giovedì 24 aprile 2014

Virginia D. Capitolo 37. Come tu mi vuoi.



Quando tornai a casa il mio umore era depresso, amareggiato, avvilito.
Trovai Virginia seduta ad aspettarmi, vestita come il primo giorno che l'avevo vista, nell'ottobre dell'anno precedente.
<<Com'è andata col prof. Ferrante?>>
<<Non lo so... mi ha confuso le idee... non so più cosa pensare>> poi la osservai meglio <<Ma tu stai uscendo?>>
Virginia scosse il capo:
<<No, ti stavo solo aspettando>>
Io la guardai meglio:
<<Perché allora sei così "tirata"?>>
Lei sorrise, ma era un sorriso triste:
<<Sono come tu mi vuoi>>



Era vero. Lo ricordo ancora come se fosse successo un'ora fa. Ricordo tutti i dettagli del suo aspetto e dell'espressione del suo viso.
Era bellissima... e disperata.
Disperata perché sapeva esattamente che io ero l'unica persona che poteva aiutarla, ma se l'avessi fatto, avrei messo a rischio la mia stessa vita.
<<Io non ti abbandonerò mai. Se per salvarti c'è bisogno del mio sacrificio, io sono pronto a morire per te>>
Lei era sinceramente commossa e turbata:
<<Non sarà necessario. Ho riflettuto, mentre tu eri via. Sono certa che solo uno di noi due potrà sopravvivere e ho deciso che sarai tu, Luca>>
Il solo pensiero di dover vivere senza di lei mi pareva ben peggiore della morte:
<<Perché io? La mia vita non era niente prima di conoscerti e tornerà ad essere niente se tu non ci sarai più. Perché mi condanni a sopravviverti?>>
I suoi occhi brillavano come la stella del vespro:
<<Perché uno di noi due era destinato a dover affrontare il dolore di una lunga vita. E tu sei sempre stato il più forte>>



Era pallida, e questo metteva ancor più in risalto il nero dei capelli e il rosso delle sue labbra piene.
Sì, era proprio come io la volevo.
<<Non capisco. Come puoi sapere chi di noi due sia il più forte?>>
Lei sorrise:
<<Esiste una regola nella mia famiglia. Al compimento della maggiore età, veniamo tutti sottoposti ad un esperimento, senza saperlo. L'esito ci diventa chiaro alla fine, quando ci rendiamo conto che niente è accaduto per caso. Dobbiamo superare una prova di iniziazione. Io non sapevo che era proprio questa la prova per accedere alla Fonte Sacra. Sedurre la persona che più ci piaceva, tra i discendenti della dinastia del Serpente Rosso, e poi assorbirne le energie fisiche e mentali, fino alla sua morte. Chi ci riesce, è ammesso alla Fonte Sacra, avendo superato la prova del vampirismo psicologico. Chi non ci riesce, viene deprivato di ogni sua energia dalla stessa confraternita, in quanto considerato indegno>>
Io sentivo che era vero. Una parte di me l'aveva sempre saputo:
<<Ma tu avevi rifiutato di sottoporti all'iniziazione!>>
Virginia annuì:
<<Sì, ne ero sinceramente convinta. Ma ora ricordo tutto. Prima dell'iniziazione, sono stata sottoposta ad un procedimento di amnesia. Non so come ci riescano, ma possono indurre una dimenticanza selettiva. Solo oggi la mia memoria si è risvegliata completamente. Ora so cosa è giusto fare. Vedi, il senso di questa prova è quello di verificare se il novizio è pronto a pagare il prezzo per diventare un immortale. Questo prezzo è la rinuncia all'amore. Se il novizio assorbe le energie della persona che ama, fino a provocarne la morte, allora saprà sempre anteporre gli interessi della Fonte Sacra ai suoi sentimenti personali. Se invece l'amore prevale, allora vuol dire che non si desidera abbastanza l'immortalità. Ed io ho capito una cosa: l'immortalità senza di te sarebbe un inferno senza fine>>

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