venerdì 27 settembre 2013

Gli Arcani Supremi. Capitolo 21. Il Libro della Legge dei Morti



<<In questo libro>> disse Maggie Burke-Roche <<si parla, tra le altre cose, della resurrezione dei morti>>
Robert lesse la citazione in epigrafe:

« La notte s'apre sull'orlo dell'abisso. Le porte dell'inferno sono chiuse: a tuo rischio le tenti. Al tuo richiamo si desterà qualcosa per risponderti. Questo regalo lascio all'umanità: ecco le chiavi. Cerca le serrature; sii soddisfatto. La vita pesa più di una montagna, la morte è più leggera di una piuma»

<<Sembra che stia parlando dei Varchi>> commentò <<Ma se nessuno è riuscito a trovare la soluzione, perché dovrei riuscirci io?>>
Maggie sfogliò le pagine e indicò una prefazione scritta da Teodoro Fileta, che per primo tradusse il testo in greco, nel X secolo:
<<Un uomo verrà e vedrà dove noi non possiamo vedere. Sarà dell'antico sangue, ma verrà cresciuto dal nuovo sangue>>
Il riferimento poteva essere alla discendenza messianica e al fatto che essa si sviluppò altrove, prima in Britannia e poi in America.



Robert però aveva in mente gli scritti di Lovecraft:
<<Ci sono i riferimenti ai Grandi Anziani?>>
Maggie sfogliò ancora e mostrò le pagine illustrate:
<<Naturalmente! Ma come puoi vedere i più importanti non sono quelli che compaiono nelle opere edite di Lovecraft. Nemmeno lui avrebbe osato farne i nomi. Io stessa ho timore a pronunciarli>>
Con l'indice mostrò alcune immagini di personaggi che parevano angeli o demoni.
Robert lesse i loro nomi.
Atar, Belenos, Eclion, Gothar... dove ho già sentito questi nomi?
Belenos era il nome di una divinità celtica legata alla luce e alla fertilità.



Atar era il nome del Fuoco Sacro nella religione zoroastriana.



Eclion e Gothar invece chi erano? Dove aveva letto qualcosa che li riguardava?
Si ricordò di una massima che doveva aver letto in qualche libro fantasy, da ragazzo:
Il generale che comanda dalla prima linea è uno sciocco.
Il vero potente doveva stare nascosto, al sicuro, perché se si fosse esposto al pericolo, avrebbe messo a repentaglio le sorti del combattimento.
Eclion e Gothian se ne stanno nascosti, e questo significa che sono i più potenti.
Preferì non dire nulla a Maggie, dal momento che non aveva ancora deciso se fidarsi di lei.
<<C'è un legame tra i Varchi e i Grandi Anziani, e tutto questo ha a che fare con i morti. Ma il testo è molto oscuro. Ci vorrà del tempo per capirci qualcosa>>
In realtà lui stava già intuendo molte cose, ma sapeva che era meglio tenerle per sé.
Chi è andato oltre i Varchi, ha viaggiato non solo nello spazio, ma anche nel tempo. Non è forse questo un modo per sfuggire alla morte?
Sospirò e disse:
<<Per oggi credo che possa bastare, Maggie. Potresti accompagnarmi all'uscita?>>
Lei annuì e gli fece strada, sorridendo:
<<Credo che quando tornerai a casa, troverai una nuova carta dei Tarocchi, perché hai superato un altro passaggio della tua iniziazione>>

giovedì 26 settembre 2013

Jackie Kennedy: una vita da protagonista.

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Jacqueline Lee Bouvier (Southampton, Long Island, 1929 - New York 1994) fu la moglie del presidente John F. Kennedy e in seguito del miliardario Aristotele Onassis. Sia come first lady che come celebrità mondana, fu al centro del gossip internazionale per oltre quarant'anni.
Per la sua eleganza, la sua cultura e la sua personalità brillante fu una vera e propria icona di stile e punto di riferimento per intere generazioni di donne.

Genealogia
Dal lato paterno, Jacqueline discendeva da Michel Bouvier (1792-1874) e dalla famiglia Van Salees, una stirpe di ricchi commercianti di origine francese, olandese, inglese che si era stabilita a New Amsterdam (il primo nome con il quale era nota New York) nel XVIII secolo. Dal lato materno aveva discendenze irlandesi.

Primi anni 

Jacqueline Lee Bouvier nacque in una famiglia dell'alta società newyorkese, come primogenita di John "Jack" Vernou Bouvier III (1891 - 1957), un broker di borsa di origine francese, e di Janet Norton Lee (1906 - 1989), figlia di un direttore di banca. Jacqueline ebbe una sorella più giovane, Caroline Lee (nota come Lee Radziwill, principessa Radzwill) nata il 3 marzo 1933.
 I suoi genitori divorziarono nel 1940 e la madre si risposò nel 1942 con l'erede della Standard OilHugh Dudley Auchincloss, Jr. da cui ebbe altri due figli: Janet Jennings Auchincloss e James Lee Auchincloss.
Jackie trascorse le vacanze estive dei primi anni della sua vita nella tenuta dei nonni paterni a East Hampton, nell'isola di Long Island, dove ebbe modo di praticare l'equitazione divenendo un'esperta cavallerizza e vincendo numerosi trofei e medaglie. Questo è un costume molto diffuso tra le famiglie di buona condizione sociale degli USA. Jacqueline era molto legata a suo padre, per questo soffrì molto quando questi cadde vittima dell'alcolismo. Coltivò numerosi interessi quali la lettura, la poesia, la fotografia e la pittura.
Jacqueline frequentò la Miss Porter's School dal 1944 al 1947, poi il Vassar College dal 1947 al 1948 (dove venne anche nominata "debuttante dell'anno" nella stagione 1947-48) e, infine, la George Washington University, dove ottenne la laurea in belle arti nel 1951.
Nel 1949 si recò a Parigi per un soggiorno di studio alla Sorbona, dove rimase affascinata dalla Francia e dalla sua cultura, sviluppando un senso del gusto e dell'eleganza che si sarebbe manifestato successivamente in molti aspetti della sua vita. Parlava correntemente italiano, francese e spagnolo.
Come primo lavoro, fu una giornalista e fotografa presso il Washington Times-Herald, che  le affidò una serie di inchieste fotografiche da realizzare intervistando personaggi noti nella capitale statunitense. Grazie a questo incarico divenne conosciuta negli ambienti politici di Washington, ed ebbe modo di incontrare il suo futuro maritoJohn Fitzgerald Kennedy, allora giovane congressista del Massachusetts.

Primo matrimonio 




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La coppia ebbe quattro figli. Dopo un effimero fidanzamento col broker di borsa John Husted Jr., il 12 settembre 1953 Jacqueline sposò Kennedy, quando era senatore e astro nascente del Partito Democratico. Le nozze si svolsero a Newport (Rhode Island) e fu tenuto un sontuoso ricevimento per 2000 invitati.
La coppia passò i primi due anni di vita coniugale a Georgetown. Fu un periodo caratterizzato da diversi problemi di salute del marito, dovuti a traumi spinali riportati in guerra, a seguito dei quali dovette sottoporsi a due interventi chirurgici e passò lunghi periodi di convalescenza.
Jacqueline ebbe un'ammirazione, ricambiata, per suo suocero (che ne riconobbe il grande potenziale come moglie di un politico) e fu vicina anche a suo cognato Robert, detto Bobby. A differenza però dei membri della famiglia Kennedy, appassionati di sport e di competizioni, Jackie predilesse uno stile di vita più tranquillo e riservato.

First Lady 




Come First Lady (titolo che non gradiva in quanto le sembrava il nome di un cavallo), Jacqueline Kennedy si trovò a condurre una vita sotto i riflettori, ma tentò sempre di educare i figli al riparo dall'occhio dei media. La sua predilezione per la haute couture e la scelta di piatti francesi per i menu dei ricevimenti alla Casa Bianca le procurò critiche da parte dei commentatori più bigotti e sciovinisti, ma ciò non impedì di farla assurgere, grazie al suo spiccato buon gusto e alla raffinatezza degli abiti creati per lei dallo stilista Oleg Cassini, ad icona riconosciuta dell'eleganza occidentale.
La sua riconosciuta abilità sociale ebbe effetti positivi sulle relazioni internazionali statunitensi. È rimasto leggendario il suo savoir faire con il generale De Gaulle a Parigi e con il leader sovietico Nikita Kruscev, che rimase da lei affascinato nel corso del summit di Vienna, evento che pure fu un insuccesso politico di suo marito John.
La sua sensibilità artistica e storica le permise anche di occuparsi personalmente degli interni della Casa Bianca, ripristinando gli arredi originali e curandone l'allestimento; per l'occasione, il 14 febbraio 1962 Jackie Kennedy effettuò una celebre visita guidata alla Casa Bianca che fu trasmessa dalla televisione.
La coppia presidenziale si distinse in prima linea per il coinvolgimento in eventi sociali e culturali. Il loro interesse per l'arte, la musica e la cultura rivoluzionò anche lo svolgimento dei ricevimenti ufficiali, in quanto Jackie e John vollero circondarsi di artisti, celebrità e premi Nobel, che parteciparono ai pranzi e alle cerimonie, mescolandosi alle autorità politiche.

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La rivalità con Marilyn Monroe

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E' noto che John Kennedy non fu fedele a sua moglie. Lei seppe mantenere un dignitoso riserbo, sopportando in silenzio i tradimenti del marito, eccetto un caso, il più celebre, e cioè la relazione di Kennedy con Marylyn Monroe. Pare che Marylin fosse convinta che il presidente avrebbe divorziato da Jackie per sposare lei, ma questo sarebbe stato catastrofico per la carriera politica di Kennedy. Si dice che le due rivali abbiano avuto un violento scontro telefonico, poche settimane prima del suicidio dell'attrice, nell'agosto 1962. 

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L'assassinio di Kennedy 


Il vice presidente Johnson e sua moglie seguivano su un'altra auto della sfilata. Dopo che il Presidente fu colpito, Jacqueline abbracciò John dicendo «Ti amo tanto Jack». Provvide a far convocare un sacerdote per fargli avere l'assoluzione e l'Estrema Unzione.Il 21 novembre 1963 Jacqueline e John lasciarono la base aerea militare di Andrews, prima si fermarono a San Antonio, e poi andarono a Houston per una visita alla NASA. La loro ultima fermata quel giorno fu a Ft. Worth. Il giorno successivo i due volarono all’aeroporto di Dallas. Un breve tragitto in auto doveva portarli al Trademart dove era previsto che il presidente tenesse un discorso. Jackie era seduta nella berlina presidenziale accanto a suo marito quando questi fu colpito e ferito mortalmente alla testa in Piazza Dealey.
 Il coraggio e il contegno dimostrato nei momenti successivi all'assassinio del marito le procurarono un'enorme ammirazione.
Jacqueline Kennedy, tenendo i figli per mano, seguì a piedi il feretro del marito dalla Casa Bianca alla cattedrale di St. Matthew ed accese la fiamma eterna sulla sua tomba nel cimitero nazionale di Arlington. Il London Evening Standard scrisse: «Jacqueline Kennedy ha dato al popolo americano una cosa che gli era sempre mancata: la maestà».


In seguito Jacqueline condusse un lutto di un anno, durante il quale non fece apparizioni pubbliche, decise di vendere la casa in Virginia dove aveva intenzione di trascorrere con suo marito gli anni successivi all'incarico presidenziale e acquistò un lussuoso appartamento nella Quinta Strada a New York per poter avere maggior riservatezza.
Onorò degnamente la memoria di suo marito recandosi presso la sua tomba in numerose occasioni pubbliche e private e partecipando ad eventi commemorativi. A Boston fece costruire la Biblioteca John Fitzgerald Kennedy, che venne inaugurata nel 1979 da Jimmy Carter.

Jacqueline fu molto vicina anche a suo cognato Robert , con cui, secondo molte fonti, ebbe una relazione segreta. Lo sostenne nel corso della sua campagna presidenziale, dispensando consigli e comparendo in molte occasioni pubbliche, ma il 6 giugno 1968 anche Robert fu assassinato. 

A questo punto Jacqueline, temendo che tutti i Kennedy potessero essere in qualche modo "nel mirino", decise di lasciare gli Stati Uniti.

La rivalità con Maria Callas



La conoscenza con Aristotele Onassis era avvenuta anni prima, per il tramite della sorella di Jackie,
la principessa Lee Radzwill, che era stata ospite di Onassis nelle crociere del suo famoso yacht "Christina".
All'epoca Onassis era sentimentalmente legato a Maria Callas.


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Una rara immagine di Maria Callas e Marylin Monroe, le due più grandi rivali di Jackie

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La Callas era molto amica di Grace Kelly, Principessa di Monaco, altra icona di quegli anni.

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Maria Callas, Jackie Kennedy, Coco Chanel e Audrey Hepburn, icone degli Anni Sessanta

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Non si conoscono le esatte motivazioni che spinsero Onassis a troncare la lunga storia d'amore con la Divina. Alcuni sostengono che il matrimonio con Jackie Kennedy avesse un secondo fine, relativo agli affari che l'armatore greco aveva negli Stati Uniti.
Quando la Callas fu informata delle intenzioni di Onassis di sposare la vedova di Kennedy, commentò con bruciante ironia: "Finalmente Jackie potrà dare un nonno ai suoi figli".

Secondo matrimonio 


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Il 20 ottobre 1968 si celebrarono le seconde nozze di Jackie.
Col secondo matrimonio, Jacqueline perse la protezione dei servizi segreti americani, ma finì tra le braccia di un uomo che aveva denaro e potere a sufficienza per garantirne l'incolumità e lo status sociale cui era abituata. La relazione coniugale era stata puntigliosamente regolata da un contratto pre-matrimoniale, stilato dagli studi legali di fiducia dei coniugi. Vi era previsto di tutto, dal numero minimo di fine settimana che i coniugi dovevano trascorrere insieme ogni anno, a quale percentuale del patrimonio del marito le sarebbe toccata a titolo di "alimenti", in caso di divorzio, commisurata al numero di anni che sarebbe durato il matrimonio. Si tratta d'una prassi molto diffusa nell'alta società americana.
Il matrimonio tra Jacqueline e l'armatore funzionò apparentemente bene: la coppia raramente trascorse il proprio tempo insieme più di quanto garantito dal contratto e Jacqueline finì per dedicarsi ai viaggi e allo shopping. Nonostante Onassis si trovasse bene con i figliastri Caroline e John (il figlio Alexander diede al giovane John le prime lezioni di volo, e per ironia del destino entrambi sono morti in seguito a incidenti aerei), la figlia Christina Onassis non legò mai con Jacqueline.

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Quando Onassis morì, il 15 marzo 1975, la vedova poteva essere titolare di una cospicua eredità, ma la legge greca imponeva un tetto alla somma che un cittadino straniero poteva ereditare, e la disputa apertasi fra lei e Christina finì col farle accettare una liquidazione definitiva di 26 milioni di dollari. Per sposare Onassis, si era convertita alla Chiesa ortodossa greca. Di conseguenza, in base al Codice di Diritto Canonico allora vigente, era incorsa in due scomuniche: come scismatica e come "concubina" (Onassis era divorziato). Ciononostante, ogni anno si presentava regolarmente alla messa dell'anniversario del marito e si accostava all'eucarestia. Tale suo comportamento (riprovevole anche dal punto di vista della Chiesa Ortodossa, che talvolta ammette i cattolici ai propri Sacramenti, ma non consente mai che i propri fedeli, tanto più se sono dei neo-convertiti, ricevano i Sacramenti in altre Chiese) e la mancanza di reazioni pubbliche al riguardo delle Autorità ecclesiastiche, provocarono le proteste di molti, che, nelle sue stesse condizioni canoniche, si vedevano negare i sacramenti. Rimasta nuovamente vedova, si riconciliò con la Chiesa cattolica.

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Ultimi anni 


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Negli ultimi anni della sua vita Jacqueline visse a New York, dove collaborò con alcune riviste come esperta di arte.
Fu sentimentalmente legata con Maurice Tempelsman, un industriale e commerciante di diamanti di origine belga che sembra, ma non ci sono prove certe, abbia sposato in articulo mortis. 
Continuò ad essere oggetto delle attenzioni dei media, come la nota vicenda con il paparazzo Ron Galella, che la inseguì continuamente, nella sua vita privata, per immortarla in scatti fotografici. Jacqueline denunciò Galella e, dopo il processo, il paparazzo fu obbligato a mantenere una distanza di 15 metri da lei.[2]
Nel 1994 le fu diagnosticato un linfoma non-Hodgkin che la condusse alla morte il 19 maggio dello stesso anno, all'età di 64 anni, nel suo appartamento nella Fifth Avenue.

La sua ultima apparizione pubblica era avvenuta pochi giorni prima, per un'ultima passeggiata al Cental Park

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Jacqueline Kennedy è sepolta a fianco del suo primo marito, John Fitzgerald Kennedy, nel Cimitero Nazionale della Contea di Arlington.
Nella stessa tomba è sepolto anche suo figlio John J. Kennedy, morto in un incidente aereo tre anni dopo, nel 1999.
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mercoledì 25 settembre 2013

Gli Arcani Supremi. Capitolo 20. La via della mano sinistra.



<<La luce è la mano sinistra delle tenebre>> disse Maggie Burke-Roche, mentre mostrava a Robert Oakwood una serie di manoscritti aventi per argomento la stregoneria e la necromanzia.
Lui riconobbe la citazione:
<<E' il titolo di un romanzo di Ursula Le Guinn>>
Maggie annuì:
<<Un titolo molto indovinato, non a caso la scrittrice è figlia di un famoso antropologo>> e poi, indicando i testi, aggiunse <<Ecco, davanti a te ci sono i manoscritti principali di quella che è stata definita la via della mano sinistra. In particolare c'è il Necronomicon, che non è un'invenzione letteraria di Lovecraft, ma esiste veramente, da molti secoli. Osserva con i tuoi occhi>>
Robert valutò il libro che si trovava davanti a lui.



Lo aprì e lo sfogliò.
<<E' un'edizione a stampa del 1472, in francese, che riprende un manoscritto precedente, la traduzione in latino da parte di Olaus Wormius. L'autore del manoscritto originale è Abdul Alzhared, esattamente come citato nei romanzi di Lovecraft. Ma questo testo è sicuramente anteriore al periodo in cui Lovecraft visse. Come faceva allora a conoscerlo?>>
Maggie gli rivolse un'occhiata compiaciuta:
<<Era un Iniziato agli Arcani Supremi, ma aveva violato la regola del "Silentium". E fu punito per questo. Gli Iniziati sono terribili, quando usano i loro poteri. Possono provocare una morte che sembra del tutto naturale. Questo avviene però solo quando possono oltrepassare un Varco. Ecco perché Vivien si è recata al di là del Varco e lo ha temporaneamente chiuso. Ci tiene tutti in pugno>>
Robert si sentiva in trappola:
<<Come fai a sapere queste cose?>>
Lei lo fissò con quegli occhi neri che parevano abissi:
<<La Collezione Burke-Roche è in possesso di tutti gli scritti in cui Lovecraft faceva riferimento agli Iniziati. Fu lord Hector, mio nonno, a procurarseli, durante il periodo in cui fu Priore degli Iniziati. E da allora questi testi sono rimasti qui. E ci sarebbero rimasti ancora molto a lungo se Vivien non avesse deciso di fare uso dei suoi poteri contro di noi>>



<<Mia nonna non avrebbe mai fatto male neanche a una mosca!>>
Maggie alzò le spalle:
<<Sarai tu a vedertela con lei, quando tornerà... perché una cosa è certa: lei tornerà!>>



Robert ripensò al sogno della notte precedente.
Ma era veramente un sogno?
E poi c'era quella lettera, scritta con la calligrafia di Vivien.
Gli indizi incominciavano ad essere troppi per poter rimanere fermi nello scetticismo.
<<Staremo a vedere. Ma ho un'altra domanda da farti. Tu cosa sai esattamente riguardo alla Via della Mano Sinistra?>>
Lei continuava a fissarlo e a ipnotizzarlo con lo sguardo:
<<Prima hai potuto vedere i miei tatuaggi. Uno di loro, in particolare, indica che condivido quella Via>>



<<Il Baphomet. Due secoli fa ti avrebbero arso sul rogo per una cosa del genere, e anche adesso quell'immagine non evoca nulla di buono>>
Maggie assunse un'espressione rattristata.



<<Ci hanno demonizzato per secoli, ma i veri mostri erano loro, i monoteisti. Quanto sangue è stato sparso e si sparge ancora in nome del loro unico dio!>>
Un dubbio si fece strada nella mente di Robert:
<<Gli Arcani Supremi non coincidono con la Via della Mano Sinistra, altrimenti tu saresti un'Iniziata>>
Lei scosse il capo:
<<Non è così semplice. La mia ipotesi è che buona parte degli Arcani Supremi abbiano molto in comune con la Via della Mano Sinistra. Non ne ho le prove, perché mio nonno era vincolato al silenzio. Del resto, gli Arcani Supremi sono il segreto meglio custodito della storia. Tutto ciò che poteva costituire una prova è stato distrutto, tranne i testi di questa biblioteca, che però, nella maggior parte dei casi, sono del tutto incomprensibili>>
Lui si guardò intorno.
E' possibile che qui ci siano le risposte a molti misteri. Una simile occasione non mi capiterà du nuovo.
Guardò Maggie negli occhi e disse:
<<Accetto l'incarico. Studierò questi testi. Però non intendo rimanere confinato qui, per cui, al di fuori dell'orario di lavoro, vivrò fuori da questo castello>>
Lei annuì:
<<Come vuoi, ma ricorda: uscire di qui è un rischio. Dovrai stare molto attento e guardarti le spalle. In particolare, non devi fidarti della famiglia Stoker>>
Robert ebbe un'intuizione:
<<India Stoker è una ragazza misteriosa, e sotto molti aspetti ti assomiglia>>



Maggie si incupì ulteriormente:
<<Lei è la più pericolosa. Suo padre l'ha destinata ad uno scopo ben preciso, e questo scopo ha a che fare con i segreti del Necronomicon. Non so altro, ma è sufficiente per capire che c'è in ballo qualcosa che potrebbe sconvolgere l'ordine naturale delle leggi>>





Cast

Mia Wasikowska -  India Stoker

lunedì 23 settembre 2013

Crescere non è salire, è precipitare




Crescere non è salire,
è precipitare
è tuffarsi
è sprofondare
e poi tornare a galla
e respirare
e nuotare tra le onde
di questo mare senza senso
e dargli significato
e dargli valore
e scegliere una rotta
e navigare
e perdersi

e svanire nell’immenso.

venerdì 20 settembre 2013

Albero genealogico dei Plantageneti



La dinastia dei Plantageneti d'Inghilterra nacque dal matrimonio tra la regina Matilde d'Inghilterra e il duca Goffredo Plantageneto d'Angiò. Il loro figlio maschio divenne re Enrico II d'Inghilterra, il Plantageneto per eccellenza. Il cognome Plantageneto significa "Pianta di ginestra" e fa riferimento allo stemma della dinastia dei duchi di Angiò.
In seguito al matrimonio tra Enrico II ed Eleonora d'Aquitania l'impero dei Plantageneti raggiunse la massima estensione.


Re Riccardo I Cuor di Leone, che succedette ad Enrico II nel 1189, regnò per dieci anni su un impero che comprendeva, oltre al regno d'Inghilterra, i ducati di Normandia, Bretagna, Maine, Angiò, Poitiers, Alvernia Aquitania e Guascogna.
Il successore di Riccardo I fu suo fratello Giovanni, da cui discendono gli ultimi Plantageneti, come è mostrato nell'albero genealogico.
La dinastia si indebolì in seguito alla Guerra delle Due Rose tra il ramo degli York (Rosa Bianca) e il ramo dei Lancaster (Rosa Rossa).
L'ultimo Plantageneto fu Riccardo III di York, che morì nella battaglia di Bosworth nel 1485. Gli succedette Enrico VII Tudor, la cui madre, Margaret Beaufort, era una Lancaster. Enrico VII sposò l'ultima erede dei Plantageneti, Elisabetta di York.

Albero genealogico della dinastia normanna d'Inghilterra


 

Il danese Rollo (o Rollone) conquistò la Normandia dopo aver sconfitto Carlo II il Calvo di Francia. Suo nipote Riccardo divenne il primo Duca di Normandia, da cui discese Guglielmo il Conquistatore, così chiamato perché conquistò l'Inghilterra nel 1066 con la battaglia di Hastings.
L'ultima esponente della dinastia normanna fu Matilde, figlia di Enrico I, che sposò Goffredo Plantageneto, duca d'Angiò, da cui ebbe il figlio Enrico II Plantageneto, capostipite della più duratura dinastia dei re d'Inghilterra.

giovedì 19 settembre 2013

Gli Arcani Supremi. Capitolo 19. La stirpe del Lago.



<<Qui è riportata la discendenza di Viviana, la Dama del Lago e penultima Signora di Avalon. A quanto pare era questa discendenza che interessava ad Edoardo III>>
Robert aveva messo da parte l'atteggiamento scettico del filologo per abbandonarsi al coinvolgimento del lettore appassionato.
Maggie se n'era resa conto e cercava di tenere accesa quella fiamma:
<<Questo non dovrebbe stupirti: i Plantageneti, fin dai tempi di Enrico II e di Eleonora d'Aquitania, hanno rivendicato una regalità che discendeva dal mito arturiano>>
Robert scorreva con le dita l'albero genealogico:
<<Qui si va oltre: si rivendica la discendenza dalla stirpe di Avalon tramite la genealogia reale dei Merovingi e successivamente dei re di Francia. Non dimentichiamo che Edoardo III era figlio di Isabella di Francia e si considerava il legittimo erede dei Capetingi. Qui l'operazione di legittimazione passa attraverso varie giunture tra diverse dinastie. La prima è quella dei Re Pescatori, la stirpe del Lago... 



...con la dinastia dei Merovingi, i fondatori del regno di Francia. Vediamo la genealogia. Meroveo figlio di Clodione, figlio di Faramond (e fin qui pare che anche la storia sia d'accordo, poi subentra il mito). Faramond è figlio di Fromund, la cui madre Eurgen è figlia di Gladys, figlia di Catheloys del Lago, che regnava nei territori dell'attuale Somerset inglese. Catheloys fu uno dei Re Pescatori. Da Catheloys si ridiscende con i suoi successori Celedoin, Galain, Elphin, Taliesin il Bardo, Merlin il Druido... ecco che abbiamo ritrovato un personaggio famoso! Nientemeno che il mago Merlino!>>



Robert sorrise:
<<Pare che Marion Zimmer Bradley fosse ben informata... o comunque c'è andata molto vicina. Merlin il Druido risulta marito di Briana di Avalon e padre di Viviana, Igerna (che poi sarebbe Igraine madre di Arthur) e Morgause. Viviana risulta madre di Lancelot, la cui figlia Nimue risulta moglie di Perceval, padre di Lohengrin, primo Duca di Bretagna. La dinastia bretone risulta poi essersi più volte imparentata con i Plantageneti, e il cerchio si chiude, senza però aver portato uno straccio di prova>>
Maggie puntò il dito contro di lui:
<<Te l'ho già detto, la prova sei tu, il Figlio dei Cento Re. Nel momento in cui aprirai il Varco, questa sarà l'unica spiegazione accettabile>>
Robert sollevò gli occhi al cielo:
<<Senti, anche ammesso che queste genealogie mirabolanti avessero un qualche fondamento storico, perché allora non vi rivolgete ai veri discendenti, i Windsor del Regno Unito?>> 
Maggie rise:
<<Ah ah, molti ci hanno già provato. Non puoi immaginare quante storie assurde circolino su internet riguardo a quella dinastia. Ma tutta questa gente si sbaglia, perché la vera stirpe reale è quella che compare soltanto in questo manoscritto. Guarda bene i discendenti di Viviana del Lago>>



Robert tornò alla genealogia:
<<Dunque, Viviana era madre anche di Niniane, la quale risulta moglie di Kevin il Bardo, padre di Marvin Lake. E poi c'è la frase in latino "de quo secreta Lacis stirpe descensit">>
Aveva capito il sottinteso implicito, ma proprio per questo ne prese le distanze:
<<E allora, solo perché mia nonna aveva il cognome Lake, da nubile, tu e gli Iniziati credete che lei fosse l'erede della stirpe?>>
Maggie assunse un'espressione grave:
<<Ti ha mai raccontato la vera storia del suo matrimonio?>>
Robert sollevò una mano:
<<Ma sì, certo... la conoscono tutti. Fu un matrimonio combinato dalle loro famiglie per motivi economici>>
<<Questa è la versione ufficiale. Ma i nobili ne conoscono un'altra. Henry Oakwoood aveva scoperto che la famiglia Lake era sopravvissuta in segreto per secoli, presso Rosslyn, ed era stata garante della conservazione di questo manoscritto e di molti altri che ora si trovano qui>>
<<Però adesso, Maggie, mi devi spiegare come hanno fatto i Burke-Roche ad accaparrarsi del Fondo Rosslyn!>>
<<E' molto semplice, Robert. Il Fondo Rosslyn era sotto il controllo degli Iniziati agli Arcani Supremi, e mio nonno era riuscito a diventare Priore della setta. Quando scoppiò la Seconda Guerra Mondiale, lord Hector portò i libri qui ad Hollow Beach, perché l'Europa non era più un posto sicuro. Il motivo per cui ci furono divergenze tra i Burke-Roche e gli Oakwood derivò dal fatto che lady Vivien era considerata una adepta della cosiddetta Via della Mano Sinistra. E tu certamente sai di cosa si tratta>>





Cast


Anjelica Houston - Viviana di Avalon, Dama del Lago

Julianna Margulies - Morgana Pendragon, ultima Signora di Avalon

Carloline Goodall - Igraine di Avalon, moglie di Uther Pendragon, madre di re Arthur

Joan Allen - Morgause di Avalon

Michael Byrne - Merlino


mercoledì 18 settembre 2013

Gli Arcani Supremi. Capitolo 18. La genealogia arturiana e quella messianica.



<<Per quale motivo dovrei credere che tutto ciò che è raccontato in questo testo sia vero? Una fonte letteraria, da sola, non prova niente. Anzi, nemmeno una moltitudine di fonti letterarie possono provare qualcosa, a meno che non siano supportate da fonti di altro tipo. Quali prove hai, Maggie, per dire che questo libro racconti la verità?>>
La domanda era stata posta con tutta la severità e il rigore di chi segue un metodo scientifico.
Solo una risposta interna a tale metodo avrebbe potuto convincere Robert Oakwood che tutte le inspiegabili realtà di quegli ultimi due giorni avevano una loro rispettabile verità.
<<La prova sei tu, Robert. C'è qualcosa in te che deve essere risvegliato. E' questo il senso della tua iniziazione. Devi diventare ciò che sei, ma non sai di essere>>



<<E tu credi che lo troverò in questo libro? O in questi rituali da setta esoterica? Una persona seria non può dare credito a cose di questo genere!>>
Maggie sorrise:
<<Una persona seria non può neanche escluderle a priori. Se le esperienze di questi giorni non risveglieranno nulla in te, allora vorrà dire che noi ci eravamo sbagliati, e con "noi" intendo dire tutti coloro che credono in te>>
Robert sospirò:
<<Voi tutti non credete in me, ma in un fantasma che per qualche motivo ritenete collegato alla mia persona>>
Maggie scrollò le spalle:
<<Gli occhi possono vedere tutto tranne il loro colore. Per questo tu credi di conoscere te stesso senza esserti specchiato>>
Quelle parole lo colpirono come un aforisma zen.
<<Lo specchio che tu mi porgi potrebbe essere deformante>>
Lei aveva previsto una simile obiezione:
<<Spetterà a te decidere in quale specchio riconoscerti. Ma non devi permettere che il pregiudizio ti impedisca di guardare>>
Robert guardò nuovamente il libro:
<<E va bene, proseguirò l'analisi di questo testo con la mente sgombra da pregiudizi, ma annoterò ogni passaggio dubbio, per poterne verificare la plausibilità>>



Si concentrò sul testo:
<<Vedo che ci sono altri alberi genealogici. Risalgono agli antenati di Artù. Vediamo... sì, più o meno corrispondono con quelli della letteratura. Il padre è Uther Pendragon, la madre è Ygerne Laci, Vivianae soror. Igraine del Lago, sorella di Viviana, e fin qui niente di nuovo. Lo zio paterno è Ambrosio Aureliano, zio aquisito, però... era il marito della sorella di Uther... una donna che qui viene chiamata "Constantia". E questo è abbastanza logico se consideriamo che il padre di Uther si chiamava Costantino ed era un romano. La madre di Uther si chiamava Lluan di Brechin. Mai sentito questo nome... proviamo a risalire ai suoi antenati... si arriva ad Arvirag di Siluria, vissuto ai tempi della conquista romana, e sposato con una principessa britanna di nome Penadrun, figlia dell'arcidruido Bran il Beato e di una donna di nome Anna, di cui si dice "Iosephi filia">>
Poteva essere il classico collegamento con Giuseppe d'Arimatea e la storia del Santo Graal, ma in questo caso il libro non avrebbe detto nulla di particolarmente diverso dalle varie ricostruzioni letterarie o pseudostoriche che si erano avvicendate nel tempo.
<<Tutta questa fatica per finire poi nel vago? Anna figlia di Giuseppe? E con ciò?>>
Maggie voleva che lui ci arrivasse da solo, per cui si limitò a guidarlo:
<<Sei tu il filologo. Quando in un testo c'è qualcosa di strano, quale interpretazione si sceglie?>>
Robert sorrise:
<<Si sceglie la lectio difficilior, l'interpretazione più difficile, quella che nemmeno i copisti hanno osato correggere. Ma qui non si tratta di... un momento... aspetta... se qui nessuno ha osato specificare chi fosse questo Giuseppe... allora forse non era Giuseppe d'Arimatea. Sapevano che non era lui, ma non osavano specificare chi fosse l'altro... perché sarebbe stata un'eresia>>



Maggie annuì:
<<E' la conclusione a cui sono giunti anche gli altri filologi. Il copista doveva essere convinto che si trattasse di un'eresia e per prudenza ha voluto rimanere sul vago>>
Robert sorrise:
<<Be', un'idea orginale, senza dubbio... si toglie di mezzo una volta per tutte l'idea che Cristo abbia avuto dei discendenti, ma si mantiene il prestigio della "discendenza messianica" facendo discendere il Sangue Reale da Giuseppe Artigiano e quindi dalla stirpe di Davide, secondo i Vangeli. Una versione più accettabile dal punto di vista ecclesiastico>>
Maggi annuì, ma la sua espressione rimase seria:
<<Non troppo accettabile, se gli originali del manoscritto sono andati perduti. Questa, come abbiamo detto prima, è una copia collocabile intorno al 1370, commissionata da Roberto II di Scozia per certificare la sua "discendenza messianica". Doveva esserci solo un originale, in un qualche convento scozzese, che poi dev'essere stato secolarizzato in età protestante. Allora le domande sono: perché gli altri originali sono andati perduti? Chi ha portato in Scozia l'ultimo originale? Perché ne è rimasta una sola copia?>>
Robert inarcò le sopracciglia:
<<Stai dando troppe cose per scontate. Non siamo sicuri che ci fosse realmente un originale. Potrebbe essere questo l'originale, e allora rimarrebbe in piedi solo l'ultima delle domande. Perché una sola copia? Ma ammettiamo pure che esistessero gli originali. Perché sono andati perduti? Sicuramente una spiegazione può essere che, quando i conventi furono secolarizzati, sotto i Tudor, tutto ciò che aveva a che fare col cattolicesimo ha subito una sorte piuttosto difficile, e molte cose sono andate perdute, o addirittura volontariamente distrutte, in Inghilterra, mentre in Scozia gli Stuart hanno cercato di salvare il salvabile. E questo è anche il motivo per cui l'Università di Edimburgo conserva più documenti di quel genere rispetto a quella di Londra>>
Maggie rimase seria:
<<Questo spiegherebbe l'assenza di originali in Inghilterra. Ma questo tipo di testi, in cui si parla della discendenza arturiana e la si collega a quella messianica, dovrebbero essere presenti anche in Francia, dove quella letteratura era ancora maggiore. Per esempio alla corte di Marie de Champagne o di sua madre, Eleonora d'Aquitania, moglie di Enrico II Plantageneto>>



Robert capì dove voleva andare a parare la sua interlocutrice:
<<Molti testi di quel genere sono andati perduti dopo il 1307, quando l'ordine dei monaci Templari fu abolito da papa Clemente V e da re Filippo IV di Francia. Ma questa è solo una fantasiosa ipotesi>>
A quel punto Maggie sorrise e giocò la carta più importante che aveva in mano:
<<Non del tutto fantasiosa. Se il committente dell'opera, Roberto II Stuart, re di Scozia, ha sentito il bisogno di tollerare la presenza di una miniatura in cui era presente il suo contemporaneo Edoardo III d'Inghilterra, anche qui deve essere applicata una specie di lectio difficilior>>
Robert si illuminò:
<<Forse anche Edoardo III era tra i committenti? Ma per quale ragione, se qui i Plantageneti non sono menzionati? A meno che... fammi vedere meglio questo albero genealogico... qui si fa riferimento anche a... o mio Dio! Adesso ho capito!>>







Cast

Johnny Depp - Robert Oakwood

Gli Arcani Supremi. Capitolo 17. Il Figlio dei Cento Re.



<<La miniatura rappresenta re Edoardo III Plantageneto d'Inghilterra e suo figlio Edoardo, principe di Galles. Lo si desume dal fatto che nell'armatura sono dipinti, oltre ai simboli della dinastia inglese, anche i gigli di Francia. Edoardo III era infatti figlio di Isabella di Francia, unica erede diretta della linea primogenita dei Capetingi. Il testo è stato dunque redatto sicuramente dopo il 1350>>
In quanto a conoscenze storiche, Robert Oakwood era pressoché imbattibile.
Maggie Burke-Roche annuì:
<<Il manoscritto è stato infatti realizzato in quel periodo, e costituisce un caso molto particolare, perché è composto da una parte originale e da una copia di un documento precedente. Al giorno d'oggi parleremmo di una edizione aggiornata. L'altra particolarità è che, nonostante la prima miniatura rappresenti i sovrani inglesi, il manoscritto è stato realizzato in un monastero scozzese>>



Robert annuì:
<<Infatti la seconda miniatura rappresenta il re di Scozia, Roberto II, il fondatore della dinastia Stuart, che poi avrebbe unificato il dominio su tutta la Gran Bretagna>>

File:Robert and Euphemia.jpg

Maggie sorrise:
<<Hai trovato un tuo omonimo! Ed è anche un tuo antenato. Tramite i Duchi di Albany, tu discendi dagli Stuart così come dai Plantageneti e dai Capetingi, e tutti costoro a loro volta...>>
Robert sollevò la mano destra:
<<Calma, calma! Io continuo a non credere a quella storia dei Duchi di Albany>>
<<Un passo alla volta, per adesso guarda chi erano gli antenati di quei re, poi parleremo dei loro discendenti>>
Maggie trovò il segno di alcune pagine dove erano tratteggiate delle genealogie.
<<L'albero genealogico che ci interessa maggiormente è quello degli Stuart. Attualmente l'unica famiglia che porta legittimamente questo cognome è quella dei Duchi di Alba, il ramo spagnolo degli Stuart. Come vedi c'è una parentela anche nel titolo nobiliare, perché Alba era il nome con cui si indicava l'isola di Britannia. "La perfida Albione">>
Robert non parve particolarmente felice di essere considerato parente di Cayetana Stuart, la diciottesima duchessa d'Alba.
<<Vediamo questa genealogia. Il cognome Stuart deriva dal titolo "High Steward", cioè Grande Intendente di Scozia. Il primo Intendente fu Walter Fitzalan, e infatti lo troviamo qui>> e puntò il dito in fondo a una pagina <<ora proviamo a risalire indietro.  Il padre di Walter era Alan, a sua volta figlio di un altro Walter ed una Emma Fitzalan che qui viene dichiarata "inlustrissima domina Sanguinis Regalis". Signora nobilissima del sangue reale. Dunque sono gli antenati di lei quelli che contano. Emma era figlia di Alan, a sua volta figlio di un altro Alan, figlio di Framald il Siniscalco di Scozia, figlio di Froumund Vetules, figlio di Fretald, figlio di Froumund, figlio di Alirad, figlio di Froubald, figlio di Adelrad, figlio di Flothar, figlio di Frodald, conte di Bretagna, figlio di Froamid, conte di Bretagna, figlio di Alain, figlio di Lionel, figlio di Mordred, figlio di...>>
Robert si fermò.
Non era possibile...
<<Mordred, qui erat filius Arthorii Regis Britanniae. Mordred, che era figlio di Arturo, re di Britannia. Ma non è possibile, non sappiamo nemmeno se Artù sia vissuto veramente! E nessuno ha mai parlato del fatto che Mordred potesse aver avuto figli>>



Maggie indicò il libro:
<<Qui dentro c'è la risposta a tutto. Indica per filo e per segno la vera storia di Arthur Pendragon, meglio noto come re Artù di Britannia. Questa è la versione che, se fosse in mano agli storici e ai filologi, farebbe luce sul mistero di quell'epoca e su tutti gli altri misteri che gravitano attorno ad esso. Basta fare un elenco di nomi: Graal, Avalon, Viviana, Morgana, Merlino, Uther Pendragon, Igraine, Broceliande... qui c'è tutto>>