venerdì 29 novembre 2013

Chi sono gli Hipster? Caratteristiche dello "hipster style".

Premetto che l'hipster style non mi piace e gli hipster non mi stanno particolarmente simpatici, ma siccome questo termine ultimamente è divenuto di moda, mi sono documentato per capire cosa significhi e per trovare delle immagini che rendano l'idea di questo tipo umano.



Negli anni novanta e duemila il termine hipster designava giovani di classe medio-alta, istruiti e abitanti dei grandi centri urbani, che si interessavano alla cultura alternativa (o presunta tale) - “non-mainstream” - come l'indie rock, la musica elettronica, i film d'autore e le tendenze culturali emergenti.
L'hipster postmoderno attuale si professa metrosexual se non addirittura bisessuale, è un ottimo conoscitore della lingua inglese, delle tecnologie e dell'informatica, e ama appropriarsi dei codici delle generazioni precedenti, ammantandosi di un caratteristico stile rétro. Si serve in negozi di abiti usati, mangia preferibilmente cibo da agricoltura biologica, meglio se coltivato localmente, è vegetariano o vegano, preferisce bere birra locale (o prodotta in proprio) e ama le biciclette a scatto fisso, fixed, che spesso sono ľ unico mezzo di trasporto o vengono comunque usate molto frequentemente. Spesso lavora nel mondo dell'arte, della musica e della moda, rifiuta i canoni estetici della cultura statunitense, anche se non vuole essere catalogato e elude l'attualità.
Tuttavia il termine hipster ha assunto in questo periodo un'accezione generalmente dispregiativa, per indicare persone che ostentano atteggiamenti pseudo-alternativi, perché in realtà massificati.

Origine del termine

L'etimologia del termine è discussa. Si fa risalire a hop, un termine gergale per oppio, oppure alla parola wolof hip, che significa vedere o hipi, che significa aprire gli occhi.
L'introduzione dei termini hep e hip nella lingua inglese è di origine incerta e sono state proposte numerose teorie. In origine, i jazzisti utilizzavano hep come termine generico per descrivere gli appassionati di jazz. Essi e i loro fan venivano definiti hepcats. Alla fine degli anni trenta, con la nascita dello swinghip sostituì il termine hep. Il clarinettista Artie Shaw descrisse il cantante Bing Crosby come «il primo bianco hip nato negli Stati Uniti»
Attorno al 1940, fu coniata la parola hipster, che sostituì il termine hepcat e indicava gli appassionati di bebop e hot jazz, che desideravano distinguersi dai fan dello swing, che alla fine degli anni quaranta cominciava a essere considerato fuori moda ed era stato svilito da musicisti commerciali come Lawrence Welk e Guy Lombardo.

Secondo dopoguerra

La sottocultura hipster si ampliò rapidamente, assumendo nuove forme dopo la seconda guerra mondiale, quando al movimento si associò una fiorente scena letteraria. Jack Kerouac descrisse gli hipster degli anni quaranta come anime erranti portatrici di una speciale spiritualità. Fu però Norman Mailer a dare una definizione precisa del movimento. In un saggio intitolato Il bianco negro (1967), Mailer descrisse gli hipster come esistenzialisti statunitensi, che vivevano la loro vita circondati dalla morte - annientati dalla guerra atomica o strangolati dal conformismo sociale - e che decidevano di «divorziare dalla società, vivere senza radici e intraprendere un misterioso viaggio negli eversivi imperativi dell'io».
Frank Tirro, nel suo libro Jazz: a History (1977), definisce in questo modo gli hipster degli anni quaranta:
« Per l'hipster, Charlie Parker era il modello di riferimento. L'hipster è un uomo sotterraneo, è durante la seconda guerra mondiale ciò che il dadaismo è stato per la prima. È amorale, anarchico, gentile e civilizzato al punto da essere decadente. Si trova sempre dieci passi avanti rispetto agli altri grazie alla sua coscienza. Conosce l'ipocrisia della burocrazia e l'odio implicito nelle religioni, quindi che valori gli restano a parte attraversare l'esistenza evitando il dolore, controllando le emozioni e mostrandosi cool? Egli cerca qualcosa che trascenda tutte queste sciocchezze e la trova nel jazz. »

Tra XX e XXI secolo

Il termine è stato riattualizzato negli anni novanta e duemila, per designare giovani di classe medio-alta, istruiti e abitanti dei grandi centri urbani, che si interessano alla cultura alternativa (o presunta tale) - “non-mainstream” - come l'indie rock, la musica elettronica, i film d'autore e le tendenze culturali emergenti.


L'hipster postmoderno è un ottimo conoscitore della lingua inglese e ama appropriarsi dei codici delle generazioni precedenti, ammantandosi di un caratteristico stile rétro. Si serve in negozi di abiti usati, mangia preferibilmente cibo da agricoltura biologica, meglio se coltivato localmente, è vegetariano o vegano, preferisce bere birra locale (o prodotta in proprio) e ama le biciclette a scatto fisso, fixed, che spesso sono ľ unico mezzo di trasporto o vengono comunque usate molto frequentemente.. Spesso lavora nel mondo dell'arte, della musica e della moda, rifiuta i canoni estetici della cultura statunitense e sperimenta in campo sessuale. Non vuole essere catalogato e elude l'attualità.
Tuttavia il termine hipster ha assunto in questo periodo un'accezione generalmente dispregiativa, per indicare persone che ostentano atteggiamenti pseudo-alternativi, perché in realtà massificati.
« Gli hipster sono quelli che sogghignano quando dici che ti piacciono i Coldplay. Sono quelli che indossano t-shirt con citazioni tratte da film di cui non hai mai sentito parlare e sono gli unici negliStati Uniti a pensare ancora che la Pabst Blue Ribbon sia un'ottima birra. Indossano cappelli da cowboy o baschi e tutto in loro è attentamente costruito per darti l'idea che non lo sia »
(Time, July 2009)

« Il concetto di ipnagogia ci aiuta a capire o fraintendere qualcosa in più del fenomeno hipster. È ipnagogica l’esperienza subconscia, quasi allucinata, per la quale immagazziniamo, sviluppiamo e tradiamo diverse suggestioni esterne. Nel senso che molti di noi hanno avuto un cugino o un amichetto metallaro che ci violentava con cazzate allora molto affascinati come i dischi dei Sepultura et similia, o abbiamo ascoltato distrattamente motivetti Euro-Dance di scandalosa fattura. Bene, anche se siamo convinti di aver rifiutato in tronco queste influenze, e di seguire altri e più nobili modelli stilistici, ipnagogicamente ne siamo gravidi e presto o tardi le esprimeremo. Perché misceliamo tutto e giochiamo con i fantasmi del passato. »
(Music Addiction, marzo 2012)

Aree geografiche

Nel Regno UnitoHoxton e Shoreditch sono rinomate aree hipster di Londra, dove gli hipster vengono indicati con il termine spregiativo di shoreditch twats.
Parigi va menzionato il quartiere di Belleville, mentre a Berlino la subcultura hipster fa da padrona a Prenzlauer Berg.
Negli Stati Uniti, troviamo Williamsburg a Brooklyn,Echo Park a Los Angeles, Mission District a San Francisco, Uptown a Minneapolis, Wicker Park a Chicago e la parte nordorientale di Portland, Oregon.

Italia

Il Sunday Times di Londra ha definito Bologna la città italiana degli hipster. Grazie alla presenza di numerosissimi studenti italiani e stranieri, è facile incontrare per strada o nei locali notturni ragazzi inquadrabili con questo termine, in particolar modo in luoghi come la zona universitaria o la "bohemienne via del Pratello".



Prossimamente dedicherò un post alla moda femminile hipster... e credo che sarà piuttosto interessante, perché nelle donne questo trend funziona decisamente meglio!

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