mercoledì 22 gennaio 2014

Le conseguenze dei litigi dei genitori davanti ai bambini

Psicologia: Litigare davanti ai bambini, 10 cose da sapere

di Marzia Rubega (nostrofiglio.it)


In un mondo perfetto, mamma e papà sorridono sempre, attendono con ansia il momento dei pasti per chiacchierare allegramente e, in ogni possibile situazione, si scambiano 'paroline dolci' (con sguardo luminoso). Peccato che nella realtà non sia proprio così…

1. La famiglia felice h24 non esiste. Dunque rilassatevi

Di fatto, la famiglia felice stile Mulino Bianco, 24 ore su 24, proprio non esiste. Perfino alle coppie più affiatate capita di discutere. Una giornata 'no', e uno scambio verbale un po' acceso si può trasformare in una lite (quelle 'normali', non pensiamo a episodi estremi e di violenza domestica).

2. Però potreste impegnarvi un po’ di più a gestire la rabbia

La gestione della rabbia non è così scontata neppure per l'adulto. Che, talvolta, si 'accende' e non riesce a mettere un freno alle emozioni che lo travolgono. Ammettiamolo: non è molto diverso dalle esplosioni di disappunto di un bimbo in età prescolare che, però, viene invitato a smetterla...
Forse, il 'grande' che tanto fatica - o si sente impotente - con il suo piccolo, dovrebbe, invece, sforzarsi di riconoscere e contenere i suoi attacchi di stizza.

3. Se state leggendo questi consigli, non vi piacciono i litigi davanti ai figli

Se un genitore si interroga sul fatto che sia sbagliato o no litigare davanti al suo bambino, in realtà si è già dato, da solo, la risposta. E’ la premessa di Anna Coppola De Vanna, psicologa e psicoterapeuta familiare (con Ilaria De Vanna, autrice del libro: Senti che urla! Quando i genitori litigano, La Meridiana), intervistata da nostrofiglio.it per capire le conseguenze dei litigi davanti ai figli e come rimediare.

4. E in effetti sarebbe meglio non litigare davanti ai bambini

“Litigare davanti ai figli, anche quando sono molto piccoli, andrebbe evitato - dice Anna Coppola De Vanna che da anni si occupa di mediazione familiare e gestione dei conflitti. Ma se succede, non dobbiamo andare a suicidarci!
A volte, i genitori si colpevolizzano per ogni cosa e temono che il bimbo avrà un trauma per tutta la vita... Ma non è così: la lite va vista come qualcosa che può accadere. Se non ce la facciamo al momento a essere così pronti e lucidi da evitarla, è importante, poi, riconoscere quanto è successo e correre ai ripari con i figli”, dice la psicoterapeuta.
Quello che conta davvero è non minimizzare il fatto che il bimbo abbia assistito a una situazione spiacevole. “Un comportamento adulto è anche quello di chi commette un errore e poi ripara. Non lo è invece chi lascia passare o sostiene che l'episodio non ha avuto importanza”.

5. Se però succede, niente drammi ma rassicurate il bambino…

Secondo Anna Coppola De Vanna, in qualche modo è 'legittimo' che ogni tanto un genitore non riesca a stare zitto davanti a una provocazione, anche quando il bimbo è nei paraggi: può accadere a ognuno di noi. Non lo è altrettanto che l'adulto, poi, non rassicuri il bimbo, scusandosi con lui.
Il pretesto 'tanto è piccolo, non capisce!' non giustifica il fatto di ignorare il figlio senza confortarlo rispetto al litigio di cui è stato testimone. Di fatto, in età prescolare, può non capire bene i contenuti ma 'afferra' chiaramente che qualcosa tra mamma e papà non va.

6. …e fategli capire che un litigio può capitare ma poi passa

“Io consiglio di trovare un momento subito dopo la lite per rassicurare il bimbo. Passata la burrasca, è fondamentale prenderlo vicino e dirgli: ”Guarda, può capitare, mamma e papà, però, ti vogliono bene” -dice Anna Coppola De Vanna.
È importante confortarlo sul fatto che 'i grandi', a volte, sono un po' strani. Occorre trasmettere l'idea che la lite è un incidente, un evento, qualcosa che 'passa'... Un po' come quando cadi e ti sbucci un ginocchio: fa male, ma poi passa”.

7. Non dimenticatelo: anche i bimbi molto piccoli avvertono la tensione

Con un bimbo in età prescolare, il conforto si esprime a parole, con lo sguardo e le coccole. Ma se l'involontario testimone di una discussione è molto piccolo, non importa?
In realtà, no, conta eccome. “Già prima dell'anno, il bimbo avverte l'alterazione di suoni e movimenti - dice l'esperta - i toni della voce, il modo di guardarsi l'un l'altro dei genitori, i gesti frenetici delle mani. Magari uno dei due tocca l'altro, o butta giù il braccio con insofferenza...
La vita di ogni bimbo è fatta di ritmi, suoni, rumori della casa, lo stridere di una voce è un boato per lui. Intorno all'anno, o anche meno, il piccolo si può spaventare per un tono più alto, ma non casca il mondo”.
Per Anna Coppola De Vanna, comunque, è indispensabile rassicurarlo attraverso il linguaggio non verbale. Basta cullarlo, abbracciandolo e trasmettergli, con le mani e la voce, che quanto successo non è distruzione. L'operazione di rassicurazione è sempre fondamentale.

8. Se è vero che una lite non è una tragedia, il bimbo però ne soffre

In una vita familiare 'non perfetta', dunque, se il bimbo viene opportunamente consolato, una discussione non è poi la fine del mondo. Ma, al tempo stesso, occorre non sottovalutare l'effetto destabilizzante che una lite tra i genitori può esercitare su di lui.
Il bimbo percepisce mamma e papà come una sorta di 'contenitore colorato' che lo fa sentire figlio di quella coppia. “La scatola è la somma dei 'colori' e delle qualità, dei due genitori: il papà, per esempio, è più giocoso e la mamma un po' più regolativa – spiega la psicoterapeuta. La somma delle caratteristiche dei genitori ha una funzione rassicurante sul bimbo.
Se i genitori litigano, si sgretola questo 'contenitore' che rappresenta lo spazio affettivo e relazionale del bimbo. E questo causa la paura di sentirsi solo, perché il contenitore dà il senso di appartenenza a quella famiglia”, spiega l'esperta.

9. Cercate di tenere i problemi di coppia lontano dalle orecchie dei bimbi

Certo, a volte, è difficile sottrarsi a una lite, tuttavia, quando i problemi sono legati alla coppia, dovrebbero essere gestiti in uno spazio separato: la camera da letto, il salotto... Insomma, lontano dallo sguardo e dalle orecchie dei figli. Secondo la psicoterapeuta, non è bene mettere i bimbi davanti a una situazione che li spaventa, il conflitto tra adulti dovrebbe proprio avvenire altrove.

10. Sull’educazione provate a trovare una soluzione comune

Ma anche se al centro delle discussioni c'è l'educazione del bimbo, o argomenti che lo riguardano direttamente, è ancora peggio metterlo nella condizione di assistere alle accuse reciproche dei genitori. Se mamma pensa A e papà B su un'azione educativa, è opportuno che discutano le rispettive posizioni da soli, raggiungendo una soluzione. “Per ogni bimbo è importante l'idea che ci sia una sorta di 'alleanza genitoriale' su quanto lo riguarda”, dice la psicoterapeuta.
In ogni caso se malgrado tutti i buoni propositi dei genitori, il temporale scoppia, è sempre meglio, dal punto di vista dell’esperta, dare ai bimbi l'espressione più prossima alla verità. “Si litiga ma poi si fa pace. 'Non ti preoccupare, a volte mamma e papà non ce la fanno'.

I genitori dovrebbero trovare le parole che accarezzano, gentili ed efficaci, come erbe medicamentose che curano una ferita”, conclude Anna Coppola De Vanna.

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