domenica 14 luglio 2013

L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 60. Lilieth evoca Belenos.



L'Imperatrice Madre Lilieth Vorkidian aveva passato in rassegna le truppe che suo nipote Arthur II Eclionner, Re dei Keltar, aveva schierato nei dintorni del castello di Gothian, per difenderlo dall'imminente attacco degli Albini di Thule.



Mentre osservava con preoccupazione la poca disciplina dell'esercito dei Keltar, tipica dei discendenti dei Celti, e la totale inesperienza di suo nipote Arthur, si era convinta definitivamente che senza una intercessione da parte del divino Belenos, Signore della Luce, le speranze di vittoria erano ben poche.
Io evocherò Belenos, ma occorrerà anche l'appoggio di Atar, Signore del fuoco. Questo è un compito che spetta ad Eleanor.
La moglie di suo nipote era cresciuta a Gothian insieme a Valyria Eclionner Ataris, la figlia di Marigold, da cui aveva ereditato il rango di Somma Sacerdotessa di Atar, per quanto tale rango fosse stato mantenuto segreto.
Eleanor dovrà essere iniziata agli Arcani Supremi quanto prima. Sarà lei a trattare con Atar.
Prima di rientrare nel castello, Lilieth aveva espresso il suo parere:
<<Sono troppo giovani. Non ho riconosciuto nessun veterano. Del resto, sono passati trent'anni dall'ultima guerra. I tuoi cavalieri sono pieni di presunzione solo per aver partecipato a cacce e tornei, ma non hanno la minima idea di cosa Daemon "Bloodice" ci scaglierà addosso. I fanti sono contadini strappati alle loro terre e alle loro famiglie: non hanno idea del perché la "Pace di Marvin" sia stata infranta, e non hanno alcun addestramento. Occorre motivarli e prepararli a ciò che li aspetta>>
Arthur aveva assunto un'aria offesa:
<<Con tutto il rispetto, venerabile nonna, credo che a tutto questo avreste dovuto pensarci prima, sia voi che mio padre. Se il divino Marvin ha veramente il dono della Profezia, perché non ha previsto per tempo queste necessità? E perché ha portato con sé al sud tutte le sue legioni?>>
Lilieth si era chiesta le stesse cose, ma preferì non ammetterlo:
<<Marvin sa quello che fa! Lo ha sempre dimostrato! Non ha mai perso una battaglia e tantomeno una guerra! Ha lasciato qui alcuni suoi fidati generali, proprio col compito di assisterti nella preparazione delle tue truppe. E se proprio vuoi dare la colpa a qualcuno, sappi che era tua madre Igraine, in quanto reggente, ad avere la responsabilità dell'organizzazione militare! Ora lei se ne sta comodamente a Floriana, a sorseggiare vino rosso, mentre noi siamo qui in prima linea!>>



Igraine aveva temporaneamente riassunto la Reggenza, in cambio dell'appoggio dei clan delle Highlands, che rispondevano solo a lei, ma il ruolo di primo ministro era stato affidato al duca di Amnisia, lord Ywain de Bors, il padre della seconda moglie di Marvin, Alice de Bors d'Alfarian.



Alice aveva lasciato a Gothian, in sua rappresentanza, la madre, la principessa Aurora di Alfarian, duchessa di Amnisia, cugina di Alienor, la regina degli Alfar.
Quelle dannate donne di sangue elfico hanno provocato questa guerra convincendo Atar a sfidare Eclion e Gothar. E adesso tocca a me invocare Belenos e Cernunnos, per salvare la situazione.
Lilieth era una sacerdotessa, iniziata agli Arcani Supremi, ed aveva una lunga esperienza nei rituali sacri, tanto che in molti la consideravano una strega.
Qui a Gothian, dietro le spalle, mi chiamano tutti "la Strega". Dovrebbero baciare la terra dove cammino, perché se non fossi qui io a preoccuparmi per loro, non avrebbero alcuna speranza.
Il rituale che stava per compiere, nell'area del castello consacrata ai Grandi Anziani si preparò ad evocare il più potente dei Signori delle Energie Positive, Belenos lo Splendente, Signore della Luce Solare.



Una domanda che spesso le rivolgevano i non-iniziati era: "Dove si trovano i Grandi Anziani?".
Sarebbe facile dire che i Signori delle Energie Positive sono in cielo ed i Signori delle Energie Negative sono negli inferi. In realtà la loro mente può trasferirsi ovunque, plasmando il proprio supporto materiale tramite lo stesso principio che permette loro di dominare gli elementi.
Quello era forse uno dei più incomprensibili Arcani Supremi, di cui era possibile parlare solo tra iniziati.
Le risposte ai profani erano dunque affidate ad una mitologia allegorica, che molti però accettavano in senso letterale, senza farsi troppi problemi.
E così ai Keltar diciamo: "I Grandi Anziani si trovano nell'Annwyn, insieme ai Sidhe, il popolo fatato, e alle anime dei giusti".





Ma gli Alfar dicevano che i Signori dimoravano ad Asgard, mentre i Lathear parlavano dell'Olimpo e dell'Ade.
Comunque sia, i Grandi Anziani non amano essere disturbati. 
Lilieth aveva sperato di non dover mai giungere a quel momento.
Non posso perdere altro tempo. Il rito di evocazione deve cominciare.
Si rivolse all'Arcidruido, la cui presenza era necessaria per l'esecuzione corretta delle procedure.
<<Gwydion, è il momento>>
L'Arcidruido iniziò a mormorare la preghiera di evocazione, davanti ad un bacile di acqua distillata.



Lilieth recitò a sua volta:
<<O Signore Belenos, ascoltaci. O splendente Signore, ascoltaci. O fonte di ogni Luce, ascoltaci>>
Pose le mani sull'acqua e proseguì:
<<Questo Mistero è un rito di sangue e ad officiarlo è Lilieth Vorkidian, principessa del sangue reale dei Pendràgon>>
L'Arcidruido le pose una lama affilata e Lilieth si punse l'indice della mano destra e lasciò cadere sedici gocce sul bacile. Poi Gwydion le fasciò il dito ed ella proseguì:
<<Prima del Grande Cataclisma, l'Uomo conosceva i segreti dell'energia e della luce, ma aveva perduto il timore degli dei. Fu così che i Grandi Anziani, che erano giunti sulla Terra quando ancora l'universo era giovane, erano stati dimenticati. Senza il loro consiglio, l'Uomo si perse e quasi distrusse se stesso. Ma tu o Splendente Belenos, nella tua somma misericordia, hai risparmiato un popolo di giusti e la sua stirpe reale. A noi consegnasti ciò che rimaneva della Terra e ci ammonisti di tornare a seguire i precetti dell'antica saggezza. Così abbiamo fatto, né mai ti abbiamo evocato invano. La tua stirpe regna sulla Terra, ma le forze dell'Ombra la minacciano. E' la nostra ora più disperata. Per questo osiamo dirti: "Ascoltaci, o Signore">>
L'acqua nel bacile incominciò ad illuminarsi spontaneamente e ad emanare un bianco vapore.
Era tempo di pronunciare le Parole Antiche del Sacrificio:
<<Nel giorno in cui fu tradito, Arthur Pendragon sedette per l'ultima volta alla Tavola Rotonda, si rivolse ai suoi fedeli e disse: "Fratelli, il Regno dell'Estate si sta concludendo. Che ne sarà del Re Cervo, quando il Cervo Giovane sarà cresciuto? Il Re Cervo sarà sacrificato, affinché tutti gli altri possano vivere">>
Un brivido la percorse, mentre vedeva le gocce del suo sangue coagularsi in un cerchio rosso, luminoso, al centro del bacile.
<<Con la sua lama d'acciao Ex Caliburno, forgiata con metalli di meteorite, Arthur Pendragon si punse l'indice della mano destra, lo pose sul calice del Santo Graal e disse: "Offro il mio sangue a te, o Splendente Belenos, per la salvezza del mio popolo, la gente di Britannia e Gallia, affinché in questi tempi di sventura possa sempre trovare una Nuova Camelot, ove raggiungere la salvezza, anche quando questa Camelot sarà distrutta">>
I brividi divennero sempre più forti, e la schiena di Lilieth si inarcò, mentre una corrente attraversava il suo corpo e fluiva nell'acqua, inondandola di luce.
<<In Principio erano Due: Ahura Mazda ed Ahriman, ed il primo era l'Energia ed il secondo era l'Entropia. Da questi due princìpi fu creato l'Universo. Quando l'Energia divenne Luce, Ahura Mazda creò Belenos e gli disse: "Tu sei il mio Primogenito, il Custode della Luce, e con questa Luce tu farai risplendere la mia Creazione per sempre, e le Tenebre di Ahriman non prevarranno!>>
Gwydion le fece eco:
<<Non prevalebunt>>
La luce divenne accecante.



Lilieth si sentì improvvisamente debole e quasi perse conoscenza, sorretta dall'Arcidruido, mentre la Luce assumeva una forma di angelo.



Lilieth cadde in ginocchio e sollevò le mani.
Tendens ad sidera palmas.
Belenos si ritrasse:
<<Noli me tangere!>>
Non mi toccare.
Lilieth congiunse allora le mani in segno di preghiera.
Gwydion fece lo stesso, di fianco a lei.
Belenos allora parlò:
<<Figlia mia, ti riconosco. Figlia di Cento Re. Riconosco il sangue di Arthur Pendragon, che scorre in te tramite Vorkidex, il tuo progenitore, che si sacrificò per la salvezza dei Keltar. Le loro anime dimorano in me. Sono pronto ad accogliere l'anima del Re Cervo, e a rinnovare la nostra Alleanza>>
Lilieth si sentì stringere il cuore:
<<Vuoi dunque l'anima di mio figlio Marvin? Non posso permetterlo: prendi me! Sono pronta al sacrificio. Sono qui per questo!>>
Belenos scosse il capo in un gesto di diniego:
<<Non è Marvin il Re Cervo. Marvin è il mio Profeta, che custodisce nel vostro mondo il Sentiero Dorato. E non è giunto nemmeno il tuo momento. Non è il tuo sacrificio quello che è richiesto dai Grandi Anziani. Marvin ha generato due figli, uno per la Luce e uno per le Tenebre, secondo la Profezia, ed ha dato loro i nomi di Arthur e Mordred, in ricordo dell'antico sacrificio>>
Lilieth allora capì.
Ora la Profezia le era chiara fin nelle sue estreme conseguenze.
E quello che vide non le piacque.
Belenos lesse i suoi pensieri:
<<La Luce splende laddove l'Energia si consuma. Perché la Luce continui a spendere, e la fiamma ad ardere, è necessario che i portatori dell'Energia e quelli dell'Entropia si incontrino. Per volontà del Supremo Ahura Mazda, io Belenos, custode della Luce, ho consacrato la mia discendenza al sacrificio, perché essa torni a me, mondata da ogni male, nella beatitudine eterna>>
Lilieth ponderò quelle parole nel suo cuore.
Le meditò, ma non se ne rallegrò, perché erano presagio di morte e sepoltura.
Avrebbe preferito sacrificare se stessa, piuttosto che vedere i suoi nipoti uccidersi a vicenda, ma se questa era la volontà di Belenos, e del supremo Ahura Mazda, allora nessuno poteva opporsi, nemmeno lei:
<<Ecce ancilla Domini>>
Belenos annuì in segno di approvazione:
<<Così sia. Tu hai salvato due anime dalla perdizione, ed un intero popolo dalla disfatta. Non piangere per loro, perché presto saranno insieme a me a gustare l'ambrosia degli dei. Non è per i morti che si piange, ma per i sopravvissuti. Il Dolore di questo mondo, infatti, appartiene a chi sopravvive>>







Cast

Elizabeth Bathory - Lilieth Vorkidian

Joely Richardson - Igraine Canmore Pendragon di Logres

Mia Wasikowska - Alice de Bors d'Alfarian

sabato 13 luglio 2013

L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 59. Daemon Iceblood e Mordred Eclionner.



Daemon "Iceblood" von Steinberg, principe di Thule, era pronto alla riconquista della fortezza di Gothian, che era appartenuta a suo padre Fenrik.
Gothian non è solo un castello, è un luogo dell'anima.



Gothian è il simbolo di tutto quanto c'è di oscuro. Gli Eclionner l'hanno conquistata grazie all'alleanza di Eclion l'Oscuro con Gothar il Consigliere. Ma ora che la Dinastia ha tradito il suo fondatore, gli eredi di Gothar torneranno in possesso di ciò che gli appartiene.



Dopo che Atar aveva abbandonato l'alleanza dei tre demoni su cui si reggeva la gerarchia dei seguaci di Ahriman, i due Signori rimanenti, Eclion e Gothar, con tutte le loro schiere demoniache, avevano deciso di spartirsi il Continente Centrale in due zone di influenza.



Gothar, Signore dei Ghiacci, avrà il Nord e controllerà il regno degli Albini di Gothian, il regno degli Alfar e la parte del regno dei Keltar a nord del fiume Amnis.



Eclion, Signore delle Tenebre, avrà il controllo del Sud, dell'Impero dei Lathear, del regno dei Keltar a sud dell'Amnis e dell'Impero Ker di Jandola, dei neri discendenti dagli Zulu.



Il patto prevedeva che il Trono Imperiale, quello più ambito, sarebbe spettato a Mordred Eclionner, che insieme a sua madre Ellis era stato l'unico della Dinastia a rimanere alleato di Gothar.
Mordred è uno stupido idiota e pallone gonfiato, ma se diventerà imperatore, allora mia sorella sarà la vera regnante.



Il più era cercare di convincere Daenerys a non trasformare Mordred in vampiro. Era molto meglio che non godesse di alcuna forma di immortalità.
Daenerys dovrà generare il nuovo erede al Trono imperiale, e poi governare come Reggente. La Dinastia degli Eclionner rimarrà sotto il controllo di mia sorella per sempre.



Il problema era che Daenerys non era mai stata docile nei confronti di suo fratello.
Devo cercare di blandirla in qualche modo. 
Ma per quello c'era tempo.
Adesso bisogna concentrarsi sulla guerra.
Gothian era stata quasi abbandonata a se stessa.
Ma c'è Lilieth Vorkidian, l'Imperatrice Madre, quella maledetta strega, che si è portata dietro i suoi fedeli Keltar. 



Per fortuna suo nipote Arthur II non vale la corda per impiccarlo. 



Dicono che abbia un'armatura d'oro massiccio. Bene. Sarà più facile individuarlo ed eliminarlo.
La strategia questa volta sarebbe stata molto più prudente rispetto alle guerre passate.
Avremo degli scudi enormi, per neutralizzare le loro armi d'argento. E manderemo avanti i nuovi draghi. I Draghi del Ghiaccio.
Uno dei motivi della sconfitta del padre di Daemon, il Conte Fenrik, era stato l'aver scagliato i draghi del fuoco contro Marvin. Il fuoco era controllato da Atar, e il Conte non poteva averne un pieno controllo. Per questo Daemon aveva creato, con l'aiuto di Gothar, una nuova razza di draghi, che invece di emettere fuoco, emettevano ghiaccio.



La consistenza delle loro scaglie gelate era tale da reggere i colpi di qualsiasi freccia, persino di quelle avvelenate o infuocate.
Aveva previsto anche uno sbarco dal mare, dato che ormai, essendo luglio inoltrato, la calotta polare si era ristretta.
Le creature Cthulhu dovevano emergere da ovest.

cthulhu sound effects

Ma sicuramente Atar avrà trovato qualcosa di più potente da scagliargli addosso. Se nemmeno i draghi di ghiaccio e gli Cthulhu riusciranno a conquistare Gothian, dovrò avere qualcosa di riserva. Un piano alternativo.
Molti pachidermi corazzati erano stati creati con le alchimie di Gothar, ma non erano in numero sufficiente.
I Gravios sono lenti a crescere e lenti a muoversi. Ma non li ferma nessuno.


I primi esemplari erano piuttosto rozzi, ma mostravano la possibilità di sviluppo di una apertura alare.



Se riesco a far volare quelle bestie, nemmeno le catapulte potranno fermarli. Dovrò solo evitare che distruggano Gothian. Non voglio certo ereditare un cumulo di rovine.





Da troppi anni manco dal castello dove sono nato, ma i nemici non devono sospettare che io nutra nostalgia, altrimenti minaccerebbero di dare fuoco a tutto. Per Lilieth Vorkidian la fortezza di Gothian vuol dire ben poco. Forse è proprio per questo che Marvin le ha affidato il comando.
L'Imperatrice Madre considerava quel luogo una maledizione da estirpare. Il Conte Fenrik le aveva ucciso il primo marito, Masrek Eclionner, il Principe della Corona.
Mordred è suo nipote, ma lei lo ha sempre considerato una creatura di Ellis. Dovrò verificare una volta per tutte se è davvero così.
C'era un punto, in particolare, che lo preoccupava.
Marvin ha chiamato i suoi figli con i nomi di due eroi del passato che si sono ammazzati a vicenda. E se la Profezia fosse arrivata a vedere proprio un simile esito? 
Se così fosse stato, ogni strategia di battaglia sarebbe divenuta prevedibile.
Come si può vincere contro un Profeta?
A quella domanda, nemmeno Daemon "Bloodice" era in grado di dare risposta.



Cast

Alexander Skarsgard - Daemon "Iceblood" von Steinberg

Joaquin Phoenix - Mordred Eclionner

Emilia Clarke - Daenerys "Hearteater" von Steinberg

Elizabeth Bathory - Lilieth Vorkidian


venerdì 12 luglio 2013

Le regine consorti più famose d'Inghilterra.



Eleonora d'Aquitania (1122-1204) fu la più famosa delle regine consorti d'Inghilterra. Portò al marito Enrico II Plantageneto in dote metà della Francia, permettendo la creazione di un enorme impero.






Isabella di Francia (1295-1358) fu la moglie di Edoardo II Plantageneto e la madre di Edoardo III. Essendo l'ultima erede del ramo primogenito della dinastia dei Capetingi di Francia (in quanto figlia di Filippo IV il Bello) , reclamò per suo figlio il diritto di ereditare la corona francese. Fu in base a quelle considerazioni ereditarie che Edoardo III invase la Francia, dando inizio alla Guerra dei cent'anni.




Caterina d'Aragona (1485-1536) fu la prima moglie di Enrico VIII Tudor e la madre della regina Maria I Tudor. Non essendo stata in grado di dare un figlio maschio al re, divenne protagonista del più controverso divorzio della storia. Negando fino alla morte l'assenso all'annullamento del matrimonio, grazie anche all'appoggio del nipote, l'imperatore Carlo V, figlio di sua sorella Giovanna di Castiglia detta la Pazza, Caterina fu la causa involontaria dello Scisma Anglicano.

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Alessandra di Danimarca (1844-1925) fu la moglie di Edoardo VII, figlio della regina Vittoria. Divenne regina solo in età avanzata, alla morte della suocera. Per la maggior parte della sua vita fu Principessa del Galles.


File:Queen mary post card sr1807.jpg

Mary di Teck (1867-1953) fu la moglie di re Giorgio V Windsor. Ricoprì tutti i ruoli previsti per una consorte di un membro della famiglia reale. Fu Duchessa di York (1893-1901), Principessa del Galles (1901-1910), Regina consorte (1910-1936), Regina madre (1936-1952), Regina nonna (1952-1953).




Elizabeth Bowes-Lyon (1900-2002) fu la moglie di Giorgio V e la madre di Elisabetta II. Ha detenuto il titolo di Regina Madre per cinquant'anni, dal febbraio 1952 all'aprile 2002, quando morì a 101 anni.




Diana Spencer (1961-1997) non fu regina, ma è stata probabilmente la più famosa consorte di un membro della famiglia reale. Fu la prima moglie di Carlo, Principe del Galles e la madre del principe William, duca di Cambridge e del principe Harry. Fu Principessa del Galles dal 1981 al 1997, quando morì in un incidente stradale a Parigi.

Quali sono state le regine regnanti d'Inghilterra?

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Se escludiamo i casi incerti di Matilde di Normandia e di Jane Gray, la prima regina vera regnante d'Inghilterra fu Maria I Tudor la Cattolica (1516-1558), detta anche "Bloody Mary", la "sanguinaria", per le numerose esecuzioni capitali avvenute durante il suo regno. Figlia primogenita di Enrico VIII e Caterina d'Aragona, Maria tentò senza successo di restaurare il cattolicesimo nel suo regno.
Alla sua morte le succedette la sorella Elisabetta I Tudor (1533-1603), figlia di Enrico VIII e Anna Bolena. Elisabetta fu la seconda regina regnante d'Inghilterra ed è considerata la sovrana più grande della storia inglese.



La terza regina regnante d'Inghilterra fu Maria II Stuart (1662-1694).

File:Mary II after William Wissing.jpg

Succedette al padre Giacomo II dopo la Gloriosa Rivoluzione del 1688.
La quarta regina regnante d'Inghilterra (e prima di Gran Bretagna) fu Anna Stuart (1665-1714).

File:Anniex.jpg

Sorella di Maria II, Anna fu l'ultima degli Stuart, poiché nessuno dei suoi figli le sopravvisse. Dopo la sua morte ebbe inizio la dinastia degli Hannover.
La quinta regina regnante d'Inghilterra (seconda di Gran Bretagna e prima del Regno Unito di Gb e Irlanda) fu Vittoria di Hannover (1819-1901).

File:Queen Victoria 1887.jpg

Il suo regno fu il più lungo della storia inglese e britannica e durò 64 anni. Vittoria fu anche la prima Imperatrice delle Indie e sotto di lei l'Impero britannico raggiunse l'apice della potenza.
La sesta regina regnante è l'attuale sovrana Elisabetta II Windsor (nata nel 1926), che regna dal 1952. Il suo regno attualmente è secondo in durata solo a quello della sua trisavola Vittoria.



Questo è il 61° anno di regno di Elisabetta II.

Post scriptum



Secondo alcuni storici la prima regina regnante d'Inghilterra sarebbe stata Matilde di Normandia, che fu nominalmente regina per alcuni mesi nel 1141.
Matilde sposò il duca Goffredo d'Angiò, detto il Plantageneto, dando così origine alla più duratura famiglia reale inglese.

Se si segue questo criterio, cioè considerando anche i regni brevi, invalidati poi dal successore, la seconda regina d'Inghilterra sarebbe Jane Gray, che regnò per soli nove giorni, tra la morte del cugino Edoardo VI Tudor e l'ascesa al trono della cugina Maria I Tudor.

File:Streathamladyjayne.jpg

Jane Gray era nipote di Enrico VIII, in quanto figlia di sua sorella e del suo migliore amico, lord Charles Brandon, duca di Suffolk.

giovedì 11 luglio 2013

Albero genealogico dei Kennedy

Risultati immagini per kennedy genealogical tree




Risultati immagini per kennedy genealogical tree





Nella foto qui sopra vediamo, da sinistra, Ethel (moglie di Robert), Patricia, la madre Rose Fitzgerald, il padre Joseph Kennedy, dietro di lui la figlia Jean (ultima sopravvissuta dei figli di Joseph e Rose), il presidente John Kennedy e sua moglie Jacqueline Bouvier, dietro di lei Robert Kennedy, a fianco a lei sul divano Edward "Ted" Kennedy, dietro di lui Eunice e il marito Sargent Shriver.

mercoledì 10 luglio 2013

La poesia dei legami fragili




Io gettavo nel fiume
reti da pesca
color ragnatela.

Lei camminava sull'argine,
l'altro,
e la corrente tra noi
declamava la poesia
dei legami fragili.

Tutto il nostro tempo
è passato in un lampo.
Come il vento sui prati,
come la pioggia sugli alberi,
come l'acqua sugli scogli.

E il ponte fra noi
crollò.

martedì 9 luglio 2013

L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 58. Arthur ed Eleanor si trasferiscono a Gothian.

Galadriel Lord Of The Rings

Dopo essere stati incoronati re e regina dei Keltar, Arthur II  Eclionner Vorkidian e sua moglie Eleanor Eclionner d'Alfarian, chiamarono a raccolta venticinque legioni e partirono alla testa di esse in direzione del castello di Gothian, che era rimasto sguarnito dopo che Marvin e sua moglie Alice avevano deciso di marciare su Lathena.
Loro vanno a sud e noi a nord. Doveva essere così per forza: ognuno deve affrontare i propri demoni.
Eleanor, pur essendo nata a Lathena, era cresciuta a Gothian, come anche suo marito Arthur, che era anche suo cugino.
Eravamo una grande famiglia unita, ed ora ci stiamo facendo la guerra tra di noi? Era questo il tuo Sentiero Dorato, Marvin?
Istintivamente si portò le mani al grembo: il figlio che aspettava sarebbe nato sano e destinato a grandi cose, oppure no?
Marvin non ha dispensato le sue profezie a nessuno. 
Per un istante fu travolta dal dubbio che si trattasse di profezie catastrofiche.
Dopotutto sta mandando Arthur a combattere Mordred, ed entrambi quei nomi sono presagio di morte e di sepoltura.
Arthur II Vorkidan procedeva sul suo destriero bianco, sfoggiando l'armatura dorata e la corona.



Fortunatamente la madre di Arthur, Igraine Pendragon Canmore di Logres, principessa delle Highlands, era rimasta a Caemlyn, a governare il regno dei Keltar con i pieni poteri di reggente.



La lontananza di Igraine era un fatto positivo, ma Gothian non era mai stata così sguarnita. Solo l'Imperatrice Madre Lilieth Vorkidian era presente.



Era stata lei a consigliare a Marvin di marciare verso sud, ma era nel contempo molto preoccupata.
Lilieth sta tessendo un disegno politico da quasi cinquant'anni. La nonna di mio marito è mille volte più forte di lui e di tutti gli altri Eclionner messi insieme. Non posso deluderla, lei conta su di me, per sostenere Arthur.
Ma questa volta le frecce d'argento non sarebbero bastate a fermare i non-morti.
Ci vogliono nuove armi, e per averle ci vuole un progresso tecnico... proprio quello che Marvin sta cercando di impedire da trent'anni. Eppure i sacerdoti di Atar devono conoscere qualcosa... un'arma segreta, qualcosa che lanci i proiettili d'argento alla velocità del fulmine. Senza questo siamo perduti.
Valyria, la figlia di Marigold, le aveva fatto pervenire un messaggio, prima di recarsi al sud.



Dietro al suo rango segreto si cela un potere supremo sul Fuoco.
La pergamena era scritta in linguaggio volutamente vago, per il timore che qualcuno potesse carpirne il segreto.
<<Mia carissima cugina,
avevo sperato di incontrarti personalmente, ma so che ora ti trovi in viaggio. Io stessa non posso trattenermi a lungo qui a Caemlyn. Ti lascio dunque questo messaggio per esprimerti il mio pensiero. I PRESUPPOSTI DA CUI MUOVIAMO NON SONO ARBITRARI. L'UNICA COSA CHE CONTA E' IL MOVIMENTO REALE CHE ABOLISCE LO STATO DI COSE DEL PRESENTE. Se Atar è passato dalla nostra parte, non è solo per illuminare, ma per trasformare. Non è necessaria la mia presenza, poiché il meccanismo, una volta ricevuto l'avvio, non si può più fermare. Gli artificieri si metteranno in contatto con te. Tutto ciò che si poteva fare è stato fatto. Ora tutto dipende dalla saggezza di ognuno di noi e dall'aiuto divino.
Mi congedo con la preghiera di benedizione. Benedetto sia Atar lo Splendente e la sua fiamma. Possa il suo passaggio purificare il mondo e illuminare le anime col suo fulgore.
Sinceramente tua
Valyria, lady Eclionner, onorata Ataris, Principessa del Sangue Imperiale>>



Cast

Uma Thurman - lady Eleanor Eclionner d'Alfarian

Arthur Pendragon (re Artù di Camelot) - re Arthur II Eclionner Vorkidian

Joely Richardson (Elisabetta I) - lady Igraine Canmore Pendragon di Logres

Alice Krige - lady Lilieth Vorkidian, Imperatrice Madre

Melisandre di Asshai - lady Valyria Eclionner Ataris

venerdì 5 luglio 2013

Violeta Parra went to heaven - Recensione



Nel 1967, a cinquant'anni, dopo un'esistenza intensa, di impegno e di successo, di arte e musica, dopo due matrimoni, quattro figli, milioni di innamoramenti, ma un solo grande amore, l'ultimo, Violeta Parra, la più celebre cantautrice cilena e sudamericana, scrive e incide la sua canzone più famosa, "Gracias a la vida", uno degli inni alla vita più potenti, convincenti e indimenticabili che si possano ascoltare, e poi si spara un colpo in testa, consegnando il suo corpo alla terra, il suo nome al mito e la sua musica all'immortalità.
Non fu un atto di incoerenza, anzi: a volte è proprio quando si sente che dalla vita si è avuto tutto che si guarda alla morte senza paura e senza rimpianti. Non solo: una vita intensa brucia e consuma, risplende al massimo nel momento stesso in cui esaurisce il suo carburante e si spegne all'improvviso. Nessuno ha il permesso di chiedere: "Perché lo hai fatto?", nemmeno un figlio.
E' sulla base di questo rispetto e di una venerazione orgogliosa, ma onesta e per nulla incondizionata, che Angel Parra scrive la biografia di sua madre, "Violeta se fue a los cielos", offrendo una solida e sicura cornice per la realizzazione di questo splendido film di Andrés Wood, magistralmente interpretato da Francisca Gavilàn. 



La rassomiglianza tra l'attrice protagonista e il personaggio reale non è solo fisica: Francisca Gavilàn interpreta con una tale passione e convinzione questo ruolo da riuscire a suonare e a cantare in un modo così travolgente che sembra riportare in vita non solo la voce, ma la persona stessa di Violeta Parra, come se non fosse mai morta, ed in fondo è questo uno dei fili conduttori del film: chi ci lascia qualcosa di immortale "va in cielo", a prescindere dalle sorti del suo corpo e della sua anima.

Locandina italiana Violeta Parra - Went To Heaven

"Prima di Bob Dylan, nel sud del mondo, c'era Violeta Parra, madre del folk latino-americano" così recita la locandina, ben sapendo che la categoria del genere "folk" non è sufficiente ad esprimere una potenza vocale e creativa che era nata da un incontro unico tra la tradizione degli Indios e quella della canzone ispanica, fiorito all'interno di una famiglia di artisti, musicisti e poeti: non occorre infatti ricordare che il grande Nicanor Parra, che spesso si contrappone a Pablo Neruda nei dibattiti di poesia, è il fratello maggiore (a tutt'oggi vivente e quasi centenario) di Violeta, cresciuto come lei a contatto con la terra, con la campagna, con la dura vita contadina, per quanto il loro padre fosse un insegnante di musica.
"Mio padre mi ha lasciato la sua chitarra e la sua musica" dice Violeta in una intervista che fa da collante all'intera pellicola, costruita sapientemente su flash-back e flash-forward, accrescendo il pathos senza confondere (una lezione che molti registi che si ritengono grandi non hanno mai imparato).
Vediamo così nel contempo la bambina che impara la musica insieme alla parola, che sopravvive alla morte precoce del padre, alla povertà e alla malattia del vaiolo, che segnerà il suo viso, con una ferita mai del tutto accettata; la giovane donna passionale che insieme alla sorella Hilda e ai figli va alla ricerca delle canzoni popolari e le reinventa, esibendosi nei più sperduti villaggi di contadini e minatori, per un tozzo di pane e un bicchiere di vino; l'artista all'apice del successo, che va in turnée in Europa, espone dipinti e arazzi al Louvre, incanta francesi, polacchi, sovietici e ama un giovane musicista svizzero, Gilbert Favre (ben interpretato da Thomas Durand), ispiratore delle sue canzoni di maggior successo e causa sia della felicità che della disperazione di Violeta.



Le scene d'amore sono infuocate come il carattere della protagonista, che non si accorge di ferire l'orgoglio del suo uomo, trattandolo a volte come un toy-boy, per poi rendersi conto solo dopo la fine della loro relazione, di quanto fosse potente il suo sentimento, la cui sublimazione, "in absentia" dell'amato, le permette di creare e cantare al meglio le sue creazioni più toccanti, con un senso del tragico che non concede nulla al sentimentalismo.
Lui, che all'inizio è solo un ragazzo sedotto da una donna adulta e insaziabile, diventa alla fine il predatore che di fatto la uccide: "el Gavilàn", lo sparviero che fin dall'inizio del film incombe dal cielo, come l'Angelo della Morte. 



Non è dissacratorio il fatto che la preda sia rappresentata, fin dalla prima scena, da una gallina: è la stessa Violeta Parra a parlane, nell'intervista, attribuendo anche un valore politico al ruolo del predatore (l'aristocrazia terriera) e della preda (il popolo contadino). Il suo impegno civile, sempre, coerentemente, dalla parte di chi soffre e di chi è sfruttato, le valse l'appoggio non trascurabile dell'intellighenzia comunista, in primis di Pablo Neruda: un sostegno che ella ricambiò investendo tutte le sue forze e le sue sostanze nell'utopia (che anticipa con un'incredibile intuizione le comunità hippies) dell'Universidad del Pueblo, a cui partecipano attivamente i suoi figli, conquistandosi sul campo, con fatica e duro lavoro, l'eredità artistica della madre.
Non dimentichiamo che questa è la trasposizione cinematografica di una biografia scritta, come si è detto all'inizio, con tutto l'amore conflittuale che solo un figlio maschio può esprimere nei confronti di una madre adorata, affettuosa, ma anche severa, esigente e a volte distratta dalla sua missione di divulgatrice della tradizione musicale di un intero popolo.
Angel Parra non regala niente a sua madre, ma la assolve dal suo capo di imputazione principale, e cioè essersi sottratta, col suicidio, al suo ruolo di genitrice.
E' un'assoluzione che mette in primo piano la musica e ci regala una colonna sonora eccezionale, interamente tratta dalle venti canzoni più famose di Violeta, perfettamente inserite ognuna al punto giusto, nella scena giusta, e quindi era naturale che "Gracias a la vida" ci regalasse l'ultimo brivido, nei titoli di coda, dopo lo sparo.
Certo la scena del falco che ghermisce la gallina ci fa soffrire, e turba la nostra coscienza animalista, anche se ha l'accortezza di inserire il tutto in un contesto di ineluttabilità e legge di natura, che, usando una metafora cruda, ma scelta dalla stessa Violeta Parra,  permette di rappresentare la disperazione di una donna che si sente piombare addosso, con l'età, anche la solitudine di un amore finito e di un progetto utopistico che si spegne di fronte all'ingratitudine di un pubblico distratto, che come sempre, santificherà l'artista-idolo solo dopo la morte prematura, quasi che la fama, questo mostro spietato, richieda troppo spesso, in ultimo, il sacrificio umano.