Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
giovedì 16 aprile 2020
Vite quasi parallele. Capitolo 60. Tu, felix Austria, nube!
Molto spesso le guerre del passato si concludevano con un fidanzamento tra gli eredi delle due parti in causa. In alcuni casi, addirittura, le guerre venivano evitate del tutto proprio grazie ad una astuta politica matrimoniale: il caso più clamoroso fu quello di Filippo I d'Asburgo, detto il Bello, della casa d'Austria e Borgogna, e Giovanna di Castiglia, detta la Pazza, erede al trono della casa di Castiglia e d'Aragona. Dalla loro unione, la cui vicenda appassionata e tormentata meriterebbe un romanzo a sé, nacque Carlo V, che dominò su un Impero talmente vasto, nel vecchio e nel nuovo continente, che il sole non vi tramontava mai.
Dai tempi del padre di Filippo, l'imperatore Massimiliano, già Arciduca d'Austria, pare sia stato coniato da Mattia Corvino, re di Boemia d'Ungheria, per stigmatizzare ironicamente l'espansionismo asburgico (che avrebbe poi inglobato anche la corona boema e ungherese) : "Bella gerant alii, tu felix Austria nube" : <<Che gli altri facciano le guerre, tu, fortunata Austria, sposati!>>
Questa strategia era stata seguita anche, se è lecito accostare le grandi vicende a quelle piccole, dagli Orsini di Casemurate, prima con le famose e burrascose nozze di Diana Orsini con Ettore Ricci, poi con quelle delle loro figlie: Margherita con Amilcare Spreti di Serachieda e Isabella con Silvio Zanetti Protonotari Campi.
In tal modo, come sappiamo, il clan Ricci-Orsini, che era già di suo una ragnatela di relazioni tra famiglie influenti, riuscì a far nascere la Società Ricci, Orsini, Spreti e Zanetti, in accomandita semplice, che controllava, oltre al Feudo Orsini, anche tutte le attività economiche della famiglia Ricci e di quelle dei generi del "prode Ettore".
In questo sublime arazzo, però, c'era quella che Montale avrebbe chiamato "una maglia rotta nella rete", "il punto morto del mondo, l'anello che non tiene".
Si trattava, naturalmente, della relazione di Silvia Ricci-Orsini, la figlia ribelle di Ettore e Diana, con Francesco Monterovere, l'erede altrettanto ribelle dei Monterovere di Querciagrossa, i cui interessi economici e politici costituivano una grave minaccia per la Contea di Casemurate.
Si era tentato di tutto per separare i due giovani, ma più si insisteva in quella direzione e più la loro unione si rinsaldava.
A quel punto si decise che era meglio cambiare strategia ed ebbero inizio, segretamente e "col favore delle tenebre", i primi tentativi di arrivare quantomeno ad un un armistizio.
In fondo c'erano margini di trattativa e, messo da parte l'orgoglio, si sarebbe persino potuti arrivare ad un vantaggioso compromesso.
Si tennero dunque degli incontri riservati tra gli "onesti sensali" in rappresentanza delle due famiglie,
Ciò che si dissero era segretissimo, e proprio per questo, nel giro di pochi giorni, tutti lo vennero a sapere.
A Casemurate e dintorni non si parlava d'altro. In ogni punto di ritrovo, le comari formavano assembramenti e bisbigliavano tra loro. La fonte principale, come sempre, era la governante di Villa Orsini, Ida Braghiri, regina del pettegolezzo.
Il luogo era quasi sempre il negozio di alimentari della "donna baffuta", la famosa Lucia Biasoni.
<<Allora, ci sono novità da Villa Orsini?>> chiese, lisciandosi i mustacchi rossicci.
<<Ieri sono venuti tutti i vari parenti che contano: il Senatore Baroni, il giudice De Gubernatis, il commissario Tartaglia e persino la Signorina De Toschi! Da Faenza invece, in rappresentanza, è arrivato l'assessore Edoardo Monterovere, lo zio di Francesco, con alcuni dirigenti del Consorzio di Bonifica e il Sottosegretario ai Lavori Pubblici in persona.
Hanno confabulato per un bel po' di tempo, nello studio di Ettore Ricci.
Era presente anche mio marito Michele>>
Le comari rimasero a bocca aperta, con gli occhi fissi, come grasse oche in attesa del pasto.
<<E allora, cosa si sono detti?>> chiese la Biasoni
<<Sembra che si siano messi d'accordo su un "indennizzo speciale superiore" per le terre di proprietà dei Ricci-Orsini e dei loro soci>>
La Biasoni continuava a tormentarsi i baffi:
<<E cosa vorrebbe dire "indennizzo speciale superiore"?>>
La Braghiri, con le mani sui fianchi, dichiarò:
<<Vuol dire che Ettore incasserà molti più soldi degli altri proprietari. Una montagna di soldi!>>
La Biasoni si strappò un baffo per la rabbia:
<<Insomma, piove sul bagnato!>>
Ida Braghiri annuì:
<<Proprio così! Piove sul bagnato, anzi, strapiove sul bagnato... o per meglio dire, piovono soldi, e soldo chiama soldo... e questo vale anche per il fatto che alla fine, con questo accordo, le famiglie hanno dato il consenso al matrimonio di Silvia con Francesco Monterovere.
I due piccioncini si amano, per il momento, ma i loro parenti hanno sempre guardato le cose in altro modo. Adesso vedono i vantaggi. Un'alleanza commerciale!
I Monterovere diventeranno soci dei Ricci-Orsini, degli Spreti e dei Zanetti.
Un'unica grande famiglia, che vorrebbe controllare un territorio che va da Faenza fino al mare, perché poi vi racconterò anche la storia dei terreni che Ettore ha comprato a Cervia e di quelli che Enrichetta Monterovere ha comprato a Casal Borsetti dopo aver terminato il canale a destra del Reno. Sì, piove proprio sul bagnato, ma la fortuna non può durare in eterno... verrà il giorno in cui Ettore Ricci pagherà per tutti i suoi traffici... mi dispiace solo che il mio Michele si sia legato a gente del genere, ma noi abbiamo le mani pulite, non abbiamo mai preso un centesimo in più rispetto a quello del nostro onesto stipendio >>
Naturalmente era una balla colossale, perché Michele e Ida Braghiri erano i più avidi nella spartizione del bottino, ma la gente credeva a loro, perché si fingevano alfieri del popolo e tribuni della plebe.
Questa serie di notizie gettò il pubblico delle comari nella costernazione.
Avevano sperato di sentire il resoconto di una lite furibonda, magari anche di un'ennesima disgrazia famigliare, e invece si trovavano davanti ad un successo diplomatico che univa l'utile col dilettevole.
La Lucia Biasoni si strappò altri ciuffi dai baffoni da tricheco:
<<Io dico che non potrà durare. E' una nave che sta diventando troppo grande, e sta viaggiando troppo veloce. Presto o tardi finirà contro qualche scoglio e farà naufragio, perché nella vita, prima o poi, si fa sempre naufragio>>
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