mercoledì 11 giugno 2014

Giardini e parchi





















Robert Redford & Mia Farrow in Gatsby (1974)
















Palazzo Albergati, colline bolognesi.







Exterior design































I danni del caldo




Quando la tempeatura atmosferica va oltre i 30 gradi centigradi si verificano una serie di conseguenze negative che riguardano sia la salute psicofisica dei singoli individui, sia il corretto funzionamento delle strutture socio-economiche.



Interior design

















La caduta di Mosul: i ribelli islamici creano uno stato fondamentalista tra Siria e Iraq





Su Mosul sventola bandiera nera. Da ieri la seconda città irachena è nelle mani dei miliziani dello «Stato Islamico dell'Iraq e Siria» ovvero della variante di Al Qaida che già controlla Falluja, Ramadi e Samarra.Ma i successi dell'Isis vanno ben oltre il triangolo sunnita e il settentrione iracheno. La formazione guidata dal misterioso Abu Bakri al Baghdadi, oltre a far tremare il governo del premier Nouri Al Maliki e minacciare la stessa capitale irachena, da due anni combatte anche al di là della frontiera siriana. Là, oltre a governare la città di Raqqa, dove un anno fa sequestrò il prete italiano Paolo dell'Oglio, detta legge su vaste zone intorno ad Aleppo e Qamishli. 
Insomma mentre l'America di Obama, la Francia di Francois Hollande, l'Inghilterra di David Cameron e l'Europa di Angela Merkel sognavano di armare i ribelli, deporre Bashar Assad e sottrarre l'Ucraina al «malvagio» Putin, a cavallo tra e Iraq e Siria prendeva liberamente forma il primo bozzolo di Califfato Islamico.


Un Califfato pronto a diventare l'incubo dei cristiani nord iracheni e il nuovo centro d'attrazione per migliaia di apprendisti terroristi islamici con passaporto europeo. Con Osama Bin Laden in vita Al Qaida non era mai arrivata a tanto, ma la scomparsa del padre fondatore di Al Qaida è l'unica giustificazione per le sonnacchiose distrazioni di un Occidente ansioso di rimuovere il ricordo dell'11 settembre e del terrore islamista. A questo panorama di desolante distrazione ben s'allinea un governo italiano indifferente e apatico di fronte alle mosse di quelle milizie al qaidiste che dopo aver preso il controllo dei confini meridionali della Libia, vera cornucopia del business dell'immigrazione, spingono decine di migliaia di disgraziati verso le nostre coste.
Ma il caos libico, il tracollo iracheno e le gesta siriane dell'Isis sono solo alcuni degli scenari su cui si articola l'offensiva jihadista. E neppure i più inquietanti. Soprattutto se paragonati a quanto ribolle nel pentolone afghano pakistano. L'attacco all'aeroporto di Karachi rivendicato domenica dai talebani pakistani del Ttp (Tehreek-i-Taliban) e replicato ieri con un assalto all'Accademia Aeronautica, a poca distanza dalla stazione aeroportuale, sono solo la prima avvisaglia della tragedia che minaccia l'intero sub continente indiano. In Afghanistan, dove tutto è pronto per il ritiro delle truppe americane e dei contingenti Nato, l'Occidente si prepara ad abbandonare al proprio destino un esercito assai meno addestrato e armato di quello iracheno.

Un esercito destinato a sciogliersi come neve al sole davanti alle milizie talebane pronte alla riconquista di Kabul. A quel punto un effetto domino capace di mandar a gambe all'aria anche il traballante stato pakistano sarebbe tutt'altro che improbabile. Le connivenze e le complicità dei servizi segreti deviati di Islamabad, che per decenni hanno garantito protezione a Bin Laden e offerto rifugio e armi ai combattenti di Al Qaida e del Mullah Omar, potrebbero favorire una massiccia tracimazione talebana sul territorio pakistano e trasformare i blitz terroristici in insurrezione generalizzata. 
A quel punto Al Qaida, oltre a controllare due nazioni e un territorio vasto una volta e mezza la Francia, potrebbe puntare alle oltre cento testate atomiche custodite negli arsenali nucleari di Islamabad. E trasformare veramente il ricordo dell'11 settembre in una bazzecola del passato.

Ritratto di signora / Portrait of a Lady











Berthe Morisot "Woman and child on a balcony" 1872.



Sir Lawrence Alma-Tadema "A Greek Woman" 1869.



E’ uno dei dipinti più famosi di Dicksee, realizzato a soli 24 anni ed esposto alla Royal Accademy in posizione centrale. L’immagine mostra un giovane che guarda adorante gli di occhi una fanciulla che suona l’organo. Ella siede rapita e ignara dello sguardo estatico del suo ammiratore. Per lei posa Hilda Spencer, studentessa del Queens College ad Harley Street, dove Dicksee insegna disegno. I mobili della scena e le vetrate sono di ispirazione medievale e sono gli stessi che verranno poi prodotti dalla Morris & co. Negli ultimi tempi il dipinto è stato soggetto di numerose congetture sui significati nascosti che dovrebbe celare. Secondo Kestner, in particolare, la scena vorrebbe simboleggiare un’armonia tra un uomo dominante e una donna oggettivata; a suo parere la contemplazione del giovane è oscurata da un fare autorevole e sottolineata da una fascia d’oro sull’anulare della mano sinistra a simboleggiare una domesticità che vincoli le donne. Al tutto si potrebbe aggiungere la raffigurazione della Madonna col Bambino nella vetrata, che sottolinea il ruolo della moglie e madre devota tipica del patriarcato ottocentesco. Questa lettura del dipinto tuttavia è in netto contrasto con la posa sottomessa del pretendente, che si appoggia sul gomito a contemplare la donna quasi con soggezione, piuttosto che con disprezzo.
 — presso Armonia, Frank Dicksee, 1877, olio su tela, 157,5 x 94 cm, Londra, Tate Gallery .