveva parlato divenne un corpo: era una Fata delle acque che si specchiava su una limpida fonte.




La Fata parlò come da lontanissime distanze.
«Il senso di tutto questo, il Graal che ora risiede nella tua memoria, non è un oggetto, ma una missione: tu Marvin Vorkidian Eclionner, devi porre rimedio a tutto il male commesso dai tuoi antenati! E lo farai guidando la rinascita del popolo Keltar ed il suo ruolo fondamentale nella difesa del Continente dalla minaccia che sta per scendere fin qui da Nord, dalle nevi di Gothian. Questo è il tuo destino. Io ti attendo per consegnarti la Spada di Vorkidex. 
                                Mi chiamo Vivien, Fata delle Acque, e mi troverai alle Sorgenti dell'Amnis»





N.d.A.

Marvin Vorkidian è rappresentato come Jon Snow ne "Il trono di spade" di George Martin.
L'arcidruido è rappresentato come re Jaheaerys Targaryen il Conciliatore in "A song of ice and fire".
La seconda immagine rappresenta l'universo mitologico nordico con i suoi vari regni: Asgard, Midgard (la Terra di Mezzo tolkieniana), Alfheim (il regno degli elfi luminosi), Svartalfhaim (il regno degli elfi oscuri), Helhaim (il regno dei morti).
Fingal figlio di Ossian è una sorta di citazione ribaltata, nel senso che nel poema di Macpherson è Ossian ad essere figlio di Fingal.
La formula introduttiva del rito è tratta dal romanzo "La rifondazione di Dune" (Chapterhouse Dune) di Frank Herbert e riguarda il Bene Gesserit.
La formula della rinuncia è simile a quella del battesimo cattolico, anche se applicata ad un credo sincretico che mescola elementi di Zoroastrismo, Druidismo, Zen e altre religioni.
L'intera iniziazione rispecchia quella di Paul Atreides in "Dune", come rappresentata nel film omonimo di David Linch. E' una procedura con cui una sorella Bene Gesserit diventa Reverenda Madre sottoponendosi alla Agonia derivata dall'essenza di spezia, l'acqua della vita. Paul Atreides e suo figlio Leto II sono gli unici maschi sopravvissuti a tale iniziazione. Altri dettagli provengono dall'iniziazione di Murbella, che diventa Reverenda Madre pur essendo una componente delle Matres Onorate, sempre in "Chapterhouse Dune".
Il quadro del Graal è del pittore preraffaellita Dante Gabriel Rossetti.
Il potere delle premonizioni e della chiaroveggenza riprende quello della prescienza che caratterizza la famiglia Atreides e in questo romanzo le famiglie Eclionner e Vorkidian.
Lilieth Vorkidian è interpretata da Claire Forlani nel ruolo di Igraine Pendragon in "Camelot".
Belenos corriponde al dio celtico e solare Belenus.
Re Vorkidex è rappresentato come Edmure Tully in "A game of thrones".
Nella scena del duello sono raffigurati Rhaegar Targaryen e Robert Baratheon de "Le cronache del ghiaccio e del fuoco".
Vivien è ispirata da Viviana, Signora di Avalon e Dama del Lago, così come appare in molti romanzi del ciclo arturiano, in particolare "Le nebbie di Avalon" di Marion Zimmer Bradley, dove l'elemento celtico e druidico ha una notevole importanza.