Dopo più di 4.500 anni sembra sia stato scoperto il segreto nascosto dietro lacostruzione delle Piramidi nell’antico Egitto. A confermarlo è uno studiocondotto da un team di ricercatori dell’Università di Amsterdam, pubblicato dalPhysical Review Letters e ripreso da Le Point, che hanno svelato come sia stato possibile, grazie all’acqua, trasportare statue e pesanti blocchi di pietra usati per costruire i famosi monumenti funebri.
IL DIPINTO ED IL SEGRETO - Il gruppo di ricercatori, guidato dal professor Daniel Bonn, ha compreso come venissero mossi i blocchi di pietra partendo da un dipinto che adorna le pareti della tomba di Djéhoutyhotep, alto funzionario al servizio del Faraone, vissuto tra XX e XIX secolo avanti Cristo. Si vede una statua montata su una slitta di legno pronta per essere mossa. Nella parte anteriore del convoglio viene invece raffigurato un uomo piegato verso la parte inferiore della slitta impegnato a versare un liquido.
IL PROBLEMA DATO DALLA SABBIA ASCIUTTA - Gli scienziati, colpiti dal particolare, hanno riprodotto un modello di slitta vicino a quello raffigurato nel dipinto per capire meglio il meccanismo di trasporto. Dopo aver messo il mezzo su un tratto di sabbia ed averlo pesantemente caricato, hanno misurato la forza necessaria per muovere la slitta. Questa però si è bloccata quasi subito a causa dell’accumulo davanti al pattino di mucchi di sabbia asciutta. A quel punto hanno imitato quanto raffigurato nel dipinto ed hanno versato dell’acqua davanti alla slitta per capire se questo avrebbe potuto migliorare la situazione.
MISTERO RISOLTO - E questa è stata la scoperta che ha spiegato come gli antichi egizi riuscissero a muovere con facilità enormi blocchi di pietra. La giusta quantità d’acqua infatti permette un risparmio di circa il 50 per cento di energia necessaria per il trasporto dei blocchi. Merito delle goccioline che da un lato aggregano i granelli di sabbia, dall’altro creano una superficie piatta e senza rilievi così da consentire agli operai di poter trascinare la slitta senza difficoltà. (Photocredit Wikipedia / Physical Review Letters)
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