sabato 18 gennaio 2014

Gli Arcani Supremi. Capitolo 69. I Signori dell'Universo.




Belenos, il Signore della Luce, era il prediletto di Ahura Mazda, il Dio Buono, la cui energia teneva in vita gli universi.
Le sue parole erano come un coro d'angeli.




<<Luce e tenebra, ordine e disordine, bene e male nascono dai due fondamenti di ogni tipo di realtà, Energia ed Entropia, a cui diamo il nome di Arcani Supremi. Ogni universo ha bisogno di entrambi per raggiungere una condizione di equilibrio. Il Taoisimo in questo ha ragione. Ma ha ragione anche lo Zoroastrismo, nell'individuare le due supreme divinità in Ahura Mazda il Buono e Deva Ahriman il Malvagio. I Grandi Anziani del nostro universo sono angeli e demoni, Ahura e Deva, che hanno scelto chi dei due dei servire.
Alcuni però oscillano dall'uno all'altro, e in questo sono simili agli uomini>>
Questo disse Belenos lo Splendente e continuò:
<<Pochi sono i figli della Luce, i Puri. Nemmeno gli Iniziati sono puri. Nemmeno tu, Robert di Albany. Ma anche se non posso accettarti al mio sacerdozio, ti dono la luce di Helios Hyperion, la nostra stella più amata: possa essere per te una luce in luoghi oscuri, quando ogni altra luce si spegne>>



Mentre Belenos si dissolveva nella luce di Helios Hyperion, il Signore del Sole, comparvero due figure femminili.
Una era Aenor, Signora della Luce Siderale, sposa di Belenos.



L'altra era Ulien, Signora della Luce lunare, sposa di Helios Hyperion.



Entrambe fecero dono della propria luce all'Iniziato.
Poi Aenor disse:
<<La tua natura ti rende un prediletto di Atar, Signore del Fuoco, e potrai aspirare ad essere un Custode del Fuoco Segreto, contro i ghiacci e le tenebre, contro il freddo e l'oscurità>>



Poi Ulien disse: <<Ma poiché la Fiamma di Atar può anche incendiare, ustionare e distruggere, noi ti poniamo sotto la tutela di Eiren, Signora della Pace e della Serenità, perché sappia calmare e sedare i tuoi bollenti spiriti>>



Eiren comparve e parlò con voce soave:
<<Ecco, prendi questo anello, Hypnose, l'Anello di Ametista, del colore della lavanda, perché le tue ansie e le tue collere, le tue paure e le tue angosce saranno gravi, e in tutte queste incombenze esso ti sosterrà, donandoti pace, equilibrio e calma interiore>>



Nel momento in cui Eiren mise a Robert l'anello al dito, un senso di serenità lo pervase, una pace che mai prima di allora aveva conosciuto e per la prima volta, dopo tanti, tanti anni, non sentì più il peso della propria coscienza.

venerdì 17 gennaio 2014

La barba di Harry non piace a nonna Lilibeth.



Chi di noi non è mai stato rimproverato dalla nonna per qualche cambiamento di look?
In fondo Elisabetta II non è poi così diversa dalle altre nonne.
Il fattaccio si è consumato nella residenza di Sandringham, durante le feste natalizie. I bene informati hanno fatto capire che una simile tensione non si registrava dai tempi in cui la regina Mary si struggeva per l'amore tra suo figlio e Wallis Simpson.
Elisabetta aveva pregato Harry di radersi, prima della messa di Natale, ma il principe ha detto no.
Il braccio di ferro tra nonna e nipote durava dal ritorno di Harry dalla spedizione al Polo Sud, che già di per sé era stata motivo di ansia per l'anziana regina.

Prince Harry

Harry ha unito in sé lo spirito ribelle di sua madre e la propensione alle gaffe del nonno paterno, cosa che ha fatto disperare più volte sia il principe Carlo che la regina Elisabetta.
E come sempre succede in questi casi, la folla si è schierata dalla parte del ribelle.
Le fan del principe Harry si sono schierate decisamente a favore della barba e lui, come sua madre, ha optato per l'approvazione del pubblico, opponendo un netto rifiuto alla famiglia reale.



Ora, che Harry fosse la pecora nera, anzi, la "pecora rossa" della royal family, si è sempre saputo, fin da quando il color carota dei suoi capelli ha fatto persino dubitare della paternità di Carlo. Ingiustamente, in quel caso, perché il gene dei capelli rossi era presente sia nella famiglia Spencer (il fratello di Diana è uguale ad Harry), sia nella famiglia Mountbatten (il principe Filippo è sempre stato rossiccio, e la sua somiglianza con Harry è evidente, sia nel corpo che nel carattere).



(Nella foto, da sinistra, il principe Filippo, il principe William, il conte Charles Spencer, il principe Harry e il principe Carlo nel 1997, ai funerali della principessa Diana).

Comunque andrà a finire la storia della barba di Harry, forse questo episodio avrà delle conseguenze a livello di moda maschile, come sempre succedere in questi casi.
Del resto, il trend favorevole ai barbuti pare essere già in atto da tempo.
Resta da chiedersi se per la povera nonna Lilibeth sarà più dura da mandar giù la barba di Harry o la pelata di William...

Geopolitica dei paesi arabi e islamici


Dopo le guerre in Iraq e in Libano, le tensioni israelo-palestinesi, le ramificazioni della Primavera araba e la guerra civile in Siria, la geopolitica dei paesi arabi è divenuta ancora più complessa di quanto fosse nel Novecento.


In generale, in tutto il mondo islamico, dal Marocco fino all'Afghanistan, dal Mali all'Egitto, dalla Turchia al Pakistan, dal Sudan alla Somalia, le tensioni e le instabilità sono fortissime.



In Afghanistan l'ordine è mantenuto solo per mezzo una massiccia presenza militare dell'ONU, mentre in Siria la guerra civile continua.


Alcuni paesi islamici (Algeria, Iran, Siria e Sudan) reclamano persino la distruzione dello stato di Israele. Questo rende ancora più tesa la geopolitica del Medio Oriente, dove gli alleati degli Usa e quelli della Russia continuano a cercare di espandere la loro sfera di influenza.




The Wolf of Wall Street, la recensione

Foto Ufficiali

Riporto una recensione dell'anteprima del film, ma mi riservo di commentarlo poi a mia volta quando l'avrò visto.

Una parte della filmografia di questo incredibile cineasta è dedicata al caos, alla frenetica rappresentazione di un'interiorità distrutta, quasi sempre a causa delle droghe (sempre eccitanti e mai rilassanti) e del devasto personale, una rappresentazione formale di quella che è (per l'autore) la caratteristica saliente di una certa condizione umana, quell'abisso che ama guardare con timore. E' l'ambizione smisurata di non mostrare l'eccitazione della droga ma di comunicarla con la messa in scena. The wolf of wall street è così.

Benchè tutti sappiamo che è una storia di finanza, di eccessi e di ricchezza, la vera sorpresa è quanto sia in realtà una storia di depravazione umana, di rovina fisica e materiale del proprio corpo e della propria mente attraverso l'abuso di qualsiasi droga, il più riuscito tentativo di mostrare con le immagini la dipendenza dall'eccitazione.

Se per Scorsese ogni peccato viene inevitabilmente scontato (ma non in chiesa, come diceva in Mean Streets, quanto "nelle case, per le strade") allora la tragedia economica che oggi investe l'occidente dev'essere per forza figlia di allucinanti depravazioni. Per questo il suo Jordan Belfort (broker realmente esistito alla cui biografia si ispira il film) vive gli anni '80 e '90 in un oceano di maledizione, in una Sodoma e Gomorra che pare non avere limiti, neanche quando arriva la legge. Impossibile immaginare la soddisfazione di Scorsese nel leggere la biografia di Belfort e trovare l'anello di congiunzione tra la realtà e la sua maniera di intenderla.
The wolf of wall street non vuole indagare le cause della crisi odierna ma far sentire nello stomaco la violenza e l'abisso depravato di una categoria di uomini, far provare ribrezzo per gli eccessi e i deliri deregolamentati fino a suggerire che forse le conseguenze non potevano che essere questa situazione.
Per questo è tra i film più fenomenali ed estremi del regista, nonchè già uno dei più importanti del 2014, uno in cui il suo rigore muscolare i suoi movimenti inesorabili, forti e quasi matematici si fondono con un delirio a cui Scorsese sembra non prendere parte sempre per un pelo.
Con un andamento simile alle fasi della droga (a momenti sovraeccitati e adrenalinici, seguono altri calmi e rilassati), questo film di finanza non parla mai veramente di finanza ma del potere esercitato attraverso il dominio e della perdita di ogni controllo di uomini pronti a tutto per denaro che vivevano in una società affamata di ricchezza, disposta a credere alle promesse di uno sconosciuto al telefono, un ambiente in grado di catalizzare avidità, lussuria, ira e superbia sfrenate.
La compagnia che Belfort mette in piedi, la sua "tana del lupo", è uno straordinario coacervo di maschilismo eccessivo e ossessivo, un luogo di violenza e sopraffazione cameratesca, pieno di prostitute e droga (eccezionale la presenza continua di atti sessuali davanti a tutti, senza remore), il posto in cui fare denaro coincide con la sua trasformazione in un vizio continuamente esibito e celebrato nelle peggiori dinamiche di branco.

Su tutto questo film eccezionale regna la droga, fiumi di droga da stemperare nel sesso tanto frequente quanto poco vissuto (esilarante la messa in scena umiliante delle prestazioni da sobrio). Ed è evidente come questo sia l'ambito su cui più di tutti è il regista a volersi soffermare, quello a cui regala i momenti più potenti e la componente che pare sconvolgerlo e al tempo stesso coinvolgerlo di più. Non è difficile identificare in un ambiente di persone troppo giovani, diventate troppo ricche, troppo in fretta e con troppa disponibilità di donne e stupefacenti, la presenza di una madeleine per l'autore (sebbene non a quei livelli). Nel fare questo film sulla finanza e sul peccato che determina la pena odierna, in realtàScorsese sembra guardare anche al proprio passato, una forma di elaborazione di cosa significhi non avere freni di sorta e disporre di tutto annebbiato dalla droga.
Jordan Belfort diventa così uno dei più coinvolgenti e autentici ritratti del desiderio e dell'onnipotenza. La brama di possedere e fagocitare ogni sensazione, la noia incredibile di essere sobri e la volontà di arrivare alla massima eccitazione continuamente.

L'unico rimpianto che può rimanere è che un film così straordinario non l'abbia scritto Paul Schrader.

Presto in commercio il Viagra per lei (e fa pure dimagrire!)

Presto in commercio il Viagra per lei, aiuta pure a dimagrire

 Attesa sugli scaffali delle farmacie del Regno Unito per la fine del 2015, la versione femminile del Viagra che, in più, aiuta a dimagrire. Sviluppata dall'azienda britannica Orlibid, è una versione sintetica della melatonina, un ormone di solito associato al ciclo sonno-veglia ma che svolge un ruolo anche nella libido e nella regolazione dell'appetito. 

Assunta poco prima del rapporto, la pillola assicura un aumento della libido per almeno due ore. Il farmaco è nelle prime fasi della sperimentazione. I ricercatori del team dicono: "Se i test daranno risultati positivi, la pillola dovrebbe arrivare in vendita in Gran Bretagna entro la fine del 2015, e sarà dedicata sia alle donne che hanno qualche problema sia per quelle che invece vogliono aumentare le proprie performance sessuali".

La dieta medievale che funziona ancora oggi.



Alle prese con diete di ogni genere, l’ennesima novità arriva direttamente dagli Stati Uniti, la dieta del Medioevo. L’idea nasce da una sorta di disintossicazione, dovuta a giorni di digiuno alterno, che per i monaci medievali era parte delle regole e dei voti spirituali, mentre per le star di oggi significa purificare il corpo.
C'era poi l'abitudine di mangiare solo quello che si poteva trovare, allevare o coltivare vicino a loro. Oggi questa è detta "regola del chilometro zero".
Il cibo era un momento di ritrovo, solo durante il pranzo che avveniva nel tardo pomeriggio e poco dopo con una cena leggera, infatti la colazione era l'equivalente del brunch attuale, la seconda colazione, (un misto tra il breakfast, la prima colazione e il lunch, il pranzo)
I cibi erano pieni di spezie sia per il sapore che per la conservazione. Vi erano molte zuppe e brodi. Mancavano naturalmente cibi come le patate, i pomodori, i fagioli, le barbabietole... tutti vegetali importati dalle Americhe dopo il 1492. Per cui al loro posto c'erano rape, ceci, lenticchie e si zuccherava col miele.

La "moda dell'acqua alta"



Dei pantaloni col risvolto ho già detto tutto il male possibile, ma vogliamo parlare degli abbinamenti tra scarpe, calzini e pantaloni da uomo che si sono visti nell'ultima settimana della moda?



Credo che un clown sarebbe più sobrio.





Ma da dov'è nata l'idea di questa moda dell'acqua alta? Non sarà mica...



giovedì 16 gennaio 2014

The Wolf of Wall Street: alcune curiosità prima di vedere il film - Nodo Windsor - tie Windsor knot

«The Wolf of Wall Street», il film di Martin Scorsese con Leonardo DiCaprio, appena premiato ai Golden Globe come miglior attore, esce nelle sale italiane il 23 Gennaio. Mentre facciamo il tifo per il tanto agognato Oscar al caro Leo - eterno candidato -, ecco cinque cose da sapere su questo film.
È una storia vera. Basato sulle memorie dell’agente di cambio Jordan Belfort, il film racconta le vicende del broker di Wall Street dagli inizi della sua carriera fino all’accusa per frode e riciclaggio.
Leo è un tipo tenace. Ci sono voluti sei anni prima che DiCaprio riuscisse a portare sugli schermi la storia di Belfort. L’attore è rimasto folgorato dal ritratto impietoso e sincero di un uomo totalmente governato dall’avidità.

È un gioco di squadra. Per dirigere il lungometraggio, DiCaprio ha voluto come regista Martin Scorsese, da sempre affascinato dal confine sottile tra bene e male che c’è in ciascuno di noi. Questo è il loro quinto film insieme.
Non era tutto in copione. L’attore Jonah Hill, superata l’agitazione di recitare con il suo attore e il suo regista preferito, ha dimostrato ottime doti di improvvisazione. Anche Matthew McConaughey, pur avendo un piccolo ruolo, ha reso indimenticabile il suo personaggio grazie alle sue trovate.
Nasce prima il cinema o la realtà? Jordan Belfort, interpretato nel film da Leonardo DiCaprio, ha dichiarato che da ragazzo il suo modello era Gordon Gekko, il protagonista di Wall Street reso memorabile da Michael Douglas. A proposito di storia che si ripete.



Il nodo Windsor doppio alla cravatta. Questo da solo vale una promozione da parte della mia rubrica Nodo Windsor Club.
Ora non vi resta che dare un’occhiata alla gallery e correre al cinema.

Gli Arcani Supremi. Capitolo 68. L'Iniziazione del Duca di Albany



Lord Robert Oakwood, Duca di Albany, seppe che il momento dell'Iniziazione era arrivato quando vide i sette sigilli, e per ciascuno di essi un colore e per ogni colore uno dei Grandi Anziani, i Signori dell'Universo.



Giallo-oro per Belenos, Signore della Luce.




Rosso per Atar, Signore del Fuoco.



Bianco per Gothar, Signore dei Ghiacci.



Nero per Eclion, Signore delle Tenebre.



Verde per Kernunnos, Signore delle Foreste.




Azzurro per Vivien, Signora delle Acque.



Viola per Eiren, la Signora della Pace e della Serenità.



E per ogni colore c'era un amuleto o un gioiello.





E per ogni colore intermedio, c'era un'altra intelligenza angelica.





E per ogni arcangelo c'era un giorno e un potere.




E per ognuno un chakra.

Primo Chakra-Arcangelo Uriel - Raggio associato è l'Oro, per rilasciare i blocchi energetici radicati nel sistema.
Secondo Chakra-Arcangelo Gabriele-Raggio Associato è il Bianco, quando abbiamo biogno di vitalità.
Terzo Raggio - Arcangelo Jophiel-Raggio Associato è il Giallo, rifeito al potere, alla libertà, al controllo, alla loro mancanza.
Quarto Raggio-Arcangelo Raffaele-Raggio Associato è il Verde, pertutte le guarigioni ci Corpo e Anima.
Quinto Chakra-ArcangeloMichele-Raggio Associato è il Blu Cobalto, da richiamare per tutto cio'che si riferisce all'ascolto e alla comnicazione.
Sesto Chakra-Arcangelo Raziel-Raggio Associato è l'Indaco, il Custode dei segreti ci aiuterà con nella chiaroveggenza e chiarodienza.
Settimo Chakra-Arcangelo Zadkiel-Raggio Associato è il Viola, quando vogliamo comunicare con lo Spirito Supremo.

E così gli Arcani Supremi cominciarono a disvelarsi...

Geopolitica del Mediterraneo orientale




La geopolitica del mediterraneo spiegata tramite alcune mappe molto interessanti.


Nel mediterraneo orientale una zona particolarmente instabile è quella tra la Turchia e la Siria, dove un mosaico etnico si trova a confrontarsi con l'attrito tra i due stati, rispettivamente alleati degli Usa (la Turchia) e della Russia (la Siria) in uno scenario di rinnovata guerra fredda.





Rosiko: il risiko ambientato a Roma

Rosiko, il Risiko ambientato a Roma che spopola sul web.

Di certo qualcuno rimpiangerà la presenza del Kamchakta, storico paese dell’est europeo noto soprattutto per essere divenutoil proverbiale simbolo del Risiko. Ma di sicuro col tempo si riuscirà a trovarne un equivalente cercando tra i vari quartieri capitolini protagonisti di Rosiko, il gioco che sta spopolando sul web, ovvero la versione romana di Risiko. A ridosso del Grande Raccordo Anulare non si parla di altro da alcuni giorni, con utenti impegnati a piazzare i propri carri armati dal Pigneto alla Prenestina, dalla Garbatella a Trastevere. Ci si chiede quali possano essere gli obiettivi che il gioco consegna prima dell’inizio di ogni partita ai concorrenti, ma già si immaginano cose come “Devi conquistare la totalità della zona verde compreso il quartiere E.U.R. e almeno quattro stati della confinante zona rossa.
Ma come si gioca a Rosiko? Molto semplicemente esiste un sito internet, ben strutturato, dove pote acquistare il gioco. E siamo abbastanza convinti che presto avremo un equivalente per tutte le grandi città. Ma in effetti, il nome di fantasia in questo caso è tremendamente adatto solo alla capitale.

Se i quadri potessero parlare



E anche il quadro sotto non è da meno...

L'eleganza è un concetto assoluto o relativo?



























La frase di Audrey Hepburn che compare nell'immagine qui sopra è certamente condivisibile, ma c'è una domanda che più volte ho posto nell'ambito di questo blog che si occupa anche di estetica e cioè: cos'è l'eleganza? E' un concetto relativo o assoluto? Dipende dai gusti o si basa su regole universali, del tipo "non essere mai eccessivi"?




Se si cerca la definizione nel vocabolario si rimane delusi. Alcuni dizionari ne fanno solo una questione di abbigliamento, mentre è anche una questione di comportamento. Ma se comunque vogliamo circoscriverla all'abbigliamento e al look personale, non basta dire, come nello Zingarelli: "qualità dei vestiti di raffinata fattura", perché si pone poi il problema di cos'è la raffinatezza, e non sono sicuro che i due termini siano del tutto sinonimi.
La raffinatezza mi pare più collegata alla ricercatezza, mentre l'eleganza mi sembra più collegata al senso dell'equilibrio, della misura. Associo la raffinatezza all'estetismo decadente, mentre l'eleganza la sento più vicina al classicismo.
Ma certamente questa è una mia opinione personale.
Vorrei però che si riflettesse su una frase che è ampiamente condivisa e cioè che: l'abbigliamento classico non passa mai di moda.
Ma quali sono le caratteristiche dell'abbigliamento classico?
Non esiste un'età classica per la moda, per cui si dice che è classico ciò che, nell'ambito di una determinata epoca, rappresenta una media che evita sobriamente gli eccessi delle singole mode di ogni vario periodo dell'epoca stessa in questione.
In medio stat virtus.

La regola dell'eleganza è evitare gli eccessi della moda del momento.