giovedì 12 giugno 2014

Gothian (seconda edizione). Capitolo 5. Alienor e re Kerelik



Re Kerelic di Alfarian era noto per la sua straordinaria bellezza, derivante dal sangue elfico che scorreva nelle vene degli Alfar, il popolo nato dalla fusione tra i popoli nordici e le entità angeliche che li avevano salvati dal Grande Cataclisma, millenni prima, quando la civiltà umana aveva rischiato l'estinzione e il volto stesso della terra era cambiato.
Kerelik aveva trasmesso tale bellezza alla figlia Alienor, che però non sapeva che farsene, non avendo il permesso di accettare il corteggiamento di coloro che le piacevano, ma che non erano graditi al re. E in quel momento c’era un solo pretendente che il re degli Alfar era disposto ad accettare come fidanzato di Alienor, e cioè Elner XI Eclionner, imperatore dei Lathear. 
Quando Alienor si avvicinò alla scrivania di suo padre, il re le fece cenno di sedersi in una poltrona davanti a lui. 
«Mia cara» incominciò, non appena ella si fu seduta «ormai è tempo che noi due parliamo con molta calma e serenità di quello che sarà il tuo futuro» 
La principessa capì subito che non c’era più niente da fare. 
Suo padre proseguì: «Come ben sai le trattative per il tuo fidanzamento con il giovane Imperatore dei Lathear sono arrivate ad un punto decisivo>>


«Ma l’Imperatrice Madre si oppone!» obiettò Alienor con l'unico argomento serio di cui potesse disporre.
«E questa sua opposizione sarà la sua rovina!>> esclamò il re <<C'è una cospirazione in atto contro di lei. Il Senato imperiale e l'esercito si stanno accordando, e buona parte del Clero. Secondo i miei informatori, Ellis Eclionner potrebbe essere deposta entro poche settimane!» 
Alienor non ne era convinta:
 «La Vedova Nera è molto potente e astuta, e i suo Servizi Segreti sono diretti da quell'Eunuco terribile... Bial Kyoto...» 
Kerelik si rabbuiò: 
«Dubiti dei miei informatori, Alienor? La tua insolenza non ha limiti!»


«Come la vostra prepotenza, padre! Avete deciso tutto da solo! Non mi avete consultata!»
Kerelik guardò la figlia con stupore, più che con indignazione,come se avesse detto un’assurdità ridicola: 
«Nessuna principessa reale è mai stata consultata in merito alle nozze. La nostra dinastia ha sempre seguito questa regola»
Alienor era furente: 
«Una regola barbara! Una violenza!»
Il re oscillava tra l’incredulità e la rabbia:
 «Chi ti ha messo in testa queste idee? E' stata Marigold di Gothian, vero?»
Era vero, ma la domanda meritava una risposta migliore: 
«Forse la cosa vi stupirà, padre, ma io sono capace di avere idee personali, senza che nessuno me le metta in testa!»
Kerelik sospirò: 
«Alienor, ci sono delle regole che persino i nobili devono rispettare. Anzi, soprattutto i nobili! E in primo luogo la famiglia reale!» 
Lei lo fissò negli occhi: 
«Se questo è il prezzo, non voglio più privilegi! Diseredatemi, purché sia libera di sposare solo un uomo che amo!»



Il re la fissò con sbigottita incredulità:  
«Un uomo che ami? Ma che discorsi sono? Cos’è l’amore? Non troverai mai due persone che siano d’accordo nel definire questa parola! L'amore vero non esiste!»
Alienor si era immaginata quell'obiezione, e Marigold le aveva suggerito la risposta: 
«Amore è quando senti che non puoi vivere senza una persona e che soffriresti immensamente se dovessi perderla»
Kerelik fu colpito da questa definizione così semplice eppure così onnicomprensiva. Per un istante parve sul punto di ricredersi su tutta la faccenda. Il suo amore di padre gli diceva che avrebbe sentito terribilmente la mancanza di Alienor!
Cercò di riprendere il filo del discorso: 
«Ci sono altri valori: l’onore, la gloria, la lealtà, la devozione verso gli dei, la patria e la famiglia!»
Alienor e Marigold avevano previsto anche questa obiezione:
«L’onore e la gloria dei nostri antenati grondano sangue! Dovrei essere fiera di discendere da una stirpe di barbari?»
Kerelik sapeva che Alienor aveva ragione. Doveva trovare altri argomenti, qualcosa che facesse breccia sulla sensibilità della figlia: 
«Se non credi nei valori, Alienor, cerca almeno di credere nella pace! Tu sai bene che l’unica alternativa a questo matrimonio è la guerra. Ellis sta progettando una rivincita contro di noi. Se non la fermiamo adesso, nessuno potrà impedire quel conflitto. Vuoi avere sulla coscienza un'altra Primavera di Sangue? Nemmeno Marigold di Gothian, la Dama Gialla, te lo permetterebbe!»

 

L'obiezione aveva fatto centro:
 «Questo è un ricatto morale, padre!»
Il re si preparò a giocare il suo asso nella manica: 
«No Alienor: è il tuo destino!
I sacerdoti di Atar concordano sul fatto che tu sia la Fanciulla Dorata delle Nevi di cui parlano le profezie...» 
        Alienor lo interruppe: 
«E voi credete a queste superstizioni?» 
Kerelik si infuriò: 
«Non bestemmiare! Nei libri sacri sta scritto che allo scadere del millennio...» 
Per Alienor era troppo: 
«Lo so! L'ho sentito ripetere un centinaio di volte e non ci credo! Arexatan non era il Figlio del Sole. Sono tutte invenzioni per giustificare l'arbitrarietà del potere della Dinastia Eclionner!>>
Queste parole suscitarono la rabbia di Kerelic: 
«Tu preferisci dare credito a Marigold, piuttosto che a tuo padre e ai Libri Sacri degli dei! Ma io ti ripeto ancora una volta che...» Non riuscì a terminare la frase perché in quel momento entrò a sorpresa sua moglie, la bellissima regina Alyx.


Marigold l'aveva informata del colloquio, ed ella si era precipitata a sostenere il re:
 «Figlia mia, ascolta tuo padre! Sarai una grande imperatrice, amata dal popolo e stimata dai nobili: tutto quello che Ellis non è mai riuscita ad essere!» 
Alienor non aveva rapporti di confidenza con la regina. 
Era Marigold che l'aveva allevata. Per Alyx non provava niente: 
«E questo dovrebbe consolarmi, madre?» 
«Ma certo! La gloria e il potere sono inebrianti. Persino l’amore impallidisce davanti a loro» 
Il re apparve imbarazzato dall’intrusione della moglie, ma non disse nulla. 
Alienor non riuscì a nascondere un’espressione di disgusto. 
Mio padre non ha il coraggio di contraddire la vanità di mia madre!
Si sentì improvvisamente senza argomenti: 
«Padre, tu non puoi accettare questi discorsi!» 
Kerelic arrossì cercando inutilmente una mediazione: 
«Noblesse oblige, dicevano gli antichi! La nobiltà ha i suoi obblighi!»
E qui intervenne la regina Alyx: 
«E tu saprai di avere vinto il gioco più importante» 
«Quale gioco?» chiese Alienor.
«L’unico gioco che conta, figlia mia» rispose la regina «il gioco del Trono!» 
Alienor scosse il capo:
 «Madre, io non sono interessata a questo gioco. Il potere attira le personalità patologiche!» 
Kerelic si alzò in piedi, furibondo: 
«Sei tu ad essere malata! E' il veleno della Dama Gialla! E' lei che ti ha messo contro di me! Ma se ne pentirà. La spedirò a Lathéna a farti da serva, e mi libererò di due insolenti in una volta sola! Partirete domani! Ormai è tutto deciso!» 
Alienor era confusa, ma sapeva che il potere aveva realmente corrotto l'animo dei suoi genitori, per cui si sentì improvvisamente un'estranea nella propria stessa casa.
«Se così stanno le cose, padre, non mi lasciate alcuna scelta. Obbedisco alla volontà degli dei e a quella dal re degli Alfar, e al capo della mia famiglia. Ma ricordatevi che da oggi io non ho più dèi, non ho più una patria e non ho più una famiglia!» 

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