mercoledì 4 marzo 2015

Estgot. Capitolo 39. Il passato di Waldemar e i conti con la propria coscienza




<<Voi parlate della felicità e del senso della vita, lady Margaret, eppure, nonostante tutte le vostre sottigliezze, mi pare che non abbiate facoltà di discernimento. Un conto è la gioia e un conto è la serenità. La prima appartiene all'attimo, la seconda è qualcosa che va preservato giorno per giorno. Come si preserva questo equilibrio? Ben pochi umani hanno tale dote, i più sono lunatici e nevrotici. Per questo l'umanità non riesce a liberarsi dalle guerre e dalle ingiustizie. Come riuscire dunque ad ottenere una serenità stabile?>>
L'anziana dama incassò le critiche senza scomporsi e colse l'occasione per rivelare un'altra scomoda questione:
<<A questo ci pensa l'Acqua della Vita. Bisogna assumerne un bicchiere ogni giorno>>
Lo disse con aria quasi annoiata, come se stesse prescrivendo un'aspirina per il mal di testa.
Waldemar si allarmò:
<<E in caso contrario?>>
Lady Margaret lo osservò con aria minacciosa:
<<In caso contrario, mio giovane apprendista, si muore>>



Waldemar, che pure aveva intuito qualcosa di simile, fu percorso da un brivido di spavento, mentre l'anziana nobildonna fissava la sua ampolla col prezioso contenuto di liquido azzurro.
<<Una tossicodipendenza, dunque, milady!>>
Margaret non fu d'accordo:
<<Una dipendenza, certo, ma non tossica, almeno non dal mio punto di vista. 
La Pozione, come noi Iniziati la chiamiamo, ha un effetto incredibilmente benefico sulla salute psicofisica. Guarisce le malattie e dona una lunga vita, ma soprattutto fa in modo che ogni giorno ognuno faccia i conti con la propria coscienza, una cosa che, in fondo, potrebbe essere utile anche a te, mio giovane apprendista>>
Lui si allarmò:
<<Non sono il vostro apprendista! E comunque voi non sapete niente della mia coscienza!>>
Lei sorrise:
<<Il mio Dono della Precognizione comprende la capacità di leggere nella mente. Percepisco le tue preoccupazioni, i tuoi rimorsi, e in generale tutto ciò che ha reso facile ai tuoi nemici politici ottenere per te una punizione esemplare, esiliandoti in questo luogo>>
Waldemar non amava parlare di questo argomento:
<<La mia unica colpa è di essere stato un intellettuale dissidente, diciamo pure un ribelle!>>




Margaret lo fisò con rimprovero:
<<Oh, avanti, Waldemar, non puoi certo sperare di nascondere certe cose a un'Iniziata! La tua non era certo una dissidenza pacifica o un ribellione puramente intellettuale.
La tua aggressività, la tua rabbia repressa, ha trovato sfogo in maniera molto più concreta.
Quando ti arrabbiavi con i tuoi superiori, ci andavi giù pesante, sia con le parole che scagliando oggetti per terra. Hai offeso alcuni tuoi superiori in maniera pesante. Hai sobillato molti uomini alla ribellione e traviato le menti di giovani ingenui. Insomma, sei stato, un contestatore violento e un cattivo maestro. Osi forse negarlo?>>
Waldemar allora la affrontò a viso aperto:
<<Mi è capitato di infuriarmi in maniera piuttosto eclatante, ma solo contro i prepotenti. Ho avuto degli scatti d'ira pubblica, lo ammetto, ed ho scagliato qualche bicchiere per terra, ma erano fondi di bottiglia di nessun valore, e non ho ferito nessuno. Non ho istigato nessuno alla violenza, ma solo all'opposizione. L'Opposizione ha i suoi diritti! E' troppo comodo stare sempre dalla parte di chi governa o evitare di prendere posizione sulle grandi decisioni>>
Margaret sorrise:
<<Così ti voglio! Battagliero! Condottiero degli oppressi contro il governo della Massoneria!>>
Waldemar si rese conto che anche questa sua reazione era stata prevista da tempo:
<<Voi Iniziati mi avete "creato" così. 
Volevate un leader? Un condottiero? Ebbene, i leader hanno tutti una aggressività di fondo e nascono, inizialmente, come ribelli. 
Solo che quando questa aggressività non si accompagna ad una sufficiente forza materiale e ad un adeguato equilibrio interiore, allora l'opposizione e la ribellione sono destinate al fallimento>>
E qui la lady intervenne:
<<Fallirai soltanto se rifiuterai l'Iniziazione. Ma quando diventerai un Iniziato, tu sarai il più potente di tutti, e allora il tuo destino di leader finalmente si realizzerà e la Pozione ti darà quell'equilibrio interiore che fino ad ora ti è mancato. E a quel punto potrai adempiere alla tua missione: parcere subiectis et debellare superbos>>





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martedì 3 marzo 2015

Estgot. Capitolo 38. Il Fuoco Segreto e la Precognizione



<<Non vedo come questi discorsi possano essermi di aiuto. La fede in qualcosa non si improvvisa, ed io non sono il tipo da folgorazioni sulla via di Damasco. In ogni caso, non mi piace che questi discorsi vengano usati come una minaccia>>
C'era una indignazione nella voce di Waldemar, che non piacque affatto a lady Margaret:
<<Non è la mia fazione a minacciarti, anzi. Durante l'Iniziazione. riceverai un'offerta di aiuto da parte di Atar, il Signore del Fuoco Segreto, della cui Fiamma Imperitura io sono la Suprema Custode>>
Lui la osservò con diffidenza;
<<Che cos'è la Fiamma di Atar? Cercate di dirmelo in maniera chiara, lady Margaret... sono stanco di risolvere enigmi!>>
Lei gli rivolse uno sguardo tagliente:
<<La vita stessa è un enigma. Chi crede di aver trovato scorciatoie per la felicità è un illuso. 
Lo capirai presto, quando ti renderai conto che il tuo scetticismo è un approccio limitato alla complessità dell'esistenza. Sarà l'Acqua della Vita a rivelarti ciò che il tuo pregiudizio positivista rifiuta di vedere. 
Riguardo alla Fiamma di Atar, posso dirti che è l'organizzazione che raccoglie quegli Iniziati che si oppongono al programma genetico del Serpente Rosso, alle ambizioni di dominio dell'Aristocrazia Nera e al vampirismo psicologico della Fonte Sacra>>
Waldemar si rese conto che, nella situazione in cui si trovava, non aveva altra scelta che fidarsi delle buone intenzioni di lady Margaret:
<<Voi dunque siete una specie di "eretica", tra gli Iniziati?>>
Il volto dell'anziana nobildonna parve per un attimo perdersi in ricordi remoti:
<<Sì, sono un'Iniziata "eretica". Fu mio marito, lord Burke-Roche, il barone Fenroy, a introdurmi ai Misteri. Fin da quando ero una fanciulla, ero consapevole di possedere il Dono della precognizione, ma ciò che prevedevo erano solo piccoli tasselli di un grande mosaico di cui non riuscivo a capire il senso. Poi giunse il rito di Iniziazione, e allora tutto mi divenne chiaro.



Quando bevvi l'Acqua della Vita per la prima volta, ebbi la percezione fisica che il tempo era veramente la quarta dimensione del nostro universo. Ebbi l'intuizione intellettiva del rapporto che intercorre tra il pensiero e l'energia, e il processo di rigenerazione continua che tiene uniti il passato e il futuro. Non ci sono parole in grado di spiegare tutto questo. Il momento supremo dell'Illuminazione, che gli zen chiamano Satori, esiste senza parole, persino senza un nome.
Fu allora che vidi il Signore Atar per la prima volta. Egli mi spiegò che il Fuoco Segreto è la sorgente stessa dell'Energia e come tale può essere usato sia nel bene che nel male. Il fuoco può illuminare e riscaldare, così come può incendiare e distruggere. 
In qualità di Suprema Custode, io ho il compito di assicurarmi che la Fiamma di Atar sia utilizzata per illuminare e riscaldare, e mai per incendiare e distruggere>>
Parlare con gli Iniziati era logorante: ogni loro risposta generava migliaia di domande.
Waldemar era confuso più che mai:
<<Voi dite di possedere il Dono della precognizione. Siete davvero in grado di leggere il mio futuro?>>
Il volto di Margaret divenne triste:
<<Il tuo futuro mi è noto più di qualsiasi altro, Figlio dei Cento Re. Il tuo volto mi era conosciuto decenni prima che tu nascessi. Alcune parole di questo dialogo, io le ho sentite pronunciare infinite volte nei miei sogni e nelle mie visioni. 
Tuttavia, chi possiede il Dono, può vedere cosa succederà, ma non può vedere come ci si arriverà. Posso vedere la destinazione, ma non la strada>>






<<Si tratta di previsioni evitabili? Perché non me le rivelate?>>
Margaret sospirò:
<<Per tutta la vita ho dovuto rispondere a queste domande. Ad ogni previsione è associata una probabilità. Per alcune vi è quasi la certezza, per altre la probabilità è minore, altre ancora potrebbero non verificarsi affatto, ma una sola cosa è sicura: se io rivelassi completamente le mie premonizioni, allora il futuro ne sarebbe così alterato da creare ulteriore disordine, ulteriore entropia. Tutto ciò che mi è consentito è metterti in guardia da alcuni pericoli, ed è proprio quello che sto facendo. 
Per questo ti ripeto: non esistono scorciatoie per la felicità. Niente che abbia valore è facile. Il valore delle cose si misura dalla difficoltà per ottenerle. Non cedere alla tentazione di scegliere la via più breve. E' scritto:

 Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita eterna, e quanto pochi sono quelli che la trovano! >>




Fairytales. Magicland