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domenica 17 giugno 2012

Gothian. Capitolo 71. Marvin incontra il Signore delle Foreste



Nel cuore della Foresta di Broceland viveva Cernunnos, il dio protettore dei boschi, immortale e venerato dai Keltar, ma nel contempo temuto, per la sua natura ambigua.
C'era anche un detto che lo riguardava, e che giocava sulla sua natura arborea per esprimere un concetto più complesso.
L'ambiguità mette radici dove il pensiero va a morire.
Nessuno sapeva esattamente dove vivesse Cernunnos.
Secondo i druidi egli per lo più si trovava in un'altra dimensione, e interveniva soltanto se lo riteneva necessario, o se qualcuno lo evocava.
Il luogo sacro dove spesso avveniva l'evocazione di Kernunnos era una radura al centro di Broceland, o come la chiamavano i Keltar del luogo, la foresta di Broceliande.
Non era facile arrivarvi, e nessuno ormai ne conosceva la strada.
La selva nera, la selva oscura, il bosco atro... erano tutti nomi per evocare il concetto di smarrimento dell'anima.
Non ci sono sentieri, a Broceland. 
Marvin aveva vagato nell'ombra, seguendo l'istinto, le percezioni, le premonizioni.
Sono allucinazioni, o sono vere?
Aveva visto luci verdi nel buio che gli facevano strada. Si diceva fossero i folletti, spiriti minori della foresta.
Seguendoli, era riuscito ad arrivare in un luogo in cui le sue percezioni erano diventate più forti, e poteva quasi sentire e vedere muoversi la foresta intorno a lui.
Questa foresta è un unico organismo. Tutto è collegato con tutto.
Marvin si sentiva parte di esso.
Dopotutto Cernunnos era l'antenato della moglie di Vorkidex, Ygerne, e quindi era suo antenato, così come lo erano Belenos ed Eclion.
Io e Ygerne eravamo una cosa sola  intervenne Vorkidex.



Marvin ricordava tutto di Ygerne, persino i momenti intimi che Vorkidex aveva vissuto con lei.
Ti prego Vorkidex, non distrarmi con i ricordi, devo concentrarmi sul presente.
E il presente era quel cerchio di pietre, lo Stonehenge.
Lì era giunto, intenzionato ad evocarlo per ottenere un consiglio e un sostegno in quel momento così travagliato.
Il luogo era circondato da monoliti, disposti in un cerchio sacro.



Marvin conosceva il rituale di evocazione. Si pose al centro del cerchio, seduto, con le gambe incrociate, e poi chiuse gli occhi, ed iniziò a pregare.
La preghiera non è una supplica, è un'energia che dà forza all'entità sovrumana che viene evocata.
Così gli era stato insegnato da Halfgan e poi dallo stesso Arcidruido.
Gwydion osservata a distanza, pronto a intervenire se qualcosa fosse andato storto.
Mentre Marvin si trovava in quel sacro cerchio, la personalità di Vorkidex si risvegliò:
"C'è stato un tempo in cui questo era uno dei luoghi più importanti del nostro mondo, un cancello tra questa dimensione e quella degli Ahura e dei Deva. Solo i Profeti potevano invocare gli dei senza rischiare la morte"
Se non sono il vostro Profeta, allora è meglio che si veda subito. Ora lasciami pregare il divino Cernunnos!
L'attesa fu lunga, ma alla fine il potente angelo evocato, il Signore delle Foreste, il divino Cernunnos, si manifestò. Era una strana creatura a metà tra un uomo e un albero, e con corna di ariete.



<<Spero che tu abbia un valido motivo per disturbare la mia quiete, ragazzo!>>
Marvin accolse con umiltà questo esordio piuttosto brutale.
<<Divino Cernunnos, non mi sarei mai permesso di farlo se la situazione non fosse così grave>>
Quello strano essere, con un volto scolpito nel legno, riusciva però a mutare forma continuamente:
<<So come stanno le cose, ma tu sei sicuro di voler conoscere il mio parere? Potrebbe non piacerti!>>
Il giovane Vorkidian annuì:
<<Ne sono sicuro, Venerabile. Ti prego di dirmi come tu vedi le cose che stanno accadendo, e puoi darmi un consiglio su come mi debbo comportare>>
Kernunnos tacque a lungo, poi, con voce roca e atona, dichiarò:
<<Vedo quello che è sempre accaduto: angeli e demoni che stringono un Patto per evitare una guerra che porterebbe alla distruzione del cosmo. Tu sei la personificazione di questo patto. Discendi da Eclion e da Belenos, da un demone e da un angelo. Sii dunque garante di questo Nuovo Patto: stai sopra le parti, non schierarti né col Male né col Bene. Pensa solo a mantenere la pace>>
Quella risposta deluse profondamente Marvin:
<<Dunque non c'è speranza che il Bene trionfi? Dovrei forse fare un patto col Diavolo?>>
Il Signore delle foreste rise:
<<Conosci gli Arcani Supremi. I due principi si equivalgono, e si mescolano inscindibilmente tra loro, tanto che spesso è impossibile capire cosa sia Male e cosa sia Bene, cosa sia giusto e cosa sia ingiusto. Ma la guerra è sicuramente un male, e se tu desideri la guerra, allora sei malvagio come tutti gli Eclionner prima di te>>
Marvin sentiva che c'era qualcosa che gli sfuggiva in tutto questo, qualcosa di non convincente:
<<E' un male la legittima difesa? Dovrei forse permettere che i Keltar vengano schiavizzati per altri mille anni, come quando deposero le armi davanti ad Arexatan Eclionner?>>



Kernunnos apparve colpito dalla tenacia argomentativa del giovane:
<<Sento in te la voce di Vorkidex. Dimmi, è una voce di libertà o una voce di vendetta?>>
Marvin sentiva fremere Vorkidex dentro di sé, ma lo mise a tacere:
<<E' una voce di giustizia. I Keltar hanno il diritto di ricostruire il loro regno. E visto che Arexatan è rinato nel mio fratellastro Elner, Vorkidex ha diritto ad una seconda possibilità. Ma da soli non possiamo farcela. Dobbiamo trovare alleati. Ma non voglio allearmi con i demoni!>>
Era una questione eterna, nella morale, nella politica e nella guerra.
Il Signore della Foresta aveva sentito ripetersela infinite volte.
<<Ovunque ci sia potere, c'è qualcosa di demoniaco. Il potere e il Male sono inscindibili>>
Marvin scosse il capo violentemente:
<<No, io non sono disposto ad accettare alcun compromesso col Male! Non ho mai cercato il potere per ambizione: mi è stato conferito come uno strumento per salvare i Keltar dalla morsa dei Vampiri del Nord e dei Lathear del Sud. Una volta che questo sarà compiuto, rinuncerò ad ogni potere!>>
Kernunnos rise di gusto:
<<Dicono tutti così, all'inizio. Poi si abituano. Non credere di essere migliore degli altri. Sei un Eclionner, non dimenticarlo! Ora spetta a te decidere: se non ti allei con almeno un demone, non potrai impedire ai Lathear di Elner XI di arrivare fino a qui, dove poi si scontrerebbero col Conte Fenrik, in una guerra così distruttiva che porterebbe alla fine del mondo, alla Conflagrazione Universale!>>
Marvin impallidì:
<<E quale sarebbe l'altra alternativa?>>
Kernunnos sorrise:
<<Stipulare un Nuovo Patto, un'alleanza con Marigold di Gothian, imperatrice dei Lathear, e con suo padre Atar, demone del Fuoco, l'unico che può sconfiggere il Conte Fenrik, e liberare il regno degli Alfar>>
Marvin non era convinto:
<<Deve esserci una terza alternativa! E giuro che la scoprirò! Forse Vivien, la Dama del Lago presso la Sorgente, mi sarà di maggiore aiuto rispetto a te. Tu hai ceduto al Lato Oscuro, hai perso la speranza, e chi perde la speranza, ha perso tutto!>>


N.d.A.

La foresta di Broceland o Brocelandia o Broceliande si trova nella Bretagna francese, l'antica Armorica. Fu occupata dai Britanni insulari quando i Sassoni invasero la Britannia. I Britanni continentali sono detti Bretoni. Il ciclo bretone comprende i romanzi cavallereschi e cortesi che furono elaborati o ambientati nella Bretagna francese o nella Grande Bretagna, cioè quella insulare, la Britannia.

Cernunnos è una divinità celtica.

"L'ambiguità mette radici dove il pensiero va a morire" è tratta dalla canzone "Fiore di melograno" cantata da Mia Martini negli anni '70.

Re Vorkidex è ispirato alla figura di Vercingetorige. Il nome è anche influenzato da quello di Vortigern che regnò in Britannia prima di Uter Pendragon, padre di Artù.

L'idea della foresta come unico organismo è presente nella letteratura fantasy a partire da Tolkien e trova nel cinema una ottima espressione nel film "Avatar".

Il centro della foresta è contrassegnato da un anello di Dolmen simile a Stonehenge. Questi megaliti furono eretti da popolazioni precedenti a quelle celtiche, però i druidi li elessero a luoghi sacri.

Cenrunnos è raffigurato come l'Ent Barbalbero ne "Il signore degli anelli".

Arexatan Eclionner che sottomette i Keltar è raffigurato come Giulio Cesare che sottomette i Galli e i Celti belgi e aquitani.


lunedì 11 giugno 2012

Gothian. Capitolo 68. Marvin e la foresta di Broceland



Quel giorno il cuore di Marvin era gravato da un senso di malinconia e oppressione di cui non riusciva a capire l'origine.
Quando l'umore si abbassa senza apparente motivo, allora c'è in atto una crisi più grave del solito, un conflitto talmente profondo da risultare impercettibile alla coscienza.
Sarebbe stato riduttivo parlare della guerra interiore tra le memorie di Arexatan e quelle di Vorkidex, così come sarebbe stato esagerato vedere tutto dal punto di vista della battaglia tra la luce e le tenebre.
L'unica cosa che aveva potuto constatare era che il senso di oppressione era aumentato con l'avvicinarsi ai margini della leggendaria foresta di Broceland, luogo sacro e nel contempo proibito, per i Keltar.
Una selva oscura e intricata come la mia vita.
Gli alberi avevano migliaia di anni, e si diceva che le loro radici arrivassero a toccare il centro della terra.
 I tronchi grinzosi parevano avere un volto e i rami nodosi sembravano muoversi come braccia.




Cercò invano una pista battuta ai margini della foresta. Non vi sono sentieri, a Broceland. 
Nessuno era così folle da inoltrarsi tra quei rovi. I pochi che ci avevano provato non avevano fatto ritorno.
E' una follia, ma devo trovare Cernunnos. Senza il suo appoggio i Keltar delle tribù non mi seguiranno.
Era stato il selvaggio druido Myrlic, che viveva in una baita ai confini del bosco, a spiegargliene la ragione.



Secondo il vecchio Myrlic, il divino Cernunnos, Signore delle Foreste, era uno dei pochi Dominatori dell'Universo che aveva scelto di dimorare espressamente in un luogo fisico.
Mentre gli altri se ne stanno a distanza e ci osservano distratti dall'alto dei mondi sereni, il signore Cernunnos si è calato nel nostro mondo e ha preso apertamente partito.



Era un alleato indispensabile, anche se da tempo non usciva dalla foresta.
Ma se io sono veramente il Principe Promesso, mi concederà udienza.


Prima di inoltrarsi in quel fitto intrico di rovi, Marvin si era assicurato di lasciare le retrovie del suo esercito in buone mani.
Aveva stretto accordo con i capiclan dei villaggi, tutti impressionati dalle capacità di leader che poteva avere un ragazzo neppure ventenne.
Sanno che Vorkidex è rinato in me, ma non sanno che io ho visto qualcosa che nemmeno i druidi conoscono.
Si era guardato bene dal rivelarlo. In quel momento prevaleva la necessità di ricreare il Regno dei Keltar.
A ciò che avverrà dopo, se riuscirò a sopravvivere, ci penseremo dopo. Ogni cosa a suo tempo.
Aveva infuso così tanta fiducia in quelle tribù disperse, che da ogni luogo giungevano volontari per la ristrutturazione del maniero di Caer Dragon caduto in rovina dopo la Primavera di Sangue.


Il patto interiore tra Marvin e Vorkidex, per tenere a bada le memorie di Arexatan, funzionava e resisteva, ma le pretese di Vorkidex aumentavano, e le discrepanze tra i suoi obiettivi e quelli di Marvin si facevano più evidenti.
Quello era un problema più difficile da gestire.
A Vorkidex non posso nascondere nulla. Lui sospetta cosa ho in mente per il futuro, e non gli piace.
Questi pensieri non ti porteranno lontano” gli disse la voce del suo antenato.
Marvin era esasperato.
 Non è un'idea mia! E' Belenos stesso che ha proposto ad Eclion un Nuovo Patto. 
Eclion è un demone! Ed io esigo vendetta contro suo figlio Arexatan!
La vendetta era una cosa da perdenti.
Le persone felici dimenticano e le persone forti perdonano.
L'odio ci rende simili alla parte peggiore di coloro a cui ci opponiamo.
Non ci fu risposta, e questo voleva dire che Vorkidex aveva accettato quella obiezione, ma solo temporaneamente.
Doveva parlarne subito con il suo più fedele amico.
«Chiama Gwydion», disse a una guardia che stava davanti alla sua tenda.
Il giovane druido arrivò poco dopo.

«Ci sono cose che devi sapere. Cose che nemmeno un druido può percepire»
Gwydion annuì gravemente:
<<Lo so: così diceva la profezia. "Potrà vedere dove voi non potrete nemmeno guardare">>
Marvin sospirò.
E' la mia maledizione...
Poi disse:
<<Ho parlato con il druido Myrlic, e sostiene che solo Cernunnos potrà confermare le mie premonizioni>>
Myrlic era considerato quasi un eretico all'interno della confraternita dei druidi, eppure i Keltar erano devoti a lui più che ad ogni altro.
Myrlic è qualcosa di più di un druido, è un intermediario tra gli uomini e gli spiriti della foresta di Broceland.



Gwydion era dubbioso:
<<Myrlic si è compromesso troppo con Cernunnos. I druidi servono Belenos. Non si possono servire due padroni allo stesso tempo!>>
Il giovane Vorkidian scosse il capo:
<<Cernunnos è un Ahura, un angelo custode! Non possiamo dubitare della sua devozione alla nostra causa!>>
Poi la sua voce divenne perentoria:
«Verrai con me a Broceland. Parleremo col divino Cernunnos, il Custode di Broceland! Dovremo cercare di capire i suoi consigli e prendere delle decisioni»



Gwydion annuì: «Farò il mio dovere e ti proteggerò, come ho sempre fatto, ma sappi una cosa: i druidi sono stati istituiti per conservare l'ordine e la tradizione. I Profeti invece sconvolgono questo ordine, e sono rivoluzionari.
 Non sarà facile per me seguirti nel tuo luogo selvaggio. Abbiamo due modi opposti di andare incontro alla verità, e il tuo mi terrorizza»
Marvin rimase in silenzio, riflettendo su quelle parole.




Poi disse:
<<Non devi avere pauraIo non sono qui per abolire la tradizione, ma per portarla a compimento>>
Gwydion annuì:
<<Spero che rimarrai entro questi limiti!>>
Marvin assunse un'aria determinata:
«Puoi starne certo! Non permetterò mai alle forze del Male di imporci le loro condizioni!»


N.d.A.

La foresta di Broceland si ispira a quella di Broceliande o Brocelandia, situata nella Bretagna francese.  In tale foresta sono ambientate parti dei romanzi cavallereschi e cortesi del ciclo bretone arturiano, in particolare quelli riguardanti Merlino, Viviana e Lancillotto.
La "selva oscura" dantesca è sia una allegoria che un correlativo oggettivo dello stato d'animo del protagonista.
Nella seconda immagine, l'albero con il volto scolpito richiama sia il parco degli dei di Grande Inverno (Winterfell) della famiglia Stark ne "Il Trono di Spade" di George Martin, sia gli Ent del "Signore degli anelli" di Tolkien.
Il druido Myrlic è ispirato a Merlino, che in lingua celtica era anche indicato con Myrddin (a volte accompagnato dal secondo nome Wylt o dall'altro secondo nome Emrys). Nella fusione delle due figure di Myrddin Wylt e Myrddin Emrys si trovano le origini di Merlino, o Merlin silvestris o caledonensis.
Cernunnos, come Belenus, è una divinità celtica.
La mappa dell'alta valle amnisiana si ispira alla zona nord-ovest della pianura padana.
Le rovine di Caer Dragon traggono nome dalle fortificazioni dei celti britanni e dei romani celtizzati della Britannia e dal cognome Pendragon del re e dux bellorum Uter, padre di Artù.
La stessa Camelot potrebbe aver avuto origine da Caer Melyn, e quindi Caemlyn, nome della antica capitale del regno dei Keltar.
Keltar Augusti è ispirato ad Augusta Pretoria, cioè la città di Aosta.
Il druido Gwidion è rappresentato nelle vesti di Baelor Targaryen il Benedetto.
Il druido Myrlic è nelle vesti di Aerys I Targaryen il Sapiente de "Le cronache del ghiaccio e del fuoco".
La tematica del patto col diavolo richiama naturalmente tutta la tradizione del Faust.
La frase: "Io sono venuto non per abolire, ma per portare a compimento" è tratta dal Vangelo di Matteo, 15-17.






martedì 22 maggio 2012

Gothian. Capitolo 60. Marvin assume la guida dei Keltar


Foreste. Ovunque posasse lo sguardo, vedeva solo foreste.
I villaggi sono all’interno... i Keltar sono un popolo che si nasconde... che non si vede, eppure c'è...
Nessuno potrà mai sconfiggere chi domina una foresta
Era la voce di Vorkidex che parlava.
Marvin ormai non faceva più caso a queste intromissioni.
Era giunto ad un compromesso con la personalità del suo antenato.
Io ti lascio parlare, ma tu fai tacere Arexatan!


Il duello tra il suo antenato materno e quello paterno continuava a combattersi nella sua mente, ma qui, grazie all'iniziazione druidica, Vorkidex aveva la meglio, e riusciva a zittire Arexatan.
A volte gli interventi di Vorkidex erano fastidiosi, ma c'erano dei momenti in cui il consiglio dell'antico re poteva essere di grande utilità per Marvin.
Bene, Vorkidex, allora dimmi: a chi devo chiedere fiducia, ai villaggi della foresta o ai Duchi, nelle loro rocche di pietra?
Cosa feci io ai miei tempi?”
Ti affidasti ai Duchi.
Già, e come andò a finire?
Fosti sconfitto, e il Regno dei Keltar ebbe fine.
Ecco: hai già la tua risposta
Marvin annuì fra sé.
Cercherò il mio popolo nella foresta, e non mi fiderò dei Duchi.
Gallrian aveva già tradito, gli altri non erano migliori di lui. 
A Caer Dragon dovrò comunque passare... ma ci arriverò a capo di un esercito!
Ora che aveva ben chiaro cosa fare, chiamò a raccolta il suo seguito, che aveva tacitamente accettato la sua leadership, vedendo che tutto ciò che lui prevedeva si avverava.
Ser Yvain de Bors, il druido Gwydion, il canonico Grizinga e il generale Tork erano ai suoi ordini.
«Prenderemo la via della foresta, sempre dritto fino a Caer Dragon, e oltre, fino a Keltar Augusti, e all'Ultima Valle, alle Sorgenti dell'Amnis!»


Nessuno osò ribattere, per quanto nei volti si potesse scorgere una certa paura. 
Tutti sapevano che l'attacco di Lord Fenrik di Gothian poteva essere imminente, anche se non erano a conoscenza della magica protezione della Cintura di Vivien. 
«I druidi sapranno convincere i Keltar che è il momento di prendere in mano la propria vita e difendersi dalla minaccia degli invasori»
Si fermo un momento a riflettere, e poi aggiunse: 
«Ed io stesso avrò molte cose da dire a loro, così come ora ne ho molte da dire a voi » ed indicò l’uditorio.
"Diglielo nella loro lingua...Oh, je voudrais tant que tu te souviennes,
Des jours heureux quand nous étions amis, Dans ce temps là, la vie était plus belle,
Et le soleil plus brûlant qu'aujourd'hui..."
«Vorrei tanto che vi ricordaste dei tempi eroici in noi Keltar eravamo un popolo! In quel tempo la vita era più bella, ed il sole era più brillante di quello di oggi.


Ora le foglie morte ci sfiorano la pelle... così come i ricordi e i rimpianti...>>
Avevano riconosciuto il canto, le parole tradotte dall'antica lingua keltari, le mormoravano, ripensando al poema...
Les feuilles mortes se ramassent à la pelle, Les souvenirs et les regrets aussi, 
<<E il vento del Nord ce le solleva contro, nella fredda notte dell’oblio...>>
Et le vent du nord les emporte, Dans la nuit froide de l'oubli.
 <<Voi forse volete, ma io non posso dimenticare la canzone che fu cantata per noi!>>
Tu vois, je n'ai pas oublié, La chanson que tu me chantais...
Li aveva in pugno.
Loro sapevano che lui ricordava.
Sapevano che Vorkidex ricordava per lui.
  <<E allora è tempo che tutti noi prendiamo coscienza del fatto che siamo di nuovo un unico popolo e un unico Regno!»
Applausi e parole di approvazione convinsero Marvin di avere la fiducia del suo primo nucleo di fedelissimi.



«Ci sono poemi epici e ballate, che i nostri bardi  cantano da migliaia di anni. La nostra tradizione è la nostra memoria storica: lasciate che questa memoria si risvegli!»



Ora tutti lo guardavano rapiti: alcuni ripetevano: "E' il Profeta che ci fu promesso!"
Altri aggiungevano: "E la sua canzone è quella della Luce e delle Tenebre..."
«Guardate» e indicò il sentiero che si addentrava nella foresta: 
«quella è la strada. Quel sentiero, che sparisce nel bosco. Quegli alberi saranno le nostre guardie del corpo. Il sentiero ci porterà di villaggio in villaggio, fino all'Ultima Valle!>>
Aveva di nuovo ricordato un mito fondante della nazione Keltar: la perduta Caemlin.
<<Dove un tempo c'era Caemlin, ora vi è una radura assolata e rigogliosa, protetta dai monti, dove le sorgenti del grande fiume sgorgano freschissime e limpide»
Ora lascia parlare me” 
si inserì Vorkidex e la voce di Marvin divenne più possente e ispirata: « Io vi prometto che ricostruiremo Caemlin! Che tonerà il Regno dell'Estate!
Da lì ricominceremo! Da lì ripartiremo! Verso dove ancora non sappiamo, ma lo vedremo nell’orizzonte, nel monte più alto: noi lì respireremo il cielo! 



Saremo di nuovo i Cavalieri di Caemlin, e le nostre gesta saranno narrate nei millenni, per tutti i continenti e in tutte le lingue del mondo!»
Un applauso accolse questa vera e propria mozione degli affetti.
Tu mi vendicherai, Marvin, e in cambio io ti lascerò libero. Il giorno in cui i Keltar sconfiggeranno i Lathear e in cui tu ucciderai in duello il tuo fratellastro Elner XI, ormai posseduto da Arexatan, allora la mia anima avrà finalmente pace, e tu sarai libero di essere solo te stesso
C'è dell'altro, però, Vorkidex. Io ho delle continue premonizioni, intuisco cose che poi si avverano, vedo là dove gli altri non possono vedere. 
“Tu sei nostro Profeta, come ci fu promesso
Io rivelerò ai Keltar qualcosa che nemmeno i loro druidi hanno percepito...


N.d.A.

Marvin Vorkidian è rappresentato da Jon Snow de "Il trono di spade" di George Martin.
Re Vorkidex dei Keltar è rappresentato da Edmure Tully ne "Le cronache del ghiaccio e del fuoco".
I Keltar sono ispirati ai Celti, mentre i Lathear agli antichi Romani.
La mappa della Alta Valle Amnisiana è ispirata alla zona della alta pianura padana e in particolare Keltar Augusti è Aosta, Keltar Tauri è Torino, Keltar Pavules è Pavia, Keltar Dertoni è sia Alessandria che Tortona, il fiume Amnis è il Po, il fiume Tenar è il Tanaro, il fiume Olum è l'Oglio, Keltar Instar è Milano (Instar fa riferimento ai galli Insubri), il fiume Laurum è il Lambro, il fiume Adum è l'Adda, Caer Dragon è Varese.
La citazione "Oh, je voudrais tant que tu te souviennes... " ecc. è tratta dalla canzone francese "Les feuilles mortes" scritta dal poeta Prevert e interpretata da cantanti come Edith Piaf, Mirelle Mathieu e Dalida.
Il medaglione celtico rappresenta il dio celtico della luce e della fertilità Belenus per cui si celebra il primo maggio la festa pagana di Beltane.
Il quadro si intitola "Il sogno di Ossian" ed è tratto dal poema di Macpherson, scritto nel Settecento e appartenente alla corrente pre-romantica.
Caemlyn è ispirata a Camelot e quindi al ciclo bretone arturiano, anche se un nome identico compare nella mappa del ciclo "La ruota del tempo" di Robert Jordan.

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