venerdì 1 marzo 2013

Gli eredi di Gothian. Capitolo 57. Dell'amore e di altri demoni




Il volto dell'antica dea dell'amore e della bellezza, Afrodite, che i Lathear chiamavano Venere, campeggiava in un quadro appeso al muro di una delle stanze più segrete della piramide imperiale di Lathena.
A osservarla, con ammirazione e persino con un principio di devozione, era nientemeno che l'imperatore Elner XI della dinastia Eclionner.
Fu una decisione saggia quella di preservare almeno questo dipinto.
Tutti gli altri erano stati distrutti per ordine di Arexatan Eclionner quando istituì il culto monoteistico di Eclion.
"Avrei dovuto distruggere anche quella" tuonò la voce di Arexatan nelle "altre memorie" che si erano risvegliate nella mente di Elner XI.
Cancellare la divinità dell'eros è stato un crimine!
Quel conflitto interiore tra Elner e le memorie di Arexatan durava da alcuni giorni, da quando, cioè, l'imperatore dei Lathear si era incredibilmente reso conto di amare sua moglie.
Tu di mogli ne hai avute sei, Arexatan, ma non ne hai amata veramente nemmeno una.
Una fitta di emicrania fu la prima reazione adirata dell'antenato.
"Come puoi pensare che io non abbia amato Edwina?"
Elner si era aspettato quella obiezione, riferita alla sesta moglie di Arexatan.
Lei ha aspettato per mille anni il tuo risveglio. Ha donato la sua anima al vampiro, per attraversare gli oceani del tempo. Ha cambiato nome e identità, diventando Marigold von Steinberg, contessa di Gothian.



"Non era più la stessa persona! Marigold voleva solo il potere: questo è sempre stato il suo difetto".
Elner si era aspettato anche quella obiezione.
Se ami veramente una persona, ami anche i suoi difetti.
Era una verità che lui stava sperimentando da alcuni giorni in maniera innegabile.
Potrei elencare i difetti di Irulan dal primo all'ultimo, ma non posso fare a meno di amarli. Senza quei difetti non sarebbe lei. Non sarebbe la persona che amo.
Arexatan si limitò a lanciargli uno strale di emicrania, per manifestare tutto il suo dissenso, e poi si ritirò in qualche oscuro angolo della memoria.
Ho sposato Irulan per interesse. Mai avrei pensato di potermene innamorare.



Ma lei non ricambia i miei sentimenti.
Sapeva essere amichevole, a volte, ma nulla di più.
Non posso certo fargliene una colpa. 
Per lo stesso Elner quel sentimento era arrivato all'improvviso, come un'onda anomala.
Mentre guardava il ritratto di Afrodite, gli sembrava che esso si confondesse con il volto di Irulan.
Non posso implorare lei, ma sono qui per implorare te, divina Afrodite.
Si rivolse alla dea con una formula di rito, tratta dai Remedia amoris.
 <<Concedimi, o dea, la speranza che prima o poi nel suo cuore si manifesti un sentimento anche centomila volte inferiore al mio, perché sarebbe comunque grande. Io ne aspetterò paziente, rispettandola, ma pur sempre amandola, le prove>>
Era una speranza molto flebile.
Irulan non era semplicemente una consorte. Nelle clausole del contratto matrimoniale era scritto che avrebbe avuto i poteri di una imperatrice regnante, considerata associata al trono.
Di fatto è solo lei che comanda, perché ha dalla sua gli alleati più potenti.
Ed aveva alle spalle una abilissima consigliera: sua madre, l'onorevole lady Susan Fuscivarian.



Ad Elner era sembrato di ritornare ai tempi della reggenza di Ellis, anche se Irulan e Susan avevano almeno il buon gusto di salvare le apparenze.
Irulan ha comunque adempiuto ai suoi doveri coniugali, anche se credo che una volta concepito l'erede imperiale, non condividerà più nemmeno il talamo.
Elner era pronto anche a questa evenienza. Il suo sentimento si appagava anche della sola compagnia della consorte, perché comunque, al di là delle sue ritrosie, Irulan era una donna brillante e piacevole anche solo come amica.
E tale doveva rimanere, perché non c'è maledizione più grande che innamorarsi!




Cast e note

Venere di Botticelli - Afrodite
Charlize Theron - Marigold di Gothian
Virginia Madsen - Irulan Eclionner
Susan Sarandon - the honourable lady Susan Fuscivarian

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