lunedì 17 marzo 2014

Le bassezze dell'Alta società. Capitolo 2. Giulia e Virginia.




Ferrara, marzo 2001

Era stato un inverno mite, tutto sommato, ma non abbastanza da farle sentire il disagio che l'accompagnava ad ogni cambio di stagione.
La primavera stava per tornare, ma Giulia non ne traeva alcun beneficio, per quanto le piacessero i fiori e tutto il resto.
Si fece aria con la posta appena ritirata, mentre rientrava a passi lenti nell’atrio dell'anonimo condominio dove abitava ormai da molti anni.
Nell’attesa dell’ascensore, non poté fare a meno di chiedersi dove fosse stato suo figlio la notte prima.
Era tornato come al solito che era già mattina, con i postumi evidenti di una sbornia.
 Almeno si fosse degnato di ritirare tutta questa posta! E questo assurdo mazzo di fiori senza neanche un biglietto! Come se bastasse questo per farsi perdonare una vita intera di follie...
Al pianerottolo notò che i vasi delle piante sembravano secchi…doveva ricordarsi di innaffiarli, anche se ormai non le importava più nulla di nulla.
Rientrare in casa, comunque, era un sollievo, come se fosse stata fuori un’eternità.
E’ incredibile come invecchiando si diventi estranei al mondo. Eccomi qui... io e il mio rifugio, e tutto il resto è frontiera…



Nella penombra della cucina, a persiane socchiuse, buttò la posta sul tavolo, dopo aver spazzato via con un gesto stizzoso le briciole del pasto consumato dal figlio prima di mettersi a letto, mise il mazzo di fiori in un vaso e finalmente poté lasciarsi sprofondare nella sua poltrona preferita.
Meritato riposo!
Inforcati gli occhiali, aggrottò le sopracciglia, nel rivolgere l’attenzione alle buste e ai depliants.
Reclame di supermercati, pizzerie, palestre, corsi di nuoto, buoni sconto fasulli, vincite di improbabili vacanze ai Caraibi divennero nelle sue mani ossute un cartoccio che prese maldestramente la direzione del cestino, mancandolo per poco. In compenso colpì senza volerlo il gatto che si aggirava da quelle parti attirato dagli aromi residui della colazione.
L’anziana (ma poi non così anziana! Ho appena compiuto 65 anni!) si avventurò poi con animo più timoroso nell’esame di alcune minacciose buste bianche con scritte azzurrine o verdemare e vi riconobbe sigle tristemente note: “Agenzia per le entrate – Ministero delle Finanze” , “Telecom”,  “Consorzio di bonifica”, “Geom. De Marchi – Studio Amministrazione di Condominio” …
Il suo sospiro risuonò vigorosamente, tanto da stupire il felino domestico, che mise indietro le orecchie.
Questa volta non ce la facciamo ad arrivare alla fine del mese…
C’era però una busta diversa, che si imponeva tra le altre per un non so che di ufficiale, di pomposo…pareva quasi una partecipazione di matrimonio o un invito al gran ballo delle debuttanti…ricordi di altri tempi…(arcana felicità fingendo al viver mio).
L’indirizzo era scritto a mano, in una calligrafia all’antica, tutta svolazzi e ghirigori, ma con qualche esitazione, qualche tremolio, come se l’avesse vergata una mano debole, malferma.
“Gent.ma Signora Giulia Federici Ved. Bruni, Via dei Martiri 17, Ferrara”.
L'indirizzo era corretto.
Fin troppo... via dei Martiri... mai nome fu più azzeccato... e per giunta al numero diciassette!
Era comunque incuriosita, perché forse quella lettera era collegata al mazzo di fiori.
Ma certo! Questa lettera era insieme ai fiori!



Chi si prende più la briga di  mandare fiori e scrivere una lettera a mano a una signora della mia età? Forse qualcuno che si ricorda ancora che in un tempo remoto ero una donna piacente ed ho persino frequentato quella che si faceva chiamare la "creme"... l'elite... l'alta società...
Il solo pensiero le provocava un senso di disgusto.
Guardò di nuovo l'indirizzo, perché aveva colto in esso una nota stonata.
Le pareva di riconoscere la grafia: le suscitava un ricordo antico, rimosso, perduto nella nebbia.
La curiosità prevalse comunque sul timore.
Afferrò il tagliacarte d’argento, quello buono, che avevano regalato al suo defunto marito quando era andato in pensione…anche se poi non se l'era potuto godere per molto, pace all'anima sua.
Recisa con un gesto secco e quasi rabbioso la busta, ne estrasse un foglio giallognolo zigrinato che pareva carta da parati.
Era piegato e sigillato con ceralacca rossa, come si usava una volta.
Un sigillo? Ma chi li usa più... 
Fu allora che il ricordo rimosso tornò inesorabilmente a galla.
Oh mio Dio! 
Distolse lo sguardo come se avesse visto qualcosa di orribile, e per un po' i suoi occhi fissarono il vuoto, e tutta la sua vita parve contrarsi e galleggiare in un limbo da cui non avrebbe voluto riscuotersi.



Ma non si poteva fuggire in eterno dal proprio passato.
Sapeva che prima o poi il passato si sarebbe ricordato di lei.
Inutile girarci attorno: aveva riconosciuto il marchio del sigillo, un simbolo che aveva amato intensamente, e poi odiato ancora di più: lo stemma dei conti Ozzani di Fossalta.
Le mancò il respiro e le si serrò lo stomaco.
E' lei... è Virginia...
In un tempo molto, molto lontano, quella donna era stata parte della sua vita.
Prima che succedesse tutto il male... prima che tutto andasse a rotoli...
Sospirò.
Guardò la lettera di sbieco, con un misto di paura e di rabbia e, facendo appello alle poche forze residue, si costrinse a leggere qualcosa che sicuramente avrebbe sconvolto quella parvenza di equilibrio che era riuscita, nonostante tutto, a ricostruirsi nell'arco dei decenni.

Mia carissima Giulia, 

sono passati tanti anni dall’ultima volta che ci siamo viste, ma posso immaginare che per te, come per me, non sia stato possibile dimenticare il legame che ci ha unite quando eravamo giovani e tutto ciò che avvenne all’epoca dei fatti che hanno segnato i nostri destini. 
Ammetto fin d’ora, completamente, le mie colpe, per come sono andate a finire le cose.
Colpe per le quali provo rimorso e vergogna, e so di non meritare il tuo perdono, ma ti prego, anzi, ti supplico di leggere fino in fondo questo mio importantissimo messaggio
Giulia rimase per qualche istante incerta, col cuore che le pulsava veloce.
Virginia, perché vuoi tornare a tormentarmi?



 Si fece forza:
Spero che il tempo sia riuscito a rimarginare almeno in parte le ferite del passato, ma se così non fosse, questa potrebbe essere l’ultima occasione che ci è concessa per chiarire tutto ciò che è rimasto per troppo tempo in sospeso. Tu penserai che sia tardi per rimediare agli errori miei e della mia famiglia, ma le circostanze sono molto cambiate, per tutti. Se c’è anche una sola possibilità che quegli antichi torti possano essere riparati, questo va fatto ora, perché sono malata, gravemente malata…
Giulia corrugò le sopracciglia.
…e mi resta ormai poco tempo per fare tutto ciò che posso e che devo, per risarcire il danno causato a te e alla tua famiglia.
Le mie decisioni e il mio comportamento di allora furono gravi, ed io non ho scuse. Certo non posso restituirti la vita che avresti potuto avere con Alessio…»



Un profondo sospiro di Giulia irritò nuovamente il gatto, che questa volta si limitò a muovere all’indietro una sola orecchia.
«… e questo dolore mi tormenta più della mia malattia, ma ci sono alcune cose della massima importanza che devi sapere. Anche se non ci crederai, io non ho mai smesso di provare per te lo stesso affetto che nacque quando ci conoscemmo sui banchi del ginnasio, e per quanto possa sembrare assurdo, è stato anche per questo che ho fatto ciò che non mai avrei dovuto fare



Giulia provò un senso di nausea che la costrinse a sospendere per alcuni minuti la lettura, mentre cercava invano di scacciare l'ombra di un sospetto che l'aveva tormentata per tutta la vita.
Certe cose non andavano dette! Era meglio tacere, meglio far finta di non aver capito.
Perché Virginia voleva riesumare qualcosa che avrebbe dovuto rimanere sepolto per sempre?
Ma poiché chi semina vento raccoglie tempesta, ciò che ho fatto ha generato solo infelicità per per me, per lui, per sua moglie e per tutta la nostra famiglia. Come avrai saputo, tra lui ed Esther le cose non hanno mai funzionato. Per ironia della sorte, o forse per una giusta punizione divina, colei era stata prescelta come salvatrice e continuatrice della nostra nobile stirpe non è stata in grado di portare a termine neanche una gravidanza. E così anche la sua unica vera dote, e cioè quel maledetto denaro che doveva salvare l’onore degli Ozzani di Fossalta dall’onta del fallimento, si è rivelato alla fine del tutto inutile. Esther ha portato con sé solo problemi e un dolore che tu non puoi neanche immaginare, perché certe scomode verità sono rimaste sempre nascosta nel privato di queste mura…



Ma che sta dicendo?
Esther non aveva avuto figli, ma ufficialmente era apparsa una moglie irreprensibile per Alessio.
“…e tutto per una questione di “decoro” che ora mi appare così futile. Quanti errori! Ma lo sa il Cielo se li ho scontati tutti, in termini di dolore e di sacrificio, perché anche io, in fondo, ho dovuto rinunciare a tutto…»
Quella era un'esagerazione insopportabile, eppure, se si voleva leggere tra le righe,  poteva esserci qualcosa di vero.
«…e per tutta la vita, ogni giorno, ogni singolo istante, ho scontato la condanna per le decisioni sbagliate prese nell’età dell’incoscienza…»
Giulia annuì.
L’età dell’incoscienza! Anche per me…



 «…e sempre, negli anni successivi, avrei desiderato cambiare gli eventi che ci hanno diviso. 
Spero almeno che la tua vita sia stata felice e che il tuo matrimonio ti abbia procurato le gioie…»
Un sorriso amaro le fece sentire il sale di una lacrima scesa sulla guancia sinistra, infossandosi tra le pieghe della pelle avvizzita.
Le gioie!
Scosse il capo.
«…che meritavi, dopo aver tanto sofferto per causa nostra. So che hai un figlio adulto e che vivi con lui: sapessi quanto ti invidio! Il mio rimpianto più grande è di non aver avuto figli…»
Il sorriso di Giulia divenne una smorfia.
La mano le tremò lievemente.
I figli…
Che ne sai tu dei figli? Di cosa si prova quando ti accusano di tutto ciò che è andato storto nella loro vita, e ti rinfacciano persino il fatto averli messi al mondo!



«…e questo senso profondo di mancanza e solitudine si è fatto sentire maggiormente quando Alessio ed Esther sono morti in quel terribile incidente. La gloriosa famiglia dei conti Ozzani di Fossalta si è quasi estinta…”
Giulia ebbe un brivido.
Quasi.
Una parola piena di implicazioni tali da schiacciare una vita umana.
… ed io sono rimasta sola. Mi pare di risentire nella memoria l'eco di una delle tue citazioni preferite, a scuola, (come andavi bene in letteratura!) quando scherzavi sulle mie origini aristocratiche : “Tu della rea progenie degli oppressor discesa…” e poi non mi ricordo più, ma so ch non era uno sfoggio di cultura: tu volevi dirmi che la famiglia conta per l’amore che sa dare, non per il suo sangue blu, e tanto meno per il suo “buon nome”. Ed ora, mentre io non ho più nessuno, tu hai l’amore e il calore che solo un figlio…»
Questo era troppo!
Basta!
Scagliò la lettera per terra, furiosa.
Si tolse gli occhiali, scattò in piedi, ma subito barcollò e si appoggiò in un angolo, in preda all'angoscia.



L’amore e il calore! Se bastasse l’amore di una madre per rendere felice un figlio!
L’amore!
Questa parola di cui tutti si riempivano la bocca senza chiedersi cosa fosse realmente... questo vocabolo ambiguo, che voleva dire tutto e niente, che saturava i teleromanzi più dozzinali come le prediche più seriose…questo passepartout col quale si credeva di poter accedere ad una scorciatoia per la felicità o acquistare crediti per il Paradiso, come se la vita, terrena o eterna, fosse una “partita doppia” in cui tutto l’amore che tu dai poi ti torna indietro…mentre l’amore è soprattutto sacrificio, rinuncia…senza chiedere nulla in cambio, mai…
L’amore e il calore! Come se le due cose si equivalessero!
Ma ci sono delle volte in cui l’amore è freddo, è angoscia…
Come un tempo le notti in bianco ad attendere che il marito tornasse dopo esser stato con l’amante di turno, e come ora, quando il figlio tornava ubriaco da chissà dove, dopo aver gozzovigliato con chissà chi, e se lei osava dire qualcosa, sbraitava e la insultava e poi, dopo…le mattine passate a cercare di consolarlo perché si sentiva in colpa…anche questo era amore!
Ma non era abbastanza.
L'amore può essere molto, a volte persino troppo, ma da solo non è sufficiente per far funzionare una relazione, di qualsiasi tipo essa sia. Non è sufficiente...
Certe volte si chiedeva se fosse umanamente possibile sopportare tanta sofferenza, trascinare la vita così, ancora, alla sua età, con tutto il peso sulle spalle di una situazione come quella…
I suoi occhi verdi, un tempo tanto brillanti e ora irrimediabilmente opachi, fissarono con disgusto la lettera, che giaceva sul pavimento. 



Il gatto la stava annusando con meticolosa attenzione.
Fu tentata di strapparla in mille pezzi, e aveva già teso la mano con uno scatto nervoso, quando un impulso proveniente dal profondo la indusse a trattenersi.
Rimase per un po’ come inebetita ad osservare il micio che si sdraiava e si rotolava sulla lettera e le venne persino da sorridere, controvoglia, di fronte all’assurdità di quella scena.
Alla fine raccolse il foglio…pareva pesasse come piombo…era la debolezza dei vecchi tendini…quelli dell’anima
«…il calore che solo un figlio può dare, soprattutto alla nostra età. Sono sola,  



ma non nel senso fisico: ci sono qui in casa mia fin troppi “avvoltoi” che mi girano intorno aspettando che passi a miglior vita per mettere le grinfie sulla mia eredità, che è poi tutto ciò che si è salvato della maledetta dote di Esther, causa di tutti i nostri guai.
No, la mia solitudine è morale: ho capito troppo tardi che se anteponi astratti principi, per quanto nobili e legittimi tu li consideri, al calore umano e all’amore, alla fine avrai intorno a te solo il deserto. Me lo merito, lo so, ed ora non posso pretendere che qualcuno mi dia affetto, che riscaldi il gelo che sento intorno al cuore. Avevi ragione tu quando dicevi che un grande amore ricambiato è la cosa più bella e più importante della vita…»
Giulia scosse il capo.
Davvero ho detto tutte queste sciocchezze?
Sentì il bisogno di accarezzare il micio, che si era accoccolato nella cesta dei giornali vecchi.
«…e che non lo si può comprare con il denaro o con il prestigio di un cognome, fosse anche quello dei conti Ozzani di Fossalta!
 Ma non è questo il punto, non lo è più, o meglio: non lo è mai stato. Se tu sapessi che altro c’era dietro, quali segreti nascosti nella mia famiglia e nella mia coscienza!
Se solo io avessi avuto la forza di dirtelo, forse avrei evitato a te, a me stessa e ai nostri cari una sofferenza indicibile. Ma ormai è troppo tardi. Ho raccolto le mie ultime forze per scriverti il messaggio che adesso hai tra le mani ed ho incaricato una persona della massima fiducia affinché lo portasse personalmente al tuo indirizzo…»
In effetti la lettera non era timbrata dall’ufficio postale, per quanto fosse affrancata.
Mah…
Era tutto così assurdo.
Virginia, perché lo hai fatto? Proprio ora che mi illudevo di aver dimenticato...


«…e di imbucarlo questa sera stessa. Se, come sono certa, la tua forza d’animo e il tuo grande cuore ti hanno permesso di arrivare a questo punto della lettura, adesso sai come stanno le cose. 
E siccome sono certa che sei rimasta la persona di valore che ho conosciuto, confido nel fatto che tu comprenda che sarebbe per me un sollievo immenso poterti rivedere un’ultima volta e poter avere l’opportunità di rimediare per quanto mi è possibile e con ogni mezzo, anche economico, al male che ti ho fatto.
Con tutto il cuore ti porgo i miei più cari saluti e ti abbraccio.
Per sempre tua
Virginia »



La nobile Virginia Ozzani, Contessa di Fossalta! La cara Virginia, amica del cuore!
La perfida Virginia…
Con che coraggio, dopo una vita di arroganza, di ipocrisia e di intrighi, credeva che bastasse pentirsi sul letto di morte per ottenere il perdono e la compagnia delle persone a cui si era fatto tanto male.
Ma c'erano anche stati momenti belli.
La loro era stata davvero una grande amicizia, intensa, di quelle così forti e appassionate come solo nell’adolescenza possono nascere.



Rivide come in una sequenza di fotogrammi le immagini di due ragazze che si rincorrevano su un prato, nel giardino di una antica villa, e poi di due giovani donne che passeggiavano a braccetto nel corso, salutando i conoscenti, ammiccando maliziosamente ai sorrisi degli spasimanti.
Una dolcezza incredibile per un attimo la trasportò nella parte più radiosa del suo passato: se chiudeva gli occhi poteva rivedere lo sguardo intenso di Virginia, il suo profilo aquilino e aristocratico, i suoi lunghi capelli raccolti sulla nuca candida.
Virginia Ozzani di Fossalta.
Così bella, così fredda, come un mattino di pallida primavera ancora legato al gelo dell'inverno.


Il buio calò di nuovo nei suoi pensieri.
Non poteva fare a meno di notare il fatto che Virginia avesse sottolineato una frase che era nel contempo giusta e volgare, doverosa e oscena, equa e ripugnante.
L’opportunità “di rimediare con ogni mezzo, anche economico”!
Che faccia tosta!
Come se si potesse comprare il perdono con la vaga promessa di un’eredità! Tanto più con i soldi della dote di Esther!
Scagliò di nuovo il foglio per terra.
Non voleva i suoi soldi. E neppure le sue scuse tardive. Non aveva mai voluto niente di questo da nessuno di loro.
Potevano andare tutti al diavolo, i nobili conti Ozzani di Fossalta!
E tuttavia l’odio che provava in quel momento era esattamente proporzionale all’amore che c’era stato prima, anzi, era esso stesso l'estremo segno di un amore che non aveva mai avuto fine.
E Virginia lo sapeva.
Sapeva che avrei letto fino in fondo, che non avrei stracciato subito la lettera…
E sapeva anche che Giulia aveva un disperato bisogno di denaro.
Virginia sapeva sempre tutto.
In questo era stata la più degna erede dell'antica astuzia degli Ozzani di Fossalta.
Se fosse per me potrei anche mandarla al diavolo…ma devo pensare a mio figlio... si tratta dei suoi diritti... non posso decidere per lui.
Le sue labbra si strinsero.
Maledizione a te Virginia! Dopo tanti anni riesci ancora a manovrarmi!
Raccolse il foglio, e seppe di non avere scelta.




Le città del pianeta dove si scattano più selfie



Al primo posto della ricerca condotta da Instagram c’è Makati, nelle Filippine, parte dell’area metropolitana di Manila: lo si può capire dalle 402.197 fotografie di Instagram con l’etichetta “selfie” pubblicate tra febbraio e marzo 2014. Tra Makati e Pasig, il centro vicino, ci sono 258 persone che si fanno selfie ogni 100mila abitanti. Manhattan, invece, nonostante sia uno dei centri mondiali più narcisisti, arriva solo al secondo posto, con 202 ogni 100mila. E poi New York, Miami, Anaheim (che è Disneyland), Tel Aviv, Manchester, Milano eccetera.
Avvertenza: va detto che questa ricerca non dipinge un quadro globale, ma fornisce un abbozzo. I dati dipendono dal tasso di utilizzo degli smartphone e, di conseguenza, dal reddito medio, dalla popolarità di Instagram, dall'impiego di profili pubblici e privati, dalla frequenza della parola “selfie” e così via. Questo significa che ci può essere una grande quantità di persone che si fanno selfie anche a Mosca, ma se non usano Instagram non vengono conteggiate.
(da Linkiesta)

Il grasso dei magri: essere snelli non garantisce l'essere in salute



Invidiose della collega che mangia tutti i giorni al fast food e indossa sempre la taglia 42? Curiosi di sapere come fa il vostro compagno di calcetto ad avere un fisico all'apparenza così in forma dal momento che sul campo si muove come un novantenne? I falsi magri sono fra noi, si presentano bene, ma da qui a definirli in salute ce ne passa. Lo racconta un interessante articolo di Time , che spiega come la cultura americana, completamente ossessionata dall'obesità, dimentichi di considerare l'eventualità che anche chi non è in sovrappeso possa rischiare di andare incontro agli stessi problemi:pressione alta, colesterolo alto, diabete di tipo 2, alti livelli di zucchero nel sangue.

Ma chi sono questi "magri-grassi"? Persone con un indice di massa corporea nella norma, che però si alimentano male(poche verdure, molte bistecche) e non fanno attività fisica da anni, credendo probabilmente di non averne bisogno, perché tanto riescono lo stesso ad avere una figura longilinea senza particolari sforzi né rinunce. Secondo uno studio 2013 pubblicato sull'American Journal of Cardiology, le persone anziane con IMC nella norma, per quanto si tratti di una misura notoriamente imperfetta, ma con alti livelli di grasso corporeo sono a maggior rischio di malattie cardiovascolari e di morte di quanto si sia sempre creduto. E Time cita anche un rapporto più recente, del 2014, secondo il quale le persone con "obesità normopeso" (indice di massa corporea normale, alta percentuale di grasso corporeo), hanno un rischio significativamente più elevato di problemi metabolici e di morte di queste patologie rispetto a qualsiasi altro gruppo.

Il grasso dei magri
In pratica è l'altro lato della medaglia rispetto a quanto era emerso tempo fa in due studi sugli obesi in forma: persone in sovrappeso ma fondamentalmente sane, con una condizione fisica paragonabile a quella di una persona normopeso. I grassi sani, si è scoperto allora, sono persone che, nonostante i chili di troppo, sul fronte della capacità aerobica e cardiorespiratoria non hanno nulla da invidiare altri altri, anzi, sono probabilmente più in forma di chi è magro ma non fa sport.
Una "dieta ricca di zuccheri e alimenti trasformati", spiega a Time Mark Hyman, autore di un libro su una dieta per disintossicarsi dallo zucchero, "provoca il deposito di grasso viscerale, che può portare a tutti i tipi di fattori di rischio dell'essere in sovrappeso". Quindi una persona può apparire magra, avere un peso normale, ma i suoi organi interni potrebbero essere rivestiti di una grande quantità di grasso viscerale che, si è scoperto di recente, ha origini geneticamente diverse da quello sottocutaneo (per esempio la pancetta), ed è il tipo di grasso più pericoloso.
Alimentazione corretta e movimento non rappresentano quindi soltanto il viatico per avere una silhouette più snella, ma anche per assicurarsi un organismo in salute, cioè bello anche dentro oltre che fuori.
(di Marta Buonadonna da Panorama)

domenica 16 marzo 2014

Se questo è un uomo



Oggi, per la rubrica "Se questo è un uomo", che raccoglie gli outfit maschili più orripilanti in circolazione, vi propongo questa oscenità che potete vedere qui sopra. Ma con che coraggio uno può andare in giro conciato in questo modo?

Mappa degli alfabeti usati in Europa



Come si sono evolute le lettere dall’800 avanti Cristo a oggi? Dalle origini fenicie di alcuni segni alla variante greca, latina e cirillica. Le sovrapposizioni di vocali e consonanti, i confini geopolitico-alfabetici e molto altro nella mappa qui sopra!

Referendum in Crimea e referendum in Kossovo

File:CountriesRecognizingKosovo.svg

La mappa qui sopra indica i paesi che hanno riconosciuto l'indipendenza del Kossovo votata alcuni anni fa tramite un referendum.
Curiosamente sono tutti quegli alleati degli Usa (diciamo pure quelle province dell'Impero Americano) che oggi dicono che il referendum in Crimea non è legale.
Possiamo immaginare che i paesi in grigio, sempre nella mappa qui sopra, siano invece tra quelli disposti ad accettare una eventuale secessione della Crimea dall'Ucraina e una sua successiva federazione con la Russia di Putin.

Meglio bionde o more? Look a confronto

Kim Kardashian

Kim Kardashian sta bene con entrambe le tinte, mentre Anne Hathaway sta decisamente meglio mora.

Anne Hathaway

E sarebbe anche ora che si facesse ricrescere i capelli, ma mi rendo conto che le sto chiedendo un enorme sacrificio.
Jennifer Lawrence sta decisamente meglio bionda.

Jennifer Lawrence

Anche Scarlett Johansson sta meglio bionda, per quanto anche da bruna sia sempre molto attraente.

Scarlett Johansson

Biondo anche per Amanda Seyfried.

Amanda Seyfried

Al contrario Rose McGowan sta decisamente meglio bruna.

Rose McGowan

I loro make-up artist, comunque, andrebbero come minimo arrestati!

Outfit donna primavera 2014



Capi leggeri e ariosi per questo inizio di primavera che incomincia a sentirsi nell'aria.
Outfit eleganti per la sera.


sabato 15 marzo 2014

Le bassezze dell'Alta società. Capitolo 1. Un bambino in viaggio.



Ferrara, ottobre 1961

Tre donne, una giovane, e due di mezza età, si trovavano a consulto, in gran segreto, in uno stanzino a piano terra del Villa De Toschi, un pretenzioso maniero in stile vittoriano.
Era lì che che la proprietaria della villa, e cioè l'aristocratica, facoltosa, robusta e baldanzosa signorina Carlotta Luisa De Toschi, detta "La Grande Mademoiselle", riceveva chiunque le potesse tornare di qualche seppur remota utilità.



L'altra donna di mezza età era la signora Anna Federici, moglie di uno stimato medico ferrarese, accompagnata dalla figlia Giulia, diciannovenne studentessa, diplomata al liceo classico.
La signora Anna si trovava in grande imbarazzo, e per nascondere il rossore del volto, teneva persino la veletta nera del cappellino calata sul naso.
Giulia guardava fuori dalla finestra, pallida e impassibile.
La signorina Mariuccia scuoteva il faccione obeso con una espressione sdegnata e nel contempo eccessivamente affranta.
«Avete fatto bèene a rivolgervi a mée» disse con spiccato accento fiorentino.
La signora Anna, colma di gratitudine, le prese la mano sinistra:
 «Lo so! Quando ho saputo cos’era successo mi sono detta: “non c’è che la Signorina!” Lei è l’unica che ha l’autorità morale, culturale e… le conoscenze giuste…»
La signorina De Toschi si schermì ritraendo la mano grassoccia, ma lasciando trapelare una certa soddisfazione e una malcelata aria d’importanza.
«Per me Giulia è come una figlia…» e guardò con occhio possessivo la ragazza «e i Conti Ozzani di Fossalta… so’ i parenti della mi’ povera mamma» (e qui sospirò).
La signora Anna si unì al sospiro e aggiunse: «Il fatto è che mia figlia e Alessio Ozzani si sono…come dire…spinti troppo oltre…»
Mariuccia De Toschi spalancò i grandi occhi da batrace: «Mi dica, mi dica tutto!»
Anna guardò la figlia e poi, a testa bassa e a mezza voce, confessò:
«C’è un bambino in viaggio…  nessuno lo sa tranne noi… nemmeno Virginia Ozzani sospetta nulla…»
«Mèeglio! Mèeglio! Gli Ozzani non accetterebbero mai uno scandalo del genere! Proprio ora che Alessio è fidanzato con Esther Rubini, l’ereditiera…figuriamoci!»
«E allora non ci resta che interrompere la…» incominciò Anna, ma la signorina De Toschi tuonò come una tempesta:
«Nooo! Nooo! Dio liberi da certe idee!» e, mentre scuoteva il testone, le gote e il doppio mento le tremolavano, mentre la sigaretta che teneva nella mano destra fece cadere tutta la polvere sul tavolino di mogano: «Qui ci vuole un matrimonio di copertura. Conosco io un bravo ragazzo che lavora dagli Ozzani e che...»
La signora Anna, conoscendo i gusti della De Toschi, si spaventò:
«Ma per Giulia…»
«Eh, cara mia!» sbottò la de Toschi «mica può pretendere che arrivi il principe azzurro a prendersi gli scarti degli altri! Guardi, se solo fossi più giovane e il mi’ babbo fosse d’accordo…me lo sposerei io quel giovanotto che lavora dagli Ozzani!»
«Ma anche mio marito potrebbe non essere d’accordo» obiettò la signora Anna, senza nemmeno guardare Giulia, come se la decisione non la riguardasse.
«Il ragazzo è innamorato di Giulia, lo so per certo» La De Toschi aspirò profondamente dalla sigaretta «E pòoi, come ha detto lei...» espirò «qui c’è un bambino in viaggio…»


                                  Ippolito Ozzani di Fossalta   +   Valeria Serbelloni  
                                                                                 |
                                                 --------------------------------------------------------
                                                |                                                          |
                              
       Vittorio Ozzani di Fossalta + Adelaide Aldrovandi      Violetta + Gen. DeToschi                                              
                1892- 1948                |    1899-1994                   1909-1929     1895-1978  
                                                  |                                                         |          
                                                  |                                              Carlotta De Toschi
                                                  |                                                      1929
        -------------------------------------------------------------------------------------------------------
        |                           |                      |                              |                     |
  Umberto              Carlo                 Grazia                 Laura                   Margherita
1915-1986       1917-1995           1919-1997            1921-1998         1923 -2000
       +                                                                                +                    +
 Claudia                                                         Adriano Trombadore   Giuseppe Papisco
Protonotari                                                         1912 – 1987                1916-1998
Bonaccorsi                                                                                              |        divorzio 1975               |                                                                                                              |         risposatosi poi con 
1919-2000                                               --------------------------------------------------
       |                                                     |                      |               |                
----------------------------                Piergiuseppe      Benedetta      Goffredo                 +
|                          |                           1944               1947              1949          Serena Sarpi
Alessio          Virginia                                         +                                              1937
1940-1999     1942                                Massimo Piccioni                                        | 
+                                                           1940        |                                             Bramante
Esther                                  ----------------------------------------------                                1967
Rubini                                  |                                     |
1943-1999                     Alberto Piccioni              Cristina Piccioni

(+ Giulia                        1970                                     1975                                            
      Federici
       1942)
   |
Roberto
1962

“L’Erede”

La Cancelliera Renzel



L'Italia ha due primedonne: la cancelliera Renzel e la regina Giorgia. La cancelliera Renzel è salita al potere pugnalando alle spalle il suo predecessore, dopo avergli detto di stare sereno. Poi, per far dimenticare l'usurpazione, ha deciso di regalare dei soldi ai lavoratori dipendenti, fregandosene di tutte le altre categorie (disoccupati, pensionati, lavoratori autonomi, professionisti ecc). La regina sa che per queste spese pazze non ci sono coperture finanziarie certe. Nessuno ancora sa esattamente da dove verranno i denari che la cancelliera distribuirà ai suoi futuri elettori. La cancelliera dovrà convincere nuovamente la regina a sostenerla. Dio salvi l'Italia da entrambe!

I posti migliori dove andare in vacanza in aprile



Aprile è a cavallo tra la fine della stagione dei monsoni e l’inizio dell’estate: le temperature sono ottime, le condizioni del mare sono perfette sia per chi vuole fare immersioni sia per chi vuole fare surf. L’Indonesia è una dei sei paesi che compongono “il triangolo del corallo” ed è circondata da uno degli oceani con la biodiversità più grande del pianeta. Raja Ampat è uno dei suoi angoli, ancora incontaminati, con un numero di specie di coralli dieci volte maggiore rispetto ai Caraibi. Le sue acque sono ricche di pesci, ma se sei un sommozzatore novello, è meglio fare un po’ di patica alle Isole Gill, prima di inoltrarsi nelle profondità di Raja Ampat. 
Raja Ampat, Indonesia
vacanze-aprile
Siviglia, Spagna
vacanze-aprile
La Settimana Santa viene festeggiata in tutto il mondo cattolico, ma la passione e i rituali che si trovano a Siviglia sono unici. È la “Semana Santa”, dalla domenica delle Palme al Lunedì dell’Angelo, ricca di lunghe processioni, in cui vengono messi in mostra i pasos (rappresentazioni scultoree a grandezza naturale di eventi della Passione di Cristo). Ma le celebrazioni proseguono anche nei bar e nei ristoranti della città, per cui è bene prenotare in anticipo. 
Yunnan, Cina
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Nella metà di aprile si celebra il capodanno per la minoranza dei Dai, nella provincia dllo Yunnan, in Cina. Il rituale è quello dello spruzzo d’acqua, in cui ci si bagna a vicenda secondo un rituale di purificazione, che è ormai diventato un festival nella regione del Xishuangbanna, a sud. Ci sono sfilate, mercati all’aria aperta e sculture di sabbia lungo le rive del Lacang.
Ukhahlamba, dorsale del Drakensberg
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Le dorsali e i contrafforti naturali dei Monti dei Draghi sono una delle meraviglie naturali più consigliate per chi volesse passare giornate di aprile in escursioni nel mezzo della natura. A cavallo tra Sudafrica, Lesotho e Swaziland, è una delle attrazioni più importanti del continente. È annoverato tra i siti raccomandati dall’Onu, presenta tantissimi percorsi, diversi per difficoltà e lunghezza: dalla passeggiata di poche ore a lunghe camminate di giorni interi.
Copenhagen, Danimarca
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Per tutti gli altri, c’è Copenhagen. Eco-friendly, ricca di storia, moderna: è da vedere ad aprile, quando il clima è bello, le giornate lunghe e i turisti ancora pochi. Si può assistere alle celebrazioni del compleanno della regina Margherita, il 16 aprile, quando la sovrana saluta le folle dal suo terrazzo. Oppure vivere la vita indipendente (nel senso giuridico del termine) di Christiania, una communità autonoma all’interno della città. Si può girare in bicicletta, a tutte le ore.
Louisiana, Usa
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Il paese dove tutti sono pronti a ballare. Jazz, suoni caraibivi, armoniche: è difficile resstere. Dal 10 al 15 aprile il Festival del Quartiere francese, a New Orleans è uno dei più grandi eventi del sud degli Usa, dove suonano centinaia di musicisti (jazz, blues, Cajun, funky) nelle strade in stile coloniale della città, tra una bougainville l’altra. E due settimane dopo tocca alla Jazz Fest, che nel 2014 compirà 45 anni, e ospiterà Santana e Bruce Springsteen. E dopo aver visto 12 anni schiavo, merita una visita anche la vicina piantagione di cotone, o le paludi di Cajun Country, sede della più grande comunità francofona degli Usa.
 (da Linkiesta)

Outfit in bianco e nero, gonna grigia e stivali.



Camicia bianca e vestito nero per Silvia Sardone, avvocato e consigliere comunale di Milano, che qui vediamo in un dibattito televisivo. Nella foto sotto vediamo anche l'abbinamento con gonna grigia e stivali neri.



In un altro intervento nella stessa trasmissione vediamo un outfit simile, sempre elegantissimo.






venerdì 14 marzo 2014

Logica dei gatti



Perché scegliere di dormire in una banale cuccia, quando si può stare "così comodi" sul suo tetto?



ambiente ideale gatto

La fiamma di Atar. Capitolo 12. Un segreto millenario.



<<Riconosce quel testo, dottor Bosco?>> chiese il direttore Massimo Ferrante, dopo aver guidato Luca in un lussuoso e iperprotetto salone dall'aria secca e rarefatta, per accedere al quale aveva digitato numerose password su tastiere avveniristiche a fianco di porte blindate.



Il libro poggiava su un leggio, davanti ad una vetrata con vista panoramica sulla città.
Il direttore lo prese in mano con molta delicatezza, come se si trattasse di una sacra reliquia, e lo trasferì su un ampio tavolo di lettura.
<<Lo esamini pure con molta attenzione>>
Luca conosceva già la risposta, ma era necessario prima un attento esame per verificare che fosse esattamente ciò che lui sospettava.
<<Direttore, lei è certo che dopo aver preso visione di questo testo io possa ritenermi sicuro della mia incolumità personale?>>
Ferrante parve lievemente divertito:
<<Nemmeno il Padre Eterno potrebbe garantirle questa sicurezza, dottor Bosco>>
<<Sì, ma... per quello che rientra nei suoi poteri... e in quelli di coloro che lei rappresenta...>>
Il direttore si mostrò stupito:
<<Poteri? Io rappresento solo il Dipartimento di Storia delle religioni. Non ascolti le leggende messe in giro dal professor Gallo e dalle sue procaci studentesse. La mia riservatezza riguardo al testo che lei hai il privilegio di esaminare è fondata su ragioni di cui capirà ben presto la serietà>>
Il riferimento alle "procaci studentesse" imbarazzò nuovamente Luca, che non riusciva a togliersi dalla testa la bellezza in stile "Pocahontas" di Elisabetta Tommasi.



Cercò comunque di concentrarsi sul libro che ora si trovava sul grande tavolo di lettura.
Vi si sedette davanti e ne osservò prima di tutto la copertina. Il suo stato di conservazione era ottimo.
Il dorso era scuro, in pelle, e su di esso vi era tatuato un simbolo in rosso. Una stella a sette punte, inscritta in un cerchio e con un piccolo cerchio a sua volta inscritto nel suo centro. La punta dispari era rivolta verso l'alto.



<<L'eptagramma con i due cerchi. E' un simbolo che gli alchimisti utilizzavano nell'Opus Magnum per indicare l'ordine cosmico, con riferimento ai sette pianeti e alle sette qualità necessarie nella generazione degli esseri viventi, intesi come corpo, anima e spirito, secondo quanto fu esplicato da Jacob Bohme>>




Ferrante annuì, compiaciuto:
<<Vedo che lei è molto meno ingenuo di quello che, saggiamente, vorrebbe far credere. Proceda pure... >>
Luca aprì il libro con estrema delicatezza e ne lesse il frontespizio.
Un brivido lo percorse lungo la schiena.
<<Allora è vero! Questa è una delle tre edizioni della...>>
Il direttore sollevò un braccio:
<<Non basta leggere un frontespizio per certificare l'autenticità di un testo! Lei è un filologo, dottor Bosco, oltre che un bibliotecario. Mi aspetto da lei una perizia più accurata>>
Luca tornò a concentrarsi sul testo.
<<Flamma Ataris, prima edizione a stampa, Venezia, 1456. Tipografia di Marco Laudan. Autore del manoscritto originario...>> e qui la voce gli morì in gola.
Guardò Ferrante con espressione sbalordita.
<<E' assurdo... ovviamente è uno pseudonimo...>>
Il direttore si limitò a fissarlo:
<<Il manoscritto originario era molto antico. Non ne è sopravvissuta alcuna copia, ma in base alle informazioni in mio possesso è possibile risalire a millenni or sono, il che amplia notevolmente il ventaglio delle ipotesi>>
Luca scosse il capo:
<<Sì, ma da qui a dire che l'autore del manoscritto originario fosse...>>
<<Non possiamo escluderlo a priori. Certo nella traduzione dal greco al latino deve essersi perso molto, a livello stilistico. In fondo questa è una sorta di "Vulgata">>
Rimasero in silenzio per un po', mentre Luca sfogliava con estrema attenzione il volume.
<<E' un testo lungo. Lui non avrebbe mai avuto il tempo per scriverlo, ammesso che fosse in grado di scrivere un trattato di qualsiasi genere>>
<<Probabilmente il vero autore è un sacerdote persiano, forse un eunuco del suo seguito>>
Luca soppesò attentamente quelle parole.
Ritornò a esaminare il frontespizio e tra sé e sé sussurrò il nome del presunto autore del manoscritto originario:
<<Alexander, Macedonum Rex>>









Milano occupata dai Centri sociali amici di Pisapia



Tra centri sociali, campi nomadi, case ai rom e moschee in costruzione, la Milano di Pisapia sta vivendo un momento molto difficile. 
C'è qualche milanese tra i miei lettori? Cosa ne pensate?

Sondaggio intenzioni di voto al 13 marzo 2014

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Secondo l'istituto Ixè. Calano M5S e L’Altra Europa con Tsipras. Lega Nord sopra la soglia di sbarramento.