Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
mercoledì 24 luglio 2013
Il principe George Alexander Louis Mountbatten-Windsor di Cambridge: tutti i perché di questi nomi, cognomi e titoli.
Presentato in mondovisione il giorno dopo la nascita, il principe George di Cambridge non si distinguerebbe da qualsiasi altro neonato se non si notasse, al dito di sua madre Kate, duchessa di Cambridge, che lo tiene in braccio, l'anello di zaffiro e diamanti che era appartenuto alla nonna materna del principino, la compianta lady Diana Spencer di Althorp, Principessa del Galles, prima moglie dell'erede al trono, Carlo.
Ma torniamo al principe George.
La scelta del primo nome era quasi obbligata: re Giorgio VI era il padre amatissimo di Elisabetta II, la bisnonna del principino, che regna sulla Gran Bretagna da 61 anni .
A sua volta Giorgio VI era figlio di Giorgio V, il primo dei Windsor.
Giorgio V aveva cambiato il proprio cognome da Sassonia-Coburgo-Gotha a Windsor, durante la Prima Guerra Mondiale, per evitare di ricordare che la Famiglia Reale Inglese era di origine tedesca.
Il padre di Giorgio V, re Edoardo VII, era infatti nato dal matrimonio della regina Vittoria, ultima degli Hannover, con Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha.
Vittoria di Hannover regnò 64 anni, dal 1837 al 1901.
La dinastia Hannover è quella che ha imposto il nome "George" nell'albero genealogico della famiglia reale inglese.
Gli Hannover, una stirpe tedesca tutt'ora esistente nel suo ramo cadetto (l'attuale principe di Hannover è il marito di Carolina di Monaco) ereditò il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda in quanto il primo dei suoi sovrani, Giorgio I, era figlio dell'elettrice Sofia del Palatinato, a sua volta figlia di Elizabeth Stuart, ultima erede anglicana della dinastia Stuart, che a sua volta aveva ereditato il trono dai cugini Tudor.
Giorgio I di Hannover divenne re d'Inghilterra, Scozia e Irlanda alla morte della regina Anna Stuart, che era cugina di sua madre.
Non sapeva una parola d'inglese, ma questo lo rendeva maggiormente gradito al Parlamento, a cui faceva comodo un sovrano che non si intromettesse troppo nelle questioni politiche, come avevano invece fatto, senza successo, gli Stuart, e prima di loro, con maggiore successo, i Tudor e i Plantageneti.
Suo figlio, re Giorgio II di Hannover sapeva l'inglese un po' meglio, ma aveva un carattere riservato e i suoi tentativi di intromissione nelle questioni politiche furono facilmente tenuti a bada dal Parlamento.
Il successore, re Giorgio III d'Inghilterra, anzi del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda, fu nello stesso tempo il più grande e il più pazzo dei sovrani inglesi della dinastia Hannover.
Il suo regno fu lunghissimo: 1760-1820: sessant'anni, uno di meno rispetto ad Elisabetta II.
Il suo matrimonio con Carlotta di Meclemburgo fu felice: ebbero ben 15 figli.
Tuttavia Giorgio III contrasse una malattia che aveva sia sintomi fisici che mentali, la porfiria, che lo portò gradualmente ad un deterioramento psichico che spinse il Parlamento a farlo dichiarare incapace, nonostante fosse molto amato dal popolo, e a nominare reggente suo figlio, che dopo dieci anni divenne re a sua volta col nome di Giorgio IV.
A differenza del padre, re Giorgio IV ebbe un'unica figlia legittima, che morì giovane prima di lui, pertanto alla sua morte il trono passò al fratello Guglielmo IV, che era vecchio e senza figli legittimi. Per questo motivo fu nominata erede al trono la figlia di suo fratello Edoardo, la già citata regina Vittoria.
E tutto questo spiega solo il primo nome del principe George.
Il secondo nome del principino è Alexander. Questo è dovuto al fatto che, se fosse stata una femmina, l'avrebbero chiamata Alexandra. La cosa può far sorridere, ma ha un senso, perché ci sono precedenti illustri nella Famiglia Reale. La stessa regina Vittoria aveva come primo nome Alexandrina, e i suoi familiari si rivolsero sempre a lei chiamandola Drina.
Ma ci sono altre due donne della dinastia reale che hanno portato e portano il nome Alexandra.
La prima fu Alessandra di Danimarca, moglie di Edoardo VII, che fu per lunghissimo tempo Principessa del Galles e la cui bellezza ed eleganza influenzarono la moda sia nel vestiario che nelle acconciature.
La seconda è la principessa Alessandra di Kent, cugina di Elisabetta II.
Alexandra prese il nome da sua nonna Alexandra di Danimarca, a cui assomigliava molto. Ha sposato lo scozzese Angus Ogilvy, morto qualche anno fa.
Attualmente, la principessa Alessandra di Kent, onorevole lady Ogilvy, ha 76 anni.
Ma veniamo ora al terzo nome del Royal Baby e cioè Louis.
Questo nome è stato scelto per onorare la dinastia Mountbatten, da cui discende il principe Filippo di Edimburgo, marito della regina Elisabetta II Windsor.
Il primo dei Mountbatten fu il grande Lord Louis Mountbatten, Ammiraglio della Flotta ed ultimo Viceré delle Indie.
Louis Mountbatten era lo zio del principe Filippo e gli aveva fatto da padre. Il suo vero cognome però era Battenberg, ma siccome suonava troppo tedesco (e infatti i Battenberg erano tedeschi!) lo aveva inglesizzato in Mountbatten, che suonava piacevolmente simile a Mount Badon, la località dove re Artù aveva sconfitto i Sassoni. Più britannico di così non era possibile!
La madre di Filippo, suocera della regina, era Alice di Battenberg, una donna di gran temperamento, con una biografia molto tormentata, a cui ho dedicato un post qualche tempo fa.
Suo fratello Louis trasmise il cognome Mountbatten al nipote Filippo, che aveva rifiutato il cognome di suo padre Andrea, sempre perché troppo tedesco e forse anche troppo lungo: Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glucksburg che a rigore sarebbe il vero cognome del principe Carlo, del principe William e del principe George.
Quindi il cognome vero non compare, mentre compare quello di Mountbatten, in quanto la regina Elisabetta II Windsor, molti anni fa, aveva emesso una direttiva secondo cui i discendenti dei figli maschi da lei avuti nel matrimonio con Filippo Mountbatten, avrebbero portato il cognome Mountbatten-Windsor a meno che non avessero rinunciato al titolo di Altezza Reale, come i figli del principe Edoardo.
Quando però il principe George andrà a scuola, come suo padre e suo nonno prima di lui, non lo chiameranno Mountbatten-Windsor, che ricorderebbe troppo a tutti il suo status di terzo nella linea di successione al Trono. Lo chiameranno Cambridge, poiché suo padre è il Duca di Cambridge.
Attenzione a non commettere l'errore di chiamare George "Principe di Cambridge", perché quel titolo non esiste.
Il titolo di Cambridge è di natura ducale, non principesca e infatti Kate Middleton non è principessa, pur avendo sposato un principe.
Solo la moglie dell'erede al trono può diventare Principessa del Galles, e questo titolo spetterebbe quindi a Camilla Parker-Bowles, seconda moglie del principe Carlo, l'erede al trono, nonno del principe George.
Camilla è di fatto la Principessa del Galles, ma ha preferito, in segno di rispetto alla memoria di lady Diana, prima moglie di Carlo, utilizzare solo il suo secondo titolo nobiliare e cioè Duchessa di Cornovaglia.
Camilla ha inoltre dichiarato che quando suo marito diventerà re, lei forse rinuncerà al titolo di regina, per quello più discreto di Principessa Consorte.
Inoltre, quando (e se, considerando l'età avanzata e il passato imbarazzante) il principe Carlo diventerà re, allora William diventerà Principe del Galles e Kate finalmente potrà diventare Principessa del Galles.
A questo punto il principe George di Cambridge diventerà George di Galles, e quindi per lui sarà come cambiare cognome, ma si adatterà, perché considerata la longevità dei Windsor, il principe George rimarrà erede al trono per moltissimo tempo, e forse pochi di noi lo vedranno diventare re, ammesso che la monarchia possa resistere per altre tre generazioni!
martedì 23 luglio 2013
Il "principe di Cambridge" che non esiste. Chiarimenti araldici sui titoli del Royal Baby.
In attesa di sapere il nome del figlio del principe William Mountbatten-Windsor, duca di Cambridge e di Kate Middleton, duchessa di Cambridge, vorrei chiarire un punto su cui i giornalisti stanno facendo confusione, tanto per cambiare.
I nobili spesso al posto del cognome usano il titolo nobiliare, per esempio il marchese Luca Cordero di Montezemolo viene chiamato Montezemolo e non Cordero, che sarebbe il vero cognome.
Ciò premesso, arriviamo al punto.
Il Royal Baby non è il Principe di Cambridge. Non esiste alcun Principe di Cambridge, ma solo il Duca e la Duchessa di Cambridge, cioè i genitori del bambino.
E' un principe, questo senz'altro, come tutti i discendenti della regina Elisabetta, esclusi quelli che hanno rinunciato al titolo nobiliare (i figli della principessa Anna e del principe Edoardo).
Cambridge sarà il cognome che il bambino userà quando andrà a scuola, così come Wales (Galles) era il cognome d'uso di suo padre William, prima che gli venisse conferito il titolo di Duca di Cambridge.
Supponiamo che il bimbo venga chiamato George.
Il suo titolo sarebbe "principe George di Cambridge", ma il "di Cambridge" va inteso come cognome, separato dal titolo principesco, che gli spetta in quanto "principe del sangue reale", slegato da ogni riferimento territoriale.
Comunque, la cosa diventerà chiara quando il Duca e la Duchessa decideranno il nome.
I genitori di William, Carlo e Diana, ci misero più di una settimana per mettersi d'accordo (sì sono sufficientemente "vecchio" per ricordarmelo, ahimè).
Un pensiero spontaneo va alla nonna paterna del bambino, che non è Camilla, anche se lui la chiamerà nonna, ma era la compianta lady Diana Spencer di Althorp, Principessa del Galles (in quel caso sì che il titolo principesco era legato al territorio, perché Diana aveva sposato l'erede al trono, mentre William è solo figlio dell'erede al trono, il principe Carlo, Principe di Galles).
Spero di aver chiarito la questione. In ogni caso, per avere un'idea più immediata del tutto, basta dare un'occhiata all'albero genealogico della famiglia reale inglese.
lunedì 22 luglio 2013
Come si chiamerà il Royal Baby? Il nome più probabile del figlio di William e Kate, duchi di Cambridge
Il nome più probabile è George, perché è molto popolare in quanto il padre della regina Elisabetta II, re Giorgio VI, fu un sovrano molto amato, specie per aver guidato, insieme a Churchill, la resistenza del Regno Unito contro il tentativo di invasione da parte di Hitler, durante la Seconda Guerra Mondiale.
Popolare era anche il nonno di Elisabetta, re Giorgio V, che cambiò il cognome della dinastia da Sassonia-Coburgo-Gotha al più inglese Windsor. Qui sotto possiamo vedere l'albero genealogico della famiglia reale inglese.
Altro nome probabile è Philip, in considerazione del legame del principe William con il nonno paterno, Filippo Mountbatten, duca di Edimburgo.
Improbabile è il nome Charles, perché non risulta che William abbia un particolare rapporto di simpatia col padre. Inoltre re Carlo I Stuart fu decapitato e re Carlo II Stuart fu molto impopolare, per cui Charles viene considerato un nome di malaugurio presso la Famiglia Reale ed è inspiegabile il motivo per cui Elisabetta II abbia scelto proprio quel nome per il suo primogenito.
Per la stessa ragione è da escludersi il nome Edward: sappiamo tutti che Edoardo VIII dovette abdicare dopo pochi mesi di regno per poter sposare Wallis Simpson, la duchessa di Windsor.
Peggio ancora il nome Henry, che è quello del fratello di William e soprattutto di Enrico VIII Tudor, le cui intemperanze sono ben note, oltre che alle sue sventurate sei mogli.
Un nome apparentemente beneaugurale potrebbe essere Arthur in riferimento al mitico re Artù, anche se poi, guardando gli alberi genealogici, si vedere che Arthur Tudor, principe di Galles, morì giovane prima del padre Enrico VII e che Arturo Plantageneto, duca di Bretagna ed erede presuntivo di Riccardo I Cuor di Leone, morì per ordine dello zio Giovanni Senzaterra.
Non raccomandabile è il nome James, considerando che Giacomo II Stuart fu detronizzato ed esiliato dalla seconda rivoluzione inglese nel 1688.
Tra i nomi "regali" della tradizione (escluso William) resta Richard, ma anche questo non è di buon augurio in quanto sia Riccardo I Cuor di Leone, sia Riccardo II Plantageneto, sia Riccardo III di York morirono ammazzati.
Un nome frequente, anche se mai usato come ufficiale, è Albert: così si chiamava il capostipite della dinastia, Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha, marito della regina Vittoria di Hannover.
"Bertie" era poi il soprannome di Edoardo VII e di Giorgio VI.
Un altro nome frequente, ma non usato dai sovrani, è David : così era chiamato Edoardo VIII in privato, il che non depone a favore di quel nome. Inoltre potrebbe risultare imbarazzante il pensiero che tale nome possa essere stato scelto per "onorare" David Beckham.
Da tenere in considerazione anche Michael, il nome del padre della duchessa di Cambridge, anche se sarebbe molto singolare che un futuro sovrano prenda il nome non dalla dinastia reale, ma dalla famiglia Middleton.
Circolano anche i nomi Alexander, un po' megalomane per un sovrano, e Louis, ricorrente nella famiglia Mountbatten e in particolare in Lord Louis Mountbatten, zio del principe Filippo. Lord Mountbatten, ammiraglio della flotta britannica e ultimo viceré delle Indie, fu assassinato dai terroristi indipendentisti irlandesi, per cui anche questo nome non è di buon auspicio. Inoltre appartiene molto di più alla tradizione francese e borbonica.
Infine si parla anche del nome Francis, ma sarebbe ridicolo che il re d'Inghilterra si chiamasse Francesco, che voleva dire, in origine, "cittadino della Francia"! Inoltre è un nome che appartiene alla tradizione cattolica, non a quella anglicana.
Insomma, tutto fa presagire che il nome del figlio di William e Kate sarà George.
Legge di successione al trono britannico
Qualunque sia il sesso del nascituro Royal Baby che sta nascendo in queste ore, pronipote della regina Elisabetta II, tramite suo nipote William, duca di Cambridge e sua moglie Kate Middleton, diventerà erede al trono dopo suo padre e suo nonno Carlo, Principe di Galles, come si può evincere dall'albero genealogico.
Che nasca quindi un maschio o una femmina non ha alcuna rilevanza ai fini della successione, essendo stata abolita la Legge Salica, che dava la precedenza ai maschi, nel 2011, su esplicita richiesta della Famiglia Reale.
Il nascituro o la nascitura avrà automaticamente il titolo di principe/principessa e l'appellativo di altezza reale. Come cognome non userà quello dinastico dei Mountbatten-Windsor, ma quello che deriva dal titolo ducale dei genitori, i Duchi di Cambridge.
Non si verificava una compresenza di quattro generazioni di regnanti presenti e futuri dai tempi della regina Vittoria di Hannover, trisavola dell'attuale sovrana.
sabato 20 luglio 2013
La scandalosa vita di lady Edwina Mountbatten, ultima Viceregina delle Indie
Edwina Ashley Mountbatten, Contessa di Burma nacque Edwina Cynthia Annette Ashley nel 1901, la maggiore delle due figlie di Wilfred William Ashley, poi I Barone Mount Temple (della creazione del 1932), che era un deputato conservatore. Fu una delle maggiori ereditiere della propria epoca.
Fu la moglie di Lord Luis Mountbatten di Burma, zio di Philip Mountbatten, marito di Elisabetta II del Regno Unito e fu l'ultima Viceregina delle Indie.
Paternalmente, la Ashley discendeva dai Conti di Shaftesbury che erano stati nobilitati come baroni nel 1661, e classificato come baronetti dal 1622. Era una bisnipote del riformista VII Conte di Shaftesbury attraverso il figlio minore, The Hon. Evelyn Melbourne Ashley (1836–1907) e sua moglie, Sybella Farquhar (m. 1886), una nipote del VI Duca di Beaufort. Da questo ramo cadetto dei pari Ashley-Cooper sarebbe derivata l'eredità della tenuta di Broadlands, e di Classiebawn Castle a Sligo in Irlanda.
La madre della Ashley era Amalia Mary Maud Cassel (1879–1911), figlia del magnate internazionale Sir Ernest Joseph Cassel, amico e finanziatore privato del futuro Re Edoardo VII. Cassel era uno degli uomini più ricchi e potenti d'Europa. Perse la sua amata moglie (Annette Mary Maud Maxwell), per il quale si era convertito dall'ebraismo al cattolicesimo. Perse anche la sua unica figlia, Amalia. Decise di lasciare il grosso della sua enorme fortuna ad Edwina, la maggiore delle sue nipoti.
Dopo che il padre della Ashley si risposò nel 1914 con Molly Forbes-Sempill, ella fu mandata via in un collegio scolastico, prima a The Links a Eastbourne, poi a Alde House nel Suffolk, in nessuna delle quali si dimostrò un'allieva volenterosa. Suo nonno, Sir Ernest, risolse il dilemma domestico, invitandola a vivere con lui e, al fine, di agire come padrona di casa presso la sua residenza di Londra, Brooke House. In seguito, queste altre magioni, Moulton Paddocks e Branksome Dene, sarebbero diventate parte dell'eredità Cassel.
All'epoca del primo incontro di Lord Louis Mountbatten con Edwina nel 1920, ella era un membro di spicco della società londinese. Suo nonno morì nel 1921, lasciandole due milioni di sterline (65.800.000 in sterline di oggi), la sede di campagna Broadlands nell'Hampshire e la sontuosa residenza di Londra, Brooke House, in un'epoca in cui lo stipendio navale del suo futuro marito era £ 610 per anno (20.000 in sterline a oggi)
La Ashley e Mountbatten si sposarono il 18 luglio 1922 nella Chiesa di Santa Margherita a Londra. I parenti di Louis Mountbatten, la famiglia reale britannica, erano tutti presenti. L'allora Principe di Galles, il futuro Re Edoardo VIII funse da testimone dello sposo.
I Mountbatten ebbero due figlie femmine, Patricia (nata il 14 febbraio 1924) e Pamela (nata il 19 aprile 1929).
Lady Mountbatten visse una vita elegante e privilegiata quasi totalmente dedicata alla ricerca del piacere—e infatti, partì per un periodo esteso al mare durante la metà degli anni anni trenta, quando per molti mesi nessuno aveva idea di dove si trovasse. Publishers Weekly sintetizza la biografia di Janet Morgan su Lady Mountbatten: "Edwina Ashley sposò Lord Louis ('Dickie') Mountbatten nel 1922 all'età di 20 anni, poi intraprese due decenni di frivolezza. Non contenta di avere due figlie ben educate e di un 'ragazzo entusiasta' come marito, si rifugiò in amanti e suscitò scandali"
Nel frattempo il marito, Lord Mountbatten, fece carriera nella marina britannica, fino a diventarne l'Ammiraglio Generale.
La Seconda guerra mondiale diede a Lady Mountbatten l'opportunità di focalizzare la propria attenzione su qualcosa che non fosse l'infedeltà coniugale del marito: ella si unì infatti come amministratore alla St. John's Ambulance Brigade; questo ruolo consegnò ad Edwina l'eredità di essere considerata un'eroina di quel periodo, a causa degli sforzi che profuse per lenire il dolore e le sofferenze del popolo del Punjab.
L' esperienza nella regione ed in particolare le sue presunte simpatie laburiste di Lord Mountbatten, indussero il premier Clement Attlee a nominarlo Viceré dell'India dopo la guerra.
Fu così che Edwina divenne Viceregina delle Indie.
Fine prima parte.
Fu così che Edwina divenne Viceregina delle Indie.
Fine prima parte.
giovedì 18 luglio 2013
L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 62. Valyria evoca Atar.
Valyria Eclionner Ataris era agli arresti presso il tempio di Eclion da ormai più di un mese ed aveva impiegato quel tempo per riuscire a carpire i segreti di quel luogo dove si decidevano i destini del mondo.
In particolare aveva percepito l'evento accaduto tre giorni prima, quando la Reggente Ellis e il Sommo Sacerdote Ulume avevano evocato Eclion l'Oscuro, il Signore delle Tenebre.
L'evocazione di un demone prevede un sacrificio di sangue. In genere il sangue di una vergine. Meglio se è la figlia di un nemico o di un traditore.
Lei era nipote di Atar, il Signore del Fuoco, che aveva tradito Eclion e si era schierato dalla parte di Belenos.
Fortunatamente non sono più vergine da molto tempo. Ma questo non mi salverà, quando Eclion chiederà la testa di tutti i traditori.
L'unico motivo per cui non l'avevano già uccisa era il suo valore come ostaggio.
Questa è ormai una guerra tra demoni. Eclion e Gothar da una parte, Atar e Belenos dall'altra. Sicuramente Lilieth provvederà ad evocare Belenos, se non l'ha già fatto. Io non posso tardare oltre. Evocherò Atar adesso!
Come Somma Sacerdotessa di Atar, per quanto di rango segreto, Valyria conosceva alla perfezione il rito per evocare il Signore del Fuoco.
E' notte, nessuno mi disturberà.
Alimentò il fuoco nel camino e si preparò al rituale.
<<Al principio dei tempi, quando Belenos il Luminoso ed Eclion l'Oscuro si fronteggiavano nel giovane universo, il Supremo Aurha Mazda disse: "Poiché la Luce per manifestarsi ha bisogno del Fuoco, allora io creo Atar, il Signore del Fuoco e gli consegno il potere di illuminare e riscaldare". Ma il Supremo Ahriman, invidioso, seguì il consgilio dj Gothar, il Signore dei Ghiacci, che sempre sussurra agli orecchi del Maligno, e disse: "A te, Atar, conferisco il potere di distruggere con l'incendio e di consumare e degradare ogni fonte di energia". E così Atar si trovò a metà strada tra il Bene e il Male e la sua sorte fu di oscillare perennemente tra questi estremi">>
Mentre pronunciava queste parole, Valyria sentì che l'Anello del Fuoco, che finalmente osava portare al dito, si stava riscaldando. Aveva ricevuto l'anello da Anakin, suo fratello, prima che fosse arrestato. A sua volta Anakin l'aveva ricevuto dall'Arcidruido Gwydion che l'aveva ereditato dal precedente Arcidruido, il vecchio Halfgan, a cui l'aveva donato l'Imperatore Marvin in persona.
Ha dato forza a tutti loro: speriamo che faccia lo stesso con me!
Allora se lo tolse e lo pose vicino al focolare.
La fiamma divenne altissima e potente, e il rubino dell'anello risplendette come non mai
<<O Signore Atar, ecco Narya, l'Anello del Fuoco, che riscalda e purifica i cuori. Benedetto sia il Fuoco e la sua Fiamma, possa il suo passaggio purificare il mondo!>>
Un cerchio di fiamme si formò intorno all'Anello ed all'interno incominciò a scorgersi una forma umana stilizzata.
Valyria impose le mani di fronte al fuoco e continuò a recitare la sua preghiera:
<<In ultimo, Atar ha scelto la Luce, e la sua Fiamma ora arde contro il ghiaccio di Gothar e contro la tenebra di Eclion. E proprio qui, nel cuore del tempio di Eclion e della capitale degli Eclionner, Lathena, io Valyria Ataris, figlia di Marigold, figlia di Atar, evoco te, o Signore del Fuoco, affinché giunga in soccorso mio e di tutti gli uomini e le donne di buona volontà. Riscaldaci, Atar, perché la notte è fredda. Illuminaci, perché la notte è oscura, e piena di terrori!>>
La forma umana all'interno del cerchio di fuoco si definì ulteriormente e comparvero due grandi ali, un'armatura dorata ed una spada scintillante.
<<Figlia mia, sono accorso al tuo richiamo. Ancora grande in me è il dolore per la morte di Marigold, tua madre e non mi do pace per il fatto che ella non mi abbia invocato in aiuto, quando Marvin Vorkdian la uccise. Quel giorno mi resi conto che il disegno di Marvin aveva la benedizione del Supremo Ahura Mazda, ed era vano opporglisi. Per questo tornai dal Dio che mi ha creato, e implorai il suo perdono. Per questo cambiai alleanza e mi schierai con Belenos, nell'Alleanza della Luce. Per questo infine, ho scelto di seguire il Sentiero Dorato>>
E indicò con la mano alla sua destra una linea che da lì conduceva in linea retta verso Gothian.
<<Mio Signore, io ti ho seguito in questa scelta e anche mio fratello Anakin, che ora giace nelle segrete della Grande Piramide, prigioniero e divorato dalle febbri. Eclion cerca di farlo passare dalla sua parte. Ellis ha invocato il Signore delle Tenebre, contro l'esercito di Marvin, e minaccia di offrire in sacrificio ad Eclion la vergine Helena Vorkidian. O Atar lo Splendente, tu sei la nostra unica speranza!>>
<<Accendi una candela con la mia fiamma, e con essa poi altre candele. Prolunga e diffondi il loro splendore ed esso donerà a te e a coloro per cui tu preghi un'energia sovrumana, che li salverà>>
Valyria eseguì il rito, recitando la formula:
<<Meglio accendere un piccola fiamma piuttosto che maledire l'oscurità>>
Mentre la candela si illuminava, Valyria sentì ritornarle le forze e il buon umore.
Atar dichiarò:
<<La mia spada terrà separate le forze di Gothar e quelle di Eclion>>
Esaltata dalla potenza del fuoco che si sprigionava in lei, Valyria rivolse ad Atar una domanda che da sempre aveva albergato nel suo cuore:
<<E' possibile risvegliare le memorie di mia madre, nella mia memoria, così come Marvin ha fatto per i suoi antenati?>>
Atar si fece serio:
<<Marvin è il prodotto di millenni di selezione genetica, per usare un termine che era in vigore prima del Grande Cataclisma. Per cinquanta generazioni i matrimoni degli Eclionner e dei Vorkdian sono stati guidati al fine di arrivare al Principe Promesso, Figlio di Cento Re e Profeta dei popoli. Per te è diverso, poiché unisci la mia stirpe con quella elfica della madre di Marigold e quella Lathear di tuo padre Sephir Eclionner. Risvegliare le memorie di Marigold potrebbe essere possibile, ma molto pericoloso. Lei non era "buona", e la sua memoria potrebbe tentare di avere il sopravvento su di te. Per il momento è meglio lasciarla dormire... anche se è certo che prima o poi la sua anima si reincarnerà. Lei stessa lo disse prima di morire: "Prima o poi ritornerò">>
E forse il giorno del ritorno di Marigold non era poi così lontano.
Valyria si inchinò di fronte al suo Signore e , mentre Atar incominciava a dileguarsi.
<<Che il Fuoco Sacro arda perennemente in te, figlia mia>>
Con queste parole Atar lo Splendente prese congedo dalla sua Somma Sacerdotessa.
Dopo molti, moltissimi anni, Valyria sentì la speranza ritornare nel suo cuore.
Cast
Melisandre di Asshain - Valyria Ataris Eclionner
Lena Headey (Cersei Lannister) - Marigold Edwina Ataris von Setinberg, Contessa di Gothian.
lunedì 15 luglio 2013
L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 61. Ellis evoca Eclion.
La Reggente imperiale dei Lathear, Ellis Eclionner, si era nuovamente recata al Tempio di Eclion, davanti alla Grande Piramide, con un pensiero ben preciso.
Senza l'intervento diretto di Eclion, il mio esercito non riuscirà a fermare le cinquanta legioni che Marvin sta guidando contro Lathena.
Ad accoglierla c'era il Sommo Sacerdote Rudo Ulume.
Non è molto felice di vedermi... deve aver indovinato cosa ho in mente...
Mentre attraversava il colonnato centrale, in direzione del Sancta Sanctorum, Ellis espose ad Ulume i suoi progetti.
<<Non possiamo correre il rischio di regalare Lathena a Marvin. E' necessario evocare Eclion, subito, senza perdere altro tempo!>>
Ulume esitò:
<<Ma, venerabile Ellis, è dai tempi di Wechtigar IV che nessuno osa più...>>
Lei lo interruppe:
<<Sicuramente noi abbiamo un motivo ben più valido di quello di Wechtigar IV! O forse devo ricordarvi che nel gioco del trono o si vince o si muore?>>
Il Sommo Sacerdote si limitò a fissarla.
Ellis gli ordinò di aprire il Sancta Sanctorum.
<<Abbiamo ricostruito la statua di Eclion tale e quale era prima dell'incendio>>
Ellis annuì:
<<E' proprio come la ricordavo. Così bella, e così terribile!>>
Un tempo anche lei era stata bellissima e terribile.
Non sarei mai dovuta tornare a Lathena. Marvin mi ha messa alla prova, ed io sono caduta nella trappola. Questa è una guerra tra demoni, ormai. Noi umani possiamo fare ben poco.
Nel frattempo Ulume aveva estratto da uno scrigno l'antichissima copia del Necronomicon.
<<Qui sta scritta l'intera formula di evocazione. Vuoi che inizi a leggerla?>>
Ellis gli tolse il libro di mano:
<<Sono una discendente di Eclion, una Principessa del Sangue! Leggerò io la formula e presiederò alla cerimonia. Tu mi assisterai con la tua esperienza, ma non dovrai interferire, perché gli esorcisti spaventano anche il Principe dei Demoni>>
Ulume annuì, mostrando di condividere quell'osservazione.
A quel punto si fece silenzio.
Ellis consultò l'indice e trovò la pagina. La rappresentazione grafica, da sola, incuteva timore.
Eclion potrebbe rimproverarmi di essere stata troppo indulgente con i suoi nemici.
In quel caso, avrebbe dovuto affrontare la sua ira.
Trovò il punto e incominciò a leggere:
<<In principio erano le Tenebre, e la luce era soltanto la mano sinistra delle Tenebre>>
Un brivido la percorse.
<<Il supremo Ahriman allora generò Eclion come suo primogenito e gli disse: "Ecco, tu sei il Custode delle Tenebre, e all'Oscurità io non pongo limiti. La luce ha limiti, le Tenebre non ne hanno, ma pongono esse stesse il limite alla luce. Per questo io ti do la certezza che l'Oscurità sovrasta tutto, racchiude tutto e sarà alla fine di tutto">>
Mentre pronunciava queste frasi, la statua di Eclion incominciò a cambiare colore, diventando sempre più scura.
<<O Signore Eclion, noi ti invochiamo. O Signore Oscuro, noi ti offriamo carne incorrotta>>
A questo punto Ellis si rese conto che quella frase significava il sacrificio di una vergine.
<<Se ci darai la vittoria, ti offriremo in sacrificio Helena Vorkidian, figlia di Lilieth e discendente di Belenos>>
Ulume sgranò gli occhi:
<<Ma Helena è anche una Eclionner per discendenza paterna!>>
Ellis lo fulminò:
<<Una Eclionner traditrice! Come tutti coloro che hanno voltato le spalle ad Eclion per servire Belenos!>>
A queste parole, la statua divenne ancora più scura.
Ulume fece cenno ad Ellis di continuare a leggere.
La Reggente proseguì:
<<Come la notte porta ristoro alle fatiche del giorno, come la morte porta sollievo al malato sofferente, così l'Oscurità è amica delle anime aristocratiche, che rifuggono la volgarità del giorno, la banalità dei suoi adoratori. Consapevoli questo, noi ti adoriamo, Eclion, con tutte le nostre forze, e ti supplichiamo di aiutarci contro coloro che vogliono imporre al mondo una dittatura della luce, . Per questo, Signore, ascoltaci, e accogli la nostra supplica>>
La statua era divenuta completamente nera.
Ellis ed Ulume caddero in ginocchio.
Lentamente la statua prese vita e si incominciarono a distinguere i tratti del volto.
Era imponente e terribile. Aveva enormi ali nere, braccia possenti e mani artigliate, incrociate sul petto. Indossava un'armatura e un mantello anch'essi neri come tutto il resto. Solo il viso era pallido come quello di un morto. Gli occhi cerchiati di bistro. Il volto quasi tutto coperto dai capelli nerazzurri, dello stesso colore di quelli che aveva Ellis da giovane, prima che ingrigissero e fosse necessaria la tintura.
<<Come osate disturbarmi, voi che mi avete tradito?>>
La voce di Eclion era baritonale ed esprimeva un profondo sdegno.
Ulume si prosternò a terra, terrorizzato.
Ellis sostenne lo sguardo del suo antenato:
<<Mio Signore, io non ti ho tradito. Ho generato un figlio di puro sangue Eclionner, ed ora lui è al tuo servizio. Io non ho mai smesso di essere la tua ancella. Io e mio figlio vendicheremo tutti i torti che ti sono stati fatti. Condanneremo tutti coloro che ti hanno offeso. Ti offriamo la sottomissione di tutte le genti di questa Terra>>
Eclion mantenne la stessa espressione sdegnata e la sua voce divenne ancor più minacciosa:
<<Ellis, tu menti anche a te stessa. Il concepimento di Mordred fu voluto da Marvin per ordine di Belenos, affinché si compisse la Profezia. Il puro sangue Eclionner è stato offerto in sacrificio a Belenos, non a me! Tu hai desiderato solo due cose nella tua vita: potere e piacere. Li hai avuti entrambi, cambiando padrone ogni volta che ti faceva comodo. Non so che farmene di gente come te>>
La Reggente imperiale sapeva che avrebbe dovuto rispondere di tutto questo ad Eclion:
<<Mio Signore, quando Marvin è salito al Trono, fu siglato un Patto. Io mi sono adeguata a quel Patto>>
Eclion sorrise:
<<La furbizia degli Eclionner. Se non mi somigliaste tanto, vi avrei fatti sterminare già da molto tempo. E tu, Ellis, sei stata nel contempo la più furba e la più ribelle di tutti i miei discendenti. Tu mi avevi tradito prima che il Nuovo Patto fosse siglato. Ora che Atar ha tradito il nuovo Patto, sei tornata da me nella speranza che ti rimettessi sul Trono e dimenticassi la tua ribellione, durata più di trent'anni. Pensavi che io non ti vedessi? Che io fossi una leggenda, una cosa remota, come il dio di certe religioni, che non si fa mai vedere? Ah! Io invece esisto, e sono molto attento a tutto quello che succede. Se qualcuno prega, io ascolto. Se qualcuno mi evoca, io, come vedi, appaio. Ma se qualcuno mi tradisce, io non dimentico>>
Ellis capì che le restava un'unica cosa da fare.
Si prosternò a terra come Ulume e disse soltanto:
<<Imploro il tuo perdono.>>
Eclion rimase impassibile per molto tempo.
Poi, lentamente, il suo viso si trasformò, come se ringiovanisse. E le sue dimensioni diminuirono.
Divenne qualcosa di simile ad una forma umana.
<<Ellis, il mio perdono ha un prezzo. Innanzi tutto devi sapere che il Male, una volta evocato, non può più essere richiamato indietro, e sempre finisce per ritorcersi contro coloro che lo hanno scatenato>>
La reggente annuì:
<<L'ho sempre saputo. So che alla fine pagherò personalmente. Ho vissuto molto a lungo, non temo né la morte, né la dannazione, poiché in verità la mia anima ti appartiene. Ma ora dimmi, o Sommo Signore, qual è il tuo prezzo>>
Eclion non poté fare a meno di ammirare il coraggio della sua discendente, tornata nelle sue grazie:
<<Oltre ad Helena Vorkidian, esigo la testa di tutti gli Eclionner che mi hanno tradito. Marvin per primo. E poi Anakin e Valyria, perché sono passati dalla parte di Atar. Ma anche tua nipote Eleanor, perché si è schierata con Marvin. Dovrai accogliere come fosse tua figlia la Divoratrice di Cuori, Daenerys di Gothian. Lei porterà in grembo tuo nipote, il figlio di Mordred. Chiamerai tuo nipote Arexatan II, affinché da lui possa rinascere la Dinastia>>
Ellis si sollevò da terra e, rimanendo in ginocchio annuì:
<<Come tu desideri, mio signore. Ma permettimi un'ultima domanda. Per mio figlio Mordred c'è speranza?>>
Eclion scosse il capo:
<<Per Mordred non ce n'è mai stata, come Arthur II. Si uccideranno a vicenda, per ripristinare l'equilibrio tra Tenebra e Luce, secondo il primo degli Arcani Supremi>>
Il pensiero di perdere un altro figlio, risultò il più grave prezzo da pagare, per Ellis:
<<Quale aiuto ci donerai, mio Signore?>>
Eclion sorrise:
<<Le schiere di demoni che dipendono da me, combatteranno fino alla totale distruzione delle legioni di Marvin. A quel punto tutto sarà compiuto e Faykan Eclionner potrà ripristinare l'autorità della Dinastia. Così è deciso, mia dolce e sventurata Ellis. La prossima volta che ci rivedremo, sarà nel regno degli Inferi!>>
Detto questo, scomparve improvvisamente nel nulla.
Ulume era ancora a terra, sconvolto.
Ellis era sfinita.
Sentiva di aver gettato alle ortiche trent'anni di espiazione, per tornare tra le braccia strangolatrici del Male, e si sentì in trappola.
Ho venduto la mia anima al diavolo, ho tradito mio figlio e mio nipote e tutto per portare Faykan sul trono. Non era così che doveva andare. Ora lo so... sono vissuta troppo a lungo...
domenica 14 luglio 2013
L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 60. Lilieth evoca Belenos.
L'Imperatrice Madre Lilieth Vorkidian aveva passato in rassegna le truppe che suo nipote Arthur II Eclionner, Re dei Keltar, aveva schierato nei dintorni del castello di Gothian, per difenderlo dall'imminente attacco degli Albini di Thule.
Mentre osservava con preoccupazione la poca disciplina dell'esercito dei Keltar, tipica dei discendenti dei Celti, e la totale inesperienza di suo nipote Arthur, si era convinta definitivamente che senza una intercessione da parte del divino Belenos, Signore della Luce, le speranze di vittoria erano ben poche.
Io evocherò Belenos, ma occorrerà anche l'appoggio di Atar, Signore del fuoco. Questo è un compito che spetta ad Eleanor.
La moglie di suo nipote era cresciuta a Gothian insieme a Valyria Eclionner Ataris, la figlia di Marigold, da cui aveva ereditato il rango di Somma Sacerdotessa di Atar, per quanto tale rango fosse stato mantenuto segreto.
Eleanor dovrà essere iniziata agli Arcani Supremi quanto prima. Sarà lei a trattare con Atar.
Prima di rientrare nel castello, Lilieth aveva espresso il suo parere:
<<Sono troppo giovani. Non ho riconosciuto nessun veterano. Del resto, sono passati trent'anni dall'ultima guerra. I tuoi cavalieri sono pieni di presunzione solo per aver partecipato a cacce e tornei, ma non hanno la minima idea di cosa Daemon "Bloodice" ci scaglierà addosso. I fanti sono contadini strappati alle loro terre e alle loro famiglie: non hanno idea del perché la "Pace di Marvin" sia stata infranta, e non hanno alcun addestramento. Occorre motivarli e prepararli a ciò che li aspetta>>
Arthur aveva assunto un'aria offesa:
<<Con tutto il rispetto, venerabile nonna, credo che a tutto questo avreste dovuto pensarci prima, sia voi che mio padre. Se il divino Marvin ha veramente il dono della Profezia, perché non ha previsto per tempo queste necessità? E perché ha portato con sé al sud tutte le sue legioni?>>
Lilieth si era chiesta le stesse cose, ma preferì non ammetterlo:
<<Marvin sa quello che fa! Lo ha sempre dimostrato! Non ha mai perso una battaglia e tantomeno una guerra! Ha lasciato qui alcuni suoi fidati generali, proprio col compito di assisterti nella preparazione delle tue truppe. E se proprio vuoi dare la colpa a qualcuno, sappi che era tua madre Igraine, in quanto reggente, ad avere la responsabilità dell'organizzazione militare! Ora lei se ne sta comodamente a Floriana, a sorseggiare vino rosso, mentre noi siamo qui in prima linea!>>
Igraine aveva temporaneamente riassunto la Reggenza, in cambio dell'appoggio dei clan delle Highlands, che rispondevano solo a lei, ma il ruolo di primo ministro era stato affidato al duca di Amnisia, lord Ywain de Bors, il padre della seconda moglie di Marvin, Alice de Bors d'Alfarian.
Alice aveva lasciato a Gothian, in sua rappresentanza, la madre, la principessa Aurora di Alfarian, duchessa di Amnisia, cugina di Alienor, la regina degli Alfar.
Quelle dannate donne di sangue elfico hanno provocato questa guerra convincendo Atar a sfidare Eclion e Gothar. E adesso tocca a me invocare Belenos e Cernunnos, per salvare la situazione.
Lilieth era una sacerdotessa, iniziata agli Arcani Supremi, ed aveva una lunga esperienza nei rituali sacri, tanto che in molti la consideravano una strega.
Qui a Gothian, dietro le spalle, mi chiamano tutti "la Strega". Dovrebbero baciare la terra dove cammino, perché se non fossi qui io a preoccuparmi per loro, non avrebbero alcuna speranza.
Il rituale che stava per compiere, nell'area del castello consacrata ai Grandi Anziani si preparò ad evocare il più potente dei Signori delle Energie Positive, Belenos lo Splendente, Signore della Luce Solare.
Una domanda che spesso le rivolgevano i non-iniziati era: "Dove si trovano i Grandi Anziani?".
Sarebbe facile dire che i Signori delle Energie Positive sono in cielo ed i Signori delle Energie Negative sono negli inferi. In realtà la loro mente può trasferirsi ovunque, plasmando il proprio supporto materiale tramite lo stesso principio che permette loro di dominare gli elementi.
Quello era forse uno dei più incomprensibili Arcani Supremi, di cui era possibile parlare solo tra iniziati.
Le risposte ai profani erano dunque affidate ad una mitologia allegorica, che molti però accettavano in senso letterale, senza farsi troppi problemi.
E così ai Keltar diciamo: "I Grandi Anziani si trovano nell'Annwyn, insieme ai Sidhe, il popolo fatato, e alle anime dei giusti".
Ma gli Alfar dicevano che i Signori dimoravano ad Asgard, mentre i Lathear parlavano dell'Olimpo e dell'Ade.
Comunque sia, i Grandi Anziani non amano essere disturbati.
Lilieth aveva sperato di non dover mai giungere a quel momento.
Non posso perdere altro tempo. Il rito di evocazione deve cominciare.
Si rivolse all'Arcidruido, la cui presenza era necessaria per l'esecuzione corretta delle procedure.
<<Gwydion, è il momento>>
L'Arcidruido iniziò a mormorare la preghiera di evocazione, davanti ad un bacile di acqua distillata.
Lilieth recitò a sua volta:
<<O Signore Belenos, ascoltaci. O splendente Signore, ascoltaci. O fonte di ogni Luce, ascoltaci>>
Pose le mani sull'acqua e proseguì:
<<Questo Mistero è un rito di sangue e ad officiarlo è Lilieth Vorkidian, principessa del sangue reale dei Pendràgon>>
L'Arcidruido le pose una lama affilata e Lilieth si punse l'indice della mano destra e lasciò cadere sedici gocce sul bacile. Poi Gwydion le fasciò il dito ed ella proseguì:
<<Prima del Grande Cataclisma, l'Uomo conosceva i segreti dell'energia e della luce, ma aveva perduto il timore degli dei. Fu così che i Grandi Anziani, che erano giunti sulla Terra quando ancora l'universo era giovane, erano stati dimenticati. Senza il loro consiglio, l'Uomo si perse e quasi distrusse se stesso. Ma tu o Splendente Belenos, nella tua somma misericordia, hai risparmiato un popolo di giusti e la sua stirpe reale. A noi consegnasti ciò che rimaneva della Terra e ci ammonisti di tornare a seguire i precetti dell'antica saggezza. Così abbiamo fatto, né mai ti abbiamo evocato invano. La tua stirpe regna sulla Terra, ma le forze dell'Ombra la minacciano. E' la nostra ora più disperata. Per questo osiamo dirti: "Ascoltaci, o Signore">>
L'acqua nel bacile incominciò ad illuminarsi spontaneamente e ad emanare un bianco vapore.
Era tempo di pronunciare le Parole Antiche del Sacrificio:
<<Nel giorno in cui fu tradito, Arthur Pendragon sedette per l'ultima volta alla Tavola Rotonda, si rivolse ai suoi fedeli e disse: "Fratelli, il Regno dell'Estate si sta concludendo. Che ne sarà del Re Cervo, quando il Cervo Giovane sarà cresciuto? Il Re Cervo sarà sacrificato, affinché tutti gli altri possano vivere">>
Un brivido la percorse, mentre vedeva le gocce del suo sangue coagularsi in un cerchio rosso, luminoso, al centro del bacile.
<<Con la sua lama d'acciao Ex Caliburno, forgiata con metalli di meteorite, Arthur Pendragon si punse l'indice della mano destra, lo pose sul calice del Santo Graal e disse: "Offro il mio sangue a te, o Splendente Belenos, per la salvezza del mio popolo, la gente di Britannia e Gallia, affinché in questi tempi di sventura possa sempre trovare una Nuova Camelot, ove raggiungere la salvezza, anche quando questa Camelot sarà distrutta">>
I brividi divennero sempre più forti, e la schiena di Lilieth si inarcò, mentre una corrente attraversava il suo corpo e fluiva nell'acqua, inondandola di luce.
<<In Principio erano Due: Ahura Mazda ed Ahriman, ed il primo era l'Energia ed il secondo era l'Entropia. Da questi due princìpi fu creato l'Universo. Quando l'Energia divenne Luce, Ahura Mazda creò Belenos e gli disse: "Tu sei il mio Primogenito, il Custode della Luce, e con questa Luce tu farai risplendere la mia Creazione per sempre, e le Tenebre di Ahriman non prevarranno!>>
Gwydion le fece eco:
<<Non prevalebunt>>
La luce divenne accecante.
Lilieth si sentì improvvisamente debole e quasi perse conoscenza, sorretta dall'Arcidruido, mentre la Luce assumeva una forma di angelo.
Lilieth cadde in ginocchio e sollevò le mani.
Tendens ad sidera palmas.
Belenos si ritrasse:
<<Noli me tangere!>>
Non mi toccare.
Lilieth congiunse allora le mani in segno di preghiera.
Gwydion fece lo stesso, di fianco a lei.
Belenos allora parlò:
<<Figlia mia, ti riconosco. Figlia di Cento Re. Riconosco il sangue di Arthur Pendragon, che scorre in te tramite Vorkidex, il tuo progenitore, che si sacrificò per la salvezza dei Keltar. Le loro anime dimorano in me. Sono pronto ad accogliere l'anima del Re Cervo, e a rinnovare la nostra Alleanza>>
Lilieth si sentì stringere il cuore:
<<Vuoi dunque l'anima di mio figlio Marvin? Non posso permetterlo: prendi me! Sono pronta al sacrificio. Sono qui per questo!>>
Belenos scosse il capo in un gesto di diniego:
<<Non è Marvin il Re Cervo. Marvin è il mio Profeta, che custodisce nel vostro mondo il Sentiero Dorato. E non è giunto nemmeno il tuo momento. Non è il tuo sacrificio quello che è richiesto dai Grandi Anziani. Marvin ha generato due figli, uno per la Luce e uno per le Tenebre, secondo la Profezia, ed ha dato loro i nomi di Arthur e Mordred, in ricordo dell'antico sacrificio>>
Lilieth allora capì.
Ora la Profezia le era chiara fin nelle sue estreme conseguenze.
E quello che vide non le piacque.
Belenos lesse i suoi pensieri:
<<La Luce splende laddove l'Energia si consuma. Perché la Luce continui a spendere, e la fiamma ad ardere, è necessario che i portatori dell'Energia e quelli dell'Entropia si incontrino. Per volontà del Supremo Ahura Mazda, io Belenos, custode della Luce, ho consacrato la mia discendenza al sacrificio, perché essa torni a me, mondata da ogni male, nella beatitudine eterna>>
Lilieth ponderò quelle parole nel suo cuore.
Le meditò, ma non se ne rallegrò, perché erano presagio di morte e sepoltura.
Avrebbe preferito sacrificare se stessa, piuttosto che vedere i suoi nipoti uccidersi a vicenda, ma se questa era la volontà di Belenos, e del supremo Ahura Mazda, allora nessuno poteva opporsi, nemmeno lei:
<<Ecce ancilla Domini>>
Belenos annuì in segno di approvazione:
<<Così sia. Tu hai salvato due anime dalla perdizione, ed un intero popolo dalla disfatta. Non piangere per loro, perché presto saranno insieme a me a gustare l'ambrosia degli dei. Non è per i morti che si piange, ma per i sopravvissuti. Il Dolore di questo mondo, infatti, appartiene a chi sopravvive>>
Cast
Elizabeth Bathory - Lilieth Vorkidian
Joely Richardson - Igraine Canmore Pendragon di Logres
Mia Wasikowska - Alice de Bors d'Alfarian
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