Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
lunedì 18 luglio 2016
Gli Iniziati di Estgoth. Capitolo 59. Waldemar e Greta interrogano un Vampiro Albino della Fratellanza Bianca
Era una notte gelida e nevosa, sui monti ai confini di Gothian, e la Guardia Pretoria di Lord Waldemar aveva trovato rifugio in una delle roccaforti che gli Alfar avevano costruito lungo il Vallo di Nordgoth.
Gli ultimi rinforzi arrivati dal Varco di Alfarian, avevano portato cattive notizie dalla Terra.
Riferivano di guerre, attentati terroristici, stragi, scontri, disastri, colpi di stato, repressioni e altre calamità.
Greta Van Garrett, dopo aver ascoltato, si rivolse a Lord Waldemar.
<<Tu l'avevi previsto, non è vero?>>
Waldemar annuì:
<<L'avevo previsto e avevo messo in guardia tutti. Li avevo messi in allerta. Ho fatto di tutto per comunicare al mondo ciò che dicevano le mie premonizioni, ma non mi hanno ascoltato. Non so se la colpa sia da attribuirsi all'ottusità dei governanti o alla malafede dell'Oligarchia che ci sta dietro>>
Greta socchiuse gli occhi, riflettendo:
<<I governanti sono ottusi e l'Oligarchia è in malafede, ma c'è qualcosa di peggio, e cioè che l'Oligarchia finanziaria e l'islamismo radicale sono due facce della stessa medaglia, e quella medaglia ha un nome ben preciso: Vampirismo>>
Waldemar era d'accordo:
<<Sulla Terra la battaglia è ormai persa. Ma qui possiamo ancora farcela>>
Proprio in quel momento il loro dialogo fu interrotto dall'ingresso del generale Leonenko:
<<Milord, abbiamo catturato un prigioniero e lo abbiamo portato qui, come voi avevate ordinato.
Si tratta di un Vampiro Albino indigeno, che doveva essere un Alfar, prima della trasformazione>>
Waldemar apparve compiaciuto:
<<Ottimo lavoro, generale!>>
Greta apparve subito preoccupata per i dettagli:
<<Avete preso tutte le precauzioni?>>
<<Sì, dottoressa Van Garrett. Il prigioniero è stato reso inoffensivo grazie all'utilizzo di proiettili in argento. Ha perso molto sangue. Non può muoversi, né mutare forma>>
Waldemar approvò:
<<Bene, allora portatelo qui. Io e la dottoressa Van Garrett ci occuperemo personalmente del suo interrogatorio>>
Il generale, che era un fedelissimo di Waldemar e lo avrebbe seguito anche nel più profondo degli inferi, obbedì immediatamente all'ordine.
Il Vampiro Albino fu portato davanti a loro in barella, ma nonostante la ferita e le catene d'argento che lo tenevano prigioniero, appariva comunque minaccioso.
Waldemar si rivolse a lui nella lingua degli Alfar:
<<Come ti chiami?>>
Lui lo fissò, con i suoi occhi viola, che apparivano intensi e alieni in quel volto pallido, incorniciato da lunghi capelli color avorio:
<<Ha qualche importanza?>>
<<Se te lo chiedo, ce l'ha!>>
<<Akon di Alfheim>>
<<Perché hai tradito il tuo popolo scegliendo di diventare un Vampiro?>>
<<Perché il mio popolo non aveva nulla da offrirmi>>
<<E così ti sei venduto al miglior offerente?>>
<<Mi pare ovvio>>
Waldemar sorrise.
Se anche noi avessimo il loro cinismo, forse la Terra si potrebbe ancora salvare. E invece, proprio nel momento del pericolo, dell'invasione, ci facciamo prendere da scrupoli morali.
Loro ci chiedono i diritti in base alle nostre idee e ce li tolgono in base alle loro.
Cercò di concentrarsi nuovamente sull'interrogatorio, facendo appello ai suoi poteri telepatici:
<<E allora come mai sei tornato nel Regno degli Alfar? Esiste un Patto ben preciso riguardo ai confini di Gothian e ai dovere dei Vampiri di non varcare quel confine. Tu avevi fatto la tua scelta, andando a Gothian. Sapevi che non ti era concesso tornare indietro, eppure eccoti qui. Spero che tu abbia una spiegazione convincente per la gravità del tuo atto>>
<<Le singole migrazioni non costituiscono una violazione del Patto>>
<<Ma il fare proselitismo creando nuovi Vampiri tra gli Alfar è un delitto punito con la pena capitale. Abbiamo già pronto il palo di frassino e la scure. Ma se non sarai sincero nel rispondere alle mie domande, potremmo decidere di seppellirti vivo in una bara d'argento piena d'aglio, a soffrire per l'eternità. Tutto dipende dalla sincerità delle tue risposte, e credimi, io sono in grado di riconoscere chi mi sta mentendo, poiché tra i miei doni vi è la telepatia.
Per questo ora torno a chiederti; perché sei tornato nel Regno degli Alfar?>>
<<L'hai già capito da solo: devo fare proselitismo, creare nuovi Vampiri Albini e arruolarli nell'esercito dei Conti di Gothian>>
<<Quell'esercito non può varcare i confini della Contea di Gothian! A che serve dunque?>>
<<I nuovi Vampiri non andranno a Gothian. Creeranno delle colonie qui. Lo stanno già facendo. Siamo molti di più di quanto credi. E voi non riuscirete a fermarci!>>
<<Noi abbiamo le più potenti tecnologie di guerra e di rilevamento, che unite ai poteri degli Iniziati diventano un'arma micidiale contro qualsiasi nemico. Sulla Terra, purtroppo, ci sono molti scrupoli ad usare le armi contro gli invasori, ma qui non siamo sulla Terra. Qui vale la regola secondo cui l'invasore va annientato e puoi stare sicuro che noi vi annienteremo>>
<<La tua tecnologia vale ben poco contro i poteri dei Vampiri. Scoprirete presto il significato del termine "guerra asimmetrica">>
<<Ne conosco già il significato. La civiltà occidentale del mio pianeta sta soccombendo proprio a causa di questo. Ma mentre sulla Terra c'è un'Oligarchia incapace che ci sta portando alla rovina, qui ci sono io, e le cose si faranno secondo il metodo degli Iniziati.
I confini sono sacri: chi li viola in modo illegale riceverà lo stesso trattamento riservato a te>>
<<Quando saremo una legione anche tra gli Alfar, voi Umani vi troverete schiacciati tra l'incudine e il martello. E allora per voi sarà la fine>>
Waldemar lo fissò con sdegno:
<<Per il momento l'unica cosa sicura è la tua fine. La tua sincerità ti ha permesso di ottenere una morte rapida. Ti affido dunque alle cure della dottoressa Van Garrett, che provvederà alla tua esecuzione definitiva, dopo aver prelevato alcuni tessuti che ci serviranno per ampliare le nostre conoscenze su di voi.
Mi sei stato di grande utilità, Akon di Alfheim>>
Gli Iniziati di Estgoth. Capitolo 58. Jessica si trasferisce ad Hollow Beach per tenere d'occhio la famiglia Burke-Roche
Jessica Crimson, nata Burke-Roche, arrivò a Hollow Beach, presso Westhampton, Long Island, alla guida della sua Porsche Boxter, il 20 luglio 2016.
Aveva preso in affitto una villetta vittoriana ad Antler Street, una strada dalla forma molto particolare e frastagliata, che ricordava il corno di un cervo.
Ci si arrivava curvando a destra, poco prima che la Dune Road diventasse l'unica strada tra il mare e le lagune interne. La villetta aveva nome India's House, pare in onore del nome della defunta madre del proprietario, un certo Francis Oakwood.
La caratteristica di Hollow Beach, comune alle altre cittadine costiere della contea delle Hamptons, a Long Island, è quella di dispiegarsi lungo un'unica strada, la Dune Road, compresa tra la spiaggia a est e le lagune interne ad ovest.
Come si è detto, la strada principale di Hollow Beach è la Antler Street, un lungo viale alberato dove non passa mai nessuno, se non i proprietari delle ville che si affacciano sul mare o sulla laguna.
La India's House, che si trovava tra la strada e il mare era certamente la costruzione più bella di tutta la Antler Street e forse dell'intera Hollow Beach.
Le spiagge erano ampie e libere, con sabbia bianca e mare azzurro.La villa-castello della nobile famiglia Burke-Roche si trovava ad un miglio di distanza dalla proprietà degli Oakwood, che il vecchio Lord aveva venduto a Henry Oakwood Senior negli anni Settanta.
La villa dei Burke-Roche, in stile coloniale, costruita nell'Ottocento da un antenato di Lord Hector, dava sulla Antler Street, mentre sul di dietro il suo parco confinava con la laguna, chiamata Sleepy Pond, lo stagno dormiente.
Era un luogo magico, di straordinaria bellezza, su cui circolavano numerose storie e persino leggende.
Jessica aveva sentito dire da una anziana affittacamere, all'angolo tra Antler Street e Dune Road, che in quel lago vivesse una Fata, come ad Avalon o a Broceliande.
Ma non è il momento di perdersi nelle favole.
Io la mia fiaba l'ho già vissuta ad Estgoth, con Lord Waldemar, il padre di mia figlia.
Proseguì fino alla fine della Antler Street, in un luogo appartato, con graziose villette dai giardini ben curati. Arrivata alla India's House, Jessica suonò al campanello dove stava scritto ancora: "India Stoker Oakwood".
In realtà non tutta la villetta era stata affittata, ma solo i due appartamenti principali, uno per Jessica e uno per la propria domestica, miss Dorothy.
La mansarda e un bilocale al piano terra, sulla sinistra, erano rimasti al custode della villa.
Poco dopo lo squillo del citofono, un giovane di bell'aspetto, con in mano una gomma per innaffiare il prato si fece avanti, prese dalla tasca un telecomando e il cancello si aprì.
Jessica entrò con la macchina nel vialetto e chiese:
<<Scusi, dove posso parcheggiarla?>>
Il giovane indicò un posto all'ombra della siepe e dei pini.
La ragazza parcheggiò ed estrasse un telo di plastica grigia:
<<Dorothy, non dimenticare di mettere il telo sopra la macchina, quando hai finito di scaricare le valigie>>
La domestica, una robusta signora di mezza età, dall'aria molto severa, eseguì gli ordini con pronta sollecitudine.
Jessica si rivolse all'uomo che le aveva aperto:
<<Lei è il giardiniere?>>
Lui la guardò con aria torva:
<<Sono il custode>>
Lei inarcò le sopracciglia.
<<Ah, chissà perché mi aspettavo un anziano signore con una faccia da maggiordomo. Come hai fatto a farti assumere?>>
Lui le lanciò un'occhiata piena di sdegno:
<<Sono il figlio dei proprietari>>
Jessica si accorse di avere in qualche modo offeso il giovane e quindi decise di rimediare presentandosi:
<<Io sono Jessica Crimson, l'affittuaria>>
Lui la squadrò da capo a piedi:
<<Henry Oakwood Junior, piacere di conoscerla>> e le strinse la mano vigorosamente, aggiungendo: <<Per qualsiasi problema, si rivolga me>>
A Jessica venne da ridere.
<<Scusi, ma tutti i Junior che io conosco non si sognerebbero mai di fare da custodi della casa al mare dei genitori!>>
Lui la fissò con aria divertita:
<<Infatti nessuno mi chiama Junior>>
Lei rise di nuovo:
<<Ok, va bene se la chiamo Harry?>>
Lui scrollò le spalle:
<<Lo fanno tutti>>
Barbie annuì:
<<Bene! Quella è Dorothy, la mia domestica>>
Robert diede la mano all'anziana signora, che rispose con una stretta insolitamente robusta.
<<Vuole una mano, signora?>>
<<No, grazie!>>
Lui allora si rivolse di nuovo alla ragazza:
<<Senta, Jessica, dal contratto risulta che i due appartamenti sono affittati per te e per Dorothy, ma ci deve essere un errore: due appartamenti grandi per sole due persone? Non ci era mai capitato!>>
A quel punto intervenne Dorothy:
<<Harry, le posso garantire che nessun'altra persona metterà piede in questa casa. Io conduco una vita molto riservata>>
Lui sorrise::
<<Ma io non ho nulla in contrario al fatto che possiate ricevere ospiti. Chiedevo così, solo per curiosità>>
Jessica cercò di recitare al meglio la commedia che si era imparata per mantenere l'incognito:
<<Dorothy è una specie di cane da guardia. Mia sorella le ha fatto promettere che non ci saranno festini o cose del genere. Sa, io sono... diciamo... in punizione. Ho combinato qualche piccolo incidente e mi hanno mandata qui per una... come dire... una pausa di riflessione>>
Lui la osservò da capo a piedi con aria ironica:
<<Capisco. Beh, qui avrà tutto il tempo per riflettere. Mio padre ha definito questo posto: "Un paradiso di noia e tranquillità">>
Barbie notò l'ironia e si predispose a rispondere a tono:
<<Ah sì? E lei che cosa hai fatto, Harry, per finire in punizione in questo "paradiso di noia"?>>
Robert si mise a ridere:
<<E' una lunga storia. Meglio che io torni ai miei lavori, e lei si goda la vacanza. Prima stavo solo scherzando. Questo è un posto bellissimo. Il giardino di casa è tenuto con cura e come vede, là c'è la piscina. Il mare si raggiunge a piedi in cinque minuti e là i divertimenti non mancano!>>
domenica 17 luglio 2016
Il Trono del Toro. Capitolo 16. Le nozze di Atreo di Micene con Erope di Creta. La stirpe degli Atridi.
La regina consorte Indis aveva
posto come principale condizione per le nozze tra sua figlia, la principessa
reale Erope e il giovane re di Micene, Atreo, che la cerimonia si tenesse a
Creta.
E così il biondo re Atreo lasciò
la sua città, passando sotto la Porta dei Leoni, e lasciando la reggenza al suo fratello minore Tieste.
Si imbarcò con un grande seguito di guerrieri
verso il porto di Cnosso.
Atreo e Tieste erano figli di
Pelope, il Grande Re degli Achei, che governava la terra chiamata, in suo onore,
Peloponneso, dove aveva fondato alcune città da lui stesso controllate. Micene
l’aveva ceduta al suo primogenito ed erede Atreo, il figlio prediletto. Argo
sarebbe spettata a Tieste. Sparta a Tindaro, suo nipote e amico d’infanzia dei
suoi figli.
Re Atreo venne accolto al porto di
Cnosso dal Primo Consigliere Horemab e da alcuni eunuchi e dignitari di
palazzo.
Mi mandano i loro lacchè ad accogliermi, come se fossi un mercante di
pesce, ma un giorno si pentiranno della loro arroganza!
Fu con questo stato d’animo che
l’aitante sovrano acheo varcò le soglie del palazzo di Cnosso e venne
introdotto nella sala del trono.
Quando Atreo vide il re di Creta e
i suoi cortigiani tutti truccati e incipriati, si convinse ancora di più di
aver ragione: Gente effemminata e
destinata presto alla rovina!
Fece un accenno di inchino, al che
il re Catreus, con a fianco Amasis e le due regine Indis e Pasifae, dichiarò,
leggendo un papiro:
«Con la benedizione della Grande Madre Terra, del Sacro Toro e degli Dei del Mare, noi, Minosse XV, accogliamo te, Atreo figlio di Pelope, nella nostra reggia e accettiamo la tua richiesta di matrimonio nei confronti di nostra figlia, la principessa reale Erope. Così è deciso nell’anno sesto di regno della nostra maestà» e con ciò depose a terra il rotolo.
«Con la benedizione della Grande Madre Terra, del Sacro Toro e degli Dei del Mare, noi, Minosse XV, accogliamo te, Atreo figlio di Pelope, nella nostra reggia e accettiamo la tua richiesta di matrimonio nei confronti di nostra figlia, la principessa reale Erope. Così è deciso nell’anno sesto di regno della nostra maestà» e con ciò depose a terra il rotolo.
Indis gli fece dei cenni, ma Catreus
sul momento non capì.
Alla fine la moglie gli dovette
sussurrare rabbiosamente:
«Finisci di leggere!» al che Catreus, arrossendo, riprese in mano il papiro e lesse:
«Abbiamo inoltre deciso che le nozze si terranno qui al nostro cospetto in questo stesso giorno di gaudio. Si faccia dunque entrare la principessa reale Erope»
«Finisci di leggere!» al che Catreus, arrossendo, riprese in mano il papiro e lesse:
«Abbiamo inoltre deciso che le nozze si terranno qui al nostro cospetto in questo stesso giorno di gaudio. Si faccia dunque entrare la principessa reale Erope»
Indis sospirò.
La principessa, elegantissima
nelle sue sete pregiate e nell’acconciatura elaborata dei capelli corvini, fece
il suo ingresso trionfale nella sala del trono accompagnata dalle due sorelle
Afrosina e Climene, e abbagliò tutti per la sua straordinaria bellezza
mediterranea.
Il re Atreo rimase incantato da
tale splendore.
Questa è una dea! Sono un uomo fortunato
Questa è una dea! Sono un uomo fortunato
Indis era combattuta tra
l’orgoglio per avere una figlia così bella e la tristezza per il fatto che
andasse in sposa a un barbaro dai capelli gialli come Pasifae.
Il re Catreus sorrideva dal Trono
del Toro e parlottava con Amasis, che stava seduto di fianco allo scranno
eburneo.
Pasifae osservava la scena come da
lontanissime distanze, statuaria più che mai, e pensava.
Erope ha lo stesso carattere emotivo della madre e gli stessi appetiti sessuali del padre. Povero Atreo! Ora si crede fortunato, ma si accorgerà presto di che vipera si è messo in seno
Erope ha lo stesso carattere emotivo della madre e gli stessi appetiti sessuali del padre. Povero Atreo! Ora si crede fortunato, ma si accorgerà presto di che vipera si è messo in seno
«Che la cerimonia nuziale abbia inizio» disse il re Catreus.
Il Sacerdote allora si affiancò
allo sposo e iniziò a cantare una litania di cui Atreo non capì assolutamente
nulla, anche perché già conosceva poco il cretese parlato.
Questa lingua è
contorta, pensò, ricordando le lezioni che il suo precettore gli aveva
tenuto da ragazzo, per ordine del Grande Re suo padre. Ricordò quando Pelope
gli diceva: “Devi imparare la lingua dell’Impero. Un giorno potrà esserti molto
utile, se vorrai che il tuo regno diventi il nuovo Impero”
«…e invochiamo la tua benevolenza, o sacro sposo di Europa,
Minosse I, Grande Toro dalla cui virilità il grembo della madre fu reso fecondo
e prospero, e la Sacra Dinastia dei Re fu fondata nei primordi…» continuava a
cantilenare il Sommo Sacerdote.
La Sacerdotessa della Dea Madre incominciò
una litania noiosa rivolta alla principessa Erope: «O giovane sposa, che ti
avvicini alle Nozze Sacre rinnovando l’eterno rito della fertilità che è il
dono più grande della nostra Grande Madre Terra: ascolta le mie parole, che
sono le parole della Dea, che pronunciò alla tua progenitrice Europa, prima
regina di Creta, nelle arcaiche Nozze Ancestrali…»
Indis sbuffò.
La regina Europa, si rivolterà nella sua sacra tomba sul monte Ida vedendo come le Sacre Nozze siano concesse anche ai barbari, e continuò a fissare con astio sia il marito che sorrideva sempre ad Amasis, sia Pasifae che pareva ogni giorno più forte.
La regina Europa, si rivolterà nella sua sacra tomba sul monte Ida vedendo come le Sacre Nozze siano concesse anche ai barbari, e continuò a fissare con astio sia il marito che sorrideva sempre ad Amasis, sia Pasifae che pareva ogni giorno più forte.
Atreo non ascoltava né notava
nulla, perso com’era nella contemplazione della bellezza di Erope e nel
desiderio di possederla.
Stanotte, mia principessa, vedrai che il Leone degli Achei non è certo meno virile del Toro dei Cretesi!
Stanotte, mia principessa, vedrai che il Leone degli Achei non è certo meno virile del Toro dei Cretesi!
Quando anche il salmodiare della
Grande Sacerdotessa terminò, i due sposi furono invitati ad avvicinarsi.
Il Sommo Sacerdote disse:
«Ora prendetevi per mano: con questo laccio io vi lego per sempre e vi ammonisco. Guai allo sposo distratto o alla sposa adultera! La maledizione della Grande Madre punirà le loro colpe! E il Dio Toro esigerà un tributo di sangue per espiare questi peccati!»
«Ora prendetevi per mano: con questo laccio io vi lego per sempre e vi ammonisco. Guai allo sposo distratto o alla sposa adultera! La maledizione della Grande Madre punirà le loro colpe! E il Dio Toro esigerà un tributo di sangue per espiare questi peccati!»
Atreo percepì un brivido
ascoltando tale oscura minaccia.
Una maledizione! Questa gente è superstiziosa oltre ogni limite...
Una maledizione! Questa gente è superstiziosa oltre ogni limite...
Così si concluse il rito e la
musica degli arpisti fu come una liberazione.
I genitori della sposa e gli altri
reali e dignitari si avvicinarono per augurare alla coppia una felice vita
coniugale.
Indis fu la prima: abbracciò la
figlia più volte, con copiose lacrime e le disse:
«Sii felice, bambina mia… più di me! Molto più di me! E sii sempre una moglie fedele, una madre devota e una regina degna di rispetto. Rendimi fiera di te!» e la abbracciò ancora ripetutamente e a lungo.
«Sii felice, bambina mia… più di me! Molto più di me! E sii sempre una moglie fedele, una madre devota e una regina degna di rispetto. Rendimi fiera di te!» e la abbracciò ancora ripetutamente e a lungo.
Poi passò davanti allo sposo
fissandolo con disgusto e disprezzo, senza dire una parola e pensando: Quel
barbaro maledetto! Ci porterà solo guai!
Atreo ricambiò lo sguardo gelido
della suocera.
Poi fu il turno di Pasifae, che con un vago sorriso e uno sguardo fisso verso un punto indefinito, si fermò davanti alla sposa e con aria vagamente ironica la minacciò sottovoce: «Comportati bene! Sappi che se tu ci farai vergognare di te, io mi vendicherò sui tuoi»
Poi si fece baciare la mano dal re
Atreo, a cui concesse un:
«Auguri maestà: e che queste nozze cementino l’alleanza tra i nostri popoli!»
«Auguri maestà: e che queste nozze cementino l’alleanza tra i nostri popoli!»
Atreo annuì.
Pragmatica e fredda fino all'ultimo. Però è una donna di rara bellezza ed eleganza. La fama su di lei è ben fondata
Infine passò il re Catreus, che
proncunciò distrattamente per emtrambi gli sposi alcune frasi di rito, con una
certa fretta di concludere quella noiosissima cerimonia e tornare dal suo amato
Amasis.
Atreo, quando lo vide avvicinarsi
al giovane favorito, scosse il capo.
E questo
rammollito di nome Catreus sarebbe il quindicesimo Minosse? Se così è, sarà
anche l’ultimo! Io oggi ho posto la mia base di diritto su tutta la sua
eredità!
Il Trono del Toro. Capitolo 15. La morte di Arianna e la partenza di Re Glauco
Pochi giorni prima della partenza
di re Glauco per l’Ellade, una missiva giunse da Atene.
Glauco, che l’aveva ricevuta per
primo, non riuscì a trattenere le lacrime e corse da sua madre, a cui porse il
papiro senza dire una parola.
Pasifae lesse e rimase
impassibile,
Poi commentò:
«Fortunatamente il bambino è sopravvissuto. Ippolito, che strano nome…»
Glauco era esterrefatto:
Poi commentò:
«Fortunatamente il bambino è sopravvissuto. Ippolito, che strano nome…»
Glauco era esterrefatto:
«E’ tutto quello che avete da dire,
madre? Arianna è morta di parto e voi vi preoccupate della stranezza del nome
del bambino? Ma allora è vero che avete un pezzo di ghiaccio al posto del
cuore!»
«Disperarsi non farà certo
rinascere tua sorella. Il dolore è una questione privata, non è mia abitudine
esibirlo. Tu che sei un uomo e un re dovresti imparare a dominare i tuoi
sentimenti, anche nelle più gravi circostanze»
«Madre, io non vi seguo…»
«Un giorno capirai. Ora comunque
bisogna pensare ai vivi: mio nipote ha bisogno di una madre fidata» e si fermò
a riflettere, sempre imperturbabile.
Ma Glauco non si dava pace:
«Se fosse morto Sarpedon, il vostro piccolo bastardo, allora sì che piangereste! Solo a lui volete bene come una vera madre»
«Se fosse morto Sarpedon, il vostro piccolo bastardo, allora sì che piangereste! Solo a lui volete bene come una vera madre»
Pasifae lo osservò con disappunto:
«Oh, avanti, Glauco, non metterti a fare il bambino!. Bisogna che ti trovi presto una moglie che ti faccia diventare un vero uomo, ma per il momento è più urgente decidere chi sarà la seconda moglie di Teseo»
«Oh, avanti, Glauco, non metterti a fare il bambino!. Bisogna che ti trovi presto una moglie che ti faccia diventare un vero uomo, ma per il momento è più urgente decidere chi sarà la seconda moglie di Teseo»
«Ecco! Tu decidi della vita degli
altri come se si trattasse di animali da allevamento»
Pasifae sorrise:
«Per le famiglie reali è sempre così. Mio padre diceva: "Un re non ha figli, ha soltanto eredi". Comunque ho deciso: domani tu partirai per Atene e porterai con te tua sorella Fedra per offrirla, anzi imporla, come moglie a Teseo. Fedra veglierà su mio nipote e ci assicurerà il controllo di Atene e del suo porto»
«Per le famiglie reali è sempre così. Mio padre diceva: "Un re non ha figli, ha soltanto eredi". Comunque ho deciso: domani tu partirai per Atene e porterai con te tua sorella Fedra per offrirla, anzi imporla, come moglie a Teseo. Fedra veglierà su mio nipote e ci assicurerà il controllo di Atene e del suo porto»
«Complimenti madre! Ti sei
sbarazzata dei tre figli avuti da Minosse in un solo giorno! Così il tuo
piccolo bastardo potrà avere tutto l’Impero per sé!»
Pasifae sospirò:
«Sei tu il re, e quando ti avrò trovato moglie avrai un successore. Sarpedon non c’entra con la politica»
«Sei tu il re, e quando ti avrò trovato moglie avrai un successore. Sarpedon non c’entra con la politica»
«Tu menti!»
«Ora basta, Glauco! Ricordati che
siamo in lutto e dobbiamo organizzare una cerimonia commemorativa per Arianna
prima che tu parta. Adesso lasciami sola»
Glauco se ne andò, lanciandole uno
sguardo furente.
Pasifae si recò subito nelle
stanze di Sarpedon.
Il bambino le venne incontro felice gridando:
«Mamma, mamma, mi porti a vedere il mio cavallino?».
Il bambino le venne incontro felice gridando:
«Mamma, mamma, mi porti a vedere il mio cavallino?».
Lei lo abbracciò e lo strinse
forte.
Glauco ha capito tutto. Dovrò far sorvegliare Sarpedon con più
attenzione.
Rivolse al figlio uno sguardo pieno d'affetto, che nessun altro aveva mai visto dipinto su quel volto:
Rivolse al figlio uno sguardo pieno d'affetto, che nessun altro aveva mai visto dipinto su quel volto:
«Un bambino, che un giorno sarà
re, deve imparare a pensare, e solo dopo a divertirsi» disse a Sarpedon.
«Ma io so già pensare. Io voglio
andare a cavallo»
«E’ troppo pericoloso. Quando
sarai più grandicello ti insegnerò io stessa»
«Ma mamma! Io sono già grande!»
«Certo, certo caro… ma, ancora non
sei pronto…»
«E quando sarò pronto?»
«Presto amore mio, presto» rispose
Pasifae con voce preoccupata.
Improvvisamente si sentì stanca.
Arianna è morta a vent’anni. Io ne ho trentacinque e sono già nonna. Ippolito… spero che Fedra possa essere una buona madre per lui
Arianna è morta a vent’anni. Io ne ho trentacinque e sono già nonna. Ippolito… spero che Fedra possa essere una buona madre per lui
Non ne era del tutto convinta.
Fedra è una sciocca. Da me ha preso solo la bellezza. Spero che questa
basti per tenere buono Teseo.
Tornò a guardare il suo
figlioletto adorato, che giocava con alcune bambole.
Glauco potrà anche sposarsi, ma i suoi figli non saliranno mai sul
trono del Toro, né i figli di Creteo o di Deucalione! Sarà Sarpedon il prossimo
Minosse, ed io sarò la sua regina madre.
Era il suo sogno, ma era ancora
ben lungi da realizzarsi.
Per ora lasciamo che Glauco e Catreus facciano il lavoro sporco e
rimettano in sesto le finanze del regno. Poi, quando tutto sarà sistemato a
dovere, dovremo chiamare a raccolta i nostri alleati ed eliminare tutti gli
avversari. Quel giorno tutto il potere sarà mio, e, fintanto che Sarpedon non
sarà adulto, io sarò la prima donna assisa sul trono del Toro e la prima a
regnare col suo nome sull’Impero di Creta.
sabato 16 luglio 2016
Il Trono del Toro. Capitolo 14. Pasifae vince un'altra battaglia in Consiglio
Il Consiglio del Regno era riunito
da quasi un’ora, ma nessuna decisione era stata ancora presa.
Le ragioni del contendere erano
molte: le finanze pubbliche erano peggiorate, c’erano stati molti mesi di
siccità, i costi delle flotte erano notevoli, le colonie ed i porti commerciali
si stavano ribellando al controllo dell’esercito cretese ed erano necessarie
nuove guerre o nuove alleanze per far fronte alla situazione.
«Io dico che se mio figlio
Althamenes ha fatto il sacrificio di andare a governare una colonia come Rodi,
così dovrebbe fare anche il giovane Glauco, visto che tanto la reggenza di sua
madre si sta protraendo ben oltre i termini concordati al momento della
successione» dichiarò Indis, seduta a un capo del lungo tavolo del Consiglio.
All’altro capo del tavolo, Pasifae
taceva, ostentando indifferenza, con i suoi occhi di ghiaccio fissi verso un
punto indefinito, come se progettassero chissà quale vendetta contro chi le si
schierava contro così apertamente.
Il principe Deucalione prese la
parola:
«Io sono disposto a condurre una campagna diplomatica in territorio acheo. Sono amico di Teseo, ho partecipato ai funerali del Sommo Re Pelope e potrei essere accolto a Micene, da re Atreo, con tutti gli onori. Ma devo offrire qualcosa in cambio, perché…»
«Io sono disposto a condurre una campagna diplomatica in territorio acheo. Sono amico di Teseo, ho partecipato ai funerali del Sommo Re Pelope e potrei essere accolto a Micene, da re Atreo, con tutti gli onori. Ma devo offrire qualcosa in cambio, perché…»
«Offrire? Che discorsi sono
questi? Noi siamo l’Impero! Noi non offriamo, noi esigiamo!» scattò Indis.
Pasifae sorrise ironicamente
all’altro capo del tavolo.
Il principe Ashtor intervenne:
«Nobile Indis, i tempi sono cambiati, ci sono stati molti terremoti e maremoti, in passato, ed il nostro potere contrattuale non è più quello di un tempo»
«Nobile Indis, i tempi sono cambiati, ci sono stati molti terremoti e maremoti, in passato, ed il nostro potere contrattuale non è più quello di un tempo»
«E allora si usi il potere
militare!» esclamò Indis.
Di nuovo Pasifae le fece un
sorriso di scherno.
L’ammiraglio della flotta militare dichiarò:
«Il fatto è, mia sovrana Indis, che il grosso della flotta militare e dell’esercito è già impegnato a tenere a bada le attuali colonie e province. Mentre noi abbiamo bisogno di nuovi introiti…»
«Già» gli fece eco l’ammiraglio
della flotta mercantile «dobbiamo aprirci nuovi mercati, questo è il punto! Il
re Eeta della Colchide, per esempio…»
«Ne ho abbastanza dei parenti di
Pasifae! Qui siamo a Creta, non tra i selvaggi della Còlchide! Perché dobbiamo
aprirci ai barbari europei? La vera ricchezza è nel Sud, tra la Fenicia e
l’Egitto!»
«Concordo!» disse il Primo
Consigliere Horemab.
«In Egitto?» chiese ironicamente
il Consigliere Taron «Forse nello stesso Egitto dove il Faraone ci sta
preparando una guerra? O a Babilonia, dove le tasse sul commercio sono sempre
più elevate? Illuminateci, Consigliere Horemab!»
«Ci sono infiniti regni…»
«Per esempio?»
«Mah, con il regno di Hattusa, per
esempio, abbiamo…»
«Gli Hittiti non aspettano altro
che il nostro tracollo!» esclamò re Glauco « e questo proprio per la vostra
politica filo-egiziana: gli Hittiti e gli Egizi si scontreranno presto, per
spartirsi la Fenicia e la terra di Canaan, e noi non possiamo essere alleati di
entrambi! Dobbiamo fare delle scelte! »
«Bravo! » lo schernì Indis «hai
imparato bene la lezioncina di tua madre!»
«Almeno io partecipo e intervengo,
al contrario del mio illustre fratello Catreus! Se lui si degnasse qualche
volta di onorarci della sua presenza in Consiglio, non toccherebbe a me ora
dover fare la sintesi della mozione da mettere ai voti»
«Io sostituisco mio marito! Ho la
sua delega, con tanto di sigillo reale!» sbottò Indis
«Un inutile spreco di papiro e ceralacca»
intervenne finalmente Pasifae «Mi dispiace dovertelo ricordare, Indis, ma non hai alcun diritto di reggenza e la tua pretesa di sostituire il tuo pigro consorte non ha fondamento giuridico.
Qui l’unica Reggente ufficialmente nominata sono io.»
Qui l’unica Reggente ufficialmente nominata sono io.»
«Tu, maledetta vipera!» esclamò
Indis furiosa puntando l’indice verso la rivale «hai rubato a mio marito i suoi
diritti ereditari!Hai imposto i tuoi lacchè in tutti i centri di potere, ed io
li vedo qui seduti, insieme, i complici dei tuoi delitti!»
Pasifae mantenne un leggero
sorriso, ma modulò la voce in un tono tagliente:
«Mia cara Indis, non è certo offendendo i membri di questo Consiglio che li renderai meglio disposti nei confronti della tua causa.
In ogni caso, è bene che tu tenga a mente che, in assenza di Catreus, mio figlio lo sostituisce in qualità di sovrano. E’ Glauco il re, in questo momento!»
«Mia cara Indis, non è certo offendendo i membri di questo Consiglio che li renderai meglio disposti nei confronti della tua causa.
In ogni caso, è bene che tu tenga a mente che, in assenza di Catreus, mio figlio lo sostituisce in qualità di sovrano. E’ Glauco il re, in questo momento!»
«E’ un usurpatore!» gridò Indis
Al che Glauco con disprezzo:
« Tuo marito è ancora peggio: è un depravato! Preferisce spassarsela con il suo nuovo favorito egiziano, lasciando a me tutto l’onere per le sorti del regno!»
« Tuo marito è ancora peggio: è un depravato! Preferisce spassarsela con il suo nuovo favorito egiziano, lasciando a me tutto l’onere per le sorti del regno!»
«Basta con queste squallide liti
di famiglia! Il Consiglio è riunito per votare su importanti questioni»
intervenne il Primo Consigliere Horemab.
« Ebbene» rispose subito Glauco «
io propongo la seguente mozione. Mio fratello Deucalione si recherà prima ad
Atene da nostra sorella Arianna e poi a Micene da re Atreo. Suo figlio Idomeneo
sarà affidato alla mia tutela. L’altra nostra sorella Fedra seguirà Deucalione,
per conoscere i principi achei. Mia zia Circe è nominata governatrice della
colonia italica, con un seguito di 1000 uomini armati. Ashtor è nominato
ambasciatore presso nostro zio, re Eeta della Colchide, al fine di stabilire
nuovi contatti commerciali e alleanze politiche. Io stesso partirò a breve per
un viaggio nell’Ellade a fini diplomatici e commerciali, potendo confidare
sempre nella saggia Reggenza della mia cara madre» e sorrise a Pasifae, poi si
rivolse ad Indis con severità «A te, cara cognata, viene richiesto un
contributo, che potrebbe diventare un onore. Una delle tue tre figlie dovrà
andare in sposa al re Atreo di Micene: è una sua esplicita richiesta che non
possiamo rifiutare»
«Non possiamo? » Indis era furente: «Ma stiamo scherzando?
Per secoli gli Achei sono stati ritenuti dei selvaggi, dei soggetti peggiori
degli schiavi, ed ora dovremmo fargli sposare le nostre principesse? Vi state
prendendo gioco di me?»
«No, qui si fa sul serio» rispose Glauco «Gli Achei ora sono
forti tanto quanto noi, se non di più! Metto ai voti le mie proposte, subito!
Alzi la mano chi è favorevole!»
Ottenne un’ampia maggioranza.
Pasifae sorrise di nuovo,
guardando Indis negli occhi con la soddisfazione di chi ha vinto una battaglia
decisiva.
Tutte le teorie sulla sorte di Tysha Lannister, la prima moglie di Tyrion
Tyrion incontra Tysha in una strada isolata: alcuni uomini la stanno importunando, ma Jaime Lannister, il fratello di Tyrion, riesce a cacciarli, mentre quest’ultimo si prende cura di lei. Tysha gli racconta di essere la figlia di un contadino rimasta orfana dopo la morte per malattia del padre: Tyrion si innamora della ragazza e la sposa, nonostante lui abbia appena tredici anni. Quando Tywin Lannister viene a sapere delle nozze del figlio, ordina a Jaime di dire a Tyrion che la ragazza era in realtà una prostituta pagata apposta per fare di lui un uomo. Tywin obbliga poi Tysha a fare sesso con tutte le guardie di Castel Granito, pagandola un tallero d’argento a uomo. Tywin vuole assicurarsi che Tyrion impari bene la lezione, così gli impone di andare per ultimo: per questa prestazione, Tysha riceve una moneta d’oro, perché un Lannister vale sempre più degli altri. [1]
In A Storm of Swords (Tempesta di spade, I fiumi della guerra, Il portale delle tenebre), Jaime libera Tyrion dalla sua cella e solo allora gli confessa che Tysha non era una prostituta. Tyrion allora capisce che la ragazza era davvero innamorata di lui e si infuria con Jaime: i due si separano e Tyrion continua da solo la ricerca di un’uscita dalla Fortezza Rossa. Durante la fuga raggiunge le stanze di suo padre. Pretende quindi di sapere cos’è successo a Tysha, ma Tywin non ricorda e risponde semplicemente che è andata “Ovunque vadano le puttane”. Tyrion lo uccide scoccando un dardo dalla balestra e scappa. [2] Molto tempo dopo, durante l’attraversamento del Palazzo del Dolore, Tyrion pensa di nuovo a Tysha, sua moglie per così poco tempo:
“ | “È stato Jaime" pensò, disperato. "Il mio stesso sangue, il mio fratello maggiore. Quando ero piccolo, mi portava giocattoli, cerchi di barile e materiale per costruzioni, un leone intagliato nel legno. Mi regalò il primo pony e m’insegnò a cavalcare. Quando disse che ti aveva comprato per me non ho mai dubitato di lui. Perché avrei dovuto? Lui era Jaime e tu eri solo una ragazza che stava recitando una parte. L’avevo temuto fin dal principio, dal tuo primo sorriso, quando mi lasciasti toccare la tua mano. Il mio stesso padre non poteva amarmi. Perché avresti dovuto farlo tu, se non per oro?” | ” |
[3] |
Teorie sull'attuale identità di Tysha e sul luogo dove si troverebbe
La teoria più probabile sostiene che Tysha sia ancora viva e che si trovi a Braavos e si faccia chiamare "La moglie del Marinaio" (Saylor's Wife). La teoria si basa sul fatto che Saylor'sWife ha una figlia di nome Lanna, un chiaro richiamo alla famiglia Lannister. Lanna ha l'età giusta per poter essere la figlia di Tyrion e Tysha.
Il fatto che Saylor's Wife sia la tenutaria di un bordello conferma la frase di Lord Tywin Lannister, secondo cui Tysha è andata: ""wherever whores go.", ovunque vadano le puttane. Questo però non significa che Tyhsa lo fosse all'inizio, la che lo è diventata dopo che Lord Tywin l'ha sottoposta allo stupro di massa dei suoi soldati e l'ha allontanata dalla vita di Tyrion, il quale da allora ha iniziato a bere per dimenticare il dolore di quella tragica storia.
"Casa Pugno d'Argento"
Durante la prima notte di nozze con Sansa Stark, Tyrion svela alcuni dettagli sul suo precedente matrimonio. Quando Sansa chiede della sua prima moglie, Tyrion inventa tutto: dice che si chiamava Lady Tysha di Casa Pugno d’argento, il cui emblema è una moneta d’oro e cento talleri d’argento su un lenzuolo insanguinato. [4]
Fonti e Note
- ↑ 1,0 1,1 Il gioco del trono, Capitolo 42, Tyrion.
- ↑ Tempesta di spade, Capitolo 77, Tyrion.
- ↑ La danza dei draghi, Capitolo 5, Tyrion.
- ↑ Tempesta di spade, Capitolo 28, Sansa.
Sailor's Wife/Theories
Theories may be removed if ... |
---|
|
One theory about the Sailor's Wife is that her real husband was a Lannister.
Contents
[hide]Theory
The basis of this idea is that her daughter is named Lanna[1] which is the feminine form of the name Lann, from which the family name is derived.[2][3] Her daughter has golden hair, a Lannistertrait.[4]
Possible Husbands
Tyrion Lannister
She could be his first wife, Tysha. Lanna is the right age to be a daughter of their marriage. The Sailor's Wife also states that she was the same age as Lanna is now when she gave birth to her. This puts her at about the same age when she gave birth as Tysha when she was married to Tyrion.[5] The fact that she works in a whorehouse supports the statement Tywin Lannister made before he died when he said she was "wherever whores go."[6]
La lista di Arya Stark. The Death Note vengeans list of Arya Stark. V for Vengeans
- Joffrey Baratheon - Dead former king and all around asshat.
- Cersei Lannister - Mother of Joffrey and overall manipulative bitch.
- Walder Frey - Betrayer of Robb and orchestrated the murder of Robb & Catelyn.
- Meryn Trant - Member of the Kingsguard whom Arya blames for the death of Syrio Forel
- Tywin Lannister - Head of house Lannister, father of Cersei and Jaime.
- Mellisandre (the Red Woman) - Stannis' influential cohort, wanted to kill Gendry for blood magic.
- Beric Dondarrion - Leader of the Brotherhood Without Banners, sold Gendry out to Mellisandre.
- Thoros of Myr - Member of the Brotherhood Without Banners, sold Gendry out to Mellisandre.
- Ilyn Payne - Executioner ("King's Justice") who beheaded Ned Stark.
- Gregor Clegane (The Mountain) - Knight who works for house Lannister.
- Sandor Clegane (The Hound) - Former servant of house Lannister.
Iscriviti a:
Post (Atom)