mercoledì 4 giugno 2014

Mappa e cartina geopolitica della Cina imperiale dalla dinastia Ming alla caduta dell'impero



L'espansione dell'Impero cinese oltre i confini della Cina propriamente detta (in bianco), è sintetizzata dalla carta di Laura Canali, tratta da "Limes", e si compone di due fasi. 

La prima, partendo dalla Patria della dinastia manciù dei Qing, va ad interessare tutti i territori che costituiscono il nucleo storico della Cina (1629-1659). 

Sotto, la bandiera della Cina imperiale


La seconda invece porta alla sottomissione, attraverso spedizioni militari, di nuovi territori secondo le direttrici Ovest e Nord-Ovest. Tra di essi vi è anche l'isola di Taiwan, possedimento olandese fino al 1662. Diversi sono poi gli Stati tributari dell'impero di Mezzo (Birmania e Nepal), mentre la Corea diventerà suo Stato vassallo nel 1637.

La dinastia Qing o Ch'ing (cinese: 清朝; pinyin: Qīng cháo; Wade-Giles: Ch'ing ch'ao), a volte nota anche come dinastia Manciù (Manciùdaicing gurun), fu fondata dal clan Manciù degliAisin Gioro, nell'attuale Manciuria, espansasi poi nella Cina vera e propria e nei territori circostanti dell'Asia interna, costituendo così l' Impero del grande Qing (Cinese: 大清帝国, pinyin:dàqīngdìguó). 
L'apogeo fu raggiunto sotto l'imperatore Qianlong (cinese: 乾隆, pr. ʨɪ'ɛːn'lʊŋ; Pechino, 25 settembre 1711  7 febbraio 1799) fu imperatore della Cina, il quinto della dinastia manciù dei Qing e il quarto della stessa dinastia a governare sulla Cina.
Nato con il nome di Hongli, quarto figlio dell'imperatore Yongzheng regnò ufficialmente dal 18 ottobre 1735 al 9 febbraio 1796, momento in cui abdicò in favore di suo figlio, l'imperatore Jiaqing - un atto filiale allo scopo di non regnare più a lungo di suo nonno, l'illustre imperatore Kangxi. Malgrado il suo ritiro, tuttavia, mantenne il potere supremo fino alla sua morte nel 1799. Sebbene i suoi primi anni abbiano visto la continuità di un'era di prosperità in Cina, fu inflessibile nei suoi atteggiamenti conservatori e sinocentrici. Il risultato di tale comportamento fu un successivo declino della dinastia Qing.
Quando per la prima volta Qianlong incontrò i commercianti inglesi, rifiutò le loro proposte di scambi, pronunciando la famosa frase: "La Cina vive già in felice abbondanza e la Dinastia gode del Mandato Celeste. Non abbiamo bisogno di niente".

Ma gli Europei non lo ascoltarono.


Quando, nel 1815, finirono le guerre napoleoniche, il commercio mondiale crebbe rapidamente e la vasta popolazione cinese offrì mercati illimitati alle merci europee. La crescita di tale commercio, tuttavia, creò una crescente ostilità tra i governi europei e il regime dei Qing.
Alla fine del 1830 i governi di Gran Bretagna e Francia erano profondamente preoccupati per il deflusso dei metalli preziosi, e pertanto cercarono formule commerciali alternative con la Cina - la più estrema delle quali fu di rendere la Cina dipendente dall'oppio. Quando il regime dei Qing cercò di bandire il traffico dell'oppio nel 1838, la Gran Bretagna dichiarò guerra alla Cina.
La prima guerra dell'oppio rivelò lo stato di decadenza dell'esercito cinese che, sebbene superasse di gran lunga quello britannico per numero, disponeva di una tecnologia e di tattiche inadeguate per una guerra contro la potenza mondiale dominante. La marina da guerra Qing, composta interamente da giunche di legno, non poteva competere con le navi della Royal Navy. Nelle battaglie di terra i soldati britannici, che impiegavano fucili moderni eartiglieria, superavano le forze Qing per manovrabilità e potenza di fuoco. I Qing si arresero nel 1842 e ciò inferse alla Cina un colpo decisivo e umiliante. Il Trattato di Nanchino, che prevedeva il pagamento di riparazioni per i danni di guerra, permise agli Europei l'accesso senza restrizioni nei porti cinesi e cedette l'isola di Hong Kong alla Gran Bretagna, rivelando molte inadeguatezze nel governo Qing e provocando ribellioni sparse contro il regime.

In questa vignetta di satira politica, la Cina viene divisa tra Regno Unito,GermaniaRussiaFrancia e Giappone
Le potenze occidentali, ampiamente insoddisfatte del Trattato di Nanchino, diedero solo un appoggio superficiale al governo Qing durante le ribellioni del Taiping e dei Nian. La produzione della Cina precipitò durante le guerre, mentre vaste aree agricole venivano distrutte, milioni di persone perdevano la vita e numerosi eserciti dovevano essere levati ed armati per combattere i ribelli. Nel 1854 la Gran Bretagna tentò di rinegoziare il Trattato di Nanchino inserendo clausole che permettessero l'accesso commerciale ai fiumi cinesi e la creazione di un'ambasciata britannica permanente a Pechino. Quest'ultima clausola offese il regime dei Qing, che si rifiutò di firmare, provocando così una nuova guerra contro la Gran Bretagna. La seconda guerra dell'oppio terminò con un'altra cocente sconfitta cinese, mentre il Trattato di Tianjin conteneva clausole molto umilianti per i Cinesi, quali la richiesta che tutti i documenti ufficiali cinesi venissero scritti in inglese e la concessione alle navi da guerra britanniche di un accesso incondizionato a tutti i fiumi navigabili cinesi.

Il regno dell'imperatrice Cixi (1835-1908)

Alla fine del XIX secolo emerse un nuovo leader. L'imperatrice Cixiconcubina dell'imperatore Xianfeng (r. 1850-1861), madre dell'imperatore bambino Tongzhi e zia dell'imperatoreGuangxu, riuscì con successo a controllare il governo Qing e fu di fatto leader della Cina per 47 anni. Inscenò un colpo di stato per detronizzare la reggenza condotta da Sushun nominato dall'ultimo imperatore. Era nota per la sua partecipazione dietro le quinte (垂帘听政) in politica.


Nel 1860 la dinastia Qing aveva sedato le ribellioni con l'aiuto di una milizia organizzata dalla nobiltà cinese. Il governo Qing con l'aiuto del movimento di autodeterminazione di risolvere i problemi creati dalla modernizzazione. Vennero costituiti diversi eserciti modernizzati, incluso il famosissimo esercito Beiyang. Comunque, durante la prima guerra sino-giapponese le flotte del "Beiyang" furono distrutte (1894-95). La reazione a questa disfatta fu di riconoscere la necessità di ulteriori riforme più grandi ed estese. Dopo l'inizio del XX secolo la dinastia Qing era in preda ad un dilemma. Poteva procedere con le riforme e alienare così la nobiltà conservatrice o poteva bloccare le riforme alienando i rivoluzionari. La dinastia Qing tentò di seguire una via di mezzo, ma finì per alienarsi entrambe le parti.
Dopo 10 anni di reggenza nel regno dell'imperatore Guangxu (r. 1875 - 1908), la pressione occidentale era così forte che fu costretta a rinunciare ad ogni sorta di potere. Nel 1898Guangxu tentò la riforma dei cento giorni (百日维新/戊戌变法), nei quali vennero approvate nuove leggi e vennero aboliti alcuni vecchi regolamenti. Mai come prima si diede così tanta fiducia a pensatori progressisti riconosciuti in Kang Youwei, mentre pensatori di matrice conservatrice riconosciuta in Li Hongzhang vennero esautorati da posizioni elevate. Ma gli ideali vennero repressi da Cixi, e Guangxu fu imprigionato nel suo palazzo. Cixi si concentrò sull'accentramento del proprio potere. In occasione del suo 60esimo compleanno spese più di 30 milioni di monete d'argento per decorazioni e avvenimenti, risorse che inizialmente dovevano essere impiegate per l'ammodernamento della marina Beiyang.
Nel 1901, in seguito all'assassinio dell'ambasciatore tedesco, l'alleanza delle otto nazioni (八国联军) entrò per la seconda volta in Cina come forza militare unita. Cixi reagì dichiarando guerra a tutte e otto le nazioni, ma finì solo, per un breve periodo di tempi di perdere il controllo di Pechino. Insieme all'imperatore Guangxu fuggì a Xi'an. Come ricompensa militare l'alleanza stilò un elenco che comprendeva una miriade di richieste al governo Qing, incluso una lista di individui da colpire, nella quale Cixi era al primo posto. Dopo che Li Hongzhang fu mandato a parlamentare, l'Alleanza ritirò molte delle richieste.
Dopo il fallimento della Rivolta dei Boxer, di fatto la Cina venne suddivisa in zone di influenza dalle potenze europee.

Caduta della dinastia

 Cixi e l'imperatore Guangxu morirono entrambi nel 1908, lasciando l'autorità centrale in crisi e senza effettivo controllo del paese. Pu Yi, il figlio maggiore del principeZaifeng, di soli due anni, fu nominato successore, lasciando a Zaifeng la reggenza. Il Generale Yuan Shikai fu allontanato.
A metà del 1911 Zaifeng creò il "Gabinetto della famiglia imperiale", un organo di consiglio del governo imperiale formato quasi interamente da membri della famiglia manciù Aisin Gioro. Questa azione suscitò molte critiche da parte dei funzionari anziani come Zhang Zhidong.
La rivolta di Wuchang nel 1911 portò alla proclamazione di indipendenza e della Repubblica di Cina, ponendo fine al Celeste Impero.
Nanchino, con Sun Yat-sen come presidente provvisorio. Numerose province iniziarono a separarsi dal controllo dei Qing. La situazione disperata, il governo imperiale richiamò Yuan Shikai al comando dello stato maggiore e della armata Beiyang, affinché sconfiggesse i rivoluzionari. Dopo aver ricevuto carica di Primo Ministro e aver creato il suo Gabinetto, Yuan osò chiedere la rimozione di Zaifeng dalla reggenza e con l'appoggio della imperatrice vedova Longyu la richiesta venne esaudita.
Senza Zaifeng, Yuan Shi-kai e i suoi comandanti Beiyang riuscirono a dominare la politica dei Qing. Essi ritenevano che la guerra fosse un'opzione irragionevole e costosa, specialmente ora che il governo Qing puntava alla riforma nel senso di una monarchia costituzionale. Similmente, il governo di Sun Yat-sen voleva una repubblica costituzionale, con lo stesso obiettivo di un miglioramento per la comunità e l'economia cinese. Con il permesso dell'imperatrice vedova Longyu, Yuan iniziò a negoziare con Sun Yat-sen. Gli accordi portarono alla abdicazione dell'imperatore bambino Pu Yi (1912) e alla nomina di Yuan alla presidenza della repubblica. Si concluse così la storia imperiale bimillenaria della Cina.

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