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lunedì 13 febbraio 2012

Gothian. Capitolo 11. Ellis e i giardini pensili di Lathéna

L’Acropoli di Lathéna era il centro storico, politico, sociale e culturale non solo della città, ma di tutto l’Impero Lathear
Era stata costruita prima che Arexatan Eclionner prendesse il potere e trasformasse l'antica Repubblica in un Impero. 


Arexatan aveva fatto costruire sull’Acropoli un’enorme fortezza, con al centro una massiccia Piramide a gradoni, e per ogni grado, sul terrazzamento, c’era un giardino pensile meravigliosamente curato. 


Al vertice della Piramide c’erano gli appartamenti della famiglia imperiale.
 In cima alla cuspide dell'edificio brillava un disco d’oro, a simboleggiare Eclion,  il Sole, che aveva generato il primo imperatore.
Per mille anni i sovrani della Dinastia Eclionner avevano governato l’impero dall’alto di quella piramide, senza farsi mai vedere dal popolo.
A tutti gli imperatori Eclionner era piaciuto molto recitare il ruolo di semidei, e alla fine erano arrivati a credere alla loro stessa finzione, ritenendo veramente di avere una natura sovrumana. E la piramide era il simbolo della separazione tra la “marmaglia umana” e la purezza di sangue della Dinastia. La "limpieza de sangre", in nome della quale spesso gli Eclionner si erano sposati tra di loro, col grado di parentela di cugini.
La stessa Imperatrice Vedova, Ellis, aveva sposato suo cugino Elner X.
Ma non si era limitata a quello.
I suoi pensieri non si soffermavano mai più di qualche istante su quel discorso.
Per scacciare le ossessioni moleste, Ellis amava recarsi nel giardino pensile del grado più alto, quello riservato solo a lei, a suo figlio ed ai suoi intimi.
Nel giardino c’erano zone erbose, altre boscose, una fontana con un ruscello che alimentava una piscina. Ogni giorno quest’ultima veniva svuotata e riempita di nuova acqua fatta risalire dai pozzi con grande fatica degli schiavi.


Quel giardino pensile e quella piscina erano i luoghi che Ellis amava di più.
La Reggente ritrovava la pace interiore, quando poteva rinfrescarsi in quell'acqua che rifletteva l'intenso blu del cielo, lasciandosi accarezzare i capelli e le spalle dalla brezza tiepida e profumata delle palme che crescevano intorno. 


Quel giorno Ellis si sentiva particolarmente soddisfatta. Era da poco arrivato un piccione viaggiatore con il messaggio tanto atteso, scritto in codice cifrato dall’ammiraglio Travemund, nel quale si confermava che il piano riguardante la principessa Alienor, suggerito dalla contessa Marigold di Gothian, era stato ormai definito e programmato in una maniera che ella non esitava a definire “deliziosa”.
         Bene! Tutto sta andando come avevo previsto...
Si alzò dolcemente e con lentezza uscì dall'acqua, subito raggiunta dalle fidate ancelle che le portarono un soffice e caldo mantello.
Dopo essere rimasta sdraiata alcuni minuti su uno dei letti, l'imperatrice si alzò per passeggiare verso i bordi del grande giardino, da dove si poteva dominare l’intera città.


L’aria di Lathéna, quel mattino, era cristallina come l’acqua di una sorgente, e la città brulicava di vita, pulsava come un grande cuore che faceva andare avanti tutto l’Impero.
Ellis respirò profondamente, assaporando la purezza dell’aria in cima all’Acropoli, e si sentì pervasa da un’euforia connessa al potere illimitato.
Presto la finzione della Reggenza non sarà più necessaria: assumerò personalmente la corona, mi risposerò e avrò altri figli, e regnerò col mio nome su tutto il Continente Centrale, e poi anche sugli altri continenti!
I suoi piani  erano molto ambiziosi.
Prevedevano una guerra di rivincita contro gli Alfar e una riannessione di tutti i territori dei Keltar. L’Impero sarebbe tornato al suo massimo splendore, come ai tempi di Adrian Eclionner e del suo successore Wechtigar XIV il Grande, che aveva portato l’Impero all’apogeo e all’egemonia intercontinentale.
Ma in futuro il  nome di Ellis Eclionner sarà considerato più importante del loro, e più sacro di quello del divino Arexatan.


Aveva atteso tutta la vita quel momento: c’erano voluti vent’anni di intrighi, congiure e sacrifici per arrivare a questo “nobile scopo”. 
Il gioco del Trono, come Bial lo ha chiamato.
Un gioco che richiedeva la massima attenzione.
Ellis e i suoi più fidi collaboratori avevano conosciuto fin dall’inizio i rischi di un piano così vasto, così complesso e ingegnoso, così rischioso e protratto nel tempo.
E così sanguinario…
Ma il sangue versato era stato, dopotutto, il prezzo da pagare “per il bene della causa”. In alcuni casi, poi, si era trattato della “giusta punizione” per tutti coloro che l’avevano maltrattata e umiliata fin dalla sua prima infanzia.
I suoi genitori stravedevano per suo fratello Masrek, e non avevano la minima attenzione per lei. Suo padre Sephir vedeva nel ragazzo una sua piccola copia, e lo adorava. Sua madre Wensy Fuscivarian, la figlia del senatore Sibelius, mostrava affetto e considerazione solo per il figlio maschio.
Anch’io amavo Masrek…
Un nodo alla gola la assalì.
Cercò di non pensarci, ma non ci riuscì.
Nemmeno ora, nel momento del trionfo, riesco a liberarmi dagli spettri del passato.
Quanti ricordi…
Da bambina Ellis era stata semplicemente ignorata, tranne che dal nonno materno, Fuscivarian, che le aveva fatto notare la gravità dell’indifferenza con cui veniva trattata.
L’ indifferenza degli altri è la peggiore delle offese. I pedagoghi la chiamano "disconferma". E' il più grave messaggio che si può trasmettere. E' come dire: "Tu, per me, non esisti".
La piccola Ellis aveva cercato affetto e considerazione, e, a parte le attenzioni morbose di Fuscivàrian, aveva trovato solo disinteresse e freddezza.
Era una Principessa del Sangue, eppure aveva meno importanza di una comune bambina. 
Mai un momento di tenerezza, mai una parola dolce, mai un apprezzamento.
Fuscivarian aveva intuito tutto ciò ed aveva acuito l’astio che la principessa covava verso i genitori e l’invidia verso il fratello minore privilegiato e viziato. L’aveva osservata, aveva notato i suoi silenzi, i suoi sbalzi di umore, la sua solitudine.
E così, nei dialoghi tra il vecchio senatore e la nipote, era stato concepito per la prima volta quello che Ellis amava definire “il Grande Disegno”. Lei e suo nonno erano stati consapevoli fin dall’inizio della gravità morale del loro piano. Avevano messo in conto la possibilità di doversi macchiare del sangue del loro sangue.
Fuscivarian diceva che era un mio risarcimento morale.
Il risarcimento per anni di umiliazione, di sottomissione, di obbedienza formale, di finta devozione, di affettata modestia.
 Sempre due passi indietro all'imperatore, ed uno dietro ai miei genitori, i principi della corona, e a mio fratello, velata di nero, nelle poche occasioni pubbliche a cui le permettevano di presenziare, non era nemmeno notata dai presenti
Rimaneva così sempre sola, sempre nell’ombra.
Era nata così la sua Leggenda Nera.
La gente si chiedeva cosa ci fosse dietro il velo scuro, dietro la maschera da sfinge che l’allora sedicenne principessa si era imposta in ogni occasione pubblica.
L’imperscrutabile Ellis! L'oscura Ellis! La perfida Ellis!


Perfino il nonno Fuscivarian a volte cadeva in quel tranello. Una volta le aveva chiesto quali fossero i suoi reali sentimenti, ed Ellis aveva detto che i sentimenti erano un lusso che non poteva concedersi. Al che il senatore aveva ribattuto: «Una lunga finzione crea una realtà. Tu sei veramente senza sentimenti!»
Che stupido! Solo dopo, solo troppo tardi si era accorto che in lei covava, oltre ad una rabbia fredda anche un amore indicibile verso suo fratello.
L’ossessione non la lasciava respirare.
Masreksolo Eclion sa quanto ti ho amato! E anche tu mi amavi! Ma non hai voluto assumerti le tue responsabilità. Non mi hai lasciato alternativa. Dovevo sposare nostro cugino per legittimare la nascita di...
Si impose di non pensarci, ma le conseguenze di quella decisione erano state inevitabili: il gioco del Trono era entrato nella sua fase più decisiva.
Sephir e Masrek non avevano fatto ritorno dalla guerra, 
In assenza dei principi ereditari, il gioco si era fatto molto più semplice.
E così il sangue aveva incominciato a scorrere e il veleno a colpire.
Prima Wechtigar XVI, poi la principessa Wensy, poi Elner X.
 Ellis ricordava bene le parole di Padre Mollander, a cui aveva confessato i suoi peccati: «Si paga sempre, prima o poi, il prezzo del sangue»
Quell’ammonizione echeggiava nei suoi incubi: “Il prezzo del sangue…” le ripeteva il prete vestito di nero: “Il prezzo del sangue!”.
Ma non era solo quella frase. In realtà Padre Mollander l'aveva messa in guardia anche su altre questioni. 
Il prete suo precettore era un esorcista, un uomo che aveva reali poteri occulti, un veggenteun sensitivo. Gli bastava il contatto delle mani sulla fronte per avere delle premonizioni sulla vita altrui.
Oltre alla parte nota della Profezia, quella relativa all'Antico Patto tra Wechtigar I il Pio e Kevin Vorkidian, alla presenza dell'ultima moglie di Arexatan, c'era una parte nota solo a Ellis e ai confratelli della Grande Canonica.
Ellis rabbrividì, cercando di convincersi che ormai quella minaccia era stata completamente distrutta,
“Il Figlio dei Cento Re tornerà a cercarti dalla tomba…”
Lei aveva creduto che si trattasse di Masrek, ma il prete aveva scosso il capo.
Non riteneva che il principe fosse morto e comunque il numero delle generazioni non tornava. Masrek era il quarantanovesimo discendente di Arexatan. 
 "C’è un errore nell’interpretazione della profezia ufficiale. Percepisco che molto di ciò che appare non corrisponde al vero. La massima insidia giunge dalla Fanciulla Dorata delle Nevi"
Per fortuna almeno quell'insidia stava per essere risolta: Alienor era ormai un capitolo chiuso.
Dovrò compensare Marigold di Gothian, per aver suggerito ai miei inviati un piano così sottile. Dicono che sia una inziata agli Arcani Supremi: potrebbe essermi di grande aiuto, per interpretare il resto della Profezia.
Quell'idea andava meditata, ma non in quel momento.
Ellis non voleva rovinarsi quella meravigliosa giornata con le solite preoccupazioni.
Osservò la Città Eterna che si estendeva a perdita d’occhio e si inebriò di nuovo della sensazione di potere assoluto che era ormai diventata la sua principale ragione di vita.
Il potere è meglio di tutto, persino dell'amore. 
Non era vero. Non ci aveva mai creduto seriamente.
Però era un valido surrogato.
Ne aveva conferma mentre osservava dall'alto la vitalità della Capitale: Lathéna sarebbe stata completamente sua, e poi l’Impero, il Continente, il Mondo!
 Era giusto che fosse così.
Sono la discendente diretta di Arexatan Eclionner, il Figlio del Sole! Eclion è con me! Tutto ciò che io faccio, è Eclion che lo vuole!


Ma anche su questo, Padre Mollander l'aveva ammonita più volte: "Eclion è furioso per il modo in cui tu hai permesso a Fuscivarian di eliminare i suoi eredi. Ma tu conosci ciò che può placare la sua ira!"
Lo sapeva fin troppo bene. 
Ho generato io il tributo che Egli ha chiesto. E ormai il tempo del Suo avvento è prossimo.