L'immagine qui sopra ne comprende quindici, ma questa interpretazione estensiva non è corretta, in quanto Ade e la moglie Persefone dimorano negli Inferi, mentre la condizione di Eros è dibattuta, risultando diversa a seconda delle fonti. Di conseguenza l'elenco corretto è quello proposto qui sotto, dove si possono vedere tutti i dodici dei, con i nomi greci e romani, l'aspetto e i simboli che li caratterizzano.
Nome greco | Nome romano | Immagine | Descrizione | Generazione |
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Zeus | Giove | Re degli dei e sovrano del Monte Olimpo, dio del cielo, del fulmine e dei fenomeni atmosferici. Il più giovane figlio dei Titani, Crono e Rea. I simboli sono la folgore, l'aquila, la quercia, lo scettro e la bilancia. Fratello e marito di Era, essa è la sua sposa ufficiale, perché egli ha avuto molte amanti. | Prima | |
Era | Giunone | Regina degli dei, è la dea del matrimonio e della famiglia, e anche dei legami e delle unioni. I simboli sono il pavone, il melograno, la corona, il cuculo, la leonessa e la mucca. La più giovane figlia di Crono e Rea. Moglie e sorella di Zeus. Essendo la dea del matrimonio, ha spesso cercato di vendicarsi sulle amanti di Zeus e sui loro figli. | Prima | |
Poseidone | Nettuno | Dio signore del mare, di tutte le acque, dei terremoti, della navigazione, dei cavalli e delle sorgenti. I suoi simboli sono il cavallo, il toro, il delfino e il tridente. Figlio di Crono e Rea. Fratello di Zeus e Ade. Sposato con la nereide Anfitrite, anche se aveva molte amanti. | Prima | |
Demetra | Cerere | Dea della fertilità, dell'agricoltura, delle piante. I simboli sono il papavero, il grano, la fiaccola e il maiale. Seconda dei sei figli di Cronoe Rea. Dal suo nome latino, Cerere, deriva la parola "cereale". | Prima | |
Dioniso o Bacco | Bacco | Dio del vino, delle feste, dell'impulso vitale, della follia e dell'ebbrezza. I simboli sono la vite, l'edera, la coppa, la tigre, la pantera, il leopardo, i delfini e la capra. Figlio di Zeus e della mortale Semele, principessa tebana. Sposato con la principessa cretese Arianna. Il più giovane dio olimpionico, nonché l'unico a essere nato da una donna mortale. | Seconda | |
Apollo o Febo | Apollo o Febo | Dio delle arti, della musica, della poesia, della profezia e della divinazione, della scienza e della conoscenza, della malattia e della medicina, della luce, dell'ordine e del tiro con l'arco. I simboli sono il Sole, la lira, l'arco e le frecce, il corvo imperiale, il delfino, il lupo, il cigno e il topo. Fratello gemello di Artemide. Il più giovane figlio di Zeus e Leto. | Seconda | |
Artemide | Diana | Dea vergine della caccia, della verginità, del tiro con l'arco e di tutti gli animali del bosco. I simboli sono la Luna (con cui viene identificata), il cervo, il cane, l'orsa, il cipresso, l'arco e le frecce. Primogenita figlia di Zeus e Leto e sorella gemella di Apollo. | Seconda | |
Hermes | Mercurio | Messaggero degli dei, dio del commercio, dell'eloquenza e dei ladri. I simboli sono il caduceo, i sandali alati (che usa per spostarsi velocemente), il cappello alato, la cicogna, il serpente e la tartaruga, con il guscio della quale creò la lira. Figlio di Zeus e della pleiade Maia. Il secondo più giovane dio olimpico, di poco più vecchio di Dioniso. Sposò Driope, figlia di Eurito, e il loro figlio Pandivenne il dio della natura, signore dei satiri, inventore del flauto di Pan e compagno di Dioniso. | Seconda | |
Atena | Minerva | Dea vergine della saggezza, dell'ingegno, della guerra strategica e della strategia stessa, della guerra difensiva, della guerra fatta per giusta causa e delle arti utili e dell'artigianato. I simboli sono la civetta l'ulivo, la lancia appena forgiata e l'egida. Figlia di Zeus e dell'oceanina Meti, nata dalla fronte del padre già adulta e armata, dopo che questi aveva ingoiato la madre trasformata da lui stesso in una mosca (in altre versioni era stata mutata in una goccia d'acqua). È la sacra protettrice della città di Atene. | Seconda | |
Ares | Marte | Dio della guerra, della violenza, della rabbia e dello spargimento di sangue. Il Marte romano ha invece connotazione sempre positiva e oltre che alla guerra è collegato alla gioventù maschile. I suoi simboli sono il lupo, il cinghiale, il picchio verde[1], l'avvoltoio, la lancia insanguinata e lo scudo. Figlio di Zeus e Era, tutti gli altri dèi (esclusa Afrodite) lo disprezzavano. Il suo nome latino, Marte, ha dato origine alla parola "marziale". | Seconda | |
Afrodite | Venere | Dea dell'amore, della bellezza, del desiderio amoroso, della buona navigazione.[2]. I suoi simboli sono colomba, passero, mela, ape, mirto e rosa. Figlia di Zeus e dell'oceanina Dione o, secondo un altro mito, nata dal sangue di Urano versato nel mare dopo essere stato sconfitto dal suo figlio minore Crono. Sposata con Efesto, ha comunque avuto molte storie extra coniugali, soprattutto con Ares. Il suo nome ha dato origine alla parola "afrodisiaco". |
Seconda
o dalla generazione di
Titano
| |
Efesto | Vulcano | Fabbro degli dei, dio del fuoco, della metallurgia, della tecnologia, e delle armi appena forgiate. I suoi simboli sono fuoco, incudine, ascia, asino, martello, pinze e quaglia. Figlio di Era, concepito a seconda del mito da Era da sola, o insieme a Zeus. Dopo la sua nascita fu gettato dal monte Olimpo e cadde sull'isola di Lemno. Sposato con Afrodite, le fu fedele al contrario della maggior parte dei mariti della mitologia. Il suo nome latino ha dato origine alla parola "vulcano". | Seconda |
Le generazioni divine[modifica | modifica wikitesto]
Gli Olimpi appartengono a un terzo capitolo divino: si possono infatti individuare tre fasi nella mitografia greca.
- Inizialmente un corpus puramente cosmogonico, nel quale non ci sono dèi propriamente detti, ma divinità naturali demiurghe e totemiche. Tra queste assume particolare importanza Urano, dal quale discenderanno gli Olimpi.
- La seconda generazione divina è quella dei Titani, il cui capo era Crono. Sono le divinità dei greci pelasgi.
- I Titani furono spodestati successivamente dagli Olimpi, secondo Tallo (uno storico del I secolo citato da Taziano nel suo Oratio ad Graecos) trecentoventidue anni prima della guerra di Troia, cioè circa verso il 1500 a.C., una data accettabile per l'espansione ellenica in Tessaglia.
Nei miti della titanomachia e della gigantomachia viene raccontato questo processo di sostituzione divina, che non fu affatto pacifico.
Gli Olimpi, quindi, dovrebbero essere i nipoti di Urano, ma le genealogie degli dèi dell'antica Grecia sono difficili da seguire e intricate tra loro.
Ciò è spiegato dal fatto che, in caso di avvicendamento di élite diverse, ogni gruppo al potere dichiarava il proprio pantheon, o il proprio dio, superiore agli altri, e forzava i miti precedenti per giustificare questo cambiamento.
Ciò è spiegato dal fatto che, in caso di avvicendamento di élite diverse, ogni gruppo al potere dichiarava il proprio pantheon, o il proprio dio, superiore agli altri, e forzava i miti precedenti per giustificare questo cambiamento.
I Titani, per esempio, erano le divinità dei pelasgi, le popolazioni greche forse autoctone. Con l'arrivo degli invasori elleni le prerogative di tali divinità vengono assunte dai nuovi dèi, gli Olimpi: ricordiamo Atena, dea della saggezza, che uccide il titano Pallade, patrono del medesimo attributo.
In altri miti, invece, alcuni dèi vengono presentati come figli di divinità in realtà più giovani, come Afrodite, generata da Urano, successivamente indicata come figlia di Zeus, in realtà nipote di Urano stesso.
Note
- ^ Papachristos Maria, Gli Dèi dell'Olimpo, Edizioni R.E.I. Testo consultabile su Google libri a pagina 98
- ^ Infatti era onorata con l'epiteto di euploia o euplea, ossia "della buona navigazione". Nata dalla schiuma del mare, Afrodite veniva infatti venerata dai naviganti. Il culto di Afrodite euplea è attestato a Egina, Cipro, Cnido, Curzola, Ancona e nell'isola di Gaiola (Napoli). Si veda:
- Lorenzo Braccesi, Mario Luni, I greci in Adriatico, L'ERMA di BRETSCHNEIDER, 2002. . Testo consultabile su Google libri a pagina 34
- Carmine Rapisarda, INESSA AITNA, ISBN 9781471732690. Testo consultabile su Google libri a pagina 35
- M. Giuffrida, Afrodite Euploia a Cipro, Giorgio Bretschneider - 1996
- Claudia Valeri, Marmora phlegraea, L'ERMA di BRETSCHNEIDER, 2005. Testo consultabile su Google libri a pagina 101
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