Il Brasile conta molto in un subcontinente che conta poco.
Domina il Sudamerica, spazio secondario nel planisfero geopolitico presente e passato. È uno Stato di dimensioni continentali al centro di quell’America Minor, tra Rio Grande e Patagonia, che vista da Washington resta periferia imperiale.
Può dunque sentirsi «gigante per sua propria natura», come vuole l’inno nazionale, e insieme soffrire del «complesso del bastardino», stigma coniato sotto l’effetto della «Hiroshima brasiliana»: ilMaracanaço, l’inconcepibile sconfitta casalinga contro l’Uruguay nella finale della Coppa del Mondo del 1950, quando l’intera nazione precipitò dalla festa al lutto.
Essere il centro di una periferia implica qualche sbalzo d’umore. A seconda delle fasi e delle occasioni l’accento cade sul primo o sul secondo riferimento.
Il saggista José Miguel Wisnik è arrivato a stabilire una legge storica, per cui «la memoria collettiva brasiliana è demarcata e suddivisa (...) dalle Coppe del Mondo di calcio».
Il gioco è la realtà. Spiega Wisnik: «Invece di sottoporre il piacere alla prova della realtà, è la realtà a essere sottoposta alla prova del piacere».
Vittorie e sconfitte calcistiche ritmano la storia del Brasile. Nulla di troppo strano in una ex colonia portoghese che, a differenza di alcune consorelle di matrice ispanica, fu prima Stato che nazione.
E si sente nazione, a intermittenza, anche grazie alla passione agglutinante per o jogo bonito (Pelé).
Il Brasile (nome ufficiale in portoghese República Federativa do Brasil, Repubblica Federativa del Brasile) è una repubblica federale dell'America Meridionale. Con una superficie stimata di oltre 8,5 milioni di km², è il quinto paese più grande del mondo per superficie totale (pari al 47% del territorio sudamericano). È bagnato dall'Oceano Atlantico a est, a nord confina con il dipartimento francese d'oltremare della Guyana francese, Suriname, Guyana e Venezuela, a nord-ovest con la Colombia, a ovest con il Perù e la Bolivia, a sud-est con ilParaguay e l'Argentina, ed a sud con l'Uruguay. Confina con tutti i paesi del Sud America, tranne Ecuador e Cile.
La maggior parte del paese si trova nella zona tropicale, dove le stagioni non sono particolarmente ostili dal punto di vista climatico. La foresta amazzonica copre 3,6 milioni di km quadrati del suo territorio e grazie alla sua vegetazione e al clima, è uno dei paesi con il maggior numero di specie di animali nel mondo. Il Brasile, precedentemente abitato daindigeni, fu scoperto dagli europei nel 1500, da una spedizione portoghese guidata da Pedro Alvares Cabral. Dopo il trattato di Tordesillas, il territorio brasiliano fece parte del Regno Unito di Portogallo, Brasile e Algarve, che ottenne l'indipendenza il 7 settembre 1822. In seguito il paese divenne un impero per poi diventare finalmente una repubblica[6]. La sua prima capitale fu Salvador, che fu sostituita da Rio de Janeiro fino a quando non si fece una nuova capitale, Brasilia. La sua attuale Costituzione, formulata nel 1988, definisce il Brasile come una Repubblica federale presidenziale. La Federazione è formata dall'unione del Distretto Federale, da 26 Stati federati e 5565 comuni..
Anche se i suoi oltre 192 milioni di abitanti rendono il Brasile il quinto paese più popoloso del mondo, complessivamente il Brasile ha una bassa densità di popolazione. Questo perché la maggior parte della popolazione è concentrata lungo la costa, mentre nell'entroterra esistono ancora enormi lacune demografiche. La lingua ufficiale è il portoghese. La religione più seguita è il cattolicesimo, il che fa sì che il Brasile sia lo stato con il maggior numero di cattolici al mondo, seguita da una crescita notevole del pentecostalismo. La società brasiliana è considerata una società multietnica, essendo formata dai discendenti di europei, indigeni, africani e asiatici.
L'economia brasiliana è la più grande in America Latina e la settima più grande al mondo sia in termini di Pil nominale che per potere d'acquisto (PPP). Il Brasile è una delle economie a più rapida crescita economica e le riforme economiche hanno dato un nuovo riconoscimento a livello internazionale al paese, sia in ambito regionale che mondiale. Il Brasile è membro fondatore dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), della Comunità dei Paesi di lingua portoghese (CPLP), dell'Unione latina, dell'Organizzazione degli Stati americani (OAS), dell'Organizzazione degli Stati ibero-americani (OEI), del Mercosul e dell'Unione delle nazioni sudamericane (UNASUR), ed è uno dei paesi del G20 e del BRICS.
Le origini del nome Brasile non sono del tutto chiarite: un'ipotesi è che esso derivi da "Pau brasil" il nome popolare in portoghese della Caesalpinia echinata, un albero della famiglia delle Fabaceae nativo della foresta vergine (Mata Atlântica) che ricopriva completamente le regioni litoranee del Brasile. Il nome “pau brasil” significa, letteralmente, “albero brasil”. La parola brasil potrebbe derivare dal colore rosso brace (brasa in portoghese) della resina del legno di questo albero o dal fatto che il Paese venisse sfruttato in origine come rifornimento di "legna da bruciare", come sostiene Claude Lévi-Strauss in Tristi tropici.
Un'altra ipotesi è quella che deriva dal tempo successivo alla colonizzazione portoghese, quando alcuni naviganti parlavano di un'isola immaginaria al largo delle coste dell'Irlanda, chiamata Hy Brazil e che sarebbe stata in mezzo all'Atlantico; alcuni scrittori del XX secolo, tra cui Gustavo Barroso, hanno difeso la teoria che il nome del territorio dipendesse da questo piuttosto che dall'albero.
Il navigatore che per primo esplorò le coste del Brasile fu il fiorentino Amerigo Vespucci, nel 1499, seguito dallo spagnolo Vicente Yáñez Pinzón nel 1500. Vespucci fu il primo europeo a distinguere l'estuario del Rio delle Amazzoni, e raggiunse il cabo San Agustin. La scoperta ufficiale del Brasile avvenne il 22 aprile del 1500, per opera dell'esploratore portoghesePedro Álvares Cabral, che arrivò nella zona dove oggi si trova Porto Seguro, nello Stato di Bahia.
La colonizzazione vera e propria ebbe però inizio nel 1530; i regnanti portoghesi, preoccupati dalle invasioni di naviganti e pirati nelle terre lasciate fuori dal Trattato di Tordesillas, inviarono in Brasile Martim Alfonso de Sousa con l'intenzione di colonizzare velocemente le nuove terre. Nel 1532 venne fondata São Vicente, che fu la prima città fondata dai portoghesi. Nel 1534, il re del Portogallo Giovanni III divise il Brasile in 12 territori (i capitanias) e li concesse a nobili affidatari (i donatários), che di fatto però diventarono signori feudali. Nel 1548, per paura di una secessione, Giovanni III inviò in Brasile come governatore generale Tomé de Sousa, che il 29 marzo del 1549 fondò la capitale São Salvador da Bahia de Todos os Santos. Con l'inizio della colonizzazione ci furono alcuni tentativi di insediamento anche da parte di francesi e olandesi. I francesi, in particolare, tra il 1555 e il 1567, tentarono di stabilirsi nella zona dell'attuale Rio de Janeiro per poi spostarsi dal 1612 al 1614 nell'attuale São Luis, prima di essere definitivamente scacciati.
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