lunedì 11 febbraio 2013

Gli eredi di Gothian. Capitolo 36. Dall'Ultima Thule parte la spedizione di Daemon Iceblood


Il castello di ghiaccio dell'Ultima Thule risplendeva alle luci dell'aurora boreale, quando gli eredi di Gothian, Daemon "Iceblood" von Steinberg e sua sorella Daenerys "Divorarice di cuori" e Regina delle Nevi, scesero la scalinata per raggiungere l'esercito di vampiri albini  con cui sarebbero partiti nella direzione della reggia di Alfarian, per riprendere il controllo della Contea di Gothian e di tutto il regno degli Albini nell'Artico.
Daenerys non era in buoni rapporti col fratello da moltissimo tempo, ma era disposta a soprassedere ai motivi del suo risentimento in nome di una battaglia per la conquista della propria eredità.


Uno dei paradossi di Daenerys "Divoratrice di cuori" era che si nutriva di sangue umano, ma amava moltissimo gli animali, specie quelli dell'artico, come le foche, gli orsi bianchi e le balene.
L'aurora boreale quel giorno la illuminava in modo così speciale da fare di lei quasi l'immagine di una santa.


Lasciare quei luoghi metteva sempre un po' di tristezza nel cuore di Daemon "Iceblood" di Gothian.
Dicono che se un Albino sta troppo tempo lontano dal ghiaccio, muore. La chiamano la malattia dell'acqua.
Sentiva che c'era qualcosa di profondamente vero in quell'antico proverbio.
Tanto più ora che i ghiacci si stanno restringendo.
Pochi se ne accorgevano, ma la calotta polare di ritirava di decine di metri ogni anno.
Pochi Albini si ricordano dei tempi dell'ultima glaciazione. Pochissimi la rimpiangono. Molti preferiscono abitazioni di pietra a quelle di ghiaccio.
Erano forse stati quei cambiamenti ad infiacchire il suo popolo?
I vampiri albini non sono vampiri comuni, sono l'elite, l'aristocrazia, la Fratellanza Bianca! Ma ora mi appaiono una razza in via di estinzione.
Oppure era soltanto lui stesso a sentirsi "in via di estinzione".
Sono un conservatore, un tradizionalista. Credo in valori che oggi sono biasimati e persino censurati. Cerco di difendere qualcosa che va oltre il mero interesse personale. C'erano, un tempo, una bellezza, una eleganza, una concezione del gusto che attribuivano valore a qualcosa che ora non l'ha più. 



Chi sapeva più suonare bene un'arpa? Tutti preferivano una banale chitarra.



Chi conosceva più le regole della cavalleria, della cortesia e dell'amore stilnovista?
"Le donne e i cavalier, li affanni e gli agi, che ne n'vogliava amore e cortesia, là dove i cor son fatti sì malvagi".
Chi offre più le rose d'inverno alla sua amata? E quale amata può capirne il significato ed apprezzarlo?
Il dilemma era se bisognava cambiare per avere più seguito, oppure rimanere fedeli alle proprie convinzioni, a costo di rimanere soli o in compagnia di qualche drappello di nostalgici e di reduci.
Mio padre è stato sconfitto anche per questo.
Il Conte Fenrik di Gothian era stato l'ultimo grande reazionario della storia, l'ultimo ad aver sognato la restaurazione dell'Ancien Regime.
Tutti i grandi reazionari della storia umana, da Vlad III di Valacchia a Bloody Mary Tudor, da Metternich a Bismarck, da De Bonald a Le Maistre, da Gibbon a Spengler, da Evola a De Benoist, dai Fermen a Leto II Atreides, avevano tutti, tratto ispirazione, direttamente o indirettamente dal Conte di Gothian e dal  suo modello di società, anzi, di civiltà.
Lui l'aveva predetto: un giorno mi chiameranno Dracula, imperatore della Gehenna, e la ruota dovrà girare e girare e girare ancora per mille anni lungo la mia via aurea.



Daemon era pronto a realizzare il sogno di suo padre, ma temeva che la situazione fosse diventata troppo caotica per riuscire a rimettere insieme tutti i tasselli del mosaico.


Cast

Rhaegar Targaryen - Daemon Iceblood Steinberg von Gothian
Alucard di Castlevania - lord Fenrik Steinberg, Conte di Gothian
Il castello della regina delle nevi si ispira a quello de "Le cronache di Narnia".

domenica 10 febbraio 2013

Gli eredi di Gothian. Capitolo 35. Sephir riceve la visita di Susan Fuscivarian



Lady Susan Fuscivarian arrivò al monastero di Yuste in Estremadura alle prime luci dell'alba, in modo da non dover viaggiare col caldo che, in quelle zone semiaride, era particolarmente spietato.
Aveva sempre rinviato quella visita al vecchio cognato Sephir Eclionner, poiché ogni loro incontro, penosamente, finiva con una serie di recriminazioni reciproche sulla morte della "povera Wensy", sorella di Susan e moglie di Sephir, e su quella del "senatore Sibelius", il padre di Susan e Wensy.
Ah, ormai quella è acqua passata! Sephir deve rendersi conto che abbiamo in mano la soluzione dei problemi della Dinastia.
Per quanto entusiasta, Susan non aveva idea di come il vecchio Sephir avrebbe preso le ultime notizie ed i loro sviluppi.
Non capirò mai perché Sephir abbia deciso di esiliarsi in questo luogo dimenticato da Dio. Come se non ne avesse avuto abbastanza di tutti gli anni passati a Terramara.



A quell'ora del mattino il clima era ancora gradevole, e gli alloggi che furono offerti alla nobildonna e al suo seguito apparivano confortevoli. Ma il sole, ancora basso a est, incominciava già a riscaldare l'aria.
Alle 7 in punto, come era il suo solito, Sephir Eclionner scese dal suo appartamento privato e si sedette a capotavola per la colazione.
Quando scorse all'altro capo del tavolo la cognata lady Susan il suo umore, già pessimo, peggiorò ulteriormente, come si poteva evincere senza sforzo osservando l'espressione cupa del suo volto.



I suoi occhi, che nella penombra del monastero di Yuste parevano quasi violacei, interrogarono, con una muta espressione, quelli della cognata.
Spero per lei che abbia una ragione valida per disturbarmi a colazione!
Susan ricambiò l'occhiataccia, ma decise di essere conciliante nelle parole.
<<Caro cognato, ci sono questioni molto importanti e molto urgenti di cui dobbiamo parlare>>
Sephir, incominciando a mangiare senza tante cerimonie, le fece cenno di continuare.
Lady Susan, per quanto trovasse i modi del cognato sempre più sgarbati man mano che invecchiava, preferì non stuzzicare ulteriormente l'uomo che vent'anni prima, assieme al Conte di Gothian, aveva provocato una guerra tristemente passata alla storia come la Primavera di Sangue.
<<Sephir, ci sono stati degli sviluppi imprevisti a Palazzo, ed io ne sono stata informata per prima da tuo nipote Elner>>
Al solo sentir nominare l'imperatore Elner, Sephir Eclionner, che non passava giorno senza domandarsi come mai su quel trono fosse seduto quell'idiota di suo nipote, invece che lui stesso, sgranò gli occhi, che parvero pulsare di venuzze violacee.
<<Cos'ha combinato stavolta?>>
Susan sorrise, sentendo che ora aveva tutta la sua attenzione e lo teneva in pugno.
<<Ha ripudiato Alienor con l'accusa di cospirazione e le ha ordinato di lasciare l'impero insieme alla figlia Eleanor e al figlio che porta in grembo e che è già stato diseredato>>
Come sempre, Sephir vide subito il bicchiere mezzo vuoto:
<<Quindi ha scoperto che lo volevamo deporre! Scommetto che è stata quell'oca giuliva di tua figlia ad avvertirlo!>>
Susan dovette fare cenno ad una sua guardia del corpo di fermarsi, nonostante l'offesa rivolta contro la principessa.



<<Ad avvertirlo è stato l'Eunuco. Mia figlia si è dovuta difendere e gli ha fatto capire che se avesse lasciato andar via Alienor avrebbe riconquistato buona parte dei suoi alleati, in particolare l'ammiraglio Vyghar di Linthael>>
Sephir rimase in silenzio per un po', poi, con espressione ancora più torva, chiese:
<<E noi che cosa ci abbiamo guadagnato in tutto questo?>>
Susan lo fissò con fermezza:
<<Lo stabiliremo oggi stesso, qui, dopo un onorevole negoziato>>
Il vecchio non aveva mai sopportato di dover negoziare questioni politiche con delle donne, tanto meno quelle implacabili come Susan Fuscivarian.
E' più velenosa di un cobra! 
Non riusciva ancora ad accettare l'idea che Susan fosse la sorella della sua povera Wensy, che era stata tanto dolce e delicata, e non aveva mai fatto male ad anima viva.
Per non parlare di mia madre, che non osò mai contraddire neanche una volta mio padre, in cinquant'anni di matrimonio. Ah, quelli sì che erano tempi!
Tutti i guai, per Sephir, erano incominciati quando le donne erano riuscite a prendere il potere, prima tra tutte sua figlia Ellis, che aveva disonorato la dinastia.
<<Sentiamo, allora! Recita il tuo pezzo...>>
Ci aveva messo tutto il dileggio possibile in quella frase, ma Susan non se ne accorse nemmeno:
<<Tuo nipote sposa mia figlia e noi due governiamo l'impero>>



Bisognava ammettere che a Susan non mancava il dono della sintesi, e nemmeno quello dell'efficacia.
Però il discorso fa acqua da tutte le parti.
Sephir puntò l'indice contro la cognata:
<<Per prima cosa Irulan risulta ufficialmente zia di mio nipote e l'ultima cosa che voglio è un altro incesto in famiglia!>>
Susan riteneva antiquati e retorici gli scrupoli morali di Sephir.
<<Per cinquanta generazioni gli Eclionner si sono sposati tra parenti carnali!>>
Sephir giocò la sua ultima carta:
<<Irulan non accetterà mai di sposare Elner>>
L'avversione di Irulan ai matrimoni era ben nota in famiglia, anche se fino a poco tempo prima non aveva costituito alcun problema. Ora invece...
<<Le farò un'offerta che non potrà rifiutare>>
Sephir dovette sorridere suo malgrado, notando l'ironia con cui Susan aveva usato la frase di avvertimento dei mafiosi che era stato lui stesso, in quanto Padrino della Piovra, ad inventare come eufemismo per coprire una minaccia.
<<Cosa ti fa pensare che Elner ed Irulan si faranno manovrare da noi?>>
Susan lo guardò con sufficienza, come se avesse posto una domanda stupida:
<<Noi controlliamo comunque molta parte delle forze armate e del Senato imperiale. Sarà sufficiente a convincere entrambi a non creare problemi>>
E così si concluse l'ennesimo patto scellerato destinato a cambiare il volto della Dinastia più controversa di tutti i tempi.


Cast

Susan Sarandon (Wensicia Corrino) - lady Susan Fuscivarian
Charles Dance (Tywin Lannister) - principe della corona Sephir Eclionner
Virginia Madsen (Irulan Corrino) - principessa Irulan Eclionner

Gli eredi di Gothian. Capitolo 34. Elner e Irulan: scontro e incontro



La principessa Irulan Eclionner stava suonando al virginale quando irruppe nelle sue stanze l'imperatore Elner XI.
Per quanto ufficialmente Irulan fosse considerata zia dell'imperatore, essendo sorella del predecessore Elner X, tutti sapevano che Elner XI era figlio di Masrek e che quindi lui ed Irulan erano solo lontani cugini.
Oltre tutto Irulan appariva più giovane dei suoi trentadue anni, mentre al contrario l'imperatore appariva molto più adulto rispetto ai suoi soli vent'anni.
Tra i due non c'erano mai stati rapporti di alcun genere: si erano completamente ignorati e, forse inconsciamente, evitati.
Ma quando Elner aveva capito che Irulan stava per sottrargli il Trono, lo scontro divenne inevitabile.
<<Dovrei farti squartare viva, traditrice!>>
Irulan lo guardò con disappunto.
<<E cosa te lo impedisce?>>
Quella risposta lasciò Elner senza parole.



<<Non so più di chi fidarmi. Bial mi ha avvertito che più della metà delle forze armate si stanno ribellando, e vogliono te sul trono. Sarai il loro burattino, e non sarà divertente!>>
Si era aspettato una reazione furiosa di Irulan, e invece la cugina annuì tristemente.
<<Lo so fin troppo bene. Il Gioco del Trono non mi è mai interessato. Speravo che mi avrebbero lasciata in pace, nel mio "cantuccio d'ombra romita">>
La compostezza di Irulan, e la sua citazione dotta, suscitarono nell'imperatore un inaspettato senso di ammirazione verso di lei.
<<Bial mi ha anche detto che non vuoi sposare Leto Fuscivarian. Eppure dicono che sia un bel giovane!>>



Irulan sbuffò: <<E' solo un ragazzo che vuole diventare imperatore a tutti i costi. E comunque, anche se fosse diverso, non lo sposerei su comando di mia madre. A dire il vero, io non voglio proprio sposare nessuno>>
Elner non capiva:
<<E perché mai?>>
La principessa scrollò le spalle:
<<Io non sono disposta a rinunciare alla mia libertà>>
Per una qualche ragione che stentava ancora a capire, quella frase ferì Elner profondamente.
<<Sono in molte a pensarla come te>>
Irulan percepì l'amarezza nelle parole dell'imperatore.
<<Se Alienor vuole andarsene, lasciala andare. Lasciale anche i figli. Diseredali, e nessuno cospirerà più contro di te>>



Elner scosse il capo, e i suoi occhi color indaco divennero lucidi:
<<Io l'ho amata. Ho cercato di dimostrarglielo in tutti i modi. Ho fatto l'impossibile per renderla felice. Ma lei non ne vuol sapere. Come prima di lei non ne ha voluto sapere Marigold. A volte mi chiedo se io sono davvero una persona così orribile per meritare di non essere mai ricambiato nei miei sentimenti>>



Irulan aveva ripreso a suonare, ma in sordina, quasi impercettibilmente. Era un brano profondamente malinconico, forse un notturno di Chopin.
Mentre suonava, rispose con voce lontana, come se stesse meditando:
<<Il tuo guaio è che ti innamori di donne dallo spirito libero, ma poi pretendi di domarle. Loro lo capiscono e ne hanno paura>>
Il dolore che quelle frasi gli infliggevano, unito alla malinconia straziante del virginale, provocò un tale senso di spossatezza in Elner, che si lasciò andare su un divano:
<<Dunque non c'è speranza per me? Non sarò mai ricambiato?>>
Irulan continuò a suonare con trasporto, come se il suono potesse chiarirle meglio le idee riguardo alla domanda che le era stata posta.
<<Difficile dirlo, ma a volte... ti sembrerà assurdo, ma io credo che il non essere ricambiati sia un dono divino, un modo per salvarci da una trappola mortale, per allontanare da noi sofferenze ben più gravi, come la gelosia o il tradimento. Ogni giorno sentiamo notizie di omicidi passionali, di suicidi, di sofferenze atroci che si riflettono sui figli e su tutti i familiari. Forse un dio ci sta proteggendo da tutto questo>>
Erano parole sagge, ma su Elner ebbero l'effetto opposto. Incominciò a vedere Irulan come donna.
Ed è una bellissima donna! Molto intelligente, molto elegante, molto abile nelle arti.
La sua voce suono quasi implorante:
<<Ma tu non ti senti sola? Non ti senti triste?>>
Irulan smise di suonare il virginale e finalmente guardò Elner negli occhi:
<<Non abbastanza da rinunciare alla mia libertà>>
Elner si sentì respinto e questo lo offese:
<<Prega gli dei di non dovertene pentire!>>



Cast

Virginia Madsen (Irulan Corrino) - principessa Irulan Eclionner
Tom Hiddleton (Loki) - imperatore Elner XI Eclionner
James McAvoy (Leto II Atreides) - Leto Fuscivarian (Fujiwara)
Tamzin Merchant (Catherine Howard) - imperatrice Alienor di Alfarian
Lena Headey (Cersei Lannister) - lady Marigold di Gothian






sabato 9 febbraio 2013

Un anno di blog: panoramica e statistiche

Quando penso alle autocelebrazioni di alcuni blogger sorrido. Sorrido perché so che fa parte del marketing così come della psicologia motivazionale, e quindi non va vista come una vanteria, ma come una cosa strategica. Sto pensando ad una mia illustre collega bocconiana, Chiara Ferragni, la bionda divoratrice di insalata. Mi scuso se nella foto qui sotto non è bionda... ma sul fatto che si nutra principalmente di insalata ci metterei la mano sul fuoco!


Lo dico scherzando, ma anche con un intento sperimentale, nel senso che ho notato che in un post basta nominare un blogger famoso, schiaffargli sopra tre o quattro foto particolari, e subito quel post diventa un tormentone, con un numero incredibile e assolutamente immotivato di visite.
Guardando le statistiche, infatti, un post stranamente molto visitato è quello ironico-parodistico in cui fingevo di parlare, scherzando, delle celebrità femminili più belle, mettendo al primo posto la Duchessa d'Alba, al secondo la cagnetta Matilda e al terzo la suddetta Chiara con una rarissima foto che la ritraeva ai tempi in cui si faceva chiamare diavoletta87 e aveva i capelli rosso carota. 


Un altro post molto visitato è quello sulla moda nell'Antica Grecia. Mi fa piacere che ci sia interesse per un argomento storico.
Moltissime visualizzazioni riguardano le biografie delle donne illustri, ma gli alberi genealogici delle principali dinastie, sono tra i più gettonati. Seguono i post di estetica, arte e moda.
La gioia maggiore però è quando vedo che sono stati letti capitoli del mio romanzo "Gothian" e del suo sequel, da poco iniziato, "Gli eredi di Gothian", che è ancora ad uno stadio molto rudimentale, per mia mancanza di tempo libero. 
Ho comunque la soddisfazione di vedere che la prima foto che Google Immagini assegna alla voce Gothian è proprio quella del castello che ho usato come copertina ideale del mio romanzo.


Forse il titolo del mio blog andrebbe cambiato. Con oltre 100.000 visite, credo che sia inopportuno parlare di "Voce di uno che grida nel deserto". Dovrò fare un restyling, appena troverò questo benedetto tempo. Poi va beh, vorrei ogni tanto metterci qualche post più "diaristico", ma sempre accompagnato da curiosità e immagini.
Bene! Buona serata, un caro saluto a tutti e alla prossima!

venerdì 8 febbraio 2013

Gli eredi di Gothian. Capitolo 33. Discorso di Marvin ai Keltar



Per smentire le voci che lo davano per morto o comunque per moribondo, Marvin Vorkidian, re dei Keltar, decise di parlare all'Assemblea dei Keltar, ponendo così fine ad un lungo periodo di inerzia.
Sollevo la mano destra per chiedere silenzio e poi disse:
<<Mi si chiede: cosa ti è successo? Perché non agisci? Ma se voi conosceste già le conseguenze delle vostre azioni e le trovaste inaccettabili, agireste lo stesso?>>
Fece una pausa ad effetto e poi riprese:
<<Nel mare del tempo, in cui io vedo in tutte le direzioni, io sono nel contempo la nave e la tempesta, io sono l'onda, e il naufrago, e lo scoglio. Io sono il mare stesso dove annego>>
La folla era come ammaliata dalla poesia con cui egli esprimeva il suo tormento.
<<In fondo guardare al futuro è molto simile a guardare il passato: c'è sempre di fronte a noi un mare di buone intenzioni nel quale abbiamo fatto naufragio. E' terribile vedere come le nostre buone intenzioni si dissolvano con imbarazzante rapidità. Siamo mossi da un nobile scopo, ma cosa otteniamo nel concreto? Ogni volta che partiamo per una guerra, io so già chi perderà la vita, e se interferissi con quel futuro, metterei a repentaglio la vita di tutti gli altri. E anche se volessi evitare il destino avverso, per ogni decisione che a tal fine non dovrebbe essere presa, ci sono infiniti modi che conducono a percorrerla, pur sapendo che sarà fallimentare. E così ogni giorno mi sono trovato ad affrontare le decisioni che dovevo prendere come se fossero un nemico da combattere. Questa è la mia colpa. Ho preferito l'inerzia a conseguenze più gravi>>
A quel punto però il suo discorso divenne accusatorio:
<<Eravamo mossi da un nobile scopo: liberare i popoli dalla tirannide. Ma ora quegli stessi popoli dicono che siamo noi i tiranni. La nostra jihad ha creato un impero in cui i popoli sottomessi sono costretti a pagarci tasse e servizi in natura, ad accettare la nostra riforma religiosa e a subire le angherie dei governatori provinciali! Tutto questo ha avuto molte conseguenze, ma una in particolare!>> e sollevò l'indice verso il cielo, per poi puntarlo verso la folla e poi di nuovo verso di sé:
<<Abbiamo perduto il diritto di pensar bene di noi stessi>>
Lasciò che quella frase fosse attentamente soppesata e valutata dal suo uditorio, in particolar modo da sua moglie Igraine.


(Igraine Canmore è rappresentata da una rarissima foto della blogger Chiara Ferragni da giovane adolescente, ai tempi in cui si faceva chiamare ancora diavoletta87 ed aveva i capelli rossi e mossi e sfornava abbinamenti come il calzino bianco sotto i jeans a zampa)
Ma ora torniamo a romanzo.

Era un'accusa grave, quella pronunciata dal re, ma poiché la rivolgeva, prima che a tutti gli altri, a se stesso, Marvin ottenne un mormorio di approvazione.



Nonostante le vesti sontuose, la corona sul capo e la pelle colorita, Marvin non stava affatto bene. Aveva dovuto prendere numerose medicine per riuscire anche solo a tenersi in piedi.
E' tempo che sappiano qual è la mia malattia.
Appoggiandosi sulla spada come se fosse un bastone, Marvin si schiarì la gola e riprese a parlare:
<<Quando fui iniziato agli Arcani Supremi, mi fu chiesto se ero pronto a pagarne il prezzo, poiché nulla a questo mondo si ottiene gratuitamente. Da qualche parte, c'è sempre qualcuno che paga e qualcun altro che incassa. Nel mio caso l'iniziazione ha comportato non solo un risveglio progressivo delle memorie del mio antenato re Vorkidex Pendràagon, ma anche, lentamente, di tutti gli altri miei antenati, compresi quelli della dinastia Eclionner. Ed ultimamente mi sono state persino spalancate le porte del futuro>>
E questi erano i fatti, le cause.
Ora bisognava guardare alle conseguenze:
<<Nessuna mente umana, nemmeno la più equilibrata, potrebbe riuscire a incamerare tanta memoria e tanta premonizione futura senza subire un profondo turbamento. Ma al contrario di quello che i miei nemici vorrebbero far credere, io non sono affatto impazzito: le mie capacità mentali si sono accresciute e tutti i dati che ho assorbito si sono amalgamati con gli altri. L'equilibrio è stato ricostituito. Ciò che invece non è affatto ricostituita è la mia forza fisica. La mia mente brucia le sostanze vitali con una rapidità a cui è difficile star dietro, specie quando il fisico è sofferente e debilitato. L'unica sostanza che riesce a tenermi in vita e a darmi la forza è la stessa che bevvi durante la mia iniziazione. Per quasi tutti gli uomini è un veleno, ma per chi è sopravvissuto all'iniziazione, essa diventa un elisir.Certo questo elisir non è esente da rischi, e non è in grado di compiere miracoli, ma mi permette comunque di sopravvivere e di occuparmi degli affari del regno>>



Ora viene la parte più difficile.
La parte finale del discorso di Marvin era infatti riservata a coloro che, in suo nome, avevano commesso e continuavano a commettere crimini inammissibili, dai quali il re voleva una volta per tutte prendere le distanze.
<<Ora io mi rivolgo a voi come Profeta. Ci sono due sole strade davanti a voi, ed una porta al Paradiso e l'altra all'Inferno. Siete ancora in tempo per pentirvi, emendare i vostri peccati, espiarli e condurre un'esistenza giusta, nel rispetto degli altri, nella condotta impeccabile e nella piena integrità morale. Seguitemi lungo questa via, e sarete salvi, e salverete la vostra anima. 
Chi invece continuerà a vivere coltivando dentro di sé l'odio e l'invidia, e comportandosi da oppressore con i deboli e da servo con gli oppressori: costui ha già avuto la sua ricompensa, e ne pagherà il prezzo dopo la morte. I cattivi sentimenti si fanno strada facilmente nei nostri cuori: spetta quindi a noi il compito di riconoscerli e sradicarli, o almeno smettere di alimentarli. A costoro io dico, non disperate: io sono con voi, e sempre sarò con voi, e sempre di più sarò con voi>>



Un grande applauso accolse queste parole, soprattutto da parte di coloro che sentivano in quella voce una reale possibilità di salvezza.
A Marvin non restava che la parte finale del discorso, molto dura, ma necessaria.
<<A chi non è disposto a pentirsi per il male commesso, io do un ultimo avvertimento. Guardate dentro di voi, interpellate la vostra coscienza, che parla anche tramite i sogni. Cercate le origini dei vostri sbagli. Troverete un forte egoismo, che si trasforma in invidia e in avidità. Invidia e avidità portano alla guerra e alla sopraffazione, per il solo gusto di diventare la nuova oligarchia dominante. Non è questo ciò che io volevo. Quando parlavo di raddrizzate i torti, non intendevo certo l'abbandonarsi alla più cieca violenza!>>
Fece un'ultima pausa, sentendo di averli convinti:
<<Non chiedete l'impossibile, perché coloro che pregano per la rugiada ai bordi del deserto, provocheranno il diluvio! Non serbate rancore, perché è come se beveste un veleno credendo di far male a qualcun altro. Non arrabbiatevi, perché ogni atto che commetterete in preda alla rabbia, ricadrà su di vuoi cento volte peggiore. Se la vostra anima trabocca di questi sentimenti malevoli, non mentite a voi stessi, non attribuite una ragione al malanimo, perché quel tipo di ragione nasce dall'orgoglio per consentire a un uomo di giustificare il male che ha fatto o che farà. Purificate dunque la vostra mente, e su di voi scenderà la mano benevola della Grazia>>




Cast

Paul Atreides - Marvin Vorkidian nella prima immagine
Jon Snow - Marvin Vorkidian nella seconda e terza immagine.

Le scelte non sono casuali. Come Jon Snow, Marvin Vorkidian è il Principe Promesso, quello destinato a scrivere con le sue imprese la Canzone del Ghiaccio e del Fuoco. Nella serie di George Martin questo ruolo è stato attribuito anche a Raeghar Targaryen, a suo figlio Aegon VI,  e a sua sorella minore Daenerys.
Nella profezia di Lady Melisandre di Asshai, il titolo viene attribuito a Stannis Baratheon, considerato come Azor Ahai rinato.
Il filone profetico del ciclo di Martin, così come di quello di Jordan e di altri grandi maestri del fantasy contemporeaneo, resta comunque fortemente debitore al ciclo di Dune, di Frank Herbert.
Credo che se non ci fosse stato il paradigma degli Atreides, difficilmente ci sarebbero state le grandi dinastie del fantasy contemporaneo.
L'elemento religioso si inserisce quindi secondo lo spirito herbertiano e antropologico, focalizzandosi sul passaggio da un sistema politeistico puro ad un sistema dove a due divinità principali e opposte, Ahura Mazda e Deva Ahriman, si affianchino una serie di gerarchie angeliche e demonologiche.
In generale l'impostazione de "Gli eredi di Gothian" deve molto a quella de "I figli di Dune".
Resta comunque centrale la componente cristiana, per quanto "rivisitata".
C'è anche un riecheggiamento del Discorso della montagna, presente nel vangelo di Matteo, 5, 1-7, 28

giovedì 7 febbraio 2013

Gli eredi di Gothian. Capitolo 32. Il druido Bendeigid è punito da Marvin




L'anziano druido Bendeigid arrivò a Camelyn scortato da un drappello di cavalieri del sacro tempio di Belenos.
Ad accoglierlo c'era il giovane druido Gwydion, l'astro nascente.



Gwydion teneva in mano il nuovo testo della religione druidica riformata. Il simbolo era una stella, quella di Earendil, la più amata dai Keltar.
Alcuni chiamavano quel testo "Stella a sette punte", altri "Book of common prayers".
Intorno ad esso si era scatenata una guerra di religione tra i sostenitori del politeismo puro e i seguaci del re-profeta Marvin, che parlavano di diteismo e di gerarchie angeliche.
Tra Bendeigid e Gwydion l'incontro fu gelido.
<<Tu hai perso la retta via!>> fu l'ammonimento del vecchio.
<<E tu forse non l'hai mai trovata>> fu la replica del giovane.
Ma a Bendeigid interessava soltanto vedere il re e rendersi contro della situazione.
Marvin è posseduto... non c'è altra spiegazione... è divenuto un Abominio! Ha osato percorrere il sentiero senza ritorno degli Eclionner.
Non era mai stato entusiasta di tutti i discorsi che inneggiavano al Principe Promesso, al Figlio di Cento Re e meno che mai al Profeta dei Keltar.
<<La guerra santa dei suoi fedelissimi ci ha screditato. Per non parlare del fatto che si è circondato di personaggio discutibili, come Igraine Canmore ed Ellis Eclionner. Ed ora è arrivata persino quella strega di sua madre, Lilieth Vorkidian. Si fa manipolare dalle donne come un burattino!>>
Gwydion ne aveva già sentite abbastanza per quel giorno.
Lasciò che il vecchio continuasse a brontolare e bofonchiare.
Nel frattempo si era sparsa la voce che re Marvin stesse molto male.
Pareva che avesse avuto un attacco epilettico, o qualcosa di simile, e che al suo capezzale vi fossero la moglie, la madre, la nonna, oltre naturalmente ad Ellis Eclionner e ad altri parenti.
Bendeigid si chiese se quello fosse un segno della collera divina.
Il dio abissale sta attraendo nel suo vortice l'apostata.
Il vecchio druido fu ammesso al capezzale del giovane sovrano.
Marvin era irriconoscibile. Il viso era di un pallore cadaverico. La faccia smunta, gli occhi infossati, i capelli aggrovigliati. La bocca era come atteggiata a un eterno broncio.



Appena vide Bendeigid, Marvin abbozzò un sorriso denigratorio:
<<Ecco che arriva il grande guaritore. Oggi è il mio giorno fortunato! Oppure vuoi curarmi con una delle tue prediche, o venerabile Bendeigid!>>
Il druido rimase sorpreso dall'astio delle parole di Marvin.
<<La pensiamo diversamente, maestà, ma non era mai venuto meno il rispetto reciproco>>
Marvin scattò in piedi:
<<Tu mi hai tradito! Hai partecipato alla congiura contro di me! Ho numerosi testimoni pronti a giurarlo! Allora, dimmi, chi è che ha mancato di rispetto all'altro?>>
Bendeigid assunse un'espressione di sdegno:
<<E chi sarebbero questi testimoni?>>
Marvin con un lieve cenno della mano indicò una serie di agenti della Sezione Speciale.
Il vecchio druido capì che non c'era più nulla da fare:
<<Questi tuoi servi sarebbero pronti a giurare il falso anche sull'anima dei loro antenati! Non sono un cospiratore! Ho sempre espresso apertamente le mie idee riguardo all'equilibrio degli Arcani Supremi e le ripeterò anche adesso, per l'ultima volta: ogni azione genera una reazione uguale e contraria. Nessuno può eludere questa legge universale, nemmeno tu, Marvin... nemmeno tu...>>
Marvin, esausto, indicò alcune guardie:
<<Accompagnatelo nelle segrete, dove avrà modo di riflettere fino alla fine dei suoi giorni sull'equilibrio degli Arcani Supremi e sulle altre leggi universali>>


Cast

Christopher Lee (Saruman) - druido Bendeigid
Baelor Targaryen il Benedetto- druido Gwydion
Jonathan Rhys-Meyers - Marvin Vorkidian

mercoledì 6 febbraio 2013

Gli eredi di Gothian. Capitolo 31. Lilieth e Marvin si incontrano dopo diciotto anni.



La decisione non era stata facile. Lilieth Vorkidian, contessa di Linthael, non aveva infatti ricevuto alcun invito formale né dal figlio Marvin, né dalla nuora Igraine, né dalla madre Ariellyn,
Inoltre era incinta del suo secondo figlio, concepito col secondo marito, lord Vyghar di Linthael, ammiraglio della flotta imperiale.
Ufficialmente il suo arriva Caemlyn, capitale del regno dei Keltar, non era previsto, eppure quando arrivò trovò una grande folla ad aspettarla.



Sono la madre del loro Profeta, del loro Messia... mi vedono come una divinità.
Decise dunque di attenersi scrupolosamente a quel ruolo.
Alzò le mani in gesto benedicente, mentre tutta la folla cadeva in ginocchio davanti a lei.



Per tre minuti interi rimase con le mani sollevate, mentre i fedeli pregavano in silenzio.
Poi, lentamente, le sue braccia scesero e le furono consegnati lo scettro di Ulien, dea della Luna, di cui Lilieth era sacerdotessa, e la pietra luminosa di Ithil, la luce lunare.
Poté scorgere tra la folla alcuni visi noti, come quelli di sua madre Ariellyn, di Ellis Eclionner, del druido Gwydion, del duca di Amnisia e di altri componenti del consiglio.
Solo allora, facendosi largo tra la folla con un'espressione seria e stanca in viso, vide un giovane che in base a tutte le descrizioni non poteva che essere suo figlio Marvin.



Nessun sorriso da parte sua, e quello di Lilieth si spense sul nascere.
Alla fine ci incontriamo come estranei?
Quegli occhi è come se mi chiedessero: perché mi hai abbandonato?
Lilieth sentì l'altro figlio che si muoveva nel suo grembo e le parve di aver varcato, in quel momento, una linea divisoria tra la prima parte della sua vita ed un'altra del tutto nuova.
Marvin la abbracciò con gesto gentile, ma formale, come quello che lei ricambiò.
<<E' tutta qui la manifestazione del tuo affetto filiale, Marvin?>>
Gli occhi del giovane erano lucidi per la commozione:
<<Quid mihi est tibi, Mater? Nondum venit hora mea>>
Lilieth capì immediatamente la citazione:
Che cosa devo fare con te, Madre. Non è ancora giunta la mia ora.
Erano le parole del testo sacro che raccontava la vita di Arexatan Eclionner.
Sua madre gli aveva chiesto un miracolo, ma lui sapeva che questi miracoli avrebbero suscitato il sospetto del Sinedrio e avvicinato l'ora del suo martirio.
Dunque è questo che hai visto? Il tuo martirio? E la mia venuta lo sta accelerando?
Anch'ella allora si commosse e ponderò le parole di lui nel suo cuore.
Le ponderò, ma non ne gioì, perché erano presagi di morte e sepoltura.



In quel momento si avvicinò la regina Igraine e senza alcun convenevole aggredì a parola la suocera:
<<Come ti è saltato in testa di venire qui senza essere invitata?>>



Lilieth la osservò in silenzio, senza degnarla di una parola.
La rapidità con cui ha preso partito non depone a favore della sua intelligenza.
Poi, rivolgendosi di nuovo a Marvin:
<<Mi stavate aspettando e non mi avete cacciata. Posso considerare queste cose come sufficienti per parlare di invito?>>
Marvin annuì:
<<Purtroppo in tutti i futuri da me previsti in cui tu arrivavi questa sera c'è qualcosa di terribile che si avvicina sempre di più. Ormai le possibilità di salvezza si stanno riducendo a poche viuzze miserabili>>
Lilieth rimase sconvolta: <<Ma che stai dicendo? Perché non ti sei confidato con me?>>
Marvin sospirò:
<<Sempre per il motivo che ho detto sopra. Ora è troppo tardi>>



Lilieth dovette faticare per dominarsi, mentre camminava tra i drappeggi a festa che erano stati preparati lungo la via reale.
<<Non capisco di cosa stai parlando>>
Ancora una volta fu Igraine a intervenire:
<<Tu non capisci? Tu osi giudicare tuo figlio? Ma che cosa ti aspettavi? L'hai abbandonato quando aveva meno di un anno, e ti sei messa a girare il mondo in cerca di potere! Non negarlo! Tu volevi per lui il trono imperiale! In nome di questo l'hai abbandonato, ed ora torni dopo diciannove anni recitando la parte della madre amorevole? Ma chi sei tu, per giudicare tutti noi?>>
Lilieth rivolse lo sguardo verso i presenti, ma tutti, compresa sua madre, lo tennero chinato.
Tornò allora a guardare suo figlio:
<<Marvin, gli dei mi sono testimoni: non ho mai cercato il potere. Cercavo giustizia per tuo padre e per te, e per tutto il Continente Centrale, che per anni è stato sottomesso alla tirannia illegittima di questa donna che ora mi guarda dall'alto in basso>>
Si riferiva ad Ellis Eclionner, la sua eterna rivale.
Ellis la guardava con severità.



<<Credo di aver pagato a sufficienza per gli errori del passato, Lilieth. Ora ho dedicato la mia vita al servizio di tuo figlio. Non ti sto guardando dall'alto in basso. Sono solo meravigliata del fatto che credi di conoscere tuo figlio meglio di chi ha rischiato la vita con lui e con suo padre combattendo contro gli invasori.  Mi chiedo dove sia finita tutta la tua saggezza? Si è forse persa nei dolci mesi trascorsi a Lathena come moglie di Lord Vyghar di Linthael?>>
Lilieth la ignorò, continuando a guardare suo figlio:
<<Sono pronta a tutto per salvarti la vita, Marvin. C'è qualcosa che posso ancora fare?>>
Marvin si sciolse:
<<Devi essere molto stanca, madre. Hai fatto un lungo viaggio. Vieni dunque a dividere con me la mensa, e parleremo di tutto ciò che non ci siamo mai potuti dire di persona. E prometto che si tratterà di cose belle!>>


Cast

Claire Folani (Igraine Pendragon di Camelot) - Lady Lilieth Vorkidian, contessa di Linthael
Paul Atreides - Marvin Vorkidian
Sophie Turner (Sansa Stark) - Igraine Canmore di Logres
Eva Green (Morgana di Avalon) - Ellis Eclionner

martedì 5 febbraio 2013

Gli eredi di Gothian. Capitolo 30. Sephir e la "Eclionner's Sentence"



Nonostante i perfetti sistemi di irrigazione che mantenevano verde il giardino esterno del monastero di Yuste, in Estremadura,  il caldo di agosto rendeva quel luogo ancor più deprimente del solito.
Sephir Eclionner, per quanto la sua salute fisica fosse decisamente migliorata grazie a quel clima secco, era però vittima di una persistente malinconia, mescolata a noia e ad accidia. Una sorta di taedium vitae, di spleen.
Otium tibi molestum...
L'ammonimento di Catullo tornava in modo ricorrente nei pensieri di Sephir Eclionner.



Devo resistere ancora per poco... presto potrò tornare a Lathena.
Le dinamiche del colpo di stato che avrebbe dovuto deporre suo nipote Elner XI erano state definite a grandi linee, ma i dettagli dovevano essere decisi quella sera, durante l'incontro tra Sephir e l'ammiraglio della flotta, l'ex pirata Vyghar di Linthael.
Un anno fa Vyghar aveva giurato fedeltà ad Elner, ma a sua volta Elner aveva giurato di non cospirare contro Marvin. Elner ha violato il giuramento per primo, liberando tutti gli altri.
Si chiedeva  se fosse giusto da parte sua schierarsi contro suo nipote, ma anche qui ciò che alla fine importava erano i fatti.
Elner mi vorrebbe tenere segregato qui per il resto dei miei giorni, e questo non lo posso in alcun modo tollerare. Ma quale destino potrebbe toccargli dopo la deposizione?
Avrebbe voluto che Ellis fosse lì con lui, per poterne discuterne. Non voleva che Elner facesse la fine di Masrek.
La "Eclionner's Sentence" ci ha perseguitato per troppo tempo.



Era una maledizione terribile, scagliata dai druidi contro Arexatan Eclionner, dopo la sua conquista del regno dei Keltar. I druidi si erano riuniti e avevano compiuto un incantesimo di magia nera, che condannasse la Dinastia Eclionner ad essere dilaniata dall'odio tra padri e figli, nonni e nipoti, fratelli contro fratelli.
Ricordava di averlo letto nel Malleus Maleficarum... parole senza senso... scritte in una lingua sconosciuta da una maga di nome Era. Il titolo, tradotto in latheari antico era Sententia, e in alfari moderno Sentence:


A-men-òdi

Amenò devòni

Le-ee disì
Ledisimé


O-mèn 
oré
Legoli sentà
Ome-e nimà
I-interimé

Alé-goli
Legoli sentà

Amenòdi

Amenò devòni

O-men 
oré
Legoli sentà
Ome-e nimà
I-interimé

http://www.youtube.com/watch?v=9nkddf4uvHE





A Sephir pareva di rivederli tutti uno dietro l'altro, gli innumerevoli Eclionner che da padre in figlio si erano trasmessi il trono del sole, ma anche il dono della morte.
Arexatan il Conquistatore, Wechtigar I il Pio, Sephir I il Crudele, Wechtigar II il Calvo, Wechtigar III il Grosso, Elner I il Giovane, Sephir II il Bello, Elner II il Benevolo, Wechtigar IV il Conciliatore, Sephir III il Nero,  Elner III l'Attaccabrighe, Baelor il Benedetto...



E poi ancora: Wechtigar V d'Oltremare, Wechtigar VI il Sapiente, Wechtigar VII il Buono, Wechtigar VIII il Malaticcio, Sephir IV l'Avaro, Elner IV il Forte, Elner V l'Improbabile, Sephir V il Terribile, Wechtigar IX il Santo. Poi c'era stato il periodo di reggenza della principessa Valyria, in nome dei fratelli minori, tutti morti in giovane età, uno dietro l'altro.
Era seguito un periodo relativamente calmo, con imperatori che avevano portato i Lathear all'apogeo: August Eclionner, Adrian Eclionner, Wechtigar XIV il Grande, Wechtigar XV il Galantuomo, fino ad arrivare agli ultimi sovrani: Wechtigar XVI Barbablù, padre di Sephir, Elner X, figlio di Ivar, Elner XI figlio di Masrek.
E qui la storia si ferma... per poi riprendere.
Con una punta di amarezza Sephir pensava che, se avesse regnato, gli sarebbe toccato il nome di Sephir VI il Vittorioso, e a suo figlio il nome di Masrek II il Coraggioso. Ma agli dei era piaciuto diversamente. Dis aliter visum.
Eppure il passato e il futuro distano dal presente soltanto un attimo.


Cast

Tywin Lannister - Sephir Eclionner

Casa Targaryen - Dinastia Eclionner

La canzone "Sentence" di Era riporta realmente il testo citato.

Gli eredi di Gothian. Capitolo 29. Il ripensamento di Elner XI Eclionner



Da quando era iniziata la congiura, Elner XI Eclionner non aveva più dormito bene. Non era la coscienza che gli rimordeva, quanto piuttosto la paura che la cospirazione potesse fallire o addirittura rivolgersi contro di lui.
C'erano molti indizi che lo allarmavano.
Alienor, Bial, Lilieth, Susan, Sephir e Vyghar sono stranamente concilianti.
Nell'ultimo Consiglio Privato si erano comportati con bonaria arrendevolezza.
Bial e Susan sono gli unici a sapere "ufficialmente" della congiura contro Marvin, ma è evidente che uno dei due deve aver informato anche gli altri. E non mi stupirei se lo stesso Marvin fosse già al corrente di tutto.
Eppure il piano procedeva secondo quanto era stato convenuto.
Marigold aveva ripreso il controllo del Castello di Gothian e gli altri eredi, Daemon Iceblood e Daenerys Hearteater, la Divoratrice di Cuori, erano pronti a sferrare da Nord un attacco contro il regno degli Alfar, contemporaneamente agli Elfi oscuri da Sud.
Vorrei essere a Gothian con Marigold!



Ma era inutile tormentarsi per un amore che non aveva mai portato niente di buono, sia nella sua vita che in quella del suo antenato Arexatan.
Dovrei godermi piuttosto questi giorni di finta gentilezza di Alienor. Per non tradirsi mi accetterebbe senza storie nel suo letto.
Qui però scattava nel cuore di Elner XI qualcosa che più che con l'orgoglio aveva a che fare con la dignità.
Non ti voglio senza amore.
Se non avesse portato in grembo il suo secondo figlio, Elner l'avrebbe già lasciata andare.
Quando il bambino sarà nato, lascerò che Alienor vada dove le pare, ma i nostri figli, ovviamente, resteranno con me. Non voglio che altri rampolli di sangue Eclionner siano allevati da qualche strega. 
"Maleficos non patieris vivere". Questo diceva la legge contro le streghe e gli stregoni.
Ma Elner XI sapeva bene che ognuna delle streghe che avevano dato alla luce eredi di sangue Eclionner erano troppo forti e protette da personaggi illustri per poterle anche solo biasimare in pubblico. Persino il Sommo Sacerdote del culto di Eclion le temeva.
La studiata gentilezza di Alienor trasuda ipocrisia da tutti i pori. Ogni tanto si lascia sfuggire qualche intemperanza che rivela come dietro ci sia qualcosa di molto pericoloso, tenuto a bada solo dalla prudenza.
Per lei, Elner XI avrebbe fatto di tutto, tranne perdere la stima di se stesso.
Ma se è questo ciò che tu mi chiedi, questa volta i ti perdo e resto in piedi. Anche se qui dentro me qualcosa muore...



No, era meglio non cercare più nulla da lei. Meglio mostrarle le condizioni per il divorzio e lasciarla andare via.
Ieri ha incontrato mia cugina Irulan e hanno parlato più a lungo del solito, e sottovoce, in modo che nessuno potesse sentirle. 
Irulan, di per sé, non era mai stata sua nemica, e non aveva mai avuto interesse per il Gioco del Trono, ma sua madre Susan passava il tempo a complottare.
Susan fa parte della cospirazione contro Marvin, ma potrebbe averne ordita una contro di me.  Se io e Marvin fossimo eliminati contemporaneamente, Irulan potrebbe reclamare il trono per sé.
Alla paura si aggiunse anche un senso di solitudine.
Chi mi è veramente fedele? Su chi posso veramente contare? Nemmeno mia madre è qui a sostenermi. 
Eppure tutti sapevano che lui soffriva.
Ma lo sanno davvero? Si rendono conto di cosa c'è dietro alla maschera della gloria imperiale?
Nemmeno se si fosse pubblicamente lamentato gli avrebbero creduto.
Erano tutti troppo diversi da lui.
Si sentì improvvisamente molto stanco e si recò nella sua stanza da letto, sdraiandosi sotto il baldacchino pesante di velluti e porpore.
Forse solo Marvin in questo momento potrebbe capire cosa provo. Ho dunque sbagliato a scegliermi il nemico? E se Marvin fosse l'unico di cui mi possa realmente fidare?



In base a ciò che si diceva di lui, Marvin non era più se stesso da molti mesi.
Se potessi parlare con lui anche solo qualche minuto... 
Chiuse gli occhi e la stanchezza ebbe il sopravvento.
Poco dopo, si ritrovò a sognare suo padre, che rimproverava lui e Marvin: "Avevate giurato al mio capezzale che non vi sareste mai fatti la guerra. Non avete imparato niente da ciò che successe ad Atreo e Tieste? Non vi ricordate nulla dell'Atreides Sentence, la maledizione degli Atreides? Come morì Agamennone? Come visse Oreste? Da allora ogni Atreides, per ogni generazione, fu condannato a perdere ciò che aveva di più caro! Volete condannare anche gli Eclionner e i Vorkidian alla stessa sorte?"
Si svegliò di soprassalto, in preda al panico.
Ho visto qualcosa, alla fine del sogno... qualcosa di terribile... 
E quel "qualcosa" l'ho evocato io... 


Cast

Tom Hiddleton (Loki) - Elner XI Eclionner
Tamzin Merchant (Catherine Howard) - Alienor di Alfarian
Jon Snow - Marvin Vorkidian



Gli eredi di Gothian. Capitolo 28. Colloquio tra Alienor ed Irulan.



Alienor di Alfarian sosteneva segretamente la candidatura di Irulan Eclionner al Trono Imperiale, ma non l'imposizione ad Irulan del matrimonio combinato col cugino Leto Fuscivarian.
Per questo aveva invitato la principessa ad un colloquio privato, come spesso succedeva per motivi di mera cortesia tra i Dinasti di Lathena.
Irulan si era presentata in perfetto orario, vestita con disinvolta eleganza, mascherando, dietro ad un volto apparentemente, sereno un grave turbamento interiore.



Le due giovani donne si studiarono per qualche istante e capirono di potersi reciprocamente fidare.
Alienor venne subito al punto, parlando con voce molto bassa, per evitare che qualcuno fuori dalla stanza potesse sentire:
<<Ti voglio far sapere due cose: voglio che Elner sia deposto che tu diventi la prima imperatrice regnante della Dinastia. Ma non voglio che tu sia costretta a sposare una persona che non ami. So per esperienza cosa vuol dire, e non lo augurerei nemmeno al mio peggior nemico>>
Irulan sorrise:
<<Ti ringrazio, Alienor. Tu sei l'unica persona che stimo veramente qui a Palazzo e all'interno della Dinastia. Il tuo appoggio è fondamentale, specie se riesci a convincere gli altri che sarebbe meglio per tutti se io non mi sposassi e nominassi come erede uno dei tanti giovani Eclionner che sono nati o stanno per nascere in questo periodo>>
Alienor si accorse subito, da queste parole, che Irulan era animata da buone intenzioni, ma non era pienamente lucida.
<<Il problema è che i giovani Eclionner che nasceranno non otterranno mai un largo consenso. I figli di Marigold e Sephir non vanno neanche presi in considerazione, così come il figlio che Marvin Vorkidian aspetta da sua moglie Igraine Canmore di Logres. Mia figlia Eleanor e il figlio che ho in grembo perderanno la loro legittimità nel momento in cui mio marito sarà dichiarato usurpatore e il mio matrimonio sarà annullato. Il figlio di Vyghar e Lilieth è imparentato troppo alla lontana con gli Eclionner ed è invece fratellastro di Marvin. Questo a molti non piacerà. Io credo che tu possa ancora trovare l'amore e sposarti e generare figli tuoi>>



Irulan perse il sorriso e sussurrò:
<<Temo che sarei un'altra Elisabetta Tudor, la regina vergine. Ammesso che lo fosse. Il regno dell'isola di Britannia mi ha sempre affascinata, anche se non ha la stessa gloria di Numenor o di Atlantide. Tar-Ancalime fu la prima regina regnante di Nùmenor, e non ebbe figli, eppure la dinastia di Elros continuò con i principi di Andunie. E poi, in ogni caso, io penso che i tuoi figli, o quelli di Marvin, abbiano delle buone probabilità di essere accettati, una volta che Elner sarà stato deposto>>
Alienor dovette ricredersi rispetto al giudizio di "ingenuità" che aveva prima affibbiato alla sua interlocutrice:
<<Irulan, ma davvero pensi che sia degna di questo nome una vita senza un amore ricambiato?>>
Questa volta fu Irulan a considerare Alienor un'ingenua:
<<Per molti lo è. Ogni persona è fatta a modo suo, e comunque, io ho parlato di matrimonio, non di amore. Non intendo essere schiava di nessun marito>>
Alienor si rese conto che Irulan era stata decisamente sottovalutata da tutti, compresi quelli che la volevano sul trono sperando di manovrarla:
<<Tua madre pretenderà che tu sposi Leto>>



Irulan annuì:
<<Glielo farò credere. Firmerò un contratto di fidanzamento, ma una volta che sarò sul trono, ne farò carta straccia. Naturalmente per farlo è necessario che si agisca in fretta, prima della data prevista per il matrimonio. Credo, del resto, che questo sia anche nel tuo interesse>>
Alienor valutò la proposta:
<<Io fuggirei con Lorran e i miei figli e chiederei asilo a Marvin Vorkidian. Tu potresti contare su molti alleati, come Bial, Vyghar e Sephir, ma non bisogna sottovalutare i Fuscivarian. Tua madre potrebbe facilmente sostituirti con tua sorella minore>>
Irulan scrollò le spalle:
<<Di loro mi occuperò una volta che sarò il Trono>>


Cast

Daena Targaryen - Alienor di Alfarian
Jessica Brooks (Ghanima Atreidesi) - principessa Irulan Eclionner
Jon Snow - Marvin Vorkidian
Susan Sarandon (Wensicia Corrino) - Susan Fuscivarian (Fujiwara)