lunedì 4 marzo 2013

Gli eredi di Gothian. Capitolo 61. Lilieth e Alienor.



Lilieth Vorkidian, Reggente dei Keltar e degli Alfar, ricevette con un sorriso l'amica Alienor di Alfarian.
<<Mi hanno detto che resterai qui a Caemlyn con me per qualche mese. Ne sono molto felice!>>
Alienor si inchinò e baciò la mano a Lilieth con deferenza, per riguardo al suo nuovo rango.
<<Ho alcuni validi motivi, oltre al fatto che tu sei la mia migliore amica>>
Lilieth la abbracciò, facendole capire che tra loro non c'era bisogno di formalità.
<<Immagino che qui il tuo secondo figlio nascerà al sicuro, e presto Lorran ti raggiungerà>>
Alienor annuì:
<<Questi sono i motivi fondamentali. Poi ce n'è un'altro, di natura politica. Intendo rivendicare il trono degli Alfar, come è mio diritto>>



E' vero, è suo diritto e  l'Oracolo del monte Konar gliel'aveva predetto. Marvin glielo dovrà consentire, e se non lo farà lui, me ne occuperò io personalmente.
Poi invitò Alienor a sedersi.
La principessa si accomodò su una delle comode sedie davanti alla scrivania di Lilieth.
Vide che c'era una scatola di grandi dimensioni, a un lato del tavolo.
<<Posso sapere cosa c'è in quella scatola?>>
Il viso di Lilieth divenne serio:
<<Dolore>>
Una risposta secca che suonava estranea in bocca a Lilieth, la quale comprese di essere stata troppo brusca:
<<Ci sono ricordi di mio padre, di mio marito e di mio figlio>>
Alienor ne rimase stupita:
<<Tuo figlio non è ancora morto!>>
Lilieth scosse il capo:
<<Marvin non è più completamente umano. Ha accettato il morso del vampiro ed ora è vincolato alla fedeltà verso Daenerys di Gothian. Mi ha detto che questo era l'unico modo per seguire il Sentiero Dorato. Ma ciò che ha acquisito non è l'immortalità, ma la non-morte. Un po' come Marigold, perché, come lei, Marvin è stato protetto dalla sua natura solare. Ma non tornerà mai quello che era prima. A volte penso di averlo perduto, ma la risposta è un'altra: lui non è mai stato veramente mio. L'ha cresciuto mia madre>>
Alienor comprese:
<<Però la Reggenza l'ha lasciata a te!>>
Lilieth annuì:
<<Lo ha fatto per avere il mio secondo marito come alleato. E' l'Ammiraglio dei Lathear, ed è tra coloro che ha favorito l'acesa di Irulan>>
Da pirata quale era, Vyghar di Linthel era diventato uno degli uomini più potenti dell'Impero e sua moglie Lilieth Vorkidian aveva assunto il controllo degli altri due regni del continente. Insieme erano una potenza.



<<Tu e Vyghar in questo momento controllate l'intero Continente Centrale>> fece notare Alienor.
Lilieth non si faceva illusioni:
<<E' solo una fase transitoria. Marvin sa perfettamente quello che sta facendo e quello che otterrà. Il suo Sentiero Dorato è qualcosa che andrà molto oltre le nostre vite mortali. Io credo che dopo la metamorfosi, Marvin instaurerà il Regno Millenario, das tausendjährige Reich. E qualcuno parla persino dell'Impero dei diecimila anni. E' un'esclamazione molto in uso a Lathena, quando sale al trono un nuovo imperatore: "Diecimila anni!" si brinda, nel Celeste Impero e nell'impero del Sole Levante. Dopo la metamorfosi, Marvin potrebbe vivere così a lungo>>
C'era un solo precedente nella letteratura: il regno di Leto II Atreides, Imperatore-Dio di Dune, che regnò 3500 anni, anche lui dopo essersi sottoposto ad una metamorfosi.
La mia è come la leggenda di Alia e Duncan Idaho.
Stava per accadere qualcosa di simile, anche perché il Sentiero dorato di Marvin assomigliava moltissimo alla Via Aurea di Leto II.
Alienor capì che la conversazione era momentaneamente terminata e si congedò in questo modo:
<<Io e Lorran pensiamo di sposarci qui, e poi di andare a vivere ad Alfarian. Ma tutto dipenderà da come andrà a finire la guerra>>
Lilieth sorrise:
<<Marvin troverà una soluzione anche stavolta. E gli dovremo essere grati, perché ha pagato un prezzo altissimo, e lo ha fatto per il bene di tutti noi>>


Cast

Claire Forlani (Igraine di Camelot) - the hon. lady Lilieth Vorkidian di Linthael, Reggente dei Keltar.
Tamzin Merchant (Catherine Howard Tudor) - principessa Alienor di Alfarian
Merlino di Camelot - Vyghar di Linthael, ammiraglio della flotta imperiale




domenica 3 marzo 2013

Gli eredi di Gothian. Capitolo 60. La metamorfosi di Marvin.



Daenerys di Gothian appoggiò la sua mano destra sul petto di Marvin, in prossimità del cuore.
Nessuna argomentazione l'aveva dissuasa dal portare a termine la sua missione.
<<Preparati a morire, Marvin Eclionner Vorkidian! Le tue offerte non mi interessano. Non ho bisogno di niente e di nessuno, tanto meno di uno come te!>>
Lui le osservava la mano, quella mano così delicata, e nello stesso tempo così forte da potergli strappare il cuore.
Anche di fronte a quella minaccia, rimase impassibile:
<<Non sono io il nemico. E' Daemon! E' lui che ti ha spezzato il cuore!>>
Lei gli lanciò un'occhiata di fuoco:
<<Tu non sai niente!>>
La voce di lui divenne un sussurro:
<<Le mie memorie affondano ai tempi di Vorkidex Pendragon ed Arexatan Eclionner. La storia di Daemon e Daenerys, gli eredi di Gothian, era già allora un archetipo>>
Lei premette le sue unghie più forte contro il suo petto:
<<Un archetipo di cosa? Della "relicta" delle tragedie o delle elegie? Ti sbagli se pensi che io mi sia adagiata in quel ruolo!>>
Marvin scosse il capo:
<<Non l'ho mai pensato. L'unica cosa che so è che uno di voi due doveva sopportare il dolore, e tu sei sempre stata la più forte>>
Lei allentò la presa:
<<Come fai a dirlo?>>
Lui chiuse gli occhi:
<<Io vedo nel futuro... ah, se solo tu immaginassi quello che vedo!>>
La Divoratrice di Cuori lasciò ricadere la mano.



Appariva incuriosita, ma scettica:
<<Le tue profezie sono inventate!>>
Marvin si ricompose, e il suo volto divenne triste:
<<Magari lo fossero...>>
Aveva pronunciato quelle parole con un tale sconforto che Daenerys ne fu sorpresa.
<<Se conosci il futuro, dimmi cosa sto per chiederti!>>
Quello era il momento della verità:
<<Stai per chiedermi se so giocare a scacchi>>
Lei cerco di non mostrarsi sorpresa e gli indicò una scacchiera che si trovava dietro di lui.
<<Forse l'avevi già vista. In ogni caso, se saprai le mie mosse future, potrai battermi. Nessuno prima d'ora c'è mai riuscito>>
L'idea la divertiva.



Si sedettero per terra e incominciarono a muovere le pedine in silenzio, con grande velocità.
Daenerys sorrideva, mentre Marvin era assorto e malinconico.
Poco dopo, però, la sorprese nuovamente:
<<Scacco matto>>
A quel punto l'atteggiamento di lei divenne possibilista:
<<D'accordo... non so come, ma tu riesci ad avere delle premonizioni... dici di conoscere il mio futuro... sentiamo. Parla, è la tua ultima possibilità di salvezza!>>
Lui annuì:
<<Tu non mi ucciderai, ma darai inizio alla mia metamorfosi, e farai di me sangue del tuo sangue. Non divorerai più cuori, perché io ti mostrerò che l'esistenza ha molto di meglio da offrirti. E devi credermi se ti dico che il meglio per te deve ancora venire. Io sarò al tuo servizio ogni volta che vorrai e ti aiuterò a soddisfare i tuoi desideri. La tua esistenza durerà a lungo, molto più della mia. E quando io non ci sarò più, tu ripenserai a questo giorno, e ti sembrerà di essere stata felice>>
Daenerys fu colpita da quelle parole, e per la prima volta vide in lui un interlocutore degno di attenzione.



La sua espressione era cambiata.
Marvin le si avvicinò e inclinò lievemente il collo:
<<Ti dono il mio sangue in cambio di una goccia del tuo. E' destino che tu mi conceda i doni della non-morte. Ecco, io sono pronto: avvicina la tua bocca al mio collo e attingi alla Fonte Sacra>>
Daenerys gli si avvicinò e fece qualcosa che riuscì a stupirlo nonostante la profezia.
Con estrema delicatezza le sue labbra sfiorarono soltanto il collo di lui in un bacio.
Un brivido lo percorse.
 Poi lei gli chiese:
<<Sai a cosa stai rinunciando?>>
<<Non sarò completamente un vampiro. Il mio anello mi consentirà di mantenere alcune caratteristiche umane, come l'alimentazione>>
<<Questo limiterà i tuoi poteri>>
<<Lo so, ma ho altri poteri che compenseranno quelli mancanti>>
<<Sei pronto, allora?>>
Lui annuì.
A quel cenno, Daenerys affondò i denti nella sua carne e bevve il suo sangue.
Poi completò il rituale pungendosi la punta dell'indice e avvicinandolo alla sua bocca.
Marvin accolse quella goccia di sangue come se fosse un elisir, mentre lei recitava le frasi del rito:
<<Io sono la resurrezione e la vita. Chi crede in me, anche se morto, vivrà. Chi vive e crede in me non morirà in eterno>>
Marvin cadde a terra in preda alle convulsioni.
Daenerys lo tenne fermo, per tutto il tempo della metamorfosi.
Dopo un periodo che non seppe quantificare, il giovane si risvegliò e ritrovò lentamente le forze, mentre la sua pelle cambiava, come anche la temperatura del suo corpo.
Improvvisamente un senso di euforia lo pervase ed i suoi occhi brillarono e la sua bocca sorrise.



Tutto è compiuto.
Consummatum est.
Finalmente aveva raggiunto la condizione che gli avrebbe permesso di realizzare il Sentiero Dorato.
Si inchinò di fronte a Daenerys:
<<Grazie, mia signora. Manterrò la mia promessa: sarò al tuo servizio e, se me lo permetterai, ti indicherò la strada che conduce al Sentiero Dorato>>
Lei sorrise:
<<Cosa vedi in questo sentiero?>>
Gli occhi di lui guardavano il futuro senza più paura:
<<Vedo foreste assolate, e verde intero sereno. Lì presto cammineremo, quando verrà l'estate>>
Lei lo abbracciò e gli sussurrò nell'orecchio:
<<Mi fido di te. Prometti che sarai al mio fianco, e che ci proteggeremo dai pericoli>>
Lui ricambiò l'abbraccio con grande slancio e suggellò la promessa:
<<Fianco a fianco, ma anche schiena contro schiena, per sostenerci e difenderci, ciascuno con gli occhi bene aperti e una ritrovata fiducia nell'avvenire>>
Lei allora appoggiò la sua schiena alla sua.



Le loro mani si intrecciarono.
<<Daemon non la prenderà bene. Dimmi: cos'hai previsto per lui?>>
Marvin sapeva che quella domanda sarebbe arrivata:
<<Lui sarà il Perturbatore dell'Assuefazione: Harq al-Ada, come dicono le profezie. Ci insegnerà a non abbassare mai la guardia. Ogni volta che saremo più esposti alla tentazione di adagiarci, spinti  dalla sicurezza o anche solo dall'abitudine, lui comparirà per tentare di dividerci>>
Daenerys sospirò:
<<Temo che non riuscirò mai a vederlo come un nemico, anche se mi ha abbandonata da moltissimo tempo>>
Marvin non si era mai illuso di poter prendere il posto di Daemon Iceblood:
<<Quello che c'è tra noi è diverso. Io non ti abbandonerò mai. Ricordati di questo momento, perché quando si presenterà il pericolo, noi dovremo difenderci così, come siamo adesso, schiena contro schiena, mano nella mano, come una cosa sola>>


Cast

Jessica Brooks (Ghanima Atreides) - Daenerys di Gothian, la Divoratrice di Cuori
James Mc Avoy (Leto II Atreides) - Marvin Eclionner Vorkidian





Moda maschile negli anni Cinquanta



L'immagine sopra è tratta dal film di Alfred Hitchcok "Delitto perfetto", del 1954, con Grace Kelly, Ray Milland e Robert Cummings. A fianco della splendida Grace vediamo il protagonista maschile, nel ruolo del marito che progetta l'assassinio della moglie, sia per punire la sua infedeltà che per ereditarne il ricco patrimonio. Dal punto di vista della moda maschile si possono notare alcuni elementi caratterizzanti.

1) La giacca ha un'ampia apertura, con una abbottonatura bassa, con uno o al massimo due bottoni.

2) La camicia ha un colletto con ali più corte rispetto ai decenni precedenti.

3) La cravatta è lunga, non spessa ed il nodo è molto piccolo e semplice.

4) La pettinatura prevede i capelli pettinati all'indietro e fissati con lacca o brillantina.

5) L'abito può essere gessato e la cravatta può essere a papillon.

Ritroviamo queste caratteristiche anche nelle foto di un altro grande interprete del cinema di Hitchcok, e cioè James Stewart.







Dagli anni '50 in avanti le mode maschili, almeno per quanto riguarda gli abiti con giacca e cravatta, si giocano tutte sull'alternanza di alcuni elementi particolari: i bottoni della giacca, i suoi risvolti, la grandezza e lunghezza del colletto, lo spessore della cravatta ed il nodo. A seconda della combinazione e dell'alternanza di questi elementi è possibile identificare il decennio di riferimento.
Nei prossimi post descriverò tali evoluzioni e ne mostrerò alcuni esempi.

sabato 2 marzo 2013

Moda maschile negli anni Quaranta





Icona maschile di eleganza negli anni '40 del secolo scorso è sicuramente Humphrey Bogart. Con il film "Casablanca", girato insieme ad Ingrid Bergman, Bogart "sdogana" l'impermeabile chiaro, rendendolo una garanzia di classe ed eleganza, assieme al cappello a larga tesa.






























Lo stesso vale per il cappotto chiaro.

Si impongono come moda le giacche a doppio petto.





Il risvolto delle giacche diventa più ampio, e la giacca stessa è larga, quasi oversize, e così pure i pantaloni.





I pantaloni sono "a vita alta".



C'è una sostanziale continuità rispetto agli anni Trenta e questa continuità si protrasse anche lungo buona parte del decennio successivo, di cui parlerò prossimamente.

Gli eredi di Gothian. Capitolo 59. Marvin e la Divoratrice di Cuori



Marvin Eclionner Vorkidian camminava solo, nella notte, indossando abiti neri, che lo rendevano ancora più indistinguibile nell'oscurità.
Stava per affrontare la più dura prova della sua vita.
Cercò di ripetere dentro di sé un mantra che riguardava il Sentiero Dorato che aveva scelto come unico futuro possibile.
La Via Aurea è dentro di noi, oppure non è in nessun luogo.
Sentiva che la Cacciatrice stava arrivando, la Divoratrice di Cuori, Daenerys Steinberg di Gothian, la figlia del vampiro.



Tanto lui era scuro, quanto lei era albina. Eppure lui era il messaggero della Luce e lei era il messaggero delle Tenebre.
Ecco, lì c'è la casa abbandonata. Un tempo ci viveva una famiglia di Alfar. Ora sono morti. 
L'atmosfera era così tetra da ricordagli il racconto di Poe, "Il crollo di casa Usher".



Lei mi aspetta lì.
La vedeva nella sua premonizione. Gli vennero in mente i versi di Pavese.

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi-
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
Così li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla.
Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.

Con questo stato d'animo si avvicinò alla casa e risalì per le antiche scale, come Tobino.
La porta era aperta.
Le assi di legno cigolavano ad ogni suo passo.
Questa casa è una versione in piccolo del Castello di Gothian.


E una degli eredi di Gothian lo stava aspettando là dentro.
I miei occhi si sono abituati all'oscurità.
Marvin sapeva da che parte sarebbe arrivata l'aggressione, eppure ne aveva lo stesso paura.
E' come un incubo ricorrente, una specie di coazione a ripetere.
Sapeva che lei era guidata da un istinto antico, che aveva a che fare con la sopravvivenza.
<<Daenerys, sono disarmato. Ti offro carne incorrotta>>
Le stava offrendo se stesso, secondo le formule di rito.
Silenzio.
So dove ti nascondi. Ma tu non sai che io lo so.
Avanzò lentamente lungo l'atrio, salì le scale cigolanti e nel pianerottolo si diresse subito verso la camera da letto matrimoniale. Lei era lì.



Era bella come una dea, e diafana come un fantasma. Il suo viso era quello di un angelo, ma era un inganno.
<<Daenerys, la mia carne è incorrotta, ma il mio cuore è avvelenato>>
L'erede di Gothian lo guardò con circospezione:
<<Dicono che tu abbia previsto il futuro. Ma le tue visioni ti ingannano, perché io mi comporterò con te esattamente come ho fatto con tutti gli altri uomini>>
Marvin annuì.
Fino ad ora tutto sta andando come previsto.
Si inginocchiò di fronte a lei.
<<Mi sottometto alla tua volontà>>
Lei rimase immobile, osservandolo con attenzione, per capire dove si celasse la trappola.
<<Non c'è nessuna trappola, Daenerys. Tu puoi scegliere se uccidermi o avermi come servitore>>
Non aveva mentito e lei aveva come percepito la sincerità delle sue parole.
<<Marvin Eclionner Vorkidian, io non ho bisogno di servitori. Ne ho già un esercito>>
Tutto era come nella premonizione.
<<Io metterò al tuo servizio i miei talenti. Tu sai bene che sono speciali. Se mi vincolerai col tuo morso di vampiro, i miei talenti saranno tuoi per sempre. Ma se mi ucciderai, nulla si trasmetterà da me a te, se non un cuore avvelenato>>
Daenerys rimase inflessibile:
<<Posso vivere benissimo anche senza i tuoi servigi>>
Marvin mostrò un volto rattristato:
<<Ero pronto a donarti la mia anima, ma se preferisci uccidermi, la mia anima salirà alla Luce imperitura>>



<<E' un dono che non meriti>> disse lei.
Marvin sapeva di essere ancora in tempo per meritarlo.
<<Sono stato assolto da padre Ulume per tutti i miei peccati. Se mi uccidi, il Paradiso mi attende. Se mi accetti al tuo servizio, la mia anima perderà il Paradiso, e rinuncerà all'immortalità in cambio della non morte>>
Daenerys parve quasi invidiarlo:
<<Perché allora vorresti rinunciare al Paradiso per diventare un vampiro al mio servizio>>
Ecco, quello era il punto fondamentale.
Marvin rispose con sincerità:
<<Perché so che io e te insieme potremmo fare grandi cose>>
La divoratrice di cuori sospirò, gli indicò una sedia, e lei stessa si sedette.
<<Ho vissuto per più di mille anni. Ho visto di tutto nella mia vita. Ho provato ogni ebbrezza, ogni emozione. Sono satura di tutto questo. Non mi interessano le tue "grandi cose">>
Marvin sapeva che dalla sua risposta sarebbe dipeso il futuro di tutti:
<<Io ti offro cose nuove. Ti offro la regalità suprema. Ti offro una dedizione incondizionata che contiene in sé i germogli dell'amore. Ti offro tutto ciò che desideri e non hai ancora avuto>>

venerdì 1 marzo 2013

Gli eredi di Gothian. Capitolo 58. Daemon "Iceblood" incontra Morgil Thalion



Daemon "Iceblood" von Steinberg, erede di Gothian e condottiero dei vampiri albini, incontrò Morgil Thalion, comandante degli Elfi Oscuri, durante l'assedio della città di Elenna sul Dhain.



L'unica logica che li teneva uniti era quella delle antiche strategie: "Il nemico del mio nemico è mio amico".
La spartizione del regno degli Alfar era di fatto una realtà.
A nord del fiume Dhain avrebbero comandato i vampiri albini, a sud gli elfi oscuri.
Non è la prima volta che si fanno trattati di questo genere. Prima del Grande Cataclisma, nella vecchia Terra, era un'abitudine.
Quante volte era stata spartita la Polonia?
E prima ancora, ai tempi del Danelaw, quante volte era stata spartita l'Inghilterra tra Danesi e Anglosassoni?



La logica di spartizione del regno degli Alfar era la stessa.



Questo naturalmente sarebbe avvenuto soltanto se Marvin Eclionner Vorkidian non avesse deciso una spedizione militare. Ma a quanto pareva, il re dei Keltar era scomparso.



<<Dicono che abbia lasciato Caemlyn in incognito, nominando reggente sua madre Lilieth>> aveva affermato Daemon Iceblood.
<<Deve avere sicuramente un piano>> aveva risposto Morgil Thalion.
Il vampiro aveva riflettuto e la sua risposta era stata molto netta:
<<Qualunque piano abbia in mente, Daenerys lo fermerà>>
Poi il loro pensiero si era rivolto all'assedio di Elenna sul Dhain, la città in mezzo al fiume.



Ricordava i versi di un poeta vissuto prima del Grande Cataclisma, in cui si parlava di altre due città che sorgevano in mezzo all'acqua.
Parla così la recidiva speranza. Vede laggiù quegli alberi perpetuare ognuno in sé la sua ninfa, e dietro la raggera degli echi e dei miraggi, nella piana assetata il palpito di un lago, fare di Mantova una Tenochtitlan.





Tenochtitlan era stato il primo nome, Mantova il secondo, Tar Valon il terzo.



Quelli erano stati i modelli che avevano ispirato la nascita della città di Elenna, così chiamata, si raccontava, in memoria dell'ultima signora della casa dei Gonzaga.
Qui il Conte Fenrik sconfisse e ferì gravemente Sephir Eclionner, nell'anno della Primavera di Sangue. E sempre qui, vent'anni dopo, Fenrik di Gothian fu sconfitto e ucciso da Marvin Eclionner Vorkidian.



Ora i figli del Conte di Gothian cercavano vendetta.
Ma la città riesce ancora a resistere. Il governatore Ywain de Bors e la principessa Aurora di Alfarian si stanno dimostrando molto abili nel gestire questo assedio.



Morgil aveva discusso a lungo con Daemon la strategia.
Li prenderemo per fame.
Prima o poi si sarebbero dovuti arrendere.
Persino l'Atene di Pericle dovette soccombere all'assedio, quando si sparse la pestilenza.
Si rivolse a Daemon:
<<Marvin ha parlato di metamorfosi e di non-morte, nella sua ultima udienza>>
L'erede di Gothian scrollò le spalle:
<<Daenerys lo ucciderà. Ma se anche dovesse diventare un vampiro, cadrebbe sotto la mia sudditanza. E' il suo destino. In fondo Marvin sta dalla parte del diavolo senza saperlo">>
Morgil non ne era così sicuro.
<<Marvin ha visto il futuro, anzi, tutti i possibili futuri. E ne ha scelto uno, quello del suo Sentiero Dorato. Lui non si limita a vedere nel futuro, capisci? Lui lo crea!>>
Daemon scosse il capo:
<<Questo è ciò che ci vuol fare credere, per renderci fatalisti e rassegnati. No, mi rifiuto di pensare che una cosa del genere sia possibile. Sarebbe incompatibile persino con gli Arcani Supremi. Dove finirebbe il libero arbitrio in tutto questo?>>
Morgil era molto scettico:
<<Il libero arbitrio non esiste. E' una nostra illusione>>
Daemon si accigliò:
<<Staremo a vedere! Come già ho detto, tra le tenebre e la luce c'è solo il sangue. Se lui non sceglie, saremo noi a scegliere per lui!>>


Cast

Daemon Blackfire Targaryen - Daemon Iceblood Steinberg di Gothian
Elfo Oscuro - Morgil Thalion
Jon Snow - Marvin Eclionner Vorkidian
Alucard di Castlevania - Lord Fenrik Steinberg, Conte di Gothian.
Cersei e Jaime Lannister - Aurora di Alfarian e Ywain de Bors

Nota

La caratteristica di questo romanzo è quella di essere un meta-romanzo, o meglio una meta-letteratura multimediale. E' un esperimento che credo possa contenere elementi innovativi e interessanti, nel senso che, pur in uno scenario di fantasy gotico, ci sono dei riferimenti culturali alla cultura, alla storia e alla letteratura reale. Si ha quindi una sorta di ipertesto in cui il romanzo diventa una raccolta di citazioni e di riflessioni su altri romanzi e altre opere letterarie, filosofiche, mitologiche e religiose. Una letteratura che riflette su se stessa, avvalendosi di una multimedialità che unisce immagini, testi, citazioni e parole chiave.





Gli eredi di Gothian. Capitolo 57. Dell'amore e di altri demoni




Il volto dell'antica dea dell'amore e della bellezza, Afrodite, che i Lathear chiamavano Venere, campeggiava in un quadro appeso al muro di una delle stanze più segrete della piramide imperiale di Lathena.
A osservarla, con ammirazione e persino con un principio di devozione, era nientemeno che l'imperatore Elner XI della dinastia Eclionner.
Fu una decisione saggia quella di preservare almeno questo dipinto.
Tutti gli altri erano stati distrutti per ordine di Arexatan Eclionner quando istituì il culto monoteistico di Eclion.
"Avrei dovuto distruggere anche quella" tuonò la voce di Arexatan nelle "altre memorie" che si erano risvegliate nella mente di Elner XI.
Cancellare la divinità dell'eros è stato un crimine!
Quel conflitto interiore tra Elner e le memorie di Arexatan durava da alcuni giorni, da quando, cioè, l'imperatore dei Lathear si era incredibilmente reso conto di amare sua moglie.
Tu di mogli ne hai avute sei, Arexatan, ma non ne hai amata veramente nemmeno una.
Una fitta di emicrania fu la prima reazione adirata dell'antenato.
"Come puoi pensare che io non abbia amato Edwina?"
Elner si era aspettato quella obiezione, riferita alla sesta moglie di Arexatan.
Lei ha aspettato per mille anni il tuo risveglio. Ha donato la sua anima al vampiro, per attraversare gli oceani del tempo. Ha cambiato nome e identità, diventando Marigold von Steinberg, contessa di Gothian.



"Non era più la stessa persona! Marigold voleva solo il potere: questo è sempre stato il suo difetto".
Elner si era aspettato anche quella obiezione.
Se ami veramente una persona, ami anche i suoi difetti.
Era una verità che lui stava sperimentando da alcuni giorni in maniera innegabile.
Potrei elencare i difetti di Irulan dal primo all'ultimo, ma non posso fare a meno di amarli. Senza quei difetti non sarebbe lei. Non sarebbe la persona che amo.
Arexatan si limitò a lanciargli uno strale di emicrania, per manifestare tutto il suo dissenso, e poi si ritirò in qualche oscuro angolo della memoria.
Ho sposato Irulan per interesse. Mai avrei pensato di potermene innamorare.



Ma lei non ricambia i miei sentimenti.
Sapeva essere amichevole, a volte, ma nulla di più.
Non posso certo fargliene una colpa. 
Per lo stesso Elner quel sentimento era arrivato all'improvviso, come un'onda anomala.
Mentre guardava il ritratto di Afrodite, gli sembrava che esso si confondesse con il volto di Irulan.
Non posso implorare lei, ma sono qui per implorare te, divina Afrodite.
Si rivolse alla dea con una formula di rito, tratta dai Remedia amoris.
 <<Concedimi, o dea, la speranza che prima o poi nel suo cuore si manifesti un sentimento anche centomila volte inferiore al mio, perché sarebbe comunque grande. Io ne aspetterò paziente, rispettandola, ma pur sempre amandola, le prove>>
Era una speranza molto flebile.
Irulan non era semplicemente una consorte. Nelle clausole del contratto matrimoniale era scritto che avrebbe avuto i poteri di una imperatrice regnante, considerata associata al trono.
Di fatto è solo lei che comanda, perché ha dalla sua gli alleati più potenti.
Ed aveva alle spalle una abilissima consigliera: sua madre, l'onorevole lady Susan Fuscivarian.



Ad Elner era sembrato di ritornare ai tempi della reggenza di Ellis, anche se Irulan e Susan avevano almeno il buon gusto di salvare le apparenze.
Irulan ha comunque adempiuto ai suoi doveri coniugali, anche se credo che una volta concepito l'erede imperiale, non condividerà più nemmeno il talamo.
Elner era pronto anche a questa evenienza. Il suo sentimento si appagava anche della sola compagnia della consorte, perché comunque, al di là delle sue ritrosie, Irulan era una donna brillante e piacevole anche solo come amica.
E tale doveva rimanere, perché non c'è maledizione più grande che innamorarsi!




Cast e note

Venere di Botticelli - Afrodite
Charlize Theron - Marigold di Gothian
Virginia Madsen - Irulan Eclionner
Susan Sarandon - the honourable lady Susan Fuscivarian

giovedì 28 febbraio 2013

Gli eredi di Gothian. Capitolo 56. L'Amuleto di Marvin.


Mentre si accingeva a lasciare Caemlyn, segretamente, Marvin Eclionner Vorkidian, re dei Keltar, reggente degli Alfar ed erede imperiale dei Lathear, ricevette in dono un anello molto prezioso.
Padre Ulume e il druido Halfgan erano presenti come testimoni. Il dono però proveniva da sua madre Lilieth Vorkidian.



<<Figlio mio, ora che dobbiamo separarci di nuovo>> aveva detto Lilieth <<voglio donarti un talismano che mi ha protetta, infondendomi saggezza, nei lunghi anni della mia prigionia e del mio esilio. Tu sai che sono stata iniziata da Halfgan agli Arcani Supremi, quando divenni sacerdotessa di Ulien: in tale circostanza ogni iniziato riceve un anello. Poiché io ero anche l'erede della stirpe di Vorkidex Pendragon, mi fu consegnato un anello che egli aveva fatto forgiare per suo figlio Kevin Vorkidian, che era un druido di grande carisma>>



C'era stata una pausa, in cui Lilieth aveva estratto da una tasca un anello splendente dalla forma molto particolare.
<<Ecco, questo è l'anello di Kevin, che egli affidò all'Arcidruido, col compito di consegnarlo alla "madre del principe promesso". Come io lo ricevetti allora, ora io lo dono a te, fiduciosa che ti infonda la stessa saggezza che mi ha aiutata a sopravvivere a tutte le avversità. Prego alla tua presenza che sia così. Guardalo bene: è d'oro purissimo. Noi iniziati sappiamo che l'oro non è solo uno dei metalli più belli, famosi e preziosi, ma si caratterizza anche per la sua resistenza al decadimento entropico. La forma a piramide della decorazione simboleggia il contatto con l'Arcano Supremo positivo e tutte le sue correlazioni. Esso assorbe la negatività, e in cambio infonde un equilibrio generale, del corpo e della mente, che permette di sopravvivere anche alle prove più terribili>>



Nel porgerglielo, Lilieth si era commossa:
<<Hai preso una decisione che mi ha sconvolta, ma che sento di dover accettare, perché rientra in un disegno che solo ora riesco a leggere del tutto. Ebbene, figlio mio>> e qui gli aveva preso la mano, valutando se l'anello calzasse perfettamente nell'anulare <<sappi che questo anello sarà in grado preservare la tua natura umana, anche dopo la metamorfosi. Questo suo potere è equivalente a quello che ha permesso a Marigold l'immortalità e l'eterna giovinezza dei non-morti senza doverne condividere completamente la natura>>
Marvin aveva accettato con gratitudine quell'anello che già le sue premonizioni gli avevano mostrato.
Gli entrava perfettamente nell'anulare della mano destra.
Lilieth sorrise:
<<Vedi, sembra fatto apposta per te. Questa è la prova, se mai ce ne fosse stato ancora bisogno, che tu sei il Principe Promesso, il Figlio dei Cento Re, il Profeta dei Keltar>>
 E nel dire questo si inginocchiò, seguita da Ulume e Halfga.
Marvin sapeva che da quel momento loro avrebbero accettato senza discutere qualunque sua scelta:
<<Vi ringrazio per il vostro tributo. Ma ora vi prego di rialzarvi e di ascoltare ciò che ho da dirvi. Per consacrarmi agli dei che mi hanno evocato, ho compiuto un lungo percorso, che mi ha condotto fino a questo momento, in cui la mia missione da umana diventa sovrumana. Ora io offro il mio corpo in sacrificio al supremo dio del bene, Ahura Mazda, implorandolo di avere pietà per la mia anima, perché ciò che intendo fare va oltre l'umana comprensione. Stasera partirò in incognito, verso una destinazione segreta, dove so già per certo che incontrerò la Divoratrice di Cuori.>>



<<Ella è una non-morta, una che ritiene che tra la Luce e le Tenebre ci sia solo il Sangue. 
Ella intende uccidermi per divorare il mio cuore, ma non è questo ciò che succederà. Tutte le mie premonizioni convergono su un'unica soluzione che, per ora, per il bene di tutti, deve rimanere segreta>>
Rivolto alla madre disse:
<<Ti affido la Reggenza sui Keltar e sugli Alfar, e affido ad Halfgan e ad Ulume il compito di consigliarti e sostenerti per svolgere al meglio questo incarico>>
Lilieth non se l'aspettava:
<<Credevo che avresti nominato Reggente tua moglie Igraine>>



<<Non mi fido dei suoi parenti. Sua sorella Morgause si è alleata con Marigold di Gothian, e ha aiutato il druido Bendeigid a fuggire. Inoltre credo che abbia convinto Ellis a passare dalla loro parte>>
Era solo una mezza verità, ma poteva bastare.
Abbracciò sua madre con tutte le sue forze e disse:
<<Prima o poi ritornerò. Prima o poi, ci riabbracceremo ancora>>


Cast

Claire Forlani (Igraine Pendragon di Camelot) - lady Lilieth Vorkidian di Linthael
Baelor Tagaeryen il Benedetto - druido Kevin Vorkidian
Emilia Clarke (Daenerys Targaryen) - Daenerys Steinberg di Gothian, la Divoratrice di Cuori
Sophie Turner (Sansa Stark) - regina Igraine Canmore di Logres

Note

La piramide che si vede nella quarta immagine è la Piramide Massonica, un simbolo tra i più noti usati dalla Massoneria. L'ispirazione per questo capitolo mi è arrivata dal romanzo "Il simbolo perduto" di Dan Brown.