lunedì 23 febbraio 2015

Estgot. Capitolo 32. Se il grano non muore



Mentre si poneva questi dubbi, esaminando con attenzione la biblioteca, scorse un volume più nuovo rispetto agli altri, collocato in un settore diverso da quello a cui sarebbe dovuto appartenere in base all'argomento.
"Se il grano non muore", romanzo autobiografico di André Gide.



 C'era il solito segnalibro, scritto con la solita calligrafia di lady Margaret Burke-Roche:
"Se il seme di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo se stesso e non dà frutto, poiché la nuova pianta non può nascere. Ma se, sotto terra, esso muore, allora da lui germoglia nuova vita. Questo è il circolo dell'eternità e per questo ogni Iniziazione è insieme Morte e Rinascita. Una persona ne entra e un'altra ne esce".



Dunque i Suggeritori sapevano.
Mi stanno già fornendo istruzioni e informazioni. E' un invito ad andare "sotto terra" per una trasformazione in cui ciò che io sono stato dovrà evolversi, svilupparsi e crescere.
Subito di fianco vi era un altro volume
"Poesie scelte di Cesare Pavese". Questo libro è destinato a me, poiché solo io, qui dentro, conosco la lingua italiana e sono italiano per discendenza matrilineare.
Ancora una volta un segnalibro, ancora la stessa calligrafia.
"Questi versi parlano di morte, ma anche di speranza. Soffermati su quest'ultima"
Ancora una volta vi era una frase sottolineata, che nascondeva un messaggio diverso da quello letterale.
E' un suggerimento su come sopravvivere all'Iniziazione. 
La poesia a cui faceva riferimento era molto nota nella letteratura italiana, ma conteneva alcune correzioni e modifiche che dovevano facilitarne l'interpretazione in codice.

Verrà la Morte e avrà i tuoi occhi,
questa morte che ci accompagna
da mattina a sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
Così li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
davanti allo specchio e gli sorridi.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,

come ascoltare un labbro chiuso,
e rifiorire. O cara Speranza,
quel giorno tu ed io sapremo
che sei la Vita e sei il Nulla


 La lettura di quei versi gli provocò come una specie di visione: il fantasma di Virginia Dracu, rosso come il sangue, che aleggiava davanti al maniero di Sleepy Providence.
Ho sempre pensato che nel momento della mia morte avrei rivisto gli occhi di Virginia, com'erano nel momento in cui la conobbi e in quello in cui le dissi addio.
Trovava appropriata la scelta di quella poesia come messaggio in codice.
Cesare Pavese, che si era ucciso per un amore non corrisposto, sapeva bene che la sua morte avrebbe avuto gli occhi della donna che lo aveva sedotto e abbandonato, l'attrice e ballerina americana Constance  Dowling.



"Perdono tutti e a tutti chiedo perdono. Non fate troppi pettegolezzi".
Quelle erano state le ultime, estreme parole del grande scrittore, affidate ad un biglietto, prima di ingerire una dose mortale di sonniferi e addormentarsi per sempre.



Ma la poesia era stata corretta e modificata dai Suggeritori in modo da fornire un nuovo messaggio.
Erano state introdotte nuove parole, altre erano state tolte, altre scritte con l'iniziale maiuscola e altre ancora erano strate sottolineate.
La Morte è scritta con la maiuscola, così come la Speranza, la Vita e il Nulla.
Due parole chiave positive e due negative: la Morte e il Nulla da una parte, la Speranza e la Vita dall'altra.
Era come se stessero fotografando ciò che provava nell'anima.
La mia esistenza oscilla tra vita e morte, tra la speranza e il nulla. In questa oscillazione, il motore che tiene in piedi la vita è la speranza. Senza speranza si muore. La disperazione uccide.
Si fermò a ragionare.
Il verso "Verrà la Morte e avrà i tuoi occhi" è ripetuto due volte. Chi ha scelto questa poesia per me sapeva che avrei pensato agli occhi di Virginia, che erano poi anche gli occhi di Jessica, essendo loro due cloni della stessa persona. Due cloni e due frasi ripetute. Vogliono che io sappia che nel momento dell'Iniziazione, in cui si rinnoverà il ciclo di Morte e Resurrezione, io rivedrò quel volto. Mi stanno preparando a questo.
Ma Virginia era morta, senza ombra di dubbio, e il suo corpo era stato cremato, per cui lei non sarebbe tornata più. Jessica era già presente, non c'era bisogno di preparare la sua comparsa.
Ce n'è un'altra... quanti sono i cloni di Jessica Burke-Roche? L'originale era stata considerata come J-1.  Virginia era stata la J-2. Jessica Baumann era la J-3. Dunque nel sottosuolo potrebbe nascondersi il terzo clone, la J-4.
E' forse lei la mia Suggeritrice?

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domenica 22 febbraio 2015

Estgot. Capitolo 31. Il Drago e la Fiamma



Le parole di Jessica riguardo alla prova di Iniziazione avevano suscitato in Waldemar un certo allarme. 
Se gli Iniziati avevano intenzione di utilizzare delle sostanze psicoattive nella prova di Iniziazione, allora avrebbero potuto sfruttare quel suo momento di alterazione della coscienza per condizionarlo e vincolarlo alla loro obbedienza.
Potrebbero innestare delle capsule a rilascio prolungato, per creare dipendenza. Le nanotecnologie hanno fatto enormi progressi in questa direzione. Il progetto Google X, per esempio, sta sviluppando nanoparticelle magnetiche in grado di rilevare ogni tipo di malattia. 
Gli venne in mente anche il film Transcendence, dove le nanoparticelle erano in grado addirittura di rigenerare i tessuti.
Una singola capsula potrebbe contenere milioni di nanoparticelle capaci di penetrare nelle cellule e modificare il DNA. In fin dei conti, potrei essere soltanto la loro ennesima cavia umana. Potrebbero indurre una mutazione genetica. Creare un Mutante, così come hanno creato i cloni.
La prospettiva di diventare un mostro telecomandato, come la creatura di Frankenstein, lo atterriva.
 Forse i misteriosi suggeritori del sottosuolo gli avrebbero potuto dare istruzioni utili per evitare di cadere in qualche trappola.
C'era poco tempo, visto che l'Iniziazione si sarebbe dovuta compiere entro una settimana, almeno secondo le prime indicazioni di Ivan Kaspar, il quale non si aspettava una adesione così rapida da parte del governatore di Estgot.
Quella sera Waldemar tornò alla ricerca di nuovi indizi che lo conducessero alla porta per i sotterranei.
Ricapitolò le tracce di cui era in possesso e le deduzioni che ne aveva tratto e giunse ad una conclusione drastica.
Devo trovare lo stemma con il Drago che emette una Fiamma. E lo devo fare stanotte!
Poteva sembrare un compito facile, dal momento che spesso si associa al drago la capacità di emettere il fuoco, ma Waldemar, che era esperto in araldica, sapeva che, tra i simboli del drago presenti nelle bandiere o negli stemmi scolpiti sulle porte dei palazzi o delle cripte delle famiglie aristocratiche, pochissimi mostravano una fiamma: quasi tutti mettevano in bocca al drago una lunga lingua di serpente, come nel caso del Pendragon del Galles.



Alcuni draghi di forma serpentina erano del tutto sprovvisti sia di fiamma che di lingua.



Waldemar sapeva anche che il drago che maggiormente aveva rappresentato la Dinastia del Serpente Rosso era quello che compariva nello stemma dell'Ordine del Dragone, fondato dall'imperatore Sigismondo di Lussemburgo, re di Boemia e d'Ungheria, nel Quattrocento.
Decise di consultare l'enciclopedia araldica della biblioteca di lady Margaret, come punto di partenza, e trovò subito la voce che gli interessava.

L'Ordine del Drago (o del Dragone) (latSocietas Draconistrarum, tedDrachenordenhunSárkány LovagrendromOrdinul Dragonului) fu un ordine militare del Sacro Romano Impero Germanico, istituito dall'imperatore Sigismondo per distruggere l'eresia hussita e contenere il potere dell'Impero Ottomano.
Il simbolo che contraddistinse la fraternitas draconis fu:
« Il segno o effigie del drago curvato fino a formare un cerchio, la coda avvolta intorno al collo, diviso nel mezzo della schiena per tutta la sua lunghezza, dalla testa alla punta della coda, da sangue [che traccia] una croce rossa e scorre nella fenditura lasciando una linea bianca intermedia »
(D'Arcy, Boulton (2000), The knights of the crow, Woodbridge, p. 350)


Il testo poi menzionava che tra i membri dell'Ordine il più illustre era stato il principe voivoda Vlad di Valacchia e Transilvania, a cui era stato attribuito il cognome onorifico di Dracula, proprio in riferimento al dragone.
Un'altra notazione interessante era il fatto che, in una prima versione, quella del 1408. il drago teneva la testa rivolta a destra. 
Nella seconda versione, però, dopo il 1437, la testa del drago era rivolta a sinistra e ciò aveva fatto pensare che l'Ordo Draconis avesse segretamente aderito alle dottrine segrete esoteriche della Via della Mano Sinistra, cosa che trovava conferma nel potere assunto dalla famiglia Dracula all'interno dell'Ordine stesso.



Era stata la stessa Virginia Dracu a raccontarglielo.
Virginia, chi avrebbe mai pensato che le tue parole mi sarebbero tornate utili in questo luogo remoto? Forse tu lo sapevi? Intuivi che mi avrebbero dato la caccia fino ai confini del mondo?
L'ipotesi era possibile.
Virginia era in realtà J-2, la seconda Jessica Burke-Roche, e quindi il primo clone realizzato in concomitanza con l'originale ereditiera della Dinastia del Serpente Rosso.
Ripensare a lei in questi termini gli era penoso.
Lei ha preferito subire la punizione mortale degli Iniziati, piuttosto che tradire la mia fiducia. 
Era stato in seguito alla morte di Virginia che Waldemar aveva conosciuto il Professor Gallo, studioso di Storia delle Religioni e membro di rango segreto della Fiamma di Atar.
Gallo mi disse che coloro che avevano ucciso Virginia ne avrebbero prima o poi pagato il prezzo. Forse già sapeva che un giorno io sarei stato il braccio secolare della loro giustizia?

Manieri


Lauriston Castle in Edinburgh

Waddesdon Mannor England. 

Sotto, Königstein Fortress, Germany



Bolsover Castle, Derbyshire, England 

 Newbattle Abbey

Glengorm Castle, Scotland 

Moszna Castle, Poland 

Scotney Castle, England 

Wrams Gunnarstorp in Skåne, Sweden 

Tjolöholm Castle, Sweden 




Le tre leggi fondamentali dell'economia




1) Nessuno fa niente per niente

Se qualcuno fa per voi qualcosa senza chiedere niente in cambio, domandatevi sempre dove sta la fregatura, perché l'altruismo non esiste: anche la persona in apparenza più altruista ha un tornaconto personale che la motiva a fare ciò che fa per voi.

2) Soldo chiama soldo

Più si hanno soldi da investire e maggiore è il tasso di rendimento, perché i grandi investitori possono permettersi di rischiare di più. avendo comunque notevoli riserve di denaro messe al sicuro da qualche parte dove nessuno può arrivare, a volte nemmeno il fisco.


3) Il denaro manca sempre, ma non si può stampare

Quasi tutti si lamentano perché non hanno abbastanza denaro a disposizione: si lamentano le persone, si lamentano le famiglie, si lamentano le imprese, si lamentano le banche, si lamentano i governi e si lamentano le istituzioni internazionali. E allora perché non stampare denaro, chiedono in molti? La risposta è contenuta nella teoria quantitativa della moneta, secondo cui un aumento della massa monetaria eccedente all'aumento del reddito derivante dall'effettivo prodotto interno lordo si traduce semplicemente in un aumento dei prezzi, lasciando la ricchezza reale invariata.

Psicologia della personalità, psicologia sociale e ruolo nella società



In qualsiasi gruppo di pari (per età, condizione socio-economica di partenza, salute fisica) è in primo luogo la personalità del singolo a determinare il suo ruolo all'interno del contesto sociale.

La distinzione primaria è tra chi ha una personalità tendenzialmente dominante e chi ha una personalità tendenzialmente gregaria.

Una volta che il gruppo ha stabilito chi sono i leader e chi sono i gregari, si mette in atto un secondo meccanismo che genera altre due categorie, quella dei ribelli all'ordine costituito e quella degli emarginati dall'ordine costituito.

E' possibile rappresentare tutto questo con un grafico, partendo da un diagramma con assi cartesiani ortogonali dove nell'asse delle ascisse troviamo la capacità di adattamento e nell'asse delle ordinate la capacità di affermazione.

                                                     Leader
                                                          |
                                                          |
                                                          |
                                                          |
                      Ribelle ----------------------------------------------  Gregario
                                                          |
                                                          |
                                                          |
                                                          |
                                                    Emarginato


All'interno di questo grafico di riferimento, possiamo individuare la collocazione nei vari quadranti delle altre tipologie di personalità e dei ruoli sociali ad essere associati.

Nel quadrante tra il ribelle e il leader possiamo trovare quelle personalità che assumono il ruolo di individuo emergente nelle sue varie manifestazioni: rampante, arrivista, agonista.

Nel quadrante tra il leader e il gregario troviamo gli individui che assumono il ruolo di mediatore che può essere, naturalmente, più vicino al leader nel caso i mediatori siano i suoi aiutanti, più vicino al gregario nel caso siano persone con mansioni meramente da impiegato. Ci può essere anche il mediatore equidistante, per esempio l'intellettuale organico o l'artista organico.

Nel quadrante tra il gregario e l'emarginato troviamo gli individui con personalità fragile, passiva e dipendente che spesso vengono presi di mira come capro espiatorio e diventano vittime.

Nel quadrante tra l'emarginato e il ribelle ci sono invece quegli individui dalla personalità forte, ma sprovvisti di una sufficiente capacità di adattamento, che in psicologia sociale e sociologia costituiscono la categoria dei devianti.
Se il deviante sceglie di infrangere attivamente le regole, allora diventa un fuorilegge.
Se il deviante sceglie di limitarsi a criticare le regole, pur rispettandole, almeno nella maggior parte dei casi, allora assume il ruolo di intellettuale dissidente o artista dissidente.


Come gestire i commenti negativi nei social network?



Fortunatamente non ne ho mai ricevuti, ma nel caso dovessi, questa sarebbe una guida utile.

Istruzioni per un uso corretto di Pinterest come marketing social media

Mappa della provenienza degli immigrati in Italia

Mappa dell'Europa vista dai Normanni nell'anno 1000

sabato 21 febbraio 2015

Mary Tudor e sua sorella Elisabetta I



Mary Tudor, detta anche Bloody Mary o Maria I la Sanguinaria, figlia di Enrico VIII e Caterina d'Aragona, fu regina d'Inghilterra dal 1553 al 1558. Le succedette la sorellastra Elisabetta I, che regnò dal 1558 al 1603.

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Questa è la ricostruzione grafica al computer della regina figlia di Enrico VIII Tudor e di Anna Bolena, Elisabetta I (1533-1603) che regnò in Inghilterra tra il 1558 e il 1603.
Si è partiti da un suo ritratto dell'epoca e lo si è corretto sulla base delle descrizioni riportate nelle fonti e nelle biografie.






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