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martedì 10 luglio 2012

Gothian. Capitolo 83. Lilieth e il Pirata: torna l'amore



Quando lei entrò, lui la trovò bellissima e raggiante.
Era il secondo giorno di navigazione nelle paludi, e il Pirata Gentiluomo, capitano Vyghar di Linthael, aveva invitato lady Lilieth Vorkidian ad una cena intima, nella chiglia della nave, dove aveva fatto miracoli per rendere quel luogo almeno vagamente romantico.
La donna si presentò puntuale, mostrando un vestito elegante e uno smagliante sorriso.
<<Lilieth, oggi sei ancora più bella del solito. La palude ti rende di buon umore?>> chiese il Pirata, ricambiando il sorriso.
<<Nei momenti difficili, bisogna imporsi di pensare a cose belle. E' una forma di disciplina!>>
Vyghar annuì:
<<Queste frasi mi ricordano, anche se non ce ne sarebbe bisogno, uno dei mille motivi per cui sono innamorato di te>>



E la fissò con quei due occhi neri come il carbone, che parevano leggere nel pensiero.
Lilieth non si meravigliava del fatto che tante donne lo amassero, mentre si chiedeva come mai lui, che poteva averle tutte, insisteva ad amare soltanto lei, senza pretendere niente.
<<Grazie, Vyghar... forse possiamo approfittare di questa cena a lume di candela, solo tra noi, per poter parlare di qualcosa che riguarda me e te>>
Al Pirata non parve vero sentire quelle parole, dopo tanti mesi di freddezza da parte della donna che lui amava.
<<Non chiedo di meglio>>
La discendente di Vorkidex sapeva che lui aveva atteso pazientemente, più di tutti gli altri.
<<Bene, allora, ascoltami... io avevo bisogno di riflettere su tutto quello che è accaduto, in particolare dopo la scoperta che mio marito è ancora vivo, per non parlare del resto... di quello che c'è tra lui ed Ellis>>
Vyghar si sentiva in colpa per aver nascosto quella verità a Lilieth per tanto tempo.
Di fatto il loro rapporto si era incrinato proprio quando lei era venuta a sapere che Masrek era ancora vivo.
<<Vyghar, ora capisco che tu volevi solo proteggermi! Ho mascherato dietro il mio sguardo calmo, un dolore che tu non puoi nemmeno immaginare>>



Il Pirata intervenne:
<<Posso immaginarlo, invece.... anche io conosco quel dolore>>
Lilieth sapeva di averglielo causato lei, con il suo rifiuto per tanto tempo:
<<Se lo conosci, prova a descriverlo!>>
Lui abbandonò la sua espressione ironica, e i suoi occhi divennero fissi verso un punto lontano.
Era come se veramente cercasse le parole per esprimere qualcosa che aveva veramente provato:
<<E' come un senso di oppressione, di angoscia che toglie il respiro. Senti il dolore... il dolore sotto le costole, sotto al cuore.... e il conflitto, l'eterno conflitto tra piacere e realtà...  e infine la mente... la mente che cerca di giustificare, di riparare, di salvare la situazione, di farsi da scudo contro il male... >>
Lei rimase di sasso:
<<E' proprio così... io non immaginavo che anche tu conoscessi quel male...>>
Il Pirata continuò, rimanendo concentrato:
<<... intendi dire, credoquel male che ti afferra come un rapace... come colei che mi ha ghermito il cuore, che da prigioniera è divenuta carceriera, ed ora mi porta dove vuole, e  mi fa sanguinare, e mi divora l'anima...>>



Lilieth era sconvolta da quella rivelazione, ed i suoi occhi si commossero:
<<Ti ho causato davvero tanto dolore? Te ne sto causando anche ora?>>
Il Pirata abbassò la voce:
<<Non è colpa tua. E' quello che Masrek ti ha fatto, quello che ancora ti sta facendo. E' la sua ombra su di noi... tra di noi, che ci divide...>>
La donna annuì:
<<Avrei chiesto subito l'annullamento del matrimonio con Masrek se questo non avesse danneggiato la legittimità di Marvin alla successione al Trono imperiale!>>
Vyghar la stupì con una domanda che non era da lui, non era per nulla piratesca:
<<Ma è davvero tanto importante quel maledetto trono degli Eclionner?>>



Lilieth avrebbe voluto maledire quel trono, ma non poteva:
<<Se quel Trono cade in mani sbagliate, sarà la fine. T'immagini Sephir Eclionner sul trono, a fianco di Marigold di Gothian? I fiumi di sangue...>>
Il Pirata annuì:
<<Lo so, ma ora... almeno per un po'... mettiamo da parte la politica e il gioco del Trono. Parlami di te, di noi, dimmi tutto...>>
La donna riprese il discorso:
<<Io avevo bisogno di una pausa sentimentale. Dovevo curare le mie ferite, attendere che si cicatrizzassero. Ma ora sento di potermi fidare di te, anche se sei un pirata, e anche se mi fai arrabbiare! Io voglio darti una possibilità... voglio dare a noi due una possibilità...>>
Aveva parlato a voce bassa, ma il significato era chiaro e forte.
Vyghar le prese una mano:
<<Grazie Lilieth... grazie per la tua fiducia... spero di esserne degno... e di potertelo dimostrare, in questo nostro percorso comune. Io ti amo da molti anni, ma sono disposto ad aspettare ancora. Per te, per una donna come te, ne vale la pena>>
Lei lo guardò con gli occhi dell'amore.



<<Grazie a te Vyghar, perché nessun altro mi ha mai detto niente di più bello>>
Per quella sera si concessero solo un bacio, ma era l'inizio di qualcosa di grande.


N.d.A.

Lillieth Vorkidian è interpretata da Claire Forlani nel ruolo di Igraine Pendragon, duchessa di Cornovaglia e successivamente regina di Britannia nella serie televisiva "Camelot".

Vyghar di Linthael è interpretato da Johnny Depp nel ruolo di Jack Sparrow nella serie cinematografica "Pirati dei caraibi".

"Il dolore... il dolore sotto le costole, sotto al cuore" è l'inizio di un monologo del personaggio di Wallis Simpson nel film "W.E." di Madonna. Il resto della frase è rivista in chiave di piscologia freudiana.

martedì 3 luglio 2012

Gothian. Capitolo 80. Alienor, Lilieth e i Pirati della Palude




La Palus Putredinis si estendeva a perdita d'occhio davanti a loro.
Alienor provava già un senso di nausea. Lilieth rimaneva impassibile.
Al contrario il Pirata era entusiasta di poter finalmente rimettere piedi su qualcosa che almeno lontanamente potesse ricordargli una nave.
Il massimo che i suoi uomini erano riusciti a procurargli era una vecchia bagnarola tutt'altro che rassicurante.



Le rovine dell'antico porto, nel punto dove il fiume Lathe entrava nella palude, erano ormai in uno stato di completa disgregazione. La decadenza dell'Impero latherar si poteva notare da mille particolari, ma lì, in quel punto, tutto era decadenza e marciume.
Alienor non se ne meravigliava.
Mille anni di governo degli Eclionner hanno fatto penetrare il marcio fin nel cuore della terra.



Una creatura alata di enormi dimensioni roteava sulla Palus Putredinis .
<<E' un rettile. Ma potete stare tranquille mie signore>> disse Vyghar <<non è un drago, non sputa fuoco e anzi in genere ha paura del fuoco. E' una delle creature che dipendono da Ursula, la signora delle paludi>>



Vapori mefitici si alzavano dalle acque, e luci verdi rotevano intorno ai cespugli.
<<Quelle lucciole verdi sono gli occhi di Ursula. Si dice che la demonessa riesca a vedere attraverso di loro. Quindi, speriamo di essere nelle sue grazie!>>
Alienor sgranò gli occhi:
<<Come sarebbe a dire "speriamo"? Se questa Ursula ci è ostile, non ne usciremo vivi!>>
Vyghar le rivolse il solito sguardo di superiorità:
<<Avete con voi uno dei più esperti navigatori del Continente, nonché grande guerriero e uccisore di mostri e quindi non capisco...>>
<<Ma smettila!>> tagliò corto Lilieth dandogli un buffetto su una spalla <<non c'è bisogno che ogni volta che c'è una pozzanghera tu ci ricordi le tue prodezze nei Sette Mari. Le abbiamo ben presenti!>>
L'allusione allo sterminio dei marinai della "Dolce Ellis" e del rapimento di Alienor, rese subito il Pirata molto più conciliante:
<<Ebbene, mia cara Lilieth, ti dimostrerò che quello che dico non è una vanteria! Vedrai! Ora, tutti a bordo!>>
La nave salpò dal piccolo molo e si perse nella nebbia.
Quella nebbia era tanto fitta che, unita alla vegetazione folta e intricata, impediva di capire se fosse giorno o notte. 
Alienor vedeva quei luoghi come il correlativo oggettivo della sua vita.
Questo non un luogo, è il mio stato d'animo!
Una profonda tristezza si impadronì di lei, un senso di noia sia per la fuga che per la vita.
Pregò allora la sua dea, Aenor, signora della Luce.
Mia signora e protettrice, dammi una ragione per vivere...
E mentre lei chiuse gli occhi le apparve un giovane uomo, che rispondeva a tutte le caratteristiche di Marvin Eclionner-Vorkidian.



La dea le rivolse queste parole:
"Un giorno vi incontrerete. Ma per poterlo conoscere, devi vivere, e portare a termine la tua missione"
Alienor si sentì risollevata.
Forse, se sopravvivrò a tutti i pericoli di questo viaggio, e se lui sopravvivrà a tutti i pericoli di del suo, allora potremo sperare in una qualche felicità. 
In nome di quella speranza, Alienor decise di farsi forza, e di sopportare con pazienza tutte le sofferenze che la sorte le aveva riservato.
Ricordò la frase del brindisi di capodanno nella villa di Lady Ariellyn, in lingua keltari:
Le temps viendra...


N.d.A.

L'immagine delle rovine del porto è quella delle rovine di Osgiliath ne "Il signore degli anelli" di J.R.R.Tolkien.

Il nome Ursula è ispirato dalla "cattiva" piovra de "La sirenetta" di W. Disney.

"Le temps viendra" è il titolo di un romanzo incentrato sul personaggio di Anna Bolena.

La lingua keltari moderna aristocratica e letteraria è il francese. Le altre lingue dei Keltar sono simili a quelle del gruppo celtico, di quello gallo-romanzo e di quello dei dialetti gallo-italici.

domenica 1 aprile 2012

Gothian. Capitolo 35. Marvin e compagnia arrivano al fiume Amnis

Marvin aveva trascorso tutto il tempo dell'attraversamento della Laguna sulla punta della prora, a osservare con attenzione il paesaggio e ad inspirare l’aria fresca ed odorosa di sale.



 Aveva sempre desiderato percorrere in tutta la sua lunghezza la grande Laguna di Amnisia , che si estendeva tra il mare a est e le paludi di acqua dolce a ovest.
Quando per primo riuscì ad avvistare la terra, capì che si trattava soltanto di una striscia tra due argini rinforzati dal duro lavoro dei Keltar che per primi avevano tentato di bonificare la zona. Ricordò che il primo passo della bonifica era stato quello di separare le acque salmastre della Laguna da quelle dolci della Palude e dei due bracci del Delta dell’Amnis tra cui essa si trovava.


A metà del secondo giorno di navigazione, la piccola flotta di Ser Yvain de Bors, aveva gettato le ancore e deciso di sostare lungo l'argine della Laguna.



Marvin ne sapeva il nome: Argine Angus, perché voluto da Lord Angus de Lohn, Duca di Festerania e Signore dei Keltar-Lingon, la stirpe che dominava il braccio Mediano del Delta dell'Amnis.
L'argine era mantenuto in buone condizioni e Marvin, appena sceso sulla terraferma, decise di passeggiare lungo questo lembo di terra compattata, che separava due ambienti molto diversi tra loro.
Gli altri membri della Compagnia decisero di fare una grigliata col pesce da poco pescato.
Marvin non aveva mai amato il cibo a base di pesce, e questo era un residuo della sua infanzia al Borgo dei Keltar Senia, una zona interna, dove si preferiva un’alimentazione basata sulla carne. Neppure tutti gli anni trascorsi in seguito ad Amnisia gli erano serviti per rendere più piacevoli le ricette di pesce e frutti di mare. Il solo odore gli risultava nauseabondo, per cui si allontanò rapidamente.
Mentre camminava lungo l'argine, si domandava come fosse possibile il fatto che per molti non era chiara la distinzione tra la Laguna di Amnisia e la Palude interna. Pochi ricordavano che la prima era molto più profonda e salmastra, mentre la seconda era come un grande stagno di acqua dolce.
Nella Palude che si estendeva a sinistra dell’Argine, c’era molta più vegetazione: canneti, piante giallastre ad alto fusto, ninfee, ciuffi d’erba, persino qualche albero.


Camminando lungo il sentiero tra gli argini, vide una piccola torretta, che sembrava quasi un faro, ma senza luce.
Quello era il punto da dove aveva inizio il canale che collegava la Laguna con il Braccio Mediano del Delta. Non si trattava di un corso d’acqua naturale: era un canale navigabile costruito per favorire le comunicazioni e il commercio via acqua. Si chiamava Fossa del Duca d’Altemps,  perché era stata costruita per volontà di Lord Jorìs Kàspar d’Altémps, Duca di Manzàga e signore dei Keltar-Kènoman, stirpe che controllava la zona dell'Amnis prospiciente al Delta.
La Fossa del Duca d'Altemps era un canale non molto largo, ma con degli argini solidi, puntellati da alberi e cespugli.


Da quel canale si raggiungeva il ramo mediano del Delta, e da lì si sarebbe finalmente risaliti fino al Grande Fiume.
Finalmente Marvin avrebbe visto altri Ducati della Federazione Keltar, altre terre, altre acque, altre città, che fino a quel momento aveva visto solo nelle mappe dei suoi testi di studio.
Arrivato al punto in cui il canale si dipartiva dalla Laguna, non poté procedere oltre.
Tornò sui suoi passi, fino all’accampamento dove i suoi compagni di viaggio, terminato il pranzo, si stavano riposando.
Al giovane come pasto bastò un tozzo di pane e formaggio. Purtroppo le scorte erano poche e gli approvvigionamenti ancora lontani.
Quasi tutti dormivano nei sacchi a pelo, o fingevano di dormire. Nessuno aveva voglia di parlare: probabilmente incominciavano a rendersi conto di quanto quella missione fosse mal organizzata…
Lo stesso Ser Yvain appariva perplesso e scarmigliato, mentre consultava alcune mappe, e aveva già perso tutta la sua boria.
Il giovane druido Gwydion preparava una bevanda utilizzando le boccette di medicinali ed erbe che si portava dietro. Ne diede un bicchierino anche a Marvin.
«Bevi, ti farà bene contro le punture di zanzara e le febbri malariche»
Dopo circa un’ora, erano tutti pronti per ripartire e la piccola flotta levò le ancore e fece rotta verso nord-ovest, lungo la Fossa del Duca d'Altemps.
Navigarono con una buona velocità e nel tardo pomeriggio riuscirono ad arrivare nel punto che Marvin aveva tanto atteso, ossia il collegamento della Fossa del Duca col Braccio Mediano dell’Amnis.


Non c’era corrente, l’acqua era quasi ferma, come nella laguna, e remare non creava problemi.
Man mano che procedevano il Ramo Mediano diventava sempre più largo, in quanto non si era  ancora ulteriormente suddiviso in rami minori.

Stienta - Stienta e il grande fiume

Finalmente al tramonto risalirono al punto in cui il Ramo Mediano si dipartiva dal fiume Amnis. In quel punto il Grande Fiume era così ampio che da una riva si faceva fatica a vedere l'altra.


Guardando quell'enorme corso d'acqa, Marvin sentì una strana emozione.
 Sentiva che quell'immenso fiume aveva un significato profondo per lui, e che avrebbe dovuto ripercorrerlo fino alle sue fonti.
Se cercava la pura verità, doveva risalire alle origini, perché l'acqua è pura solo alla sorgente.



N.d.A.

La geografia di questo capitolo è interamente basata sulla bassa pianura padana e in particolare sul Parco Regionale del Delta del Po del Veneto e dell'Emilia-Romagna.
Il fiume Amnis è il Po.
La Laguna di Amnisia è un misto tra le Valli di Comacchio e la Laguna di Venezia.
Le paludi di acqua dolce fanno riferimento alle Valli di Argenta, alle Punte Alberete, alla Valle Mandriole, alla Valle Standiana e a tutti i bacini che sono stati regimentati e in parte bonificati nell'opera di inalveamento del fiume Reno nell'ex Po di Primaro.
Il ramo mediano è il Po di Volano.
Il canale di collegamento è l'idrovia ferrarese che collega il Po a Comacchio e prende il via dal canale collettore di Burana.
I nomi delle varie tribù Keltar sono riconducibili alle tribù celtiche dei Lingoni, dei Cenomani e degli Insubri.