mercoledì 28 novembre 2012

Camelot: tutti i volti di un mito intramontabile.


"Queste cose non furono mai, ma sono sempre", così si espresse un antico scrittore riguardo ai miti.
Il mito di Camelot non fa eccezione.
Da Geoffrey di Monmouth a Chretien de Troyes, da Dante a Thomas Malory, dall'età romantica a quella contemporanea, dai romanzi fantasy di Marion Zimmer Bradley agli innumerevoli film e serie tv sull'argomento, tutti gli autori che hanno successivamente elaborato la loro versione dei fatti e che continuano a farlo, hanno scelto questo mito perché in questo mito c'è tutto.



"Le donne, i cavalier, l'arme, gli amori, le cortesie, le audaci imprese" e non solo.
Le donne: Ginevra e Morgana. I cavalieri: Artù e Lancillotto. L'arme: l'ordine della Tavola Rotonda.
Gli amori sono quelli contrastati, che per realizzarsi vanno contro ogni ostacolo, comprese le leggi umane e divine. La prima storia è ben nota: Ginevra tradisce Artù con il migliore amico di lui, Lancillotto, il primo dei cavalieri della tavola rotonda, quello senza macchia. E' l'adulterio più famoso della storia della letteratura (assieme a quello di Elena e Paride) ripreso poi dalla pittura, dalla musica, dal teatro, dal cinema e dalla televisione. La versione cambia a seconda di come viene reso il personaggio di Ginevra.



 E' la dolce Julia Ormond nel classico "Il Primo Cavaliere" con Sean Connery e Richard Gere, nei panni di Artù e Lancillotto? In questo caso prenderemo sicuramente le parti di Ginevra.


Oppure è l'intrigante Lena Headey, una Ginevra maliziosa nella serie tv "Merlin". L'attrice è nota anche come la regina di Sparta in "300" e la perfida Cersei Lannister ne "Il trono di spade". (Per chi segue il mio romanzo, Lena Heady è uno dei due volti che ho scelto per Marigold di Gothian, l'altro è Charlize Theron in "Biancaneve e il cacciatore")


Riguardo a Ginevra, segnalo la bellissima canzone suggeritami da una lettrice (grazie Kika)"Ginevra" di Marco Ongaro.

http://www.youtube.com/watch?v=mg-iNxSdA6w



Interessante è la rivisitazione del ruolo di Ginevra nel film "King Arthur" con Keira Knightley .



Ma il vero scandalo è l'incesto tra Artù e Morgana.  (Qui sotto vediamo Eva Green nella serie televisiva "Camelot". Eva Green è anche uno dei volti che ho dato ad Ellis Eclionner nel mio romanzo)



La letteratura è comprensibilmente imbarazzata nel trattare questo argomento. Lo è a tal punto da attenuare il grado di parentela. Morgana infatti è solo sorellastra di Artù, essendo nata dal primo matrimonio della regina Igraine con Gorlois di Cornovaglia. Ma non basta. Alcuni autori decidono di sdoppiare il personaggio di Morgana, per attenuare il tabù. E così viene creata Morgause, che di Artù e Morgana è solo la zia, in quanto sorella minore della loro madre.
Il Malory attribuisce a Morgause tutte le colpe.
Ci vorranno quattro secoli per arrivare al giusto compromesso, genialmente ideato da Marion Zimmer Bradley ne "Le nebbie di Avalon"da cui poi è stato tratto il film omonimo.


Ne "Le nebbie di Avalon" infatti l'incesto è involontario e inconsapevoleMorgana e Artù sono vittime di un vero e proprio complotto politico-religioso orchestrato da Viviana, la Dama del Lago e penultima Signora di Avalon (eccellente l'interpretazione di Anjelica Houston) nonché sorella maggiore di Igraine e di Morgause. Viviana e Merlino vorrebbero generare, dall'unione di Morgana e Artù, una stirpe reale invincibile, in grado di scacciare i Sassoni e di ripristinare il politeismo dei druidi.
La colpa viene quindi "spalmata" su tre personaggi
Riassumendo: 1) Viviana crea l'occasione per l'incesto. 2) Morgana lo commette senza rendersene conto e poi, disgustata, fugge dall'altra zia.  3) Morgause aiuta Morgana a partorire e poi la convince ad affidarle il figlio della colpa, Morded, facendolo crescere nell'odio verso Camelot, per sete di potere e vendetta.


L'altra soluzione, che ricorre maggiormente nei film e nelle serie tv, è invece quella di dare tutta la colpa a Morgana, presentandola come una incantatrice, una fata malevola e invidiosa, assetata di potere.
Grande al riguardo è l'interpretazione di Morgana da parte di Helena Bonham Carter nella miniserie televisiva "Merlin" del 1998.



L'altro grande classico che vede Morgana come la cattiva in assoluto è il film "Excalibur".
Morgana concepisce volontariamente e premeditatamente il figlio Mordred per poi allevarlo e istigarlo al parricidio.





Il personaggio di Mordred ripropone un altro topos della letteratura di tutti i tempo, il parricidio,
A differenza però del parricidio inconsapevole di Edipo, di quello indiretto di Amleto (che uccide il marito della madre, risposatasi con lo zio) e di quello ancora più mascherato di Ivan Karamazov, quello di Mordred nei confronti di Artù è non solo consapevole e volontario, ma addirittura premeditato.



Va detto che ne "Le nebbie di Avalon" il personaggio di Morded appare più che altro una vittima delle ambizioni della zia Morgause.


Joan Allen as Morgause and Hans Matheson as Mordred in The Mists of Avalon (2001)

La sete di potere di Morgause porta Mordred a crescere nell'odio verso il padre e verso la perfezione del suo regno
Se Camelot è il simbolo del governo ideale (si usò questo termine persino per parlare della presidenza di John Kennedy) , Mordred diventa il simbolo della corruzione, che porta il regno ideale alla rovina.



Una lettura antropologica vede in primo luogo la punizione del tabù infranto da Artù e Morgana, a prescindere dalla loro maggiore o minore consapevolezza nel momento dell'amplesso.
Una lettura religiosa vede in Mordred la punizione della magia, personificata da Merlino, Viviana e Morgana: il druido pagano, la grande sacerdotessa di Avalon e la Fata bellissima e ambiziosa, unica sopravvissuta nel gran finale e pertanto destinata a diventare anche l'ultima Signora di Avalon, 



La distruzione di Camelot, che era iniziata con la fuga di Ginevra e di Lancillotto e con la dispersione dei cavalieri della tavola rotonda nella ricerca del Graal, simbolo dell'Utopiasi compie (come nell'Iliade), con un duello e un tradimento. La battaglia di Camlann vede Artù e Morded fronteggiarsi e infine uccidersi a vicenda. L'epica e la tragedia si uniscono in un gran finale dove muoiono tutti, tranne Morgana, a cui spetta il compito di portare Artù morente ad Avalon.





L'immagine della barca che porta Morgana e Artù ad Avalon, è carica di simboli e singificati: la magia che svanisce nella nebbia, l'utopia che fallisce, il paganesimo che muore, l'età della cavalleria che lascia il posto all'età mercantile, la fine della civiltà cortese e di quella romantica, la dissolzione di tutti i sogni, che come si sa, muoiono all'alba.

martedì 27 novembre 2012

Gothian. Capitolo 130. Alienor e Lorran: la principessa e il pirata.



Lorran Plum , vicecomandante dei pirati dell'Alleanza di Tupile, sapeva di piacere ad Alienor di Alfarian, ma nello stesso tempo sapeva che, agli occhi del mondo, l'erede al trono degli Alfar avrebbe dovuto sposare un nobile, possibilmente di sangue reale.
Io sono un pirata, figlio di pescatori. Non ho una goccia di sangue aristocratico nelle vene.
A dire il vero Lorran odiava i nobili.
Nel migliore dei casi sono dei parassiti, nel peggiore degli arroganti e dei prepotenti.
Questo presupposto giustificava, ai suoi occhi, l'esistenza stessa della pirateria. Ma una tale visione del mondo era entrata in crisi nel momento in cui si era innamorato di Alienor.
Lei è diversa, è gentile, generosa, ed ha affrontato quest'avventura con molto coraggio e capacità di adattamento. In lei la nobiltà di stirpe è diventata nobiltà d'animo.
E poi gli piaceva il fatto che Alienor riuscisse a mantenere un'ammirevole compostezza in tutte le circostanze.
E' il suo modo di fare che mi piace, oltre al suo aspetto. E' elegante, ha classe.
All'inizio aveva cercato di non dare corda a questi sentimenti, ma alla lunga aveva dovuto cedere.
Sentiva di essere realmente innamorato di Alienor.



Lei era sempre molto cordiale con lui, e mostrava di gradire molto la sua compagnia. Parlavano spesso e a lungo, lui riusciva a farla ridere, a renderla allegra, ed evidentemente lei ne aveva bisogno.
Insomma, Alienor accettava e apprezzava il suo corteggiamento.
Però c'è sempre qualcosa che la spinge a frenare i suoi sentimenti. Sa di avere degli obblighi che derivano dalla sua condizione sociale. Noblesse oblige...
E poi c'erano considerazioni di carattere politico.
Tutti gli altri membri della famiglia reale degli Alfar erano stati trasformati in vampiri dal conte Fenrik, ed Alienor rimaneva l'unica continuatrice della stirpe elfica del regno del nord.
La salvezza del suo popolo dipendeva da lei e dalle sue scelte.
Gli Alfar discendono dagli Elfi, si considerano Elfi essi stessi, credono di essere un popolo superiore, cercano di mantenere la purezza dei loro tratti somatici... alti, longilinei, pelle chiarissima, occhi celesti, capelli biondi. Tollerano i Mezzosangue solo quando sono nobili, come Marvin Vorkidian.
Se li immaginava insieme, gli pareva quasi di vederli, Marvin e Alienor, lui vestito in panni regali, e lei ancora più elegante.



Gli Alfar avrebbero accettato un re come Marvin, che già deteneva la corona dei Keltar, i discendenti degli antichi Celti, abitatori della grande pianura dell'Amnis.
Un matrimonio politico tra Alienor e Marvin potrebbe portare all'unificazione del Continente, e alla fusione dei tre popoli. 
Chi sono io per impedire tutto questo?
In fondo Marvin Vorkidian aveva sconfitto il Conte di Gothian, e avrebbe liberato gli Alfar dalla loro sudditanza ai vampiri.
Eppure queste considerazioni non mi impediscono di pensare sempre a lei. E leggo nei suoi occhi che anche lei prova gli stessi sentimenti.



Quali considerazioni dovevano prevalere? Venivano prima i suoi doveri verso il suo popolo, oppure i suoi sentimenti?
Prima o poi dovrò affrontare con lei questo discorso, ma non è ancora il momento. L'amore è come una pianta che ha bisogno di tempo per diventare più forte e resistere alle avversità.
Se veramente lei provava un sentimento forte come quello che provava lui, allora, in un modo o nell'altro, quell'amore avrebbe trovato il modo di manifestarsi.



N.d.A.
Lorran Plum è rappresentato da Orlando Bloom nelle vesti del pirata Will Turner nella serie "Pirati dei Caraibi".
Alienor di Alfarian è rappresentata da Tamzin Merchant nella parte di Catherine Howard nella serie "I Tudor".
Marvin Vorkidian in questo post è rappresentato da Jonathan Rhys Meyers, nei panni di Enrico VIII.

lunedì 26 novembre 2012

Artù nei poemi e romanzi cavallerschi



Le prime versioni in francese del ciclo arturiano medievale furono il Roman de Brut (1155) le opere di opere di Robert de Boron e di Chretien de Troyes, trovatori francesi del XII secolo, che introdussero nel modello arturiano alcuni nuovi elementi fondamentali:

1) La cavalleria e gli ideali che ad essa sono legati: onore, coraggio, lealtà, destrezza, generosità e protezione dei deboli dagli abusi dei prepotenti.



2) La corte di Camelot, dove Artù risiede, destinata a diventare sinonimo di perfezione assoluta, di età dell'oro, di massima giustizia, verità e bellezza.



2) La tavola rotonda, che diventa il simbolo dell'ordine cavalleresco che si viene a creare intorno ad Artù, tanto che le gesta dei suoi cavalieri diventeranno quasi più importanti delle sue.
Qui sotto possiamo vedere i nomi dei più famosi cavalieri della tavola rotonda.



3) L'amore, che è il tema principale della letteratura cortese medievale.




4) Le donne, che sono le destinatarie dell'amore (in particolare si tratta delle "dominae", cioè le signore, le mogli dei castellani), in particolare la bellissima regina Ginevra, moglie di Artù e amante di Lancillotto (torneremo sul tema del tradimento amoroso). Il nome celtico della regina è Gwenywar.



5) Il Santo Graal, la cui ricerca disperderà i cavalieri della tavola rotonda e segnerà il declino del regno di Artù. I due cavalieri destinati a trovare il Graal sono Perceval (o Parsifal) e Galahad (figlio di Lancillotto).



6) La fata Morgana, avversaria di Merlino e sorella di Artù, in quanto figlia di Igraine e del primo marito Gorlois di Cornovaglia.
Vedremo che ci sono due tradizioni riguardanti Morgana: una che sostiene che ella commetta un incesto col fratello Artù, e da quell'unione nasca Mordred, il traditore che ferisce a morte il re nella battaglia di Cammlan. L'altra tradizione sostiene che la madre di Mordred sia Morgause, sorella o zia di Artù, moglie di Lot delle Orcadi e madre dei cavalieri Gawain, Agrawain, Gaheris e Gareth.

File:Morganlfay.jpg

7) La foresta di Broceliande, nella Bretagna francese, dove visse a lungo Merlino.









8) La Dama del Lago, Viviana detta anche Niniane o Nimue. E' la madre di Lancillotto del Lago, avuto dal re Ban della Bretagna francese. In alcune versioni consegna la spada ad Artù oppure ad Uter o a Merlino.



9) La spada nella roccia.  Secondo alcune versioni la spada Excalibur sarebbe stata data da Viviana al padre di Artù, il re Uter. Poiché, alla morte di Uter, Artù era ancora un bambino (allevato da Merlino presso la dimora di Ser Ector e Ser Kay), il mago avrebbe infilato la spada in una incudine al centro di Londra e avrebbe stabilito che solo chi avesse estratto tale spada sarebbe potuto diventare re di Britannia.



10) Avalon viene descritta più ampiamente e identificata con la Glastonbury Tor, detta anche Ynis Witrin



Vista de Glastonbury Tor

Nel prossimo post parlerò dell'evoluzione del mito arturiano nei secoli successivi.



domenica 25 novembre 2012

Gothian. Capitolo 129. Marvin e Igraine: l'incontro col destino.




La riunione del Consiglio privato di Marvin Vorkidian, re dei Keltar, era stata particolarmente lunga e delicata, a causa della spaccatura tra coloro che volevano continuare la guerra attaccando gli eserciti del Conte di Gothian a nord, e quelli che invece preferivano limitarsi alla difesa del regno.
Marvin aveva ascoltato in silenzio, per ore, il parere di tutti.
L'unica che non ha parlato è Igraine.
La giovane duchessa di Logres era rimasta in silenzio, attenta e immobile, nel suo vestito color malva.
Ha una compostezza veramente regale, e una gran resistenza: non mostra alcun segno di stanchezza.
Marvin decise di aggiornare la riunione al giorno successivo.
Attese che i consiglieri se ne andassero e notò che Igraine rimaneva al suo posto.
E' chiaro che vuole parlarmi. 
Quando rimasero soli le chiese:
<<Lady Igraine, come mai non avete espresso il vostro parere?>>
Lei lo guardò con quella sua espressione nel contempo tranquilla e determinata:
<<Per lo stesso motivo per cui non l'avete espresso voi. Il saggio riflette su quanto hanno detto gli altri, prima di prendere una decisione>>
Marvin ammirò la disciplina di  quella giovane donna:
<<Vi andrebbe di fare due passi con me fuori dall'accampamento, per rinfrescarci le idee e sgranchirci le gambe?>>
Igraine annuì:
<<Speravo che me lo chiedeste>>
Gli si avvicino, e gli porse il braccio.
Sa essere femminile e forte nello stesso tempo.
La prese sottobraccio ed uscì con lei dalla tenda centrale.
L'uscita dell'accampamento era immediatamente dietro la grande tenda delle riunioni.



Fuori, il vento di aprile portava con sé le fragranze della primavera, e l'erba verde delle pianure ne era come accarezzata.
Marvin sentiva un forte magnetismo che gli faceva sentire il bisogno di stare vicino a Igraine, al calore delle sue braccia e del suo respiro.
<<Possiamo darci del tu e chiamarci per nome?>>
Igraine annuì:
<<Grazie Marvin, in fondo, almeno in apparenza, siamo i più giovani>>
In apparenza.
Forse anche in lei si sono risvegliate le "altre memorie"?
Assomigliava così tanto alla moglie di Vorkidex, la regina Ygerne, che pareva esserne la reincarnazione.
<<L'altro giorno mi hai chiesto se credevo nella trasmigrazione delle anime. Conosci forse qualcosa che io non so, al riguardo?>>
Lei si fermo e lo fissò, con il viso molto vicino al suo:
<<Perché me lo chiedi? Non conosci già la risposta dentro di te?>>
Marvin provò di nuovo la sensazione di aver vissuto già infinite volte quella situazione..
<<So solo che ho come l'impressione di conoscerti da sempre>>
Il vento le accarezzava i capelli, ed il sole illuminava il suo volto.



<<E' la stessa sensazione che provo anch'io>>
Un brivido percorse la schiena di Marvin.
<<E questo ha qualcosa a che vedere con la trasmigrazione delle anime?>>
Lei sorrise:
<<Le anime gemelle sono destinate a rincorrersi per l'eternità>>
Anime gemelle.
Perché allora io nei miei sogni ho visto solo Alienor?
Era difficile ragionare quando si era in preda ad un senso di attrazione così forte come quello che lui provava per Igraine.
<<L'Arcidruido mi disse che la vera felicità si trova soltanto quando l'anima si libera dal ciclo di morte e rinascita. Chi precipita di nuovo in questa vita, vuol dire che ha commesso dei peccati, e deve scontare il suo karma>>
Nel continente orientale usavano quella parola.
Lei sorrise:
<<Per gli orientali ogni forma di attaccamento è un peccato, e quindi anche l'amore. Dicono che le anime gemelle sono condannate a tornare in questo mondo pieno di sofferenze, per ricercarsi>>
Marvin sentiva che c'era del vero in quelle parole.
<<Temo che il più delle volte non si ritrovino, e restino sole>>
Lei chiuse gli occhi, e la sua voce divenne remota:
<<A volte possono passare anche mille anni, prima che si ritrovino. Non viene dato loro nessun indizio, prima che si incontrino, ma quando le loro strade si incrociano, allora provano quello che noi stiamo provando, con l'unica differenza che noi siamo stati iniziati agli Arcani Supremi, e abbiamo le "altre memorie">>
In quel momento Marvin capì, e lasciò che a parlare fosse l'anima di Vorkidex che era dentro di lui:
<<Ygerne... se sei veramente tu, dammi una prova...>>
Igraine aveva gli occhi lucidi:
<<Prima della battaglia in cui fu ucciso, Vorkidex  disse ad Ygerne: "Le temps viendra. Il nostro tempo ritornerà">>
Era vero.
Le disse proprio quelle parole, ed erano soli.
Ormai era tutto chiaro, tranne una cosa:
<<Perché allora nelle mie visioni compare Alienor di Alfarian?>>
Temeva di aver offeso Igraine parlandole di questo, ma la fanciulla non mostrò alcuna sorpresa:
<<La principessa degli Alfar ti si mostra in sogno per esortarti a salvare il suo popolo dalla trasformazione a cui Fenrik di Gothian li vuole condannare. In cambio, lei combatterà contro l'usurpatrice Marigold>>
Quelle parole rispondevano a moltissime domande.
Io contro Fenrik, Alienor contro Marigold, come era destino. Ma la mia anima gemella è qui, di fronte a me.
L'effetto di quella rivelazione lo scosse nel profondo, e per prendere tempo, espresse un'ultima domanda:
<<Conosci altro, riguardo al mio futuro?>>
Igraine scosse il capo:
<<Nient'altro riguardo al futuro. Ma c'è un meraviglioso presente tutto da vivere>>
Oramai i loro volti si toccavano, come i loro corpi.
Marvin affondò le mani nei suoi capelli e lei lo abbracciò.
Il loro bacio fu all'inizio passionale e irresistibile, e poi sempre più dolce e tenero.
Poi non ci fu più bisogno di parole.




N.d.A.

Igraine di Logres è rappresentata da Sansa Stark de "Il gioco del trono" ne "Le cronache del ghiaccio e del fuoco di George Martin, intepretata dall'attrice Sophie Turner.

sabato 24 novembre 2012

Artù nella letteratura latina medievale



Come si è detto nel post precedente, il primo modello del mito arturiano si trova nell'Historia Regum Britanniae di Goffredo di Montmouth.
In tale modello i genitori di Artù sono Uther Pendragon, re supremo di Britannia, e lady Igraine di Tintagel, duchessa di Cornovaglia. Quando Uther si innamora di Igraine, ella è ancora sposata col duca Gorlois di Cornovaglia, che, dopo essersi accorto dell'interesse del re per sua moglie, la tiene segregata nella fortezza di Tintagel, che si trova nell'estrema punta della Cornovaglia. 
Le rovine del castello di Tintagel esistono ancora e si possono visitare.



Il concepimento di Artù avviene grazie ad un incantesimo operato dal mago Merlino, che dona ad Uther le fattezze di Gorlois, il quale viene ucciso poi dagli uomini del re. In cambio Merlino ottiene di diventare il tutore del bambino che nascerà da quell'unione. E così per la prima volta il personaggio di Merlino, presente nella letteratura celtica, viene collegato a quello di Artù. Può sembrare strano che in una cornice cristiana come quella del ciclo bretone ci sia spazio per la magia, ma dobbiamo tenere a mente le origini celtiche del mito, che giustificano la presenza della magia in un personaggio come Merlino che molto probabilmente rispecchia la figura di un antico druido della religione dei Celti.



In questa prima versione letteraria la spada di Artù si chiama Caliburnus, "acciaio", da cui deriverà, tramite l'ablativo di materia "Ex caliburno", la successiva forma Excalibur.
Vengono poi narrate dodici battaglie vittoriose di Artù contro i Sassoni, di cui la più importante è quella di Mount Badon, collocata nell'anno 516.
Il modello del Montmouth fornisce anche i nomi dell'ultima battaglia, combattuta a Camlann nel 537 contro il traditore Mordret (che ancora non è diventato il figlio incestuoso di Artù e sua sorella Morgana, come accadrà nelle versioni successive), e il luogo dove Artù, ferito gravemente, viene condotto per rimanere in uno stato tra la vita e la morte, grazie alla magia: il luogo è Avalon, indicato secondo la nomenclatura inglese di Glastonbury.



La collina di Glanstonbury, detta Glastonbury Tor, si trova nella contea del Somerset, ed era anticamente chiamata, in lingua celtica, Yinis Witrin, isola di vetro, in quanto il territorio circostante, soggetto ad annuali inondazioni, trasformava la collina in un'isola che si specchiava nelle acque come  se queste fossero di vetro.
Tale isola era anche chiamata Avalon, la cui etimologia pare si possa ricondurre a "isola delle mele", per i frutteti che ospitava.
Luogo sacro per i Celti, la zona di Glastonbury lo divenne anche per i cristiani, che vi fondarono una abbazia, nelle cui rovine furono trovate le tombe di Artù e Ginevra.




L'abbazia fu distrutta per ordine di Enrico VIII Tudor durante lo scisma anglicano. Paradossalmente i Tudor erano gallesi, per ascendenza paterna (avevano anche i capelli rossi, tipici della popolazione celtica) e il fratello maggiore di Enrico VIII si chiamava Arthur.
C'era infatti, tra i Britanni e i Bretoni (cioè gli abitanti della Bretagna francese) la leggenda secondo cui Artù non era mai morto e un giorno sarebbe tornato per ridare la libertà alle popolazioni celtiche di Galles, Cornovaglia e Bretagna francese.
Questa leggenda va sotto il nome di "Speranza dei Bretoni", detta anche, per la sua improbabilità, la "Speranza vana".
Eppure ci furono due tentativi di riportare un Artù sul trono di Britannia.
Oltre a quello di Arthur Tudor, principe del Galles, c'è il caso di Arturo Plantageneto, duca della Bretagna francese e nipote di re Riccardo I Cuor di Leone. Arturo era erede di Riccardo, ma lo zio Giovanni gli usurpò il trono.
Nella prossima puntata parlerò di come il mito di Artù si è evoluto nei poemi cavallereschi.

venerdì 23 novembre 2012

Gothian. Capitolo 128. Marigold concede potere al clero di Eclion




La nomina del cardinale Augustin Arenga alla carica di Primo Ministro aveva fatto scalpore a Lathena, perché di fatto rappresentava una notevole concessione di potere, da parte dell'imperatrice Marigold di Gothian, al Clero del dio Eclion, o meglio all'Alto Clero.
Vi era infatti una frattura interna al Clero di Lathena: da una parte c'erano il Sommo Sacerdote, i cardinali e i vescovi  e dall'altra c'erano i sacerdoti comuni, parroci o cappellani, che facevano riferimento all'Ordine della Grande Canonica, che Marigold aveva sciolto, dando fuoco alla sede e provocando così la morte del Priore Izumir Mollander.
<<Il Sommo Sacerdote ha dichiarato ufficialmente eretici tutti i canonici>> disse il cardinale all'imperatrice.
Marigold capì subito l'implicazione di quel discorso:
<<Quindi richiede al "braccio secolare", e cioè a me, di eseguire le condanne. Immagino che ci sarà molto odore di carne bruciata, dopo che avrò mandato al rogo tutti i canonici>>
Il cardinale annuì:
<<Lo facciamo per salvare le loro anime. Si sono macchiati di peccati gravissimi, come la magia nera e la blasfemia, dichiarando che Eclion non è un dio, ma un demone, e insinuando l'idea che sarebbe il Signore delle Tenebre!>>
L'imperatrice cercò di non lasciar trapelare i suoi pensieri.
I canonici hanno solo detto la verità, cosa molto pericolosa di questi tempi.
C'era però un punto che la spaventava:
<<La loro conoscenza della magia, ed in particolare della necromanzia, rischia di renderli più pericolosi da morti che da vivi, come è successo col priore Mollander>>



Lo spettro del defunto Priore perseguitava Marigold da mesi, ed era responsabile di molti dei suoi fallimenti, in particolare la fuga di Lilieth Vorkidian e di Alienor di Alfarian.
Il cardinale però si mostrò irremovibile:
<<Non credo che abbiano tutti le conoscenze che aveva Mollander.  Lui è morto senza pentirsi, per cui la sua anima è condannata a vagare in eterno in questo mondo, ma se gli altri saranno... come dire... persuasi a pentirsi... allora le porte dei cieli si spalancheranno davanti a loro>>
Marigold era scettica:
<<Siete sicuro che un pentimento ottenuto sotto tortura possa essere considerato valido?>>
L'alto prelato si avvalse dell'argomento d'autorità:
<<Il Sommo Sacerdote ne è certo>>
L'imperatrice dovette fare ricorso a tutto il suo autocontrollo per non dichiarare apertamente quello che pensava del Sommo Sacerdote.
<<Ipse dixit... non è così? I retori che parlano in Senato potrebbero obiettare che l'argumentum ab auctoritate è una fallacia argomentativa>>
Il cardinale scrollò le spalle:
<<La maggioranza dei senatori sta dalla parte del Sommo Sacerdote>>
Marigold non ne era così sicura.
Sono clericali per convenienza, come me, ma non sono stupidi... se un argomento non sta in piedi, se ne accorgono!
Ma per il momento l'Alto Clero era un alleato necessario.
<<E va bene! Firmerò la condanna al rogo per tutti i canonici! Ma in cambio voglio che voi convinciate il Senato a riconoscere mio marito Elner come unico e legittimo imperatore e ad attribuire a me la reggenza in suo none!>>



<<Sarà fatto, Maestà>>
La voce del cardinale era solenne, ma l'orecchio attento di Marigold vi scorse una punta di ipocrisia.
Lui mi vede come una strega pagana... se fosse per lui sarei la prima a bruciare al rogo! Ma per il momento ha bisogno di me come io ho bisogno di lui.
Le venne un'idea:
<<Intendo convertirmi al culto di Eclion. Dopotutto, quando l'imperatore tornerà, io e lui daremo vita alla discendenza divina, e la dinastia Eclionner potrà finalmente contare su un erede degno di questo nome>>
Il cardinale valutò quell'offerta:
<<La nostra religione è monoteista, per cui vi sarà chiesto di respingere apertamente il legame col demone Atar, di cui dite di essere figlia>>
Marigold dominò un impulso di rabbia.
Io sono figlia di Atar, e lo sarò per sempre! Le parole dette sono solo aria, mentre i miei pensieri saranno sempre con lui.
Le iridi dei suoi occhi scintillarono di pagliuzze dorate.
<<La mia dedizione d'ora in avanti andrà esclusivamente ad Eclion, che mi ha scelta come prosecutrice della sua stirpe imperiale>>
Era una partita pericolosa, quella che stava giocando con il cardinale, ma era necessaria per la legittimazione del proprio potere.
<<Riferirò la vostra intenzione al Sommo Sacerdote, e sosterrò la vostra causa>>
Marigold sorrise:
<<La nostra causa, Eminenza... la nostra causa!>>


N.d.A.

Nella prima immagine si può vedere Anna d'Austria, regina di Francia, con il cardinale Richelieu.
Nella seconda il grande Christopher Lee nei panni del conte Douku rappresenta lo spettro del priore Izumir Mollander.
Nella terza immagine Loki rappresenta l'imperatore Elner XI Eclionner.


giovedì 22 novembre 2012

Chi era, storicamente, re Artù?



Il testo che ho indicato qui sopra, Re Artù di Marc Bolland, ed. Il Mulino,  e che sto leggendo in questi giorni, affronta tutte le sfaccettature del mito aturiano, a partire dalle sua radici storiche, di cui oggi voglio occuparmi.
In primo luogo va detto che il nome Arthur ha una origine celtica, infatti la sua radice Art- vuol dire, in irlandese e gallese, "orso". Sono state proposte altre etimologie, ma meno convincenti.
Le fonti storiche convalidano la tesi dell'origine celtica del nome, che si spiegherebbe se si considera che Artù viene presentato come colui che difendeva i Britanni, stirpe celtica, contro i Sassoni, che poi conquistarono quella che in seguito diventerà l'Inghilterra. Lo scenario in cui si collocano le gesta di Artù è infatti quello della Britannia del V secolo, che dopo essere stata abbandonata dai Romani, deve difendersi dagli attacchi degli Angli e dei Sassoni.

File:Britain in AD500 - Project Gutenberg eText 16790.jpg

I Britanni controllavano la parte occidentale dell'isola, che veniva indicata dai Sassoni con il termine Welsh, che italianizzato indica non solo il Galles, con i suoi regni di Gwynedd e Dyfed, ma anche la Dumnonia (futura Cornovaglia) e vaste aree che sarebbero diventate in seguito le contee inglesi del Somerset e dei territori intorno a Londra. 
Poiché la Britannia era stata colonia romana per quattro secoli, i Britanni erano popolazioni celtiche molto romanizzate, specialmente quelle dei centri urbani. La resistenza dei Britanni contro i Sassoni durò per secoli e di fatto il Galles è rimasto un principato a se stante, di popolazione celtica, anche se anglicizzata.
Il monaco Gildas, nel suo De excidio Britanniae, fa riferimento alla battaglia di Monte Badon, in cui i regni federati delle tribù dei Britanni sconfissero e fermarono i Sassoni. Tale battaglia, di cui parla anche Beda il Venerabile, è collocata a cavallo tra il V e il VI secolo dell'era cristiana.
Il condottiero vincitore di questa battaglia, secondo l'Historia brittonum del monaco Nennio era Artù, che deteneva il titolo di dux bellorum, cioè comandante supremo in guerra.

File:Beda Petersburgiensis f3v.jpg

Secondo Gildas, dopo che le legioni romane avevano lasciato la Britannia, si erano succeduti alcuni uomini forti di stirpe romana, tra cui Costantino III, che si era proclamato imperatore, e che successivamente verrà identificato con il Costantino che fu padre di Uther Pendragon, a sua volta padre di Artù.
Alla morte di Costantino, il potere supremo sulla Britannia fu esercitato per lungo tempo da Vortigern, di stirpe celtica, considerato un tiranno e un usurpatore, perché per otterene il comando avrebbe stipulato un patto con i Sassoni, cedendo loro le coste orientali del regno.
La figura di Vortigern diventerà molto importante nelle leggende arturiane, perché sarà protagonista di alcuni episodi della vita di Merlino, con cui inizia il ciclo bretone.
L'oppositore più importante di Vortigern fu il condottiero di stirpe romana Ambrosio Aureliano, che fu il primo comandante della resistenza contro i Sassoni.
Nella rivalità tra Vortigern e Ambrosio Aureliano sarà quest'ultimo a prevalere.
 Secondo la Historia Regum Britanniae di Goffredo di Monmouth, Ambrosio Aureliano fu re supremo di Britannia fino alla metà del V secolo e il suo successore sarebbe stato Uther Pendràgon, padre di Artù.



Dal punto di vista storico l'opera di Goffredo di Monmouth è in gran parte inattendibile e alcune cose sono del tutto inventate, per cui è più corretto considerare l'Historia regum Britanniae come un'opera letteraria, quella che ha creato il paradigma arturiano, a partire dalla nascita di Artù.
Di questo e di altro parlerò la prossima volta!

mercoledì 21 novembre 2012

Gothian. Capitolo 127. Vyghar rivela un segreto a Lilieth



Dopo che anche Sephir Eclionner e le sue legioni ebbero abbandonato la città di Lathena, l'idea del comandante pirata Vyghar di Linthael di assaltare la città incominciò a trovare ampi consensi tra i vari capitani che erano giunti a Tortuga per la riunione del Consiglio.
<<Allora presto ci sarà la guerra?>> gli chiese Lilieth, quando lui tornò dall'ennesima riunione.
Vyghar annuì con aria stranamente severa, e poi disse:
<<Lilieth, ti devo parlare di una cosa che ho intenzione di rivelare prima che il Consiglio decida di approvare la spedizione contro Lathena. Ciò che sto per dirti ha una rilevanza particolare anche dal punto di vista, se mi concedi il termine, politico>>
La donna ne fu sorpresa:
<<Non vorrai metterti anche tu a competere nel gioco del Trono!>>
Il pirata scosse il capo:
<<Non in prima persona, ma c'è una ragione per cui il mio parere potrebbe essere richiesto dal Senato imperiale>>
Lilieth incominciò a preoccuparsi sul serio:
<<Cosa c'entri tu col Senato imperiale?>>



<<Negli archivi del Senato è contenuta una informazione che io ho cercato in tutti i modi di mantenere segreta e che riguarda la mia famiglia. Tutti sanno che mio padre fu l'ultimo conte di Linthael e che il suo castello venne bruciato nell'anno della Primavera di Sangue. Quello che nessuno sa è che dopo quell'evento, Sephir Eclionner mi ospitò presso il suo rifugio negli anni dell'esilio e mi aiutò a creare l'Alleanza di Tupile>>
Lilieth sospirò:
<<Sephir era il principale committente delle tue scorrerie, pensavo che i vostri rapporti si limitassero a questo...>>
Vyghar la fissò con aria solenne:
<<C'era un legame più profondo. Mia madre Elaine Tinuviel era sua cugina e mia nonna materna Luthien era una Eclionner, sorella minore dell'imperatore Wechtigar XVI. Questo fa di me, dopo Sephir e Marvin, il terzo nella linea di successione al Trono imperiale>>


The Choice of Lúthien by Jenny Dolfen

Un lungo silenzio seguì questa affermazione.
Lilieth non aveva mai conosciuto la madre e la nonna di Vyghar, e lui non ne aveva mai parlato con nessuno. Tutti pensavano che quel silenzio fosse dovuto esclusivamente al dolore di averle perse prematuramente, ma non era così.
<<Perché non me l'hai mai detto?>>
Il pirata si accigliò:
<<All'inizio era solo perché non volevo rinnovare un dolore indicibile, poi mi resi conto del pericolo che correvo se qualcuno avesse ricordato ad Ellis Eclionner l'esistenza di un legittimo erede al Trono. Infine, temevo che, se tu avessi saputo che ero parente, seppure alla lontana, di tuo marito,  e che rientravo nella linea di successione, mi avresti percepito come un nemico per la tua famiglia e non avresti mai accettato le mie attenzioni e tanto meno i miei sentimenti>>
Lei rimase pensierosa.
Come sempre, prima di parlare, rifletteva a lungo:
<<Avrei preferito la verità. Quando si decide di stabilire una relazione, bisogna essere sinceri, perché prima o poi tutti i nodi vengono al pettine. Promettimi che tra noi due non ci saranno più segreti>>
Vyghar sentì di essere stato perdonato, e si rilassò:
<<Dicono che le promesse di un marinaio non hanno molto valore>>
Lilieth sorrise:
<<Oh, se è per questo dicono anche che una donna su una nave porti sfortuna. Ma non mi sembra il mio caso>>
Lui le prese la mano:
<<Prometto che non ci saranno più segreti tra noi>>
Un bacio suggellò la promessa ed il perdono.




N.d.A.
Vyghar di Linthael è rappresentato da Johnny Depp nel ruolo di Jack Sparrow nella serie "Pirati dei Caraibi"
Il Senato imperiale di Lathena è simile al senato dell'antica Roma, anche se la dicitura "Senato imperiale" è tratta dalla serie di "Guerre stellari".
Il nome Elaine è tratto dai romanzi arturiani, in quanto è il nome della moglie di Lancillotto.
Il nome Luthien Tinuviel è invece tratto dal Silmarillion di Tolkien.