lunedì 18 luglio 2016

Gli Iniziati di Estgoth. Capitolo 58. Jessica si trasferisce ad Hollow Beach per tenere d'occhio la famiglia Burke-Roche





Jessica Crimson, nata Burke-Roche, arrivò a Hollow Beach, presso Westhampton, Long Island, alla guida della sua Porsche Boxter, il 20 luglio 2016.
Aveva preso in affitto una villetta vittoriana ad Antler Street, una strada dalla forma molto particolare e frastagliata, che ricordava il corno di un cervo.
Ci si arrivava curvando a destra, poco prima che la Dune Road diventasse l'unica strada tra il mare e le lagune interne. La villetta aveva nome India's House, pare in onore del nome della defunta madre del proprietario, un certo Francis Oakwood.
La caratteristica di Hollow Beach, comune alle altre cittadine costiere della contea delle Hamptons, a Long Island, è quella di dispiegarsi lungo un'unica strada, la Dune Road, compresa tra la spiaggia a est e le lagune interne ad ovest.







Come si è detto, la strada principale di Hollow Beach è la Antler Street, un lungo viale alberato dove non passa mai nessuno, se non i proprietari delle ville che si affacciano sul mare o sulla laguna.





La India's House, che si trovava tra la strada e il mare era certamente la costruzione più bella di tutta la Antler Street e forse dell'intera Hollow Beach.
Le spiagge erano ampie e libere, con sabbia bianca e mare azzurro.

La villa-castello della nobile famiglia Burke-Roche si trovava ad un miglio di distanza dalla proprietà degli Oakwood, che il vecchio Lord aveva venduto a Henry Oakwood Senior negli anni Settanta.
La villa dei Burke-Roche, in stile coloniale, costruita nell'Ottocento da un antenato di Lord Hector, dava sulla Antler Street, mentre sul di dietro il suo parco confinava con la laguna, chiamata Sleepy Pond, lo stagno dormiente.







Era un luogo magico, di straordinaria bellezza, su cui circolavano numerose storie e persino leggende.

Jessica aveva sentito dire da una anziana affittacamere, all'angolo tra Antler Street e Dune Road, che in quel lago vivesse una Fata, come ad Avalon o a Broceliande.

Ma non è il momento di perdersi nelle favole.
Io la mia fiaba l'ho già vissuta ad Estgoth, con Lord Waldemar, il padre di mia figlia.






Proseguì fino alla fine della Antler Street, in un luogo appartato, con graziose villette dai giardini ben curati. Arrivata alla India's House, Jessica suonò al campanello dove stava scritto ancora: "India Stoker Oakwood".
In realtà non tutta la villetta era stata affittata, ma solo i due appartamenti principali, uno per Jessica e uno per la propria domestica, miss Dorothy.
La mansarda e un bilocale al piano terra, sulla sinistra, erano rimasti al custode della villa.
Poco dopo lo squillo del citofono, un giovane di bell'aspetto, con in mano una gomma per innaffiare il prato si fece avanti, prese dalla tasca un telecomando e il cancello si aprì.
Jessica entrò con la macchina nel vialetto e chiese:
<<Scusi, dove posso parcheggiarla?>>
Il giovane indicò un posto all'ombra della siepe e dei pini.
La ragazza parcheggiò ed estrasse un telo di plastica grigia:
<<Dorothy, non dimenticare di mettere il telo sopra la macchina, quando hai finito di scaricare le valigie>>
La domestica, una robusta signora di mezza età, dall'aria molto severa, eseguì gli ordini con pronta sollecitudine.
Jessica si rivolse all'uomo che le aveva aperto:
<<Lei è il giardiniere?>>
Lui la guardò con aria torva:
<<Sono il custode>>
Lei inarcò le sopracciglia.
<<Ah, chissà perché mi aspettavo un anziano signore con una faccia da maggiordomo. Come hai fatto a farti assumere?>>
Lui le lanciò un'occhiata piena di sdegno:
<<Sono il figlio dei proprietari>>
Jessica si accorse di avere in qualche modo offeso il giovane e quindi decise di rimediare presentandosi:
<<Io sono Jessica Crimson, l'affittuaria>> 
Lui la squadrò da capo a piedi:
<<Henry Oakwood Junior, piacere di conoscerla>> e le strinse la mano vigorosamente, aggiungendo: <<Per qualsiasi problema, si rivolga me>>
A Jessica venne da ridere.
<<Scusi,  ma tutti i Junior che io conosco non si sognerebbero mai di fare da custodi della casa al mare dei genitori!>>
Lui la fissò con aria divertita:
<<Infatti nessuno mi chiama Junior>>
Lei rise di nuovo:
<<Ok, va bene se la chiamo Harry?>>
Lui scrollò le spalle:
<<Lo fanno tutti>>
Barbie annuì:
<<Bene! Quella è Dorothy, la mia domestica>>
Robert diede la mano all'anziana signora, che rispose con una stretta insolitamente robusta.
<<Vuole una mano, signora?>>
<<No, grazie!>>
Lui allora si rivolse di nuovo alla ragazza:
<<Senta, Jessica, dal contratto risulta che i due appartamenti sono affittati per te e per Dorothy, ma ci deve essere un errore: due appartamenti grandi per sole due persone? Non ci era mai capitato!>>
A quel punto intervenne Dorothy:
<<Harry, le posso garantire che nessun'altra persona metterà piede in questa casa. Io conduco una vita molto riservata>>
Lui sorrise::
<<Ma io non ho nulla in contrario al fatto che possiate ricevere ospiti. Chiedevo così, solo per curiosità>>
Jessica cercò di recitare al meglio la commedia che si era imparata per mantenere l'incognito:
<<Dorothy è una specie di cane da guardia. Mia sorella le ha fatto promettere che non ci saranno festini o cose del genere. Sa, io sono... diciamo... in punizione. Ho combinato qualche piccolo incidente e mi hanno mandata qui per una... come dire... una pausa di riflessione>>
Lui la osservò da capo a piedi con aria ironica:
<<Capisco. Beh, qui avrà tutto il tempo per riflettere. Mio padre ha definito questo posto: "Un paradiso di noia e tranquillità">>
Barbie notò l'ironia e si predispose a rispondere a tono:
<<Ah sì? E lei che cosa hai fatto, Harry, per finire in punizione in questo "paradiso di noia"?>>
Robert si mise a ridere:
<<E' una lunga storia. Meglio che io torni ai miei lavori, e lei si goda la vacanza. Prima stavo solo scherzando. Questo è un posto bellissimo. Il giardino di casa è tenuto con cura e come vede, là c'è la piscina. Il mare si raggiunge a piedi in cinque minuti e là i divertimenti non mancano!>>


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