domenica 26 febbraio 2012

Wallis Simpson, la Duchessa di Windsor


Wallis Warfield Simpson (Baltimora19 giugno 1896 – Parigi24 aprile 1986), Duchessa di Windsor, fu la moglie di re Edoardo VIII del Regno Unito, divenuto duca di Windsor dopo la sua abdicazione al trono.


La storia è nota, re Edoardo VIII, da poco salito al trono nel 1936, dovette affrontare una forte opposizione della famiglia reale, della Chiesa Anglicana, del governo di Stanley Baldwin e dell'opinione pubblica, di fronte alla sua intenzione di sposare Wallis Simpson, non gradita in quanto americana, non nobile e soprattutto divorziata

Per poter sposare la donna che amava, Edoardo VIII rinunciò al trono.
Dopo l'abdicazione, il nuovo re Giorgio VI, fratello minore, nominò il fratello maggiore Duca di Windsor, titolo legato castello di Windsor, residenza della famiglia reale britannica.

Il Duca di Windsor è noto per aver inventato il più elegante nodo alla cravatta che esista, il Windsor Knot, che io scelgo sempre.
Per chi non lo sapesse fare, ecco il modo, con una foto del Duca di Windsor in giovane età.


Ma parliamo di lei, di Wallis... o meglio, lasciamo parlare le immagini.
Forse Wallis non era bellissima, ma era brillante ed elegante, e anticipava le mode.



Da sola osò sfidare l'Impero Britannico. Quale altra donna avrebbe potuto dire: "Mio marito ha rinunciato ad un impero, per sposare me"?



Chi la odiava la accusò di essere una spia nazista, o comunque una simpatizzante di Hitler. Accusa che non è mai stata provata e che probabilmente fu sparsa in giro dal governo britannico per screditarla ulteriormente.



Durante la guerra, Edoardo fu nominato Governatore delle Bahamas, più che altro per allontanarlo da Londra. La scelta si rivelò felice, in quanto le Bahamas divennero il centro della vita mondana dell'epoca, grazie alla capacità di attrazione di Wallis. Comunque la si pensi al riguardo, non si può negare un dato di natura estetica: i Duchi di Windsor furono una delle coppie più "glamour" del Novecento.



Dimostravano che l'amore rendeva più felici del potere.



L'eleganza di Wallis era sempre inappuntabile.



A chi pronosticava una crisi matrimoniale o un divorzio, i Duchi di Windsor dimostrarono nei fatti la solidità del loro rapporto di coppia, che rimase inalterato nel tempo fino alla loro morte.
Cosa c'è di più bello di una coppia di vecchi sposi, che dopo quarant'anni si amano ancora come il primo giorno?



Wallis fu vicina ad Edoardo fino all'ultimo. Il Duca morì nel 1972.



Il dolore di Wallis alla morte del marito fu profondo e sincero, come dimostra questa foto, in cui la regina Elisabetta, ai funerali dello zio, appare visibilmente colpita dal dolore di quella "zia Wallis" così odiata, così vilipesa per tanti anni, eppure, in fondo, molto più sensibile di lei.



Non so se Elisabetta abbia avuto un matrimonio felice. La regina è una donna che non lascia trapelare emozioni. Sarebbe comunque diventata sovrana, alla morte dello zio, perché Wallis non ebbe figli. 
La Duchessa di Windsor morì a 90 anni, a Parigi, nel 1986.

E voi da che parte state? Tra Elisabetta II e Wallis, chi era più "regale"? 



sabato 25 febbraio 2012

Gothian. Capitolo 17. Marigold ed Ellis: le due "cattive" si incontrano


Marigold Steinberg, Contessa di Gothian, era giunta a Lathéna pochi giorni prima, scortata dagli agenti dei Servizi Segreti Imperiali. Gli uomini di Bial l'Eunuco l'avevano alloggiata in un lussuoso edificio dell'Acropoli, da cui si godeva una splendida visuale della capitale dell'Impero, situata in un istmo tra i due Oceani, alla latitudine dell'Equatore.
Com’è cambiata la tua Città Santa, Eclion, da quell’ultima volta!


Qualcosa di simile a un sentimento si affacciò nel cuore della Dama Gialla. 
E' passato troppo tempo... 
Un antico dolore perturbò per pochi secondi il suo animo di ghiaccio.
Qualcuno ricorda ancora chi era Edwina Ataris?
Forse chi aveva ucciso il suo uomo, aveva cancellato anche il ricordo di lei.
Nemmeno nell'Antico Patto il suo nome compariva. 
Meglio così... meglio che tutti credano che io sia morta con lui...
La rabbia si sostituì al dolore.
I morti sanno compiere meglio le loro vendette!


La Contessa di Gothian sapeva che insieme a lei gli spiriti dei suoi Albini, ravvivati dal fuoco di Atar e dalla potenzia di Eclion, le avrebbero permesso di imporsi sulla discendente di Wechtigar I il Pio.
Wechtigar l'Assassino! Ma il tempo della giustizia è arrivato, Arexatan!
Tutto era stato preparato nei minimi dettagli.
Quando fu il momento, Marigold uscì dal suo alloggio e incontrò i pretoriani dell'Imperatrice, che la condussero nella Grande Piramide, presso la Sala del trono. 
E’ tutto più sfarzoso, più ostentato rispetto ad allora… eccessivo, direi, e di cattivo gusto!
La sala era buia.
Il Trono del Sole era vuoto, ma questo era ovvio. Ellis aveva ancora il buon senso di rispettare le apparenze.
Fintanto che nella mente di suo figlio non si risveglierà il mio amato.
Fu annunciata con solennità, nella penombra blu dell'enorme sala.
Si avvicinò lentamente. Doveva fermarsi a dieci passi dal seggio granitico dove Ellis sedeva, di fianco al trono.
Il seggio di granito delle imperatrici! E’ sempre quello. Sempre lì…come allora, quando io...
Ma il pensiero si interruppe.
La vista della Vedova Nera si impose ai suoi occhi.
Eccoti finalmente, Ellis, regina ragno, al centro della tua ragnatela!


Si prosternò con finta devozione davanti alla sovrana.
Goditi i tuoi ultimi momenti di potere, assassina!
Alla fine Marigold ebbe il permesso di rialzarsi e puntò i suoi occhi gialli negli occhi indaco di Ellis, il cui viso tradì un leggero malessere, come se un brivido scuotesse il suo corpo.
«La Dama Gialla! Finalmente ho il piacere di conoscerti…»
Marigold si finse umile e intimidita: «E’ un onore per me, Vostra Maestà»
Anche se dovrebbe essere il contrario.
Ellis le fece segno di avvicinarsi:
«Mi è stato detto che sei qui in qualità di ambasciatrice della Regina degli Alfar»
Marigold fece due passi avanti, e annuì.
L'Imperatrice appariva turbata, come se non credesse a quello che le era stato riferito:
«Che messaggi mi manda la regina Alyx? »


Marigold sorrise lievemente: «Alyx di Alfarian vi porta i segni della sua più devota amicizia e dedizione»
La parola “dedizione” si usava solo nei giuramenti di vassallaggio, e questo cancellava di fatto tutte le pretese di sovranità degli Alfar.
Alyx è troppo stupida per capire queste finezze, ma Ellis capirà che le sto offrendo la sottomissione degli Alfar.
E infatti l’Imperatrice si alzò e sollevò le mani, indicando a Marigold di avvicinarsi ulteriormente.
«Accetto questa dedizione e la ricambio con la protezione che il mio Impero può offrire: ora lascia che imponga le mani sul tuo capo, secondo le usanze del mio popolo»
Nel momento in cui le mani di Ellis toccarono i capelli gialli della dama, un brivido passò da Marigold all’Imperatrice, che ne rimase quasi ipnotizzata.
«Cosa... che significa... ho sentito un tremito...»
La Contessa di Gothian assunse un'aria complice:
«Nulla di pericoloso, Maestà. Sono una sacerdotessa di Atar, il Fuoco segreto, e questo è il segno del rispetto che il mio dio ha per il vostro Eclion»
Ellis non si mostrava affatto rassicurata da quella risposta.
Chissà se conosce la reale natura di Eclion?
La Reggente mostrò uno scatto di orgoglio inaspettato:
«Bene, allora, avanti... recita il tuo pezzo!»
Marigold ribollì di rabbia.
Pagherai cara la tua insolenza!
Voleva che recitasse? Sarebbe stata accontentata!
«Porto molti messaggi, Maestà. Innanzitutto riguardo alla possibilità di un Nuovo Patto»
Ellis si alzò di scatto e nelle iridi indaco alcune screziature violette pulsarono con insolita energia.


«Un Nuovo Patto? Ma di cosa stai parlando?»
Marigold aveva immaginato almeno un migliaio di volte quella scena. 
Eppure in quel momento sentì che c'era qualcosa che non andava. Qualcosa di profondamente sbagliato.
Non ho tenuto conto di un dettaglio fondamentale... Ellis assomiglia così tanto a lui... se la guardo, mi sembra di rivederlo...
Doveva rimanere lucida. Quei sentimenti non potevano interferire sulla sua vendetta.
Era il momento di mentire:
«La regina Alyx  non riconosce più re Kerelik come sovrano. Per questo mi ha chiesto la protezione di Vostra Maestà»
Tutto ciò era musica per le orecchie di Ellis, e Marigold se ne rendeva conto.
Speriamo che Ser Gahel riesca veramente a convincere Alyx!
Mentre era immersa in questi pensieri, la Contessa di Gothian si accorse che Ellis la stava guardando in modo diverso, come se stesse valutando se fidarsi o meno.
«Interessante» disse l’Imperatrice con voce vellutata, e fissò di nuovo gli occhi gialli di Marigold, cambiando discorso: «Mi avevano parlato della tua bellezza, ma vedo che sei ancora più attraente di quanto ti immaginassi. Quanti anni hai?»
La Dama Gialla fu percorsa da un brivido. 
Domanda sbagliata, Ellis...
Certo non poteva ammettere una risposta sincera.
«Trentasette, Vostra Maestà»
Un guizzo di invidia viola scintillò neglio occhi indaco della Reggente.
«Come me! E pensare che ne dimostri dieci di meno! Sembri una fanciulla. Qual è il tuo segreto?»
Marigold si mise in guardia. Le domande di Ellis stavano prendendo decisamente una brutta piega.
Raccontale qualche verità condita da un quintale di bugie!
Con voce suadente, rispose:
«Il fuoco di Atar, unito alle attenzioni del Conte Fenrik...»
In apparenza era vero.


«Credevo che Fenrik fosse insensibile alla bellezza femminile, specie quando non proviene da una nobile di famiglia»
Marigold non si offese, anzi, quella frase la tranquillizzò. 
Ah, Ellis,  tu stai parlando col più nobile sangue che sia mai esistito su questo continente!
Possibile che non sospettasse nulla?
«Le mie origini sono umili, Maestà» sussurrò in tono dolce e quasi melodico.
L’Imperatrice annuì e le prese la mano, sentendo di nuovo quel brivido.
«Come sono pallide le tue mani, bambinapallide come la morte...»
La Contessa di Gothian avrebbe voluto ritrarsi.
Sospetta forse qualcosa? Si sono salvati dei ritratti di Edwina?
Stava andando tutto storto. 
Bisognava sbatterle in faccia la verità:
«Ho vissuto nei ghiacci per troppi anni, Vostra Maestà»
L'Imperatrice le prese anche l'altra mano.
Ellis apprezza la sincerità, e non solo quella...
La Reggente appariva incantata dalla bellezza di Marigold.
Nessun Eclionner è mai riuscito a resistermi...
Ellis aveva le pupille dilatate.
Con una mano artigliata, le sfiorò le labbra ed il seno.
«Voglio crederti, bambina mia..»
Marigold non si era aspettata di entrare così presto nelle grazie della sovrana.
Troppo facile! E' veramente lei la Vedova Nera, la regina ragno dei miei incubi, o ce n'è un'altra più potente, là fuori, che ci spia?
Esplorò a fondo questo pensiero. 
Anche Ellis sta recitando. Vuole che io abbassi le difese.
Non c'era nessun'altra. 
Stiamo duellando a colpi di fioretto.
In fondo doveva aspettarselo. Gli Eclionner si divertivano a giocare al gatto col topo.
Maledizione, se almeno non somigliasse così tanto ad Arexatan!
Doveva trovare un diversivo:
«Maestà, permettetemi di diventare vostra servitrice!»
Ellis non lasciò trasparire alcuna emozione. Solo alcune particelle violacee danzavano nei suoi occhi.
Le sue mani sfiorarono il collo di Marigold.
Quelle unghie sono avvelenate!
Di nuovo un brivido passò tra le due donne.
Quell'istante parve lungo come l'eternità.
«Continueremo questo discorso nei prossimi giorni»
Marigold si chiese se era meglio ucciderla in quel momento, o rinviare ad una occasione più propizia.
Devo far sì che si fidi di me. Solo così riuscirò ad eliminarla.
Si allontanò camminando all'indietro, inchinata, e si prosternò di nuovo davanti alla sovrana.
La tua morte è solo rimandata, Ellis, e sarà ancora più dolorosa, quando ti avrò in pugno!






venerdì 24 febbraio 2012

Mary of Teck, la Kate Middleton del secolo scorso.


Mary of Teck (1867-1953) fu regina consorte di Gran Bretagna tra il 1910 e il 1936. Prima fu Principessa del Galles, tra il 1901 e il 1910 e prima ancora Duchessa di York tra il 1889 e il 1901.
Ripercorriamo per immagini le fasi della sua ascesa. Ecco Mary il giorno del matrimonio col principe George, duca di York, figlio del principe del Galles, Edoardo VII a sua volta figlio della regina Vittoria. Diciamo che Mary all'epoca era l'equivalente di Kate Middleton.


Mary, Duchessa di York, nel 1899:


Mary, Principessa del Galles nel 1901, dopo la morte della regina Vittoria:


Mary, Regina di Gran Bretagna e Irlanda, imperatrice delle Indie, nel 1910, dopo la morte di Edoardo VII:


Mary, Regina Madre del Regno Unito, nel 1936, dopo la morte del marito Giorgio V:


Mary con le nipoti. Riconoscete la ragazza sulla destra nella foto qui sotto?


Questa ragazzina adesso ha 86 anni, mentre la sorella minore è morta dieci anni fa, e la nonna cinquanta anni fa. La ragazza è Elisabetta II del Regno Unito, con la sorella Margaret.
Mary divenne "Regina Nonna" del Regno Unito, nel 1952, durante i funerali del figlio Giorgio VI, in compagnia della nuora Elizabeth e delle nipoti Elisabetta e Margaret:

La Queen Mary morì un anno dopo, a 84 anni.
Qui sotto la famosa Queen Mary, uno dei transatlantici più grandi del mondo, dedicato a Mary of Teck:

giovedì 23 febbraio 2012

Gothian. Capitolo 16. Alienor e Vyghar: la Principessa e il Pirata


La flotta pirata fece vela in direzione della diroccata fortezza di Linthael.
 Un tempo doveva essere stato un castello fiorente, ma ormai ne rimanevano soltanto le rovine.


Lì, su quei monti rocciosi e aridi, dove il vento del nord spazzava via anche gli alberi, erano approdati, inerpicandosi verso il covo segreto.
Alienor era distrutta, le dolevano le ossa, i piedi erano ricoperti di vesciche, la gola era inaridita dalla sete e la borraccia conteneva poca acqua. Il cibo che le davano era disgustoso e nauseante.
Se vado avanti così, sarò morta entro pochi giorni.
Da un lato la cosa non la spaventava, anzi, le pareva una liberazione. Dall’altro lato però riteneva profondamente ingiusto morire così giovane, senza aver conosciuto le gioie della vita, e in particolare l’amore.
Almeno non mi hanno inflitto violenza. Merito del Pirata Gentiluomo!


Il capo dei pirati, Vyghar di Linthael, ogni tanto tentava goffamente di essere gentile, e la proteggeva dalla massa degli altri uomini, che erano come tante belve affamate.
Parlavano dei dialetti a lei sconosciuti, erano quasi tutti dei Mezzosangue.
La vita non è stata generosa con loro… nessuno vuole avere a che fare con i Mezzosangue…
Se il mondo li respingeva, allora essi imparavano ad odiare il mondo, e a non avere pietà.
Ma nemmeno i miei antenati, i Re Barbari del passato, conoscevano la pietà.
Alienor l’aveva sempre saputo: discendere da quei re, significava portare nel proprio sangue l’eredità della barbarie con cui essi avevano ucciso, violentato, saccheggiato, distrutto.
Forse io devo scontare la pena anche per loro…
Si guardò intorno, le montagne erano alte e ricoperte di arbusti… solo in certi punti c’era ancora il bosco. Non a caso quelle montagne erano chiamate i Denti del Drago. Erano un luogo impervio, duro, sassoso. Nessuno aveva mai voluto colonizzare territori come questi: i pochi sentieri erano stati creati dai fuorilegge, che qui da sempre si nascondevano e da qui partivano per compiere le loro razzie.
Qualcuno mi starà cercando? Almeno mio padre, avrà mandato i suoi uomini migliori a salvarmi… ma Ser Gahel potrebbe averlo depistato! 


Come posso essere stata innamorata di un simile traditore?
Era bello, Ser Gahel, ma nascondeva un'anima vile.
Al contrario, lei sentiva si sentiva ora esteriormente mostruosa, e anche se non si era potuta guardare allo specchio, immaginava l’orribile spettacolo che doveva mostrare così ridotta.
Ho dato troppa importanza alla bellezza, e solo ora mi rendo conto che basta un niente per perderla e rimanere a mani vuote!


Ma in fondo, ormai, anche quello contava poco. Se la morte era vicina, come Alienor pensava, allora tutto il resto era vano.
Ho avuto una bella vita? Sì, sono stata una privilegiata…e se metto in una bilancia le gioie da una parte e i dolori dall’altra, persino ora riesco ad ottenere almeno un pareggio…
E se la morte le appariva come una soluzione, rimaneva l’eterno dubbio: cosa c’era dopo?
Alienor non aveva mai mostrato molta devozione nei confronti degli Dei degli Alfar, così come non si era convertita alla religione dei Lathear.
Spero che dopo la morte non ci sia più niente. Un eterno nulla, una quiete che nessuno possa turbare.
E se così non fosse stato? Se avevano ragione i preti o i druidi o gli altri sacerdoti… come l’avrebbero giudicata gli Dei… in particolare Eclion, il sole!
Ammesso che Eclion sia veramente il dio del sole!


Le sembrava impossibile che quel punto rosso che stava incominciando a tramontare fra le creste dei monti potesse essere un dio.
Ah, ecco come è andata a finire la tanto sbandierata profezia… Se tutti quei veggenti potessero sapere come è ridotta la Fanciulla delle nevi…
Alienor si chiedeva come erano potuti essere tutti così sciocchi da credere a una cosa simile.
Ad un certo punto sentì che da dietro la stava raggiungendo Vyghar. 
«Cara principessa, benvenuta nella mia umile dimora!»
Alienor lo guardò poco convinta:
«Io vedo solo un ammasso di rovine»
Il pirata le rivolse un'occhiataccia sdegnata: «Il castello di Linthael fu costruito quando ancora i vostri Alfar vivevano nelle caverne!»
La principessa continuò a fissare il rudere:
«Può essere, ma ormai esiste più nessun castello!»
Vyghar le puntò in faccia un indice accusatorio:
«Se non esiste più nessun castello, devo dire grazie a vostro nonno Harald! Dopo la battaglia di Elenna sul Dhain, l'anno della Primavera di Sangue, re Harald sguinzagliò i suoi Alfar alla ricerca di Sephir Eclionner, che a quanto pare se l'era data a gambe... anche se in realtà una delle sue gambe era messa piuttosto male... ah ah! Ma questo non c'entra, o meglio, potrebbe entrarci in futuro... lo Sciancato mi ha fatto una bella offerta per voi! Ma sto divagando... dicevo che quella marmaglia Alfar giunse fin qui, al castello dei miei avi e...»
E qui lo sguardo del pirata si fece improvvisamente serio.
«...e lo incendiarono...»


Alienor, provò un senso di vergogna per la barbarie del re suo nonno:
«Perché lo fecero?» 
Il pirata scrollò le spalle:
«Avevamo dato asilo a Sephir Eclionner! Quel maledetto Sciancato era stato messo in salvo dagli Albini del Conte di Gothian, che lo portarono qui, perché... beh, il perché non è affar vostro...!»
La principessa era rimasta colpita dal riferimento a Lord Fenrik:
«Allora è vera questa storia del Conte che ha risparmiato Sephir Eclionner! E dire che Marigold aveva sempre negato...»
Vyghar le lanciò un'occhiataccia:
«Benvenuta nel mondo reale, Altezza! Nel mondo dove non ci si può e non ci si deve fidare di nessuno! Guardate cosa resta del castello dei miei avi... ecco, dei miei genitori non restano nemmeno le ossa! Io ero in barca, a pescare con alcuni amici: e vidi da lontano la fine della mia casa e della mia stirpe... e questo solo perché mia madre era... no, lasciamo perdere... queste cose non vi riguardano. L'unica cosa che vi riguarda è che vostro nonno è stato l'esecutore materiale della rovina della mia famiglia e dei suoi possedimenti»
Non c'era altro da aggiungere. Alienor sapeva che nessuna parola avrebbe potuto cancellare quel peccato originale. 
Vyghar scosse la testa: «Non ce l'ho con voi. Persino Sephir Eclionner è soltanto uno dei mille tasselli di un mosaico che voi non conoscete e forse nessuno conosce del tutto, tranne la Dama Gialla. Se persino io a volte non riesco a capire chi siano i miei committenti e quali siano i loro piani, come potete pensare di capirlo voi? Io ormai mi limito solo a contare i soldi: è un’attività che trovo estremamente divertente, specie quando sono dei dobloni d’oro. E non mi importa se in quei dobloni ci sia la faccia di Ellis o quella di vostro padre. E’ l’oro quello che conta!»
Alienor era urtata da quel cinismo materialista: «Ci sono cose che valgono di più dell’oro!»
 «Sì certo, Altezza, ma costano un sacco di soldi!»
La principessa non poté evitare di sorridere alla battuta:
 «E il gioco del Trono non vi attira?»
Il pirata le rivolse un sorriso di ammirazione:
«Un gioco per menti raffinate, mia dolce Alienor. Io avrei anche qualche titolo per parteciparvi, ma ho imparato a stare al mio posto. Il mio gioco è contare i soldi, e il vostro è quello di essere una pedina in una partita a scacchi che dura da quasi mille anni!»
La principessa ricambiò il sorriso:
«Persino una pedina può dare scacco al Re!»
Il pirata rise: «Ah, ahSono contento che abbiate ancora intuizioni interessanti. L’ironia potrebbe salvarvi dalla follia, o dalla consunzione. Ma non fatevi troppe illusioni: avete ben altri nemici, oltre ad Ellis: gente che lavora nell’ombra, che ci può divorare tutti in un solo boccone!»
«E voi da che parte state?»
«Dalla parte di chi mi paga meglio, naturalmente!»
Alienor non ebbe più la forza di replicare, anche perché il pirata, pur nella sua durezza, aveva parlato fin troppo onestamente.




mercoledì 22 febbraio 2012

Elisabetta I Tudor, la Regina Vergine (forse)

Elisabetta I Tudor (Greenwich7 settembre 1533 – Londra24 marzo 1603) fu regina d'Inghilterra e d'Irlanda dal 17 novembre 1558 fino alla morte.



Figlia di Enrico VIII e della seconda moglie Anna Bolena, dopo la decapitazione della madre fu dichiarata illegittima, perse il titolo di principessa e fu cresciuta in esilio nel palazzo di Hatfield.
Dopo la morte del padre nel 1547 e del fratello Edoardo VI nel 1554, salì al trono la sorellastra Maria I, figlia di Caterina d'Aragona, e quindi cattolica e nemica della protestante Elisabetta.
Il marito di Maria, Filippo II di Spagna, e con lui tutto il partito "cattolico", considerava Elisabetta come il centro di tutte le congiure per deporre Maria, che ne ordinò l'arresto e la fece rinchiudere nella Torre di Londra in attesa di giudizio.Quando ormai Elisabetta temeva di subire la stessa sorte di sua madre Anna Bolena, la regina Maria si ammalò di tumore all'utero e alle ovaie (inizialmente scambiato per una gravidanza) e per non presentarsi a Dio con la morte della sorella sulla coscienza, si rifiutò di firmarne la condanna a morte, nonostante le insistenze del capo del partito cattolico, il Duca di Norfork.
Elisabetta fu dunque scarcerata, mentre Maria, agonizzante, fu abbandonata dal marito e dagli alleati.
Alla morte di Maria, nel 1558, Elisabetta, come ultima dei figli di Enrico VIII Tudor, fu riconosciuta unica legittima erede al trono e il 15 gennaio del 1559 fu incoronata regina d'Inghilterra e Irlanda.

File:Elizabeth I in coronation robes.jpg 

Nella prima parte del suo regno, Elisabetta dovette affrontare alcuni problemi molto gravi:
1) la guerra mossa dalla Scozia, governata dalla reggente cattolica Marie de Guise, madre di Mary Stuart.
2) l'opposizione interna da parte del partito cattolico legato al Duca di Norfolk, il vero uomo forte del regno
3) le pressioni esterne affinché sposasse Filippo II di Spagna o Enrico d'Anjou, fratello del re di Francia
Chi ha visto il film "Elizabeth" con Cate Blanchett, sicuramente ricorderà questi elementi essenziali.

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Dopo aver sconfitto la Scozia, di fatto rendendola satellite all'Inghilterra e preparando la nascita del Regno Unito, Elisabetta decise di non sposarsi e riuscì a sconfiggere la ribellione fomentata dal Duca di Norfolk.
In quegli anni contrasse il vaiolo, che le deturpò il viso ed i capelli. Da quel momento dovette truccarsi molto pesantemente per mascherare le cicatrici, e dovette indossare parrucche molto elaborate.



La seconda fase del suo regno fu caratterizzata dai seguenti problemi:
1) i rapporti sempre più tesi con la cugina Mary Stuart (Maria Stuarda), regina di Scozia
2) le minacce provenienti dalla Spagna di Filippo II
3) il rapporto sentimentale con Sir Walter Raleigh, navigatore e fondatore della prima colonia inglese sul suolo americano, chiamata Virginia, in onore della "Regina Vergine".



Sulla questione della verginità di Elisabetta si sono scritti fiumi di inchiostro. Al di là dell'aspetto di "gossip" che può caratterizzare questo discorso, la rilevanza storica risiede nel fatto che la regina volle creare un culto della propria personalità che facesse della sua presunta verginità una caratteristica quasi divina, tenendo presente che la chiesa anglicana aveva fortemente limitato il culto della Vergine Maria.
E' opinione maggioritaria che Elisabetta abbia avuto almeno tre amanti nel senso pieno del termine, e cioè lord Robert Dudley, conte di Leicester, Sir Walter Raleigh e lord Robert Deveraux, conte di Essex.
Nel 1587 Elisabetta scampò ad un attentato ordito dagli Spagnoli con la complicità di Maria Stuarda.
Il tribunale condannò la regina di Scozia a morte, ma Elisabetta cercò di opporsi a tale condanna, per tre ragioni: Maria era sua cugina, in quanto nipote di Margaret Tudor; Maria era una regina regnante, e la sua decapitazione avrebbe creato un pericoloso precedente, dal momento che prima di allora nessun sovrano regnante era mai stato condannato a morte; infine, Maria era alleata della Spagna, che avrebbe usato la sua morte come pretesto per attaccare l'Inghilterra.
Di queste tematiche si occupa il secondo film che Cate Blachett ha interpretato nel ruolo di Elisabetta e cioè "The Golden Age".



Elisabetta non riuscì a impedire la decapitazione di Maria Stuarda e questo provocò la dichiarazione di guerra da parte della Spagna. Il re Filippo II inviò la sua potentissima flotta, l'Invincibile Armada, per invadere militarmente l'Inghilterra.
Contrariamente ad ogni previsione, la flotta spagnola fu sconfitta da quella inglese, comandata da Charles Howard, I conte di Nottingham e da Francis Drake, aiutati dal maltempo. L'Armada fu costretta a ritornare in Spagna e la vittoria aumentò molto la popolarità di Elisabetta.
Si è soliti considerare la vittoria di Elisabetta sulla flotta spagnola come la data di inizio del dominio inglese sui mari e di conseguenza dell'impero britannico.

File:Darnley stage 3.jpg

L'ultima parte del regno di Elisabetta fu caratterizzata dal tentativo di riconciliazione tra protestanti e cattolici, e dal rafforzamento della monarchia secondo criteri assolutistici. Per rafforzare il suo potere, Elisabetta si alleò con la piccola nobiltà di campagna, la "gentry", alla quale furono vendute le terre pubbliche, con notevoli introiti per le casse dello stato.
In seguito alla rivolta in Irland, Elisabetta spedì il suo favorito, il conte di Essex, a riportare l'ordine. Essex però, dopo molti insuccessi, tornò anticipatamente a Londra e fece irruzione nel palazzo reale, arrivando fino alle stanze private della regina, per denunciare un complotto contro di lui, ordito dal segretario di Elisabetta, Robert Cecil.
Elisabetta, sconvolta da questo comportamento e convinta da Cecil della colpevolezza di Essex nel fallimento della campagna irlandese, lo condannò a morte nel 1601.
Dopo questo atto, che le venne comunicato mentre suonava il virginale, Elisabetta cadde in una spirale depressiva dalla quale non si riprese mai più.
Con l'imconbere della la vecchiaia e della morte, la regina dovette occuparsi della successione. Paradossalmente l'erede legittimo era Giacomo Stuart, re di Scozia e figlio di Maria Stuarda, la presunta traditrice fatta condannare.
Consapevole della fine della dinastia Tudor e dell'avvento della dinastia Stuart, Elisabetta non fece testamento, accettando implicitamente la successione di Giacomo Stuart, appoggiato dall'onnipotente Robert Cecil, nell'ottica dellaa creazione di un regno unito che tenesse insieme Inghilterra, Scozia e Irlanda.
Ecco l'ultimo ritratto di Elisabetta, settantenne, "tra il Tempo e la Morte":
                                                                                                                                                                 
File:Elizabeth-I-Allegorical-Po.jpg0

Nel 1603  la profonda crisi depressiva di cui soffriva da due anni si aggravò a tal punto che ella smise di mangiare e di bere, e dopo essere stata immobile per ore davanti ad una finestra del Palazzo di Richmond, si distese infine nel letto, vestita, pronunciando la famosa frase "Chiamatemi un prete: ho intenzione di morire".
Elisabetta volle essere seppellita nell'abbazia di Westminster, di fianco alla sorella Maria I. L'iscrizione sulla loro tomba recita: "Compagne nel trono e nella tomba, qui noi due sorelle, Elisabetta e Maria, riposiamo, nella speranza di un'unica resurrezione".