Nelle scienze applicate il termine progettazione (in inglese design) indica l'attività, promossa dal progettista, che è alla base della costruzione/realizzazione di qualsiasi oggetto complesso, sia esso materiale o soltanto concettuale attraverso la stesura di un progetto.
È un processo che a partire da norme tecniche, calcoli, specifiche e disegni, perviene alla definizione dei dettami, linee guida e specifiche necessarie alla produzione/realizzazione di un manufatto, un edificio, un componente, un apparato, o in generale di un prodotto o un servizio (per esempio un'abitazione, un ponte, una strada, una sedia, un'autoveicolo, un software, un sistema elettronico) riassunte all'interno di un progetto.
In senso più esteso per progettazione si intende l'insieme delle fasi di pianificazione e programmazione di un insieme di attività che porteranno ad un risultato atteso, il quale potrà essere raggiunto in maniera totale, parziale o anche essere mancato. In definitiva quindi quasi tutte le attività umane ricorrono, più o meno efficacemente, ad una progettazione cioè a mezzi, strategie e azioni più opportune per raggiungere determinati fini.
In generale essa è possibile grazie ad un concentrato di conoscenze, azioni, metodologie e strumenti che tendono razionalmente a organizzare e produrre specifiche per l'esecuzione materiale di manufatti di svariati tipi, dalle grandi strutture (ponti, dighe ecc.) a quelle di medie dimensioni (edifici, piazze ecc.), ai manufatti d'uso comune quali mezzi di trasporto, arredi, utensili, sino alla progettazione di attività economiche e ludiche e quella legata all'informatica. La progettazione cambia quindi denominazione e diventa architettonica, urbanistica, design industriale, design degli interni (interior design), progettazione ergonomica.
Spesso l'elemento che raccorda tradizionalmente molti di questi ambiti progettuali è il disegno tecnico, attualmente svolto attraverso l'uso di piattaforme CAD (Computer Aided Design).
Il design degli interni o interior design o architettura degli interni è la progettazione degli spazi e degli oggetti d'uso comune all'interno di un luogo chiuso, sia esso un'abitazione privata, un esercizio commerciale, uno spazio ricettivo, un ambiente di lavoro.
Comunemente si associa all'interior designer una figura più simile ad uno stilista d'interni, ma in realtà il designer presta particolare attenzione agli aspetti pratici e funzionali del vivere la casa, ad esempio che i mobili abbiano il giusto dimensionamento, che siano rispettati gli spazi di passaggio, che gli arredi siano disposti in modo comodo e funzionale, che i materiali e le tecnologie siano di buona qualità, che non ci siano potenziali pericoli per la salute di chi usufruirà di questi ambienti,l'abbattimento delle barriere architettoniche, la ristrutturazione architettonica e l'ammodernamento per nuove destinazioni d'uso, che ci sia una buona insonorizzazione, un buon rapporto fra consumi energetici e comfort, che tutto l'ambiente sia in armonia tra l'ingombro degli spazi pieni e l'utilizzo degli spazi vuoti.
Prima dell'introduzione di queste definizioni tutto ciò si riconduceva all'arte della decorazione che veniva distinta dall'arte dell'architettura vera e propria perché non andava a modificare le strutture portanti degli edifici, ma si occupava sia degli abbellimenti interni ed esterni che degli arredamenti veri e propri.
È da tenere presente che il termine design è di recente introduzione, importato dalla lingua inglese alla metà del '900 e che si sostituisce al tradizionale termine italiano di architettura o progettazione, in lingua tedesca Gestaltung
Il disegno industriale (dall'inglese industrial design) è l'uso sia di arti applicate che di scienze applicate al fine di migliorare estetica, ergonomia, funzionalità e/o usabilità di un prodotto, e si può occupare anche del miglioramento della commerciabilità o persino della produzione. Il ruolo è di sviluppare e concretizzare soluzioni per problemi di forma, usabilità, ergonomia fisica, marketing, sviluppo del brand, e vendite.
Tale significato di progettazione è meglio espresso dalla locuzione anglosassone industrial design, grazie alla distinzione terminologica, propria dell’inglese, tra design («progetto») e drawing («disegno»). Tuttavia l’espressione disegno è la traduzione italiana comunemente accettata e ufficialmente adottata dall’Associazione per il Disegno Industriale (ADI), fondata nel 1956.
Il design ha un significato molto più ampio e tecnico: comprende anche il rapporto tra il prodotto e il suo utilizzatore e l'intero studio del suo processo costruttivo, l'intero progetto di un prodotto, compreso il suo ciclo di vita. Il design di un prodotto è quindi il risultato dell'analisi di tutte le caratteristiche progettuali che definiscono il prodotto stesso. Il design di un oggetto, quindi, racchiude in se un elevato insieme di studi come l'ergonomia, l'usabilità, lapre-produzione, l'impatto ambientale, la dismissione, i costi, la scelta dei materiali e delle loro proprietà, dei rivestimenti, le proprietà meccaniche e strutturali, ecc.
Il lavoro del designer - la figura professionale di questo settore - va dalla fase di ideazione di un oggetto (concept) a quella finale di produzione, passando per tutti gli stadi intermedi: progettazione, sviluppo e ingegnerizzazione. La sua professionalità, si situa a monte del momento della produzione vera e propria, e si limita alla progettazione di un prototipo, che dovrà essere realizzato successivamente in un numero determinato di pezzi, assolutamente identici l’uno all’altro. La proposta finale risulta dalla valutazione dei diversi fattori della produzione, che implicano la collaborazione di esperti di diverse zone disciplinari contigue: si allude tanto ai fattori relativi all’uso, fruizione e consumo individuale o sociale del prodotto (fattori funzionali, simbolici o culturali), quanto a quelli relativi alla sua produzione (fattori tecnico-economici, tecnico-costruttivi, tecnico-sistemici, tecnico-produttivi e tecnico-distributivi). Possiedono inoltre conoscenze teoriche e tecniche sulla comunicazione visiva, multimedialità e interattività: competenze necessarie per progettare le interfacce di prodotti e servizi.
Gli strumenti e il metodo di lavoro del disegno industriale ingegneria vengono applicati in vari settori produttivi, nominati ricalcando l’espressione "industrial design":
- nella grafica e nella comunicazione visiva: "graphic design" e più di recente di "communication design" (design della comunicazione);
- nelle automobili: "car design" (design dell'automobile);
- nell'abbigliamento: "fashion design" (design della moda);
- nell'arredamento: "furniture design" (design dell'arredamento);
- nell'illuminazione: "lighting design" (design dell'illuminazione);
- negli allestimenti: "exhibition design" (design degli allestimenti);
- nel colore: "color design" (design del colore);
- in internet: "web design" (design del web);
- nella nautica: "yacht design" (design degli yacht).
La storia della progettazione industriale è lunga quasi quanto quella della produzione industriale stessa. Esistono diverse ipotesi sulla nascita della disciplina.
La principale la fa risalire al movimento artistico Arts and Crafts, nato in reazione alla rivoluzione industriale nell'Inghilterra del XIX secolo, che determina lo sviluppo delle arti applicate. Il processo artistico-creativo non è fine a sé stesso, ma comincia ad essere adattato alla realizzazione di oggetti d'uso comune. Fondamentali sono le possibilità offerte dai nuovi sistemi di produzione e il progresso nell’uso dei materiali.
La realizzazione degli oggetti esce così dai ristretti ambiti artigianali ed entra nel più economico processo di produzione seriale. Questo consente di accrescere enormemente il numero di pezzi prodotti e le persone che possono averli. La produzione in serie è centrale nella storia del design, anche se non ne è l’unica caratteristica.
Altri autori collocano la nascita del design come professione agli inizi del Novecento, con l’attività dell’architetto tedesco Peter Behrens. L’azienda AEG lo incaricò di progettargli di tutto: dalle fabbriche, ai prodotti, alla comunicazione. Behrens definiva questa attività "riorganizzazione del visibile". La definizione “industrial design” arrivò più tardi, negli anni Quaranta, coniata casualmente: a quanto pare compariva nel documento di un ufficio brevetti americano.
La storia del design caratterizza tutto il XX secolo. Man mano le filosofie progettuali moderne si fondono con i principi della produzione in serie: di un oggetto si pensano contemporaneamente l’aspetto estetico, le funzioni d’uso e le caratteristiche costruttive, collegando questi aspetti in una logica tipicamente moderna e razionalistica. Il designer diventa il controllore creativo di tutto il processo, lavorando a favore di una fruizione il più possibile allargata e quindi democratica del prodotto. Fondamentale, in tal senso, il contributo fornito dalla scuola di arti applicate del Bauhaus, fucina di idee-guida e promotrice di una funzione etica del designer nella società. Nel secondo dopoguerra le tendenze razionalistiche della progettazione si evolvono, e l'incessante aumento della capacità produttiva dell'industria contribuisce a diffondere l'idea di una progettazione che favorisce la deriva consumistica attuale.
Si sono succedute ed esistono numerose scuole di design, che si differenziano per approccio, metodologia progettuale e collocazione geografica, tanto che si sente parlare spesso di design italiano, giapponese, tedesco ecc., ognuno con caratteristiche ben riconoscibili.
Fondamentalmente, il disegno industriale può essere suddiviso in 4 grossi campi:
Più in dettaglio, troviamo le seguenti sottocategorie:
- type design (progettazione di caratteri tipografici);
- design degli interni;
- design della moda;
- visual design;
- basic design;
- food design;
- web design;
- media design;
- lighting design;
- progettazione di automobili;
- design navale e nautico (progettazione per la diportistica e le navi).
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