Blog di letteratura, storia, arte e critica cinematografica e televisiva. I racconti e i romanzi contenuti in questo blog sono opere di fantasia o di fanfiction. Gli eventi narrati e i personaggi descritti, esclusi quelli di rilevanza storica, sono del tutto immaginari. Ogni riferimento o somiglianza a persone o cose esistenti o esistite, o a fatti realmente accaduti, è da considerarsi puramente casuale. Gli elementi di fanfiction riguardano narrazioni di autori molto noti e ampiamente citati.
domenica 28 luglio 2013
Maria di Guisa, regina di Scozia e madre di Maria Stuarda.
Maria di Guisa (Marie de Guise) ) (Bar-le-Duc, 22 novembre 1515 – castello di Edimburgo, 10 giugno 1560) fu regina di Scozia in quanto moglie di Giacomo V Stuart e fu Reggente, dopo la sua morte, in nome della figlia Mary Stuart, nota come Maria Stuarda.
Francese e cattolica, nata dalla potente dinastia dei Lorena, Maria di Guisa, negli anni della sua Reggenza in Scozia (1554-1560) si prodigò per favorire la restaurazione del Cattolicesimo in Inghilterra, appoggiando la regina Maria Tudor, la Sanguinaria, ed i suoi principali collaboratori, l'arcivescovo Reginald Pole e il vescovo Gardiner.
La restaurazione cattolica fallì a causa della morte prematura di Mary Tudor e dell'ascesa al trono di Elisabetta I Tudor, che sostenne l'opposizione protestante scozzese.
Ne derivò una guerra tra la l'Inghilterra e la Scozia in cui le truppe scozzesi di Maria di Guisa, sostenute dalla Francia, arrivarono quasi a minacciare Londra e lo stesso trono di Elisabetta e della dinastia Tudor.
A un passo dal trionfo, Maria di Guisa morì nel 1560 di idropisia, anche se molti sostennero che fosse stata avvelenata per ordine del capo dei servizi segreti di Elisabetta, il potente Lord Francis Walshingham.
Le succedette la figlia Mary Stuart, che si trovava in Francia, avendo sposato il giovane re Francesco II. Il matrimonio fu breve, in quanto Francesco II morì pochi mesi dopo.
Maria Stuart allora tornò in Scozia e sposò il cugino Henry Stuart dal quale ebbe il figlio Giacomo VI, destinato a diventare anche re d'Inghilterra alla morte di Elisabetta Tudor.
Maria Stuarda ed Elisabetta Tudor erano cugine di secondo grado, in quanto Margaret Tudor, zia di Elisabetta, aveva sposato Giacomo IV Stuart, nonno di Maria.
sabato 27 luglio 2013
Mistero ad Hollow Beach. Capitolo 1.
La ventunenne Barbara Fitzherbert arrivò a Hollow Beach, presso Westhampton, Long Island, alla guida della sua Porsche Boxter, il 27 luglio 2013. Aveva preso in affitto una villetta vittoriana ad Antler Street, una strada dalla forma molto particolare e frastagliata, che ricordava il corno di un cervo.Ci si arrivava curvando a destra, poco prima che la Dune Road diventasse l'unica strada tra il mare e le lagune interne. La villetta aveva nome India's House, pare in onore del nome della defunta madre del proprietario.
In realtà non tutta la villetta era stata affittata, ma solo i due appartamenti principali, uno per Barbara e uno per la sua domestica e "sorvegliante", miss Dorothy.
La mansarda e un bilocale al piano terra, sulla sinistra, erano rimasti al custode della villa.
Quando Barbie arrivò al cancello, mandò Dorothy a suonare al citofono.
Un giovane moro sui trent'anni con in mano una gomma per innaffiare il prato si fece avanti, prese dalla tasca un telecomando e il cancello si aprì.
Barbara entrò con la macchina nel vialetto e chiese:
<<Scusa, dove posso parcheggiarla?>>
Il giovane indicò un posto all'ombra della siepe e dei pini.
La ragazza parcheggiò ed estrasse un telo di plastica grigia:
<<Dorothy, non dimenticare di mettere il telo sopra la macchina, quando hai finito di scaricare le valigie>>
La domestica, una robusta signora di mezza età, dall'aria molto severa, eseguì gli ordini con pronta sollecitudine.
Barbara si rivolse al giovane:
<<Sei il giardiniere?>>
Lui la guardò con aria torva:
<<Sono il custode>>
Lei inarcò le sopracciglia.
<<Ah, chissà perché mi aspettavo un anziano signore con una faccia da maggiordomo. Come hai fatto a farti assumere?>>
Lui le lanciò un'occhiata piena di sdegno:
<<Sono il figlio dei proprietari>>
Barbie sgranò gli occhi.
Si accorse di avere in qualche modo offeso il giovane e quindi decise di rimediare presentandosi:
<<Io sono Barbara Fitzherbert, di Manhattan, ma tutti mi chiamano Barbie, forse perché assomiglio alla bambola!>>
Aveva parlato in un tono che oscillava tra ironia e fierezza.
Lui la squadrò da capo a piedi:
<<Robert Oakwood Junior>> e le strinse la mano vigorosamente, aggiungendo: <<Per qualsiasi problema, puoi rivolgerti a me>>
A Barbie venne da ridere.
<<Scusa, ma tutti i Junior che io conosco non si sognerebbero mai di fare da custodi della casa al mare dei genitori!>>
Lui la fissò con gli occhi scuri dalle pupille dilatate:
<<Infatti nessuno mi chiama Junior>>
Lei rise di nuovo:
<<Ok, va bene se ti chiamo Robbie?>>
Lui scrollò le spalle:
<<Fa' un po' come vuoi>>
Barbie annuì:
<<Ok, quella è Dorothy, ma mia domestica>>
Robert diede la mano all'anziana signora, che rispose con una stretta insolitamente robusta.
<<Vuole una mano, signora?>>
<<No, grazie!>>
Lui allora si rivolse di nuovo alla ragazza:
<<Senti, Barbie, dal contratto risulta che i due appartamenti sono affittati per te e per Dorothy, ma ci deve essere un errore: due appartamenti grandi per sole due persone? Non ci era mai capitato!>>
A quel punto intervenne Dorothy:
<<Robbie, ti posso garantire che nessun'altra persona metterà piede in questa casa!>>
Lui sgranò gli occhi e si rivolse a Barbie:
<<Ma io non ho nulla in contrario al fatto che possiate ricevere ospiti. Chiedevo così, solo per curiosità>>
Barbie arrossì:
<<Dorothy è una specie di cane da guardia. I miei le hanno fatto promettere che non ci saranno festini o cose del genere. Sai, sono in un punizione. Diciamo che con l'università le cose non stanno andando troppo bene>>
Finalmente Robert sorrise:
<<Ah, davvero? E cosa studi?>>
<<Marketing della moda. Ma pensavo fosse più facile. Io di moda me ne intendo!>>
Lui la osservò da capo a piedi con aria ironica:
<<Capisco. Beh, se non ti dispiace, io ora devo tornare a lavorare>>
Barbie notò l'ironia e si predispose a rispondere a tono:
<<E lei che cosa hai fatto tu, Robbie, per finire in punizione a fare il custode nella villa dei tuoi?>>
Robert si mise a ridere:
<<E' una lunga storia. Molto noiosa. E' meglio che io torni ai miei lavori, e tu ti goda la vacanza. Questo è un posto bellissimo. Il giardino di questa casa è tenuto con cura e come vedi, là c'è la piscina. Il mare si raggiunge a piedi in cinque minuti. I divertimenti non mancano. Nello stesso tempo, però, questa zona è appartata e poco rumorosa, adatta per chi vuole rilassarsi e rigenerarsi. E' uno dei posti migliori di Long Island!>>
Hollow Beach era situata nella zona orientale dell'isola, più ad est decrepita mansion di Grey Gardens, dove fino al 2002 era vissuta Edith Bouvier, cugina di Jackie Kennedy e di Lee Radzwill, che lì erano nate negli anni Trenta.
Ma questo Barbara Fiztherbert non lo poteva sapere, mentre Robert Oakwood Junior lo sapeva fin troppo bene.
giovedì 25 luglio 2013
L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 63. Daemon "Iceblood" di Thule assedia il castello di Gothian.
Il castello di Gothian si stagliava grigio e nero, in tutta la sua imponenza gotica, con guglie, pilastri, archi a sesto acuto e torri che parevano toccare il cielo pieno di nubi.
Le nubi circondano Gothian da sempre. Chi vive qui troppo a lungo dimentica che cosa sia il sole.
Questo pensava lord Daemon "Iceblood" von Steinberg, principe di Thule, mentre le sue truppe si predisponevano all'assedio del castello che egli rivendicava come eredità paterna.
Daemon non rivendicava soltanto il titolo di Conte di Gothian, ma anche quello di re degli Albini, il popolo che suo padre aveva trasformato nell'aristocrazia dei vampiri.
Finora le cose sono andate troppo bene per essere vere. Marvin è al sud con il grosso dell'esercito e sua madre Lilieth ha pensato bene di nascondere i suoi Keltar da qualche parte.
Era chiaro che l'Imperatrice Madre aveva un piano.
Lilieth Vorkidian era una donna da non sottovalutare.
Era sopravvissuta a tutto: alla Primavera di Sangue, al rapimento da parte dei pirati, alle numerose guerre che avevano portato suo figlio Marvin Eclionner a diventare l'Imperatore-Profeta del Continente Centrale, sovrano dei Lathear, dei Keltar, degli Alfar e degli Albini, oltre che signore di Gothian.
Marvin non se ne sarebbe andato se le sue profezie gli avessero mostrato una minaccia. Ora spetta a me dimostragli che si sbagliava!
Le forze d'assedio che Daemon aveva scelto non erano gli aristocratici albini, ma normali uomini che erano stati cacciati dalle loro terre quando Marvin le aveva distribuite ai suoi veterani di guerra.
Ed ha cacciato me dal castello in cui ero nato!
In quella notte che precedeva l'inizio dell'ennesima guerra, Daemon decise di rivolgersi ai suoi rinnegati con l'eloquenza elegiaca, a tratti tragica e persino sublime, di chi ha subito un sopruso ed un esilio.
<<Uomini! Siamo qui per riprenderci quello che ci è stato tolto. Non si tratta solo di un castello e delle terre circostanti: Gothian è il simbolo del potere di Marvin Eclionner Vorkidian, l'uomo che vi ha cacciato dalle vostre terre!>>
E qui si avvalse della mozione degli affetti, la peroratio:
<<Un tempo, prima che Marvin Eclionner conquistasse il potere supremo, ogni popolo era sovrano sulle sue terre. Vedo tra voi dei Lathear, dei Keltar e degli Alfar. Siete giunti fin qui, all'estremo nord, presso il popolo egualmente oppresso degli Albini, perché vi siete rifiutati di combattere per un usurpatore! Marvin ha assassinato con le sue mani il suo stesso fratello, l'imperatore Elner XI dei Lathear, ha imposto ai Keltar la sua dittatura, esiliando chi vi si opponeva. Ha sottoposto gli Alfar al controllo di suo suocero, il Duca di Amnisia, e ha ucciso mio padre, Lord Fenrik Steinberg, Conte di Gothian e la sua seconda moglie, lady Marigold. Voi vi siete rifiutati di diventare i servi di un assassino!>>
Daemon omise, naturalmente, di dire che però erano diventati servi di un vampiro.
<<Io, come voi, ho perso tutto a causa di Marvin. Noi siamo vissuti negli eterni ghiacci dell'estremo Nord, per anni, aspettando il momento giusto per riprenderci ciò che era nostro. Sono stati anni lunghi e tristi>>
Vide nei loro volti la commozione e sentì di averli in pugno:
<<Abbiamo dimenticato il colore del sole, il sapore del pane, il rumore degli alberi, la delicatezza del vento d'estate, perché qui non è mai estate, nella terra dei ghiacci perenni. Abbiamo dimenticato com'erano le nostre terre, le nostre case, le nostre famiglie... abbiamo dimenticato il nostro nome!>>
<<Dove sono il cavallo e il cavaliere? Dov'è il corno che noi suonavamo? Sono passati come la pioggia sulle montagne. Come il vento sugli alberi. I giorni sono sono calati ad ovest, dietro le colline, nell'ombra!>>
E indicò il cielo perennemente nuvoloso che circondava il castello di Gothian.
Quelle parole non erano sue, le aveva dette un grande re del passato, ed erano state efficaci.
Chi ricorda ormai Theoden di Rhoan? Dopo il grande cataclisma, anche i grandi poemi del passato sono andati perduti.
Ma gli Albini li avevano conservati. Loro erano immortali. Erano vampiri. Ma questo non andava detto, se voleva che quegli esuli combattessero per lui.
<<Questo è il tempo che ci è dato. Niente di più e niente di meno. Ora sta a noi far valere i nostri diritti! Siamo davanti al luogo dove l'Imperatore-Profeta ha tenuto la sua corte per trent'anni. Ne ha fatto un deserto e lo ha chiamato pace!>>
Forse qualche Lathear avrebbe riconosciuto la citazione.
Ubi solitudinem faciunt, pacem appellant.
Nessuno avrebbe ricordato il nome di chi aveva scritto per primo quelle parole. Forse era per questo che funzionavano sempre, prima di una battaglia.
<<Guardate! Marvin è fuggito. L'esercito di sua madre si è dissolto nel nulla. Ma sappiamo che Lilieth Vorkidian è una strega, evocatrice di demoni e di magie. Ora io vi chiedo: potrà una donna fermare migliaia di uomini? Fosse anche la strega più potente sulla faccia della terra? No!>>
Il "No" risuonò forte anche tra gli uomini.
Daemon non disse loro che i veri demoni erano quelli evocati da lui.
Marvin, ti voglio sconfiggere usando la stessa retorica e le stesse tecniche con cui tu hai sconfitto mio padre! Non avrò pace finché non avrò compiuto la mia vendetta!
Ma una voce interiore, forse quella della sua perduta madre, gli ricordò una triste verità:
<<Chi prepara una vendetta, deve scavare due fosse: una per il suo nemico e una per se stesso>>
Cast
Daemon Blackfire Targaryen - Daemon "Iceblood" von Steinberg
Elizabeth Bathory - Lilieth Vorkidian
Jon Snow - Marvin Eclionner Vorkidian
Theoden di Rhoan - se stesso
Le citazioni sono tratte da "Il signore degli anelli" di Tolkien e dall' "Agricola" di Tacito.
La Royal Bisnonna in visita al pronipotino George. Ma sarà vero?
Elisabetta II col pronipote George. Mi pare un fotomontaggio, realizzato bene però ;-)
La regina poi è chiaramente una sosia. Tra l'altro, un modo per riconoscere i reali inglesi è il fatto che sono tutti mancini. La regina, il principe Carlo e il principe William: tutti mancini!
mercoledì 24 luglio 2013
Il principe George Alexander Louis Mountbatten-Windsor di Cambridge: tutti i perché di questi nomi, cognomi e titoli.
Presentato in mondovisione il giorno dopo la nascita, il principe George di Cambridge non si distinguerebbe da qualsiasi altro neonato se non si notasse, al dito di sua madre Kate, duchessa di Cambridge, che lo tiene in braccio, l'anello di zaffiro e diamanti che era appartenuto alla nonna materna del principino, la compianta lady Diana Spencer di Althorp, Principessa del Galles, prima moglie dell'erede al trono, Carlo.
Ma torniamo al principe George.
La scelta del primo nome era quasi obbligata: re Giorgio VI era il padre amatissimo di Elisabetta II, la bisnonna del principino, che regna sulla Gran Bretagna da 61 anni .
A sua volta Giorgio VI era figlio di Giorgio V, il primo dei Windsor.
Giorgio V aveva cambiato il proprio cognome da Sassonia-Coburgo-Gotha a Windsor, durante la Prima Guerra Mondiale, per evitare di ricordare che la Famiglia Reale Inglese era di origine tedesca.
Il padre di Giorgio V, re Edoardo VII, era infatti nato dal matrimonio della regina Vittoria, ultima degli Hannover, con Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha.
Vittoria di Hannover regnò 64 anni, dal 1837 al 1901.
La dinastia Hannover è quella che ha imposto il nome "George" nell'albero genealogico della famiglia reale inglese.
Gli Hannover, una stirpe tedesca tutt'ora esistente nel suo ramo cadetto (l'attuale principe di Hannover è il marito di Carolina di Monaco) ereditò il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda in quanto il primo dei suoi sovrani, Giorgio I, era figlio dell'elettrice Sofia del Palatinato, a sua volta figlia di Elizabeth Stuart, ultima erede anglicana della dinastia Stuart, che a sua volta aveva ereditato il trono dai cugini Tudor.
Giorgio I di Hannover divenne re d'Inghilterra, Scozia e Irlanda alla morte della regina Anna Stuart, che era cugina di sua madre.
Non sapeva una parola d'inglese, ma questo lo rendeva maggiormente gradito al Parlamento, a cui faceva comodo un sovrano che non si intromettesse troppo nelle questioni politiche, come avevano invece fatto, senza successo, gli Stuart, e prima di loro, con maggiore successo, i Tudor e i Plantageneti.
Suo figlio, re Giorgio II di Hannover sapeva l'inglese un po' meglio, ma aveva un carattere riservato e i suoi tentativi di intromissione nelle questioni politiche furono facilmente tenuti a bada dal Parlamento.
Il successore, re Giorgio III d'Inghilterra, anzi del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda, fu nello stesso tempo il più grande e il più pazzo dei sovrani inglesi della dinastia Hannover.
Il suo regno fu lunghissimo: 1760-1820: sessant'anni, uno di meno rispetto ad Elisabetta II.
Il suo matrimonio con Carlotta di Meclemburgo fu felice: ebbero ben 15 figli.
Tuttavia Giorgio III contrasse una malattia che aveva sia sintomi fisici che mentali, la porfiria, che lo portò gradualmente ad un deterioramento psichico che spinse il Parlamento a farlo dichiarare incapace, nonostante fosse molto amato dal popolo, e a nominare reggente suo figlio, che dopo dieci anni divenne re a sua volta col nome di Giorgio IV.
A differenza del padre, re Giorgio IV ebbe un'unica figlia legittima, che morì giovane prima di lui, pertanto alla sua morte il trono passò al fratello Guglielmo IV, che era vecchio e senza figli legittimi. Per questo motivo fu nominata erede al trono la figlia di suo fratello Edoardo, la già citata regina Vittoria.
E tutto questo spiega solo il primo nome del principe George.
Il secondo nome del principino è Alexander. Questo è dovuto al fatto che, se fosse stata una femmina, l'avrebbero chiamata Alexandra. La cosa può far sorridere, ma ha un senso, perché ci sono precedenti illustri nella Famiglia Reale. La stessa regina Vittoria aveva come primo nome Alexandrina, e i suoi familiari si rivolsero sempre a lei chiamandola Drina.
Ma ci sono altre due donne della dinastia reale che hanno portato e portano il nome Alexandra.
La prima fu Alessandra di Danimarca, moglie di Edoardo VII, che fu per lunghissimo tempo Principessa del Galles e la cui bellezza ed eleganza influenzarono la moda sia nel vestiario che nelle acconciature.
La seconda è la principessa Alessandra di Kent, cugina di Elisabetta II.
Alexandra prese il nome da sua nonna Alexandra di Danimarca, a cui assomigliava molto. Ha sposato lo scozzese Angus Ogilvy, morto qualche anno fa.
Attualmente, la principessa Alessandra di Kent, onorevole lady Ogilvy, ha 76 anni.
Ma veniamo ora al terzo nome del Royal Baby e cioè Louis.
Questo nome è stato scelto per onorare la dinastia Mountbatten, da cui discende il principe Filippo di Edimburgo, marito della regina Elisabetta II Windsor.
Il primo dei Mountbatten fu il grande Lord Louis Mountbatten, Ammiraglio della Flotta ed ultimo Viceré delle Indie.
Louis Mountbatten era lo zio del principe Filippo e gli aveva fatto da padre. Il suo vero cognome però era Battenberg, ma siccome suonava troppo tedesco (e infatti i Battenberg erano tedeschi!) lo aveva inglesizzato in Mountbatten, che suonava piacevolmente simile a Mount Badon, la località dove re Artù aveva sconfitto i Sassoni. Più britannico di così non era possibile!
La madre di Filippo, suocera della regina, era Alice di Battenberg, una donna di gran temperamento, con una biografia molto tormentata, a cui ho dedicato un post qualche tempo fa.
Suo fratello Louis trasmise il cognome Mountbatten al nipote Filippo, che aveva rifiutato il cognome di suo padre Andrea, sempre perché troppo tedesco e forse anche troppo lungo: Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glucksburg che a rigore sarebbe il vero cognome del principe Carlo, del principe William e del principe George.
Quindi il cognome vero non compare, mentre compare quello di Mountbatten, in quanto la regina Elisabetta II Windsor, molti anni fa, aveva emesso una direttiva secondo cui i discendenti dei figli maschi da lei avuti nel matrimonio con Filippo Mountbatten, avrebbero portato il cognome Mountbatten-Windsor a meno che non avessero rinunciato al titolo di Altezza Reale, come i figli del principe Edoardo.
Quando però il principe George andrà a scuola, come suo padre e suo nonno prima di lui, non lo chiameranno Mountbatten-Windsor, che ricorderebbe troppo a tutti il suo status di terzo nella linea di successione al Trono. Lo chiameranno Cambridge, poiché suo padre è il Duca di Cambridge.
Attenzione a non commettere l'errore di chiamare George "Principe di Cambridge", perché quel titolo non esiste.
Il titolo di Cambridge è di natura ducale, non principesca e infatti Kate Middleton non è principessa, pur avendo sposato un principe.
Solo la moglie dell'erede al trono può diventare Principessa del Galles, e questo titolo spetterebbe quindi a Camilla Parker-Bowles, seconda moglie del principe Carlo, l'erede al trono, nonno del principe George.
Camilla è di fatto la Principessa del Galles, ma ha preferito, in segno di rispetto alla memoria di lady Diana, prima moglie di Carlo, utilizzare solo il suo secondo titolo nobiliare e cioè Duchessa di Cornovaglia.
Camilla ha inoltre dichiarato che quando suo marito diventerà re, lei forse rinuncerà al titolo di regina, per quello più discreto di Principessa Consorte.
Inoltre, quando (e se, considerando l'età avanzata e il passato imbarazzante) il principe Carlo diventerà re, allora William diventerà Principe del Galles e Kate finalmente potrà diventare Principessa del Galles.
A questo punto il principe George di Cambridge diventerà George di Galles, e quindi per lui sarà come cambiare cognome, ma si adatterà, perché considerata la longevità dei Windsor, il principe George rimarrà erede al trono per moltissimo tempo, e forse pochi di noi lo vedranno diventare re, ammesso che la monarchia possa resistere per altre tre generazioni!
martedì 23 luglio 2013
Il "principe di Cambridge" che non esiste. Chiarimenti araldici sui titoli del Royal Baby.
In attesa di sapere il nome del figlio del principe William Mountbatten-Windsor, duca di Cambridge e di Kate Middleton, duchessa di Cambridge, vorrei chiarire un punto su cui i giornalisti stanno facendo confusione, tanto per cambiare.
I nobili spesso al posto del cognome usano il titolo nobiliare, per esempio il marchese Luca Cordero di Montezemolo viene chiamato Montezemolo e non Cordero, che sarebbe il vero cognome.
Ciò premesso, arriviamo al punto.
Il Royal Baby non è il Principe di Cambridge. Non esiste alcun Principe di Cambridge, ma solo il Duca e la Duchessa di Cambridge, cioè i genitori del bambino.
E' un principe, questo senz'altro, come tutti i discendenti della regina Elisabetta, esclusi quelli che hanno rinunciato al titolo nobiliare (i figli della principessa Anna e del principe Edoardo).
Cambridge sarà il cognome che il bambino userà quando andrà a scuola, così come Wales (Galles) era il cognome d'uso di suo padre William, prima che gli venisse conferito il titolo di Duca di Cambridge.
Supponiamo che il bimbo venga chiamato George.
Il suo titolo sarebbe "principe George di Cambridge", ma il "di Cambridge" va inteso come cognome, separato dal titolo principesco, che gli spetta in quanto "principe del sangue reale", slegato da ogni riferimento territoriale.
Comunque, la cosa diventerà chiara quando il Duca e la Duchessa decideranno il nome.
I genitori di William, Carlo e Diana, ci misero più di una settimana per mettersi d'accordo (sì sono sufficientemente "vecchio" per ricordarmelo, ahimè).
Un pensiero spontaneo va alla nonna paterna del bambino, che non è Camilla, anche se lui la chiamerà nonna, ma era la compianta lady Diana Spencer di Althorp, Principessa del Galles (in quel caso sì che il titolo principesco era legato al territorio, perché Diana aveva sposato l'erede al trono, mentre William è solo figlio dell'erede al trono, il principe Carlo, Principe di Galles).
Spero di aver chiarito la questione. In ogni caso, per avere un'idea più immediata del tutto, basta dare un'occhiata all'albero genealogico della famiglia reale inglese.
lunedì 22 luglio 2013
Come si chiamerà il Royal Baby? Il nome più probabile del figlio di William e Kate, duchi di Cambridge
Il nome più probabile è George, perché è molto popolare in quanto il padre della regina Elisabetta II, re Giorgio VI, fu un sovrano molto amato, specie per aver guidato, insieme a Churchill, la resistenza del Regno Unito contro il tentativo di invasione da parte di Hitler, durante la Seconda Guerra Mondiale.
Popolare era anche il nonno di Elisabetta, re Giorgio V, che cambiò il cognome della dinastia da Sassonia-Coburgo-Gotha al più inglese Windsor. Qui sotto possiamo vedere l'albero genealogico della famiglia reale inglese.
Altro nome probabile è Philip, in considerazione del legame del principe William con il nonno paterno, Filippo Mountbatten, duca di Edimburgo.
Improbabile è il nome Charles, perché non risulta che William abbia un particolare rapporto di simpatia col padre. Inoltre re Carlo I Stuart fu decapitato e re Carlo II Stuart fu molto impopolare, per cui Charles viene considerato un nome di malaugurio presso la Famiglia Reale ed è inspiegabile il motivo per cui Elisabetta II abbia scelto proprio quel nome per il suo primogenito.
Per la stessa ragione è da escludersi il nome Edward: sappiamo tutti che Edoardo VIII dovette abdicare dopo pochi mesi di regno per poter sposare Wallis Simpson, la duchessa di Windsor.
Peggio ancora il nome Henry, che è quello del fratello di William e soprattutto di Enrico VIII Tudor, le cui intemperanze sono ben note, oltre che alle sue sventurate sei mogli.
Un nome apparentemente beneaugurale potrebbe essere Arthur in riferimento al mitico re Artù, anche se poi, guardando gli alberi genealogici, si vedere che Arthur Tudor, principe di Galles, morì giovane prima del padre Enrico VII e che Arturo Plantageneto, duca di Bretagna ed erede presuntivo di Riccardo I Cuor di Leone, morì per ordine dello zio Giovanni Senzaterra.
Non raccomandabile è il nome James, considerando che Giacomo II Stuart fu detronizzato ed esiliato dalla seconda rivoluzione inglese nel 1688.
Tra i nomi "regali" della tradizione (escluso William) resta Richard, ma anche questo non è di buon augurio in quanto sia Riccardo I Cuor di Leone, sia Riccardo II Plantageneto, sia Riccardo III di York morirono ammazzati.
Un nome frequente, anche se mai usato come ufficiale, è Albert: così si chiamava il capostipite della dinastia, Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha, marito della regina Vittoria di Hannover.
"Bertie" era poi il soprannome di Edoardo VII e di Giorgio VI.
Un altro nome frequente, ma non usato dai sovrani, è David : così era chiamato Edoardo VIII in privato, il che non depone a favore di quel nome. Inoltre potrebbe risultare imbarazzante il pensiero che tale nome possa essere stato scelto per "onorare" David Beckham.
Da tenere in considerazione anche Michael, il nome del padre della duchessa di Cambridge, anche se sarebbe molto singolare che un futuro sovrano prenda il nome non dalla dinastia reale, ma dalla famiglia Middleton.
Circolano anche i nomi Alexander, un po' megalomane per un sovrano, e Louis, ricorrente nella famiglia Mountbatten e in particolare in Lord Louis Mountbatten, zio del principe Filippo. Lord Mountbatten, ammiraglio della flotta britannica e ultimo viceré delle Indie, fu assassinato dai terroristi indipendentisti irlandesi, per cui anche questo nome non è di buon auspicio. Inoltre appartiene molto di più alla tradizione francese e borbonica.
Infine si parla anche del nome Francis, ma sarebbe ridicolo che il re d'Inghilterra si chiamasse Francesco, che voleva dire, in origine, "cittadino della Francia"! Inoltre è un nome che appartiene alla tradizione cattolica, non a quella anglicana.
Insomma, tutto fa presagire che il nome del figlio di William e Kate sarà George.
Legge di successione al trono britannico
Qualunque sia il sesso del nascituro Royal Baby che sta nascendo in queste ore, pronipote della regina Elisabetta II, tramite suo nipote William, duca di Cambridge e sua moglie Kate Middleton, diventerà erede al trono dopo suo padre e suo nonno Carlo, Principe di Galles, come si può evincere dall'albero genealogico.
Che nasca quindi un maschio o una femmina non ha alcuna rilevanza ai fini della successione, essendo stata abolita la Legge Salica, che dava la precedenza ai maschi, nel 2011, su esplicita richiesta della Famiglia Reale.
Il nascituro o la nascitura avrà automaticamente il titolo di principe/principessa e l'appellativo di altezza reale. Come cognome non userà quello dinastico dei Mountbatten-Windsor, ma quello che deriva dal titolo ducale dei genitori, i Duchi di Cambridge.
Non si verificava una compresenza di quattro generazioni di regnanti presenti e futuri dai tempi della regina Vittoria di Hannover, trisavola dell'attuale sovrana.
sabato 20 luglio 2013
La scandalosa vita di lady Edwina Mountbatten, ultima Viceregina delle Indie
Edwina Ashley Mountbatten, Contessa di Burma nacque Edwina Cynthia Annette Ashley nel 1901, la maggiore delle due figlie di Wilfred William Ashley, poi I Barone Mount Temple (della creazione del 1932), che era un deputato conservatore. Fu una delle maggiori ereditiere della propria epoca.
Fu la moglie di Lord Luis Mountbatten di Burma, zio di Philip Mountbatten, marito di Elisabetta II del Regno Unito e fu l'ultima Viceregina delle Indie.
Paternalmente, la Ashley discendeva dai Conti di Shaftesbury che erano stati nobilitati come baroni nel 1661, e classificato come baronetti dal 1622. Era una bisnipote del riformista VII Conte di Shaftesbury attraverso il figlio minore, The Hon. Evelyn Melbourne Ashley (1836–1907) e sua moglie, Sybella Farquhar (m. 1886), una nipote del VI Duca di Beaufort. Da questo ramo cadetto dei pari Ashley-Cooper sarebbe derivata l'eredità della tenuta di Broadlands, e di Classiebawn Castle a Sligo in Irlanda.
La madre della Ashley era Amalia Mary Maud Cassel (1879–1911), figlia del magnate internazionale Sir Ernest Joseph Cassel, amico e finanziatore privato del futuro Re Edoardo VII. Cassel era uno degli uomini più ricchi e potenti d'Europa. Perse la sua amata moglie (Annette Mary Maud Maxwell), per il quale si era convertito dall'ebraismo al cattolicesimo. Perse anche la sua unica figlia, Amalia. Decise di lasciare il grosso della sua enorme fortuna ad Edwina, la maggiore delle sue nipoti.
Dopo che il padre della Ashley si risposò nel 1914 con Molly Forbes-Sempill, ella fu mandata via in un collegio scolastico, prima a The Links a Eastbourne, poi a Alde House nel Suffolk, in nessuna delle quali si dimostrò un'allieva volenterosa. Suo nonno, Sir Ernest, risolse il dilemma domestico, invitandola a vivere con lui e, al fine, di agire come padrona di casa presso la sua residenza di Londra, Brooke House. In seguito, queste altre magioni, Moulton Paddocks e Branksome Dene, sarebbero diventate parte dell'eredità Cassel.
All'epoca del primo incontro di Lord Louis Mountbatten con Edwina nel 1920, ella era un membro di spicco della società londinese. Suo nonno morì nel 1921, lasciandole due milioni di sterline (65.800.000 in sterline di oggi), la sede di campagna Broadlands nell'Hampshire e la sontuosa residenza di Londra, Brooke House, in un'epoca in cui lo stipendio navale del suo futuro marito era £ 610 per anno (20.000 in sterline a oggi)
La Ashley e Mountbatten si sposarono il 18 luglio 1922 nella Chiesa di Santa Margherita a Londra. I parenti di Louis Mountbatten, la famiglia reale britannica, erano tutti presenti. L'allora Principe di Galles, il futuro Re Edoardo VIII funse da testimone dello sposo.
I Mountbatten ebbero due figlie femmine, Patricia (nata il 14 febbraio 1924) e Pamela (nata il 19 aprile 1929).
Lady Mountbatten visse una vita elegante e privilegiata quasi totalmente dedicata alla ricerca del piacere—e infatti, partì per un periodo esteso al mare durante la metà degli anni anni trenta, quando per molti mesi nessuno aveva idea di dove si trovasse. Publishers Weekly sintetizza la biografia di Janet Morgan su Lady Mountbatten: "Edwina Ashley sposò Lord Louis ('Dickie') Mountbatten nel 1922 all'età di 20 anni, poi intraprese due decenni di frivolezza. Non contenta di avere due figlie ben educate e di un 'ragazzo entusiasta' come marito, si rifugiò in amanti e suscitò scandali"
Nel frattempo il marito, Lord Mountbatten, fece carriera nella marina britannica, fino a diventarne l'Ammiraglio Generale.
La Seconda guerra mondiale diede a Lady Mountbatten l'opportunità di focalizzare la propria attenzione su qualcosa che non fosse l'infedeltà coniugale del marito: ella si unì infatti come amministratore alla St. John's Ambulance Brigade; questo ruolo consegnò ad Edwina l'eredità di essere considerata un'eroina di quel periodo, a causa degli sforzi che profuse per lenire il dolore e le sofferenze del popolo del Punjab.
L' esperienza nella regione ed in particolare le sue presunte simpatie laburiste di Lord Mountbatten, indussero il premier Clement Attlee a nominarlo Viceré dell'India dopo la guerra.
Fu così che Edwina divenne Viceregina delle Indie.
Fine prima parte.
Fu così che Edwina divenne Viceregina delle Indie.
Fine prima parte.
giovedì 18 luglio 2013
L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 62. Valyria evoca Atar.
Valyria Eclionner Ataris era agli arresti presso il tempio di Eclion da ormai più di un mese ed aveva impiegato quel tempo per riuscire a carpire i segreti di quel luogo dove si decidevano i destini del mondo.
In particolare aveva percepito l'evento accaduto tre giorni prima, quando la Reggente Ellis e il Sommo Sacerdote Ulume avevano evocato Eclion l'Oscuro, il Signore delle Tenebre.
L'evocazione di un demone prevede un sacrificio di sangue. In genere il sangue di una vergine. Meglio se è la figlia di un nemico o di un traditore.
Lei era nipote di Atar, il Signore del Fuoco, che aveva tradito Eclion e si era schierato dalla parte di Belenos.
Fortunatamente non sono più vergine da molto tempo. Ma questo non mi salverà, quando Eclion chiederà la testa di tutti i traditori.
L'unico motivo per cui non l'avevano già uccisa era il suo valore come ostaggio.
Questa è ormai una guerra tra demoni. Eclion e Gothar da una parte, Atar e Belenos dall'altra. Sicuramente Lilieth provvederà ad evocare Belenos, se non l'ha già fatto. Io non posso tardare oltre. Evocherò Atar adesso!
Come Somma Sacerdotessa di Atar, per quanto di rango segreto, Valyria conosceva alla perfezione il rito per evocare il Signore del Fuoco.
E' notte, nessuno mi disturberà.
Alimentò il fuoco nel camino e si preparò al rituale.
<<Al principio dei tempi, quando Belenos il Luminoso ed Eclion l'Oscuro si fronteggiavano nel giovane universo, il Supremo Aurha Mazda disse: "Poiché la Luce per manifestarsi ha bisogno del Fuoco, allora io creo Atar, il Signore del Fuoco e gli consegno il potere di illuminare e riscaldare". Ma il Supremo Ahriman, invidioso, seguì il consgilio dj Gothar, il Signore dei Ghiacci, che sempre sussurra agli orecchi del Maligno, e disse: "A te, Atar, conferisco il potere di distruggere con l'incendio e di consumare e degradare ogni fonte di energia". E così Atar si trovò a metà strada tra il Bene e il Male e la sua sorte fu di oscillare perennemente tra questi estremi">>
Mentre pronunciava queste parole, Valyria sentì che l'Anello del Fuoco, che finalmente osava portare al dito, si stava riscaldando. Aveva ricevuto l'anello da Anakin, suo fratello, prima che fosse arrestato. A sua volta Anakin l'aveva ricevuto dall'Arcidruido Gwydion che l'aveva ereditato dal precedente Arcidruido, il vecchio Halfgan, a cui l'aveva donato l'Imperatore Marvin in persona.
Ha dato forza a tutti loro: speriamo che faccia lo stesso con me!
Allora se lo tolse e lo pose vicino al focolare.
La fiamma divenne altissima e potente, e il rubino dell'anello risplendette come non mai
<<O Signore Atar, ecco Narya, l'Anello del Fuoco, che riscalda e purifica i cuori. Benedetto sia il Fuoco e la sua Fiamma, possa il suo passaggio purificare il mondo!>>
Un cerchio di fiamme si formò intorno all'Anello ed all'interno incominciò a scorgersi una forma umana stilizzata.
Valyria impose le mani di fronte al fuoco e continuò a recitare la sua preghiera:
<<In ultimo, Atar ha scelto la Luce, e la sua Fiamma ora arde contro il ghiaccio di Gothar e contro la tenebra di Eclion. E proprio qui, nel cuore del tempio di Eclion e della capitale degli Eclionner, Lathena, io Valyria Ataris, figlia di Marigold, figlia di Atar, evoco te, o Signore del Fuoco, affinché giunga in soccorso mio e di tutti gli uomini e le donne di buona volontà. Riscaldaci, Atar, perché la notte è fredda. Illuminaci, perché la notte è oscura, e piena di terrori!>>
La forma umana all'interno del cerchio di fuoco si definì ulteriormente e comparvero due grandi ali, un'armatura dorata ed una spada scintillante.
<<Figlia mia, sono accorso al tuo richiamo. Ancora grande in me è il dolore per la morte di Marigold, tua madre e non mi do pace per il fatto che ella non mi abbia invocato in aiuto, quando Marvin Vorkdian la uccise. Quel giorno mi resi conto che il disegno di Marvin aveva la benedizione del Supremo Ahura Mazda, ed era vano opporglisi. Per questo tornai dal Dio che mi ha creato, e implorai il suo perdono. Per questo cambiai alleanza e mi schierai con Belenos, nell'Alleanza della Luce. Per questo infine, ho scelto di seguire il Sentiero Dorato>>
E indicò con la mano alla sua destra una linea che da lì conduceva in linea retta verso Gothian.
<<Mio Signore, io ti ho seguito in questa scelta e anche mio fratello Anakin, che ora giace nelle segrete della Grande Piramide, prigioniero e divorato dalle febbri. Eclion cerca di farlo passare dalla sua parte. Ellis ha invocato il Signore delle Tenebre, contro l'esercito di Marvin, e minaccia di offrire in sacrificio ad Eclion la vergine Helena Vorkidian. O Atar lo Splendente, tu sei la nostra unica speranza!>>
<<Accendi una candela con la mia fiamma, e con essa poi altre candele. Prolunga e diffondi il loro splendore ed esso donerà a te e a coloro per cui tu preghi un'energia sovrumana, che li salverà>>
Valyria eseguì il rito, recitando la formula:
<<Meglio accendere un piccola fiamma piuttosto che maledire l'oscurità>>
Mentre la candela si illuminava, Valyria sentì ritornarle le forze e il buon umore.
Atar dichiarò:
<<La mia spada terrà separate le forze di Gothar e quelle di Eclion>>
Esaltata dalla potenza del fuoco che si sprigionava in lei, Valyria rivolse ad Atar una domanda che da sempre aveva albergato nel suo cuore:
<<E' possibile risvegliare le memorie di mia madre, nella mia memoria, così come Marvin ha fatto per i suoi antenati?>>
Atar si fece serio:
<<Marvin è il prodotto di millenni di selezione genetica, per usare un termine che era in vigore prima del Grande Cataclisma. Per cinquanta generazioni i matrimoni degli Eclionner e dei Vorkdian sono stati guidati al fine di arrivare al Principe Promesso, Figlio di Cento Re e Profeta dei popoli. Per te è diverso, poiché unisci la mia stirpe con quella elfica della madre di Marigold e quella Lathear di tuo padre Sephir Eclionner. Risvegliare le memorie di Marigold potrebbe essere possibile, ma molto pericoloso. Lei non era "buona", e la sua memoria potrebbe tentare di avere il sopravvento su di te. Per il momento è meglio lasciarla dormire... anche se è certo che prima o poi la sua anima si reincarnerà. Lei stessa lo disse prima di morire: "Prima o poi ritornerò">>
E forse il giorno del ritorno di Marigold non era poi così lontano.
Valyria si inchinò di fronte al suo Signore e , mentre Atar incominciava a dileguarsi.
<<Che il Fuoco Sacro arda perennemente in te, figlia mia>>
Con queste parole Atar lo Splendente prese congedo dalla sua Somma Sacerdotessa.
Dopo molti, moltissimi anni, Valyria sentì la speranza ritornare nel suo cuore.
Cast
Melisandre di Asshain - Valyria Ataris Eclionner
Lena Headey (Cersei Lannister) - Marigold Edwina Ataris von Setinberg, Contessa di Gothian.
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