giovedì 25 luglio 2013

L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 63. Daemon "Iceblood" di Thule assedia il castello di Gothian.




Il castello di Gothian si stagliava grigio e nero, in tutta la sua imponenza gotica, con guglie, pilastri, archi a sesto acuto e torri che parevano toccare il cielo pieno di nubi.
Le nubi circondano Gothian da sempre. Chi vive qui troppo a lungo dimentica che cosa sia il sole.
Questo pensava lord Daemon "Iceblood" von Steinberg, principe di Thule, mentre le sue truppe si predisponevano all'assedio del castello che egli rivendicava come eredità paterna.



Daemon non rivendicava soltanto il titolo di Conte di Gothian, ma anche quello di re degli Albini, il popolo che suo padre aveva trasformato nell'aristocrazia dei vampiri.
Finora le cose sono andate troppo bene per essere vere. Marvin è al sud con il grosso dell'esercito e sua madre Lilieth ha pensato bene di nascondere i suoi Keltar da qualche parte.
Era chiaro che l'Imperatrice Madre aveva un piano.



Lilieth Vorkidian era una donna da non sottovalutare.
Era sopravvissuta a tutto: alla Primavera di Sangue, al rapimento da parte dei pirati, alle numerose guerre che avevano portato suo figlio Marvin Eclionner a diventare l'Imperatore-Profeta del Continente Centrale, sovrano dei Lathear, dei Keltar, degli Alfar e degli Albini, oltre che signore di Gothian.





Marvin non se ne sarebbe andato se le sue profezie gli avessero mostrato una minaccia. Ora spetta a me dimostragli che si sbagliava!
Le forze d'assedio che Daemon aveva scelto non erano gli aristocratici albini, ma normali uomini che erano stati cacciati dalle loro terre quando Marvin le aveva distribuite ai suoi veterani di guerra.
Ed ha cacciato me dal castello in cui ero nato!
In quella notte che precedeva l'inizio dell'ennesima guerra, Daemon decise di rivolgersi ai suoi rinnegati con l'eloquenza elegiaca, a tratti tragica e persino sublime, di chi ha subito un sopruso ed un esilio.
<<Uomini! Siamo qui per riprenderci quello che ci è stato tolto. Non si tratta solo di un castello e delle terre circostanti: Gothian è il simbolo del potere di Marvin Eclionner Vorkidian, l'uomo che vi ha cacciato dalle vostre terre!>>
E qui si avvalse della mozione degli affetti, la peroratio:
<<Un tempo, prima che Marvin Eclionner conquistasse il potere supremo, ogni popolo era sovrano sulle sue terre. Vedo tra voi dei Lathear, dei Keltar e degli Alfar. Siete giunti fin qui, all'estremo nord, presso il popolo egualmente oppresso degli Albini, perché vi siete rifiutati di combattere per un usurpatore! Marvin  ha assassinato con le sue mani il suo stesso fratello, l'imperatore Elner XI dei Lathear, ha imposto ai Keltar la sua dittatura, esiliando chi vi si opponeva. Ha sottoposto gli Alfar al controllo di suo suocero, il Duca di Amnisia, e ha ucciso mio padre, Lord Fenrik Steinberg, Conte di Gothian e la sua seconda moglie, lady Marigold. Voi vi siete rifiutati di diventare i servi di un assassino!>>
Daemon omise, naturalmente, di dire che però erano diventati servi di un vampiro.
<<Io, come voi, ho perso tutto a causa di Marvin. Noi siamo vissuti negli eterni ghiacci dell'estremo Nord, per anni, aspettando il momento giusto per riprenderci ciò che era nostro. Sono stati anni lunghi e tristi>>
Vide nei loro volti la commozione e sentì di averli in pugno:
<<Abbiamo dimenticato il colore del sole, il sapore del pane, il rumore degli alberi, la delicatezza del vento d'estate, perché qui non è mai estate, nella terra dei ghiacci perenni. Abbiamo dimenticato com'erano le nostre terre, le nostre case, le nostre famiglie... abbiamo dimenticato il nostro nome!>>



<<Dove sono il cavallo e il cavaliere? Dov'è il corno che noi suonavamo? Sono passati come la pioggia sulle montagne. Come il vento sugli alberi. I giorni sono sono calati ad ovest, dietro le colline, nell'ombra!>>
E indicò il cielo perennemente nuvoloso che circondava il castello di Gothian.
Quelle parole non erano sue, le aveva dette un grande re del passato, ed erano state efficaci.
Chi ricorda ormai Theoden di Rhoan? Dopo il grande cataclisma, anche i grandi poemi del passato sono andati perduti. 
Ma gli Albini li avevano conservati. Loro erano immortali. Erano vampiri. Ma questo non andava detto, se voleva che quegli esuli combattessero per lui.
<<Questo è il tempo che ci è dato. Niente di più e niente di meno. Ora sta a noi far valere i nostri diritti! Siamo davanti al luogo dove l'Imperatore-Profeta ha tenuto la sua corte per trent'anni. Ne ha fatto un deserto e lo ha chiamato pace!>>
Forse qualche Lathear avrebbe riconosciuto la citazione.
Ubi solitudinem faciunt, pacem appellant.
Nessuno avrebbe ricordato il nome di chi aveva scritto per primo quelle parole. Forse era per questo che funzionavano sempre, prima di una battaglia.
<<Guardate! Marvin è fuggito. L'esercito di sua madre si è dissolto nel nulla. Ma sappiamo che Lilieth Vorkidian è una strega, evocatrice di demoni e di magie. Ora io vi chiedo: potrà una donna fermare migliaia di uomini? Fosse anche la strega più potente sulla faccia della terra? No!>>
Il "No" risuonò forte anche tra gli uomini.
Daemon non disse loro che i veri demoni erano quelli evocati da lui.
Marvin, ti voglio sconfiggere usando la stessa retorica e le stesse tecniche con cui tu hai sconfitto mio padre! Non avrò pace finché non avrò compiuto la mia vendetta!
Ma una voce interiore, forse quella della sua perduta madre, gli ricordò una triste verità:
<<Chi prepara una vendetta, deve scavare due fosse: una per il suo nemico e una per se stesso>>


Cast

Daemon Blackfire Targaryen - Daemon "Iceblood" von Steinberg

Elizabeth Bathory - Lilieth Vorkidian

Jon Snow - Marvin Eclionner Vorkidian

Theoden di Rhoan - se stesso

Le citazioni sono tratte da "Il signore degli anelli" di Tolkien e dall' "Agricola" di Tacito.

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