I Medi furono un antico popolo iranico che occupò gran parte dell'odierno Iran centrale e occidentale, a sud del Mar Caspio. Nel VI secolo a.C. fondarono un impero che si estendeva dall'attuale Azerbaigian all'Asia Centrale e che fu rivale dei regni di Lidia e Babilonia. Secondo le Storie di Erodoto i Medi furono anticamente chiamati "Ariani" da tutti i popoli, ma quando Medea, la Colchide, venne da Atene, cambiarono il loro nome in suo onore.[1]
Storia
I Medi vengono menzionati per la prima volta in un'iscrizione assira che risalirebbe all'835 a.C. insieme ai Persiani, ma è grazie all'archeologia che possiamo collocare il loro arrivo nell'altopiano iranico alla metà del II millennio a.C. A quel tempo essi formavano un raggruppamento di tribù seminomadi, ma di notevole forza militare, i cui re dimoravano dentro fortezze (siti di Godin Tepe, Nush-i Jân). Il primo regno medo unificato appare solo nell'VIII secolo a.C., e secondo Erodoto fu fondato da Deioce, il quale in realtà non era che un piccolo capo tribù sottomesso, come i suoi più diretti successori, al re assiro Sargon II.
Le incessanti lotte tra gli Assiri e le popolazioni iraniche erano dovute al bisogno di procurarsi i cavalli da parte dell'esercito assiro e alle incursioni a scopo di rapina e saccheggio dei Medi e dei Mannei in territorio assiro. Quando i Cimmeri invasero l'Anatolia dal Caucaso, il capo medo Fraorte (675-653 a.C.) riunì le tribù e si alleò con essi contro gli Assiri, ai quali inflisse pesanti sconfitte arrivando persino ad assediare Ninive, dove morì in combattimento. La Media fu successivamente assalita dagli Sciti che la dominarono fino a quando Ciassare la liberò (ca. 625 a.C.).
Ciassare organizzò un potente esercito, sottomise i Persiani e confederò le popolazioni iraniche per muovere guerra agli Assiri. L'alleanza con i Babilonesi consentì ai Medi, dopo la distruzione di Ninive (612 a.C.), di estendersi in Armenia e in Cappadocia, fino alla Lidia, con la quale fu stabilito, dopo un conflitto e con la mediazione dei Babilonesi, un confine lungo il fiume Halys.
Da questo momento, i re medi si attribuirono il titolo di "re dei re", avanzando pretese di supremazia su tutta l'Asia Minore. Il cosiddetto "impero medo", in realtà era una confederazione di numerose popolazioni iraniche.
La mancanza di unità culturale e l'eccessiva eterogeneità della popolazione, rese il regno dei Medi fragile e ciò non tardò a rivelarsi alla morte di Ciassare. Suo figlio Astiage, succedutogli sul trono, non ebbe la forza e le qualità necessarie a contrastare la crescita della potenza persiana sotto Ciro, che si ribellò e, ereditando le esperienze statali elamiche, di cui i Medi erano privi, fu in grado di impossessarsi di tutto il Vicino Oriente.
Caratteristiche culturali
L'impero dei Medi, durato poco più di cinquanta anni, non ebbe caratteristiche culturali originali, ma imitò gli Elamiti, Urartu, la civiltà del Luristan e ovviamente le civiltà mesopotamiche.
La sua forza risiedeva nell'esercito, che fu organizzato secondo criteri innovativi, cioè con la creazione di reparti di unità specializzate (arcieri, lancieri, cavalleria) manovrate secondo criteri tattici: l'epoca del combattimento eroico, individuale, signorile, con i carri fu definitivamente superato in quest'area. Lo stesso sovrano doveva il suo potere al sostegno del ceto militare e all'ascendente che aveva sulle truppe, anche se formalmente esso era basato su principi religiosi.
Curiosità
La lingua dei Medi, assai antica, è pressoché scomparsa in tutto l'Iran. Tuttavia resiste tra gli abitanti di Abyaneh, un villaggio nella Regione di Esfahan.[4]
Note
- ^ Erodoto, Storie, VII, 62, 1.
- ^ (EN) Federal Research Division, Turkey: A Country Study, Kessinger Publishing, 1° gennaio 2004, ISBN 9781419191268. URL consultato l'08 marzo 2016.
- ^ (EN) Hakan Ozoglu, Kurdish Notables and the Ottoman State: Evolving Identities, Competing Loyalties, and Shifting Boundaries, SUNY Press, 12 febbraio 2004, ISBN 9780791459935. URL consultato l'08 marzo 2016.
- ^ Iran, Lonely Planet, 2013, p. 166, ISBN 978-88-6639-974-2.
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